Mi sono sempre battuto in condizioni così sfavorevoli che desidererei farlo alla pari. Sono molto modesto e non vi domando, amici, altro segno che il
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ultime rondini e a poco a poco nel mare caddero i nidi: un giorno non vi fu più nulla intorno alla finestra. Allora qualche cosa tremò si spezzò nella
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non ho pace, l'anima è un pantano; nell'anima stagnarono i ricordi, subitamente; oh quante volte, pietre vi hanno scagliato con secura mano! Dopo, il
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Promessi Sposi, E benché se allo scritto mi tornasse efficace, Io pure vi confessi che ne sarei capace, Tuttavia questa volta vi prego, e son sincero
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per voi a coloro che il primo passo vi mossero e il primo accento, che vi diedero il nutrimento che vi crebbe le membra e il cor. Adattatevi
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è giunta l'ora del distacco, è giunta; io vi lascio sedili riscaldati aule sapienti portici affollati ora e per sempre! Ansie e battaglie e faticose
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! Errando teco, pallida Sofia. Vi cantava la messa un cherubino, e vi nascean colombe ed usignuoli: oh il bel cammino, fra le intatte bianchezze e i
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, e le date monotone del chiostro vi serba il giallo inchiostro. Ond'è che a notte, leggendo il poeta nella mia stanza queta, balzo repente, e
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feretro s'avvìa, un prete è in allegria. Voi che vivete, o fior, nell'ozio blando, l'aria che in mezzo a voi vien spigolando non vi racconta mai se
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siete un inganno, siete una larva dei secoli vieti, e certo ancor nell'anima vi stanno le carezze dei numi e dei poeti. Siete risorta da una tomba
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progenie, donde il volo dolcissimo innalzate? Urne fantastiche, ov'è l'orto gentil che vi ha colmate? Quando gorgoglii nel teschio mio, o santa origine del
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all'aura : oh dolce il tuo sussurro! e alle rondini : addio! e ai passeggier: vi benedica Iddio! E, alla parola Iddio, lo assalse un'alta riverenza, e
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, brilli il sereno! Dacchè, cullandoti su questo seno, vi scende il gaudio dal paradiso, più non interrogo che il tuo bel viso! Quel viso candido coi capei
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Colma il mio nappo, giovinetta bruna!... Vedi, la bianca e spensierata luna vi infilza un raggio... viva lo specchio, l'incubo e il miraggio! Questi
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tomba alla tua culla sospira, povera tomba, andiamola a trovar. Vi riposa la buona vecchierella che mi seguiva, silenziosa e bella, nei sogni a veleggiar
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del realismo, e nessuno s'impenna e fa gli occhioni se vengono a sapere che odi il mestiere - d'imitar Manzoni. E vi son certe strade in Valtellina cui
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vi stanno fra le campane e i cantici latini: berretti rossi e mèzzari vi fanno da fiorellini. Dormono lì, né mutin lune e soli, a rizapparne andrò la
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, laggiù in cimitero, genitori del mio genitor; dadi orrendi del giuoco Mistero, da Dio colmi di sterpi e di orror. Siete teschi, e nessun più vi dice
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non sono cattivo; ti amai nei dì del pianto e nei felici, e ti amerò ancor tanto di un amor puro e santo... Ma vi son giorni che il mio cor vien meno, e
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piangetene con me! - Perchè vi fate, o fossili, scimmie di Geremia? è vero, adesso il tempio sembra una trattoria; ma eguali ognor non furono i preti ai tempi
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convento, ma per poco, la scarna, vi vivrà; le innalzeranno in chiesa un monumento, ove il Priore a ridere verrà. Immemore così del calendario, starò in riva
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lumicin, dietro la grata, quella gran croce che vi sta piantata. Una croce di legno con un pallido, magro e lungo Cristo pinto ad olio da un monaco
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seguirmi vi faccio divieto; or sulla terra, e presto sotto terra, e presto in cielo...me lo ha detto il vino, e il vin non erra! - Vattene a casa
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!.. Per le croci comuni e la memoria dei baci suoi! Noi vi porremo un fior che non ha nome fra quanti il cimitero ha vagheggiato; candido fiore tolto
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Stamane io avea gridato al mio cervello: si chiudano le porte a chiavistello, il padrone è ammalato e doloroso; si chiuda la baracca,e vi si scriva
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superbi versi, egli vi mesce sillabe mute, e sdegna la lima? Incespica a una rima chi il mondo improvvisò? Eccoti, o laido sgorbio del poeta celeste
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chioma dalla negra tinta: forse vi intreccia mammole a quest'ora qualche beltà nel gineceo discinta. Ed io che le avea fatto una canzone alla povera
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- Sulla porta dell'ospizio, dove usciste in lenta schiera, che vi dice, o miei vecchietti, questo sol di primavera? Oh narrate di che palpiti
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vino e ostiera seducente? Un vecchio marinar vi ritrovate, che vi schiude una stanza puzzolente ... Della cantina ohimè non ne parlate! Ma quando
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fraterna che gigante qual fu, tornerà! E or salpando alla bella contrada vi sian facili i venti del mar; noi sappiam che a far breve la strada vi fia
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Oh ditemi il segreto, erranti stelle, dei vostri eterni palpiti! Qual desio vi commove il petto ardente, quale amor, nella bruna aura tranquilla, vi
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calpesti, e vetri infranti, alfabeto del mio labro tormento, schiaffi delle maestre, e pensi erranti sui scartafacci, ancora io vi rammento. Fiuto ancor
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: vi sta un ricco che mai messa non sente, e il curato lo danna senza fallo! -
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becchino? Deh, profumami, madre, il moccichino coll'olezzo dei colli, e la sottana dammi ch'io vi ricami un fiorellino ... ma il vecchierello ov'è che
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paura. La barba del pontefice Clemente, ditelo voi, non vi par troppo oscura? ... E quella faccia di donna languente è tipo superiore alla natura! Poi
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Coppie eleganti della vaga festa, c'è alla porta una folla di signori di vario sesso, di diversa vesta, amici che vi aspettano di fuori. Son tanti i
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vi giace un cimitero: messer Francesco spasima presso il gagliardo Omero, Rousseau e Plutarco fiutansi, e i santi Evangelisti placidi sonni dormono in
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Vi conterò la storia della morta per cui suonano adesso la campana - era una tosa piccolina e smorta che abitava vicino alla fontana. Toccava appena
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pallido volto soffrente: vi brillò un'anima fervida, pura ... la spense il turbine della sciagura. Artista, e povero, lottò sperando, fioria già il
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mente? Io non seppi indovinarlo, ma, scommetto un principato, qualche diavol vi è incarnato; quella testa aveva il conio dell'alcova di un demonio. Tra
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Tele antiche, io vi saluto, che dall'arte profumate, qui vivete, come mummie delle razze trapassate!- Ecco appeso alle pareti lungo stuol di
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; frutto vermiglio, succo letale, cloaca, empireo di branche e d'ale; è piena d'angeli, piena di streghe, di geroglifici, d'alfe e di omeghe. Vi stride
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!... Oh! vi potrei strappar, maschere oscene! Vi spezzerei scudi e freccie da nolo!... E sapreste che sian quaggiù le pene che all'onestà fan la perfidia
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era un sogno vago; era la Notte che aspetta l'Aurora, la Ubbia che attende il Mago. Blanda infanzia! Mia seria adolescenza!.. Io vi chiamo Manzoni
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Or vi dirò la cronaca dei mesi come narrar la intesi da un certo vecchierello così pulito e bello, così dolce e giulivo nei modi e nell'aspetto, che
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vi innesti un ignorato fiore. - Povero padre! il sole è così bello e tu sei nell'avello! Laghi, cime diafane, cerule lontananze, dove arcadiche stanze
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accordano occhiate, mi danno del tu. Vi piaccion le musiche dei chioschi orientali? Ne ho chiuse nell'anima le note fatali; son rose, son mammole che Voi
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concessa, vi dirà, benché in veste dimessa, sante cose, che i preti non san. Vi dirà che gli è sacro al paese il sudore dei volti onorati, come sacro è il
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e la vertigine, gaudio, amor, malinconia, di cui fatto ho il reliquario che ognun dee comporsi in terra. Poche perle vi sfavillano, molte lagrime
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