Quell'abbaglio nell'aria, il treno era fermo nella piana di Cerignola, il maggio rotolava di là dai finestrini, mia madre era morta all'alba, ed era
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donna teme che, presto, il sopravvissuto, lui o lei, morirà per quell'assenza. Invece l'uccelletto vive a lungo, sano e allegro. Quanto alla donna
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Quell’atto più solenne di qualunque altra preghiera. E sapeva il vegliardo, chiudendo a morte il ciglio, Che presso alla sua tomba c’era un marmo pel
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vecchio solco. E se fra il vento e il mare la mia mano regge il timone e dirizza la vela, non è più la mia mano che la mano di quel vento e quell'onda
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piangeva l'amica diletta sepolta sulla vetta di una qualche piramide d'Egitto; e certo, nel tragitto di quell'ottobre, gli mancò la lena, al pensier di
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una rugosa sua vicina dicea: - Monna Ghiandosa, rammentate il seicento? Fu in maggio, se non erro, di quell'annata, la maggior tempesta. Un mio ganzo
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di delicatezze, o donna fortunata ed infelice, e a me non dice, a me quell'occhio non dice l'amore, dice il dolore; il dolore dell'angelo esiliato, e
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gentil donzella un fior donavagli, pegno di fé; il padre antico di quell'amico gli vide il simbolo dentro il gilet ; la madre fella della donzella il vaso
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forme! Nella memoria mi riposa ancora la vita di quell'ora, e veggo omeri bianchi e bianchi denti, e labbra sorridenti, e occhi mesti e pupille accese e
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, quand'esco coi figliuoli alla campagna; ma quell'ora di pace, ahi come vola! Qual tristezza maggior non m'accompagna poi fra le chiuse mura!- Povero
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scena amara ; oh illusïon perdute, oh telescopio mutato in microscopio! Vedrai che nebbia ci copria la vista in quell'età sprovvista, povera età, del
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ale... il volo è l'Ideale! Credo che i morti stesi nella fossa sentano anch'essi il risveglio d'Amore, che nude, infrante, gelide quell'ossa, l'april
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fondo alla tenebra, forse in mezzo alla luce... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Come appena disparve il fulgor di quell'ale i
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una rugosa sua vicina dicea: " Monna Ghiandosa, rammentate il seicento? Fu in maggio, se non erro, di quell'annata, la maggior tempesta. Un mio ganzo
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ammiro assai più che nel riso; quell'esser triste e sol mi sembra un poco di paradiso. I miei morti mi narrano segreti di radici di fior, nei
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