Nota Il poeta riflette sul fatto che, nella notte seguente l'attentato, centinaia di milioni di telespettatori avranno presumibilmete sognato, in
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poeta si guardavano, anime infeconde inconsciamente cercanti il problema della loro vita. Ma la sera scendeva messaggio d'oro dei brividi freschi della
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fanciulla esangue, Segnato di linea di sangue Nel cerchio delle labbra sinuose, Regina de la melodia: Ma per il vergine capo Reclino, io poeta notturno
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poeta in genere a nessun sia secondo Nel mestiere invidiabile di fare il gabbamondo, E benché di siffatti artifizi dolosi Anche Manzoni adopri là nei
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come un poeta!
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cammin. Amica vo' dirti la nenia segreta, vo' dirti il colloquio che agli astri volò; fur molte, fur vaghe le idee del poeta, ma questa, o mia bella, sol
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Un dì due chèrubi in un essere sol vestir la creta; quel dì fra gli uomini giunse a esultare e a piangere il poeta. Uno era lamia conscia dei mali
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natura, nella tua dolcezza chi mai le sventurate anime arresta?.. Il poeta languìa per l'amarezza, come un uom che morisse in una festa.
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, e le date monotone del chiostro vi serba il giallo inchiostro. Ond'è che a notte, leggendo il poeta nella mia stanza queta, balzo repente, e
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sei, nè del poeta; nè del poeta, o stella passeggiera, nè del marito che ti abbranca a sera! - Febbraio 1864.
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vergogna mi mordeva il core d 'esser poeta. Uscii - piovendo gocciole sottili, le cime nascondea dei campanili il nebbione, e la cupola del duomo, senza
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steli... Della mia donna nel fervido cuore aleggia sempre una brezza gentile, e quando ricco il poeta è d'amore anche il gennaio somiglia all'aprile.
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abitò venti secoli il Calvario, e invan l'esausta vergine s'abbranca ai lembi del Sudario... Casto poeta che l'Italia adora, vegliardo in sante visioni
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poeta, e son gelosa! Son gelosa de' tuoi vaghi dolori delle tue belle vendemmie di fiori, sono gelosa della fantasia che ti dilunga dalla soglia mia
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Ed ora pulisciti, mia povera creta! Sian puri, sian limpidi gli amor del poeta ; sul dolce miracolo la musa non dica che note di spica, che effluvi
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all'amore il gioiello della tua dolce vita, deh, mesci il genio del poeta a quello dell'eremita! -
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agghiacci, e i posteri travolgi a ignoto abisso: brandisti il crocefisso e la fede crollò. - O musa! a questo pallido tuo giovane poeta, o eterna dea
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, incidi : " Fu un poeta - viator, t'arresta e ridi ".
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patriarca, si farà incontro al pellegrino amico; a lui che ignoto e trepido poeta orando sbarca. Noi gli direm: siam nati ove trescavano i despoti
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fremente nella mia testa; l'amor, l'orgoglio oblìa del tuo poeta, le sue lotte, i suoi sogni, e le sue pene, là nelle braccia della prima creta che
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felici. Apri, ingrato, ai dolor! siam noi la musa, l'eterna musa che pel mondo corre; non è poeta l'uom che ci ricusa, l'uom che ci abborre . - Ed io
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la moglie più non viene, cantando, a porre al sole delle bambine sue le camiciuole; io, reprobo poeta di messale sdegnoso e d'ostensorio, vagando
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superbi versi, egli vi mesce sillabe mute, e sdegna la lima? Incespica a una rima chi il mondo improvvisò? Eccoti, o laido sgorbio del poeta celeste
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età divinatrice questa speranza del poeta invia. Se fallace non è, deh stella amica del mio pensoso spirito, che fai lassù, dacché lasciai la culla
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, striscianti, e il volar dei cavalli, e dita bianche strette in guanti gialli, potrà forse l'amore, dopo tanto bussar, trovarsi un core? O pallido poeta, ecco
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festi ancella, mi apparisti nei dolci occhi dell'ava e della mia sorella... E fui poeta. - Un povero poeta di te indegno, o divina; un sognatore cui
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Poeta del Buono e del Bello, guardaci ancor dal cielo; e sia la croce del tuo sacro avello luce immensa... non velo! 27 maggio 1873.
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ridda felice che ti farò danzar: sarai del ciel più fulgido, più profondo del mar! Ti sentirai poeta, ti sentirai profeta, re, satrapo, pascià
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cammino interrotto rimpiangeresti... e la precoce meta, se tu leggessi come noi: "Qui sotto dorme un poeta " . Settembre 1871
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Quando muore un poeta il ciel sorride; quel sorriso lo sente il volgo umano, e si guardano in faccia, e li conquide uno sgomento arcano. Veggono il
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guerra gli affetti, e il lungo peplo del pòeta ammanta, fermati, e canta! ". Se fosse nostro, Arrigo, il secol bello della fervida fede e dell'amore
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artier giocondo. E canti il prete : " Soffri! " e canti : " Spera!". Se mi dai sol quattro quartine buone, le leggerò a un poeta doman sera, o giuntami
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sogna il poeta ancor!... Dove dell'arpa eolia vibra tuttor la corda, dove sospira il giovine e il vecchio si ricorda; del sempiterno artefice note
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mia in fondo al cor deposi! Oggi piangendo vi rammento insieme, o mia madre, o Poeta!.. Ella che vive di fede e di speme, te arrivato alla meta!
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begli occhi fisi, pallidi adolescenti, andate, andate a cogliere le mammole, e ad ascoltare i venti! Io, povero poeta ai vostri visi unir non posso il
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: " Mancasti ieri, quest'oggi è troppo tardi! ". Oh! te lo invoco, o fratello, o poeta, onnipotente te lo invoco il Dio! Ché ai dì felici, per guidarti a
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orgoglio, or gemente e vergognoso, come un uom che in una reggia porti un abito cencioso; né in quei dì che al vol fantastico del novissimo poeta che
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, sarà la mia gloria, se i mesti fantasimi tornando a memoria, che in voi si animarono, serafica creta, trovato il poeta del tempo che fu, direte
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