si faceva adorar mentr'ei morìa, l'onta rinnova e il mal dell'agonìa! Amo la voce chioccia e poverina dell'errante bambina ; amo il canto del cieco
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guarda, e t'indora; gli innonda d'aurora l'astruso cammin. Se il peso del genio, se il marchio del vate son l'onta e la gloria che Iddio gli ha
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Boote con sottil filo d'oro; mi fai pensoso davanti allo stagno, immobil lagno! Tutto che in terra fulge o soffre od ama, nell'onta o nel decoro, tu mi
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