della famiglia, Erika è il nostro Irak a domicilio,
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noi le indicazioni dei cartelli tra campi riquadri file numeri fino al giusto rettangolo di neve di Giuseppe, proprio il nostro sento che dico a mio
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di roccia.Il nostro mare è Milano, l'Italia, e non ci sta davanti ma intorno. La nostra casa è una casa di Milano.
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già cambiato me. Invece non so niente di ciò che avverrà di me e di tutto questo insieme; forse il nostro cambiamento assomiglia a ciò che entra dal
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queste disperatamente recidive che ravvivano le stanze. Di queste si compiace la vista, anche se il nostro cuore batte per le prime.
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che decade: noi che senza mai diventare adulti siamo di colpo vecchi e noi che il nostro unico obiettivo è scivolare, per guardarli dal basso, gli
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sue rose erano le mie rose Questo viaggio chiamavamo amore Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose Che brillavano un momento al
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lagrime come due vele dietro una leggera brezza marina. Il nostro dolore non era dolore d’amore né dolore di nostalgia né dolore carnale. Noi morivamo
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il coraggio della morte onde la luce sorgerà. Il coraggio di sopportare tutto il peso del dolore, il coraggio di navigare verso il nostro libero mare
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della diuturna noia il nostro sogno parmi tradito e per ignote voci con parole di scherno messo a nudo, pesato, misurato, confrontato… Come se ignote
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con ignoto terrore il core altero. - Che è questo che s'attarda insidioso nel nostro sguardo allor che senza fine immoto intenso dalle nere ciglia
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all'allòr delle tue bianche chiome, del nostro pianto asperso, e profumato sul nostro cuore! Inno, inno mio, vola per l'ampio oceano! L'amor che ti conduce
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di fior. Un serto facciamogli del nostro pensiero, ma casto, ma placido, ma bello e leggero; ci basti il suo bacio per leggere i fati, per viver beati
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spettacoli del nostro cimitero! Un muricciuolo squallido, un campo grasso e nero, ed una danza assidua di tibie innominate, e smorfie, e ghigni, e occhiate
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lieto grillo era il nostro compare: o pace, o solitudine, o dolcezze! Chi, chi di noi più puri e più beati in quei giorni d'affetto e di mistero? Ti
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fatal che la rinserra non sorgerà mai più: prole di ignoti profanò la casa che fu sua casa, e nostro tempio fu. Ma non tutto esulò nel cataletto l'idolo
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nostra gioia, il nostro salmo il secolo delle macchine annoia; cantiamo in ritmo algebrico del Cenisio le porte, cantiamo: o Roma o morte Tribuni o
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diluvia, che immensa è la natura; che è scintille la polvere scossa dal nostro piede, e che talor si vede qualche fiammella errar; ei ti dirà che
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, ritrosa romana, al par delle statue di piazza Fontana? Ch'io vada pescandoti, per darti la cena, nel nostro naviglio delfino, o murena ? Ch'io danzi coi
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indugia a pregar nostro Signore, che, quando il sol ci illumina, ti tenga in paradiso, perch'io solo di notte amo il tuo viso! Interlaken, luglio 1857.
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nostra lepida qui poesia s'infiora: lungo lo sporco lastrico seguitemi cantando, il campo è nostro e in bando è l'alta società! Tornano a coppie i poveri
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incensi ... Ma al tempio il danno e il nostro oblio che importa? Gli idoli infranti, e fu l'oro rapito: pur non svanì la santità del sito; la beltà che
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coll'ispirato vino la musa brilla! Cozziam le tazze, ed accozziam canzoni, l'anima e il corpo insiem perdano il perno, e a conto nostro danzino i demoni
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santo raziocinio; ah, il re Petrarca avea solo il dominio quando insiem sognavamo alcove e seni del nostro amor sol pieni, e un sorriso di donna il cor
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Se fosse nostro, Arrigo, il secol bello della fervida fede e dell'amore, pensa che tu saresti un menestrello di nordici lïuti animatore, un giovin
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nostro... se dal Fato assolto, tu ci potessi, dal carcer di legno, sporgere il volto!... Se questa terra diventasse vetro, e il tuo tramonto diventasse
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nostro invito: fu certo un cenno della mia sorella che di me ti ha invaghito, o un sospir di mia madre! - Ero un intruso di cui dicean " morrà presto
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, che affanni e sudor? Quando accanto all'aratro, che geme lentamente nei solchi girando, scorrerà, quasi ai pigri insultando, l'uragano del nostro vapor
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