un nome? Nulla. Un suono | che | chiama un corpo, un campanello che ti aggioga. Ricevere un |
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un nome? Nulla. Un suono che chiama un corpo, un campanello | che | ti aggioga. Ricevere un nome è la prima prova che siamo in |
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che ti aggioga. Ricevere un nome è la prima prova | che | siamo in balia degli altn. Non avere nome significa |
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fuggire: pochi hanno il coraggio di andarsene dal nome | che | hanno fino al nome che sono. |
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il coraggio di andarsene dal nome che hanno fino al nome | che | sono. |
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Le vele le vele le vele | Che | schioccano e frustano al vento Che gonfia di vane sequele |
La Verna -
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Le vele le vele le vele Che schioccano e frustano al vento | Che | gonfia di vane sequele Le vele le vele le vele! Che tesson |
La Verna -
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vento Che gonfia di vane sequele Le vele le vele le vele! | Che | tesson e tesson: lamento Volubil che l'onda che ammorza Ne |
La Verna -
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vele le vele le vele! Che tesson e tesson: lamento Volubil | che | l'onda che ammorza Ne l'onda volubile smorza... Ne l'ultimo |
La Verna -
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le vele! Che tesson e tesson: lamento Volubil che l'onda | che | ammorza Ne l'onda volubile smorza... Ne l'ultimo schianto |
La Verna -
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| che | è separata dal marito e che continua ad abitare con lui. |
Il letto vuoto -
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che è separata dal marito e | che | continua ad abitare con lui. Dice che aspetta un figlio, |
Il letto vuoto -
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separata dal marito e che continua ad abitare con lui. Dice | che | aspetta un figlio, ancora nessuno lo sa. |
Il letto vuoto -
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e pria | che | tolta per la vita mi sii, del tutto prenderti? - che giova? |
POESIE -
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e pria che tolta per la vita mi sii, del tutto prenderti? - | che | giova? che giova, se del tutto io t'ho perduta quando mia |
POESIE -
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tolta per la vita mi sii, del tutto prenderti? - che giova? | che | giova, se del tutto io t'ho perduta quando mia tu non fosti |
POESIE -
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io t'ho perduta quando mia tu non fosti il giorno stesso | che | c'incontrammo? Che se pur t'avessi ora, vincendo, mia per |
POESIE -
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quando mia tu non fosti il giorno stesso che c'incontrammo? | Che | se pur t'avessi ora, vincendo, mia per il futuro, mia per |
POESIE -
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mia per diritto, mia per tuo volere, mia non saresti più | che | non sei ora, mia non saresti più che s'altra mano ti |
POESIE -
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mia non saresti più che non sei ora, mia non saresti più | che | s'altra mano ti possedesse. Che pur del mio corpo sarei |
POESIE -
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ora, mia non saresti più che s'altra mano ti possedesse. | Che | pur del mio corpo sarei geloso come or son d'altrui. Non |
POESIE -
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non l'ami, se tua vita crear non so della mia vita stessa, | che | più giova sperar, che più volere, che mi giova la vita e il |
POESIE -
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crear non so della mia vita stessa, che più giova sperar, | che | più volere, che mi giova la vita e il mio dolore e questo |
POESIE -
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mia vita stessa, che più giova sperar, che più volere, | che | mi giova la vita e il mio dolore e questo amor lontano e |
POESIE -
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amor lontano e disperato? Fatto sono da me stesso diverso | che | centra il fato mi dicevo forte, poiché ho esperta e ancor |
POESIE -
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i giorni né chieder altro più dal dio nemico, se non | che | faccia mia morte finita. |
POESIE -
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per molti anni, nella luce gialla della grande città. Io so | che | non potrò cambiare niente di tutto questo e so che tutto |
Ritorno a Planaval -
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Io so che non potrò cambiare niente di tutto questo e so | che | tutto questo ha già cambiato me. Invece non so niente di |
Ritorno a Planaval -
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questo ha già cambiato me. Invece non so niente di ciò | che | avverrà di me e di tutto questo insieme; forse il nostro |
Ritorno a Planaval -
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insieme; forse il nostro cambiamento assomiglia a ciò | che | entra dal portone, a ciò che se ne va, a ciò che toma prima |
Ritorno a Planaval -
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cambiamento assomiglia a ciò che entra dal portone, a ciò | che | se ne va, a ciò che toma prima di una resurrezione. |
Ritorno a Planaval -
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a ciò che entra dal portone, a ciò che se ne va, a ciò | che | toma prima di una resurrezione. |
Ritorno a Planaval -
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Qual fu stanotte, quando tu vegliavi, la dea | che | del tuo canto incoronavi? Ah dimmi, dimmi che nel ciel |
Penombre -
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la dea che del tuo canto incoronavi? Ah dimmi, dimmi | che | nel ciel dimora, e che tu te 'n dimentichi all'aurora! - |
Penombre -
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canto incoronavi? Ah dimmi, dimmi che nel ciel dimora, e | che | tu te 'n dimentichi all'aurora! - |
Penombre -
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paura, quando minaccia e quando si scolora. Ma rammentate | che | l'april, se infiora tutto nei campi, lascia fredda e scura |
TAVOLOZZA -
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se infiora tutto nei campi, lascia fredda e scura l'alma | che | gli alti suoi misteri ignora e del bello alla fiamma non si |
TAVOLOZZA -
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sorelle! Somigliategli in tutto, disprezzate chi non adora | che | la vostra pelle, e soltanto le fide anime amate che, sotto |
TAVOLOZZA -
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amate che, sotto il velo delle forme belle, sanno i tesori | che | nel cor celate! |
TAVOLOZZA -
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| che | l'ho chiamato, invece, questo fissandomi latra e salta come |
Il letto vuoto -
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il sentiero e in quel momento preciso dici di aver freddo, | che | vuoi tornare indietro. Ma è proprio lì che guardo meglio e |
Il letto vuoto -
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di aver freddo, che vuoi tornare indietro. Ma è proprio lì | che | guardo meglio e pochissimo più avanti sento che l 'aria |
Il letto vuoto -
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proprio lì che guardo meglio e pochissimo più avanti sento | che | l 'aria esplode in un buco di buio: vero, metafisico, |
Il letto vuoto -
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metafisico, assoluto. E da quel buco viene gente, molta | che | non vedo ma che avverto e neanche per sbaglio ci salto, io |
Il letto vuoto -
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assoluto. E da quel buco viene gente, molta che non vedo ma | che | avverto e neanche per sbaglio ci salto, io stasera lì |
Il letto vuoto -
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cielo grigio, una mesta campagna | che | uniforme svanisce all'orizzonte, un placido canal che |
TAVOLOZZA -
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che uniforme svanisce all'orizzonte, un placido canal | che | l'accompagna, e qualche donna che scende alla fonte; lungi, |
TAVOLOZZA -
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un placido canal che l'accompagna, e qualche donna | che | scende alla fonte; lungi, nei prati che la nebbia bagna, la |
TAVOLOZZA -
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e qualche donna che scende alla fonte; lungi, nei prati | che | la nebbia bagna, la città sulla gotica sua fronte alza |
TAVOLOZZA -
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viaggiatore?… - Ove fuggisti, o mio lepido umore, in | che | borgo ho smarrite le parole? Sì, al focolar del prima |
TAVOLOZZA -
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le parole? Sì, al focolar del prima albergatore, sento | che | canterai, povero core, l'amor d'Italia, e dell'Italia il |
TAVOLOZZA -
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vecchio castello | che | ride sereno sull'alto La valle canora dove si snoda |
La Verna -
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sull'alto La valle canora dove si snoda l'azzurro fiume | Che | rotto e muggente a tratti canta epopea E sereno riposa in |
La Verna -
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E sereno riposa in larghi specchi d'azzurro: Vita e sogno | che | in fondo alla mistica valle Agitate l'anima dei secoli |
La Verna -
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Nell'aria ininterrottamente Sopra l'ombra del bosco | che | la annega Sale in lontano appello Insaziabilmente Batte al |
La Verna -
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Sale in lontano appello Insaziabilmente Batte al mio cuor | che | trema di vertigine |
La Verna -
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un'altra cosa non vorrei: | che | questa dei sassi fosse conside- rata una “trovata"; perché |
Ritorno a Planaval -
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sarebbe vero solo in parte: io sono veramente preoccupato | che | noi veramente non parliamo la stessa lingua, ed è così che |
Ritorno a Planaval -
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che noi veramente non parliamo la stessa lingua, ed è così | che | ho scritto una poesia dimostrativa. Ma io sono preoccupato |
Ritorno a Planaval -
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contento, nella sicurezza di aver parlato con qualcuno, e | che | qualcosa sia successo. Non mi interessa se ciò che sto |
Ritorno a Planaval -
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e che qualcosa sia successo. Non mi interessa se ciò | che | sto facendo sia vecchio o nuovo, bello o brutto, ma mi |
Ritorno a Planaval -
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come falso, e sto rischiando. Di solito scrivo delle cose | che | mi sono abituato a chiamare poesie, ma se questa cosa di |
Ritorno a Planaval -
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dovesse funzionare, non dovesse essere compresa, tutto ciò | che | ho scritto e che scriverò non avrebbe scopo. |
Ritorno a Planaval -
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non dovesse essere compresa, tutto ciò che ho scritto e | che | scriverò non avrebbe scopo. |
Ritorno a Planaval -
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confondersi, | che | dovrebbe insegnarci quanto puerilmente siamo attaccati ai |
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ha ricordato di colpo il grande vetro - quasi un quadro - | che | conserva le ossa degli 800 martiri in una cappella della |
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cappella della cattedrale di Otranto. Con un'ostinazione | che | non doveva conoscere noia, il comandante turco (che ora dà |
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un ristorante alla moda) fece uccidere le ottocento persone | che | avevano rifiutato di convertirsi all'Islam. Stipate dietro |
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rifiutato di convertirsi all'Islam. Stipate dietro un vetro | che | ha molte parti già offuscate, le tibie sono molto più |
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al tempo stesso | che | questa fosse più simile a una poesia che a un monologo. |
Ritorno a Planaval -
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al tempo stesso che questa fosse più simile a una poesia | che | a un monologo. |
Ritorno a Planaval -
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luna | che | si nascondeva dietro la massa nera della nuvolaglia non si |
Ritorno a Planaval -
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sul punto di sciogliersi nel cielo più segreto, e meno male | che | adesso grazie al vento è ritornata netta e rotondissirna |
Ritorno a Planaval -
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sopra tutte le case del lido, una striscia di terra | che | sembra badare a se stessa soltanto quando c'è la luna. È |
Ritorno a Planaval -
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quando c'è la luna. È soltanto in questa notti limpidissime | che | ci viene da chiedere che cos'è questo rumore, del vento o |
Ritorno a Planaval -
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in questa notti limpidissime che ci viene da chiedere | che | cos'è questo rumore, del vento o del mare, e ascoltando ci |
Ritorno a Planaval -
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la luna le stelle e le nubi impariamo una distanza | che | di giomo non c'è, o non vogliamo che sia nostra. |
Ritorno a Planaval -
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impariamo una distanza che di giomo non c'è, o non vogliamo | che | sia nostra. |
Ritorno a Planaval -
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al finestrino con le spalle alla testa del treno, così | che | invece di incontrate il paesaggio che arriva la vista si |
Ritorno a Planaval -
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testa del treno, così che invece di incontrate il paesaggio | che | arriva la vista si perda sul paesaggio che scompare, il |
Ritorno a Planaval -
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il paesaggio che arriva la vista si perda sul paesaggio | che | scompare, il nuovo arrivando di sorpresa, così violento e |
Ritorno a Planaval -
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| che | anche lei ha un cancro, nella pancia, perciò è disperata. |
Il letto vuoto -
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lei ha un cancro, nella pancia, perciò è disperata. Dice | che | non e cancro, ma gravidanza. |
Il letto vuoto -
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per questo | che | ho scritto una poesia che ha bisogno di un gesto e di un |
Ritorno a Planaval -
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per questo che ho scritto una poesia | che | ha bisogno di un gesto e di un pensiero. |
Ritorno a Planaval -
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blande aiuole, nel silenzio infinito, nella pace profonda | che | il buio orbe circonda. Le perle di rugiada in grembo ai |
Trasparenze -
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di luce sulla montagna truce; il primo alito lieve | che | vien dalla vallea, bacio, sospir di Dea. Amo laggiù fra le |
Trasparenze -
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sospir di Dea. Amo laggiù fra le tremule foglie la nebbia | che | si scioglie, candida illusïone; amo il bruco che primo fa |
Trasparenze -
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la nebbia che si scioglie, candida illusïone; amo il bruco | che | primo fa capolin dal limo. Amo i rabeschi delle lumachelle |
Trasparenze -
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primo fa capolin dal limo. Amo i rabeschi delle lumachelle | che | van sotto le stelle geografi notturni... Spesso in quei |
Trasparenze -
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trovo le rime ai versi; trovo le rime e le idee peregrine | che | peli bianchi al crine accrescon di taluni... mercede unica |
Trasparenze -
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bianchi al crine accrescon di taluni... mercede unica e pia | che | la musa mi dia! Adro, settembre 1874. |
Trasparenze -
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di sabbia minuta, ove tragge la barca sparuta il nocchiero | che | all'alba tornò; o fanciulla, vien meco, è salubre questa |
TAVOLOZZA -
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tornò; o fanciulla, vien meco, è salubre questa brezza | che | l'onda c'invia, che arrivando per libera via le miserie |
TAVOLOZZA -
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vien meco, è salubre questa brezza che l'onda c'invia, | che | arrivando per libera via le miserie dell'uom non sfiorò! |
TAVOLOZZA -
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belli, son semplici ancora, ché del mondo non vider finora | che | quest'acque, e le stelle del ciel! E se fermo a un timon |
TAVOLOZZA -
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nocchiero, ti dirà se di pioggia è foriero quel vapore | che | al sole fa vel. Vieni meco: io ti voglio alla riva per |
TAVOLOZZA -
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alla riva per mostrarti l'immenso oceàno, e poi dirti | che | al lido lontano volerei per poterti fuggir. Vieni meco: io |
TAVOLOZZA -
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svanir. Per mostrarti in la sabbia minuta l'orme nostre, | che | in giri ritorti, come fosse di piccoli morti, già dall'aura |
TAVOLOZZA -
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sorgerà, come sorge su d'esse, a distrugger le traccie | che | impresse m'ha un tuo sguardo, un tuo detto nel cor! |
TAVOLOZZA -
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stranie mura, penso alla incerta e fosca età ventura. Quei | che | gavazzano giù, fra i bicchieri, quelle son anime senza |
TAVOLOZZA -
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son anime senza pensieri : esse non sognano nell'avvenire | che | egual vicenda di volgar gioire. Sempre essi fiano servi, |
TAVOLOZZA -
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fabbri, arrotini : arti tranquille, in cui perito è l'uom | che | mai non si è tagliato un dito. Ed io? nel fervido volo |
TAVOLOZZA -
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e disinganni, dopo il divino premio, promesso quel dì | che | all'Arte ho dato il primo amplesso! Oh come parvemi piana |
TAVOLOZZA -
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gloria poco restia, e fida ancella del mio pensiero la man | che | tenta riprodurre il vero! Ma dall'immagine che in me si |
TAVOLOZZA -
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la man che tenta riprodurre il vero! Ma dall'immagine | che | in me si cela, all'artificio che la rivela, perché un |
TAVOLOZZA -
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il vero! Ma dall'immagine che in me si cela, all'artificio | che | la rivela, perché un abisso frapponsi, o Dio, e enigma è |
TAVOLOZZA -
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? ... Senti i propositi dell'uom volgare, senti l'ingiurie, | che | rimbalzando già cedono al baston l'aspro comando! Addio |
TAVOLOZZA -
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si pensi a tergere le contusioni: povere spose, voi | che | aspettate, per questa sera, via, v'addormentate! Normandia, |
TAVOLOZZA -
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| che | ha un amante, che il marito ha un cancro allo sto- maco e |
Il letto vuoto -
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che ha un amante, | che | il marito ha un cancro allo sto- maco e lei ne è contenta. |
Il letto vuoto -
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pensa sempre a sé come invariabili, ma non avrei | che | sarei durato, come carne che cammina, come pensieri |
Ritorno a Planaval -
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come invariabili, ma non avrei che sarei durato, come carne | che | cammina, come pensieri sentlrnentr e vite altrui che ti si |
Ritorno a Planaval -
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carne che cammina, come pensieri sentlrnentr e vite altrui | che | ti si avvinghiano e con amore, che non finisce mar e trova |
Ritorno a Planaval -
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e vite altrui che ti si avvinghiano e con amore, | che | non finisce mar e trova sempre nuove contatti, rapimenti e |
Ritorno a Planaval -
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dei ricordi da gestire al meglio, buttando via ciò | che | non serve e il resto liberandolo equamente lasciando posto |
Ritorno a Planaval -
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domanda a cui rispondo in fretta: sono in un vento | che | annuncia un temporale, ascoltando una radio notturna che |
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che annuncia un temporale, ascoltando una radio notturna | che | parla di futuro. |
Salva con nome -
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strada, le strisce d'ombra sui marciapiedi e le biciclette | che | svoltano col freno stridente e un aquilone di carta oleata |
Menhir -
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un aquilone di carta oleata blu sopra le logge e il pallone | che | rimbalza sulla saracinesca, da quale aprile viene questo |
Menhir -
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viene questo istante a visitarmi nella notte di una citta | che | ha torri e altane e ha piazze la cui luce è bella e lontana |
Menhir -
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e lontana come quella di un paese straniero e gli uccelli | che | rigano il cielo sopra le mura sono un disegno di china, e i |
Menhir -
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sopra le mura sono un disegno di china, e i miei passi | che | battono le lastre in pendio sono una marcia tra presenze |
Menhir -
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del Cristo risorto, ecco anche il suono della trenula | che | ruota nell'aria sospinta dalle mani di un ragazzo, e la |
Menhir -
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sospinta dalle mani di un ragazzo, e la donna nerovelata | che | cammina nel sole zoppicando, tornano le voci che mi gridano |
Menhir -
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nerovelata che cammina nel sole zoppicando, tornano le voci | che | mi gridano di prendere il pallone finito nella bottega del |
Menhir -
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mentre qui nella notte s'avvicina il rombo di moto | che | taglia il silenzio poi si perde fuori porta... |
Menhir -
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a te adorata. A te mi spinge con crescente furia una forza | che | pria non m'era nota, senza di te la vita mi par vuota |
POESIE -
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in me si sveglia all'appello possente dell'amore, vorrei | che | tu vedessi entro al mio cuore la fiamma ardente. Vorrei |
POESIE -
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vorrei comunicar la ribellione all'universo. Vorrei | che | la natura palpitasse del palpito che l'animo mi scuote ... |
POESIE -
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all'universo. Vorrei che la natura palpitasse del palpito | che | l'animo mi scuote ... vorrei che nelle tue pupille immote |
POESIE -
|
palpitasse del palpito che l'animo mi scuote ... vorrei | che | nelle tue pupille immote splendesse amore. - Ma dimmi, |
POESIE -
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sguardo fanciulla? O tu non lo comprendi ancora il fuoco | che | possente mi divora? ... e tu l'accendi ... Non trovo pace |
POESIE -
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possente mi divora? ... e tu l'accendi ... Non trovo pace | che | se a te vicino: io ti vorrei seguir per ogni dove e bever |
POESIE -
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te vicino: io ti vorrei seguir per ogni dove e bever l'aria | che | da te si muove né mai lasciarti. - 31 marzo 1905 * * * |
POESIE -
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l'animo offeso. Ahi ti vidi e a te il pensier rivolsi a te | che | pura sei siccome un giglio ... ... Le lacrime mi sgorgano |
POESIE -
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Ed un dolore nuovo, più intenso mi attanaglia il cuore | che | tu feristi. Se m'ami Elsa a che mi fai soffrire? Tu della |
POESIE -
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mi attanaglia il cuore che tu feristi. Se m'ami Elsa a | che | mi fai soffrire? Tu della vita mia unico raggio tu che sola |
POESIE -
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a che mi fai soffrire? Tu della vita mia unico raggio tu | che | sola m'infondi quel coraggio che mi fa vivo! Lo sguardo mio |
POESIE -
|
vita mia unico raggio tu che sola m'infondi quel coraggio | che | mi fa vivo! Lo sguardo mio non t'ha saputo dire non t'han |
POESIE -
|
t'ha saputo dire non t'han saputo dir le mie parole quello | che | dice all'universo il sole, amore! amore!? 3 aprile 1905 |
POESIE -
|
i sogni | che | all'anima son belli, ti aleggiano d'intorno al primo |
TAVOLOZZA -
|
La tua vergine allora, in abbandono, ti stringe il core | che | di gioia piange, e, innebriato, ti risvegli al suono della |
TAVOLOZZA -
|
piange, e, innebriato, ti risvegli al suono della pioggia | che | a' tuoi vetri si frange. |
TAVOLOZZA -
|
perché ma sento il bisogno di parlarti, a te proprio a te | che | da anni non dici piu nulla, che nemmeno mi guardi. |
Il letto vuoto -
|
parlarti, a te proprio a te che da anni non dici piu nulla, | che | nemmeno mi guardi. |
Il letto vuoto -
|
partìa dalla bella laguna verso il golfo | che | pari non ha, e dell'arte l'intatta fortuna ricercava alle |
TAVOLOZZA -
|
e il sorriso del ciel! Sol cambiava divisa lo sgherro | che | spiava il suo sacro cammin, e scorgeva barriere di ferro |
TAVOLOZZA -
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pagina al mondo starà; e si ingemmi coll'arte fraterna | che | gigante qual fu, tornerà! E or salpando alla bella contrada |
TAVOLOZZA -
|
bella contrada vi sian facili i venti del mar; noi sappiam | che | a far breve la strada vi fia dolce di noi ricordar! E se |
TAVOLOZZA -
|
fia dolce di noi ricordar! E se Napoli, giunti, vi chiede | che | novella Milano le dà, voi cui mesce l'italica fede alla |
TAVOLOZZA -
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l'italica fede alla gioia un'immensa pietà: dite a lei, | che | la suora diletta le rimanda un amplesso d'amor ... ma che |
TAVOLOZZA -
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che la suora diletta le rimanda un amplesso d'amor ... ma | che | Roma confida ed aspetta, e Venezia è una martire ancor! |
TAVOLOZZA -
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apro solo oggi internet. Ed ecco | che | ti sento dar di cozzo, come quei cerbiatti che nei riti di |
Disturbi del sistema binario -
|
Ed ecco che ti sento dar di cozzo, come quei cerbiatti | che | nei riti di Venere, cioè in Lucrezio, si scontrano |
Disturbi del sistema binario -
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dall'aItra parte del fiume. Come te, di là dal Po. | Che | sfreghi la tua (la vostra) pietra focaia. Un bacio anche a |
Disturbi del sistema binario -
|
sinistra da una raffica di vento. Il cielo grigio. Il gatto | che | adesso sarà trasformato ancora più profondamente dalla |
Dal balcone del corpo -
|
ancora più profondamente dalla pioggia. La terra | che | si scurisce. Il muso che si scompone. L`allarme di una |
Dal balcone del corpo -
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dalla pioggia. La terra che si scurisce. Il muso | che | si scompone. L`allarme di una sirena. L'allarme nel mio |
Dal balcone del corpo -
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signora | che | mi spia dietro la sua tenda bianca drappeggiata e che io |
Ritorno a Planaval -
|
che mi spia dietro la sua tenda bianca drappeggiata e | che | io spio dalla finestra del salotto, perché non viene allo |
Ritorno a Planaval -
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al saluto e tanto meno di partire io per primo, visto | che | poi staremo qui a cercarci camminare da una stanza |
Ritorno a Planaval -
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e non ha niente di particolare: è una signora e basta, | che | sta nella sua casa e si nasconde. A volte succede che |
Ritorno a Planaval -
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che sta nella sua casa e si nasconde. A volte succede | che | qualcuno per sbaglio si scopre ed è un gioco bellissimo: |
Ritorno a Planaval -
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del trionfo e si vorrebbe urlare ai pioppi e si vorrebbe | che | tutti dal giardino e dalle case intomo ci capissero |
Ritorno a Planaval -
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ci capissero qualcosa e applaudissero magari, al vincitore, | che | stasera sono io. Ma non c'è mai nessuno di visibile. Questa |
Ritorno a Planaval -
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addirittura le persiane. Di sicuro succede non di rado | che | io sia quello che ha la meglio e che poi di qua |
Ritorno a Planaval -
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persiane. Di sicuro succede non di rado che io sia quello | che | ha la meglio e che poi di qua smarrimento, di là ci sia |
Ritorno a Planaval -
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succede non di rado che io sia quello che ha la meglio e | che | poi di qua smarrimento, di là ci sia vergogna o vera o finta |
Ritorno a Planaval -
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ci sia vergogna o vera o finta indifferenza. La mia forza è | che | io ci ragione sopra: la signora non regge, non si fa tutti |
Ritorno a Planaval -
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la signora non regge, non si fa tutti questi pensieri e men | che | meno ne scriverebbe. Ma stasera forse la signora è partita |
Ritorno a Planaval -
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| Che | più d'un giorno è la vita mortale? Nubil'e brev'e freddo e |
POESIE -
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Il brivido invernale e il dubbio cielo e i nembi oscuri | che | al novello amore han fatto schermo della terra antica |
POESIE -
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terra antica dispersi a un tratto, al sol ride la terra | che | d'erbe e fiori ancor s'è ricoperta - se pur il ciel di nubi |
POESIE -
|
il lor vario scintillare traggan le lunghe dita pel sereno | che | al piano oscuro ed ai profili neri degli alberi dei monti |
POESIE -
|
viso, ma nel tuo corpo, ma per la tua bocca canta ciò | che | non sai: la primavera. Così mi tragge a me stesso diverso e |
POESIE -
|
me natura si nasconde insidiosa e ignaro me sospinge. Ahi, | che | mi vale, se pur fugge l'ora e mi toglie da me sì ch'io non |
POESIE -
|
o mia sola compagna. Mentre di tra le dita delle nubi a | che | occhieggian le stelle nel sereno? Già trapassa la notte e |
POESIE -
|
pallido e incurante farà fiorire il fango per le strade. A | che | occhieggian le stelle nel sereno? Qui bulica la terra e qui |
POESIE -
|
o nuovo amore e antico! O vita, chi ti vive e chi ti gode | che | per te nasce e vive ed ama e muore? Ma ogni cosa sospingi |
POESIE -
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e vive ed ama e muore? Ma ogni cosa sospingi senza posa | che | la tua fame tiene, e che nel vario desiderar continua si |
POESIE -
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Ma ogni cosa sospingi senza posa che la tua fame tiene, e | che | nel vario desiderar continua si trasmuta. Di sé ignara e |
POESIE -
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sé ignara e del mondo desiosa si volge a questo e a quello | che | nemico le amica il vicendevole disio, nemica a quelli pur |
POESIE -
|
voler nemica. Così nel giorno grigio si continua ogni cosa | che | nasce moritura, che in vari aspetti pur la vita tiene - ed |
POESIE -
|
nel giorno grigio si continua ogni cosa che nasce moritura, | che | in vari aspetti pur la vita tiene - ed il tempo travolge - |
POESIE -
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o tristo, ferma ed immutata, morte benevolo porto sicuro. | Che | ai vivi morti quando pur sia vano quanto la vita il pallido |
POESIE -
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quanto la vita il pallido tuo aspetto e se morir non sia | che | continuar la nebbia maledetta e l'affanno agli schiavi |
POESIE -
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schiavi della vita - - purché alla mia pupilla questa luce | che | pur guarda la tenebra si spenga e più non sappia questo |
POESIE -
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senza via né speme, tu mi sei cara mille volte, o morte, | che | il sonno verserai senza risveglio su quest'occhio che sa di |
POESIE -
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che il sonno verserai senza risveglio su quest'occhio | che | sa di non vedere, sì che l'oscurità per me sia spenta. |
POESIE -
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senza risveglio su quest'occhio che sa di non vedere, sì | che | l'oscurità per me sia spenta. Notte 16-17 aprile 1910 |
POESIE -
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triste di vecchie arie sperdute, vanità di un'offerta | che | nessuno raccoglie! Primavera di foglie in una via diserta! |
Poesie - La morte di Tantalo -
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Primavera di foglie in una via diserta! Poveri ritornelli | che | passano e ripassano e sono come uccelli di un cielo |
Poesie - La morte di Tantalo -
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sono come uccelli di un cielo musicale! Ariette d'ospedale | che | ci sembra domandino un'eco in elemosina! II. Vedi: nessuno |
Poesie - La morte di Tantalo -
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tristezza monotona davanti alla piccola casa provinciale | che | dorme; singhiozzi quel tuo brindisi folle di agonizzanti |
Poesie - La morte di Tantalo -
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Joan. IX. 3. Là nel Museo, fra i poveri avanzi imbalsamati | che | all'ospedal dal medico a lungo corteggiati, e agli abbietti |
Penombre -
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e dalle vecchie ampolle frangea scintille il sol. Il sol | che | le miriadi dei vermi e degli insetti, già, nell'orto |
Penombre -
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giovin granchio al passo aiuta, e il nibbio al vol. Il sol | che | vide al placido balcone una fanciulla che, curva fra i |
Penombre -
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latina, chiusero una vetrina... il resto Iddio lo sa! Egli | che | accozza i mistici metri degli universi, egli che fa degli |
Penombre -
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sa! Egli che accozza i mistici metri degli universi, egli | che | fa degli uomini i suoi superbi versi, egli vi mesce sillabe |
Penombre -
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viscido, tappato in sempiterno, tu miagoli lo scherno | che | il Caso all'uom creò! - Vieni, o lettor dei codici, sù, la |
Penombre -
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Tu accusi chi un cadavere fuor dal recinto pose, | che | tuoni a chi l'ascose di una fanciulla in sen? Areopagista |
Penombre -
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oltrepassiamo i tetti, chiediamone al seren! Ei ti dirà | che | brillano gli astri, che l'aura è pura, che raggi il sol |
Penombre -
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chiediamone al seren! Ei ti dirà che brillano gli astri, | che | l'aura è pura, che raggi il sol diluvia, che immensa è la |
Penombre -
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Ei ti dirà che brillano gli astri, che l'aura è pura, | che | raggi il sol diluvia, che immensa è la natura; che è |
Penombre -
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gli astri, che l'aura è pura, che raggi il sol diluvia, | che | immensa è la natura; che è scintille la polvere scossa dal |
Penombre -
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è pura, che raggi il sol diluvia, che immensa è la natura; | che | è scintille la polvere scossa dal nostro piede, e che talor |
Penombre -
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che è scintille la polvere scossa dal nostro piede, e | che | talor si vede qualche fiammella errar; ei ti dirà che |
Penombre -
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e che talor si vede qualche fiammella errar; ei ti dirà | che | l'ebete mondo gli appar giulivo, che ha sulla faccia |
Penombre -
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errar; ei ti dirà che l'ebete mondo gli appar giulivo, | che | ha sulla faccia immobile un punto ammirativo: che i nostri |
Penombre -
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giulivo, che ha sulla faccia immobile un punto ammirativo: | che | i nostri mar son lucidi, le nostre case bianche, e che |
Penombre -
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che i nostri mar son lucidi, le nostre case bianche, e | che | dell'ali stanche eterno è il sibilar! E allora udrai la |
Penombre -
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beata luce barcolleremo insiem! E chiederem l'Ippocrate | che | insanguinò le mani, palpando nelle viscere i patimenti |
Penombre -
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natura, tutto un sistema eressero, tutta una legge oscura; | che | multiformi eserciti di mostri in lunghe serie espongono |
Penombre -
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di mostri in lunghe serie espongono miserie al prossimo | che | vien. E ha già segnato il numero il povero bambino, e un |
Penombre -
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bel nome scientifico, e il cippo cristallino, prima ancor | che | sul lugubre letto la madre frema, e che nell'ansia estrema |
Penombre -
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prima ancor che sul lugubre letto la madre frema, e | che | nell'ansia estrema se ne insudici il sen. Ed ecco un |
Penombre -
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estrema se ne insudici il sen. Ed ecco un incolpevole bimbo | che | il capo ha tronco, e inonorati Scevola dall'esil braccio |
Penombre -
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di femmina, stipato di mammelle, perde la lunga pelle | che | l'acido succhiò. Guarda: son due putredini ed eran due |
Penombre -
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strinse, e colla morte avvinse gli sventurati amor... Madri | che | avete un pargolo gaio, ricciuto e bello, gli anatemi |
Penombre -
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a discorrere sullo zen, è lì | che | intravede la salute, certa dell'illuminazione finale. E |
Il letto vuoto -
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la salute, certa dell'illuminazione finale. E ripete | che | la verità è nell'andare, nell'accettare i contrari, |
Il letto vuoto -
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d'alba silenziosi quando Toscana è l'orma del viaggio | che | finisce, Greve che si fa Orcia e Siena e torri, fumo dei |
L'ora felice -
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quando Toscana è l'orma del viaggio che finisce, Greve | che | si fa Orcia e Siena e torri, fumo dei boschi, vigna, ferita |
L'ora felice -
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Siena e torri, fumo dei boschi, vigna, ferita d'ogni ulivo | che | s'infiamma nell'ora arsa di cicale e polvere. Chissà dov'è |
L'ora felice -
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Volterra, fosse l'ansia di una via alberata, Val di Chiana | che | fugge come gli anni, all'insaputa. Sono per te che resti |
L'ora felice -
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Chiana che fugge come gli anni, all'insaputa. Sono per te | che | resti mentre vado questi fogli di sosta, messaggeri al |
L'ora felice -
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| che | il freddo é diventato gelo e avvinghia la città nel più |
Il letto vuoto -
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gelo e avvinghia la città nel più crudo silenzio, adesso | che | la colpa di quanto sta accadendo ricade interamente su me |
Il letto vuoto -
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Te nuda assomiglio, mia carne ideale, al legno d'un feretro | che | avesse le ale. Oh!... I mistici effluvii che hai tu nella |
Trasparenze -
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d'un feretro che avesse le ale. Oh!... I mistici effluvii | che | hai tu nella gonna!... Talvolta fantastico che il Nume è la |
Trasparenze -
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effluvii che hai tu nella gonna!... Talvolta fantastico | che | il Nume è la donna. Che l'Arte è la femmina, che il cielo è |
Trasparenze -
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nella gonna!... Talvolta fantastico che il Nume è la donna. | Che | l'Arte è la femmina, che il cielo è l'amore, che il lezzo è |
Trasparenze -
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fantastico che il Nume è la donna. Che l'Arte è la femmina, | che | il cielo è l'amore, che il lezzo è profluvio, che il fango |
Trasparenze -
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la donna. Che l'Arte è la femmina, che il cielo è l'amore, | che | il lezzo è profluvio, che il fango è splendore! Oh!... |
Trasparenze -
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femmina, che il cielo è l'amore, che il lezzo è profluvio, | che | il fango è splendore! Oh!... Candida, candida la nostra |
Trasparenze -
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| che | la luce se ne vada, arriva il vento, prima da te, entrando |
Ritorno a Planaval -
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sorridenti, e non ci sono domande, solo il gioco della luce | che | declina e del vento che ci muove i vestiti. |
Ritorno a Planaval -
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domande, solo il gioco della luce che declina e del vento | che | ci muove i vestiti. |
Ritorno a Planaval -
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di filosofia, ve ne scongiuro, per la madre mia! Chi è là | che | stappa ?... Dio lo salvi dal Limbo e dalla Trappa! Giù come |
Penombre -
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ad una, le pescheremo per cercar fortuna. Pietà per l'uom | che | pescherà la mia!... É una scarna che chiamano poesia; la è |
Penombre -
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Pietà per l'uom che pescherà la mia!... É una scarna | che | chiamano poesia; la è bella, e buona, ma la vi schianta |
Penombre -
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tutto nebbia e gelo! Pure è italiano... dunque gridiam | che | è di un azzurro strano! Affediddio!...battiamoci a |
Penombre -
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entriamo a teste chine, o diam di fiato a qualche tromba | che | assordi il creato! Andatemi a cercare un coadiutore; lo |
Penombre -
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nominar mio confessore per due minuti: ho due peccati | che | non san star muti. Uno è il desìo di avvinazzare un prete, |
Penombre -
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è il desìo di avvinazzare un prete, tanto, da fargli dir | che | le comete son ostie accese, e che il mangiare a messa è un |
Penombre -
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tanto, da fargli dir che le comete son ostie accese, e | che | il mangiare a messa è un crimenlese! L'altro la sete |
Penombre -
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qui, fra i bicchieri, se ne stan felici! Miserere di me | che | me ne pento, miserere nel fulgido momento che non so nulla, |
Penombre -
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di me che me ne pento, miserere nel fulgido momento | che | non so nulla, che ho intero il genio di un bambino in |
Penombre -
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me ne pento, miserere nel fulgido momento che non so nulla, | che | ho intero il genio di un bambino in culla. Giù, giù, giù |
Penombre -
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* No, ma guardava il pendolo; e dicea le orazioni. Vuoi | che | sul focolare ti ravvivi i tizzoni ?... Il tuo libro ti |
Trasparenze -
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non potei... * * Perché ? * Stava sull'uscio un mostro | che | appuntava la mano verso la via chiassosa, e guardava la |
Trasparenze -
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la via chiassosa, e guardava la madre, e parea dir... * * | Che | cosa ? * Che tu a noi non pensavi e che verresti tardi. * * |
Trasparenze -
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e guardava la madre, e parea dir... * * Che cosa ? * | Che | tu a noi non pensavi e che verresti tardi. * * Per lo ciel! |
Trasparenze -
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e parea dir... * * Che cosa ? * Che tu a noi non pensavi e | che | verresti tardi. * * Per lo ciel! mio fanciullo, perché così |
Trasparenze -
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* No, e la madre già, triste, era andata al riposo. Vuoi | che | ti avvivi il foco? * * O fanciul, pensieroso, più che non |
Trasparenze -
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Vuoi che ti avvivi il foco? * * O fanciul, pensieroso, più | che | non chieggan gli anni, no, lascia spento il foco e i tuoi |
Trasparenze -
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innocenti indugia ancor per poco. Ascoltami: quel mostro | che | ti apparve stasera, tienti bene a memoria, un fantasma non |
Trasparenze -
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e la minaccia? * Era un mostro ti dissi... * * E' per lui | che | ritorno talvolta a mezzanotte, spesso sul far del |
Trasparenze -
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talvolta a mezzanotte, spesso sul far del giorno!... Tu | che | a piè della madre dormi nel letticiuolo, quando dormirai |
Trasparenze -
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solo! * La madre ha sospirato? * * Ti attende; e le dirai | che | pria di coricarmi suò viso ti baciai; e che verrei, |
Trasparenze -
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e le dirai che pria di coricarmi suò viso ti baciai; e | che | verrei, tremando, ad abbracciarla pure se le labbra, |
Trasparenze -
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E' stato come accorgersi | che | il Nemico ha un avamposto in casa; di piú, che la sua |
Disturbi del sistema binario -
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accorgersi che il Nemico ha un avamposto in casa; di piú, | che | la sua azione si colloca a livello neurologico, Nella |
Disturbi del sistema binario -
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dell'individuo anatra-lepre si è insediata nel libro senza | che | il firmatario potesse farci nulla, se non provare a |
Disturbi del sistema binario -
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donna di latte e di rosa, donna sdegnosa, m'han raccontato | che | nessun ti agguaglia nella battaglia ; che hai di ferro le |
Penombre -
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m'han raccontato che nessun ti agguaglia nella battaglia ; | che | hai di ferro le braccia, e che il tuo petto è un corsaletto |
Penombre -
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agguaglia nella battaglia ; che hai di ferro le braccia, e | che | il tuo petto è un corsaletto dei vecchi dì colla malìa |
Penombre -
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nascosa; o bella donna di latte e di rosa. O bella donna | che | sembri uno stelo mietuto in cielo, m'han raccontato che di |
Penombre -
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che sembri uno stelo mietuto in cielo, m'han raccontato | che | di molti amanti, nei camposanti, tu puoi legger la lapide |
Penombre -
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amanti, nei camposanti, tu puoi legger la lapide forbita, | che | uscir di vita sotto le spire del tuo corpo anelo; o bella |
Penombre -
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di vita sotto le spire del tuo corpo anelo; o bella donna | che | sembri uno stelo. O donna piena di gioie e di luci, se tu |
Penombre -
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proietti, passando, un occhio d'angelo e di sfinge, occhio | che | pinge e monti e mari d'inudite ebbrezze! O donna piena di |
Penombre -
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peccatrice! O donna fortunata ed infelice, se v'ha nume | che | ascolta, e se tu preghi, egli non nieghi questa dolcezza |
Penombre -
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dal tuo mistico labbro il vol dispieghi, se v'ha nume | che | ascolta, e se tu preghi! |
Penombre -
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| che | si accumuli la polvere, non la scuoto dai tavoli, dal bordo |
Salva con nome -
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obbedienza al ritmo di una morte passata, al suo trambusto | che | cercava nitore scrostando gli angoli, buttando calce sui |
Salva con nome -
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angoli, buttando calce sui muri. Adesso c'è silenzio. So | che | non torna più nessuno ma che esiste una tregua: questa, |
Salva con nome -
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muri. Adesso c'è silenzio. So che non torna più nessuno ma | che | esiste una tregua: questa, ora, tra mezzogiorno e l'una. |
Salva con nome -
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a poco la perdi la voce lirica | che | ti lascia come chi s'alza nel buio di un cinema e va via. |
L'ora felice -
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va via. Rimane intatto il mese, un marciapiede, la ragazza | che | attende controvoglia nell'atrio e ha gli occhi chissà dove. |
L'ora felice -
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ferma è un conforto, il primo pomeriggio, illeso niente | che | si muta in prosa, oltre la piazza vuota e il gelo di |
L'ora felice -
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dei giornali, chiusi i portoni mentre passa il vento | che | scende alla rinfusa verso il porto, agita carte e polvere, |
L'ora felice -
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e polvere, le luci d'una siccità decembrina di asfalto più | che | grigio fra le vetrine spente. Dal bar di fronte ascolto il |
L'ora felice -
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sul bordo della foto in bianco e nero, a sinistra, la prua | che | spunta d'un battello che ha per nome Aprile. |
L'ora felice -
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bianco e nero, a sinistra, la prua che spunta d'un battello | che | ha per nome Aprile. |
L'ora felice -
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sono sempre battuto in condizioni così sfavorevoli | che | desidererei farlo alla pari. Sono molto modesto e non vi |
La Verna -
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Sono molto modesto e non vi domando, amici, altro segno | che | il gesto. Il resto non vi riguarda. |
La Verna -
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nel bianco riverberi di bianco, | che | spumeggiando rotolavano su una distesa bianca, il cielo, |
Menhir -
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il cielo, sopra, era bianco, un cielo perso nella luce | che | lo abbagliava di bianco, è assenza, mi dicevo, è vuoto |
Menhir -
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è assenza, mi dicevo, è vuoto d'assenza, ma era un bianco | che | innevava i pensieri, un abisso di bianco che cancellava |
Menhir -
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era un bianco che innevava i pensieri, un abisso di bianco | che | cancellava ogni cosa, a guardare bene anche il fondo del |
Menhir -
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il bianco del nulla, ma era soltanto un sogno di bianco | che | generava bianco, così quando lui sveglio guardai a lungo, |
Menhir -
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lui sveglio guardai a lungo, di là dalla finestra, la luna, | che | quella notte era bellissima e bianca. |
Menhir -
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guardo in alto, a volte c'è una mosca a volte un moscerino | che | volando descrive traiettorie stranamente geometriche, di |
Ritorno a Planaval -
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continuo svoltando con un angolo di solito acuto, e quello | che | è più strano è che tuttosi compie sullo stesso piano |
Ritorno a Planaval -
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con un angolo di solito acuto, e quello che è più strano è | che | tuttosi compie sullo stesso piano ideale: quello parallelo |
Ritorno a Planaval -
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suo sguardo non va, per quanto s'interni, al di là di quel | che | gli si manifesta. Chino sul proprio corpo ne ha percepito |
Il letto vuoto -
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ha smesso di pretendere risposte, ancora azzarda domande. | Che | ne è delle parole dette, dei pensieri pensati? che dei |
Il letto vuoto -
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domande. Che ne è delle parole dette, dei pensieri pensati? | che | dei verdi e dei gialli della stagione trascorsa, |
Il letto vuoto -
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tu | che | nasci in maschera, e mascherato muori, osi insultar, se |
TAVOLOZZA -
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muori, osi insultar, se incognito è anch'esso il Dio, | che | adori? Vorresti tu conoscerlo ed affisarlo ignudo, come una |
TAVOLOZZA -
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Ardisci mostrar l'indole del cuore e del cervello? Dio | che | a ragione, o tanghero, di te più furbo è assai, t'acqueta, |
TAVOLOZZA -
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sua maschera non lascerà giammai. E tu in ginocchio pregalo | che | ci lasci la nostra, perché sarebbe orribile l'anima messa |
TAVOLOZZA -
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