FIGLIA DEL | RE | C'era una volta un Re e una Regina, che avevano una figlia |
C'era una volta... -
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FIGLIA DEL RE C'era una volta un | Re | e una Regina, che avevano una figlia unica, e le volevano |
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volevano più bene che alla pupilla de' loro occhi. Mandò il | Re | di Francia per domandarla in sposa. Il Re e la Regina, che |
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occhi. Mandò il Re di Francia per domandarla in sposa. Il | Re | e la Regina, che non sapeano staccarsi dalla figliuola, |
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risposero: — È ancora bambina. anno dopo, mandò il | Re | di Spagna. Quelli si scusarono allo stesso modo: — È ancora |
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una pulce, non si lasciava acchiappare. Pel solletico, il | Re | rideva, ah! ah! ah!, e il pancione gli faceva certi sbalzi |
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Allora la Cecina! — Pancione del Re, Palazzo per me! — Il | Re | dal gran ridere, teneva aperta la bocca; la Cecina, dentro |
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che dal suo palazzo ordinava: — Datemi da mangiare! — E il | Re | doveva mangiare anche per lei. — Datemi da bere! — E il Re |
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Re doveva mangiare anche per lei. — Datemi da bere! — E il | Re | doveva bere anche per lei. — Lasciatemi dormire! E il Re |
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il Re doveva bere anche per lei. — Lasciatemi dormire! E il | Re | dovea stare fermo e zitto, perchè là Cecina dormisse. |
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del Re, ce ne volea della roba! E bisognava pagare. Il | Re | fece un bando: — Chi gli cavava la Cecina dallo stomaco, |
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Cecina cresceva, per quanto poco crescesse, il pancione del | Re | si gonfiava e pareva dovesse scoppiare da un momento all' |
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e pareva dovesse scoppiare da un momento all' altro. Il | Re | la pregava: — Cecina bella, vien fuori, ti faccio Regina! — |
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da bere. — Se non fosse stato il timore della morte, il | Re | si sarebbe spaccato il pancione colle proprie mani. E il |
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pancione colle proprie mani. E il popolo che brontolava: — | Re | pancione ingoiava tutto! Lavoravano per Re pancione! — Come |
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brontolava: — Re pancione ingoiava tutto! Lavoravano per | Re | pancione! — Come se Re pancione ci avesse avuto il suo |
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ingoiava tutto! Lavoravano per Re pancione! — Come se | Re | pancione ci avesse avuto il suo piacere! Lo sapeva soltanto |
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dalla fatica, sudavano. Arrivati nella pianura, e messo il | Re | a pancia all' aria, uno degli uccellacci gli diè una |
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Tutti cioncavano e si ubriacavano. E il pancione del | Re | si sgonfiò un poco. Allora l' altro uccellaccio gli diè la |
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ed ecco rigurgitar fuori tutto il ben di Dio mangiato dal | Re | in tanti anni; maccheroni, salsicciotti, polli arrosto, |
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a crepapancia, come fosse di carnovale. E il pancione del | Re | sgonfiò un altro poco. Allora il Re disse: — Cecina bella, |
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E il pancione del Re sgonfiò un altro poco. Allora il | Re | disse: — Cecina bella, vien fuori; ti faccio Regina! - La |
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da uno dei buchi, e ridendo rispose: Eccomi qua. - E il | Re | tornò com' era prima. Si sposarono; ma il Re, con quella |
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piangeva: — Ah, poverina me! Son Regina senza Re! — Il | Re | per questo lamentìo, non la poteva soffrire. Andò da una |
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Maestà! — Ah, poverina me! Son Regina senza Re! - Il | Re | rimase stupito: — Come lo sapeva? — Tornò dalla strega e le |
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a dormire. — Più tardi, Maestà; per ora non ho sonno. — Il | Re | aspettò, aspettò, e si addormentò lui il primo. La mattina, |
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Maestà. — Ah, poverina me! Son Regina senza Re! — Il | Re | rimase stupito: — Come lo sapeva? — Tornò dalla strega e le |
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dalla strega e le raccontò la cosa. — Maestà, invitate | re | Corvo; appena la vedrà, ne farà un sol boccone. — Venne re |
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re Corvo; appena la vedrà, ne farà un sol boccone. — Venne | re | Corvo: — Cra! Cra! Cra! Cra! - E come vide la Cecina, alta |
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una spanna, cra! cra! ne fece un boccone. — Mille grazie, | re | Corvo. Ora potete andar via. — Cra! Cra! Cra! Ma prima di |
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occhi. — E con due beccate gli cavò gli occhi. Il povero | Re | piangeva sangue — La Cecina morta, e lui senz'occhi! Ah, |
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al padre il consenso al suo matrimonio. Di fatti, va dal | Re | e gli espone il suo desiderio. Il Re, che non sapeva |
Al tempo dei tempi -
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non sapeva contraddirlo in nulla, manda un'ambasceria al | Re | di Portogallo che aveva una figlia bellissima, per chiedere |
Al tempo dei tempi -
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e si fanno feste non mai vedute. Il popolo esultava, il | Re | e la Regina esultavano, il Reuccio era mezzo matto dalla |
Al tempo dei tempi -
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C' era una 'volta un | Re | che avea una bimba. La Regina era morta di parto, e il Re |
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Re che avea una bimba. La Regina era morta di parto, e il | Re | avea preso una balila che gli allattasse la piccina. Un |
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il popolo desidera una Regina. — Talchè finalmente il | Re | si decise, e mandò a chiedere la figlia del Re di Spagna. |
C'era una volta... -
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il Re si decise, e mandò a chiedere la figlia del | Re | di Spagna. Ma, andato per sposarla, si accòrse che era un |
C'era una volta... -
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via: — Maestà, buona caccia! — Senti, strega, — le disse il | Re | — se ti trovo un'altra volta per la strada, te la farò |
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mezzo carbonizzato del Re, e lo fece risuscitare. Ma il | Re | era diventato un altro. Domandò umilmente perdono del male |
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distruggevano la bellezza e la pienezza di quelle. Il | re | Faraone chiese agli interpreti egiziani la spiegazione dei |
Quartiere Corridoni -
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certi occhietti piccini piccini. Il | Re | non aveva voglia di ridere; ma come vide quello sgorbio, |
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caro amico, ma ti darei il regno intiero. — Parola di | Re | non si ritira. — Parola di Re! — Il Nano partì. E non era |
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— Il Nano partì. E non era trascorsa una settimana, che il | Re | riceveva un avviso: — Domani, allo spuntar del sole, si |
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popolo, per far festa alla sua figliuola, che ritornava! Il | Re | e la Regina non osavano credere: dubitavano che quello |
C'era una volta... -
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furono portate sulla piazza davanti al Palazzo Reale e il | Re | scese per fare la scelta. Quando vide quella bella ragazza, |
Al tempo dei tempi -
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Rosetta fu addetta al servizio delle guardarobe reali. Il | Re | s'informò dov'era, e ogni momento andava in guardaroba, con |
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gli faceva capire di non poterlo soffrire. Un giorno il | Re | le disse: - Rosetta, vedi, io piango sempre per te! - |
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Rosetta. Presto presto cava di tasca il fazzoletto che il | Re | le aveva mandato per il padre e gli dice: - Ecco, vedete, |
Al tempo dei tempi -
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Questo basta ad asciugare le lacrime di un anno. - Il | Re | guarda il fazzoletto, lo riconosce e pensa: - Ma che questa |
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pure! - E gli porge il coltello. Dopo questa prova, il | Re | si convinse che Rosetta era proprio la figlia del mercante |
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che guardava sulla piazza del palazzo. Il giorno dopo il | Re | si fece mettere su un cataletto e si fece portare sotto la |
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cancelliere, e Rosetta gli disse d'andarsene perchè del | Re | non voleva sentirne parlare. Poi le mandò il gran |
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il gran siniscalco, e a tutti ella diceva che il | Re | poteva far miracoli, ma per lei era come se non esistesse. |
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per lei era come se non esistesse. Finalmente un giorno il | Re | scese dalla schiava, le si gettò in ginocchio e la supplicò |
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molte riserve di grano per gli anni di carestia. Il | Re | ammirò la sapienza di Giuseppe e lo nominò vicerè, perchè |
Quartiere Corridoni -
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e battè su un timbro d'argento. Comparve un cameriere, e il | Re | gli ordinò di portargli tre canne di corda ben solida. |
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minore e le dice: - Vedi a che cosa m'hai esposto? Il | Re | me ne ha fatta un'altra delle sue. Quando gli ho detto che |
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il bene che mi volete, dovete farmi un piacere: andate dal | Re | e ditegli che io m'ammazzo per lui! - Figlia mia, sei |
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pazza! Ti pare che io possa tornare per la terza volta dal | Re | dopo che mi ha trattato come mi ha trattato? - Padre mio, |
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finalmente a strappargli la promessa che sarebbe andato dal | Re | e gli avrebbe fatta l'ambasciata. Il mercante giunge a |
Al tempo dei tempi -
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manda a dire a Vostra Maestà che si ammazzerà per lui. - Il | Re | aveva infilato nella cintura un bel coltello col manico |
Al tempo dei tempi -
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ed espugnata la fortezza di Ancona, l'esercito del | Re | proseguì verso il Napoletano. Alla sua testa si era posto |
Il libro della terza classe elementare -
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i suoi occhi di fuoco, gridò, con voce tonante: «Salute al | Re | d'Italia!». «Viva il Re d'Italia!», fecero eco i presenti. |
Il libro della terza classe elementare -
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gridò, con voce tonante: «Salute al Re d'Italia!». «Viva il | Re | d'Italia!», fecero eco i presenti. Poi Garibaldi, |
Il libro della terza classe elementare -
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non vuol ricotta; Vuol sposare la Reginotta; E se il | Re | non gliela, dà, Topolino lo ammazzerà. Il Re consultò |
C'era una volta... -
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E se il Re non gliela, dà, Topolino lo ammazzerà. Il | Re | consultò subito i suoi ministri; ed uno di loro disse: — |
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mentre la Reginotta trovasi ancora nelle fasce. — Perciò il | Re | messe fuori un decreto: — Pena la vita a chi non teneva uno |
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Fate la carità! fate la carità! - il | Re | non se ne dava per inteso. La vecchina arrancava dietro il |
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cavallo. — Fate la carità! fate la carità! — Il cavallo del | Re | s' adombrò, e urtò la vecchina che cadde per terra. Il Re, |
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al dito; sarà la tua fortuna. - Arrivati in quel paese, il | Re | accompagnato dal servitore passò e ripassò davanti la |
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quello dovrà essere il suo sposo. Possiamo provare. — Il | Re | a questa notizia rimase un po' turbato; ma poi pensò: — Se |
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servigio: mi fido soltanto di te. Portami questa lettera al | Re | di Spagna, e attendi la risposta; ma nessuno dee sapere |
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— Allora lui prese la lettera della vecchina, e quella del | Re | la buttò via. Ringraziò e proseguì il viaggio. Era già |
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passato un anno, e non si era saputo più nuova di lui. Il | Re | tornò dal ciaba, e disse alla ragazza: — Quell'uomo dev' |
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è lo sposarci noialtri. — Maestà, come voi volete. - Il | Re | fece i preparativi delle nozze, e quando fu quel giorno, |
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Chi era? Non si vedeva nessuno. Se durava un altro po', il | Re | moriva d' inedia. Perciò mandò a consultare un vecchio |
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il destino era quello, e non volendo morire d' inedia, il | Re | cominciò dallo scarcerare la povera donna, e tornò a |
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mago — prepari una bella festa e faccia così e così. - Il | Re | fece dei grandi preparativi, poi, secondo le istruzioni del |
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— Bimbo mio, tu sarai Re! Ed era già Reuccio, poichè il | Re | lo adottava! — Qui entrò una guardia e disse: — Maestà, c'è |
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c'è di là un cenciaiuolo; rivuole il suo soldo bucato. — II | Re | non ne sapeva nulla; ma la povera donna rispose subito: — |
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— Eccolo qui. — — Sentita la storia di quel soldo, il | Re | pensò ch' era meglio tenerselo per sè. Andò di là, bucò un |
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diamanti, sempre a mucchi, eran più grossi e più belli. Il | Re | si vuotava le tasche, e tornava a riempirsele di questi. |
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d' oro del giardino reale. C' era lì una bisaccia, e il | Re | la colmò. Or che sapeva il motto, vi sarebbe ritornato più |
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che lo attendeva. — Maestà, la Reginotta ora è mia. — Il | Re | si fece scuro. Dovea dare la Reginotta a quello zoticone? — |
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al palazzo ve ne accorgerete. - Arrivato al palazzo, il | Re | mette giù la bisaccia e fa di vuotarla. Ma invece di arance |
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soli: il mercante e quel contadino che mi ha preso. — Il | Re | lo mandò a chiamare: — Facciamo un altro patto. Dimmi il |
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è questo: Ti sto addosso; Dammi l' osso. — Va bene. — Il | Re | andava e ritornava più volte colla bisaccia colma, e |
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il contadino: — Maestà, la Reginotta ora è mia. — Il | Re | si fece scuro. Dovea dare la Reginotta a quello zoticone? — |
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padrone? Quello zotico? — Quello zotico, Reginotta, è più | Re | di Sua Maestà. — Se fosse vero, lo sposerei. Va' a |
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aperse la gabbia. Ma il cardellino non tornò. Una volta il | Re | domandò alla Reginotta: — O il cardellino non canta più? È |
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un bel pezzo che non lo sento. — Maestà, è sulla muta. - Il | Re | s' acchetò. Un'altra volta, dopo parecchi mesi, tornò a |
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pezzo che non lo sento. — Maestà, è un po'malato. - E il | Re | s' acchetò. Intanto la povera Reginotta viveva in ambascia: |
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piccino piccino, Intanto venne un' ambasciatore del | Re | di Francia che la chiedeva per moglie. Il padre ne fu lieto |
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marina, non indugiate per via. — Partito che fu l'Orco, il | Re | raccontò alla ragazza, per filo e per segno, tutta la sua |
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fatatura ve la darei io. — La ragazza era una bellezza; il | Re | l'avrebbe sposata volentieri. — Ahimè, bella ragazza! Ho |
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e gli strofinò il petto con una pomata di suo padre. Il | Re | fu fatato. — E ora bella ragazza, dovreste prestarmi una |
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atterrarlo tu dia i colpi dove ti dirò io. — Va bene. — Il | Re | brandì la scure, che tagliava meglio d'un rasoio e domandò: |
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di assestare il colpo alla strega: essa stava guardinga. Il | Re | fece: — Oooh! — Che vedi? — Una stella. — Di giorno? E |
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la Regina ha le carni dure come il legno! — Possibile? - Il | Re | e i ministri andarono ad osservare. La cosa era |
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Lei intanto parlava e si muoveva. I ministri dissero che il | Re | non poteva sposare una bambola, quantunque essa parlasse e |
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gliel'aveva fatto la figliuola dell' Orco, per gelosia. Il | Re | disse ai ministri: — Vado e torno. — E si trovò nel bosco, |
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è la scure che tu mi prestasti. - Nel porgergliela, il | Re | fece in maniera di ferirla in una mano. — Ah, Maestà, che |
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— Ah, Maestà, che avete fatto! Son diventata di legno! — Il | Re | si fingeva affittissimo di quell'accidente: — E non si può |
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tutta coll' olio che è lì dentro, e sarò subito guarita. Il | Re | prese il barattolo: — Aspetta che io torni! - Lei capì e si |
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rubato anello. — Non ti disperare, non è nulla. Quando il | Re | avrà sposato, appena la Regina sarà entrata nel suo |
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questo chiodo sulla soglia dell'uscio e vedrai. — Perciò il | Re | non trovava mai l'uscio, quando voleva entrare nelle stanze |
C'era una volta... -
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C'era quel chiodo piantato lì, che glielo impediva. Il | Re | scoppiava dalla rabbia. Fece chiamare novamente il mago, e |
C'era una volta... -
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e cadde per terra? — Sì. — Era lei, la fata Regina. — Il | Re | dovette persuadersi che era inutile lottare con una Fata, e |
C'era una volta... -
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di Francia. Il servitore sposò la figliuola del ciaba; e il | Re | gli diè una ricca dote e lo fece intendente di casa reale. |
C'era una volta... -
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gli diè una ricca dote e lo fece intendente di casa reale. | Re | e servitore ebbero molti figliuoli: E noi restiamo da |
C'era una volta... -
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in Egitto fu venduto a Putifar, capo delle guardie del | re | Faraone. Allora fu incaricato del governo della casa, ed |
Quartiere Corridoni -
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Io li ho spremuti e ho offerto poi il vino in una coppa al | re | Faraone. Giuseppe, illuminato da Dio, rispose: - Passeranno |
Quartiere Corridoni -
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paghi. - Racconta, racconta - esclama Nino. - Una volta il | re | degli animali invitò tutte le bestie ad una assemblea. |
Quartiere Corridoni -
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Passin passetto, giunse invece il giorno dopo. Irato, il | re | le domandò chi l'aveva trattenuta a casa. - La mia casa |
Quartiere Corridoni -
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Poi la strada era tanto lunga! - Bene, bene - disse il | re | - giacché in casa ci stai calda e comoda, restaci per |
Quartiere Corridoni -
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ramo, e comincia a cantare. Il | Re | avrebbe voluto tirargli, ma faceva buio come in una gola. |
C'era una volta... -
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occhi. Il cardellino cominciò a canzonarlo: — Pss! Pss! il | Re | dorme! Pss! Pss! il Re dorme! - E canta, canta, canta, il |
C'era una volta... -
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a canzonarlo: — Pss! Pss! il Re dorme! Pss! Pss! il | Re | dorme! - E canta, canta, canta, il Re s' addormentava |
C'era una volta... -
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dorme! Pss! Pss! il Re dorme! - E canta, canta, canta, il | Re | s' addormentava peggio d' un ghiro anche lui. La mattina |
C'era una volta... -
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mano della Reginotta, e in men di tre giorni l'avrete. — Il | Re | lo prese per le spalle, e lo messe fuor dell' uscio. Il |
C'era una volta... -
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mano della Reginotta e in men di tre giorni l'avrete. — Il | Re | lo prese per le spalle, gli diè una pedata e lo messe fuor |
C'era una volta... -
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ritorno. — Maestà, eccolo qui. La Reginotta ora è mia. — Il | Re | si fece scuro. Doveva dare la Reginotta a quello zoticone? |
C'era una volta... -
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— Tenetevi ogni cosa. Sarà quel che sarà! - E andò via. Il | Re | disse al cardellino — Ora che ti ho tra le mani, ti vo' |
C'era una volta... -
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soli: il mercante e quel contadino che mi ha preso. — Il | Re | mandò a chiamare il contadino. — Facciamo un altro patto. |
C'era una volta... -
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è questo: Secca risecca! Apriti, Cecca. — Va bene. — Il | Re | andò, disse il motto, e la Grotta s'aperse. Il contadino |
C'era una volta... -
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| Re | non lo potevan trattenere: schizzava fuoco dagli occhi. Ma |
C'era una volta... -
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lo voglio! Vo'rimanere ragazza. — Il peggio fu quando il | Re | di Francia mandò a dire che fra otto giorni arrivava. Come |
C'era una volta... -
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Di' di sì, o ti faccio affogare! - E la Reginotta zitta. Il | Re | la calò fino a metà. — Di' di sì, o ti faccio affogare! — E |
C'era una volta... -
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Di' di sì, o ti faccio affogare! — E la Reginotta zitta. Il | re | la calava più giù, dentro l'acqua; le restava fuori |
C'era una volta... -
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Per mantener la parola ora patisco tanti guai! - Il | Re | di Francia arrivò con un gran séguito, e prese alloggio nel |
C'era una volta... -
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Non vuol farsi vedere? — Maestà, è un po'indisposta. - Il | Re | non sapeva che rispondere, imbarazzato. — Portatele questo |
C'era una volta... -
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arance d' oro, e il giorno appresso la Reginotta sposò il | Re | di Francia. E noi restiamo a grattarci la pancia. |
C'era una volta... -
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— Maestà, buona caccia! — La buona caccia te la darò! — Il | Re | avea condotto con sè le sue guardie, e ordinò che quella |
C'era una volta... -
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una prigione. Da quel giorno in poi, tutte le volte che il | Re | andò a caccia, non potè più tirare un sol colpo. La |
C'era una volta... -
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Non potendo più fare il solito esercizio della caccia, il | Re | cominciò a ingrassare, a ingrassare, e in poco tempo |
C'era una volta... -
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già allargato tutti gli usci delle stanze, perchè il | Re | potesse passare; e una volta gli architetti dissero che se |
C'era una volta... -
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Sua Maestà col gran peso gli avrebbe sfondati. Il povero | Re | si disperava: — O che non c' era rimedio per lui? — E |
C'era una volta... -
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è piccina come un cece. — Sposerò la tua Cecina! — Il | Re | avrebbe anche fatto chi sa che cosa, pur di levarsi di |
C'era una volta... -
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pancione, correndo di qua e di là, come se il pancione del | Re | fosse stato per lei una collina. |
C'era una volta... -
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mattine la tromba suonava e svegliava i soldati del Re. Il | Re | si chiamava Alcibiade I, e aveva, naturalmente, il manto |
le straordinarie avventure di Caterina -
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nèi sulla faccia. Lei disse: — Andiamo a presentarci al | Re | mio padre. Son tredici anni che non mi vede: - Al portone |
C'era una volta... -
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venire dinanzi: — Chi sa, poteva anche darsi! — Il | re | la guardò da capo a piedi: gli pareva e non gli pareva. Lei |
C'era una volta... -
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eran lì dal giorno avanti, e cominciavano a passare. Ma il | Re | volea del pesce ad ogni costo, e il cuoco li comprò: — |
C'era una volta... -
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due giorni e cominciano a passare. — Sta bene, — disse il | Re | — portali in cucina. — In cucina il cuoco fa per |
C'era una volta... -
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il sangue avea servito di colla. Colle orecchie, il | Re | suo padre raffigurolla ad un tratto: — È lei! È la mia |
C'era una volta... -
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trovarono una granata fitta in mezzo alla stanza, e il | Re | disse ai ministri — Ecco Sua Maestà la Regina! - I |
C'era una volta... -
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senza osar di rispondere: — Maestà, è una granata! — Il | Re | in quella granata ci vedeva la figliuola del ciaba, la più |
C'era una volta... -
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e si sussurravano nell' orecchio: — Che disgrazia! Il | Re | è ammattito! Il Re è ammattito! — Però, prima di arrivare |
C'era una volta... -
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nell' orecchio: — Che disgrazia! Il Re è ammattito! Il | Re | è ammattito! — Però, prima di arrivare in città, dove il |
C'era una volta... -
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— Maestà, perdonate!... Ma questa qui è una granata! — Il | Re | montò sulle furie; la prese per un'offesa alla Regina. Fece |
C'era una volta... -
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tornò sano e salvo, colino di regali. — Che rispose il | Re | di Spagna? — Maestà, il Re di Spagna rispose: Fai, fai, |
C'era una volta... -
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di regali. — Che rispose il Re di Spagna? — Maestà, il | Re | di Spagna rispose: Fai, fai, fai, Non l' hai avuta e non l' |
C'era una volta... -
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Fai, fai, fai, Non l' hai avuta e non l' avrai. — Il | Re | fece finta di esserne contento, ma chiamò un mago e gli |
C'era una volta... -
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la mano! — Ahi! ahi! ahi! — Ora la cosa andava bene, e il | Re | ordinò di bel nuovo i preparativi per le nozze. E quando fu |
C'era una volta... -
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questo è il vostro appartamento. — Ma, poco dopo, quando il | Re | volle andare a vederla, gira di qua, gira di là, non |
C'era una volta... -
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di molti invitati; poi si ritirava nel suo appartamento. Il | Re | voleva andare a vederla; ma, gira di qua, gira di là, non |
C'era una volta... -
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i baffi, fatemi la chierica.... - Don Josè credeva che il | Re | fosse impazzito. - Presto, don Josè, andate e stasera |
Al tempo dei tempi -
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vestito che v'ho chiesto. Non vi movete? Sono o non sono il | re | di Spagna, d'Aragona, di Castiglia, di Leone, di Sicilia e |
Al tempo dei tempi -
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e d'Isabella di Castiglia, sono o non sono Carlo V | re | e imperatore? - Sì, Maestà, siete il più potente sovrano |
Al tempo dei tempi -
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appunto per questo, mi pare che l'etichetta richieda che il | Re | ne' suoi viaggi sia accompagnato.... - Al diavolo |
Al tempo dei tempi -
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bella chierica nel centro della testa. Così trasformato il | Re | uscì dal Palazzo Reale di Madrid senza esser riconosciuto |
Al tempo dei tempi -
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Una burrasca gettò la nave sulle coste di Trapani, dove il | Re | comprò un mulo e su quello si avviò alla capitale |
Al tempo dei tempi -
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non ce n'erano, le campagne erano incolte e deserte, e il | Re | fu fermato tre volte nel viaggio dai malandrini. I primi |
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subito e lo ristorò, lo calzò e lo vestì, altrimenti il | Re | sarebbe morto di fame ne' suoi felicissimi Stati. Il fabbro |
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di nuovo il Tribunale discutesse la causa e la discusse. Il | Re | quel giorno era nell'aula vestito da misero abate. A un |
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vostri! Se non ve ne andate, vi tiro il calamaio! - Il | Re | non voleva altro. Si sbottona la tonaca, si apre il |
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giudici rimasero come morti. - Giudici infami, - esclamò il | Re | drizzandosi - così vendete la giustizia? Ordino e comando |
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furono squartati, scorticati e con la pelle dei giudici il | Re | fece fare tanti seggi e su questi seggi ordinò che |
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e per riconoscenza sposò Angelina, la figlia del fabbro. Il | Re | fece alla sposa doni sontuosi e volle che le nozze fossero |
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EMANUELE II Il nuovo | Re | di Sardegna si mostrò infatti degno figlio del magnanimo |
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tra l'altro quella di revocare lo Statuto. Il giovane | Re | (aveva 29 anni) si eresse in tutta la maestà della persona |
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entusiasmo anche il Granduca di Toscana, il Papa, il | Re | delle Due Sicilie furono trascinati a mandar truppe |
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truppe regolari in aiuto di Carlo Alberto. L'esercito del | Re | di Sardegna varcò il Mincio dopo un accanito combattimento, |
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— qui ci vuol Ranocchino, o la Reginotta è spacciata. - Il | Re | si disperava: — Dove prenderlo quel maledetto Ranocchino! |
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mandria, una corda lunga un miglio, e venite con me. — Il | Re | prese il coltello di diamante, il più bel bue della |
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lassù. —O come? — Maestà, ammazzate il bue e vedrete. — Il | Re | ammazzò il bue. — Maestà, scorticatelo e lasciate molta |
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e lasciate molta carne attaccata al cuoio. — Il | Re | lo scorticò e lasciò molta carne attorno al cuoio. — Ora |
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il coltello fra i denti è vi lascerete andar giù. — Il | Re | esitava. — E se la corda si spezzasse? — Tenendo il |
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compariva la ragazza più bella della luna e del sole. Il | Re | se la divorava cogli occhi, mentre quella ballava. Dovea |
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stata sua sposa! E lui se ne tornerebbe al palazzo reale, | Re | come prima e più beato di prima! Ma la sua disgrazia volle |
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più bella della luna e del sole, e si messe a ballare, il | Re | non seppe più frenarsi, le corse incontro e l'abbracciò, |
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pur detto io: Chi tocca stronca, Chi parla falla! — Il | Re | pareva di sasso: — Bisognava ricominciare? — Bisognava |
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ballato mai, con una grazia, con una sveltezza! Il povero | Re | non potè più frenarsi e le corse incontro e l'abbracciò: — |
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Ah, Maestà, Maestà! Chi tocca stronca, Chi parla falla! Il | Re | pareva di sasso: — Bisognava ricominciare? — Bisognava |
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- Che ministri? I vecchi eran morti e quelli del nuovo | Re | lo lasciavano cantare. Si rivolge al popolo: — Come? non |
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a quella finestra, suona questo zufolo e vedrai. — Il | Re | si affaccia, si mette a sonare, tì, tìriti, tì, ed ecco un |
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suo popolo, e l'ammirazione degl'Italiani, che al generoso | Re | di Sardegna e al suo saldo e fedele esercito cominciavano a |
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| Re | Sole continuò il suo viaggio, e quelle due sorelle se le |
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il Nano una volta. — Ah, nanaccio impertinente! - E il | Re | gli tirò un calcio alla schiena, che lo fece saltare dalla |
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come se nulla fosse stato. — Buon viaggio! — disse il | Re | tutto contento. Ma la Reginotta, da quel giorno in poi, |
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selvaggio; doveva tramare qualche brutta vendetta! — Il | Re | rispondeva con una spallucciata: — Se quello sgorbio gli |
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moglie. La Reginotta non disse nè di sì, nè di no; ma il | Re | e la Regina non vedevano l' ora di celebrare le nozze. Il |
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vivo! Par di sentirlo nitrire! - Scese a vederlo anche il | Re | con la corte; e tutti: — Par proprio vivo! Par di sentirlo |
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quella vista il | Re | ammattì: — Oh che bellezza! Dovrà esser mia! dovrà esser |
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e al sole non sta, Fosse chi fosse, non l'otterrà. — Il | Re | avrebbe voluto darglieli lui la pioggia e sole! Ma c' era |
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anche «Padre della Patria». Oggi il corpo del gran | Re | riposa in Roma nel Pantheon; ed a Roma l'Italia |
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tolsi di mano lo spiedo e infilzai lui. Poi lo portai al | re | dei Topi bianchi che aveva già messo cento topi alla |
le straordinarie avventure di Caterina -
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allegro, e disse: — E io ho fatto un bellissimo scherzo al | re | bianco. Caterí era presa d'ammirazione per Tit; tutti i |
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a sentirlo; egli aveva veramente l'aspetto di un re. — Il | re | dei topi bianchi, — proseguí Tit, — ha una grande paura dei |
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cartone e glielo legai alla coda mentre dormiva. Quando il | re | dei topi bianchi si svegliò, e si vide il gatto dietro, |
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era attaccato alla sua coda. E ancora scappa, sapete, il | re | dei topi; eccolo, passa proprio in questo momento. |
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di questo mostro? Io direi di farla ammazzare. - Il | Re | non ebbe animo di commettere questa crudeltà: — Mostro o |
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in segreto. E che pensò? Pensò di dar ad intendere al | Re | che era nuovamente gravida e, quando fu l'ora, gli fece |
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lei avea fatto comprare a peso d'oro in un altro paese. Il | Re | fu molto contento; e alla bambina mise nome Gigliolina, |
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che gli date retta? Testa-di-rospo parla da bestia. — Ma il | Re | disse: — Chi tocca Testa-di-rospo l'ha da fare con me. |
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Quello filo vogliò io! quello lì lo voglio io!— Accorse il | Re | e disse: — Non ti persuadi che quello è un po' più grande? |
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che gli date retta? Testa-di-rospo parla da bestia. — Ma il | Re | disse: — Chi fa danno a Testa-di-rospo, fa il proprio |
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Questi sassi son per me; Non li cederei neppure al Re. — Il | Re | fece finta di non aversela avuta a male e la notte dopo |
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è vero nulla. Il mio seminato è più bello di prima. - Il | Re | si morse il labbro: — Dunque i suoi ordini non erano stati |
C'era una volta... -
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di quella nottata, non si poteano neppur muovere, il | Re | rimase! — Quest' altra notte, ad ora tarda, si mandi lì |
C'era una volta... -
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è vero nulla. Il mio seminato è più bello di prima. - Il | Re | si morse il labbro: — Dunque i suoi ordini non erano stati |
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gli scoppiavano e che metà eran già morti di ripienezza, il | Re | rimase! — Qui c' è un mistero! bisogna scoprirlo. Vi do |
C'era una volta... -
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mistero! bisogna scoprirlo. Vi do tempo tre giorni. — Col | Re | non si scherzava. I ministri cominciarono dal grattarsi il |
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fessure, si misero a spiare attraverso a queste. Il | Re | non avea potuto chiuder occhio pensando all'accaduto: e la |
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con quella sonata; e dopo le dice: Bella figliuola, se il | Re | ti vuole, Dee star sette anni alla pioggia e al sole. E se |
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anni alla pioggia e al sole non sta, Bella figliuola, il | Re | non ti avrà. — E poi? — E poi smette di sonare, e quella |
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questo cameriere e pigliamo il Re. Bisogna sapere che il | Re | aveva la manía dell'acqua e non predicava altro che |
Al tempo dei tempi -
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carne del collo di una povera donna di faccende. Dunque il | Re | cercava sempre donne di servizio e ogni tanto domandava a' |
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donna Peppa e di donna Tura. - Don Giovanni, - gli disse il | Re | - che novità ci sono? - Io, Maestà, non ho alcuna novità da |
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a tutti i costi, così ordino, e così voglio! - Quando il | Re | ordinava e il Re voleva, bisognava obbedire senza fiatare. |
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così ordino, e così voglio! - Quando il Re ordinava e il | Re | voleva, bisognava obbedire senza fiatare. E così fece don |
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servizio, - e rispose: - Sono il cameriere di Sua Maestà il | Re | nostro signore per grazia di Dio! - Ma che re e non re ! |
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Sua Maestà il Re nostro signore per grazia di Dio! - Ma che | re | e non re ! Noi col Re non abbiamo mai avuto nulla da |
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il Re nostro signore per grazia di Dio! - Ma che re e non | re | ! Noi col Re non abbiamo mai avuto nulla da spartire, e a |
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signore per grazia di Dio! - Ma che re e non re ! Noi col | Re | non abbiamo mai avuto nulla da spartire, e a quest'ora non |
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quelle vecchie orrende, si sgomentò tutto, ma pensò: - Col | Re | non si scherza, e se lo faccio aspettare e non gli porto |
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il cameriere disse a donna Tura, che era la maggiore: - Il | Re | vi vuole subito, e il Re non intende di aspettare. Dunque |
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Tura, che era la maggiore: - Il Re vi vuole subito, e il | Re | non intende di aspettare. Dunque vestitevi per bene e io vi |
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vestitevi per bene e io vi ci accompagno. - Ma il signor | Re | che può mai volere da me? - Non lo so, e non facciamo |
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più perchè non aveva coraggio di comparire davanti al | Re | così brutta e mal vestita. Il cameriere chiama il |
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- State zitta! Peggior disgrazia non poteva capitarmi. Il | Re | mi ha mandata a chiamare, e come faccio a presentarmi a lui |
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- Il cameriere si sentì allargare il cuore di condurre al | Re | quella bella cameriera vestita come una gran signora e |
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servizio, condusse donna Tura in un salottino privato del | Re | e le disse d'aspettare. Quando il Re entrò la squadrò da |
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salottino privato del Re e le disse d'aspettare. Quando il | Re | entrò la squadrò da capo a piedi. - E lei chi è? - le |
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cameriera portata da don Giovanni. - Badi, - le rispose il | Re | che vedendola così bella e ben vestita non s'attentava a |
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Così le tengo sempre anche quando faccio il servizio. - Il | Re | s'accostò per guardarle le mani e sentì che la cameriera |
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vedendo tornare la sorella, si veste e va al Palazzo del | Re | a cercarla, e là giunta la fa chiamare. Donna Tura le va |
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abusava. A tavola beccava peggio di prima, nei piatti del | Re | e della Regina; razzolava, come se nulla fosse, nei piatti |
C'era una volta... -
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volta passi. Un'altra volta te la farò vedere io! - Il | Re | scrisse di bel nuovo la lettera, e la lasciò sul tavolino |
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galletto, e gliela insudicia proprio dov' era la firma. Il | Re | perdè il lume degli occhi: — Sporco galletto! ora ti concio |
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è nulla. Domani prenderai un po' di becchime, tornerai dal | Re | e farai: billi! billi! Sentendo la tua voce, il galletto |
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la cresta doppia d' oro. — E cresta doppia d' oro sia! - Il | Re | cominciava a stufarsi; ma il gallo, con quegli sproni d' |
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Maestà, vo' mezzo regno; ho corona al par di voi! - Al | Re | scappò la pazienza: — Levatemelo di torno, questo gallaccio |
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qui ci vuole Fata Morgana; mandatela a chiamare. — Il | Re | mandò a chiamare La Fata Morgana. La Fata rispose: — Chi |
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Fata rispose: — Chi vuole vada, chi non vuole mandi. — E il | Re | dovette andarci egli stesso in persona. — Maestà, finchè |
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se ne pigli! E spargerete per terra l'ultimo grano. Il | Re | s' ingegnò di far tutto a puntino. Quando fu il momento: |
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soltanto la cresta e gli sproni. Ma non importava. Il | Re | disse al popolo: — Non ho figliuoli, e questo qui sarà il |
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che non ne farete nulla. - Stretto fra uscio e il muro, il | Re | accettò. Il forestiero cavò di tasca una boccettina, che |
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partorì e fece una bella bambina. A questa notizia il | Re | diede in uno scoppio di pianto: — Povera figliolina, che |
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fate caso. — La Reginotta cresceva più bella del sole; il | Re | e la Regina n' erano matti. Quando entrò nei sette anni, |
C'era una volta... -
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Il giorno che la Reginotta compì i sette anni, il | Re | disse alla Regina: |
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CAVALLO DI BRONZO C' era una volta un | Re | e una Regina, che avevano una figliuola più bella della |
C'era una volta... -
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Se fra due giorni non avrà lì la sposa, guai a voi! — Il | Re | non sapeva che cosa fare, e radunò di bel nuovo il |
C'era una volta... -
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Se domani la sposa non sarà lì, guai a voi! - Il povero | Re | e la povera Regina avrebbero battuto il capo nel muro. — |
C'era una volta... -
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salvezza del regno, bisogna sacrificare la Reginotta! — Il | Re | non sapeva rassegnarsi: avrebbe dato anche il sangue delle |
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s' avviò verso il bosco. Arrivata lì, abbracciò il | Re | e la Regina confortandoli che sarebbe tornata a vederli, e |
C'era una volta... -
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dalla Fata gobba: altrimenti non ci sarà verso. — Il | Re | le turò le orecchie a quel modo, e lei partì. Giunta |
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la testa! La mala fortuna ci vien per lei. - Il | Re | non sapea risolversi: — Non era sangue loro? — Farò di mio |
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dovrai tornare indietro. — Maestà, sarà fatto! — Intanto il | Re | ordinava gli si chiamasse la zingara: — Dimmi la ventura di |
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la città mondiale e capitale d'Italia. In essa risiede il | Re | ed in una parte di Roma, la città del Vaticano, risiede il |
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C' era una volta un | Re | e una Regina. La Regina era incinta. Un giorno passò una di |
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di quelle zingare che van dicendo la buona ventura, e il | Re | la fece chiamare: — Che partorirà la Regina? — Maestà, un |
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della mamma e si mise a poppare. Quando fu addormentato, il | Re | gli aperse la bocca e vide che avea davvero un dente |
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oro straluccicava. Un giorno ripassò quella zingara, e il | Re | la fece chiamare: — Dimmi la ventura di Serpentina. — Buona |
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a una grotta: la Fata gobba abita lì. — Va bene, — disse il | Re | — partirò domani. - Prese le provviste per otto giorni, e |
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un urlo di creatura umana: — Ahi! m' ammazzano! ahi! — Il | Re | si fermò, irresoluto; quel grido strappava l' anima!... E |
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Emanuele III, il Sovrano che oggi felicemente regna. | Re | Vittorio Emanuele III e la Regina Elena del Montenegro, |
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è soprattutto, come il grande avo di cui porta il nome, il | Re | vittorioso ed il Re restauratore. |
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il grande avo di cui porta il nome, il Re vittorioso ed il | Re | restauratore. |
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