caratteristiche; cioè, di essere troppo verbosamente e chiassosamente espansivo, mentre a piuttosto chiuso e taciturno; di essere poco tenero della
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per così dire esplosivo, contenuto nel muscolo, cioè della sostanza atta a contrarsi. Infatti il muscolo continuerà ancora a contrarsi per molto tempo
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prodotto della distruzione compiutasi nei muscoli, cioè l’acido carbonico. Esaminiamo queste due supposizioni. Una rana nell'inverno, anche dopo
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raffreddato fino a 39°,7 farà ancora 240 respirazioni, cioè dodici volte più che nel principio. Vi è dunque una certa inerzia in questo congegno del
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suo modo di funzionare. Il professor Guye, descrisse recentemente una malattia, alla quale diede il nome di Aprosexia che sarebbe cioè l' incapacità a
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arriva stanca all'alveare, il ronzìo che manda fa un suono più basso, cioè un sol; come noi che dopo una lunga marca camminiamo con passi più lenti.
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contrazione che fanno i nostri muscoli, se cioè sia l'ultimo segno della vita, o il primo segno della morte, ma è certo che vi è una rassomiglianza profonda tra
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trenta contrazioni; si trovò che facendogliene fare la metà, cioè solo quindici contrazioni, si poteva ridurre il riposo ad un quarto, cioè a solo
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seconda è la fatica come sensazione interna. Abbiamo cioè un fatto fisico che possiamo misurare e paragonare, ed uno psichico che sfugge alle misure ed
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1249, cioè circa tre volte di più. La prima volta che andai in Sicilia vi fui mandat in qualità di medico militare, e mi affidarono le operazioni
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, e la respirazione diaframmatica meno forte. Dei due congegni che servono al respiro, cioè, il torace e il diaframma, questo ultimo tende più a
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temperatura nel retto, trovammo che era in media di 43°; cioè di poco superiore alla normale, che nei piccioni è di circa 42°, come risulta dal
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, cioè era di 140 grammi inferiore alla media delle donne. Questo dimostra senza bisogno di altri commenti che oltre alle differenze materiali del
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, dobbiamo pure fare per il sonno; cioè un lavoro moderato, che ci affatichi senza però stancarci, ci dispone al sonno: lo strapazzo del cervello invece
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delle forze. La figura 23 rappresenta il tracciato scritto dal dottor Maggiora nell' aprile del 1890 alle 12, cioè un'ora prima della lezione. Per mezzo
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seguito ad un lavoro del cervello, il primo pensiero che viene alla mente è che la fatica qui osservata abbia un'origine centrale, che sia cioè la
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chilogrammetri 5.106 Si ripete dunque lo stesso fatto che abbiamo veduto per le lezioni, che cioè la fatica intellettuale aumenta la forza dei muscoli nel
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usciva allora a passeggiare, senza badare se era sole o se pioveva. Suo figlio ricorda un motto di Darwin che egli ripeteva spesso, cioè che noi
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"L'aurora è amica delle Muse, ed i poeti cercano i boschi, cioè la solitudine e l' assenza degli oggetti alieni.", Così disse l'HallerHALLER
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, la durezza e la contrazione non succede nei nervi, cioè nelle vie su le quali si diffonde, e dove esiste la facoltà motiva, ma fuori di essi, cioè
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un concetto fisiologico, cioè la necessità di riposarsi dopo un lavoro eccessivo del cervello. Egli dice che bisogna mettere il cervello a maggese
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lo pubblicò l' anno stesso che abjurò la fede protestante per farsi cattolico, cioè nel 1667. Cinque anni dopo lo troviamo professore di anatomia a
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ondulazioni. E di queste onde luminose, cioè della loro lunghezza e della velocità con la quale si propagano nello spazio, si parla oramai con la medesima
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nell'ossigeno inspirato, e la sorgente di due manifestazioni di forza, di movimento cioè e di calore, e la somma delle forze fisiche prodotte da un
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l'ottava sistole il polso si rallenta e le pulsazioni sono così piccole che appena si vedono. Alla dodicesima pulsazione, cioè dopo circa otto secondi di
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' educazione dei piccioni bisogna badare ad una sola cosa, cioè a renderli felici in casa loro. Quanto maggiori saranno le cure perchè vivano tranquilli
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chiama il periodo dell' energia crescente. Quindi viene il periodo dell'energia decrescente, nel quale cioè la linea scende perchè il muscolo ritorna
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abbiamo cioè due cuscinetti A B (fig. 4); sul primo poggia il dorso della mano, e sull'altro B leggermente incavato a doccia poggia l'antibraccio
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curva della fatica di due persone in condizioni identiche di esperienza, sollevando cioè il medesimo peso di tre chilogrammi, col medesimo ritmo di due
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alcune deboli contrazioni e poi cessa. Nel dottor Maggiora la fatica segue un corso inverso, cioè diminuisce rapidamente la forza nel principio, e poi
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periferici inverte l'ordine delle cose e fa sorgere un piacere dalla presenza di male. Ecco quindi stabilite due classi di piacere, cioè i fisiologici e i
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: cioè l'impressione del corpo interno o esterno sulla parte sensibile, la struttura del nervo che trasmette l'impressione, e la natura del centro che
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sempre negativi, cioè derivano, dalla riparazione di un'offesa. La dignità e l'onore non possono mai transigere senza portare se stessi alla perdizione
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Abbiamo parlato dell'affetto per noi stessi, cioè del sentimento più puro in prima persona, poi siamo passati a poco a poco ad altri affetti, che
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gioia è quasi esclusivamente morale, cioè proviene dalla sodisfazione di una forza che spetta al dominio degli affetti. Più d'una volta i muscoli sono
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? Pur troppo è così: i sentimenti ideali, quelli che nascono cioè da un'idea o ad essa si indirizzano, formano un anello che congiunge i palpiti del
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padrone senza di cui il lavoro dei servi languisce o cessa. Nello stato ordinario la mente vede, cioè presta un'attenzione mediocre, appena bastante
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, quando, cioè, è prodotto da una facoltà difettosa nella proporzione o nella natura e quando esso offende il vero ed il bello. Tra i piaceri morbosi della
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di queste gioie può essere morboso, quando cioè la ragione è impotente a frenare la fantasia, e questa ci trasporta senza posa da un mondo all'altro
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necessariamente distinguere le due varietà principali, cioè il vero reale e il vero intellettuale. Si ripete ogni giorno che la verità è una sola, e si ripete
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secondo si pone in suo luogo un pregiudizio o un'ipotesi, cioè un errore certo o un errore probabile.
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l'agitarsi di tutta la persona. Il riso più modesto è formato da un sorriso, e cioè dall'elevarsi lieve degli angoli della bocca, dall'aprirsi alquanto
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, facendo mancare l'elemento più seducente, cioè l'azione dei sentimenti benevoli. L'egoista è così avaro della vita, che arresta improvvisamente le
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che mai si possano immaginare, cioè sul cuore degli altri; quindi le minime oscillazioni che subisce ad ogni istante la generosità degli uomini la
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costituita da due elementi, cioè da una piccola compiacenza dell'amor proprio e dal piacere di far qualche cosa senza fatica, cui bisogna aggiungere i
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dalla sensibilità prudente dell'individuo, cioè dalla riunione difficilissima di due fra gli elementi più contrari del mondo morale: la squisitezza
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Tutti questi piaceri sono fisiologici, cioè conformi a natura, e non diventano morbosi che quando vengono goduti a scapito delle facoltà più delicate
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anche a soffocare i piaceri del gusto, pel quale manca l'attenzione necessaria. Oltre queste due grandi varietà di pranzi ve n'ha un'ultima, quella, cioè
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provato o veduto in altri, fa paura, tanto è lo sconvolgimento di tutto l'essere fisico e morale. I caffeici, cioè il caffè, il thè, il guaranà, il
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conoscenti intorno al da farsi. L'affare più grave era l'iscrizione per lo sbarco, il decidere, cioè, se convenisse di andare o no dal Commissario a farsi
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