Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: io

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necessario giustificare questa suddivisione, alla quale  io  non attribuisco alcuna importanza, ma che solo adotto come
 Io  però non m'annoiavo: un sentimento mi riempiva l'anima,
nessuna mi può raggiungere. L'Europa si può sconvolgere,  io  non lo saprò. Venti giorni di orizzonte senza limite, di
nella regione frontale (fig. 1) larga due centimetri.  Io  la ricoprii con una lamina di guttaperca che portava nel
linea C vediamo il fenomeno corrispondente nel cervello.  Io  avevo spiegato prima a Bertino di che si trattava, e lo
nel collo e che si chiamano le carotidi. Quindi mentre  io  guardavo la penna dello strumento che registrava sopra un
IX. Domandare ogni sera a se stesso: Che cosa ho  io  fatto di bene? X. Aver sempre nella propria libreria un
osservansi pure delle differenze molto notevoli; ed  io  trovai la contrattura più spiccata nelle persone molto
prime volte nei muscoli staccati dall'organismo. L'averla  io  osservata più evidente nelle persone molto nervose,mi fece
nel muscolo al principio della sua azione dopo il riposo.  Io  ritengo come molto probabile che le prime contrazioni che
perduri, mentre che le contrazioni aumentano di altezza, ma  io  non vedo altra interpretazione che sia più logica.
 io  ho dimostrato che l’uomo normale nel sonno profondo
Discuteremo in seguito ampiamente questo fatto, che  io  ho designato col nome di respirazione nervosa o di lusso.
la terra non spuntava! Ma già  io  non avevo più alcuna impazienza. Ed ero stizzito con me
di confessarlo: a poche miglia dal continente americano,  io  mi scervellavo sopra una sciarada del giornale genovese,
dei suoi congegni: - Tu sei immenso, ma sei un bruto;  io  son piccolo, ma sono un genio; tu separi i mondi, ma io li
io son piccolo, ma sono un genio; tu separi i mondi, ma  io  li lego, tu mi circondi, ma io passo, tu sei strapotente,
genio; tu separi i mondi, ma io li lego, tu mi circondi, ma  io  passo, tu sei strapotente, ma io so.
lego, tu mi circondi, ma io passo, tu sei strapotente, ma  io  so.
educato coi metodi loro, e fossi caduto nelle loro mani,  io  sarei stato davvero rovinato per sempre nel corpo e
può recare all'organismo dei nostri giovani. Per quanto  io  so, fu nel 1877 al Congresso degli igienisti a Norimberga,
tutto va alla peggio, e il piroscafo diventa un inferno,  io  credo che il Galileo abbia avuto la sua il giorno dopo di
imminente dalla misteriosa creatura che l'amava. Mentre  io  sorbivo il caffè egli guardava il cielo per il finestrino,
e dei motivi che lo indussero a questo studio. "Quanto più  io  contemplavo, egli dice, le opere d' arte che mi stavano
quando dopo tante esitazioni mi provai a passare le Alpi,  io  sentii dall'affollarmisi attorno di infiniti oggetti che
a diventare oscuro e poco per volta la macchia scompare."  Io  era nell'arsenale di Torino quando si è fuso il primo
che mezz'ora dopo l'impressione di quella luce vivissima  io  continuavo a vedere dinanzi a me ad occhi chiusi, una
con dei capelli neri ed un giubbetto rosso scarlatto.  Io  la guardai fissa nella luce crepuscolare, mentre stava
sue idee e delle sue simpatie intellettuali, soleva dire: -  Io  tengo sempre tre libri sul tavolino da notte: Dante, il
misteri del popolo di Eugenio Sue. Sul piroscafo, peraltro,  io  non gli vidi mai altro in mano che Gli amori
altri a fare bagno, a dormire, a scrivere o a rilisciarsi.  Io  seguitai quel giorno la signorina di Mestre che andava con
di guardare, dando in una risata. Oh mostro non mai veduto!  Io  non riconobbi subito una creatura umana in quella informe
infinita. L'agente si chinò per richiamarlo in vita, ed  io  lo lasciai all'ufficio pietoso.
 io  rimasi quasi solo, stupito che, dopo aver tante volte
nelle regioni più alte e loro riescono fatali.Simili fatti  io  aveva osservato già prima sulle Alpi; ma in nessun luogo
il diritto pericoloso di esser giudice di me stesso,  io  credo che questo libro sia onesto, e che la sue lettura
natura ci ha concesso larghe gioie nel mondo dei sensi, ma  io  ho dimostrato che le gioie maggiori sono quelle conformi
coscienza, non hanno potuto mai vedere e sentire il loro  io  nudo, isolato, sospeso davanti al triplice regno della
 Io  mi ricordo bene che, osservando più che gli altri me
migliori rimedi, per temperare una fantasia troppo fervida.  Io  l'ho tenuta tranquilla per molti anni, dandole ogni giorno
congiunto allo studio della fatica. Quando nel 1873  io  arrivai nel Laboratorio di Lipsia, ebbi ancora tempo di
invaghire qualunque novizio: e quelle prime esperienze che  io  vidi fare dal professor Kronecker a Lipsia, mi rimasero
dove pendeva da un gancio un grosso vitello sparato. Quando  io  arrivai, c'era già il Commissario, circondato da quindici o
ottenne un po' di silenzio, e una donna sola parlò.  Io  non vedevo altro che una capigliatura scarduffata e un
del sangue nei fenomeni dell'attenzione. Tra i fisiologi  io  sono uno di quelli che si occuparono con predilezione di
dei fatti naturali, ci suggerisce che deve essere così, ed  io  non conosco alcun fatto che contrasti con una tale
incaricati di provvedere alle secrezioni delle ghiandole,  io  ritengo probabile che vi siano pure nel cervello dei nervi
per la terra in cui non poterono o non potranno vivere,  io  non v'ho mai amati, non ho mai sentito come quella sera che
senza volerlo ci rallegriamo anche di sentire il nostro  io  che vede, ascolta o pensa. Tutti i sentimenti poi che
descrisse Dante il volo delle colombe ed  io  ho pensato spesso a questi versi nelle lunghe ore che
pareva indifferente pure ai grandi spettacoli della natura.  Io  non gli vidi passare nemmeno un lampo sul viso, quella
temere un pericolo grave, e tutti lo temettero, trovandomi  io  sulla piazzetta, vidi il mio vicino di dormitorio voltarsi
uscire la morte. S'erano detti a vicenda con gli occhi: -  Io  so che non t'importerebbe nulla di perdermi, tu sai che
indifferente al tempo come i prigionieri condannati a vita.  Io  non mi sarei maravigliato affatto se avessi inteso dire da
quale nel lavoro intellettuale si esaurisce il cervello.  Io  provo ogni giorno l' influenza che esercita sulla fatica la
in parte dalla mia costituzione, e più che tutto perchè  io  faccio scuola alla buona. Nel principio del mio libro sulla
ho già descritto gli effetti gravi che però provo anch’  io  nelle lezioni solenni. Mi ricordo di notti insonni passate
lo pregai di fare la sua prima lezione in vece mia, perchè  io  dovevo andare a Roma. Siccome si trattava di un argomento,
era laureato appena da un anno, ma egli è tanto capace che  io  non ho temuto di metterlo a questo cimento dinanzi ad un
lo sviluppo e le localizzazioni dei centri della parola. Ma  io  mi sforzava indarno di dominare il tremore della mano, e il
mise in mano alla bimba, dicendo: - Ciapa, vissare, ti to  io  metterà sto inverno.... quando mi....
- Sa chi è quello lì? Sa chi è quella signora? - Ma  io  non potei dargli retta subito, perchè un altro personaggio
Tutt'a un tratto tacquero, e pochi minuti dopo, mentre  io  uscivo, uscivano essi pure, vestiti di tutto punto, e
senza guardarmi. Non posso dire la pena che ne provai.  Io  non avevo pensato allo stato d'animo in cui era naturale
ai loro danni, e autori primi della loro miseria. Per essi  io  ero un rappresentante di quella classe. E neppure avevo
perchè temo di cadere". Ma lasciamo questo triste ricordo.  Io  credo che il professor A. Budge soffrisse in legger grado
scoppiare dalle risa e che capiva lui solo. Egli mi diceva:  io  vedo il foglietto come si vede la falsa riga, e so
voce. E il mio foglietto lo rammento così bene, quantunque  io  l' abbia in tasca, che so quando arrivo nel parlare in
per le strade e mangiassero tutti insieme sulla piazza.  Io  potevo dunque immaginare che razza di cronaca quotidiana ci
e di buono, formerebbero certo un libro utilissimo, che  io  credo non sia stato ancora scritto. Accade alla maggior
scuola come mezzo di educazione fu per me un semplice zero.  Io  fui incapace durante tutta la vita di vincere le difficoltà
ne ha un avvocato od un medico di forza comune, a quanto  io  credo, ma non di più". Un uomo che si credeva in così
tutto di un tratto e diceva : credo che bisogna che  io  mi fermi". Darwin durante quarant'anni non ebbe mai un
della verbale filosofia, e della volgare medicina".  Io  non credo di esagerare affermando, che gli intenti
De motu animalium del Borelli. Basta per provar ciò che  io  rammenti alcune parole che stanno nella introduzione di
venuto in Italia col proposito di imparar l' italiano.  Io  non potevo naturalmente sconsigliarlo e invece di
così mi ritirai un momento nella mia camera per riposarmi.  Io  speravo che l'aria libera avrebbe giovato a distrarmi: ma
che in altre circostanze non mi avrebbe certo affaticato,  io  ritornai a casa come disfatto e ho dovuto mettermi disteso
solo perchè non si può assolutamente provare che godano,  io  vi dirò che in istretta logica non si può dimostrare che
altrettanta industria incastrano nei loro periodi. Nessuno  io  credo improvvisa od inventa: neppure i genii hanno la
tentare l'ingegno suo, per non apparire se non perfetto, ed  io  ne ho alcuni di sua mano trovati in Fiorenza; dove, ancora
mi bastasse il tempo  io  vorrei scrivere un libro col titolo: Genio e fatica. lo non
me parve essere la migliore. Ma per quanti studi biografici  io  abbia letti intorno a Göthe, mi parve sempre più che fosse
benevoli verso di me, o per lo meno riconobbero che  io  aveva talento poetico ed inclinazione. Eppure i miei
 Io  però non capivo ancora come a bordo fosse possibile
altro rimedio che di non pensare, come le bestie. Ebbene,  io  mi metto qui, immobile, a guardare il saliscendi di quello
non penso più a niente e non mi annoio più. No gh'è atro. -  Io  diedi in una risata; ma egli rimase serio, e tornò a
sino a produrre delle scottature ed escare sulla cute.  Io  sono stato chiamato parecchie volte dagli istruttori e dai
sulla natura e sulla causa di siffatta maniera di violenze.  Io  ne posso fare testimonianza. "Tuttavia questi modi di
la ragione ed il cuore repugnano. Leggendo questi fatti  io  mi domando se non dobbiamo arrossire di rimanere inerti,
del muscolo è già completamente esaurita. È inutile che  io  avverta che il dottor Maggiora non aveva adoperato in nulla
e d'Orazio: Mario Rapisardi, gloria vivente d'Italia, che  io  non avevo mai conosciuto di persona. E' una dolce
Sicilia egli non si sarebbe mosso più mai e che in Sicilia  io  non sarei forse mai più ritornato. Lessi nei suoi grandi
e che profanazione!... Ma ho forse diritto di protestare  io  che ne fui complice? Era cosI bella di notte, vista da
un senso di ribrezzo, come alla vista d'un assassinio. E  io  me n'andai subito verso prua, senz'aver più il coraggio di

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