(Edgar strappa alcuni rami d’alloro alla bara e li sfronda; poi parte ne lascia cadere a terra e calpesta, parte ne getta sdegnosamente ai soldati e
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ERO, sola. Assorta ne’ suoi pensieri s’avvia verso l’altare.
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(Fedora s’è strappata dal collo la croce bizantina: ne apre vivamente il castone, e ne versa il contenuto nella sua tazza da thè, rimasta ancor piena
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(Mentre Loris se ne va, Lazinski ha terminato il suo pezzo. Tutti battono le mani.)
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(Borov se ne va per la sinistra, stringendo la mano a parecchi signori. – Loris, annichilito, si sorregge alla spalliera del canapè.)
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(Rinuccio dà a Zita il testamento; tutti seguono Zita che va al tavolo. Cerca le forbici per tagliare i nastri del rotolo, non trova né forbici né
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(e il giovane se ne va stirando alto le braccia e sbadigliando).
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(Osaka, il grande amatore di tutte le voluttà, vi si inebria – e Kyoto se ne compiace).
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Oh, suprema e profonda la pietà che a noi ne viene da un dolore vero che sgorga da un’anima umana!
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(Musetta accorre col bicchiere dell’acqua e ne dà un sorso a Mimì)
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Così pure Mimì; – Rodolfo non ne aveva più sentito parlare che da sé medesimo quando era solo.
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(Marcello, Schaunard e Colline centrano nel Caffè Momus, ma ne escono quasi subito, sdegnati di quella gran folla che dentro si stipa chiassosa. Essi
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(Musetta accorre col bicchiere dell’acqua e ne dà un sorso a Mimì.)
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Così pure Mimì; – Rodolfo non ne aveva più sentito parlare che da sé medesimo quando era solo.
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(Marcello, Schaunard e Colline centrano nel Caffè Momus, ma ne escono quasi subito, sdegnati di quella gran folla che dentro si stipa chiassosa. Essi
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Gioconda sola, cupamente assorta ne’ suoi pensieri.
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Gioconda sola, cupamente assorta ne’ suoi pensieri.
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Gioconda sola, cupamente assorta ne’ suoi pensieri.
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Alcune ragazze hanno intessuta una corona e ne recingono la testa del Poeta; poi tutti tornano a sbandarsi.
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(e Uomini e Donne se ne vanno, chi da una parte, chi dall’altra).
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Egli traversa il ponte, e se ne viene a sghimbescio verso l’Hochstoff.
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(infatti è la Wally! A questo grido di sorpresa ne segue un altro di ammirazione)
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Tutti allora danzano intorno alla caldaja in una ridda infernale, né si arrestano che all’appressarsi di Macbeth.
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Goethe dedicò tutta la sua esistenza al Faust e dopo averne fatta una tragedia ne fece un’epopea.
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Cielo, Inferno, Terra, Eliso; eccoti il Nord, il Sud, l’Est e l’Ovest del poema Goethiano; esauriscimi ciò se ne sei capace.
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Segue un momento di tregua; Tigellino se ne vale per ripigliare il racconto.
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(I lumi cominciano a spegnersi nella piazza, per modo che allo spirare del Doge non ne arderà più alcuno.)
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Riccardo da pescatore, avanzandosi tra la folla, né scorgendo alcuno dei suoi.
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(Silva s’appressa lentamente all’avello, ne cava una tavoletta; tutti ansiosi lo circondano)
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(la Maschera, dopo qualche atto di minacciosa collera, s’invola alla comune curiosità, scendendo ne’ giardini)
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(La Maschera, dopo qualche atto di minacciosa collera, s’invola alla comune curiosità, scendendo ne’ giardini.)
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(Arminio fugge. – Carlo scrolla ed apre il cancello, entra e ne tira fuori un vecchio attenuato come uno scheletro)
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(Lida fugge sul verone, ed Arrigo ne serra le imposte, quindi apre la porta)
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Tartaglia fa per parlare, ma per quanto si sforzi egli non può più articolare sillaba né suono: lo scuotono, ma inutilmente)
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Adriana, smaniosa, convulsa, si strappa l’accappatoio, afferra uno scialle dalla poltrona più vicina e se ne cinge gli omeri; poi corre all’uscio di
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Adriana ne cava un mazzolino di viole appassite, lo riconosce e getta un grido soffocato.
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Adriana, lasciato l'astuccio in mano alle attrici, si rivolge a Michonnet, che se ne sta in disparte nicchiando.
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La Principessa entra nel gabinetto; Maurizio ne richiude l’uscio. In quella il Principe e l'Abate appariscono in fondo dietro i vetri.
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Eretta fra le cortigiane, Francesca guarda come trasognata e non sorride né parla.
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Il cancello del Palazzo viene aperto a mezzo, dall'interno, e ne esce l'Assessore del Podestà, scortato da quattro famigli armati.
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Fadinard, fremente di impazienza, apre la scatola. Ne tira fuori un cappello nero guarnito di piume.
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Me ne vado.
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Ma ne occupa tre…
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"Non disturbare""Ne dérangez pas"
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Disonesti, malandrini, farabutti: se ne riparlerà!
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Il vicino ne occupa una.
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Allora egli ha diritto, ed io me ne vado.
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Allora egli ha diritto, allora voglio andarmene. Sì, me ne vo.
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È, o non è, Colui, quello, costui, ne affitta tre: la sua, questa e l'altra.
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Storie! Ha ucciso Re Duncano. Che me ne frega a me di Re Duncano?
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