, silenzioso ma fermamente deciso a non rinunciare alle sue prerogative, c'è il ministro degli Esteri Giulio Andreotti, che intende far valere l'indicazione
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, e tendeva a presentarsi come «uomo del Re»: ma, per così dire, come un Garibaldi investito delle prerogative di un Bismarck. In sostanza egli invocava
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