dalla luce diffusa, e dalla luce riflessa dai corpi vicini. I corpi essendo sempre dal più al meno colorati, la luce che essi riflettono partecipa del
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irregolarmente, ossia in tutte le direzioni, ed è una tal luce, così riflessa, che chiamasi luce diffusa, ed essa è quella che ci fa vedere gli oggetti. Non tutta
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l'immagine che viene a prodursi nel vetro spulito, circondandolo con una tela nera per impedire la luce diffusa esterna, che renderebbe invisibile la
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riparare quest'orifizio in modo, che i raggi obliqui inviati dal cielo ed una troppo forte luce diffusa non vengano ad aumentare in grado troppo forte
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, perchè la luce diffusa dell’atmosfera nel venire sulle lenti dell’oggettivo ha per effetto d’interferire colla luce inviata dagli oggetti cui si
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forte luce diffusa, od anche con una luce artificiale (p. e. quella che si ottiene facendo passare un getto di ossigeno sulla fiamma di una lampada ad
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si conservano al buio, ma basta il contatto di una debole luce diffusa per decomporli, per distruggere l’affinità chimica dominante sopra di essi.
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luce diffusa per alterare sensibilmente il collodio nelle sue proprietà fisiche e chimiche. La pirossilina può infine decomporsi anche quando essa
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ad una luce diffusa non troppo forte se il collodio è iodurato con ioduro di cadmio. La quantità di collodio che essi contengono è sufficiente per
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penetrare in esso. La luce diffusa del giorno è bianca, e basta una piccolissima quantità di essa per impressionare lo strato sensibile. La luce, che viene
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esso sia persino rasentato dai raggi stessi del sole. Ciò fa sì, che le lenti di esso trovinsi sempre esposte ad una luce diffusa assai forte, e
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quali possono far macchiare la prova nel fissarla. La prova ben lavata si può portare alla luce diffusa del giorno per fissarla con iposolfito di
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nella camera oscura può introdursi molta luce diffusa, come quando essa non è ben chiusa nelle sue giunture, o vengono usati oggettivi con troppo grande
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La prova che è bene sviluppata e che è ben lavata con acqua potendosi portare in contatto della luce diffusa del giorno senza che si alteri
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sensibile ai raggi della luce come il ioduro d’argento, si può impunemente sensibilizzare ad una debole luce diffusa; ma bisogna dire che è preferibile
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la carta, imperocchè la luce diffusa è già capace di colorire uniformemente la parte del foglio che si scopre, se l’operatore tarda di troppo a
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alla luce diffusa del giorno, il risultato finale è sempre lo stesso, sol varia il tempo in cui si accusa, e si compie il progresso della
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’ioduro d’argento, che è infinitamente più presto alterato dalla luce, che non il cloruro. Basta un’esposizione di pochi secondi alla luce diffusa del
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differenza riguardo all’indebolimento delle tinte, sia che l’impressione sia stata fatta dalla lenta e continuata azione di una debole luce diffusa, o dalla
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comodamente in una camera debolmente illuminata dalla luce diffusa del giorno, ed è una precauzione soverchia quella di taluni i quali, per fissare le loro
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al sole, e per un’ora alla luce diffusa. Dopo dell’azione della luce l’immagine non deve ancora essere visibile; nel caso opposto è segno che l
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mezzo della macchina a copiare basta l’esposizione al sole di uno a quattro secondi ed alla luce diffusa il tempo varia tra alcuni secondi ed un minuto.
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