Applichiamo l'equazione unidimensionale di Schrödinger al caso di una particella non soggetta a forze, e libera di muoversi da a .
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equivale, quando si assumano per le a le espressioni (267), alle quattro equazioni seguenti (equazioni diDirac per l'elettrone non soggetto a forze):
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Perciò noi attribuiamo alle forze in generale (come agli sforzi muscolari, che, soggettivamente parlando, ne costituiscono il tipo) il carattere di
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ma i principii sin qui stabiliti nulla ci dicono sugli effetti dinamici dell’azione simultanea delle forze considerate. Occorre quindi fissare
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’esperienza volgare che tutti i movimenti, non mantenuti con appositi dispositivi (forze), tendono ad estinguersi. È soltanto per astrazione che si giunge a
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17. Equilibrio di un punto materiale. - Si dice che un punto materiale è in equilibrio o che le forze che lo sollecitano si fanno equilibrio, quando
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Un punto in quiete è certamente in equilibrio; ma, non reciprocamente, giacché le forze agenti su di un punto possono benissimo farsi equilibrio
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di forze del tipo (9), poiché tali si possono ritenere, nella grande maggioranza dei casi, le forze che si presentano in natura.
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24. Campi di forza. - Prima di proceder oltre, conviene aggiungere alcune considerazioni sulle forze posizionali.
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Vi sono invece alcune forze naturali che non si presentano mai come motrici. Tali forze assumono il nome di resistenze passive: forme tipiche sono le
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In base ad una elementare proprietà degli integrali definiti si generalizza alle forze variabili il teorema c) stabilito al n. 2 per il lavoro delle
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talché, confrontando due forze costanti F1, F2 per lo stesso cammini s del punto mobile, avremo
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di quantità di moto del punto nel medesimo intervallo di tempo La scuola del Des Cartes sosteneva, in contrasto coi Leibniziani, che le forze vanno
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onde per due forze F 1, F agenti per un medesimo tempo t,risulta effettivamente
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compie nella teoria delle percosse un ufficio analogo a quello che, nello studio delle forze ordinarie, spetta all’equazione fondamentale della
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, velocità (di varie specie), accelerazioni, e poi, più di recente, le grandezze che potremo dire dinamiche: forze, masse, forze vive e lavori, potenze
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Un lavoro L (somma di prodotti di forze per lunghezze) sarà un’espressione omogenea del tipo:
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Il fatto che il funzionamento di ω è a ritenersi univocamente individuato, quando sono assegnate le varie forze direttamente applicate, si traduce
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Notiamo infine che, quanto alle dimensioni, il coefficiente di attrito, come rapporto di due forze, è un numero puro.
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b) Punto materiale attratto verso le facce di un cubo da forze perpendicolari alle facce e crescenti colla distanza.
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Ora se, come già pocanzi si è supposto, agli eventuali vincoli sussistenti fra i punti di S si immaginano sostituite le rispettive forze vincolari
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dove le somme vanno estese a tutti e soli i punti x, y, z di S, cui sono effettivamente applicate forze esterne (attive o vincolari).
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eventuali vincoli sussistenti fra i punti di S si immaginano sostituite le rispettive forze vincolari, il sistema si può risguardare come costituito
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Supponiamo, infatti, che un solido S sia sollecitato da certe forze esterne F soddisfacenti alle condizioni cardinali
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al solido S, supposto sollecitato da un dato sistema di forze, le condizioni cardinali, necessarie e sufficienti per l’equilibrio, bisogna annoverare
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In ultima analisi, la (2) non costituisce alcuna restrizione per le forze attive F , ma serve semplicemente a individuare la reazione Φ del punto
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necessaria e sufficiente per l’equilibrio sarebbe data dall’annullarsi del momento delle forze attive rispetto all’asse (n. 8). E qui ci possiamo appunto
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e di qui e dalla (6) consegue intanto che per l'equilibrio del nostro solido è necessario che le forze attive soddisfacciano alla condizione
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le condizioni che esprimono che per ogni nodo A è nulla la risultante delle forze direttamente applicate ad esso e delle ΨAB, Ψ CA,… che il nodo A
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ciascun nodo intermedio P i (i = 2, 3,..., n-1) agiscono tre forze, cioè la F i , e le due forze provenienti dalle due aste P i-1 P i e P i P i+1, che
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che il sistema delle forze esterne sia vettorialmente equivalente a zero e che inoltre sia nullo, per ogni singolo nodo, il momento risultante delle
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necessaria e sufficiente per l’equilibrio di un tratto AB di filo flessibile e inestendibile, sollecitato esclusivamente da due forze F 1 , F 2 applicate agli
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precisamente come se il filo, libero e in assenza di ogni altra forza, fosse teso da due forze applicate agli estremi.
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Ciò posto, immaginiamo che il corpo S sia mantenuto in equilibrio da certe forze applicate a punti delle facce terminali σ1, σ2 e da una certa
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Uguagliando a zero il momento risultante rispetto a P di tutte le forze esterne agenti sulla fetta, otteniamo la seconda equazione indefinita
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Quanto poi al momento risultante di codeste forze che, per fissar le idee, ci proponiamo di calcolare nel punto P', ricordiamo che per le forze
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la quale esprime appunto l'annullarsi della risultante di tutte le forze esterne agenti sulla porzione considerata del corpo S.
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la quale dice precisamente che è nullo il momento risultante rispetto a P' di tutte le forze esterne applicate alla porzione considerata di S.
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In questo caso vengono a coincidere i due punti Q 1 e Q n (del poligono delle forze.
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e il lavoro complessivo delle forze attive per un qualsiasi spostamento virtuale δP i del sistema sarà dato da
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'): Se un sistema di forze attive applicate ad un sistema materiale è in equilibrio, lo è pure il sistema costituito dalle stesse forze prese in verso
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1° Se ad un sistema Σ di forze attive, atte a mantenere in equilibrio un dato sistema materiale S, si aggiunge una seconda sollecitazione pure atta a
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15. Consideriamo un sistema materiale S, comunque costituito, per cui le forze attive si riducano ai pesi dei singoli elementi.
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cioè si riducono alle componenti X i, Y i, Z i delle forze attive F i secondo gli assi cartesiani.
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9. Un sistema articolato molteplicemente connesso si trova in equilibrio senza che siano applicate forze esterne; intervengono però sforzi interni .
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Ciò posto, sia F la risultante di tutte le forze che sollecitano P (compresa eventualmente la reazione, se vi sono dei vincoli).
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Ne viene che il complesso delle forze centrifughe non reca contributo alle equazioni cardinali, e si può quindi prescinderne.
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La ruota si può risguardare come un solido in moto rototraslatorio uniforme, così che dovranno trovarsi in equilibrio relativo le varie forze ad essa
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Per renderci esatto conto della, questione, specifichiamo le varie forze che sollecitano la puleggia C e l’albero rigidamente collegato, osservando
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valuti il risultante R e il momento risultante M, rispetto ad O, delle forze centrifughe, desumendone in particolare le condizioni sotto cui il sistema
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