Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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potente. Dio, Padre ed educatore dell'Umanità, rivela nello  spazio  e nel tempo la sua legge all'Umanità. Interrogate la
de' numeri erano due (quanto a' reali estesi), cioè il puro  spazio  e i corpi, che di novo i Pitagorici confondevano, prendendo
lo scibile e l' ignoranza. La tenebra presenta uno  spazio  dove niente è determinato o definito: la luce, facendo
niente è determinato o definito: la luce, facendo vedere lo  spazio  buio, gli dà le forme e lo determina. Questo ci chiama alla
(3). Il che però non appaga pienamente, chè rimane lo  spazio  figurabile ammesso da Platone come medio tra le idee ed i
un significato più esteso che quello che si restringe allo  spazio  o a' corpi; onde rimane a cercare che cosa sia quest'
geometrica , quando a due tempi disuguali s' aggiugne uno  spazio  di tempo uguale diminuisce, la ragione nella quale sono
a farsi: la prima, che altro è il luogo , altro lo  spazio  . Il luogo è una determinata parte dello spazio considerata
, altro lo spazio . Il luogo è una determinata parte dello  spazio  considerata in relazione dei corpi reali o immaginarii, che
relazione contenuta nella categoria «pros ti», laddove lo  spazio  è, sotto un certo aspetto, assoluto. Forse i greci non
una parola che significasse l' equivalente del nostro  spazio  puro ed assoluto, perocchè «diastema», non significa
perocchè «diastema», non significa spazio, ma intervallo, o  spazio  limitato. S' avvicina però a significare lo spazio puro la
o spazio limitato. S' avvicina però a significare lo  spazio  puro la parola «ekteneia», che vale estensione, benchè in
più forza di significare l' atto dello estendersi, che lo  spazio  esteso; e così pure la parola «syneches», che suona
fermarsi al luogo che si predica de' corpi, anzichè allo  spazio  illimitato che non si predica de' corpi. E tuttavia tra lo
illimitato che non si predica de' corpi. E tuttavia tra lo  spazio  illimitato, e il luogo (spazio relativo), c' è ancora lo
illimitato, e il luogo (spazio relativo), c' è ancora lo  spazio  limitato occupato da' corpi (spazio limitato), il quale si
non pochi filosofi che il precedettero (1), considerò lo  spazio  ed il tempo come fossero cose della stessa condizione: e
relazione di più cose che si succedono. All' incontro lo  spazio  si concepisce immobile, indivisibile, uniforme, senza
ci viene dalla natura dell' ente intuìto che è fuori dello  spazio  e del tempo «( Psicol., p. 1179) (1) ». Il tempo astratto
quelle nella presenzialità di questo ». 4 All' incontro lo  spazio  ha egli natura di concetto intellettivo? Quei filosofi che
l' asseriscono come Kant (1), confondono il concetto dello  spazio  collo spazio. Che lo spazio abbia un concetto come l' hanno
confondono il concetto dello spazio collo spazio. Che lo  spazio  abbia un concetto come l' hanno tutti i corpi, ciò è
come l' hanno tutti i corpi, ciò è indubitato; ma che lo  spazio  stesso sia un concetto, questo è falso. 5 Kant dice che
avrebbe creato lo spazio. Niente di ripugnante in ciò. Lo  spazio  adunque non è necessario, ma contingente, e creato. Che
Psic. p. 554 e seg.) ». 6 Finalmente Kant crede che senza  spazio  e tempo non si possa pensare, non si possa avere alcun
quali sono per sè oggetti, e sono tuttavia immuni da ogni  spazio  e da ogni tempo. Dal quale errore di fatto Kant ritrasse un
in esse se non gli oggetti che soggiacciono allo  spazio  e al tempo, come tosto vedremo (1). Veniamo ora alla
prima tesi si è che « « il mondo abbia cominciato, e che lo  spazio  sia finito » ». Che il mondo abbia cominciato, si prova da
e noi l' ammettiamo pel suo e per altri argomenti. Che lo  spazio  sia finito, Kant lo prova dalla supposizione che egli fa,
Kant lo prova dalla supposizione che egli fa, che lo  spazio  non sia altro che un aggregato di parti, e che lo spirito
di parti, e che lo spirito acquista il concetto dello  spazio  con unire successivamente queste parti. Ma noi neghiamo
queste parti. Ma noi neghiamo affatto che lo  spazio  puro abbia parti, diciamo anche ch' egli è per sè
Onde l' argomento di Kant prova che sia limitato quello  spazio  che è occupato da corpi, o che è segnato dal nostro spirito
via di solidi, superficie, linee, e punti mobili; e questo  spazio  appunto perchè è limitato e misurato non può essere
e misurato non può essere infinito. Ma niente vieta, che lo  spazio  puro come termine di un sentimento fondamentale sia
abbia principio, quanto al tempo, nè confine quanto allo  spazio  » ». E circa i confini dello spazio noi vedemmo che convien
nè confine quanto allo spazio » ». E circa i confini dello  spazio  noi vedemmo che convien distinguere: lo spazio, quale
noi vedemmo che convien distinguere: lo spazio, quale  spazio  puro, non ha confini come dicemmo, e come dimostrano anche
per provare quest' antitesi adduce Kant; all' incontro lo  spazio  occupato dai corpi ha confini, come anco provano gli
kantiano qui si rileva in questo, che ora si parla dello  spazio  quale i corpi limitati lo somministrano all' osservazione
all' osservazione dello spirito nostro, ora si parla dello  spazio  quale è termine del sentimento fondamentale. Si cangia
ciascuna delle quali forze, diffondendosi in un piccolo  spazio  determinato e circoscritto, rimane in qualche modo distinta
« ogni composizione di sostanze non è possibile che nello  spazio  », la quale è gratuita e falsa. Perocchè l' unione dell'
Perocchè l' unione dell' anima col corpo non si fa nello  spazio  (benchè nello spazio si manifesti); ma si fa nella
dell' anima col corpo non si fa nello spazio (benchè nello  spazio  si manifesti); ma si fa nella percezione fondamentale dell'
anche quest' altro « « che tutto ciò che occupa uno  spazio  comprende diversità d' elementi l' uno fuori dell' altro »
sono nulla o qualche cosa? sono enti corporei nello  spazio  o enti fuori dello spazio? Questo è ciò che il nostro
la materia data dalla sensitività, delle due forme dello  spazio  e del tempo. Ma in quanto alla materia egli la lasciava
sforzasse di far apparire più ampio che non fosse il breve  spazio  della prigione dove s' era chiuso da sè stesso, col far per
percezioni di un corpo; e questo legame è l' identità dello  spazio  occupato dal corpo agente in modi sì vari (1), sicchè le
sono diverse pel loro diverso tocco, non pel diverso  spazio  che occupano; le varie parti dello spazio isolatamente
non pel diverso spazio che occupano; le varie parti dello  spazio  isolatamente prese sono indiscernibili dall' uomo, perchè
sono indiscernibili dall' uomo, perchè una parte dello  spazio  è come l' altra, quando non se ne possano distinguere i
se ne possano distinguere i confini e la situazione nello  spazio  totale. Ora, niun sensorio distingue la situazione e i
del proprio spazio, perocchè, come dicemmo, i confini dello  spazio  di un sensorio non sono sensibili allo stesso sensorio;
il modo di conoscere la situazione, ovvero i confini dello  spazio  totale di quel sensorio. Ciascun sensorio non somministra
non la situazione e le parti relative alla totalità dello  spazio  suo proprio, non la situazione e i confini di questa
loro distribuzione nei vari sensorii è identica, perciò lo  spazio  altresì sembra identico, come abbiamo veduto dello spazio
spazio altresì sembra identico, come abbiamo veduto dello  spazio  che occupano le sensazioni del tatto e quelle della vista,
del tatto e quelle della vista, due sensi che presentano lo  spazio  più accuratamente disegnato internamente in varie parti. Di
dà la percezione di una forza che si espande in uno  spazio  solo, benchè in quel medesimo spazio si abbiano sensazioni
che si espande in uno spazio solo, benchè in quel medesimo  spazio  si abbiano sensazioni di diverso tocco (2); onde si
somministra solo il concetto della natura o dello  spazio  indefinito . Ma le parti figurate dal termine dei sensorii,
hanno certe sensazioni, che per l' unità appunto di quello  spazio  diventano a noi rappresentatrici dello stesso corpo, dello
ente propria unità, giacchè anche nel continuo qualunque  spazio  assegnabile, essendo fuori degli altri spazi, non forma con
eguali, a tal che esse non differiscano se non per lo  spazio  diverso in cui sono collocati gli organi, pei quali spazi
occupati dai sensorii non si riporta all' anima, ma solo lo  spazio  delle singolari sensazioni; e questa unicità è fondata
ad essa affezione è unico, perchè la differenza di  spazio  e di località degli organi stessi non è riportata nel
compiono, sono eguali di natura e solo differiscono per lo  spazio  diverso in cui si esercitano, il sentimento, ond' esse
sentimento animale non si riportano le differenze di mero  spazio  che abbiano gli organi, le funzioni ed affezioni, ma si
sentimento fondamentale, scevro delle forme relative allo  spazio  misurato, che si estende oltre il suo corpo. Questa
il suo corpo. Questa località, che involge relazione collo  spazio  esterno misurato, gli si rese nota coll' esperienza esterna
o di parti, e perciò senza figura. In questo sentimento lo  spazio  misurato, l' estensione extrasoggettiva ancora non esiste;
a sentirsi, quando noi percepiamo il corpo come uno  spazio  solido, limitato, figurato. Ma noi non percepiamo il nostro
a noi appartenenti, vengano da noi collocate in uno  spazio  solido, unite per modo da riuscirne una superficie sola,
Per spiegare questo, prima di tutto è da concedere che lo  spazio  immisurato sia dato dalla natura all' anima sensitiva,
egli non percepirebbe ancora il suo corpo come uno  spazio  solido, nè distinguerebbe quando la sensazione superficiale
proprie sensioni superficiali in luoghi determinati dello  spazio  solido, e così giunga a comporsi la percezione del proprio
e figurata del proprio corpo, egli va misurando altresì lo  spazio  dell' universo, e acquista la percezione dei solidi
ve n' ha una classe di superficiali , percezioni d' uno  spazio  superficiale. Questi spazi superficiali non hanno località,
in tutti i sensi, prestano all' uomo il sentimento d' uno  spazio  solido determinato. La continuità delle superfici da tutti
l' uomo percepisca il proprio corpo, i corpi esteriori e lo  spazio  con misura; e quindi che: 1) le parti del proprio corpo
a trasmigrare da una in altra forma corporea per lo  spazio  di trenta mila anni «tris myrias horas», fin che sieno
che della pluralità indefinita delle cose soggette allo  spazio  e al tempo, fa riuscire un solo ente fisso, oggetto dell'
quello che noi crediamo di avere dimostrato, essere cioè lo  spazio  un termine costante e naturale dell' anima umana (2). Egli
. Egli dice con somma acutezza e proprietà che lo  spazio  « « senza senso di toccamento si tocca, opinabile in una
(ella risponde alla nostra cognizione soggettiva ), ma lo  spazio  pure non si vede come cada sotto ai sensi; neppur si vede
non potendosi trovare semplice, quindi rimane che lo  spazio  debba appartenere alla forma dell' anima sensitiva, la qual
di simile a ciò che propose Kant, quando questi chiamò lo  spazio  forma del senso esterno. Ma noi abbiamo veduto in che
in che consisteva l' errore di Kant, cioè nel fare dello  spazio  una forma soggettiva, anzichè un termine del sentimento
dunque l' uomo, come essere sensitivo, la forma dello  spazio  a sè connaturale nel modo detto, accade che gli sia
si fa tutto ciò che è un soggetto alla generazione, si è lo  spazio  , il quale è quindi a Platone come una cotal forma dell'
divisibile circa i corpi, cioè di spazio. Ma neppure allo  spazio  attribuisce Platone veramente moto locale, somigliante a
una parte tocca il mondo ideale, e dall' altra attinge lo  spazio  ed appresso il corpo, senza che questi suoi termini sieno
il quale a tutto il corpo sensibile si estende, ed allo  spazio  illimitato altresì, convien dire che all' estensione
Ma noi abbiamo spiegato tali fenomeni ricorrendo: a ) allo  spazio  illimitato, termine immediato del sentimento fondamentale,
la contraddizione non è che apparente, è prima di tutto lo  spazio  che coll' immaginazione s' intromette in una cosa semplice
s' intromette in una cosa semplice e immune affatto di  spazio  com' è il mondo metafisico. Pare dunque per un gioco d'
il quarto, se la generazione si sparte in due), cioè lo  spazio  , onde le entità matematiche che, secondo lui, erano
dei due estremi elementi dell' anima, deva significare lo  spazio  puro. E benchè prima d' ora non mi fosse mai occorso alla
dell' anima umana, già da buon tempo mi ero convinto che lo  spazio  immensurato dovesse essere uno de' due termini essenziali
anima, contenuta «( Antrop. 94 7 97) ». Ora posto che lo  spazio  puro sia uno degli elementi dell' anima, non ha più
formato nell' anima. Poichè, come dice Platone stesso, lo  spazio  « « presta la sede a tutto ciò che si genera »,
la nutrice della generazione, [...OMISSIS...] , laddove lo  spazio  n' è la sede, [...OMISSIS...] , cose che fa meraviglia
Ma egli è difficile a dirsi come Platone concepisca questo  spazio  nell' anima scevra ancora dal corpo, se, come l' abbiamo
due cose), una forza attraente: e dice esser materia lo  spazio  preso come intervallo tra le grandezze. E quantunque al
di contrapposto a ciò che è sempre il medesimo , poichè lo  spazio  puro non mutandosi, non è diverso da sè stesso. Conviene
dell' anima, che Platone chiama «thateron», non sia lo  spazio  puro, ma con qualche aggiunta. Ponendo egli dunque la vita
ogni movimento nell' anima, convien dire che insieme collo  spazio  egli desse all' anima un sentimento soggettivo proprio
crediamo che si possa concepire il diverso di Platone; lo  spazio  percepito come un termine diverso dall' anima, consociato a
finiente nell' immensurato spazio, questo stesso  spazio  viene in certo modo ad essere tutto animato, e nella
sia il sentimento soggettivo, che s' estende a tutto lo  spazio  immensurato, s' intende, come Dio poteva, anche prima di
quasi screziandolo di diversi istinti relativi allo  spazio  in cui finiva, e con questi disegnare nello spazio stesso
allo spazio in cui finiva, e con questi disegnare nello  spazio  stesso de' luoghi diversi, con proporzioni tra loro di
uno. La pluralità dunque delle parti assegnabili nello  spazio  non esiste se non nell' anima, e neppure ciascuna di esse
e come essi rispondano ai due termini dell' anima, cioè lo  spazio  sentito per natura, e l' idea universalissima; rimane a
e dell' altro termine, non può avere il sentimento dello  spazio  senza che lo percepisca anche coll' intendimento; onde in
costitutivo ripiegando questi due in uno, e riunendo lo  spazio  e l' idea, fa che quello sia abbracciato da questa, il che
viene a dire, che la percezione intellettiva abbraccia lo  spazio  sentito e la sostanza media (3), giacchè solo per questa
Primieramente essendo nella sostanza dell' anima lo  spazio  immensurato, c' è il luogo dove Iddio poteva collocare il
rimane ancora, al di là di tutto il cielo visibile, uno  spazio  infinito occupato dall' anima, dove non dice Platone se ci
dell'analisi sociale, quella volta azzurra diviene uno  spazio  senza limite: quelle minute scintille divengono un popolo
le cose che sono in sè divisibili e molteplici, come lo  spazio  e il tempo, la mente le unifica, e in due modi,
la natura del sensibile e quella dell' intelligibile d' uno  spazio  infinito, onde l' una non può passar mai ad esser l' altra.
potendosi vedere che abbia a fare il moto circolare nello  spazio  colla contemplazione dell' eterno bello e dell' eterno
ultimo, a cui ogni natura finita tende, contiene tutto lo  spazio  che costituisce il Mondo, quasi d' intorno fasciandolo,
chiami il fine di questa, come pure quella che contiene lo  spazio  , e come, con una maniera figurata tolta da' Pitagorici,
riponeano i numeri, per indicare che sono immuni dallo  spazio  e dal tempo. Non essendo dunque la materia un chè, se non
mentre il reale soggiace talora alle condizioni dello  spazio  e della materia; che l' ideale è immutabile ed impassibile,
perchè l' idea non essendo soggetta alle leggi dello  spazio  e del tempo può applicarsi se vogliamo parlar con Dante « -
casa che adorna la piazza pubblica della città, che occupa  spazio  e che si compone di calce e di sassi. E quantunque possano
trovate, non l' avrebbero fatto però che dopo lungo  spazio  di tempo; quando, per la necessità che di quelle verità
di tutte le rivelazioni fatte precedentemente per lo  spazio  di quattro mila anni agli uomini, corrispose la rivelazione
l' umana mente, astretta ai confini del tempo e dello  spazio  dal proprio suo modo di conoscere, non sappia comprendere
, cioè con un atto semplicissimo, eterno, fuori dello  spazio  e del tempo: ed è l' uomo quello che, essendo soggetto per
che, essendo soggetto per la legge del suo pensare allo  spazio  e al tempo, giudica che Dio operi successivamente e con
mediate le azioni di Dio in quanto sono vestite dallo  spazio  e dal tempo; e che la parola d' immediate si riservi a
si riservi a significar quelle che sono immuni dallo  spazio  e dal tempo. Ma sebbene i cattolici ammettano una
da sè; e poi anche infine trova (mediante l' identità dello  spazio  (1)) che tutte quelle sensazioni gli vengono da un agente
età propria delle volizioni affettive si può assegnare lo  spazio  di sei mesi. Dopo questa età sembra che nasca un vero
cattivi. Quivi dunque l' attività della volontà trova uno  spazio  immenso dove spiegarsi, perocchè quell' elemento buono che
se Gesù Cristo sente il proprio corpo nella dimensione di  spazio  circoscritta dalla specie del pane e del vino. Non si può
Ora se si risponde, che Gesù Cristo in quella dimensione di  spazio  che dalle specie Eucaristiche è circoscritta non ha il
proprio corpo, in tal caso non si verifica che esista nello  spazio  disegnato dalle specie consecrate il corpo di Cristo:
quand' anco ella non si commisuri a un luogo cioè al suo  spazio  esterno, la qual commensurazione di S. Tommaso viene a
questa verità che risplendette sull' uman genere per lo  spazio  di diciotto secoli sempre facendo progressi dentro alle
confessare che se rapidi furono i loro passi, e grande lo  spazio  percorso; quella rapidità però fu vinta e smarrita nel
che fra lo spirito ed il mondo vi abbia una relazione di  spazio  , il che è falso: quindi la questione stessa è assurda. 6
l' urgenza della passione: nè intese pure che l' avere uno  spazio  di tempo nel quale poter sospendere il giudizio pratico, in
un cuor solo ed una sola vita. E` solamente fuor dello  spazio  e del tempo che può trovarsi l' immobilità del diletto di