Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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«6») Assoluto e relativo  sono  due predicati che si applicano a diversi subietti, e
ed inutile alla filosofia. A questa, i cui studŒ ed amori  sono  tutti collocati nella verità, importa solo, che si separi
la natura e l' arte umana: accorda ad Aristotele, che tali  sono  appunto le leggi e le condizioni di questi agenti quali
Aristotele li descrive; ma dopo di ciò domanda, perchè  sono  tali? E la ragione la trova in Dio; laddove Aristotele a
la materia non è una se non per analogia, ma le materie  sono  diverse secondo le specie degli enti; questa materia è
sul primo perchè, Aristotele sul secondo: le due questioni  sono  diversissime. Platone credette che al filosofo spettasse: 1
stessi principŒ elementari ed evidenti da lui stabiliti,  sono  patentemente assurde. Ma è degno che, di più, s' osservi
Dopo aver dunque Aristotele confessato, che ci  sono  eventi accidentali, che questi essendo incerti non possono
dunque che « « amendue » » (l' accidentale e il vero ) « «  sono  fuori del restante genere dell' ente, e non dimostrano una
libera, e perciò appunto tale che le sue operazioni non  sono  determinate da alcuna necessità? ». Alla quale questione si
dover esserci una sostanza superiore a quelle che  sono  costituite da natura, e questa non appartenere a nessun
Il primo appetibile dunque e il primo intelligibile  sono  la cosa stessa [...OMISSIS...] , sono l' assoluto bello
primo intelligibile sono la cosa stessa [...OMISSIS...] ,  sono  l' assoluto bello [...OMISSIS...] . Ora qui Aristotele
pari la provvidenza di esse: era coerente: se le cose non  sono  create da Dio, nè pure conosciute; se non conosciute, nè
le forme delle cose mondiali che, separate dalla mente,  sono  intelligibili? O che cosa riceve il mondo da quell'
secondo il principio che « « le sostanze singolari  sono  anteriori alle universali e queste non possono stare senza
, talune forme aventi un nome sostanziale, ma che veramente  sono  accidentali, come se cogli stessi elementi corporei si
l' una, in cui tanto il subietto quanto il predicato  sono  entità mentali o ideali, l' altra in cui il subietto è
la qualità di vino e quella di aceto . Aceto e vino  sono  due universali che s' attribuiscono ad un ente mentale che
la ragionedi quelle che si dicono del subietto »(3) », che  sono  le sostanze seconde e universali. Se dunque le sostanze
il mondo. Le materie dunque, ossia le potenzialità,  sono  diverse, in quanto che nel loro sforzo all' atto, cioè
bene, non arrivano che a certi atti ossia forme, a cui  sono  in potenza e non ad altre. Ciascuna materia dunque non può
», come pure la sua contraria « si genera dal non ente »,  sono  vere in quanto s' intenda, che per accidente si genera
o che le somministri le forze. Tutte le forze di muoversi  sono  già insite nella natura; e il Dio d' Aristotele non è che
cioè degli intelligibili diversi, da sè stessa, come  sono  tra l' altre le intellezioni umane , le quali, dipendendo
uomo. Ma le intellezioni umane e l' intellezione divina  sono  ugualmente intellezioni: ancora dunque hanno di comune l'
ha nulla affatto di comune coll' altre cose, le quali non  sono  simili a lui, ma solo analoghe (2). E veramente, se ci
materia o potenzialità: « « Tutte quelle cose, dice, che  sono  molte di numero, hanno materia » », cioè potenzialità « «
natura del primo nè per riguardo all' eternità, poichè  sono  eterni come lui, nè per la condizione d' essere motori
il soggiogato paese. D' altra parte questi motori che  sono  causa de' diversi movimenti degli astri, essendo immobili
Primo, non ricevono alcun moto da questo, e però da questo  sono  necessariamente indipendenti. E non accade così quello
e non determina per ciascuna di esse un' altra natura.  Sono  tutte cause motrici immobili, sono atti puri, intellezioni
esse un' altra natura. Sono tutte cause motrici immobili,  sono  atti puri, intellezioni che hanno per solo oggetto se
riferendola alle parti, che non però allo stesso modo  sono  coordinati i pesci, gli uccelli e le piante [...OMISSIS...]
quant' è al fine, le une dalle altre, pure dice « « non  sono  così fra loro, che l' una abbia a che fare coll' altra, ma
così fra loro, che l' una abbia a che fare coll' altra, ma  sono  ordinate, ad un certo chè » », [...OMISSIS...] . Ma quest'
certo chè » », [...OMISSIS...] . Ma quest' uno finale a cui  sono  ordinate le cose è rassomigliato all' ordine e al bene
il resto dalla sostanza pura, ma, come queste sostanze pure  sono  molte, neppur questo luogo contribuisce a restituire all'
tenda a congiungersi, ma si parla di tanti beni , quanti  sono  gli atti compiuti a cui possono arrivare le diverse cose,
di questi caratteri comuni alle specie di tutti gli enti  sono  le Categorie (3). Se si osserva l' ordine che hanno le
, il quando , il sito , l' avere , l' agire , il patire ,  sono  classi minori: perchè tutte queste sono relazioni . Le tre
agire , il patire , sono classi minori: perchè tutte queste  sono  relazioni . Le tre prime poi si riducono a due, cioè alla
alla sostanza ed all' accidente ; chè il quale e il quanto  sono  classi minori d' accidenti. Onde tutte le dieci categorie
caratteri comuni, di qualunque ente sieno specie, che esse  sono  sempre o sostanza, o accidente, o relazione. Ma poichè gli
In un modo analogico , e la base di questa classificazione  sono  i caratteri comuni alle specie de' diversi enti. Questa
forme di ciascun ente sieno sostanziali, sieno accidentali,  sono  prodotte più avanti verso l' ultima loro perfezione. Ma l'
possa esser nulla di potenziale nè di accidentale, e così  sono  entelechie le prime sostanze motrici dell' Universo. E` da
Così, compartendo tutte le cose in atto e in potenza (che  sono  i due elementi che chiama forma e materia), benchè dica
atti e le diverse potenze, sieno così diverse, che non  sono  une se non per analogia (1): tuttavia, dimentico di ciò,
la quantità maggiore o minore di atto o di forma, che  sono  gli elementi dai quali constano; egli così li classifica,
esistono in essa in potenza. Tutti questi enti, dunque,  sono  così classificati sopra una stessa base secondo il maggiore
che non esistono che come termini d' altri, e quelli che  sono  principŒ: onde non vide l' impossibilità del passaggio
Le diverse materie, ossia i diversi enti potenziali,  sono  in potenza a specie diverse. Ora tra questi enti potenziali
enti potenziali ce n' anno alcuni, cioè alcuni corpi, che  sono  in potenza alla specie ossia all' atto della vita. Quando
. Queste specie o forme sensibili, che nelle cose corporee  sono  unite indivisibilmente colla materia, nell' anima rimangono
la sensazione dunque appartiene all' ordine delle cose che  sono  per sè conoscibili. Ma queste specie sensibili , sebbene
Ma queste specie sensibili , sebbene prive di materia,  sono  particolari: e in questo si distingue il senso dall'
questo gli universali (4). Le forme sensibili che  sono  nei corpi unite colla materia passano all' anima mediante
attualità ulteriore del medesimo subietto. Nella natura ci  sono  degli enti sensitivi, secondo Aristotele, che hanno la
forme intelligibili non hanno più nulla di sensibile, e  sono  per sè universali , sono ragioni. Perciò si dice che l'
hanno più nulla di sensibile, e sono per sè universali ,  sono  ragioni. Perciò si dice che l' anima intellettiva possiede
la natura. Le materie dunque o potenzialità prime che  sono  le corporee, sono diverse. Ogni materia ha qualche forma in
materie dunque o potenzialità prime che sono le corporee,  sono  diverse. Ogni materia ha qualche forma in atto, ed altre ne
dell' obietto e del subietto pensante fa una cosa, e quando  sono  uniti attribuisce all' uno di essi ciò che apparterrebbe
mostra chiaramente di parlare d' una mente obiettiva, quali  sono  le specie; e d' essere medesimamente « « il luogo delle
[...OMISSIS...] , giacchè le specie determinate altrove non  sono  che nella specie indeterminatissima, specie delle specie,
non ripone le entità matematiche tra le cose divine, che  sono  argomento della massima scienza. Poichè egli distingue tre
materia) « « e non immobili; delle matematiche alcune  sono  circa gl' immobili per vero dire, forse tuttavia non
e gl' immobili »(2) ». Questi « « separabili e immobili » »  sono  appunto le forme pure . Continua poi: « « ora tutte le
» » (le separabili dalla materia ed immobili), « « poichè  sono  cause a quelle tra le cose divine che appaiono (3). Onde
cause a quelle tra le cose divine che appaiono (3). Onde  sono  tre le filosofie: la matematica, la fisica e la teologica
E veramente la cognizione e le specie delle cose vili non  sono  vili; benchè poco di bene saprebbe la mente, se quelle cose
la mente, se quelle cose solo sapesse, ma se quelle  sono  ordinate nel tutto del conoscibile, debbono anch' esse
è che nè i sensibili, nè le cose miste di materia corporea  sono  da Aristotele collocate nella classe delle entità divine. E
classe delle entità divine. E nel vero, le essenze non  sono  date dal senso; Aristotele stesso ne conviene in tutti quei
il senso, secondo lo stesso Aristotele? Delle apparenze che  sono  vere solamente come apparenze, cioè relativamente: il che
ci siano degli altri enti oltre i sensibili (6). E in fatti  sono  due cose ben diverse, che sia vero che a me un ente
è vero sempre: il senso all' incontro e le cose sensibili  sono  perpetuamente rimutabili, e se non esistessero che queste,
mi appare questo e questo »; e queste proposizioni  sono  verità nella mente e quivi immutabili e non nei sempre
Platone? E quando Platone diceva che le specie o idee non  sono  le cose, ma contengono l' essenze delle cose, non dice
colmare. Ricorse dunque a dire che le cose intelligibili  sono  nelle sensibili in potenza: le sensibili poi sono in
sono nelle sensibili in potenza: le sensibili poi  sono  in potenza nella materia corporea. Così credette di aver
folla di questioni; ne indicherò quattro: 1 Le specie che  sono  innumerevoli si riducono ad unità, o il divino è diviso e
unità, o il divino è diviso e molteplice? 2 Le specie non  sono  universali? e se sono universali non sono esse in potenza,
diviso e molteplice? 2 Le specie non sono universali? e se  sono  universali non sono esse in potenza, secondo Aristotele?
2 Le specie non sono universali? e se sono universali non  sono  esse in potenza, secondo Aristotele? Come dunque saranno il
per via d' induzione da' sensibili: ma come si formano se  sono  eterne e divine? 4 Le specie sono partecipate dalla
ma come si formano se sono eterne e divine? 4 Le specie  sono  partecipate dalla materia: or come il divino può comporsi
precedettero, di fare che i principŒ sieno contrari, come  sono  le specie in relazione al subietto, perchè lo stesso
primo principio di tutte le cose. Ora, tutti i predicabili  sono  contrari, perchè i predicabili sono sempre d' un subietto,
tutti i predicabili sono contrari, perchè i predicabili  sono  sempre d' un subietto, e però senza il subietto non può
quanto circa le essenze immobili (1), poichè i contrari  sono  predicabili. Distingue dunque Aristotele e qui e altrove
nella materia). « « Poichè se non c' è, quelle cose che  sono  nella materia, sono tutte corruttibili (4). Se poi c' è
« « Poichè se non c' è, quelle cose che sono nella materia,  sono  tutte corruttibili (4). Se poi c' è qualche cosa, per certo
materia, ma non come enti sussistenti da sè. In quanto  sono  nella materia da questa accecate non sono nè attualmente
da sè. In quanto sono nella materia da questa accecate non  sono  nè attualmente intelligibili, nè intelligenti, ma pur sono
sono nè attualmente intelligibili, nè intelligenti, ma pur  sono  intelligibili in potenza. Quando poi si riducono all' atto,
riducono all' atto, per opera della mente in atto, allora  sono  scevre di materia, ed esistono come pure specie, ma non
gli oggetti delle scienze in cui divide la speculativa che  sono  fisica, matematica e filosofia prima. L' oggetto della
riducono tutti a quel primo (3). Questi altri significati  sono  quelli che appartengono alle predicazioni dell' ente. L'
significa partecipazioni dell' ente. Ma queste predicazioni  sono  varie; e alcune sono relative ad altre, come l' ente
dell' ente. Ma queste predicazioni sono varie; e alcune  sono  relative ad altre, come l' ente predicato del quanto, del
poichè la scienza prima tratta di tutti gli enti, in quanto  sono  enti subietti , [...OMISSIS...] , come potrebb' essere una
non si dà scienza, ma si conoscono colle specie loro che  sono  nella mente e col senso. Ma poichè l' essere come essere è
è per sè conoscibile. E poichè le specie dell' altre cose  sono  nella mente oggettivamente presa, cioè nell' essere, perciò
in una sola speciei questi atti, come gli accidentali, non  sono  atti compiuti dell' essere, ma parte di atti e però
dunque trova, che nell' università delle cose, ci  sono  e ci devono essere sempre state queste cinque cose: 1
non potrebbero più esistere gli altri. Questi anelli poi  sono  collegati così, che il seguente è il precedente in atto, e
anima intellettiva è gli intelligibili in potenza, e questi  sono  l' atto di quella. Così costituito e organato l' universo,
stessa, ma solo asseconda e segue il movente. Se dunque vi  sono  cose che relativamente sd altre sono in potenza, queste
movente. Se dunque vi sono cose che relativamente sd altre  sono  in potenza, queste però che sono in potenza, non potrebbero
che relativamente sd altre sono in potenza, queste però che  sono  in potenza, non potrebbero passare al loro atto, se non per
al loro atto, se non per la mozione d' altre cose che  sono  in quel medesimo atto, a cui esse passano. Laonde, se
esistere in altre cose. E poichè la potenza e l' atto non  sono  che un medesimo ente, quindi tutte le cose si continuano, e
che un medesimo ente, quindi tutte le cose si continuano, e  sono  come un ente solo che va passando a diversi stati o gradi
veduto, che Aristotele distingue le specie in quelle che  sono  in natura, e in quelle che servono all' uomo di norma nell'
rimangano nella mente separate dalla materia corporea,  sono  anche forme degli enti della natura (4). Richiamiamo il
tutti gli universali incompiuti, non avendo l' ultimo atto,  sono  da Aristotele dichiarati materia (4). In terzo luogo, non
intelligibili. Gl' intelligibili dunque, per riassumere,  sono  specie e generi, e le specie altre sostanziali, altre
è più atto della specie accidentale. I generi poi  sono  più potenza delle specie, e ricevono il loro atto in queste
pose questo principio, che « « in quelle cose che  sono  scevre di materia l' intelligente e l' oggetto inteso sono
sono scevre di materia l' intelligente e l' oggetto inteso  sono  un medesimo » », [...OMISSIS...] (2). Ma che vuol dire «
ma pure ad una potenza, ed ecco come egli lo fa. I generi  sono  materia delle specie, specie in potenza (1). Essendo,
delle menti, ma come atti di ciascuna mente, e questi atti  sono  primi principŒ . Ma tutti cotesti atti o principŒ si
attività e de' movimenti. Ma se tutte le specie nell' anima  sono  acquisite, come l' anima sarà un principio operante?
abbia un' anima intellettiva, le specie intelligibili che  sono  in potenza nella sua sensibilità, si suscitano in atto nel
in due modi: quindi due dottrine. O le specie sensibili  sono  in potenza ne' corpi così fattamente, che il senso, che le
altro che separarle dalla materia: e in tal caso esse  sono  veramente ne' corpi, unite colla materia. O le specie
ne' corpi, unite colla materia. O le specie sensibili non  sono  punto nè poco ne' corpi, ma coll' azione de' corpi sull'
inesistere ne' corpi bruti talune specie . - Ma che specie  sono  coteste? Non intelligibili. Forse sensibili? Nè pure
dunque nel senziente e non nel corpo. Replica che in questo  sono  in atto, ne' corpi in potenza, perchè l' azione di questi
in potenza. Parliamo dunque chiaro: ne' corpi non ci  sono  in nessun modo forme sensibili, nè pure in potenza; queste
in nessun modo forme sensibili, nè pure in potenza; queste  sono  in potenza nello stesso subietto senziente prima che ci
senziente prima che ci sieno eccitate; eccitate poi,  sono  nel medesimo in atto. Poichè dove le specie sensibili sono
sono nel medesimo in atto. Poichè dove le specie sensibili  sono  in potenza, ivi solo s' intende che possano essere eccitate
altra: [...OMISSIS...] . In questa dottrina i corpi esterni  sono  cause occasionali delle specie sensibili, e le specie
occasionali delle intelligibili. E queste cause occasionali  sono  di quella classe, che noi chiamiamo materiali o terminative
l' anima stessa essere in un certo modo tutte le cose che  sono  » ». - Queste cose, come dice appresso, sono le sensibili e
le cose che sono » ». - Queste cose, come dice appresso,  sono  le sensibili e le intelligibili , a' quali due generi
che tanto le cose sensibili quanto le intelligibili  sono  nell' anima non solo in atto, ma ben anco in potenza: ne
non possono venire le une dalle altre. Oltre di che, se  sono  nell' anima in potenza ed in atto, di conseguente non sono
sono nell' anima in potenza ed in atto, di conseguente non  sono  ne' corpi bruti. Continua dunque: « « Poichè quelle cose
bruti. Continua dunque: « « Poichè quelle cose che sono, o  sono  intelligibili o sono sensibili » ». - Riducendo tutto a
« « Poichè quelle cose che sono, o sono intelligibili o  sono  sensibili » ». - Riducendo tutto a questi due generi, dove
le specie intelligibili sieno poste dalla mente là, dove  sono  le specie sensibili o i fantasmi; e in tal caso le specie
o i fantasmi; e in tal caso le specie intelligibili non  sono  nè pure in potenza ne' fantasmi, se non forse in un modo
mente. Dice anche più espressamente che i sensibili « « non  sono  intelligibili, e che la mente non intende gli enti di fuori
insieme con questa » » (3). Onde nè le specie intellettive  sono  i fantasmi, nè qualche cosa che sia veramente in essi, anzi
nulla può imparare o intendere » » (5), perchè i sensibili  sono  quelli a cui l' intendimento applica l' essere ideale, e
intellettiva la specie della mente, e così s' intendono;  sono  dunque, come diceva Platone, non già le specie, ma la
non già le specie, ma la realizzazione delle specie; queste  sono  la loro parte intelligibile, e l' iniziamento del loro
parte intelligibile, e l' iniziamento del loro essere, essi  sono  il termine d' un tal essere. O conviene considerarli in
E perchè la generazione è una tendenza a queste cose che  sono  eterne, non potendo l' animale terrestre essere eterno
di concetto, ma realmente dai corpi e dai sensibili che non  sono  senza i corpi, si è, che egli insegna, che l' atto della
O sarà diviso il divino, secondo che nelle varie menti  sono  divisi gl' intelligibili? A questa questione che già prima
(3), e 2 i primi principŒ. Gli universali, secondo lui,  sono  intelligibili medii tra' due estremi, cioè tra i singolari
ai singolari, Aristotele insegna che gli universali  sono  indeterminati (4), e hanno natura di materia, cioè di
relativamente alle specie e alle definizioni (5), e non  sono  l' essere delle cose, ma il loro modo di essere; l' essere
come egli esclusivamente li chiama, gli universali non  sono  che entità potenziali, perciò non possono sussistere
la ragione per la quale alcuni degli enti dell' universo  sono  corruttibili, altri poi incorruttibili e sempiterni. « «
se »(i principŒ de' corruttibili e degli incorruttibili) «  sono  i medesimi, in che modo questi »(enti) « sono
« sono i medesimi, in che modo questi »(enti) «  sono  incorruttibili, quelli poi corruttibili e per qual cagione?
perchè hanno materia. Onde « « tutti gl' individui di esse  sono  corruttibili » », [...OMISSIS...] . Ora egli è indubitato
contraddizioni almeno apparenti. Da una parte i generi non  sono  elementi componenti gli enti, laddove la specie è uno dei
generi e l' ente e l' uno, non esistono separati, ma se non  sono  elementi, inesistono però inizialmente negli enti già
molto meno i generi che delle specie si predicano, e così  sono  un loro elemento iniziale. Se sì, la questione è finita,
iniziale. Se sì, la questione è finita, perchè i generi  sono  già nelle specie. Onde invece di domandare: « se i generi
dunque si distinguano accuratamente due significati in cui  sono  presi i vocaboli specie e genere . Talora s' intende sotto
le idee di Platone, si riduce a questa: « « Tali idee  sono  comuni: ma tutto ciò che è comune è indeterminato: ora
può esistere in sè: non possono dunque coteste idee che  sono  specie o generi e però indeterminati, esistere come enti da
rendere gl' intelligibili determinati. In fatti, le specie  sono  quelle che determinano la materia e che la fanno essere « «
la luce è tutt' i colori de' corpi in potenza: ma i corpi  sono  la causa occasionale per la quale i colori della luce si
non si perda di vista che i concetti di potenza ed atto  sono  relativi; e che quello che è atto rispetto ad una data cosa
(1) e questa una è la mente: ma tuttavia queste due cose  sono  realmente indivisibili l' una dall' altra, e secondo il
. La scienza dunque, le idee, ossia gl' intelligibili  sono  potenza relativamente al subietto attualmente intendente, e
Aristotele dice costantemente che l' oggetto della mente  sono  i principŒ, [...OMISSIS...] (2). Ora i principŒ sono
mente sono i principŒ, [...OMISSIS...] (2). Ora i principŒ  sono  anteriori ad ogni dimostrazione e ad ogni scienza
acquisita per natura, cioè per via della mente innata,  sono  dunque gli intelligibili acquisiti, i percepiti
atto d' Aristotele, trovarsi nei principŒ , poichè questi  sono  l' oggetto della mente, e quella si chiama anche da lui
principŒ formali e principŒ materiati . Ora questi secondi  sono  proprŒ «hai de peri ho idiai,» di ciascun genere, e perciò
proprŒ «hai de peri ho idiai,» di ciascun genere, e perciò  sono  molti; i primi all' incontro, cioè i formali, sono comuni a
e perciò sono molti; i primi all' incontro, cioè i formali,  sono  comuni a tutti i generi «hai ex on koinai» (3). Ora tra
e universalissimi, ossia gli assiomi: « « Poichè questi  sono  in tutti gli essenti, ma non in un singolar genere a parte
genere a parte dagli altri. E tutti ne usano perchè  sono  dell' ente come ente [...OMISSIS...] e ogni genere è ente »
la mente in atto, che tragga in atto gli universali che  sono  potenzialmente, secondo l' espressione aristotelica, ne'
di concetto; poichè dice: [...OMISSIS...] . I concetti non  sono  ad un tempo, cioè si pensano colla mente separati gli uni
Arreca in esempio le linee: di linee nulla si compone, non  sono  specie che informino qualche ente come sarebbe l' anima, nè
specie che informino qualche ente come sarebbe l' anima, nè  sono  materia come sarebbe il corpo. Sono dunque concetti che
sarebbe l' anima, nè sono materia come sarebbe il corpo.  Sono  dunque concetti che vengono da altri concetti, cioè dal
, e si pensano come elementi del corpo e però  sono  precedenti di concetto [...OMISSIS...] . Così l' uomo è
«to logo,» separandoli appunto dalla materia, e questi  sono  puri concetti, o ragioni, o, come li chiama, « « concetti
come essenze sussistenti e intelligibili per sè. I primi  sono  relativi ai corpi e ai sensibili e però non possono
possono avere. [...OMISSIS...] . Dice che gli astratti non  sono  separati in quanto ciascuno è questo quale, [...OMISSIS...]
[...OMISSIS...] il che è lo stesso che dire in quanto  sono  una determinata natura non in quanto sono universali, e la
dire in quanto sono una determinata natura non in quanto  sono  universali, e la prova si è che niuno può dire in qual
all' occasione delle sensazioni, benchè essi non  sono  sentiti. Ora le specie intelligibili de' sensibili non sono
sono sentiti. Ora le specie intelligibili de' sensibili non  sono  realmente separate, ma sono ne' sensibili in potenza. Se
intelligibili de' sensibili non sono realmente separate, ma  sono  ne' sensibili in potenza. Se dunque quello che move la
li trae in atto, poichè collo stesso atto dell' intendere  sono  gl' intelligibili posti in atto «hoper symbainei» (l'
atto dell' intendere, allora gl' intelligibili in atto non  sono  diversi da lei, ma sono ella stessa in atto, o certo il
gl' intelligibili in atto non sono diversi da lei, ma  sono  ella stessa in atto, o certo il termine di quest' atto.
da questa intieramente divise, gl' intelligibili non  sono  in esse nè in potenza nè in atto. Ma in relazione colla
che « l' intelligibile è uno di specie »? Quando più cose  sono  uno di specie, allora in ciascuna di esse conviene che ci
che ci sia la specie identica. Se dunque gl' intelligibili  sono  tutti un solo di specie, conviene, che la stessa specie
i caratteri proprŒ della sostanza. Questi caratteri  sono  i seguenti: 1 La sostanza (2) non si predica di alcun
sostanza, limitava il suo pensiero a quelle sostanze, che  sono  in qualche modo mutabili, e suscettive d' accidenti. Ma
l' essere è o in atto o in potenza. Come atto tutte le cose  sono  essere (4). Come potenza l' essere è in potenza tutte le
le cose. Aristotele dice, che gli universali, in quanto  sono  universali, sono la scienza in potenza, perchè l' atto
dice, che gli universali, in quanto sono universali,  sono  la scienza in potenza, perchè l' atto compiuto della mente
luogo di tutte le forme, e così l' essere è quello in cui  sono  poi tutti gl' intelligibili in atto, [...OMISSIS...] .
d' Aristotele e non può essere altro, perchè altro non  sono  le cose in potenza secondo la dottrina del filosofo di
del filosofo di Stagira. Ora perchè l' uno e l' essere  sono  il medesimo, secondo Aristotele, e si predica l' uno come
nelle cose e in sè stesso (2). Rispetto alle cose, queste o  sono  uno per accidente, o per sè. Lasciando noi da parte la
sè. Lasciando noi da parte la considerazione delle cose che  sono  uno per accidente, considerazione puramente dialettica (e
in ciascun genere, che serva di misura per le cose che  sono  in ciascun genere, e questa prima misura è il principium
in potenza, e tutti gl' intelligibili in potenza non  sono  che l' intelligibile universalissimo, l' essere, come
atto dell' intendere se gli mancassero gl' intelligibili:  sono  dunque una cosa il senziente e il sensibile in atto, e l'
«polla kat' energeian», e ciò perchè la potenza e l' atto  sono  il medesimo ente (6). Onde quell' atto che è potenza
albero, o raggi che emanano da uno stesso punto luminoso.  Sono  anche uno obiettivamente, perchè l' essere in potenza
altrove non risiede che nella mente (2). Ora gli enti o  sono  incomposti [...OMISSIS...] o composti [...OMISSIS...] .
» (le specie e i generi), e ciò perchè tutte queste essenze  sono  essere , e l' essere nè si fa nè si corrompe:
un subietto attribuisce un predicato. Dice che alcune cose  sono  sempre composte ed è impossibile il dividerle: altre sempre
altre sempre divise, ed è impossibile unirle: queste  sono  le cose necessarie. Altre talora sono unite, talora divise,
unirle: queste sono le cose necessarie. Altre talora  sono  unite, talora divise, e sono le contingenti.
cose necessarie. Altre talora sono unite, talora divise, e  sono  le contingenti. [...OMISSIS...] . Componendo, la mente fa
e del subietto, [...OMISSIS...] (2). Anche le cose che  sono  in sè divisibili e molteplici, come lo spazio e il tempo,
esistere in più modi, e questi modi nell' ordine del senso  sono  i varŒ sensibili, nell' ordine dell' intendimento sono i
sono i varŒ sensibili, nell' ordine dell' intendimento  sono  i varŒ intelligibili; e quest' uno è il mezzo unico con cui
atto, sotto un altro in potenza. Tutti i sensibili dunque  sono  potenzialmente in un primo sensitivo dell' anima
anima (sentimento fondamentale), tutti gli intelligibili  sono  in un primo intellettivo dell' anima pure potenzialmente
in potenza. Questi enti intelligibili in potenza  sono  uno, costituiscono una perfetta unità, secondo Aristotele,
unità, secondo Aristotele, [...OMISSIS...] . Che cosa  sono  gli enti in potenza ridotti ad unità? Certo non altro che «
la figura e il luogo, occasiona le specie sensibili , che  sono  appunto figure di essi diversamente tracciate nel
specie intelligibili . Tutti gli intelligibili dunque  sono  contenuti e unificati dal primo, l' essere. La loro
causa della moltiplicità. Tutte le intellezioni del pari  sono  contenute e unificate dalla prima, cioè da quella che ha
dell' arte ossia l' idea, e la forma della cosa reale,  sono  forme o specie dette così equivocamente. Non c' era dunque
individuo reale. E che le menti umane sieno tante, quanti  sono  gli uomini, non pare a dubitarsi. Ma si può dubitare se
(giacchè come atti ce li presenta Aristotele) di molti enti  sono  tanti di numero quanti gli enti, eppure della stessa specie
in potenza non può essere eterno », e che « le cose eterne  sono  antecedenti alle corruttibili ». Di che consegue, che « nè
virtù morali e tutte l' altre cose, come mezzi al fine,  sono  ordinate (2), e per dir tutto, l' oggetto della beatitudine
si avvicini al vero. Dice dunque, che « « le sostanze  sono  le prime degli enti e che se tutte fossero corruttibili,
un tale intelligibile si formano le altre menti, che perciò  sono  divine. Tutto ciò Aristotele dichiara così: dopo aver detto
eterno in Dio inesiste. Poichè questo stesso è Dio »(5) ».  Sono  queste le più magnifiche parole, o certo tra le più
dicevamo, di empire una lacuna del sistema aristotelico, e  sono  una confessione del suo intrinseco difetto. Poichè in esse
all' intelligibile stesso. Tuttavia quando dice che alcuni  sono  spinti ad operare rettamente «alogoi ontes,» si può
per la quale non si rendono conto della ragione da cui  sono  mossi. Interpretando dunque a questo modo il brano che
che la mente umana e le specie ultimate della natura non  sono  più, come Platone diceva, che un cotal simulacro di Dio.
delle specie pure di materia, e le specie pure di materia  sono  immobili ed anteriori alle specie unite alla materia:
anteriori alle specie unite alla materia: poichè le specie  sono  la causa formale delle cose, causa incorruttibile ed eterna
del fine e del bene [...OMISSIS...] , poichè tutte le cose  sono  in grazia di questo, [...OMISSIS...] (2). E` impossibile
poichè la causa finale è un termine, in grazia di cui  sono  tutte le altre cose: questo termine non si troverebbe mai,
dia un' anima dotata d' intelligenza e d' appetito (1), che  sono  le cause del moto locale secondo Aristotele (2). Ma come
contemplazione dell' eterno bello e dell' eterno buono:  sono  due parti eterogenee che non si continuano, nè accostate si
cause delle cose generabili devono esser tre, queste cause  sono  già divise, traendo un tale esempio dalla medicina, dove
la parte mossa e non motrice (3). Nell' uomo dunque ci  sono  tutti i motori, e comparativamente anche negli altri
se la parte divina non è che la mente obiettiva, i bruti ne  sono  privi, ma se divina è la specie , tutte le cose ne sono
ne sono privi, ma se divina è la specie , tutte le cose ne  sono  partecipi, sebbene, essendo in esse la specie alla materia
I due principŒ eterni che costituiscono questa dualità  sono  la materia e la forma ; potenza l' una, l' altra atto. Alla
è l' essenza prima. Ora i veri predicabili dell' essenza  sono  le specie e i generi essenziali, ed indicano una qualità,
lo determina; 3 l' idea del subietto determinato. Queste  sono  tre idee, e non c' entra ancor nulla della realità, che s'
ideale determinato, dove già il subietto ed il predicato  sono  idealmente congiunti. Tutto questo è nel mondo ideale.
a tutte. A questa parte, che è chiara in Aristotele, si  sono  tenuti gli scoliasti e i commentatori. Ma tutto questo vale
qui parla degli elementi di questo composto, che non  sono  certamente separabili, cioè la materia, o la forma di
composto. Pure soggiunge, che riguardo alle essenze, che  sono  secondo ragione, altre sono separabili, altre non sono (2),
che riguardo alle essenze, che sono secondo ragione, altre  sono  separabili, altre non sono (2), e sembra che parli di
che sono secondo ragione, altre sono separabili, altre non  sono  (2), e sembra che parli di quella stessa separazione
altra parte dice che tutti gli enti che non hanno materia  sono  semplicemente enti determinati (3). Se sono dunque enti
hanno materia sono semplicemente enti determinati (3). Se  sono  dunque enti determinati [...OMISSIS...] , perchè non
separata, conviene che sia ultimata e non in potenza, come  sono  i generi e gli universali. Quello dunque che assolutamente
uno , che chiamò «prota te physei» (3) e i principŒ , che  sono  lo stesso essere ed uno nelle loro applicazioni, ond' anco
contenere tutti gli enti [...OMISSIS...] , come quelli che  sono  per natura primi [...OMISSIS...] (1). Questa proprietà, di
che in esso tutto si veda contenuto: e però tutte le specie  sono  in lui, ond' anco la mente è detta da Aristotele « il luogo
fanno che riprodursi, perchè tutte le specie sostanziali  sono  ab aeterno in natura, non già separate ma unite colla
quando c' è il fine; e le armature della fabbrica  sono  un ingombro quando la fabbrica è compiuta, e si rimovono;
gli uomini, cioè le forme di tutte le cose, in quanto  sono  pure essenze, prive di materia, generi e specie. Onde, come
ma come Dio nell' uomo conosce le essenze determinate, che  sono  e non sono (5), e però in qualche modo cessano col cessare
nell' uomo conosce le essenze determinate, che sono e non  sono  (5), e però in qualche modo cessano col cessare del
rimarrebbe inesplicabile, salvo però che tutti cotesti Dei  sono  inferiori al supremo perchè appetiti da' singoli astri,
se non in quegli enti che ammettono una definizione (2), e  sono  i composti di materia e di forma, di genere e di
quello che è, di maniera che le pietre e i mattoni, che  sono  gli elementi della casa, non sono più pietre e mattoni ma
pietre e i mattoni, che sono gli elementi della casa, non  sono  più pietre e mattoni ma sono casa, quando hanno ricevuta
gli elementi della casa, non sono più pietre e mattoni ma  sono  casa, quando hanno ricevuta questa specie o forma (1). Ma
essi ricevere. Onde insegna costantemente che tutte le cose  sono  generate da altre aventi la stessa essenza specifica (3),
cosa che leghi e contenga tutte le singole forme, che  sono  diverse da esso: e a queste condizioni la detta connessione
infatti come la materia è nella specie (1), così le specie  sono  contenute nel genere, che costituisce l' unità e identità
differiscono d' essenza ossia di specie (2); i generi poi  sono  contenuti nell' essere, che si dice anche, insieme coll'
che tutte contiene. Se dunque le specie degli enti naturali  sono  eternamente in questi, e quelli che le hanno in atto
produzione le suscitano in altri che non le hanno; e se non  sono  perciò, nè provengono dal primo Motore che è il Buono e l'
guisa d' un artefice, e le specie stesse delle cose non  sono  in Dio, ma nè tampoco la causa efficiente o la forza,
(1): quando le specie o forme delle cose mondiali  sono  e sono sempre state ab eterno nelle cose stesse: e il Dio
(1): quando le specie o forme delle cose mondiali sono e  sono  sempre state ab eterno nelle cose stesse: e il Dio
enti naturali, e a queste non le comunica, ma esse già  sono  ab aeterno negli enti della natura e si trasmutano,
come fine appetito da tutte le cose, in grazia del quale  sono  e operano (3). La forma dunque, che è il divino e il primo
uniti dalla specie o essenza specifica non hanno nome, nè  sono  qualche cosa [...OMISSIS...] : ma quando sono contenuti
nome, nè sono qualche cosa [...OMISSIS...] : ma quando  sono  contenuti dalla specie, quest' uno che ne risulta riceve il
sè, le specie artistiche, dicendo che fors' anco esse non  sono  essenze specifiche, nè alcun' altra cosa è essenza
attualissimo, Iddio. 1 Esse non esistono che in natura,  sono  la stessa natura determinata delle cose corruttibili,
essere le forme o essenze specifiche così limitate, quali  sono  nella natura; ma egli è una sola essenza, l' essenza per
delle cose corruttibili. Queste dunque non si generano, ma  sono  eterne tanto nell' essere attualissimo, prima e perfetta
nell' essere attualissimo, prima e perfetta essenza, dove  sono  indistinte e in modo eminente, quanto negli enti naturali
e in modo eminente, quanto negli enti naturali dove  sono  distinte. Ma gli enti naturali si generano, e quindi le
generati e diventano «tode»; diventano questi enti, che  sono  qualche cosa e hanno un nome appunto perchè hanno quelle
inutilmente le essenze (3), e sostenendo che tali essenze  sono  soltanto nelle cose unite colla materia, e identiche nella
soglia della porta; dove tanto la forma quanto la materia  sono  reali o ideali, o astratti e puramente dialettici,
le sue forme. Apparisce però costantemente che le specie  sono  contenenti, e la materia è contenuta, onde il cercare la
raggiungendo più o meno dell' essere. Poichè tutte  sono  essere [...OMISSIS...] , ma più e meno, secondo che l' atto
elementi materiali, per esempio del fuoco: le materie prime  sono  diverse, e quindi la diversità de' primi elementi. Ora
e quindi la diversità de' primi elementi. Ora questi  sono  in potenza alla composizione: componendosi in varie maniere
perdere la sua costituzione e la sua identità. E questi  sono  un secondo genere d' atti perfetti, ossia d' atti del
perchè tutti gli atti specifici degli enti naturali  sono  eterni, e gli esistenti ne producono altri ed altri per
che ponesse poi molti questi subietti intelligenti, quanti  sono  gli Dei aristotelici e gli uomini, che ricevono e usano
di ragione che risponde al genere degl' intelligibili; che  sono  i due sommi generi in cui ripartì tutte le cose. Ora in
che conduce lo spirito umano ai primi termini che  sono  l' essere, l' uno, il bene, tutti lo stesso sotto altri
le quali separate da ogni materia anche sensibile  sono  tutte per sè ente [...OMISSIS...] ; una facoltà di trovare
(4). Se dunque la mente è de' primi , e questi  sono  conosciuti dall' uomo coll' induzione , è dunque da dire
gli altri? - Confesso che se ne può dubitare ed io stesso  sono  stato su di ciò lungamente dubbioso; ma mi sono in fine
io stesso sono stato su di ciò lungamente dubbioso; ma mi  sono  in fine risoluto a credere che Aristotele, non descrivendo
e al di fuori non ha stimolo sufficiente, chè le sensazioni  sono  intelligibili in potenza e non in atto. Onde Aristotele
senza alcun intelligibile? Di più, tutti gl' intelligibili  sono  nel primo, cioè nell' ente: come dunque potrebbe conoscere
in atto: ma le cose naturali, cioè le loro forme,  sono  rese intelligibili in atto dall' uomo stesso. L' uomo
. Questi dunque, che si trovano per induzione, non  sono  dati allo spirito umano dall' induzione che parte da'
ma immediatamente dall' Essere e Mente assoluta: essi  sono  i più noti per natura, rispetto poi a noi sono resi più
essi sono i più noti per natura, rispetto poi a noi  sono  resi più noti dall' induzione (5): sono quelli che, nello
rispetto poi a noi sono resi più noti dall' induzione (5):  sono  quelli che, nello stesso tempo, rendono possibile l'
o essenza specifica. Poichè tutte le forme , come vedemmo,  sono  essere, e però eterne e divine; ma non allo stesso modo
divine; ma non allo stesso modo dell' essere primo , perchè  sono  l' essere limitato, onde alcune cose hanno più, altre meno
posteriore come identica. Le forme tutte dunque o specie  sono  quelle che chiama «analloiota, apathe,» e altrove «hapla,
dove i Pitagorici riponeano i numeri, per indicare che  sono  immuni dallo spazio e dal tempo. Non essendo dunque la
sconvolgimenti in cui più volte le arti e la filosofia  sono  perite e rinate (1). Vedesi chiaramente che il punto oscuro
e d' aver fatto dipendere dagli elementi delle idee, che  sono  elementi di tutte le cose, il bene o mal essere di ciascun
nel sistema aristotelico, nel quale tutte le forme  sono  eterne e divine, e basta che si dividano, anche questo non
- In quarto luogo , o le specie delle cose naturali  sono  identiche colla prima e suprema essenza, il Motore
colla prima e suprema essenza, il Motore immobile, o  sono  di diversa natura. Se sono identiche, essendo tutte una
essenza, il Motore immobile, o sono di diversa natura. Se  sono  identiche, essendo tutte una specie sola senza differenze,
differenze, perchè si suppone che sieno molte e varie? Se  sono  diverse, perchè non si assegnano le cause delle loro
Aristotele riconosce che molte cose reali diverse di numero  sono  identiche di specie, e molte specie identiche di genere, e
[...OMISSIS...] . Se dunque riconosce che nel concetto  sono  i medesimi, è dunque distinta la specie nella mente, che è
è il concetto e che è uno e comune, dalle specie reali che  sono  più e proprie di ciascun ente. Ci hanno dunque due maniere
di novo alle specie platoniche, di cui i sensibili non  sono  che imagini: e la specie nella mente dell' artefice non
cose reali, a intendere che queste senza di quella non  sono  quali a noi appariscono. Se appariscono c' è entrata già la
corruttibile, la terza è la sostanza immobile: le due prime  sono  l' oggetto della fisica perchè hanno movimento, l' ultima
supremo Motore unico di numero, coi motori inferiori, che  sono  anch' essi menti pure intelligibili ed appetibili, che
alle sfere ed agli astri? Si dovrà probabilmente dire, che  sono  altrettante specie diverse, ciascuna sussistente ed una di
ammetta l' eccezione, s' urta in un altro scoglio. Se più  sono  le menti, ciascuna è una specie, ed hanno un' idea generica
contro il supposto. Se molte idee generiche uguali  sono  nelle menti, queste stesse idee hanno tra di loro qualche
egli non potrebbe avere le idee distinte delle cose che  sono  al tutto così fuori di lui. Vediamo nondimeno dove ci
tutti eterni: il primo di questa serie è Dio, gli altri  sono  sparsi per tutto l' universo e lo compongono. Il primo
essere si contiene ogni cosa che è. Gli intelligibili che  sono  nell' universo lo costituiscono, perchè tali intelligibili
nell' universo lo costituiscono, perchè tali intelligibili  sono  le forme , senza le quali non sarebbe l' universo; chè le
le forme danno alla materia l' essere qualche cosa, e però  sono  cause del suo essere (1). Gl' intelligibili uniti alla
suo essere (1). Gl' intelligibili uniti alla materia non  sono  intelligibili per sè. La materia è potenza, l'
riescono a spogliarsi totalmente della materia, e allora  sono  costituiti in atto puro, separato ed immobile. Quando l'
finimento in se medesima (3), quando le altre specie non  sono  che per la sostanza e però hanno un' esistenza accidentale
paragona al non ente (4). Laonde le sole specie sostanziali  sono  eterne nella natura, e se una di esse non ci fosse stata ab
, in cui le specie accidentali inesistono. Queste non  sono  necessarie alla sussistenza di quella: ma solamente possono
Gl' intelligibili, che la mente umana va acquistando  sono  appunto queste sue specie accidentali; e come la specie
suo oggetto solamente l' ottimo, ma altre cose ancora che  sono  le specie della natura, le quali ella acquista coll'
queste si vedono nelle sensazioni e nelle immagini che  sono  sottratte all' anima insieme all' organo corporale di cui
in potenza, benchè rimangano senz' azione, e ciò perchè  sono  la stessa mente innata. E veramente, che quando Aristotele
dal corpo, si può provare così. Tutti i commentatori  sono  d' accordo nell' ammettere immortale la mente fattrice od
il lume, essendo in atto, rende colori in atto i colori che  sono  in potenza (5), così la mente fa delle specie che sono ne'
che sono in potenza (5), così la mente fa delle specie che  sono  ne' sensibili e nelle cose materiali. La mente in potenza
a se stessa ed è in potenza rispetto alle specie che  sono  unite colla materia negli enti naturali (1). Aristotele si
« la potenza priva di materia di tutte l' altre specie che  sono  nelle cose » » [...OMISSIS...] (1). Dal qual luogo vedesi
che pone Aristotele tra la mente umana, e le specie che  sono  negli enti composti di materia e di forma. Una di queste
s' arrichisce di cognizioni. Le specie dunque nelle cose  sono  identiche a quelle nella mente (2), e sono contenute nella
nelle cose sono identiche a quelle nella mente (2), e  sono  contenute nella mente come in una specie maggiore che è in
poi quando si considera in relazione all' altre specie che  sono  miste di materia e di forma, dicesi da una parte fattrice o
Questa mente passiva poi è atto, quando le cognizioni  sono  acquistate, ma quest' atto non è continuo, ma abituale, e
pervenuta a costituirsi come atto, entelechia, tuttavia ci  sono  delle altre specie sostanziali nella natura che arrivano ad
gerarchia di basso in altro, e i loro principŒ moventi  sono  quattro, [...OMISSIS...] (3), cioè il vegetativo o
sensitivo, il motivo di luogo. Le quali specie sostanziali  sono  così connesse tra loro, che sebbene possano attuarsi in
sguardo. « « Poichè, dice, come gli occhi della nottola  sono  al lume del giorno, così la mente dell' anima nostra a
mente dell' anima nostra a quelle cose che per loro natura  sono  manifestissime fra tutte »(2) », e alla sua vita naturale
rendere a se stessa più note quelle cose, che per natura  sono  manifestissime, ma a noi visibili appena: « « poichè l'
l' apprendere ha luogo così in tutti, mediante le cose che  sono  meno note, a quelle che sono più note »(3) », e ciò per
in tutti, mediante le cose che sono meno note, a quelle che  sono  più note »(3) », e ciò per difetto del nostro occhio e non
l' arte (6): l' uno e l' altro di questi pensieri non  sono  delle cose necessarie, ma delle contingenti (7); ma l' arte
ma i due abiti che hanno per oggetto il vero necessario  sono  la scienza e la mente . Questa somministra a quella i
anche tutte le essenze specifiche prive di materia, che  sono  principŒ degli enti naturali composti di materia e di forma
ancora) (2). Per riassumere adunque, gl' intelligibili  sono  sparsi nella natura mondiale, congiunti alla materia, cioè
intelligenze. Ma cotesti intelligibili sparsi nella natura  sono  limitati più o meno, e niuno di essi è intelligibile
(2). I quali intelligibili separati dalla materia (3),  sono  gli universali; e senza questi non si dà scienza (4).
e senza questi non si dà scienza (4). Questi poi  sono  l' essere delle cose; «to ydati einai» è la pura specie
natura, e che gli enti della natura ne partecipano e così  sono  (6). Aristotele si oppone a questo, e dice che l' essere
limitato che è sparso nella natura, cioè le specie. Queste  sono  essere come quello, ma si distinguono per la loro
chè tutte l' altre entità espresse nell' altre categorie  sono  posteriori ad essa (4). Di questa dunque dee propriamente
più universali contengono le meno universali, e però quelle  sono  principŒ di queste. Se si considerano dalla parte della
comprensivo, e però i più comprensivi ossia meno universali  sono  i principŒ de' più universali (3). Quali dunque sono i
sono i principŒ de' più universali (3). Quali dunque  sono  i principŒ degli enti, universali o singolari? (4). Tale in
che abbiamo già data, e che ripeteremo in altre parole. Ci  sono  delle cose che si predicano d' altre, e queste devono avere
che egli stesso non si predica. Il subietto e il predicato  sono  relativi, e l' uno non istà senza l' altro, onde suppongono
a quella, ma imperfettamente (1). Essendo le specie che  sono  sparse nella natura determinate, distinte ab eterno,
de' Pitagorici e di Platone. Ancora i principŒ, dice,  sono  i medesimi secondo la loro ragione «he to ana logon».
questo fa anche il matematico; ma le entità che ne cava non  sono  separabili e indipendenti dalla materia, e però non danno
ma esistono delle specie unite alla materia, le quali non  sono  universali, se non sono contenute nell' essere. Questo deve
unite alla materia, le quali non sono universali, se non  sono  contenute nell' essere. Questo deve esister dunque come
2 e il trattare dell' universale . Come Dio e l' universale  sono  unico oggetto? Ecco quello che Aristotele non dice che
oscuramente, e dove sta pure il nodo della dottrina. Quante  sono  le essenze, dice, tante sono le parti della filosofia (1).
il nodo della dottrina. Quante sono le essenze, dice, tante  sono  le parti della filosofia (1). L' essenza di cui tratta la
Dio. Ma anche le specie ossia i generi delle cose naturali  sono  essere, [...OMISSIS...] . La filosofia dunque tratta d' un'
non per parti, come fanno le scienze speciali, ma in quanto  sono  essere. [...OMISSIS...] La filosofia prima dunque è scienza
ferma a questo primo universale, bensì va agli ultimi che  sono  l' ente e l' uno, ond' ha per oggetto, «ta malista
e da' sensi remotissimi, che si riducono all' essere,  sono  ciò che è massimamente scibile, [...OMISSIS...] . Ora ciò
(1). Di poi l' universalissimo o gli universalissimi che  sono  ciò che è scibile al sommo grado, è anche quello che
separato dai singolari » » (6), e che gli universali non  sono  essenze sostanziali, e non indicano essere, ma
tutte le specie, separate che sieno dalla materia, le quali  sono  puro ente, ente determinato. Ma quest' esistenza separata
confuse queste essenze separate dalla natura con quelle che  sono  nella natura, ed eterne colla natura stessa (3). Platone
dà tutta la cura di distinguere interamente le specie che  sono  nella natura e da questa passano nella mente umana, dalle
a parte (1). Queste essenze dunque separate dalla natura  sono  quelle che dice lontanissime da' sensi, per sè stesse i
vengono in composizione con alcuna cosa della natura, non  sono  le specie degli enti naturali (2), sono perfettamente
della natura, non sono le specie degli enti naturali (2),  sono  perfettamente singolari, esistono in atto, e non avendo
è l' uno primo causa o principio, pel quale le essenze  sono  uno, il che è pur la dottrina di Platone (4). La prima
è una causa che rende necessarie l' altre cose che non  sono  tali per sè. [...OMISSIS...] , Tali sono i primi,
altre cose che non sono tali per sè. [...OMISSIS...] , Tali  sono  i primi, [...OMISSIS...] , cioè l' ente e l' uno
essere altramente in più modi o diversamente da quel che  sono  (7): non hanno dunque in sè stessi potenza alcuna. Quando
». Alla questione così posta risponde di no: chè non  sono  divisibili in ispecie: stantechè il genere che si divide in
adunque giace nel semplice ed universalissimo: questi  sono  i primi che tutti si riducono ad un primissimo, l' essere ,
causa finale, verso a cui tutti gli enti mondiali  sono  portati per un loro proprio impeto, [...OMISSIS...] , in
de' principŒ e delle cause. Ma questi principŒ  sono  essi singolari o universali? [...OMISSIS...] Ci ha dunque
gli atti, a cui questa potenzialità trapassa naturalmente,  sono  variamente limitati e non sciolti al tutto dalla stessa
stabilire un' altra dottrina. In questo prezioso frammento  sono  proposte le principali questioni, ed esposte le difficoltà
nel che pure non va lontano dalla maniera nella quale  sono  scritti i « Metafisici » aristotelici. Comincia da quelli
d' alcuni, i primi non possono esser raggiunti da' sensi,  sono  intelligibili, diversi da ciò che è nella natura perchè
i detti intelligibili nelle sole entità matematiche, che  sono  punti, linee, figure, ecc.: l' altra essere il numero, che
alle nature inferiori e non composto, quando queste  sono  composte; in una parola « « all' impotenza che hanno queste
sentenza soggiunge: « « Poichè l' ordine, e il finimento  sono  al sommo familiari alle cose eccellentissime » ». Ma oltre
non doversi ammettere; poichè se il cielo e l' altre cose  sono  determinate con ordine, ragione, forme, forze, e circuiti:
nello stesso sapere umano: gli universali, altri  sono  specie, altri generi. « « Ciò che diciamo propriamente
singolare. - Il fine poi da entrambi questi rispetti. Ci  sono  anche alcune cose che sono fine degli universali: poichè
da entrambi questi rispetti. Ci sono anche alcune cose che  sono  fine degli universali: poichè qui sta la causa » ». E dice
numero, o di specie, o di genere, o d' analogia: e questi  sono  altrettanti modi o generi di sapere, ciascuno de' quali ha
della Provvidenza amorevole che veglia sull'umanità:  sono  in essa tesori di dolcezza consolatrice che bastano ad
Famiglia è quella di educare i cittadini: Famiglia e Patria  sono  i due punti estremi d'una sola linea. E dove non è così, la
fraterni ch'esse contengono vengono da un core che v'ama e  sono  scritti colla coscienza del vero. Amate, rispettate la
musicale, disuguali o di natura diversa! La donna e l'uomo  sono  due note senza le quali l'accordo umano non è possibile;
o di letteratura universalmente ammirati! Ambi quei Popoli  sono  apostoli, consapevoli o no, dello stesso concetto divino,
Popoli, funzioni distinte nell'Umanità; ma quelle funzioni  sono  sacre egualmente, necessarie allo sviluppo comune; ambe
le generazioni future, che avete verso quell'anime che vi  sono  affidate, verso l'umanità, verso Dio, la più tremenda
proprio benessere. Per voi, uomini del lavoro, i pericoli  sono  minori; i più fra i nati da voi imparano pur troppo la vita
voi imparano pur troppo la vita dalle privazioni. E minori  sono  d'altra parte in voi, costretti dalla povera condizione
e colla parola. Lo potete com'esempio. "I vostri figli  sono  simili a voi, corrotti o virtuosi, secondo che sarete voi
nei confini delle dottrine filosofiche, come quelle che  sono  intimamente connesse colla questione delle categorie, la
grandissimo aiuto in tale bisogna. E veramente questi due  sono  la chiave degli altri libri che si hanno sotto il nome di «
il discorso ai medesimi argomenti. Ma oltre che questi  sono  rappresentati sotto nuovi aspetti e sotto nuova luce,
(1). A portare un equo giudizio del sistema aristotelico,  sono  al presente rimosse quelle difficoltà che s' incontravano
questi disinganni, queste ire, queste licenze barbariche  sono  passate: ed è per più ragioni desiderabile che oggi si
le questioni che giacciono nella filosofia aristotelica  sono  vitali per lo uman genere, e la grandezza e l' importanza
i labbri, anche di quelli che ne ignorano l' origine, e  sono  confitte, per così dire, in tutte le scienze, principiando
singolari, ma conviene che sieno fuori di questi, se non  sono  che una similitudine di questi (3). Finalmente se gli
il concettualismo (4), nel qual sistema gli universali non  sono  più puri nomi , quasi stimoli fisici che eccitino a pensare
più schiettamente, dichiarando che le idee universali  sono  puri nomi; i concettualisti un po' meno, dichiarandole atti
coll' aria di difensori delle medesime idee, dicendo che  sono  reali; di che consegue, che anche per costoro rimangono in
nome di sistema. Ma l' ammettersi che i generi e le specie  sono  dei reali , senza determinar di quale realità si parlasse,
pensiero potente s' occupasse della questione: dove dunque  sono  e che fanno nel mondo questi generi reali ? rovinasse in un
altra esistenza che quella dei sussistenti, che per vero  sono  i singolari. C' erano dunque tre sole vie per mantenere
un altro, quello del panteismo . Poichè se gli universali  sono  in Dio come reali e sussistenti, non si possono più
cui noi li pensiamo. Di poi , se questi reali e sussistenti  sono  quegli universali di cui partecipano le cose create, dunque
di cui partecipano le cose create, dunque anche queste  sono  composte della sostanza di Dio. Se avessero conosciuto che
da quella delle idee ; perchè composto di sussistenti che  sono  realizzazioni delle idee , non idee. E in questo sistema
Ma se le idee s' unificano in Dio, e di esse in quanto  sono  reali partecipa il mondo, non ci può esser più che una
ch' egli fa nella sua mirabile opera ch' è a noi pervenuta,  sono  una continua protesta contro il panteismo. E nondimeno un'
dal realismo delle idee. Se le idee, la specie e il genere  sono  realità, come si dicono reali le cose sussistenti, e, per
da una parte in Dio che è l' essere reale , e dall' altra  sono  nelle cose colla loro realità (non potendo esserci
(non potendo esserci altramente, essendo reali), e però  sono  la materia delle cose (4): segue che Iddio sia la materia
esser creatrici del mondo . Ma poichè queste stesse idee  sono  nelle cose colla loro realità, di maniera che sono il fondo
idee sono nelle cose colla loro realità, di maniera che  sono  il fondo e la materia delle cose, quindi debbono essere
Infatti, convien dire che le stesse ragioni delle cose che  sono  in Dio, siano create nelle cose, se (non distinguendosi il
di non uscire dalle dottrine della fede, e che non ci  sono  sole, ma mescolate con altre del tutto opposte al panteismo
quei due lumi e quei due cicli d' intelligenza  sono  profondamente distinti, e in pari tempo armonicamente
immaginari, e quindi cadere nei più strani errori: talora  sono  obbligati di conchiudere che Iddio è il nulla, e ciò quando
l' effetto del loro misticismo. Ad ogni modo anche questi  sono  sempre perfetti realisti , nel senso che conferiscono alle
in istato soprannaturale, come quando si dice che i giusti  sono  luce, aggiungendosi: « nel Signore », laddove il realismo
sta nella sentenza di quelli, che quando dicono: « le idee  sono  reali », altro non intendono se non che le idee « non sono
sono reali », altro non intendono se non che le idee « non  sono  un nulla ». A questo modo siamo realisti anche noi, con
a cui dapprima si volge naturalmente l' attenzione umana,  sono  gl' individui reali e sensibili componenti il mondo. Quando
non faccia uso d' idee: ne ha per certo, e ne usa: ma elle  sono  in esso come un mezzo di pensare, non ancora come oggetto
attenzione e della riflessione, perciò inosservate: ci  sono  come non ci fossero pel ragionamento riflesso: le idee in
non si separava ancora l' oggettivo , che per l' uomo  sono  le idee, dal soggettivo , che è la potenza e l' atto d'
ed espositori. Il Tennemann sostiene che le idee di Platone  sono  pure nozioni della mente, fuori della quale non esistano
la cui esistenza nemmeno il nominalismo ha mai negata,  sono  tutto altro che le idee; pure sono reali. Può intendersi
ha mai negata, sono tutto altro che le idee; pure  sono  reali. Può intendersi che esistano nella mente come oggetti
questi oggetti siano reali o ideali ». Se si risponde che  sono  reali , è ancora a domandarsi di qual mente si parli, della
riguardò le specie e i generi, ossia le idee che  sono  oggetti della mente umana secondo il modo proprio della sua
alle idee , onde queste, secondo la teoria dell' esemplare,  sono  categoricamente diverse e anteriori logicamente alla
collo Stallbaum si dovesse assegnare alle idee , quali  sono  vedute dall' uomo, quest' attività di produzione, e non la
sempre Iddio, il «demiurgos», che opera in Platone: le idee  sono  la sua produzione, e riguardando in queste, come in
in Dio. Ma se le idee si considerano in Dio, non quali  sono  nell' uomo e all' uomo appariscono, ma quali sono veramente
non quali sono nell' uomo e all' uomo appariscono, ma quali  sono  veramente in Dio, certo che hanno l' attività di causa,
le cose reali abbiano le idee in sè, ch' esse non ne  sono  altro se non imitazioni, e però servono alle menti di segni
e però servono alle menti di segni delle idee, perchè ne  sono  il realizzamento. Quanto poi alla partecipazione che le
per opera del pensiero; ma anche nel pensiero umano  sono  attive, come sono attive nella natura. In realtà nella
del pensiero; ma anche nel pensiero umano sono attive, come  sono  attive nella natura. In realtà nella natura costituiscono
che Aristotele chiama arte . Le idee dunque per Aristotele  sono  principŒ attivi e non già puri oggetti intelligibili;
Che anzi egli fa della sua forma un sinonimo di atto . Tali  sono  le viste diverse e i principŒ (dai quali svolgendosi, o
puri da materia , ma, nell' una e nell' altra esistenza,  sono  principŒ e cause attive (natura ed arte), e perciò reali.
a ragione che dunque gli universali non esistono:  sono  puri nomi. Coloro la cui attenzione fu più colpita dalla
fu più colpita dalla prima proposizione che « le specie  sono  nelle menti come puri atti », conchiusero a ragione che gli
a ragione che gli universali non esistono in sè:  sono  puri concetti subiettivi e individuali anch' essi. Era
incredibilmente alla filosofia stessa. Tuttavia gli errori  sono  tenaci: lo spirito d' empietà, immortale quanto il genere
così ai danni della filosofia. Il realismo e il nominalismo  sono  i due fianchi dell' ammalato [...OMISSIS...] E veramente,
di queste è un nulla, un puro nome: ecco il nominalismo .  Sono  dunque due formole della stessa dottrina e non due sistemi,
dunque due formole della stessa dottrina e non due sistemi,  sono  due conseguenze dello stesso principio. Questa dunque del
dei libri che ci rimangono col nome d' Aristotele non  sono  autentici, altri non autentici in tutte le loro parti),
(1). Ora i memoriali , scritti per uso proprio, altro non  sono  che annotazioni, tratti, pensieri, consegnati
una divisione scientifica (2). E tra i molti libri che si  sono  perduti d' Aristotele, non possiamo sapere quanti ce n'
numero di significati, senza contare che quelle trenta voci  sono  assai lungi dall' esaurire il suo dizionario filosofico, e
filosofico, e che i significati posti a ciascuna non  sono  ancora tutti quelli ch' egli stesso attribuisce nell' uso
un sistema sta per intero nei principŒ , e le conseguenze  sono  già tutte in essi. Ma la deduzione di queste può esser
è il solo autore del sistema. Se le conseguenze non  sono  state da lui dedotte e nè anco prevedute, a lui non
prescindendo dalle contraddizioni puramente verbali che  sono  la conseguenza dei diversi significati pei vocaboli,
sulla via se erra nelle cose di suprema importanza, quali  sono  quelle che riguardano gli eterni destini dell' uomo. Ma
attribuzioni. Poichè credevano che i singolari, che  sono  nei sensibili, fluissero: e niuno di essi permanesse: l'
disse che le specie si separano bensì colla mente, ma  sono  realmente negli individui reali sussistenti. Essendo nella
danno luogo alla scienza; essendo negli individui reali,  sono  le vere forme sostanziali ed individue di questi. Alla
possano per conseguenza avere nulla di stabile, come pur  sono  le essenze, rispose col fare la materia eterna e
come al bene, acquistassero la specie di cui  sono  capaci. Così credette d' aver trovato due punti fissi e
in cui pretende che le specie stesse, che nella mente  sono  universali, inesistano come particolari negli individui
(1), e nello stesso tempo affermare, che gli universali  sono  nei singolari, è appunto, come dicevamo, e come meglio
poi la forma « « lo schema dell' idea, » [...OMISSIS...] .  Sono  tre dunque i significati della parola subietto , e questo è
quiddità è una specie, «to eidos», ma non tutte le specie  sono  « specie del genere ». Infatti la parola specie s' applica
dell' essere che si predica per sè, vi dirà che l' essere  sono  le dieci categorie, di maniera che l' essere come essere
stesse, se si considerano come realizzate in individui,  sono  singolari e reali. Ma c' è differenza tuttavia tra la prima
involgeva la mente. Poichè 1 da una parte gli universali  sono  necessari a costituire la scienza, nulla sapendo l' uomo
e però si chiama sostanza seconda (4). Ecco dunque che cosa  sono  gli universali d' Aristotele; non sono, nel senso proprio e
sostanze, ousie , come li vuole la scuola platonica: quindi  sono  posteriori alle sostanze (per le quali sempre s' intende la
essere una stessa qualità? Nè varrebbe il dire, che non  sono  le stesse, ma simili : poichè più cose non sono simili, se
che non sono le stesse, ma simili : poichè più cose non  sono  simili, se non hanno almeno qualche elemento uguale .
cose, se pure le cose, per esempio le pietre e gli alberi,  sono  sostanze diverse dalla mente, e non la medesima sostanza
si predicano del pari gli accidenti (1): onde questi  sono  predicati di predicati, e però vengono ad avere una doppia
« primi degli enti », dice che nelle sostanze seconde, che  sono  una classe d' universali, inesistono le prime, come nelle
, sotto l' aspetto della comprensione gli universali  sono  nei singolari, e sotto l' aspetto della estensione i
singolari, e sotto l' aspetto della estensione i singolari  sono  negli universali. Ma convien riflettere, che quando noi
riflettere, che quando noi diciamo, che gli universali  sono  ne' singolari, intendiamo (e non si può intendere
intendiamo (e non si può intendere altramente), in quanto  sono  percepiti o concepiti nella mente, perchè solo nella mente
Dall' essere essi nelle sostanze, argomenta che non  sono  dunque i primi, e che senza le sostanze non ci sarebbero le
contrario? In un altro luogo, volendo provare, che non ci  sono  elementi comuni alla sostanza e all' altre categorie, dice
cioè la specie, in quelle cose che si fanno per natura,  sono  ad un tempo (2). Se sono dunque ad un tempo la materia e le
cose che si fanno per natura, sono ad un tempo (2). Se  sono  dunque ad un tempo la materia e le specie componenti la
da spiegar altro che le cose reali; ma se oltre queste ci  sono  le specie, se ci sono le cose possibili , che non essendo
le cose reali; ma se oltre queste ci sono le specie, se ci  sono  le cose possibili , che non essendo reali pur sono qualche
se ci sono le cose possibili , che non essendo reali pur  sono  qualche cosa, in tal caso, ci sono anche queste da
non essendo reali pur sono qualche cosa, in tal caso, ci  sono  anche queste da spiegare, e così le idee ridivengono
sempre delle cose contingenti. Finalmente, secondo lui,  sono  anteriori le sostanze singolari, perchè, dice, queste sole
dalla materia, ma tutt' insieme. Quei primi principŒ, che  sono  in atto, « « non sono universali. Poichè il principio dei
insieme. Quei primi principŒ, che sono in atto, « « non  sono  universali. Poichè il principio dei singolari è singolare.
dell' uomo è universale, ma non ce n' è alcuno »(1) »; ci  sono  soltanto degli uomini singolari. Quelli dunque sono i
»; ci sono soltanto degli uomini singolari. Quelli dunque  sono  i principŒ, e i principŒ sono anteriori. Ottimamente. Ma
singolari. Quelli dunque sono i principŒ, e i principŒ  sono  anteriori. Ottimamente. Ma questo non prova, se non che il
diverse specie non differiscono di specie o di ragione .  Sono  dunque due le specie, l' una singolare diversa in ciascuno
Confessa dunque, che nell' opere dell' arte le specie  sono  anteriori, ma queste, dice, inesistono nell' opifice, e
d' Aristotele, il quale insegna che la natura , e l' arte  sono  due principŒ motori, l' uno interno e l' altro esterno, e
nè si move » » [...OMISSIS...] , poichè le forme o specie  sono  immobili [...OMISSIS...] . Dunque le specie non sono l'
specie sono immobili [...OMISSIS...] . Dunque le specie non  sono  l' arte , come l' arte non è l' artista, sostanza reale e
in cui tende, è dichiarato più nobile di quelle cose, che  sono  al fine (5). La specie dunque è qualche cosa d' anteriore
non crede di moltiplicar con questo i suoi principŒ che  sono  costantemente tre: la materia, la specie, e la privazione.
e produzioni dell' uomo, che si fanno dietro le specie che  sono  nella mente dell' uomo stesso, e non nelle cose.
ho») e quest' è la specie . La materia dunque e la specie  sono  condizioni di ogni trasmutazione: dunque nè l' una nè l'
nell' artefice, è, ma in un altro modo da quello in cui  sono  le specie nelle sostanze naturali (e certamente anche nelle
nè corrompono: con che confessa di più, che tali specie  sono  privilegiate sopra quelle che si generano e si corrompono,
sopra quelle che si generano e si corrompono, e però  sono  in questo agguagliate a quella che prima avea chiamata « «
suo modo. Platone avea detto, che le cose reali e sensibili  sono  l' altro o il diverso delle specie, e le specie l' altro o
di qui vuol conchiudere Aristotele, che le cose e le specie  sono  relativi indisgiungibili. Avea detto ancora Platone, che le
Avea detto ancora Platone, che le essenze delle cose tutte  sono  le specie , e poichè nominandosi le cose si nominano le
le cose si nominano le loro essenze, quindi le cose tutte  sono  specie; [...OMISSIS...] ; il che ammette e riconosce
che le seconde sostanze, [...OMISSIS...] , quali per lui  sono  le specie sostanziali, si predicano delle prime, cioè delle
essere, secondo Platone, che delle sole cose in quanto  sono  naturali, e non in quanto sono fatte da un artefice
delle sole cose in quanto sono naturali, e non in quanto  sono  fatte da un artefice intelligente: le specie, dunque,
sull' intelletto, si separa, e conchiude che « come le cose  sono  separabili dalla materia, così sono le cose intellettuali »
che « come le cose sono separabili dalla materia, così  sono  le cose intellettuali » [...OMISSIS...] . Quello che si
sostanza seconda, inesista ne' molti singolari e reali, che  sono  le sostanze prime, tutto il contrario dice nel libro delle
dove, come abbiamo veduto, insegna, che le sostanze prime  sono  nelle sostanze seconde o specie; [...OMISSIS...] . Ora
contro lui stesso ad argomentar così: « le specie che  sono  universali non possono esistere ne' singolari reali,
chiusa nella propria realità: ma quando i reali singoli  sono  conosciuti da un intendimento, allora c' è ad un tempo
vien posta dall' intendimento, e non è ne' reali quali  sono  fuori di questo ». Ma pure conviene, che Aristotele ci dica
se si tratta d' una identica e univoca specie. Se dice, che  sono  diverse, benchè simili, in tal caso ricade su di lui la
cos' alcuna l' aggiungere, che le specie dell' intelletto  sono  simili alle specie o forme delle cose reali: poichè lo
questa seconda è inutile «( Ideol. 107, not.) ». Di più, se  sono  simili hanno una specie comune , e intorno a questa
come effettivamente risulta dai luoghi allegati, che  sono  identiche numericamente. Ma questo è impossibile secondo i
poichè se dicesse questo per metafora, intendendo che  sono  simili, che forza avrebbe il suo argomento contro Platone
come il luogo da ciò che occupa il luogo. E se le forme  sono  identiche nell' anima e ne' reali, sono nell' anima anche i
E se le forme sono identiche nell' anima e ne' reali,  sono  nell' anima anche i reali indivisi dalla loro forma, il che
la forma dalla materia, non considera le cose in sè, quali  sono  fuori della mente, ma quali sono nella mente concepite
le cose in sè, quali sono fuori della mente, ma quali  sono  nella mente concepite dall' anima. L' una delle due dunque:
ciò che intende è l' anima intellettiva, ciò che s' intende  sono  le specie. Non si ritrae Aristotele da questa conseguenza,
produrrebbe in tal caso se stessa: oltredichè le forme  sono  in potenza, e questa mente che trae le forme in atto, è per
che, secondo Aristotele, tutte le sostanze mondiali  sono  composte di materia e di forma, ma il loro essere sta nella
nel secondo de' libri fisici. La forma dunque e la materia  sono  unite sì strettamente, che costituiscono un solo essere
. Ora questa materia e questa forma dell' anima  sono  la mente possibile e la mente agente. Queste due menti non
mente possibile abbia ricevuto le disposizioni preambule ,  sono  le specie. Queste adunque sono come il nesso tra la mente
le disposizioni preambule , sono le specie. Queste adunque  sono  come il nesso tra la mente possibile e l' agente, e il
sua unione e aderenza colla mente agente; ma come le forme  sono  atto, dipendono e appartengono a quest' ultima: così la
su cui operare) emette un atto che non avea prima e  sono  le specie: queste dunque sono la stessa mente agente in
un atto che non avea prima e sono le specie: queste dunque  sono  la stessa mente agente in quanto è attiva sulla datale
cioè sulla mente possibile, condizione della quale attività  sono  i sensibili (2). E conviene che vediamo appunto come la
intelligibili: questi dunque, oggetto della mente, non  sono  i fantasmi. Ma gl' intelligibili non sono naturalmente in
della mente, non sono i fantasmi. Ma gl' intelligibili non  sono  naturalmente in atto, ma in potenza: conchiude dunque, che
riceve gl' intelligibili; ma questi intelligibili, quando  sono  in atto, sono lei stessa, perchè essi sono l' estremo suo
ma questi intelligibili, quando sono in atto,  sono  lei stessa, perchè essi sono l' estremo suo atto, o
quando sono in atto, sono lei stessa, perchè essi  sono  l' estremo suo atto, o termine. Onde, di questa divisione,
da sè stessa (2). Ed aveva già prima avvertito, che ci  sono  due maniere di patire [...OMISSIS...] . Onde non è assurdo,
punto in intelligibili. Se dunque gl' intelligibili  sono  nell' anima, e per un atto di questa si attuano, la specie
di cui partecipano le cose reali fuori dell' anima, non  sono  identiche, ed è una metafora il dirle tali, onde ritornano
dell' intendere, allora la stessa mente e la cosa intesa  sono  il medesimo ». Ma tanto è lungi che Aristotele spieghi come
si fanno per l' atto stesso dell' intendere, e  sono  la stessa mente in atto, chiaro è che la mente in atto dee
che [...OMISSIS...] . Poichè se quando gli intelligibili  sono  in potenza, non ci potesse essere una mente, in tal caso la
inteso », partendo dal principio « « che in quelle cose che  sono  senza materia (corporea) l' intelligente è il medesimo che
e a loro applicata, ma in esse veramente, in quanto  sono  fuori della mente, non c' è specie o forma alcuna.
dopo aver detto francamente che la scienza e la sanità  sono  forme e specie e ragioni dello sciente e del sano, non osa
e del sano, non osa poi dire, con egual franchezza, che  sono  loro atto , ma « « come atto, [...OMISSIS...] » ». E crede
e l' intellettivo: l' estrasoggettivo e l' ideale non  sono  subietti, se non dialettici. Se dunque si cerca di questo
subiettivo e traslato, e le idee contemplate, e queste  sono  veramente e propriamente le forme. Da questa confusione
che alcune parti dell' anima sieno separabili, perchè non  sono  atti di nessun corpo » »: a queste parti adunque, o parte,
attribuire la condizione di subietto di quegli atti che  sono  esclusivamente suoi. Ora, se può sussistere, conviene che
universali, egli ha ragione di negarlo, poichè le categorie  sono  tutte più o meno determinate. Prendendo dunque in questo
«nus to panta gignesthai». Le ragioni, che a ciò mi movono  sono  le seguenti: 1) Aristotele dice, che ci deve essere nell'
non come l' attuale contemplazione. Ora, queste appunto  sono  le proprietà dell' essere universale , che sotto aspetti
lo chiama appunto Aristotele. Al modo stesso i generi , che  sono  ciò che c' è in più specie di comune, sono detti da
i generi , che sono ciò che c' è in più specie di comune,  sono  detti da Aristotele materia rispetto alle specie , benchè
« questo sensibile e questo scibile o sciente dell' anima,  sono  le stesse cose in potenza, cioè il sensibile dell' anima è
un sentimento fondamentale , dove si può dire, che ci  sono  in potenza le specie sensibili delle cose sentite (5),
mente è tutte le cose, perchè è le specie stesse, e queste  sono  le cose » » o conviene intendere tutto ciò metaforicamente,
potenza non è ancora esistere. Questi primi intelligibili  sono  chiamati da Aristotele principŒ, «archai» o principŒ della
principŒ della dimostrazione, «archai apodeixeos», ed essi  sono  indimostrabili, appunto perchè veduti immediatamente dall'
avendo » [...OMISSIS...] (2): gl' intelligibili dunque non  sono  fuori della mente, ma la mente li fa in se stessa, li fa in
avendoli in potenza: e quest' intelligibili, quando così  sono  fatti in atto, sono la mente stessa in atto, appunto perchè
e quest' intelligibili, quando così sono fatti in atto,  sono  la mente stessa in atto, appunto perchè sono atti della
fatti in atto, sono la mente stessa in atto, appunto perchè  sono  atti della mente. Quindi la doppia mente che Aristotele
non « « è atto d' alcun corpo » » [...OMISSIS...] (2), come  sono  le altre parti, che colla mente formano nell' uomo un'
altrimenti non si potrebbero spiegare gli atti , che  sono  nell' universo, il quale ridotto a pura potenza sarebbe
in tutti quei luoghi dove dice, che il corpo e le sue parti  sono  istrumenti dell' anima, anche dell' anima sensitiva,
gl' individui singolari non si predicano del subietto, ma  sono  sostanze prime, delle quali si predicano le specie come del
gli altri intelligibili o specie più o meno determinate che  sono  suoi atti secondi. A questi atti secondi o specie
le vede nelle specie sensibili, e le specie sensibili non  sono  divise dalle cose sensibili e reali, cioè dai corpi (4). E
specie. Ammette dunque Aristotele delle specie eterne, che  sono  sostanze senza materia, e menti in atto, e sono eterne
eterne, che sono sostanze senza materia, e menti in atto, e  sono  eterne appunto perchè sono in atto per loro propria
materia, e menti in atto, e sono eterne appunto perchè  sono  in atto per loro propria essenza, [...OMISSIS...] . Dice in
»senza parti e indivisibile (4). Queste dunque non  sono  di quelle specie che sono vedute dall' uomo ne' sensibili.
(4). Queste dunque non sono di quelle specie che  sono  vedute dall' uomo ne' sensibili. Trova dunque necessario di
[...OMISSIS...] . Dopo aver detto che le tre anime così  sono  insite nel corpo seminale e si sviluppano l' una dall'
occasione delle sensazioni, i quali primi intelligibili nè  sono  fantasmi, nè s' intuiscono ne' fantasmi, nè vengono in
cui viene la stessa scienza, e questa cognizione anteriore  sono  i supremi principŒ ossia la mente. [...OMISSIS...] .
universali ossia le categorie (1). Sopra tutti questi  sono  gli ultimi principŒ della dimostrazione, il principio del
Conosciuto il triangolo si rileva che i suoi tre angoli  sono  uguali a due retti, mediante un sillogismo che parte dal
preconoscere prima di dedurre che gli angoli del triangolo  sono  uguali a due retti, [...OMISSIS...] . Preconosciute queste
si dicono senza congiunzione, [...OMISSIS...] , i principŒ  sono  di quelli che si dicono con congiunzione, [...OMISSIS...] ,
degl' intelligibili ossia de' concetti, dunque non  sono  i singoli concetti, e però molto meno i fantasmi.
c' è solo ne' contingenti cioè in quelle entità che non  sono  sempre in atto, [...OMISSIS...] . C' è dunque un altro
cioè gli enti che si dicono senza composizione, come  sono  le specie, che si riducono alle categorie - si concepiscano
- si concepiscano queste in atto o in potenza - non  sono  da Aristotele considerati come enti completi, chè,
cose che ammettono composizione dalle cose semplici, come  sono  le specie. Nelle prime dice, che « « l' essere è il
d' Aristotele. Poichè se le essenze incomposte, le quali  sono  certamente le specie, che altrove chiama seconde essenze,
o non le tocca, le intuisce o non le intuisce, e se queste  sono  sempre e sempre in atto, [...OMISSIS...] , e perciò eterne,
eterne, e se queste nelle cose corruttibili e sensibili non  sono  sempre, perchè queste si cangiano e perdono i loro atti, e
Che le essenze e specie, essendo incorruttibili ed eterne,  sono  o toccate o non toccate dalla mente, e però si dà
è impossibile che si compongano, e queste cose, dice, non  sono  enti, [...OMISSIS...] : la seconda, quando le cose, gli
le cose, gli enti, qualunque sieno, [...OMISSIS...] ,  sono  atti per natura ad apparire quali non sono o quelli che non
, sono atti per natura ad apparire quali non  sono  o quelli che non sono, come l' ombre ed i sogni. Queste
quelli che non sono, come l' ombre ed i sogni. Queste cose  sono  un chè, ma non ciò di cui producono la fantasia,
presentandocisi in due modi, come reale e come ideale, due  sono  i generi della verità, il primo de' composti, il secondo
ed i principŒ , i quali, come noi abbiamo mostrato, non  sono  altro che lo stesso universale applicato a giudicare del
Onde chiama cose anteriori e più note a noi quelle che  sono  tali in ordine alla riflessione nostra, benchè i sommi
intelligibili, i principŒ indimostrabili [...OMISSIS...]  sono  il medesimo per Aristotele, e questi sono noti all' uomo
[...OMISSIS...] sono il medesimo per Aristotele, e questi  sono  noti all' uomo prima d' ogni sapere acquistato per
intelligibili (3). E di questi primi intelligibili, che  sono  essenze incomposte, dice Aristotele che sempre sono in
che sono essenze incomposte, dice Aristotele che sempre  sono  in atto, e non mai in potenza da cui passino all' atto:
passino all' atto: [...OMISSIS...] . Questi intelligibili  sono  dunque, secondo Aristotele, sempre in atto, davanti all'
se questa mente è una, come poi essi che la costituiscono,  sono  molti? Se si considera attentamente i diversi luoghi d'
contiene in sè tutti gli altri. E veramente gli altri non  sono  che il primo principio, che riceve diverse espressioni
è il principio di tutti gli altri assiomi, questi  sono  sue conseguenze, e però per lui, come per un primo lume, si
dell' aiuto de' fantasmi. Dice che quelle operazioni, che  sono  del composto, non sono tutte fatte dal senso, ma « « alcune
Dice che quelle operazioni, che sono del composto, non  sono  tutte fatte dal senso, ma « « alcune dal senso, alcune
vedemmo, la mente oggettiva e sempre in atto d' Aristotele  sono  i primi, ossia i principŒ (2), e questi si riducono tutti
principŒ che si hanno dall' uomo per natura e che tutti  sono  contenuti nella natura dell' essere; così stabilisce
non esistono, e che esistono solo le specie , e queste  sono  le forme , e le forme altro non sono che gli atti
le specie , e queste sono le forme , e le forme altro non  sono  che gli atti sostanziali delle stesse cose reali: laonde
suscettivo di diversi pensieri ed immaginazioni, i quali  sono  pure tutti uguali o simili tra di loro; altrimenti, non si
le specie che informano le cose reali e singolari e che  sono  unite colla materia, ci sono altre specie separate dalla
cose reali e singolari e che sono unite colla materia, ci  sono  altre specie separate dalla materia, il cui domicilio è la
intelligibili non c' erano solamente quelle specie, che  sono  prossime alle cose reali (1), ma c' era una gerarchia di
de' reali sensibili, di cui consta il Mondo, perchè  sono  da questi intieramente separate, onde con esse altro non si
idee, essendo pienamente separate per loro natura, non  sono  l' essenza di questi, e però, intendendo esse, non s'
di uomo quanto la definizione. Le specie e i generi dunque  sono  cose che « si dicono del subietto, ma non sono nel subietto
dunque sono cose che « si dicono del subietto, ma non  sono  nel subietto », perchè l' uomo non è in un uomo
che le idee universali, che si dicono specie e generi, non  sono  a pieno determinate, e però non hanno l' ultimo atto; ora
reali . Poichè vi hanno sostanze individue , che non  sono  reali attualmente, ma unicamente possibili, il che sembra
le specie (astratte) che di essa si predicano, e che questi  sono  posteriori a quella nell' ordine del pensiero totale, e
ultime astrazioni (3). Che anzi secondo Platone le idee non  sono  l' una dall' altra divise e indipendenti, ma si copulano
distinse le cose, che si dicono del subietto, e non  sono  in esso, quelle che si dicono del subietto, e ci sono,
che non si dicono del subietto, e ci sono, e quelle che nè  sono  nel subietto, nè si dicono di lui, altro non fece che far
che i sensibili per se stessi non hanno consistenza e  sono  apparenze, non negava per questo la realità dell' essere,
generi, dove solo quell' essenza è conoscibile? (3). E non  sono  queste specie o idee dette da Aristotele ciò che è eterno,
predicano, è vero, d' un subietto sostanza individuale, ma  sono  in un tale subietto ». Dunque questo subietto è necessario
, e si distinguano dagli accidenti, perchè questi  sono  « « qualità semplicemente » » [...OMISSIS...] (2); non c' è
che se le idee possono esser predicate , è perchè prima  sono  partecipate ; e veramente non sarebbero predicate con
in altri subietti. Ora accordando Aristotele che tali idee  sono  universali, egli accorda che ogni individuo singolare non è
enti dell' universo, anche i sensibili, benchè in quanto  sono  sensibili sieno fenomenali, partecipano, concepiti come
l' apparenze sensibili qualche cosa di così permanente come  sono  le loro essenze, che si intuiscono nelle idee. Confessa
confessa, che le essenze nelle idee e nelle cose sensibili  sono  le medesime di specie, perchè l' essenza che è nella
che i sensibili tra loro univoci, nel sistema di Platone  sono  equivoci colle specie (2), abusa manifestamente di
specie (2), abusa manifestamente di sottigliezza; poichè  sono  equivoci colle specie presi da queste in separato per
queste in separato per astrazione in quanto così presi non  sono  che fenomeni; ma non sono equivoci presi come già
in quanto così presi non sono che fenomeni; ma non  sono  equivoci presi come già partecipanti alla specie, se è vero
Ma nè ella è in alcun luogo nè si moltiplica veramente, ma  sono  i sensibili, che, essendo in diversi luoghi, quando sono
ma sono i sensibili, che, essendo in diversi luoghi, quando  sono  percepiti dall' anima, la quale è semplice e senza luogo,
Nasce qui subito la voglia di domandare: « che cosa dunque  sono  i sensibili prima di ricevere una tale essenza presente
se si parla d' un' anima intellettiva singolare, essi non  sono  più a quest' anima, perchè per questa non è ciò che non è
si suppone che nessuna intelligenza gl' intenda, essi non  sono  punto a niuna intelligenza. - Ma il sensibile, non è
esistenza, se per questo si conoscono, e si conoscono quali  sono  in verità: è dunque da dire che partecipino dell' essenza ,
con questa e per questa, e in questa siano. Ma posto che  sono  in questa, niente poi vieta che la mente coll' astrazione
parla de' sensibili che sono; poichè i sensibili che sono,  sono  già uniti e inseparabili dalla loro unica essenza. E questo
due cose, il sensibile e l' essenza, erano inseparabili. Ma  sono  due proposizioni totalmente diverse, che il sensibile non
Questa separazione ideale suppone già le idee, e  sono  appunto queste di cui si disputa: onde la distinzione
E qui dopo aver detto che la fisica tratta di cose che non  sono  senza materia, [...OMISSIS...] , benchè deva anche la
detto che la matematica specula d' alcune cose in quanto  sono  immobili e separabili, [...OMISSIS...] , prosegue venendo
essere col moto e senza moto ad un tempo; questi dunque non  sono  due concetti che si possano distinguere nella stessa cosa:
e de' fenomeni celesti, perchè i Cieli, secondo Aristotele,  sono  quelli, come si dirà, che ricevono l' immediato impulso
ente, come ente, è Dio, secondo il contesto, che cosa poi  sono  quelle cose che in lui inesistono, [...OMISSIS...] ?
si conoscono toccandoli immediatamente (2), e che  sono  il fondamento di tutto l' umano sapere: perocchè si parla
insegna egli in tanti altri luoghi, contro Platone, che  sono  inseparabili, e che separate sono posteriori? Il pensiero
contro Platone, che sono inseparabili, e che separate  sono  posteriori? Il pensiero d' Aristotele parmi che riceva
inesistono nell' ente per sè, [...OMISSIS...] . Che cosa  sono  queste cose che inesistono nell' ente per sè? Certo quelle
[...OMISSIS...] , laddove la prima tratta delle cose che  sono  nell' ente per sè, [...OMISSIS...] . Ma i principŒ e le
e le supreme cause appartengono, all' ente per sè, o  sono  accidentali? [...OMISSIS...] . Ammette dunque una natura
tutte, di cui tratta la Fisica e le scienze inferiori,  sono  parziali, [...OMISSIS...] , e minori di quella prima natura
o sostanza è per sè ente e non per accidente, e di essa  sono  i principŒ e le cause supreme, che sono immobili, perpetue,
e di essa sono i principŒ e le cause supreme, che  sono  immobili, perpetue, e separabili da ogni materia. Questi
che in esso inesistono, e che, essendo prive di materia,  sono  per sè intelligibili (1), è « «comune a tutti i generi e a
come enti, cioè come aventi quelle proprietà che  sono  dell' ente come ente. Quindi egli viene di novo a
dunque d' Aristotele che le idee, essendo universali,  sono  enti in potenza (2), e che perciò deve esserci quella
non ha forza per due ragioni: l' una , che le idee non  sono  universali se non in quanto possono esser partecipate, ma
se non in quanto possono esser partecipate, ma in sè stesse  sono  singolari, che anzi ciascuna rimane una e identica anche
sensibili, ripone il considerarle nelle ragioni o idee, che  sono  da più che non sieno le immagini sensibili degli enti, ma
più che non sieno le immagini sensibili degli enti, ma non  sono  ancora l' ente assoluto in cui risiede come in prima fonte
stare separate dalle cose, poichè essendo universali  sono  enti in potenza e l' atto deve precedere, poichè anche
da quelle de' sensibili, perchè questi senza quelle nè  sono  nè hanno alcuna essenza, ma l' essenza loro è quella stessa
egli stesso attesta, che secondo Platone « « i sensibili  sono  enti per la partecipazione delle specie, come i Pitagorici
esser enti per la imitazione di esse »(2) »: non ci  sono  dunque due serie di enti, ma una sola, che ha due modi, in
Aristotele, che le essenze insensibili e immateriali non  sono  le cose, in quanto sensibili, ma loro cause prossime, non
a cui appartiene il moto, coll' idee o essenze, che  sono  immobili, è detto nel Sofista e in altri dialoghi. Poichè
generi dunque, a cui tutti i generi inferiori si riducono,  sono  per la partecipazione dell' ente, e pure nessuno di essi è
queste qualità che noi diremmo « essenze speciali », non  sono  l' essere, perchè questo è comunissimo ed uno, e quelle
l' essere, perchè questo è comunissimo ed uno, e quelle  sono  speciali (specie e generi). 3 L' atto dunque dell' essere
il non ente. 4 Che se le essenze speciali che prese da sè  sono  il non ente, hanno bisogno per esistere dell' ente: dunque
col non ente, cioè con tutte le essenze e nature, che non  sono  lui. Questa copulazione del non ente coll' ente è quello,
reali, gerarchicamente subordinate: l' uno dunque e i molti  sono  sempre, nella verità del fatto, copulati insieme, onde la
sarebbero se non partecipassero dell' essere , e che perciò  sono  per la partecipazione di questo: ma che tuttavia non sono
sono per la partecipazione di questo: ma che tuttavia non  sono  questo; copulandosi bensì, ma non confondendosi mai le
, e di qui pure si sciolgono, cioè si dimostra che esse non  sono  punto vere contraddizioni, ma solo apparenti. Poichè accade
dunque a dire che tutte le nature che veramente esistono,  sono  mirabilmente organate d' ente, che è il fondo di tutte, col
alle forme categoriche. Non parla dunque di esse in quanto  sono  ideali, o in quanto sono reali, o morali, ma puramente in
Non parla dunque di esse in quanto sono ideali, o in quanto  sono  reali, o morali, ma puramente in quanto sono, e perciò in
(2), parola acconcissima e forse unica, perchè le essenze  sono  là presenti al pensiero senza punto confondersi con esso e
altro, e separati tutti da ogni singolare sussistente, che  sono  le imputazioni che gli fa Aristotele con tant' evidente
un solo ordine d' essenze e queste incorruttibili, le quali  sono  in due modi, per sè, e partecipate. Ma nè nell' uno nè
o divisi fra loro o divise dalla realità. In quanto  sono  partecipate sono le stesse che esistono per sè, e i
fra loro o divise dalla realità. In quanto sono partecipate  sono  le stesse che esistono per sè, e i sensibili sono in esse,
sono le stesse che esistono per sè, e i sensibili  sono  in esse, frase ripetuta da Aristotele e appropriatasi
e appropriatasi quando disse: [...OMISSIS...] in quanto  sono  per sè (il che altro non significa se non che per essere
del corruttibile non è corruttibile: e tutte queste essenze  sono  per l' essenza prima (che si chiama semplicemente essenza),
ponga prime le idee, e posteriori i reali. Anzi i reali  sono  in Platone il sostegno delle idee, sono quelli a cui esse
reali. Anzi i reali sono in Platone il sostegno delle idee,  sono  quelli a cui esse appartengono, e ne' quali si copulano e
perchè esse sieno tali, ma perchè i subietti reali in cui  sono  operano secondo esse, come secondo altrettante norme e
forme. Ma di nuovo, questi reali veramente sussistenti non  sono  i sensibili, ma gli esseri intelligenti ed incorporei.
l' atto alla potenza, e i singolari e i reali alle idee che  sono  il termine della loro intelligenza, ma non punto i reali
li riassume in due, l' uno immutabile e immobile, che  sono  le specie, l' altro mutabile e mobile che è la materia
le idee del mondo che pure contengono l' essere delle cose,  sono  « veri enti », o enti semplicemente (6), pure hanno per
ma poi si riuniscono. Ed è da considerare i vestigi che  sono  nell' animo umano d' una doppia potenza, l' una che si
sensibile, tuttavia non sa punto slegarsi da' sensi, che  sono  pania alle sue ali, onde contraddizioni per tutto e, diviso
e quindi la virtù intellettiva, e vengono le idee che  sono  le cose intelligibili; così da questo lume ricevuto dalla
Ma quest' idee, che costituiscono il Figlio del Bene,  sono  quelle che rendono intelligibili le singole azioni
subiettivo capace d' acquistare la detta virtù (1); ci  sono  le cose reali atte a divenire intelligibili: c' è il Bene,
idee si contiene l' essere del Mondo. Tra queste idee ci  sono  quelle dell' anime finite. Il Bene che colla facoltà
delle idee nel sentimento inferiore dell' anima non  sono  le idee stesse, ma un cotal simulacro delle idee, ed è
delle idee, ed è perciò che i corpi formati dice che  sono  «homonyma» (2) alle idee, cioè riceventi lo stesso nome, ma
». Ora le cose si distinguono in due classi. Alcune non  sono  altro che l' essere stesso [...OMISSIS...] ; altre sono un'
non sono altro che l' essere stesso [...OMISSIS...] ; altre  sono  un' immagine o simulacro dell' essere [...OMISSIS...] .
o simulacro dell' essere [...OMISSIS...] . Queste ultime  sono  i corpi, e, almeno in parte, tutti i reali finiti. Ora le
almeno in parte, tutti i reali finiti. Ora le cose che non  sono  essere, ma simulacri di essere, non possono stare da sè
sole, perchè hanno una esistenza relativa all' essere, ma  sono  per l' essere, e pure per l' essere, di fronte al quale
e pure per l' essere, di fronte al quale sempre si pongono,  sono  conoscibili; onde dall' essere hanno la conoscibilità,
[...OMISSIS...] . Quindi avviene che le prime cose che  sono  essere, abbiano una unicità d' esistenza, l' altre che sono
sono essere, abbiano una unicità d' esistenza, l' altre che  sono  simulacri, abbiano una duplicità nella loro esistenza:
Di tutti adunque i noumeni , cioè di tutte le cose che  sono  essere e per sè intelligibili, il primo e massimo è Dio,
la sua filosofia. Poichè dimostra, che il bello, pel quale  sono  belle le cose che così si dicono, non è le cose stesse:
addotto, è il bello stesso, pel quale le cose si dicono e  sono  belle. Quest' è quello che Platone chiama l' idea. Non
natura delle idee, causa prossima, per la quale le cose  sono  quello che sono, conduce a conoscere: 1 che tra le idee non
che anche nelle cose sensibili e corporee, che ne  sono  il simulacro, si vedano aggruppate, e però non si sa
per l' unico subietto, che è l' idea fondamentale, a cui  sono  congiunte organicamente le altre. Che anzi, a propriamente
l' Esemplare voglio dire dell' Universo, di cui gli altri  sono  parti, e non diversi esemplari (1). E non è egli strano al
l' unica che ci resti, troviamo necessarie perchè esso sia,  sono  per la stessa necessità dell' essere, essendo a lui
essendo a lui essenziali costitutivi, di che s' induce che  sono  puro essere esse stesse, e però che non pongono in lui che
delle sole idee del mondo, e non delle prime idee, che non  sono  tipi del mondo, come verrà forse altrove occasione di dire.
pure la sentenza che « « la sapienza e la mente non  sono  mai senza l' anima » » (2). E quindi trae che « « nella
perchè ella presta a noi, e ad alcune altre cose che  sono  quaggiù in terra presso di noi, l' anima e la via d'
avvisata di dare anche alle maggiori parti del mondo, che  sono  le celesti, e al mondo tutto l' anima, « « la bellissima e
l' Esemplare dall' effetto che è l' Universo, nel quale ci  sono  i vestigi dell' esemplare e c' è l' anima somministrata
di quaggiù [...OMISSIS...] , e ugualmente alle cose che  sono  in tutto il cielo, [...OMISSIS...] : onde rimane sempre
della mente » » (4), perchè nell' Esemplare non ci  sono  che pure idee scevre da ogni concrezione e realità. Iddio
anima, la sapienza; ma per distinguere queste cose, quali  sono  nell' Ente assoluto, a diversità del modo in cui sono nel
quali sono nell' Ente assoluto, a diversità del modo in cui  sono  nel mondo, usa delle parole «alethos kinesin k. t. l.», e
parole «alethos kinesin k. t. l.», e appresso dice che  sono  «os onta» (.). L' atto poi con cui è l' essere, e queste
compongono, secondo le ragioni della mente umana, Dio, ci  sono  delle altre idee relative alle cose mondiali, che
l' hanno in Dio. Tutte queste idee dunque relative al Mondo  sono  quelle che costituiscono l' Esemplare del mondo, da Dio in
Platone « « l' ottimo di tutti gli intelligibili che sempre  sono  » » (4), distinguendo così tra gl' intelligibili quelli che
d' essere di continuo modificabile, date le condizioni che  sono  gli stimoli materiali, e anche in virtù dell' attività
il mezzo del conoscere è un solo, gli oggetti del conoscere  sono  due, il sensibile, [...OMISSIS...] e il razionale,
che le leggi speciali dell' armonia nell' anima racchiuse  sono  d' una tanta grandezza, moltitudine e profondità che nè
e profondità che nè Platone le potè raggiungere, nè  sono  nè saranno esaurite dalle meditazioni di molti filosofi nel
e base una gran verità, che « « l' anima e l' universo  sono  coordinati insieme da una mano sapientissima, quasi due
dica ora immobili , ed ora mobili certi intelligibili:  sono  immobili in se stessi, ma nel loro seno hanno la mobilità
la formazione delle specie d' animali minori, le quali  sono  tante quante ne vede Iddio nell' idea d' animale (2), e
i sensibili, tacendosi interamente dell' anima nel cui seno  sono  creati i corpi, onde dalla congiunzione di essa con questi
universo, e degli animali maggiori in esso contenuti, che  sono  gli astri: sia altresì come corpo degli animali minori, e
da questo che le forme s' intendono nelle idee, quando  sono  nel senso ricevute, e nelle idee si vede il loro essere
essendo forme periture, non si vedono eterne, e però non  sono  l' essere immutabile, ma una sensibile espressione e
intelletto potrebbesi addimandare (1) » ». Le idee dunque  sono  partecipate in un modo dall' anima, e in un altro dai
sensibili, ed è per questo che da Platone, come dicemmo,  sono  assomigliate ad un giogo imposto da Dio all' anima ed alle
la giustizia e la sapienza e simili entità come abito ,  sono  accidentali all' anima, e quindi nasce la questione se la
giustizia e della bellezza, come le forme de' sensibili  sono  una copia di ciò che è nelle idee. La qual questione non
ed esplicitamente alla mente di Platone: ma dicendo che  sono  di quelle cose che possono essere presenti od assenti (1)
è di essere intelligibili . Non essendo dunque intese, non  sono  per sè stesse ricevute da' corpi, ma questi partecipano
ella per sè stessa intende ciascuna di quelle cose che  sono  per se stesse »(1) », il che è quanto dire che le essenze
l' esemplare imitandolo imperfettamente, per questi vestigi  sono  condotte sempre con un' inclinazione veementissima al Bene
la misura e la norma secondo la quale devonsi giudicare,  sono  tratti sublimi d' una mente straordinaria. E quantunque l'
causa del mondo, Iddio, atteso che in quest' esemplare ci  sono  i vestigi del divino suo autore ed è con esso intimamente
queste operazioni e l' affezione dell' animo conseguente  sono  comprese da Platone sotto la parola «eikasia». Quando
tutte queste operazioni e la fede o persuasione conseguente  sono  comprese sotto la parola «pistis». Fin qui non c' è ancora
stesso e all' altre figure ideali, delle quali le sensibili  sono  imperfetti simulacri. In questo stadio adunque il
[...OMISSIS...] . Questa porzione o specie d' intelligibili  sono  le ragioni ultime, e la ricerca di queste è così descritta
Da queste idee inferiori prossime ai sensibili, di cui  sono  l' intelligibilità, move il raziocinio per due vie a
parimenti inferiori, per arrivare alle idee ultime: queste  sono  le idee superiori . Come le idee inferiori sono quelle che
queste sono le idee superiori . Come le idee inferiori  sono  quelle che manifestano il mondo sensibile e corporeo, così
il mondo sensibile e corporeo, così l' idee superiori  sono  quelle che manifestano il principio dell' universo, e le
il principio dell' universo, e le cose tutte che ad esso  sono  inerenti, e che l' anima, per questa via d' alto
[...OMISSIS...] . Queste idee o intelligibili superiori  sono  lontanissimi da ogni sensibile, e la mente va ad esse senza
come accade a' matematici. Le idee superiori dunque  sono  quelle che manifestano nature spirituali e doti e qualità
concrezione sensibile, d' idea in idea; [...OMISSIS...] .  Sono  indubitatamente tali idee quelle del giusto , dell' onesto
ordinate con ordine immutabile, [...OMISSIS...] , le quali  sono  indubitatamente quelle della giustizia, della virtù, della
cioè all' anima del mondo, poi agli astri che ne  sono  avvivati, finalmente al filosofo che mettendo tutta la sua
di qual sapienza parlino, qual oggetto le assegnino,  sono  costretti in ultimo di rispondere, che intendono « « della
analogia , perchè queste cose tutte date alla mente umana  sono  boniformi , ed hanno un' analogia ed un' intima relazione
del Bene, mostra che nè il piacere nè la sapienza umana  sono  in separato sufficienti a sè stessi. Poichè niuno vorrebbe
formola razionale composta e quasi organata di più idee: e  sono  quelle idee eminenti che si vedono nel mondo partecipate,
la verità, ma questa è necessaria anche ai piaceri che  sono  il secondo elemento, chè se non sono veri piaceri nè pur
anche ai piaceri che sono il secondo elemento, chè se non  sono  veri piaceri nè pur sono piaceri. [...OMISSIS...] . E
il secondo elemento, chè se non sono veri piaceri nè pur  sono  piaceri. [...OMISSIS...] . E dimostra che ci sono de'
nè pur sono piaceri. [...OMISSIS...] . E dimostra che ci  sono  de' piaceri veri e dei falsi: i primi ordinati e moderati
gli altri disordinati che non potendosi mescere con essa nè  sono  veri, nè possono convenire in quel misto nel quale sta il
del « Filebo » a classificare i diversi ordini di bene che  sono  nel mondo, li distribuisce nella scala seguente. Il primo
natura [...OMISSIS...] ; e quest' altre cose sempiterne  sono  appunto quelle indicate, la verità, la bellezza, la
per sè stesse non appartengono al mondo o all' uomo, ma  sono  di spettanza alla causa, [...OMISSIS...] , e tutte insieme
di preminenza. Avea già detto che questi elementi buoni  sono  primieramente due, l' uno appartenente all' ordine
s' aggiungono le scienze e le arti; e queste stesse talune  sono  pure e proprie della sola anima senza mescolanza d' alcun
eterno, non ha bisogno d' alcun esemplare, e però non ci  sono  le idee , che lo compongono, separate e indipendenti dal
le idee che si riferiscono al mondo come esemplari,  sono  intuite dalle menti create, che così ne partecipano; ma gli
uomo col senso, la mente trapassa alle idee , di cui quelle  sono  similitudini, ossia alle essenze de' medesimi sensibili, e
Quindi Aristotele stabilisce, che tutte le cose mondiali  sono  composte di due elementi: 1 materia, [...OMISSIS...] ; 2
gli enti, e il principio e il fine del loro movimento,  sono  chiamati cause da Aristotele, e alla dottrina di queste
il fine. Queste quattro e, colla privazione, cinque cause,  sono  considerate da Aristotele come i generi più estesi
questa formando l' ente singolare (3). Ora poichè questi  sono  diversi (4), perciò, secondo Aristotele, ci devon essere
questi (5), e si classificano in dieci supremi generi che  sono  le categorie. Ci hanno dunque due generi di specie ,
anche esse o no mescolarsi colla materia. Le categorie poi  sono  i generi formali che abbracciano le une e le altre; per
la nostra maniera di concepire per via di predicazione,  sono  una classificazione di predicati generalissimi; laddove la
per accidente qualche cosa, dicesi fortuna (1). Ma queste  sono  piuttosto cause rispetto al concepire dell' uomo che non
i due principŒ d' ogni mutazione, la natura e l' arte , non  sono  entità diverse, secondo Aristotele, dai due elementi
due elementi materia e specie , di cui risulta il mondo, ma  sono  virtù efficaci inerenti ai medesimi nell' ente composto
medesimi nell' ente composto (natura), e che oltracciò vi  sono  forme pure di materia, che danno origine all' arte , la
Aristotele accusa ingiustamente Platone (2). Poichè se ci  sono  due specie della casa, devono aver qualche cosa di comune,
stessa imitata: di che anche a noi venne detto, che le idee  sono  la stessa similitudine (3). S' evita il sofisma del terzo
a spiegare l' operare della natura così. Alcune cose, dice,  sono  determinate dalla necessità , e la ragione di questa
conseguenza al subietto che la possiede, l' intelligenza.  Sono  da osservare nel passo citato quelle parole:
circolo. Poichè si riduce a questo: « le forze della natura  sono  connesse e concatenate per modo che conducono un ente da
di continuo. In tale supposizione adunque le idee esemplari  sono  tutt' altro che « vaniloquii e poetiche metafore »: sono
sono tutt' altro che « vaniloquii e poetiche metafore »:  sono  anzi sì alte cose a cui il volo d' Aristotele non pervenne.
l' ultima materia, come l' ultima forma [...OMISSIS...] non  sono  prodotte (3). Dagli argomenti che adopera Aristotele a
materia, e sia concorsa alla produzione del mondo. Non ci  sono  dunque le idee separate di Platone. Il mondo dunque è
fatture, [...OMISSIS...] . Le produzioni dell' arte, dice,  sono  quelle « « di cui la specie è nell' anima » ».
non si producono sole; nè separate dalla materia, quali  sono  nella mente, sono cause efficienti delle cose di cui il
sole; nè separate dalla materia, quali sono nella mente,  sono  cause efficienti delle cose di cui il mondo sensibile
ci restano, e a rinforzare di nuovi ragionamenti quelle che  sono  già state sottoposte alla meditazione del lettore.
realità che percepisce coll' aiuto del sentimento; e questi  sono  brani, o anzi particelle piccolissime, al confronto del
uno speculativo. E i tre libri dell' Ontologia universale  sono  i primi tre passi di un tale cammino. Il primo di questi
gl' istrumenti e i punti d' appoggio necessarii, che  sono  principalmente la percezione già giustificata che dà i
non è mai solo «( Psicol. 1301) ». Le classi ultime non  sono  quelle che si fondino in concetti d' estensione massima ,
in concetti di massima comprensione attuale, i quali  sono  le specie piene che costituiscono classi minime. Le classi
piene che costituiscono classi minime. Le classi ultime  sono  fondate in concetti di comprensione massima virtuale , di
Accinti a questo i filosofi s' accorgono che le entità non  sono  già sparse alla rinfusa o semplicemente collocate accosto
all' altra, accorgendosi ancora che molti di questi nessi  sono  anche condizioni essenziali ad esse, sicchè entrano a
stesse cose reali [...OMISSIS...] , i subietti de' numeri  sono  i reali. Infatti il concetto di « subietto »appartiene all'
e le proprietà che aveva. Gli abiti poi del numero  sono  quelle che Aristotele chiama anche ragioni [...OMISSIS...]
ente completo, in cui essendoci principio, mezzo e fine, vi  sono  insieme congiunti l' infinito binario col suo finimento
coll' analisi l' una dopo l' altra le unità, quali  sono  le specie, dev' essere tenuto insieme di novo dalla forma
secondo Platone, è l' uno e il più , perchè questi due  sono  uniti, trattandosi qui d' un uno che presenta un più
possibili di ciascuna specie, e sotto questo aspetto essi  sono  numero indeterminato; l' altra perchè ciascun individuo
uno e il numero indeterminato od infinito, come le specie  sono  medie tra il genere e gl' individui reali, onde da Platone
schema della diversità e dei contrarii (2) (chè contrarii  sono  il grande e il piccolo, e li può ricevere ugualmente in sè)
poniamo le specie; e non basta riconoscere che ce ne  sono  dentro molte , ma conviene determinare quante sieno, cioè
più cose che in un altro uno , e certi di questi uni  sono  dentro ad altri, sopravanzando sempre nella fine un resto
determinato, è la realità pura, ossia la materia reale . Ci  sono  dunque per Platone tre indefiniti: l' uno indefinito , che
poi i numeri, cioè le specie distinte, ma in cui non ci  sono  attualmente; convien dire ch' essa sia l' idea senza
che così vengono collegati o contenuti nell' unità, e  sono  primamente specie, poi forme o essenze delle cose. Nell'
l' indefinito, il più , grande e piccolo; 2 l' uno. Questi  sono  i due che nomina Aristotele, da cui dice secondo Platone,
detto [...OMISSIS...] . I numeri non informati dall' unità,  sono  le determinazioni, i determinanti; l' unità, che le lega
stesse, quando rimangono slegate prive d' un subietto,  sono  anch' esse un indeterminato o un indefinito. Quindi, tanto
si considerano come classi o sommi generi degli enti, non  sono  propriamente tali: ma i due primi, la monade e la diade,
propriamente tali: ma i due primi, la monade e la diade,  sono  elementi; la triade, cioè il definito, o, come lo chiama
è l' ente infinito. Onde, a propriamente parlare, due  sono  le supreme classi o categorie platoniche: quella dell' ente
determinati e le specie , e queste specie così costituite  sono  anch' esse forme all' ultima materia, cioè alla materia
dalle specie, costituente le essenze speciali , che  sono  poi partecipate dagli enti reali (individui); 4 l' uno
di quell' ente tanto l' uno quanto l' essere. E questi  sono  i due predicati ( «kategoremata») fondamentali di Platone.
trae la prima Antinomia speciale: cioè nell' uno essente ci  sono  necessariamente in un modo implicito tutti i numeri pari e
pitagorica «peritton kai artion». Poichè, dice, se due  sono  gli elementi dell' uno ente , cioè l' uno e l' ente (e il
dunque c' è nell' uno il due. Ma poichè quegli elementi  sono  congiunti da un nesso indissolubile, il qual nesso è un
nel due c' è due volte l' uno, e nel tre tre volte . Ci  sono  dunque dentro i concetti di due e di tre , e di due volte e
di parte , perchè tutti gli elementi, di cui consta l' uno,  sono  come parti di lui. Di conseguente anche il concetto di
quanto che il complesso delle parti o elementi che contiene  sono  raccolti e compresi nell' uno tutto, ed è indeterminato in
più o meno numerose. E` da considerare che questi discorsi  sono  messi da Platone in bocca a Parmenide, e che uno degli
e contenuto nell' uno preso come tutto; perchè le parti  sono  nel tutto: dunque l' uno è in se stesso, l' uno è nell' uno
un luogo, il che appartiene solo a quegli enti speciali che  sono  o agiscono di necessità nello spazio. Ma potenzialmente è
pitagorica [...OMISSIS...] : dove la quiete e il moto  sono  concetti presi in senso universalissimo, non nel senso
ricevono da quest' uno tutto la loro stabilità, perchè  sono  in esso come uno nell' uno; ma l' uno, secondo il concetto
è il medesimo con esse, e con esse diverso. Poichè quali  sono  l' altre cose? quelle che non sono uno. Ma l' uno è diverso
diverso. Poichè quali sono l' altre cose? quelle che non  sono  uno. Ma l' uno è diverso da ciò che non è uno. Dunque l'
aspetto l' uno è anche il medesimo coll' altre cose che non  sono  uno. E lo prova dimostrando: 1 che l' uno non può esser
quant' è identico, nè pure un istante. Ma le cose che sono,  sono  identiche finchè sono quelle che sono. Dunque in niuna di
pure un istante. Ma le cose che sono, sono identiche finchè  sono  quelle che sono. Dunque in niuna di quelle cose che sono
sono quelle che sono. Dunque in niuna di quelle cose che  sono  [...OMISSIS...] può esistere l' altro. Dunque l' altro non
tutte le parti insieme sia l' uno. Ora le parti in quanto  sono  moltiplici sono non uno: dunque il non uno è il medesimo
insieme sia l' uno. Ora le parti in quanto sono moltiplici  sono  non uno: dunque il non uno è il medesimo uno. Il che è
come parti, astraendo dall' uno; ma non negandolo di esse,  sono  non uno; ma se si considera come il non uno possa esistere,
che l' uno è simile e dissimile all' altre cose che non  sono  uno, dall' esser ad esse diverso ed identico, nel modo
altro, ossia diverso dall' altre cose, l' altre cose  sono  altro, ossia diverse da lui (1). Dunque l' uno e il non
diverso (3). Sotto queste considerazioni l' uno e l' altro  sono  dunque dissimili. E avendo dimostrato prima che l' uno,
e dissimile rispetto a sè, poichè quelle due proprietà  sono  contrarie, e però in quanto si paragonano quelle due
non tra due o più cose, tra le quali i toccamenti possibili  sono  tanti, quante le cose stesse, meno uno: di che apparisce di
alla sua contraria. Ora la grandezza e la piccolezza  sono  proprietà relative, e non c' è una grandezza o una
trovano. Poichè abbiamo veduto, che tutte le parti insieme  sono  l' uno (uno materiale), e che quest' uno è contenuto nell'
dunque preso come le parti insieme, ossia gli altri, dice,  sono  più che non sia l' uno. Ora in una pluralità il minor
cose, sino all' ultima, non ci sieno, e però l' altre cose  sono  anteriori e più vecchie dell' uno, e l' uno più giovane. Ma
nè più vecchie, nè più giovani dell' uno di quel che  sono  (2), osservando che se a cose disuguali s' aggiunge cose
spazio di tempo uguale diminuisce, la ragione nella quale  sono  differenti; e però pare che si diminuisca l' antichità
giovane diventa più giovane (1). E poichè l' uno e i molti  sono  reciprocamente più vecchi, ed anche più giovani, lo stesso
lo stesso discorso vale in entrambi i casi. Ma in quanto  sono  uguali d' età rimangono uguali coll' aggiungersi una ugual
ma elementi o costitutivi in un senso estesissimo. Ma  sono  essi anche generi? E se sono generi degli enti , come sono
in un senso estesissimo. Ma sono essi anche generi? E se  sono  generi degli enti , come sono anche elementi dell' ente?
sono essi anche generi? E se sono generi degli enti , come  sono  anche elementi dell' ente? Platone non dubita di chiamarli
concepisca stare da sè. In questo senso dunque gli elementi  sono  generi di enti, noi diremmo d' entità. Si comprende dunque,
gli dà un nome suo proprio. Onde per provare che tali cose  sono  enti, cioè entità, Platone ricorre appunto ai nomi, e dice:
[...OMISSIS...] è regolata di modo che nè tutti gli enti  sono  divisi l' uno dall' altro, nè tutti si comunicano alla
alterità, i quali da Plotino (2) e da altri Platonici (3)  sono  considerati come le cinque Categorie di Platone. Queste
come le cinque Categorie di Platone. Queste però non  sono  che la sesta e la settima coppia di quelle che enumera nel
poichè, separato l' ente dagli altri quattro, questi non  sono  più, e non rimane nè pur il concetto di ente che suppone
dunque con somma sagacità ed evidenza che i cinque concetti  sono  tutti distinti e l' uno non è l' altro, prova pure che i
diverse dall' ente (2). Ma poichè queste quattro cose  sono  (3), e che se non fossero, non si potrebbero concepire,
benchè si possano ridurre ad alcuni generi massimi, pure  sono  innumerevoli. Ma poichè il concetto dell' ente è diverso
dell' ente è diverso dagli altri, consegue che quante  sono  queste cose, altrettante l' ente non sia. E poichè ciascuna
si predichi l' uno, di maniera che l' uno e l' esistenza  sono  predicati reciproci. Ma, posto ciò, s' ha già l' uno
passo è appunto questo, di dimostrare, che l' uno e l' ente  sono  due concetti diversi, benchè indissolubilmente legati
diversi, benchè indissolubilmente legati insieme. Se  sono  due, l' uno non è l' altro reciprocamente. Se l' uno non è
co' suoi predicati, se ne trovano prima quattro massimi che  sono  l' attività, la quiete, l' identità, e la diversità.
de' quali dà un concetto diverso dall' ente uno, onde  sono  non ente. Il non ente dunque del Parmenide e quello del
« Sofista » il non ente è « ciò che non è ente uno », come  sono  i quattro « predicati massimi, ne' quali non c' entra il
opposizione al concetto puro dell' ente; poichè il dire che  sono  altri concetti diversi da quello dell' ente, e il dire che
altri concetti diversi da quello dell' ente, e il dire che  sono  non enti, è il medesimo. E a quell' analisi Platone
concetto dell' immutabilità e della eternità dell' essere,  sono  il fonte della dottrina intorno alla natura di questo: onde
ma l' uno è partecipato variamente anche da quelle cose che  sono  ente ugualmente (2). Così l' esercito e la casa sono enti
che sono ente ugualmente (2). Così l' esercito e la casa  sono  enti ugualmente, dice Plotino, e pure questa ha più unità
Poichè il moto, lo stato, l' identità e la diversità,  sono  insieme coll' ente come suoi elementi intrinseci, non come
è già una sua passione, e l' essere identico e diverso non  sono  proprietà posteriori all' ente, perchè l' ente non divenne
qualità e la relazione non entrano a costituir l' ente, ma  sono  posteriori e accidentali al medesimo. Nel che sembra
e la diversità il quarto e il quinto: se qui non ci  sono  tutti i numeri, c' è però fino al numero cinque; e così ci
tutti i numeri, c' è però fino al numero cinque; e così ci  sono  abbondantemente gli elementi di tutti gli altri numeri,
esclude il luogo, e il tempo. Il fare poi e il patire  sono  specie di moto , e così l' avere e l' atteggiarsi
inchiudono una duplicità o triplicità, e però non  sono  primi generi. Ma sarebbe difficile il dire come l' alterità
Primieramente, dice, come la scienza è una, e tuttavia ci  sono  molte scienze, che sono specie e parti di quella; così v' è
la scienza è una, e tuttavia ci sono molte scienze, che  sono  specie e parti di quella; così v' è una mente di cui l'
e parti di quella; così v' è una mente di cui l' altre  sono  specie e parti. La scienza una ha in potenza tutte le
[...OMISSIS...] . Ma, come le scienze particolari  sono  qualche cosa in atto proprio della scienza una ed
così l' altre menti, che hanno oggetti generici o speciali,  sono  altrettanti atti della mente una in potenza; poichè, quando
è la causa di queste. Le difficoltà di questo sistema  sono  manifestamente due: 1 Che quella che si chiama la gran
intendimento ottimamente argomenta, a quel modo appunto  sono  tutte le cose nelle ragioni antecedenti ad ogni
non ha ancora che il primo atto, l' oggetto del quale  sono  i generi; in tanto è la prima mente (1). Ma in quanto la
mente, le menti seconde. Tutte queste menti seconde però  sono  nella prima: ma, in quanto sono nella prima, concorrono a
queste menti seconde però sono nella prima: ma, in quanto  sono  nella prima, concorrono a formarla, in quanto che in essa
che in essa non avendo l' esistenza propria e separata  sono  tutte insieme la prima (2). Ma, in quanto sono parti, e
e separata sono tutte insieme la prima (2). Ma, in quanto  sono  parti, e come tali aventi un' esistenza propria, non sono
sono parti, e come tali aventi un' esistenza propria, non  sono  la prima, ma altre da quella. Così il primo ente è uno e
modo ciascuno dei secondi enti e delle seconde menti (chè  sono  tra i molti dell' uno primo) è uno e molti. Ma conviene
sembra d' aver trovato il sommo, quando coll' astrazione  sono  giunti a concepire nudamente l' uno; quasi che questa
in lui per la sua continua attività i generi, questi non  sono  lui, perchè non ammettono la sua definizione. Del pari: La
le definizioni del primo Uno e della prima Mente, ecc.,  sono  arbitrarie e insufficienti a esprimere la natura divina e
Anima ecc., appetiscono l' Uno, cioè il Bene: e però per sè  sono  deficienti e non sono prime »(1) ». Il vizio della quale
l' Uno, cioè il Bene: e però per sè sono deficienti e non  sono  prime »(1) ». Il vizio della quale argomentazione sta nel
quest' altro è l' Anima; l' anima universale, i cui oggetti  sono  tutti i generi minori e le specie distinte (6). E fin qui,
secondo la definizione; esaurite tutte le idee che  sono  per sè sempiterne: fa che sussista un altro diverso da sè e
reale. Quindi tutte queste cose nel sistema di Plotino  sono  intimamente connesse e congiunte fisicamente come una
c' è l' Uno; e nelle specie, che costituiscono l' Anima,  sono  i generi: onde come in uno specchio l' Uno si riflette
theorias»), e non solo le idee, ma le cose stesse naturali  sono  teoremi ( «theoremata»), cioè contemplati (2); e la Natura
cioè colla Materia, cui produce. I sommi generi o categorie  sono  nella Mente e la costituiscono; le specie che ne derivano
nella Mente e la costituiscono; le specie che ne derivano  sono  nell' Anima e del pari la costituiscono: l' una e l' altra
l' altra una e molte. I detti generi e ad un tempo principŒ  sono  cinque: l' ente, il moto, la quiete, la diversità e l'
sua generalità. In fatti i cinque generi da esso enumerati  sono  generi d' idee e non di cose: essi non possono sussistere
un ente compiuto, la Mente. Plotino risponde che, in quanto  sono  uniti insieme e così costituiscono la Mente, sono
in quanto sono uniti insieme e così costituiscono la Mente,  sono  posteriori, perchè il composto è posteriore al semplice, il
da' cinque generi: [...OMISSIS...] . Sul qual passo  sono  da osservare più cose: 1 Quando Plotino distinse dall' Uno
d' un intelligente e d' un inteso; ma nelle idee, come  sono  i generi, questa dualità non si trova. In fatti l' idea, o
diventi una persona. Se dunque ciò, su cui Plotino specula,  sono  le idee che hanno un' esistenza puramente obiettiva, con
molte. Ma se si concede che molte menti ci sieno, perchè ci  sono  molte idee, non rimane per questo provato che la Mente sia
tal caso i subietti che si chiamano anime intelligenti non  sono  una, ma più: o le specie non sono subietti intelligenti, ma
anime intelligenti non sono una, ma più: o le specie non  sono  subietti intelligenti, ma solo obietti intesi, ed in questo
diversi. Ora nè i generi, nè le specie, che come obietti  sono  diversi, hanno subiettività alcuna in sè che gli unisca. Nè
tutti cotesti sistemi e in particolare quello di Plotino  sono  ipotetici, nè dicono esplicitamente il principio su cui si
specie quando il nostro pensiero perviene a quelle che  sono  pienamente determinate (dette da noi specie piene, «Ideol.
(dette da noi specie piene, «Ideol. , n. 650 »), allora non  sono  più concepibili altre determinazioni, e quando si perviene
Ora, in questo discorso, tutte le cose , [...OMISSIS...] ,  sono  supposte dal sistema, e non ispiegate. Come dite voi che la
eterne e temporali, fluiscono da un medesimo principio, e  sono  tenute insieme da un solo vincolo: le nature vanno
più su stanno gli enti forniti di spirito e d' animo, quali  sono  le forze della natura, le anime, i demoni: superiormente a
forze diffuse per l' universo. Tutte queste maniere di ente  sono  così distinte per natura come la mente nostra le concepisce
gusto che trovarono nelle dottrine orientali, le quali non  sono  ragionate e dialettiche, ma autoritative, brevi e
che cercano come una cosa venga dall' altra, e che pur  sono  quelle sole che potrebbero dare alla dottrina luce e forza
Ma il fatto sta, che ancor mancano interamente, non  sono  neppure accennate le questioni vitali che possono contenere
i Platonici identificano l' uno coll' ente per sè, e così  sono  astretti a parlare dell' uno in due diversi significati, o
o i molti s' intendono complessivamente, e in tal caso  sono  un complesso unico, che per la sua unità appartiene ancora
una classe di enti, una categoria, ma piuttosto  sono  il fondamento di tutte le classi. Se poi per molti s'
o de' commentari su tutte quasi le parti della filosofia.  Sono  ben lontani per lo più cotesti scritti aristotelici d'
la partizione dialettica dell' ente e la partizione logica  sono  la medesima. Ma quando il linguaggio induce nell' animo
que' casi, ne' quali i concetti e i pensieri umani non  sono  significati dalla lettera; al qual fine Aristotele scrisse
che le essenze (1), significate da nomi comuni, or  sono  della stessa, ora di altra natura: i primi nomi li chiama
perchè il solo nome è comune, ma i concetti significati  sono  diversi (1). Dove si vede che l' essere un nome univoco od
che, tra' nomi comuni a concetti diversi, alcuni  sono  tali che s' accomunano a concetti che non hanno alcun
primieramente in due classi, nell' una riponendo quelli che  sono  tali a casu , nell' altra quelli che sono tali a consilio .
quelli che sono tali a casu , nell' altra quelli che  sono  tali a consilio . E così anco S. Tommaso chiama puramente
E così anco S. Tommaso chiama puramente equivoci quelli che  sono  tali per caso, e non quelli che sono equivoci per consiglio
equivoci quelli che sono tali per caso, e non quelli che  sono  equivoci per consiglio degl' imponitori (1). Questi ultimi
o un esercizio, perchè ciascuna di queste tre cose  sono  ordinate all' effetto di restituire la sanità; III Quelli,
a ragione della proporzione che hanno tra loro, e questi  sono  quelli a cui gli antichi riserbarono il nome di analogici
il piè dell' uomo all' uomo, cioè a dire l' uno e l' altro  sono  nella parte inferiore e servono a sostenerlo (2). Pure il
non sensibile, e però non vivamente conosciuta. Le metafore  sono  suggerite all' uomo dalla facoltà d' imaginare, e da quella
a risvegliare nella mente ciò che vogliamo. Le metonimie  sono  suggerite all' uomo dalle facoltà dell' associazione delle
oggetto in senso proprio e ad un altro in senso metonimico,  sono  una seconda classe di nomi usati equivocamente a bel
a bel consiglio. 3 GENERE - Nomi proporzionali . - Questi  sono  quelli che gli antichi chiamavano analoghi , presa la
essi per questo: che i metaforici così si chiamano, perchè  sono  nomi di cosa più nota e vivamente conosciuta applicati a
proprio alla causa, ma applicati a significare l' effetto,  sono  quegli che gli antichi dicevano equivoci ab uno . I nomi
bontà, ecc., è limitata a quel modo nel quale tali doti  sono  partecipate dall' ente finito umano, e quindi anche i
avviene, che così fatti vocaboli, applicati alla Divinità,  sono  inetti ad esprimerne adeguatamente la natura, appunto
appunto perchè i concetti positivi, che significano,  sono  tratti da cose contingenti e limitate; onde si dice che
. Quelle cose adunque che conosciamo positivamente, ma che  sono  tali che non appartengono alla natura dell' essere
analogicamente a cagione della limitazione in cui tali cose  sono  dall' uomo percepite. Si distingua adunque in così fatti
positivo; perciò si dice in generale, che tali doti e pregi  sono  predicati di Dio analogicamente. Sei adunque sono le
e pregi sono predicati di Dio analogicamente. Sei adunque  sono  le predicazioni traslate: la metaforica, la metonimica, la
predicati, che così intende Aristotele le Categorie, queste  sono  da lui chiamate predicamenti per sè. Ma egli confonde
si divide indipendentemente da questa. Le dieci Categorie  sono  dieci idee che s' intuiscono, e intuite si predicano.
s' intuiscono, e intuite si predicano. Quando si predicano,  sono  già divise. Ma per Aristotele prima sono predicati, e poi
si predicano, sono già divise. Ma per Aristotele prima  sono  predicati, e poi astratti, benchè di natura sua dichiari
in diversi modi l' essere. Il riconoscere nondimeno che  sono  « essere per sè », è lo stesso che confessare che non
ideali, ma non fa che usare di queste. Queste dunque  sono  prima idee o intelligibili, e di poi predicabili. Onde
colla negazione. Tutti gli enti negativi o privativi  sono  formati in questo modo dallo spirito. Sorge quindi una
un ente negativo. Questi enti negativi concreti ed astratti  sono  due classi di quegli che si chiamano enti di ragione , od
(1). Egli circa le relazioni osserva, che queste non  sono  sempre puri enti di ragione, ma talora sono realità (2)
che queste non sono sempre puri enti di ragione, ma talora  sono  realità (2) inerenti agli enti, come accade quando gli enti
importanti: La prima , che gli enti di ragione altri  sono  astratti e puri come dicemmo della cecità; ed altri sono
sono astratti e puri come dicemmo della cecità; ed altri  sono  inerenti ai nostri concetti degli enti reali, come l' uomo
come fossero per intiero reali fuori della mente; quando  sono  pure un composto di entità reali fuori della mente e di
reali atti del soggetto intelligente, e però ancora non  sono  enti di ragione. Gli enti adunque che propriamente meritano
primieramente nelle due classi indicate: che alcuni  sono  meri enti di ragione, quasi finzioni della ragione stessa;
enti di ragione, quasi finzioni della ragione stessa; altri  sono  misti, cioè parte sono enti di ragione, e parte sono enti
finzioni della ragione stessa; altri sono misti, cioè parte  sono  enti di ragione, e parte sono enti oggettivi, ovvero anche
altri sono misti, cioè parte sono enti di ragione, e parte  sono  enti oggettivi, ovvero anche reali. I meri enti di ragione
enti oggettivi, ovvero anche reali. I meri enti di ragione  sono  prodotti dalle seguenti operazioni della ragione: I Negare
limiti e le privazioni delle cose, concepiti astrattamente,  sono  enti negativi con qualche relazione alla cosa limitata.
cioè tali che l' uno non può esistere senza l' altro,  sono  distinti nell' oggetto stesso, di maniera che l' uno non è
maniera che l' uno non è l' altro, nè entra nell' altro, ma  sono  legati insieme per una specie di relazione essenziale .
essere, ecc.. b ) Talora i due o più elementi inseparabili  sono  bensì distinti nell' oggetto, ma l' uno di essi entra nell'
arbitrarii, coi quali si dà a credere, che quelli che non  sono  che elementi formali dell' oggetto, sieno altrettanti
anch' esse in generi e specie, e questi generi e specie  sono  come elementi formali delle relazioni medesime. IV Comporre
ella positivamente conosce, e queste proprietà, in quanto  sono  predicate analogicamente dell' oggetto ignorato, diconsi
che l' usa, sappia in pari tempo, che tali sue predicazioni  sono  meramente analogiche. VI Sostanziare - Esseri immaginarii .
Esseri immaginarii . - Un' altra classe di enti di ragione  sono  quelli, che la mente compone di altri enti da lei
ragione l' uomo introduce nel suo discorso. Questi esseri  sono  falsi ed erronei, e non hanno valore oggettivo in sè
di ragione, i quali non hanno la natura d' atti primi, ma o  sono  semplici elementi di tali atti, o sono atti secondi, o sono
d' atti primi, ma o sono semplici elementi di tali atti, o  sono  atti secondi, o sono negazioni di atti, non si possono
sono semplici elementi di tali atti, o sono atti secondi, o  sono  negazioni di atti, non si possono concepire dalla mente, se
ch' ella li prenda nel ragionamento a suppositi: e questi  sono  quelli che più sopra abbiamo appellati subietti dialettici
nè le operazioni subiettive della mente umana, ma che  sono  nell' ente stesso, sia reale, sia ideale. La prima
. Riconosce dunque Aristotele, che la specie e la materia  sono  di diverso genere tra loro, perchè non si possono condurre
formano dalle categorie dell' ente [...OMISSIS...] . Ma che  sono  questi schemi di categorie dell' ente? e che cosa è l' ente
schemi di categorie dell' ente? e che cosa è l' ente di cui  sono  categorie? E se anche la specie e la materia sono generi,
di cui sono categorie? E se anche la specie e la materia  sono  generi, non diventeranno dodici i generi anzichè dieci? Per
due principŒ , che infine, con qualunque nome si chiamino,  sono  sempre quelli de' pitagorici: l' indeterminato e il
all' incontro, che è il determinante, ha numero, cioè ci  sono  diverse specie. Ricercando quali sieno, si viene a scoprire
e quelle contengono queste. Ma le più estese di tutte non  sono  contenute in altre d' estensione maggiore, appunto perchè
contenute in altre d' estensione maggiore, appunto perchè  sono  le più estese. Rimane dunque a cercare, se le più estese di
Aristotele, che le specie più estese, e irreducibili, non  sono  una sola, ma dieci: e così stabili le sue dieci Categorie.
diverso »(4) »: di che deduce, che « la specie e la materia  sono  generi diversi », perchè, tanto la specie, quanto la
diversi », perchè, tanto la specie, quanto la materia,  sono  subietti diversi irreducibili l' un all' altro. Dove la
si considera come materia, «hos hyle», e se due generi  sono  « la specie e la materia », convien dire che ci sia una
materia reale , che costituisce un altro genere. E questi  sono  veramente i sommi generi d' Aristotele del tutto
materia reale? Se al genere, secondo lo stesso Aristotele,  sono  necessarie le differenze [...OMISSIS...] , come la materia,
ma a quei generi ch' egli chiamò Categorie, poichè questi  sono  « i primi subietti delle differenze », che uniti a queste
non appartengono alla materia reale, ma all' ideale, e  sono  le specie più estese , secondo Aristotele, e però le meno
della filosofia aristotelica, perchè di tutte le entità  sono  prime le sostanze, [...OMISSIS...] . E questa sostanza, che
può essere la sostanza categorica, perchè le « Categorie »  sono  i sommi predicabili (1). Appresso, di quella sostanza che
dappoichè la sostanza categorica, come l' altre categorie  sono  comuni , dicendo Aristotele, che « « fuori della sostanza e
dunque conchiudere, che le Categorie aristoteliche non  sono  punto una partizione dell' ente in tutta l' estensione
che nomina l' ente con una relazione agli accidenti che  sono  in essa; e questa relazione è un ente razionale. Di più la
del luogo ( «pu»), e della situazione ( «keisthai») non  sono  modi con cui si predica l' ente in universale, ma un ente
dalla considerazione dell' infima specie degli enti, quali  sono  i corporei, anzichè dalla considerazione dell' ente in se
ed arbitrarie. 7 Se tutte le Categorie di Aristotele  sono  enti involti in appendici provenienti dalle operazioni
provenienti dalle operazioni dell' intendimento, alcune  sono  al tutto enti razionali come la quarta, che è la relazione
, il fare , e il patire ( «echein, poiein, paschein»),  sono  relazioni reali. Onde da una parte la divisione delle
il giacimento e la sessione , e gli altri atteggiamenti ,  sono  ad altro; cioè esprimono relazioni: ma il giacere , lo
relazioni: ma il giacere , lo stare , il sedere , ecc., non  sono  relazioni, ma sono denominati dalle posizioni rispettive le
, lo stare , il sedere , ecc., non sono relazioni, ma  sono  denominati dalle posizioni rispettive le quali sono
ma sono denominati dalle posizioni rispettive le quali  sono  relazioni. Il che dimostra che la distinzione delle
cosa di accidentale, come grammatico da grammatica, e però  sono  casualmente differenti dai predicamenti, dunque si
Aristotele parte dal principio che « i modi del predicare  sono  i modi dell' essere ». I due filosofi in questo vanno a
che le cognizioni che cadono nell' umana mente, altre  sono  necessarie ed universali, altre sono contingenti e
umana mente, altre sono necessarie ed universali, altre  sono  contingenti e particolari. Que' giudizi , che non ponno
necessità e l' universalità, li chiamò a priori , e se non  sono  dedotti da niun elemento empirico precedente, li disse a
ai sensi essi credono ciecamente: le loro deposizioni  sono  le sole oggettive, come espressamente dice fra noi il
il sensibile l' intelligenza non trova che campi vuoti. Non  sono  questi i soliti pregiudizi volgari dei sensisti? i quali
questa riflessione: Non meno il senso che l' intelligenza  sono  potenze dell' uomo; Non meno il senso che l' intelligenza
il credere che il senso percepisca i suoi termini in quanto  sono  staccati da lui, e in questo senso esterni; onde se per
è la facoltà di farci conoscere con certezza le cose come  sono  in sè, e distinguere da noi stessi quelle che sono da noi
come sono in sè, e distinguere da noi stessi quelle che  sono  da noi distinte. I sensisti adunque, e Kant con essi,
fondo dell' uomo ». L' uno e l' altro nulla provano, anzi  sono  manifestamente erronei. La radice di questo errore, si è il
intelligenza: quella è contingente e particolare, questi  sono  necessarii ed universali. Questi dunque non possono venire
il necessario, l' universale, l' eterno », caratteri di cui  sono  forniti gli esseri ideali, e che, o convien negare i
, che lo spirito nostro vede, col soggetto eterno (i quali  sono  una cosa in sè, ma sono due cose rispetto al nostro
vede, col soggetto eterno (i quali sono una cosa in sè, ma  sono  due cose rispetto al nostro spirito) preparò la via a'
vero che vediamo la sostanza divina, o le idee nostre quali  sono  nella divina sostanza. Conosciuto il vizio radicale della
non si riferisce meno agli enti esterni, cioè a quelli che  sono  nello spazio, che agli enti spirituali, come sarebbe l'
da non intendere che la mente pensa alle essenze le quali  sono  per sè oggetti, e sono tuttavia immuni da ogni spazio e da
la mente pensa alle essenze le quali sono per sè oggetti, e  sono  tuttavia immuni da ogni spazio e da ogni tempo. Dal quale
un attributo generale; e questi dodici attributi  sono  i dodici concetti fondamentali , ossia le dodici categorie
via di concetti, e il conoscere per via di affermazione,  sono  cose distintissime, e costituiscono le due grandi classi
o, come noi sogliamo anche chiamarle, intuitive, le quali  sono  quelle che si hanno per via d' idee o di concetti; e «
i giudizŒ. All' incontro concetto e affermazione  sono  cose affatto distinte: il concetto pone innanzi alla mente
de' veri concetti, perocchè concetti senza oggetto alcuno,  sono  un bel nulla. Per essere coerenti conveniva adunque negare
alcuni a cui ripugnò di negare affatto i concetti, i quali  sono  ammessi da tutto il mondo, e la cui esistenza è troppo
per una loro moltiplicità. Generalità e moltiplicità  sono  cose non solo diverse, ma opposte. Quello che è moltiplice,
uomo io conosco tutti gli uomini possibili in quanto  sono  uomini. Ma qui si noti: tutti questi che si conoscono,
è negli individui che si conoscono col concetto, e che non  sono  il concetto. Confondere gl' individui conosciuti col
consiste nell' essere egli la loro comune intelligibilità.  Sono  adunque affatto erronee le sopradditate parole di Kant:
che si possono benissimo aggiungere al primo, ma che non  sono  il primo. Ogni concetto adunque è semplice come tale, ed è
1 Queste quattro grandi classi di giudizŒ ci  sono  date da Kant sulla sua parola, poichè non fa alcun
e modalità , questo è evidentemente falso. Quando si  sono  tratte fuori tutte le qualità de' giudizŒ, la loro
degli oggetti loro. Se noi diremo che i giudizŒ  sono  affermativi, negativi, limitativi , avremo in qualche modo
esserci una giustizia eterna, e l' esser punito il vizioso,  sono  due concetti conseguenti ». Ma i giudizŒ semplici ed i
I rapporti d' una classificazione coll' altra non  sono  difficili a rilevarsi, ma noi gli intralasciamo non
attributi di giudizŒ possibili; le quali categorie  sono  le dodici seguenti: unità, pluralità, totalità (quantità);
che l' azione e la passione siano reciproche; quando ci  sono  passioni ed azioni che non finiscono in un solo soggetto
funzione predetta della ragione: nulla di ciò; essi non  sono  che illusioni . E qual ragione adduce di questa impotenza
questi non possono essere altro che illusioni poichè non  sono  dati dalla sensitività!!! La sensitività ha l' esclusiva
che l' idea dell' Anima intelligente, del Mondo, e di Dio,  sono  condizioni ultime assolute di tutti i raziocinŒ. E questo è
Ma ciò che non intende Kant, si è, che queste idee non  sono  condizioni del pensare, se non dato che realmente vi abbia
le contraddizioni o antinomie non della ragione, ma  sono  di un uomo che si chiama Kant, il quale introdusse sulla
ai corpi ed alle sensazioni prodotte da corpi, come  sono  le superficie ed altre astrazioni fatte sui corpi come le
estesi e continui: ma questi elementi, benchè estesi, non  sono  però composti, nè hanno parti in atto, essendo un puro
ha parti in atto, ed ha solo parti in potenza (le quali non  sono  parti reali), cioè ha solo parti immaginate dalla mente, la
benchè senza parti. Queste parti poi del composto non  sono  determinate dall' estensione, la quale è semplice anche nel
» »: mentre il vero si è che in esteso continuo non vi  sono  elementi reali ma solo potenziali come abbiamo detto; e
di idee . Ma queste idee son esse semplici o composte?  sono  nulla o qualche cosa? sono enti corporei nello spazio o
son esse semplici o composte? sono nulla o qualche cosa?  sono  enti corporei nello spazio o enti fuori dello spazio?
azione eterna produsse il cominciamento delle cose che  sono  l' effetto di quella azione. Un secondo errore contiene il
dal tempo ch' ella produce, producendo il mondo. Tali  sono  le famose antinomie della Ragion Pura di Kant. Non sono,
Ragion Pura di Kant. Non sono, no, antinomie della ragione;  sono  proprio antinomie e contraddizioni del sofista che potè
la Germania. Gli argomenti con cui egli le fortifica non  sono  nè pure di sua invenzione: sono gli argomenti prodotti e
cui egli le fortifica non sono nè pure di sua invenzione:  sono  gli argomenti prodotti e riprodotti dagli empii di tutti i
della sua filosofia speculativa: [...OMISSIS...] . Tali  sono  le due tendenze della filosofia di Kant, ma Kant, più
ragione, le stesse illusioni ch' ella ingerisce nell' uomo,  sono  come a dire pie frodi, cioè hanno un fine utile all' uomo
le antinomie, che avete prima attribuite alla ragione, non  sono  proprie della ragione, ma dell' abuso che voi avete fatto
è un' idea buona per la pratica. [...OMISSIS...] Ma quali  sono  i principii del suo giudizio? Sono, che l' esistenza di Dio
essi che la semplice forma del pensare (1). 2 Che le idee  sono  ancora più lontane dalla realità oggettiva; perocchè esse
per ideale intende un prototipo di perfezione nel quale  sono  suppositate le idee, consistendo l' ideale d' ogni spezie
universale , perocchè tutti gli altri concetti altro non  sono  che determinazioni e limitazioni di quest' essere, e l'
si distinguono bensì da' concetti astratti , ma finalmente  sono  anch' esse concetti, perocchè una cosa possibile è un
di cose , toglie in appresso a dimostrare, che queste cose  sono  oggetti della ragione, che non hanno alcuna realità, e che
ente particolare perfetto, benchè concepito come possibile,  sono  suoi proprii, esclusivamente suoi; onde non si possono
, onde provvedersi di que' principii di ragionare che  sono  poscia gli stromenti co' quali la stessa ontologia si può
nel soggetto, non in senso materiale, quasi come le frutta  sono  in un paniere, ma nel senso intellettivo, che altro non
od immedesimare. Ora gli oggetti che cadono nella coscienza  sono  innumerevoli, e tra questi vi è anche il soggetto che allor
prendere tutte queste cose per enti diversi. Vero è, che  sono  sempre io quell' istesso, che le conosco tutte, il che non
di enti, cioè se non si suppone, che quelli enti, che  sono  distinti dalla coscienza, siano distinti realmente. Fichte
La proposizione: « Io so di me solo in quanto io sono, e io  sono  in quanto io so di me », contiene appunto il sofisma che i
et divisionis; perocchè nella proposizione « Io  sono  in quanto so di me », la parola Io può avere due
vero che « Io, come coscienza di me, come uomo conscio,  sono  in quanto so di me »; ma non è mica vero che « Io, come
me »; ma non è mica vero che « Io, come uomo semplicemente,  sono  in quanto so di me », perchè anzi sono anche senza saper di
uomo semplicemente, sono in quanto so di me », perchè anzi  sono  anche senza saper di me, ed ero prima che acquistassi
me nè punto nè poco. In secondo luogo, l' oggetto, di cui  sono  consapevole, potrebbe essere uno spirito, potrei essere io
ci attesta, che tanto il soggetto quanto l' oggetto non  sono  la coscienza, e molto meno due parti in cui ella si divide.
vi ha dunque una distinzione reale: gli atti del soggetto  sono  accidenti senza i quali il soggetto può essere. Tale è la
senza sè stesso: egli è atto primo, di cui gli atti secondi  sono  derivazioni. Molto meno l' oggetto può essere la coscienza
non è mica sempre un nostro atto, o un nostro abito. Se io  sono  consapevole di pensare una montagna, sono consapevole in
abito. Se io sono consapevole di pensare una montagna,  sono  consapevole in pari tempo che la montagna pensata non è
loro parola, ve lo dicono a priori; anzi vi accertano che  sono  tutte illusioni, e che non esiste altro che la coscienza, e
altro che la coscienza, e che il soggetto e l' oggetto  sono  parti di lei: a malgrado che di ciò non siamo consapevoli;
spirito di prima, identico. Onde, come le riflessioni  sono  innumerevoli, così le affermazioni di sè; e ogni volta che
hanno bisogno assai più de' primi di spiegazione, ed anzi  sono  del tutto inesplicabili. Ed è poi lepido il modo
contingente, la loro realità: in una parola non ciò che  sono  di diritto, per così dire, ma ciò che sono di fatto. Quel
non ciò che sono di diritto, per così dire, ma ciò che  sono  di fatto. Quel misterioso adunque, che si trova nella
di essere oggetto intuìto, perchè l' intuìto e l' intuente  sono  relazioni che si escludono reciprocamente. Fichte dice,
distruggere l' oggetto facendolo rientrare nel soggetto.  Sono  adunque questioni che si confondono malamente insieme
la pena di scrivere diversi volumi per dimostrare, che io  sono  al tutto psicologista, ed egli solo è il vero ontologista.
che non abbiano per loro fondamento una ragione ,  sono  cieche: la volontà stessa di Dio dee essere sempre guidata
allo spirito? Separarlo dagli oggetti reali che non  sono  lui stesso. Che ci rimane allora? Lo spirito solo; quello
IO umano per rinvenire la ragione sufficiente di questo, e  sono  al tutto inutili gli sforzi de' trascendentali (1) per
dell' opera. III L' assoluto di Fichte e de' filosofi che  sono  andati sulla sua via è un assoluto in potenza; perchè è un
Vi dee essere una ragione sufficiente di tutte le cose che  sono  od appariscono: ma, l' uomo non potendo uscire da sè
Secondo Schelling adunque, per ispiegare le cose che  sono  ed appariscono, conveniva trovare un sistema nel quale si
oggetto, cioè Dio con due diverse manifestazioni, che  sono  natura e spirito, essere e sapere . Già in queste due
idee , come le idee fossero sapere, mentre esse altro non  sono  che mezzi ed oggetti del sapere. La confusione adunque del
con evidenza. Vero è che Schelling dice che questi limiti  sono  apparenti; ma a ) Primieramente quando fossero anche
delle limitazioni apparenti; b ) Se le limitazioni di Dio  sono  apparenti, esse debbono apparire a qualche essere, perchè
esistono realmente degli enti limitati , e questi non  sono  mere apparenze, ossia limitazioni apparenti dell' ente
nè si possono produrre, nè si possono pensare, e però non  sono  »: onde non si pensano divise dall' idea ed essenti per sè,
reale; 2 un elemento ideale; e che entrambi questi elementi  sono  veramente; benchè non sarebbero se non vi avesse una mente
di un' altra idea? Perchè dichiarazioni così rilevanti  sono  omesse da cotesti filosofi? Ad ogni modo, se la totalità è
filosofie della Natura e dell' Idealismo ); che però non  sono  che due astrazioni, secondo lui stesso, giacchè non
argomento, ma scade da ogni dignità filosofica. Perocchè  sono  vere inezie quelle che di frequente egli dice, anzi che
macchie? Il filosofo vi dice seriamente che quelle macchie  sono  assolutamente necessarie , mostrando esse che il sole è
i tre processi della natura. Le tre potenze della natura  sono  la gravità , che è potenza di primo grado e produttrice
riduce alla bontà. D' altra parte la verità e la bellezza  sono  oggetti dell' intelligenza che le intuisce e fruisce,
alla natura corporea. La verità , la bellezza , non  sono  che relazioni che hanno le idee cogli spiriti dotati d'
1 Se si pretende di trovare in un' idea elementi che non  sono  tali; 2 Se si pretende che quelli che sono meri elementi,
elementi che non sono tali; 2 Se si pretende che quelli che  sono  meri elementi, sieno enti ideali stanti per sè. Nella
ed arbitrari da cui partono e che noi abbiamo esposti,  sono  sempre i medesimi; ma ciascuno volendo essere originale ed
identità non può essere data che per un giudizio. Ma eglino  sono  veri e innegabili questi fatti: 1 Che nella semplice
Il solo fatto psicologico ed innegabile, che per l' uomo  sono  due operazioni distinte l' intuizione dell' essenza e il
uomo quello che è proprio di Dio, nel quale le idee non  sono  distinte dal suo Verbo pel quale solo tutto conosce, che
dal suo Verbo pel quale solo tutto conosce, che anzi non  sono  propriamente idee l' una dall' altra realmente distinte, ma
propriamente idee l' una dall' altra realmente distinte, ma  sono  relazioni conseguenti al suo Verbo nel modo che altrove
che altrove abbiamo esposto (1). Ma per l' uomo le idee  sono  separate dal verbo, e l' una dall' altra è separata e
ma finalmente tanto l' intuizione quanto il verbo  sono  due operazioni soggettive, cioè dello spirito umano. Hegel
direbbe (3). Qui c' è il materialismo: perchè, se i corpi  sono  cose e se ogni cosa è un concetto, dunque anche i corpi
cose e se ogni cosa è un concetto, dunque anche i corpi  sono  concetti. C' è conseguentemente l' idealismo: perocchè le
C' è conseguentemente l' idealismo: perocchè le cose  sono  trasmutate in idee. C' è il soggettivismo e il
produce tutti i concetti, dunque tutti i concetti  sono  produzioni dell' anima. C' è il panteismo: perchè, se il
e che si svolge in giudizŒ ed in raziocinŒ: ma queste non  sono  più operazioni dell' anima umana. Il che niente ripugna,
e distinguendo di più, tra gli enti di ragione, quelli che  sono  concetti da quelli che sono non7concetti, cioè enti
gli enti di ragione, quelli che sono concetti da quelli che  sono  non7concetti, cioè enti supposti, verbali, e nulla affatto
che a tali delirii tengano dietro molti in Germania, anzi  sono  di pochi. Anche tra gli scrittori tedeschi ve n' hanno
idee annoverate. Perocchè la quantità e la qualità non  sono  sostanze, ma modi di alcune sostanze, non di tutte (la
e i concetti delle categorie kantiane, le quali differenze  sono  immense, e tali che in nessun modo questa si lascia ridurre
affatto da sè, effetti che nè rimangono in esso, nè  sono  suoi modi; che non hanno lui per soggetto; e sono o un'
esso, nè sono suoi modi; che non hanno lui per soggetto; e  sono  o un' altra sostanza o modi d' un' altra sostanza (1).
categorie, ma un distruggerlo. Conciossiacchè le categorie  sono  perite quando ad una fosser ridotte; giacchè con quel
tutte le categorie alla sostanza, e per lo meno i modi non  sono  contenuti nell' idea di sostanza, e però debbono formare
infinito, e l' idea del finito, e quella della relazione  sono  tre idee diverse in Dio, dunque vi debbono avere tre atti
medesima. Se poi differiscono, già i modi di Dio non  sono  più tre (le tre idee), ma per lo meno sei: perocchè oltre
di limitazione. 5 L' idea di uno e di vario e di relazione  sono  idee astratte, onde non possono essere in Dio distinte come
dall' idea. Lo stesso si dica delle altre due idee, che non  sono  certamente il mondo nè modi di esso: perocchè il mondo è un
parte il Cousin, affine di trovare le sue tre idee (che non  sono  poi tre sole, come dicemmo) in tutte le cose, è obbligato
ch' egli fa delle sue tre idee fondamentali, non  sono  più felici di questa. Finalmente osserveremo, che l' uno,
come le tre idee supreme, a cui tutte le altre si riducono,  sono  un cotal riflesso dell' eclettismo alessandrino
si discerna e si affermi. . Né le altre sensazioni  sono  del tutto fortuite, quando vi è già un intelletto e un
L'età, il esso, gli istinti, le attitudini, le abitudini  sono  i coefficienti senza i quali la sola presenza degli oggetti
che abbrucia il ferro e il diamante. Gli apparati elettrici  sono  per noi come nuovi sensi, coi quali possiamo percepire
di nuovi sensi. . Le poche sensazioni del selvaggio  sono  vaghe, incerte, incommensurabili. Solo col mezzo degli
essere ancora oggetto d'una percezione individuale. a vi  sono  fenomeni che un individuo solo non potrebbe mai percepire
i fenomeni dei terremoti e delle eruzioni vulcaniche,  sono  come le parti d'un commune sensorio elle genti incivilite.
dei cittadini in quelle cose, in quelle tendenze che  sono  comuni a tutti gli uomini che ne sono parte. Esistono
quelle tendenze che sono comuni a tutti gli uomini che ne  sono  parte. Esistono tendenze e fini che non abbracciano tutti i
condizione di cose esistente e sancita dal comune consenso,  sono  troppo connaturali agli animi, perché un solo individuo
arme di guerra legittima dove non è Patria, né Libertà,  sono  illegali e possono essere sciolte dalla Nazione quando la
le sorgenti dalle quali scendono i vostri Diritti. Infinite  sono  le questioni speciali che possono sorgere nella vostra vita
alla distribuzione della ricchezza. V'ho accennato quali  sono  i vostri doveri verso l'Umanità, verso la Patria, verso la
dei mezzi. Per compiere doveri, per esercitare diritti,  sono  necessari: tempo, sviluppo intellettuale, certezza di vita
fanno già parte d'un medesimo universo; e perciò queste  sono  già per origine loro collegate in sistema. L'idea d'unire
la sensazione, la memoria, l'attenzione, la riflessione non  sono  esseri separati, ma un unico essere pensante ch'esercita
oceano; eppure egli sospinto da quelle interne potenze che  sono  indivisibili dal suo essere, fa già sistema di quanto gli
d'anni dacché cominciò sul globo l'epoca dell'uomo, vi  sono  ancora oggidì tribù dell'Australia e dell'America
i numeri per contar le dita d'una mano. Molti popoli  sono  periti senza uscire dalla prima barbarie. Questa filosofia
decadimento; non si può negare che molte terre fiorenti or  sono  desolate; e molti popoli sono periti. Ma se i nostri padri
che molte terre fiorenti or sono desolate; e molti popoli  sono  periti. Ma se i nostri padri non credevano al progresso,
dei posteri non hanno occasione di fermento e di travaglio;  sono  come piante nella stagione invernale; non hanno fronde, non
d'esser migliori dei loro padri; le dottrine più audaci  sono  ridutte dal tempo ad aride regole, a formule viete, a
e della virtù che lo ha tessuto. In tale torpore  sono  caduti li Asiatici per effetto di quella stessa precoce
nei prodigii della fisica, della chimica, in quanto  sono  benèfici veri alla parte materiale del nostro vivere, ma è
in ragione appunto dei sistemi in parte nuovi che  sono  costretti ad effettuare. Nell'istoria greca i Dori,
e del medio evo e vie più accrebbe colle sue scoperte, vi  sono  molti di tali principii più o meno fra loro discordi. Tali
molti di tali principii più o meno fra loro discordi. Tali  sono  la giurisprudenza romana e la feudale; le filosofie dei
due termini, l' oggetto e il mondo extrasoggetto, che ne  sono  la cagione. Quindi non potemmo al tutto ragionare delle
oggetti o termini della cognizione che per sè stessi non  sono  spezzati; di che poi è obbligata a rifare ciò che ella ha
sensazioni eccitate, fanno percepire il corpo agente. Elle  sono  altrettante sue rappresentazioni , sono, rispetto all'
prodotte od occasionate (1). E poichè tali sensazioni non  sono  che modificazioni del sentimento fondamentale, quindi si
secondo i suoi bisogni. Perocchè i bisogni dell' uomo, che  sono  gruppi di sentimenti passivi ed attivi , non si riferiscono
secondo i loro effetti nei diversi sensorii; ma bene spesso  sono  soddisfatti con certe determinate azioni e attitudini
segni di segni ; perchè segnano accidenti sensibili, che  sono  essi medesimi segni degli enti (1). La ragione speculativa
operando produce tali passioni. Le relazioni poi, altre  sono  essenziali e costitutive degli enti, come, per esempio, il
come, per esempio, il continuo rispetto ai corpi; altre  sono  loro accidentali , come, per esempio, un dato colore, che è
colore, che è relazione col sensorio ottico; altre neppure  sono  negli enti come accidenti, ma la mente le produce
ciò che è più, e perciò si dicono relazioni dialettiche ; e  sono  relazioni estrinseche, che non pongono nulla nell' ente nè
distinguere dagli enti ideali . Gli enti ideali  sono  l' oggetto dell' intuizione della mente, le essenze degli
della mente, le essenze degli enti. Ma gli enti mentali  sono  sguardi parziali della mente , che non abbraccia tutto l'
come fa della limitazione e del nulla, che altro non  sono  che sguardi della mente , come dicevamo. Infatti che cosa è
oggettivo e di soggettivo; perocchè in quanto quelle cose  sono  enti (scienza di oggetto), in tanto sono oggetti; ma in
quanto quelle cose sono enti (scienza di oggetto), in tanto  sono  oggetti; ma in quanto sono limitate, sono conosciute per
(scienza di oggetto), in tanto sono oggetti; ma in quanto  sono  limitate, sono conosciute per tali da uno sguardo proprio
in tanto sono oggetti; ma in quanto sono limitate,  sono  conosciute per tali da uno sguardo proprio della mente,
o segni a cui ella affigge i suoi concetti, i quali  sono  atti positivi; ma talora fa anche il contrario, vestendo di
agente in modi sì vari (1), sicchè le varie sensazioni  sono  diverse pel loro diverso tocco, non pel diverso spazio che
occupano; le varie parti dello spazio isolatamente prese  sono  indiscernibili dall' uomo, perchè una parte dello spazio è
come dicemmo, i confini dello spazio di un sensorio non  sono  sensibili allo stesso sensorio; onde il principio razionale
Vero è che gli effetti, che un corpo produce nei sensorii,  sono  diversificati dalla varietà dei sensorii; ond' è che al
dei suoi effetti sensibili, per la quale unità questi  sono  appunto così aggruppati che si dimostrano tutti effetti di
corrisponde una specie sola. Ora i fondamenti sensibili  sono  dati dal sentimento vestiti del gruppo dei loro effetti; e
il solo fondamento sensibile dell' ente; ond' esse  sono  diverse, quando fanno conoscere fondamenti che sono
esse sono diverse, quando fanno conoscere fondamenti che  sono  diversi, prescindendosi dalla loro realità, come pure dal
è facile a fare, specialmente quando gli effetti sensibili  sono  così ordinati fra loro che l' uno è condizione precedente
concetto se non nella classe dei generi (ideali), i quali  sono  idee che non rappresentano l' ente, ma qualche cosa dell'
1 o si considera la materia, di cui gli enti corporei  sono  composti, in relazione alla forma, e in tale aspetto ella è
(1). Le nature dunque, che non hanno individualità,  sono  informi, non sono enti compiuti; l' individualità è dunque
dunque, che non hanno individualità, sono informi, non  sono  enti compiuti; l' individualità è dunque un carattere
presa nella sua totalità; ora la presenta figurata, come  sono  le parti dell' estensione presentata da certi sensorii, dal
fondamenti sensibili vestiti dei loro gruppi di sensazioni  sono  più, quando la specie astratta con cui si conoscono è una
dell' idealità. Così gli individui della specie umana  sono  molti, e l' uomo7concetto è uno solo; quegli individui si
solo, ma pei diversi fondamenti sensibili reali, i quali  sono  più; è adunque coll' aiuto del senso (potenza che comunica
acqua, aria, fuoco, legno, ecc.. Tutti questi concetti  sono  generici e non specifici; e perciò non fanno conoscere l'
forma, gli altri pongono delle forme imperfette, che  sono  parti della forma. Dove si vede che vi sono dei generi che
imperfette, che sono parti della forma. Dove si vede che vi  sono  dei generi che fanno conoscere la materia, altri una parte
prendono la loro vera individualità dallo spirito a cui  sono  termine, ma non l' hanno in sè stessi, perchè per sè
sè stessi, perchè per sè stessi, divisi dallo spirito, non  sono  enti compiuti, e meritano quindi l' appellazione di non
Non sussistono così staccati dal loro principio, e però  sono  qualche cosa dell' ente, che risponde ad un concetto
del principio senziente . Quanto poi ai corpi composti, o  sono  inorganici od organati. Gli inorganici sono ancor meno
composti, o sono inorganici od organati. Gli inorganici  sono  ancor meno degli elementi suscettibili di unità e d'
seco stesse o con altre quantità; e le lettere medesime  sono  già una sintesi arbitraria di quante unità si voglia, e
secondo la sua natura, a rispondere a quei termini che gli  sono  presentati. I termini poi del sentimento non porgono al
vera causa efficiente, quando gli agenti da lei diversi non  sono  che cause eccitatrici . Non è dunque l' uomo col sentimento
Ora questi enti, che non cadono nella percezione umana,  sono  di due maniere: 1 altri non cadono nella percezione umana
umani sensorii o dall' umano sentimento naturale, quali  sono  gli spiriti puri. Rispetto alla prima classe di questi
mezzo di cognizione che i segni non rappresentativi . Tali  sono  i vocaboli, di cui si compone il discorso di colui che
. Infatti fra gli enti specificamente diversi vi  sono  sovente proporzioni eguali; il grande, il piccolo, il
delle proprietà che riguardano gli enti, non in quanto  sono  percepiti e sentiti, ma in quanto sono enti o di un dato
enti, non in quanto sono percepiti e sentiti, ma in quanto  sono  enti o di un dato genere di enti, per esempio, del genere
della positiva. Il somigliante dicasi degli angeli, che  sono  pure esseri contingenti; se non che di questi, essendo enti
ma non gli effetti immediati e rappresentativi, come  sono  quelli che fanno sentire l' immediata azione dell' ente nel
di questa similitudine, giacchè noi sappiamo che talora vi  sono  di quelle cause, dette dagli antichi equivoche, le quali
ma nel tempo stesso che ci dimostra che tali cognizioni  sono  meramente analogiche, e però del tutto insufficienti a
si può dire simile a Dio, non come due enti reali  sono  simili, ma come sono simili l' ente reale e la sua essenza
simile a Dio, non come due enti reali sono simili, ma come  sono  simili l' ente reale e la sua essenza ideale che lo fa
anche i primi principŒ del ragionamento, che  sono  idee applicate, non sono dall' uomo posseduti per natura,
principŒ del ragionamento, che sono idee applicate, non  sono  dall' uomo posseduti per natura, ma formati col riferire
di quella limitazione che hanno gli enti reali, onde  sono  originariamente cavati pel lavoro del nostro spirito; e gli
cavati pel lavoro del nostro spirito; e gli enti reali  sono  quelli che noi percepiamo col sentimento, e prima di tutto
dall' essere divino. Sapienza, bontà, potenza, ecc.,  sono  idee generiche esprimenti le perfezioni astratte degli
il quale ci dice: 1 che ciascuna di quelle perfezioni che  sono  separate fuori di Dio, in Dio sono lo stesso Dio (1); 2 che
di quelle perfezioni che sono separate fuori di Dio, in Dio  sono  lo stesso Dio (1); 2 che la deità, che noi concepiamo come
il loro nesso, nel quale consiste l' essere divino. Questi  sono  principŒ comuni presso i teologi ed i filosofi più famosi;
comuni presso i teologi ed i filosofi più famosi; e come  sono  immutabili, così provano che è contrario alla fede
adeguate all' Essere supremo. Questi due principŒ  sono  due errori gravissimi in sè, gravissimi nelle loro
suoi. Dei quali accidenti i più importanti a considerarsi  sono  questi due, che la spontaneità opera talora nell' uomo in
non passa nella sua coscienza. Consegue che nell' uomo vi  sono  due principŒ di azione; coll' uno di essi egli tende ad
e si svolgono e si compiono in un profondo silenzio; eppure  sono  d' immensa importanza alla sussistenza e felicità umana.
all' altra. La vita diretta e la vita di riflessione  sono  due attualità, che si svolgono dall' essenza dell' anima
col quale ella può aderire e stringersi ai termini che le  sono  dati. Quindi la sua virtù, esaurendosi in una attualità, si
Tanto è vero che i diletti della vita di riflessione non  sono  i massimi, e che l' uomo nella vita presente può godere
mente; perocchè tutto ciò che dicono gli uomini fra loro  sono  conclusioni pensate, ed ogni vocabolo esprime un pensiero,
condurre i giudizi ordinari degli uomini (1). Ora queste  sono  appunto quelle che accorciano i raziocini e li rendono più
misure che tengono improntate nella loro immaginazione non  sono  quello che cercano; sono mezzi al fine, e questo solo è l'
nella loro immaginazione non sono quello che cercano;  sono  mezzi al fine, e questo solo è l' ultimo anello in cui la
queste parti, che egli considera ed analizza attentamente,  sono  del tutto inutili, sono fuori del caso, perchè ciò che si
considera ed analizza attentamente, sono del tutto inutili,  sono  fuori del caso, perchè ciò che si cerca non è il sapere di
considera, alcune di quelle circostanze date dal fatto, che  sono  necessarie ad averne una utile conclusione. Per tutte
». Perocchè è chiaro che quei principŒ di loro natura non  sono  l' ultimo anello della catena dell' operazione razionale,
della catena dell' operazione razionale, quando anzi ne  sono  il primo. Quindi l' uomo per conoscere sè stesso ha bisogno
conosci te stesso » ». I primi principŒ dell' umano operare  sono  l' istinto animale, in quanto egli giace nella percezione
profonda è così difficile da investigare al filosofo. Vi  sono  dunque nell' uomo due maniere di cognizioni : l' una
quelle regole che potrebbero proteggerlo dal vizio, non  sono  addotte alla luce della vita riflessa, ma lasciate quasi
in me stesso, e che altri avranno pure sperimentato, se si  sono  abituati a considerare ciò che passa nel loro spirito.
nè coscienza; il quale in parte si confonde col primo. Vi  sono  certi concetti, certi pensieri che per così dire si
l' uomo egualmente verso quella maniera di pensieri che ne  sono  le cause. Questo fatto viene poi aiutato dall' essersi già
scoperto, che possedevano essi stessi ignorandolo, e ne  sono  grati al genio di quel primo, che seppe dire ciò che tutti
come il sole, che ella non si ferma alle immagini che  sono  più, ma al vero oggetto da tutte raffigurato? Aggiungete
intendimento, tuttavia nell' atto della percezione esse  sono  quelle che vestono l' ente e lo determinano; e cosa
il pensiero di Pitagora e di Senofane (1); del quale ultimo  sono  a noi pervenuti questi versi: [...OMISSIS...] . L' ordine è
armonia deve seguire la legge psicologica che la compisce;  sono  due parti della stessa legge, due relazioni reali in cui lo
ogni agente si piace della regolarità nelle sue operazioni,  sono  tre, che insieme concorrono a produrre tale effetto: L'
non sia a farne di nuove. Le operazioni da lui fatte non  sono  cessate del tutto in lui; vi lasciarono qualche traccia, la
che egli abbraccia nella sua azione. Posciachè, dunque,  sono  regolarmente disposte le parti del corpo animale, e
areole del cervello, i quali soggettivamente considerati  sono  le immagini, riescono principŒ e sedi di movimenti
abbiamo detto; e i confini, che affigurano il detto spazio,  sono  egualmente segnati dalla sensazione esterna e dall'
portano su quel luogo, dove egli si è sbramato altra volta,  sono  sentimenti attivi che egli fa per condurre la
sensazione (soddisfacente); ed i moti impressi alle gambe  sono  una serie di sentimenti attivi che legano quei due stati,
sentimenti attivi e di movimenti conseguenti, essi stessi  sono  tracciati nel sensorio, e dietro tali traccie riprodotti.
sentimenti animali non consistono puramente in immagini, ma  sono  molti e variatissimi (2). Noi però, affine di semplificare
di soddisfazione sentita e goduta. Che questi due stati  sono  divisi da una serie più o meno lunga di altri stati, pei
stato di soddisfazione sentita . Che gli stati intermedŒ  sono  quei successivi, in cui l' animale si trova durante i
passa affine di trasferirsi dal primo stato al secondo, che  sono  stati d' inquietudine, di sforzo, di movimento. Ora gli
tinte, quei movimenti hanno convenienza fra loro, non  sono  posti a caso; quale è dunque l' egregio pittore che abbia
a colorire i fiori e gli insetti, i cui armonici colori  sono  posti tutti simultaneamente, e la vaga pittura apparisce
le immagini che si hanno nel sogno, o anche in veglia, non  sono  la riproduzione esatta delle sensazioni avute, perciò è da
a questo è mosso da una moltitudine di stimoli interni, che  sono  principalmente gli umori del corpo umano, i quali col
si considera che molte cose disposte con certa regolarità  sono  più facili a concepirsi ed abbracciarsi col pensiero, e che
compendiata tutta la moltitudine delle cose, in quanto  sono  così regolarmente disposte, ed anzi quanta moltitudine le
altro non fanno che presentare la regola, secondo la quale  sono  disposti tutti i punti assegnabili in una curva, cioè con
assegnabili in una curva, cioè con quale ordine quei punti  sono  determinati ai loro luoghi l' uno relativamente all' altro.
vedemmo, che l' avere espressa la regola, secondo la quale  sono  distribuiti i punti assegnabili in essa. Ora, chi non sa
di quella regola che ordina i rapporti di più cose, non  sono  solamente diletto alla mente, ma danno applicazioni
manca del suo istinto; e l' ordine delle cognizioni, che  sono  nella mente umana, è principio istintivo di operazione bene
di cose, nella quale si scorge la regola secondo cui  sono  distribuite e disposte, allora si ha la cognizione
e scorge ed aumenta senza fine l' umana attività. Tali  sono  le ragioni per le quali il principio razionale ama di
ciò di che gode il principio sensitivo, è soggettivo :  sono  modificazioni di lui. All' incontro, il principio
proporzione, che si trova nel termine del sentimento, non  sono  la stessa simmetria, la stessa proporzione; benchè l'
e non un godimento di queste armoniche disposizioni.  Sono  dunque questioni assai disparate: Se il principio sensitivo
che vi deve essere ordine altresì negli organi sensori, che  sono  di materia composti. E se è cosa certa che il principio
materialmente prese, nè del senso di esse. E che cosa poi  sono  questi diversi sguardi della mente? Onde avviene che le
la fila dei quadrati in quella direzione nella quale  sono  uniti dai loro lati. Ebbene, se io prendo l' intera fila
un solo principio senziente che lo costituisce, tuttavia  sono  molti i sensorii, e che nell' uomo, il più perfetto fra gli
e che nell' uomo, il più perfetto fra gli animali,  sono  moltissimi, altrettanti quanti i suoi organi e apparati
ordinata con fisso metro e a renderle vive, quegli stimoli  sono  piacevoli, altrimenti sono molesti, fastidiosi, e anche più
a renderle vive, quegli stimoli sono piacevoli, altrimenti  sono  molesti, fastidiosi, e anche più o men dolorosi. Fra le
la durata di queste, l' intensità, ecc.. Ma se i sensorii  sono  molti, ed ognuno ha il suo proprio metro nella serie delle
armonia, con una sola altissima unità. Laonde nell' uomo  sono  preordinate e prestabilite le seguenti armonie, che si
dei fenomeni. Onde le continue mutazioni della moda?  sono  esse forse l' effetto del mero arbitrio e del capriccio dei
, d' entrambi i sessi, esse vi assicurano che le mode nuove  sono  proprio le più belle, e che la foggia per qualche tempo
distinzione reale. Quindi le funzioni dell' istinto vitale  sono  necessariamente le seguenti: - I Funzione . - Quella di
quali si suscitano nel sentimento fondamentale, in quanto  sono  piacevoli, divengano massime mediante stimoli ed
effetti si riducono sempre a movimenti, giacchè i movimenti  sono  i fenomeni extrasoggettivi, corrispondenti nell' animale ad
corrispondenti nell' animale ad altrettanti sentimenti, che  sono  i fenomeni soggettivi a quelli paralleli. Ora, raccogliendo
che gli stimoli producono sul corpo vivente, effetti che  sono  agli occhi suoi il senso, il moto muscolare, l' attività
ponendo la coscienza. Quanto agli affetti, questi  sono  una sequela, parte del sentimento animale e parte del
attribuirsi convenientemente tali movimenti spontanei. Ora  sono  pur questi innegabili; e i medici italiani, che hanno
ecc.. Secondo la nostra teoria dell' istinto animale vi  sono  dunque quasi due sfere di fenomeni: la sfera dei fenomeni
infinita; perocchè, per restringere il discorso nostro, vi  sono  almeno queste due differenze: I - Che la comunicazione
che, trattandosi di corpi collocati a immense distanze come  sono  gli astri, si può senza errore notabile supporre che tutte
errore notabile supporre che tutte le particelle, di cui  sono  composti, sieno attratte egualmente; e su questo postulato
principio corporeo ed al principio sensitivo . Se dunque vi  sono  due cause di moto specificamente diverse, le quali, perchè
due cause di moto specificamente diverse, le quali, perchè  sono  due, ubbidiscono a leggi diverse, è dunque vano il
medesimo istinto colle forze attrattive è apparente, cioè  sono  effetti dello stesso principio reciprocamente contrari a
vedersi a primo aspetto ragione, perchè, se gli elementi  sono  animati, non ne segua la conseguenza che ogni corpo porga i
il polmone, il cuore e il cervello. I movimenti di ciascuno  sono  o producono altrettanti stimoli ed eccitamenti agli altri
dai movimenti del cuore. I movimenti del cuore adunque  sono  quelli che, spingendo il sangue rosso al cervello ed ai
Finalmente, i movimenti del cervello ed il suo eccitamento  sono  la cagione dei movimenti meccanici del polmone stesso, i
e di tutti i nervi. I tre principali visceri, adunque,  sono  collegati così mirabilmente tra loro che i movimenti di
naturale, secondo le leggi del meccanismo col quale  sono  fabbricati; ma queste posizioni in cui si rimarrebbero, se
è la maniera di tutte più semplice a spiegare quanti  sono  i fenomeni attrattivi, come quella sola che porge una causa
maggiore, qual minore. I principŒ sensitivi adunque, che  sono  annessi alla materia inorganica, non sono gli stessi di
adunque, che sono annessi alla materia inorganica, non  sono  gli stessi di quelli annessi ad un organismo; nè hanno le
annessi ad un organismo; nè hanno le stesse attività, nè  sono  atti a produrre gli stessi effetti. Costituito poi un
quelle che vengono riconosciute da tutti per forze animali,  sono  le dominatrici, anzi nel dominio che esercitano sulle forze
forzato e violento, senza accorgersi che le forze chimiche  sono  fuori della vita dell' animale dominatore, e che l'
sue portano dei moti corrispondenti in questi, che  sono  suo termine necessario », gli effetti delle forze chimiche
movimenti è pure un fatto, nell' ammettere il quale  sono  d' accordo tutti i fisiologi. Il Cuvier descrive la vita
particelle, ed altre ne espelle. Le forze vitali, adunque,  sono  più potenti di quelle che si dicono fisiche e chimiche;
più potenti di quelle che si dicono fisiche e chimiche;  sono  nate a dominar queste. E così deve essere, se è vero che le
queste. E così deve essere, se è vero che le forze vitali  sono  quelle di un sentimento individuato in un organismo
in un organismo opportuno, quando le fisiche e le chimiche  sono  le forze istintive di sentimenti privi di organismo, ed
la sua propria attività. Se gli stimoli riprodotti  sono  meno efficaci dei precedenti, l' attività del principio
leggi dell' animalità, noi dobbiamo dimostrare: 1 che esse  sono  necessarie alla spiegazione dei fenomeni animali; 2 che
alla spiegazione dei fenomeni animali; 2 che esse  sono  a ciò sufficienti. Incominciamo dalla proposizione
movimenti successivi, quando le affezioni del corpo umano  sono  bene spesso permanenti e contemporanee, ed armoniche;
e pienamente si fu come il movimento ed il sentimento  sono  fenomeni essenzialmente diversi (4) ed opposti fra loro, e
di che la vera causa efficiente della sensazione non  sono  i movimenti, ma sì quel sentimento precedente, che si
i filosofi in così importante argomento, fu questa. Vi  sono  dei corpi extra7soggettivi nei movimenti dei quali niuna
si possono spiegare i fenomeni della simpatia, i quali non  sono  nè meccanici, nè fisici, nè chimici, ma propriamente vitali
dal dolore e dei movimenti che a tale stato conducono,  sono  i tre elementi che la forza unitiva congiunge in uno, e
la volontà; perchè i movimenti, che ne conseguono, non  sono  esattamente proporzionati alle singole sensazioni, ma all'
determina l' animale non solo ai movimenti grandi come  sono  gli accennati, ma ben anche ai movimenti minimi, come sono
sono gli accennati, ma ben anche ai movimenti minimi, come  sono  quelli con cui si operano le secrezioni. - I dolori, che
produrre mediante la mobilità concupiscibile . Innumerabili  sono  gli esempi simili, che provano questo potere del sentimento
cosa schifa provoca il vomito nelle persone delicate, come  sono  le donne specialmente in certi momenti, e toglie loro l'
potere operi in conseguenza di sentimenti figurati, quali  sono  le sensazioni esterne e le immagini. Abbiamo veduto anche
in conseguenza di sentimenti poco o nulla figurati, come  sono  le sensazioni provocate nelle superfici delle pareti
a mandarlo in luce (1). Tutte le funzioni vitali  sono  determinate dal dolore e dal piacere, cioè dalla necessità
essi non potrebbero essere condotti all' unità, a cui pure  sono  sempre volti, senza eccezione di sorte. Si aggiunge che la
e di meditazioni egli le conosce poi in quelle parti, che  sono  parti unicamente perchè egli le distingue e così le crea,
ai più solenni principŒ logici e cosmologici, quali  sono  quelli della ragione sufficiente e della parsimonia della
e dal sentimento universale. Quanto meno poi tali sensioni  sono  subordinate a quel principio senziente, che costituisce l'
quanta loro basti a convincersi che coscienza e sentimento  sono  cose diversissime, la prima appartenente all' ordine
dei sentimenti di cui non siamo conscii, ed anzi che ve ne  sono  di questi senza numero, cioè tutti quelli a cui non
ella che provoca lo sbadiglio, funzione dove tanti muscoli  sono  tratti in moto, e principalmente il diaframma? Che cosa è
se non anch' esso una funzione di minimi sentimenti, quanti  sono  i minimi filamenti nervosi pressochè infiniti, che
intestini, o della vescica? Quelle prime sensazioni cutanee  sono  sfuggite alla nostra coscienza, perchè erano piccolissime,
sensazioni si deve ripetere gli effetti morbosi, che ne  sono  conseguitati (1). Nei morbi, dove non si manifestano dolori
animali si alterano maggiormente, se gli organi affetti  sono  dotati di più nervi, e però più sensitivi. Che qualora l'
e che perciò questa ne è la vera causa. Se i medici non  sono  ancora pervenuti a cogliere una tale dottrina, essi
pervenuti a cogliere una tale dottrina, essi nondimeno  sono  già sulla via di pervenirvi, e ogni giorno vi si
dell' energia sentimentale. I medici posteriori si  sono  messi quasi d' accordo nel considerare il sistema nervoso
paio di nervi cerebrali, cioè col nervo pneumogastrico, e  sono  poi in continua comunicazione coi ganglii laterali, per
della trasmissione della potenza medicatrice, di cui  sono  dotate varie sostanze, massime parlando di quelle che, non
anima tuttavia non ammette che una sensazione sola, quando  sono  stimolati tutti e due contemporaneamente. Questo fatto ci
i medesimi effetti. Per questo i movimenti degli occhi  sono  naturalmente associati, il che si può chiamare una simpatia
esse non differiscano se non per lo spazio diverso in cui  sono  collocati gli organi, pei quali spazi diversi avviene che
esige l' armonia delle loro operazioni, sia perchè esse  sono  diversamente costrutte e diversamente disposte. E quest'
nei vari organi concorrenti ad una stessa funzione, ve ne  sono  delle altre fra più funzioni eguali, cioè a dire fra organi
se le due funzioni, che in parti diverse si compiono,  sono  eguali di natura e solo differiscono per lo spazio diverso
la natura di nessuna cosa; eppure le operazioni dell' anima  sono  determinate dalla sua natura. Noi diremo piuttosto che la
quelli che noi chiamiamo difetti o errori della natura non  sono  tali in sè, ma secondo certe relazioni da noi contemplate,
non intende a produrre fenomeni extrasoggettivi, che  sono  fuori della sua sfera; ma pure questi seguono quelli come
atteggiamento e l' azione più piacevole fra tutte che gli  sono  possibili, cioè che il sentimento stesso può avere (1). Ma
utili all' animalità, talora dannosi. Quando tali movimenti  sono  utili, si suol dire che la natura opera con sapienza;
si suol dire che la natura opera con sapienza; quando  sono  disutili, si suol dire che ella prende errore. A ragion d'
una gioia eccessiva cagiona l' apoplessia, come anni  sono  avvenne nella mia patria, che quando fu vinto il partito di
così potrebbe mai essere stata creata da Dio, le cui opere  sono  perfette. Insomma qui vi è una delle molte prove dell'
le sue leggi, e quei movimenti e fenomeni extra7soggettivi  sono  un conseguente del suo operare, a cui l' istinto non
Tuttavia i movimenti che egli produce, e che  sono  i mezzi disposti dalla natura acciocchè egli possa
dalla natura acciocchè egli possa liberarsi dal nemico, non  sono  nella sua sfera, e però non possono essere da lui misurati,
di sè indirettamente. Le cose da osservarsi in questo fatto  sono  innumerevoli, eccedono il nostro sapere; e gli stessi
che tolgono l' attenzione della mente. Tali sentimenti  sono  locali, e noi ne vedremo poco appresso la ragione. Ci basta
stesso diaframma, muscolo grande e forte, i cui movimenti  sono  necessari a vincere la resistenza dello sfintere. All'
in movimento, e però i movimenti prodotti dalla sua azione  sono  molti e minimi, e hanno sede principalmente nei minimi
nei minimi vasi, da cui la cute e le parti adiacenti  sono  per ogni verso, a guisa di minutissima rete, percorse. E`
indipendenti dalle leggi dell' istinto sensuale, che pur  sono  sempre fedelmente osservate. E questo è ciò che si chiama
è certo che fino a tanto che tali escrezioni salutifere non  sono  compite, il buono stato della salute non è per anco
la loro crasi, diventano irritanti essi stessi, e  sono  bene spesso cagioni della diatesi flogistica. Infatti
istinto vitale non ha ricevuto di quelle irritazioni, che  sono  atte a debilitarlo o a vincerlo, l' istinto sensuale,
e rapirle nello stesso sentimento; e questi e simiglianti  sono  diversi atti e momenti della funzione organizzatrice . Ma
questo per essenza piacere, aumentano il piacere. Tali  sono  tutte le sensioni, che sorgono nel corpo animale secondo la
risanandosi per quei passi stessi che sembrano morbiferi e  sono  salutiferi, è cosa innegabile; e questo fatto è quello che
reputa a suo grande onore la celebre scuola di Montpellier;  sono  quelle idee di Van Helmont e di Stahl, che il Pinnel chiama
e in fine a distruzione dell' animale; che vi  sono  dei processi morbosi, i quali, conducendo l' animale di
finiscono coll' arrecargli la morte. Quei medici, che  sono  stati altamente colpiti da quest' altro fatto, non posero
gli errori della natura. Nel sistema degli avversari  sono  riconosciuti, se non ispiegati, gli errori della natura, ma
operare, e l' uno modificando incessantemente l' altro,  sono  le cause di entrambi; essi andrebbero sempre di loro natura
se non dipendessero da stimoli stranieri e materiali; e  sono  questi stimoli che li alterano, li perturbano, e
allo stimolo, per confessione dello stesso Tommasini, non  sono  proporzionate alla grandezza ed intensità dello stimolo.
è condizionato all' azione continua di stimoli, quali  sono  l' aria, la luce, il cibo, e quelli che si suscitano dall'
moti intestini, che nel misto vivente si perpetuano. Questi  sono  certamente stimoli opportuni. E possono anche tali stimoli
all' operare della macchina vivente in istato morboso,  sono  quelle stesse che presiedono all' operare di lei in istato
la generazione, lo sviluppo e la riproduzione delle parti  sono  operazioni interne dell' animale, le quali, data la
momenti della concezione sino al suo maggiore sviluppo,  sono  simili a quelli dell' infiammazione; reca la sentenza di
Cruikshank aumentarsi fin anche i filamenti nervosi. Esatte  sono  le espressioni che usa l' uomo insigne, quando dice che nei
di concepire il corso morboso, le leggi dell' abitudine non  sono  menomamente infrante appunto perchè quel corso non prende
notizie intellettive e dalle disposizioni morali, di cui  sono  privi. Certo è ch' essi hanno un principio animale
e nello stato organico dei corpi; e questi minimi movimenti  sono  quelli che vengono operati per mezzo del sistema nervoso
leggi che l' uno e l' altro istinto segue nella sua azione,  sono  sempre le medesime, nè possono mai cangiare essenzialmente.
animale. Che lo stato di malattia e i processi morbosi non  sono  altro che una parte del corso delle azioni alterne, di cui
l' altra del sensuale. Ma se le leggi dei due istinti  sono  immutabili, ond' è che il corso zoetico piglia tante
ed è l' intelligenza. La materia dunque e l' intelligenza  sono  le due cagioni, che nell' animalità umana determinano la
risulta da quanto abbiamo detto che ciò che li determina  sono  i primi sentimenti , effetti dell' istinto vitale. Quante
sentimenti , effetti dell' istinto vitale. Quante dunque  sono  le specie, le forme, i gradi dei primi sentimenti dall'
primi sentimenti dall' istinto vitale prodotti, altrettante  sono  le specie, le forme, i gradi dei primi movimenti cagionati
che l' epidermide, e in generale tutte le membrane  sono  permeabili ai gaz (2). Oltre la qualità della materia, che
di vivere (3). Qual fatto più efficace di questo, e ve ne  sono  infiniti, a provare che la condizione in cui si trova il
alla vita, certo è che anche in queste predisposizioni vi  sono  dei gradi, vi sono dei limiti di maggiore o minore
è che anche in queste predisposizioni vi sono dei gradi, vi  sono  dei limiti di maggiore o minore predisposizione, entro i
di tutto a conservarlo. Il vero si è che i due istinti  sono  un' attività sola, e noi li riuniamo entrambi sotto la
che si riferisce ad entrambi gli istinti, che radicalmente  sono  un' unica attività. Se si considera dunque la conservazione
forza del principio vitale più o meno accentrato (1), ecc.,  sono  altrettanti elementi variabili, che devono cangiare l'
nei vari individui della stessa specie. I quali stimoli  sono  stranieri all' animale, che è sentimento, ed appartengono
sentimento fondamentale d' eccitazione. E queste sensioni  sono  quelle che danno prima di tutte le altre la leva all'
avvivando e nutrendo tutti i tessuti; perocchè  sono  le sue forze chimiche, associate alle forze vitali, che
è confacente; non tutti gli stimoli, ma solo alcuni  sono  opportuni all' animale. Gli stimoli inopportuni di
per potersene così nutrire; e tutti questi movimenti  sono  eccitamenti a lui gradevoli. Ma se la materia non è
Se dunque il moto dell' istinto sensuale va a cessare, ne  sono  causa gli ostacoli che egli trova per via, venienti
corpo vivente, la quale fa sì che le stesse parti vive, che  sono  mosse dall' istinto sensuale affine di prolungare ed
che una coscienza assai oscura (2). Ora, le prime sensioni  sono  effetti dell' istinto vitale e degli stimoli esteriori ed
producono in esso altrettante varietà corrispondenti. Molte  sono  le specie d' organizzazione, atte a dar luogo ad un
si produce internamente colla propria azione. I primi  sono  l' aria, l' acqua, il caldo, il freddo, i cibi, i corpi
queste nuove direzioni che continuamente egli prende, non  sono  necessariamente morbose. Il che conferma che vi sono
non sono necessariamente morbose. Il che conferma che vi  sono  innumerevoli direzioni e cangiamenti del corso zoetico, che
secondi ed interni. Chiamo stimoli primitivi quelli che  sono  dati all' animale, e non prodotti da lui stesso; e stimoli
due generi delle primitive e delle seconde. Le primitive  sono  cagionate dai movimenti prodotti dagli stimoli primitivi, e
dagli stimoli primitivi, e costituiscono, in quanto  sono  naturali e tipiche, il sentimento fondamentale d'
affezioni animali. La paura, la tristezza, ecc., in quanto  sono  affezioni animali, possono essere l' effetto di movimenti
le sensioni, che egli produce sotto gli stessi stimoli,  sono  più o meno forti, e quindi più o meno attive a sollevare l'
in acute e croniche ; quando le sensioni fondamentali  sono  ottuse e lenta tutta la sensitività, allora l' istinto
dell' inazione, cessa dal produrre quei movimenti, che  sono  necessari al mantenimento dell' organizzazione medesima. 4
i movimenti, questi si aumentano o diminuiscono secondo che  sono  maggiori o minori le sensioni, e si aumentano o
o assai più in certe località secondo che le sensioni  sono  locali, e l' istinto sensuale trova che l' una o l' altra
dai prodotti dell' istinto sensuale; quindi quelle sensioni  sono  l' effetto dell' attività vitale nel suo stato nativo. E
come abbiamo dichiarato nell' Antropologia ; le quali tutte  sono  altrettante attività acquisite, e propriamente
originali dell' animale. Le sensioni primitive , adunque,  sono  quelle che vengono prodotte da movimenti eccitatori
o dannosa al corso zoetico, secondo che quelle molecole  sono  soverchie al bisogno della macchina, o riparatrici di
fornisce un elemento al corso zoetico. Quando gli organi  sono  in istato normale e gli alimenti adattati, tutte queste
adattati, tutte queste serie di azioni dei due istinti  sono  naturali e piacevoli. Ma se vi è difetto negli organi, o
o nella qualità o nella quantità della materia, se vi  sono  degli stimoli inopportuni , ritrosi a lasciarsi dominare
dannosa al corso zoetico, secondochè le molecole aggiunte o  sono  riparatrici di quelle che contribuivano alla perfezione
continuità, perchè le molecole inserite nel corpo non vi  sono  a pieno dominate dall' istinto vitale, e così divengono
l' altro caso modificano il corso zoetico. Molte escrezioni  sono  naturali, ed effetto inevitabile dei movimenti appartenenti
dei movimenti appartenenti allo stesso corso zoetico, nè  sono  sensioni dolorose, scemano solamente il sentimento
tempi: durante l' opera dell' alimentazione, e allora essi  sono  stimoli esterni, opportuni, naturali, piacevoli; e nel
esterni, opportuni, naturali, piacevoli; e nel tempo in cui  sono  già assimilati al corpo umano e avvivati, ed allora parte
corpo umano e avvivati, ed allora parte cangiati in fluido  sono  diventati stimoli interni, parte divenuti solidi,
quando gli organi istupiditi da stimolo soverchio  sono  inetti ad una maggior azione, avremmo contemporaneamente
nello stato di salute o di malattia; ma questi due stati  sono  costituiti dalla normalità o anormalità dell' eccitamento.
specie. Le modificazioni del sentimento di continuità non  sono  sensioni; l' uomo, per quanta attenzione vi ponga,
Le sensioni appartengono insomma al sentimento eccitato ;  sono  le modificazioni di questo (1). La sensitività prende
cioè, a posteriori, dall' esperienza delle sensioni, che  sono  atte a cadere nella nostra coscienza. Ma che tutte quelle
tutte le diverse forme di sensioni, le quali non  sono  create di nuovo quando cadono nella nostra coscienza, ma si
organate; e gli individui, le cui carni e i cui organi  sono  più finamente tessuti, dimostrano possedere una sensitività
attiva; 2 per la ritentiva dei piaceri goduti, nella quale  sono  accumulati i movimenti piacevoli altra volta esperimentati;
sieno nell' uomo sobrio, sì perchè i nervi sempre tesi non  sono  suscettivi di grandi movimenti, i quali importano
a cui soggiace l' organo del gusto dalle affezioni uterine,  sono  pure ammirabili, o che si considerino i capricciosi gusti
spontanei movimenti, che alla produzione della sensione  sono  necessari. L' istinto vitale non si presta alla produzione
facile accordo. Poniamo queste definizioni: Medici empirici  sono  quelli che pretendono doversi applicare i rimedi unicamente
torto di ciascheduna, se pur v' è, riesce assai minore, e  sono  già con questo solo avvicinate. E a buon conto i medici
richiede poca sagacità il distinguere quelli che  sono  simili nell' essenza specifica, e quelli che non sono
che sono simili nell' essenza specifica, e quelli che non  sono  simili se non in accessori ed accidenti, lo stabilire la
casi simili non valgono nulla; ma si dirà: questi casi non  sono  simili, o non hanno una similitudine caratteristica,
contro la verità di quella causa. Queste questioni non  sono  più vaghe; qui si sta rigorosamente sul terreno della
luna; che sarà dove i corpi influenti gli uni su gli altri  sono  innumerevoli, e di continuo si mutano, e varie le forze, i
difficoltà del proposto si conosce osservando che: Pochi  sono  comparativamente i dati di fatto , che l' esperienza ci può
i movimenti contemporanei, che si fanno nel corpo, altri  sono  gli estremi d' una serie più lunga, altri d' una serie più
precedenti; i movimenti muscolari, per esempio, non  sono  l' effetto dei movimenti nervosi contemporanei, ma dei
conoscere gli anelli susseguenti del corso zoetico, che  sono  impossibili a prevedersi con sicurezza, per gli stimoli
come tutte le regole induttive volte a questo fine  sono  fallaci. Esaminiamone alcune: I sintomi . - Qui è da
contro la medicina sintomatica . Certo è che i medici che  sono  partiti dal principio di Brown, e sono quasi tutti i
è che i medici che sono partiti dal principio di Brown, e  sono  quasi tutti i moderni, cioè dal principio che lo stato
malattie, con tutti i sintomi che le caratterizzano,  sono  da essi attribuite ora all' eccesso, ed ora al difetto di
secondo essi, delle idropi per eccesso di stimolo, ma ve ne  sono  anche di quelle cagionate da difetto di stimolo, e così si
intima condizione morbosa, ella si trova pure fallace. Io  sono  persuaso che due rimedi opposti, l' uno stimolante, l'
diminuisce la sua quantità d' azione, e, diminuita questa,  sono  diminuiti i movimenti e gli stimoli interni che ella
e stimolo. Anche dove le secrezioni ed escrezioni  sono  minori del bisogno può esservi aumento di stimolo, come nel
di stimoli eccitatori dei nervi e del cervello. Insomma vi  sono  assai pochi sintomi morbosi, nei quali non si ravvisi un
di stimolo. Nelle infiammazioni stesse i medici non  sono  ancora d' accordo nel decidere se il labirinto dei
là dove i capillari, il cui calibro è assai irregolare,  sono  d' una grossezza accidentale maggiore; circostanza, che il
un corpo, che soffre per qualche locale infiammazione? Io  sono  appieno convinto degli argomenti di tanti illustri medici,
che eccesso di stimolo. Gli stessi medici, che ho citati,  sono  obbligati a distinguere due maniere di debolezza, cioè la
di quella di sottrarre le forze al processo infiammatorio?  Sono  ben lontano dal saper fare una risposta adeguata ad una
le forze. Ora, chi mai non sapeva che le forze del nemico  sono  sempre troppe? Non bastava dire che dove vi è un nemico
perchè vi siano nel corpo umano troppe forze, ma perchè vi  sono  in esso forze nemiche. Non si può dunque conchiudere che il
Non è questa spossatezza effetto della stessa malattia? Non  sono  frequentissimi, e confessati da tutti, i casi, in cui tutto
ed extrasoggettivi), che noi conosciamo di questo morbo,  sono  tali e tali. Ma in uno stato di fenomeni eguali giovò il
Le cause interne e formali costituenti il presente morbo  sono  queste e queste. Il tal metodo curativo diminuisce o
dei morbi, contentandosi di due semplici parole, quali  sono  in fine quelle di soverchio stimolo e difetto di stimolo?
del moto, la forma, il contrasto delle forze, ecc.,  sono  circostanze che producono effetti opposti e contrari. Un
dalle sensioni speciali contemporanee, così le passioni  sono  un effetto di quell' affezione, onde prende la spinta a
gli stimoli materiali e gli stimoli spirituali, come  sono  le passioni, ubbidiscono alla stessa legge d' istupidire,
all' aria più o meno stimolante di altre regioni, ove  sono  paludi, risaie o altre cause di miasmi, o anche
zoetico; ma dapprima in quella parte, a cui gli stimoli  sono  applicati, e, parlandosi di atmosfera, alla pelle, al
fra vasi e vasi, fra porzioni di vasi ed altre porzioni,  sono  cause, come già vedemmo, di malattie, di quasi tutte le
che può esercitare su di lui l' istinto sensuale. Due  sono  gli effetti primitivi dell' istinto vitale: 1 produce il
fondamentale d' eccitazione, ed anche le accidentali, che  sono  provocate da stimoli esterni accidentali; e in quanto a
reciproca, a certe azioni e moti intestini, i quali  sono  tutti effetti extrasoggettivi. Non si dimentichi che la
principio vincitore; ed è perciò che tutti i convalescenti  sono  deboli; manifesta prova, per quello che pare a noi, che il
nell' idro7encefalite, nelle apoplessie, ecc., i vomiti  sono  frequenti; i nervi dello stomaco ricusano gli stimoli,
perfezionare lo stato del sentimento , tuttavia non sempre  sono  utili alla salute; chè questa dipende in gran parte dalla
a prima giunta si presentano al pensiero; ma i due primi  sono  essi veramente possibili? Non parmi; non credo almeno, come
incomincia lo stato morboso e la lotta; ma questi effetti  sono  tutti locali, e perciò appartengono al terzo degli
tal caso la malattia incomincia con questi effetti, i quali  sono  locali e parziali. E si consideri che ogni irritazione, che
perchè i movimenti suscitati nelle parti o particelle  sono  tali, che non possono essere dominati e regolati dalla
una nuova forza bellicosa (1); e in questo caso quali  sono  le cagioni perchè l' azione bellicosa non risponda
i rapporti di queste cagioni diverse coi rimedi. Le quali  sono  tutte ricerche appartenenti alla medicina analitica.
sconcerti nell' extrasoggettivo. Che se gli ostacoli  sono  molti e perseveranti, vanno un po' alla volta diminuendo e
delle molecole animate. Se dunque i movimenti provocati  sono  contrari fra loro, sicchè l' uno elida l' altro, come
Che se gli stimoli esterni applicati al corpo  sono  molesti, l' istinto animale ivi si attua per liberarsene.
così, è ad ogni modo da notarsi che quei movimenti non  sono  al tutto meccanici, ma animali; e però tali che impiegano
dei fluidi . - Ed è appunto il concorso dei fluidi (i quali  sono  i principali stimoli interni) che noi dobbiamo più
quelle grandi evacuazioni, che si dicono crisi , altro non  sono  che l' effetto della cessazione dell' irritamento dei
producono il medesimo effetto per una causa simile. Questi  sono  altrettanti mezzi, coi quali si accresce l' azione del
simpaticamente maggiori effetti. Più gli organi infiammati  sono  dotati di nervi, e più anche è dolorosa la loro
principio animale s' affatica, se i nervi sensorii o motori  sono  scossi soverchiamente, e quindi lascia altre parti deboli,
nelle femmine isteriche. I fluidi del corpo umano  sono  gli stimoli interni , i nervi sono gli stimolati. I nervi
I fluidi del corpo umano sono gli stimoli interni , i nervi  sono  gli stimolati. I nervi stimolati, colla loro azione più o
applicato. Poichè tutte le parti dell' organizzazione non  sono  egualmente sentite, nè egualmente sensorie, è conseguente
si riferisce, come a proprio scopo, l' attività animale,  sono  la sede appunto delle simpatie. Ma incontra che, essendo il
il sentimento eccitato e il sentimento armonico ed uno,  sono  i tre modi generali del sentimento, e tutte le varietà
eccitato al sentimento continuo. Quindi nell' uomo vi  sono  tutti e tre questi sentimenti, ma il solo oggetto della
e contemplato nelle nostre immagini; le parti di esso  sono  disegni, che si formano nella nostra sensitività esterna; è
per noi, per la nostra cognizione. Dopo che le parti  sono  formate e disegnate mediante la nostra sensitività
questi giudizi sulle località delle sensazioni interne  sono  incerti, senza precisione, e spessissimo fallaci. La
causa che l' ha prodotto, come pure quella che lo toglie,  sono  percepite da noi coll' esperienza extrasoggettiva, e quindi
più nella mano che nel cervello, perchè mano e cervello  sono  parole esprimenti solidi extrasoggettivi. Ma lo spirito
ci restano come campate in aria, o, per dir meglio, esse  sono  per noi come altrettanti corpi esterni. Sono sensioni, che
meglio, esse sono per noi come altrettanti corpi esterni.  Sono  sensioni, che collochiamo là dove le abbiamo prima
una figura, e quindi fa nascere la località? Molti si  sono  studiati di descrivere il fenomeno extrasoggettivo del
fluido o consistente non cerco (1). Gli elementi di esse  sono  mobilissimi, e così accordati che dividendosene alcuni da
Pare dunque che al principio senziente, della cui attività  sono  modi le sensioni, rispondano nell' ordine extrasoggettivo i
pulsazioni dolorose somiglianti a quelle del polso, e forse  sono  le dette oscillazioni violente dei movimenti elementari,
azione in tutto il corpo, e le alterazioni che vi produce,  sono  determinate, in quanto al modo ed agli effetti, dall'
dal trovarsi i nervi meno protetti contro lo stimolo. Si  sono  vedute femmine non poter toccare una stoffa di velluto,
susseguono alle sensioni; sicchè movimenti e sensioni  sono  legati egualmente alle località. Ora tutti i fenomeni
egualmente alle località. Ora tutti i fenomeni morbosi  sono  accompagnati o costituiti da movimenti. Egli sembra che le
località, a cui trasmettono l' effetto della loro azione,  sono  determinate in gran parte dalle simpatie e da quelle cause
i passi nell' altrui campo. L' uomo è uno; le due scienze  sono  una; la loro conciliazione ed unione prepara la perfezione
condizione; anzi i medici più valenti dell' età nostra  sono  quelli appunto che ne mandano più lamenti, e i soli
noi l' aggiungemmo come appendice, chè quelle non  sono  propriamente leggi dell' attività umana, ma leggi, a cui
dimostri un cominciamento ed una fine, tuttavia elle non  sono  più che parti, ovvero brani di una sola e medesima scienza,
è affissa, pel quale conosce; chè gli enti sconosciuti non  sono  alla intelligenza. Ed intelligenza è l' umana persona;
legato in meravigliosa unità. Ma poichè le opinioni antiche  sono  quelle che io voglio principalmente riferire, descrivendole
rovine di venerandi edifizi, e che la lingua antica in cui  sono  espresse, siccome assai sintetica (conciossiachè la facoltà
umana. Quasi anelli d' una catena le cose dell' universo  sono  annodate insieme, sicchè il primo anello è la materia; il
coll' una o coll' altra di quelle quattro cose, che non  sono  lei, ma sono legate intimamente con lei. Quindi dovettero
o coll' altra di quelle quattro cose, che non sono lei, ma  sono  legate intimamente con lei. Quindi dovettero uscirne, e ne
gli autori di quei sistemi osservarono bene quelle cose che  sono  legate coll' anima, e in quell' osservazione si trova la
le differenze, che separano dall' anima le cose che  sono  all' anima congiunte, ecco il fonte di tutti i loro errori.
riferisce Plutarco che [...OMISSIS...] . Ora i numeri non  sono  che idee astratte; se dunque la mente è un numero, essa
traendo la teoria degli enti da questo solo, che essi  sono  numeri. Ciò che mi convince questa dover essere la vera
ci sembrano posteriori al Samese filosofo, non  sono  più questioni di teoria (la quale sola si cercava al tempo
di esseri poteva e doveva applicarsi. E posciachè i numeri  sono  ciò che di più astratto si può considerare negli enti,
con una sola idea dell' essere in universale, nella quale  sono  ridotti a perfetta unità non solo i reali molteplici, ma
dell' antica colpa, e della pitagorica metempsicosi,  sono  manifeste. Come dunque, quando questo autore dice
quando questo autore dice poeticamente che le anime umane  sono  composte di tutti gli elementi, si potrà intendere che egli
Aristotele afferma che, secondo Empedocle, gli elementi  sono  per natura anteriori agli Dei, «ta physei protera tu theu»,
non si concepiscono che dei punti matematici, i quali non  sono  sostanze estese; perciò le sostanze estese, cioè i corpi,
gegonen». Indi trae Platone che gli elementi materiali non  sono  i veri elementi, ma cotali simulacri dei veri elementi. Ma
secondo Platone, degli elementi materiali, le cui essenze  sono  intelligibili, e sono i veri elementi, il vero fuoco, il
elementi materiali, le cui essenze sono intelligibili, e  sono  i veri elementi, il vero fuoco, il vero aere, la vera
vero aere, la vera acqua, la vera terra, di cui i primi non  sono  che somiglianze sfuggevoli. Di tali essenze intelligibili
i due mondi, l' intelligibile ed essenziale, nel quale  sono  gli elementi ideali, e il sensibile e simigliante, composto
si conoscono colla ragione piuttosto che col senso, e  sono  sembrati ad Empedocle «asomatoi physeis» (4). Clemente
quel di Aristotele, dove dice che il movente e la materia  sono  concetti diversi, onde rimanga a dire ad Empedocle sotto
che per Empedocle l' uno, il caos, la materia, il fuoco  sono  pressochè sinonimi (5); onde in alcuni luoghi di Aristotele
cose siano uno, o se si dovesse piuttosto dire che le cose  sono  più ». Pigliandosi la parola uno nella sua incondizionata
dell' essere. Ora gli atomi, così considerati, altro non  sono  che indivisibili ; i quali nei tempi posteriori da alcuni
come essa conosca le cose opposte, cioè sì quelle che  sono  per essenza le medesime, e sì quelle la cui natura consiste
espressioni platoniche contengono questo errore, come  sono  tutte quelle dove egli dice espressamente che l' anima
non vogliono essere costanti nei loro errori. Però vi  sono  dei luoghi, in cui egli mostra di accorgersi che l' anima
termini, che non appartengono alla sua sostanza, ma ne  sono  condizioni; pure si dice che le appartengono solo perchè la
di Empedocle. Nel qual passo del « Timeo » più altre cose  sono  degne di osservazione. I) E primieramente merita che si
cognizione alcuna non possono dare; e ciò perchè non si  sono  potuti giammai purgare affatto dal sensismo, ricevuto dal
dell' anima, ma insegna che « « nell' anima dell' uomo vi  sono  due cotali entità, l' una migliore e l' altra inferiore; e
come dicevo, i due termini estremi dell' anima in quanto  sono  da essa diversi, e resta la sola parte media, che è
il primo, che le cose si conoscono per le idee, che ne  sono  come le similitudini (1); il secondo, che chi conosce una
che un' idea vuota e generale. Entrambi questi due sensi  sono  veri. Il simile fa conoscere il simile, è principio vero sì
bellissima e fecondissima, ed è che nell' anima umana vi  sono  ingenite le leggi dell' ordine e dell' armonia, e tali
fu poi da lui diviso in altrettante orbite, quante  sono  quelle dei pianeti, che quell' anima doveva animare. Ed è
l' anima fatti i corpi (3), ed ella in mezzo di sè (dove  sono  i corpi) stendesi via oltre i cieli, e li circonda ed
vere forze brute, cioè escludenti la sensitività, altro non  sono  che una produzione dell' immaginazione, sono l' ignoranza
altro non sono che una produzione dell' immaginazione,  sono  l' ignoranza degenerata in temerità, che, abbigliata alla
Perocchè le stesse parti e gli stessi movimenti  sono  in un dato modo nella materia (con relazioni di parti e di
conchiudere che le cose dalla mente concepite e la mente  sono  il medesimo. Tutta la ragione di una tesi così opposta al
si riduce a questa: « Le cose percepite dal senso  sono  esterne, dunque non sono il senso; le cose percepite dalla
« Le cose percepite dal senso sono esterne, dunque non  sono  il senso; le cose percepite dalla mente sono interne,
dunque non sono il senso; le cose percepite dalla mente  sono  interne, dunque sono la mente, dunque ella le percepisce
senso; le cose percepite dalla mente sono interne, dunque  sono  la mente, dunque ella le percepisce considerando sè stessa,
esterni, nasce da questo: 1) Che i corpi diversi dal nostro  sono  esterni al nostro; ora si confondono gli organi sensori,
principio senziente che è l' anima. E poichè i detti corpi  sono  esterni ai nostri organi sensori, quelli si dicono esterni
lontane, mentre il senso non percepisce che quelle che gli  sono  presenti, e seco unite col rapporto di sensilità. Che se si
e possibili, o spirituali, questi, come dicevamo, non  sono  in alcun luogo, e però nè esterni, nè interni, nè lontani,
questa domanda non risponda negativamente. I soli filosofi  sono  quelli che, volendo fare da maestri alla mente umana (forse
dei corpi si riduce alle sensazioni, che le sensazioni non  sono  che modificazioni dell' anima; che dunque i corpi non sono
sono che modificazioni dell' anima; che dunque i corpi non  sono  che modificazioni dell' anima stessa: Idealismo estetico .
ed ai sentimenti soggettivi, e ammesso che le sensazioni  sono  mere modificazioni dell' anima, Hume ne dedusse
i principŒ della ragione, che nelle idee si contengono, non  sono  che modificazioni dell' anima, e quindi che non hanno forza
razionale . - Gli errori generatori di questo sistema  sono  i medesimi, ma già producono una conseguenza di più; chè di
in sistema ). - Gli errori, che partorirono il criticismo,  sono  i precedenti, non saputi dal filosofo confutare, bensì
appunto perchè ridotti in un corpo, di cui tutti gli organi  sono  divisati. Kant solamente aggiunse che il non potersi coll'
Scozzesi. Gli errori generatori del sistema di Reinhold  sono  dunque i precedenti, a cui s' aggiunse uno suo proprio; non
veramente diverso dall' anima. Il vero si è che gli oggetti  sono  presenti immediatamente all' intelligenza, sieno essi
giacchè se tutte le cose concepite dall' uomo  sono  un risultato delle forme soggettive, nessun' altra ne può
Io ponga sè stesso pronunciando questa proposizione: « Io  sono  Io ». La qual maniera di spiegare come l' Io ponga sè
indubitatamente esiste, senza bisogno che egli aggiunga:  sono  Io . Onde con quella proposizione l' Io porrebbe un Io che
acquisita. Intanto coll' atto col quale l' Io pronuncia Io  sono  Io, secondo Fichte, l' Io ha posto il primo dei suoi
sommari. L' Io fa un altro atto, con cui dice: Io non  sono  il Non7Io . Ottimamente: distingue sè stesso da tutto ciò
L' Io fa un terzo atto pronunciando: l' Io e il Non7Io  sono  nell' Io . Se fosse vero che l' Io non è altro che la
l' Io e il Non7Io, ridotti ad essere due atti conoscitivi,  sono  nell' Io. Ma se è vero che niuno può conoscere e
è altresì evidentemente vero che l' Io e il Non7Io non  sono  nell' Io. Ma nell' Io solamente sono gli atti con cui tali
l' Io e il Non7Io non sono nell' Io. Ma nell' Io solamente  sono  gli atti con cui tali enti si percepiscono, i quali atti
gli atti con cui tali enti si percepiscono, i quali atti  sono  accidenti dell' Io; e in un altro modo sono nell' Io anche
i quali atti sono accidenti dell' Io; e in un altro modo  sono  nell' Io anche i concetti di quegli enti, non come
conceduto. Ho conceduto che se l' Io e il Non7Io altro non  sono  che atti di conoscere e concetti conosciuti, questi si
del vocabolo Io, perocchè dicendo che l' Io e il Non7Io  sono  nell' Io, egli prende l' Io e il Non7Io contenuti come due
senso volgare, come un ente reale, una intelligenza, in cui  sono  i concetti. Senza di ciò la proposizione non ha senso
nel concetto dell' Io sia il concetto dell' Io, perchè non  sono  due cose, ma una medesima; ed è ancora più assurdo che nel
Non7Io, in quanto che si trovano nel medesimo Io, di cui  sono  egualmente produzioni, e però si radicano e immergono nello
Io. Così gli oggetti supremi dello scibile e dell' universo  sono  tre: l' Io che pone sè stesso, l' Io che pone il Non7Io, l'
può essere l' Io prodotto, giacchè producente e prodotto  sono  concetti opposti; l' Io, nel quale l' Io e il Non7Io fanno
lui stesso. Il che è ben evidente, poichè l' Io e il Non7Io  sono  opposti; e non possono dichiararsi la cosa identica senza
negativo, come osservammo, cioè dichiarando che esse non  sono  Io, ma non dicendo che cosa sono. Ora non ogni Io pone (per
loro un' equazione ». Ma le contraddizioni in tal sistema  sono  più che le parole. Mi restringerò ad accennarne una nuova.
Tutto ciò che non è l' Io: il mondo e Dio. Ma nel mondo vi  sono  degli altri Io (1). Ora questi Io pongono sè stessi. Ma
Io pongono sè stessi. Ma poichè rispetto all' altro Io,  sono  Non7Io, dunque sono posti due volte. Anzi ogni Io è posto
Ma poichè rispetto all' altro Io, sono Non7Io, dunque  sono  posti due volte. Anzi ogni Io è posto tante volte quanti
posti due volte. Anzi ogni Io è posto tante volte quanti  sono  gli Io esistenti, perocchè ciascun Io pone sè stesso e pone
per sè solo, come un ragno che fa la sua tela dove non  sono  mosche; ma primieramente in questo caso egli sarebbe
continua. Non v' è alcun essere. L' unica cosa che esiste  sono  le immagini; io stesso sono una di queste immagini, anzi io
L' unica cosa che esiste sono le immagini; io stesso  sono  una di queste immagini, anzi io non sono questo, ma
io stesso sono una di queste immagini, anzi io non  sono  questo, ma solamente un' immagine confusa d' immagini. Ogni
spirito, collo spirito. E poichè gli oggetti dello spirito  sono  infiniti (poichè da parte del suo oggetto lo spirito non è
Io, e rispetto all' apparenza si divide dall' Io. Dunque o  sono  due sostanze, o due apparenze. E nell' uno e nell' altro
mai come produzione di ragione filosofica e sapiente. Due  sono  adunque le parti della filosofia di Schelling. Il sistema
La seconda muove da principŒ di natura ontologica, e  sono  tali che cozzano coi precedenti. Ora, su questi ultimi, che
è uopo che ci tratteniamo ancora qualche istante. Essi  sono  attinti al fonte dei Platonici alessandrini, e tutti si
la minima prova, che Iddio « « dà alle idee delle cose, che  sono  in lui, una propria indipendente vita, in quanto permette
crede il nostro filosofo aver dimostrato: 1) che le anime  sono  le idee divine, in quanto Iddio loro permette di esistere
3) che queste nozioni, cangiate dal filosofo in anime,  sono  il produttore delle opere estetiche; 4) che queste opere
ispiegarla parte da questo principio, che « tutte le cose  sono  in Dio soltanto per le loro eterne nozioni ». Ma questo è
loro eterne nozioni ». Ma questo è falso, giacchè le cose  sono  in Dio anche come nella loro causa efficiente, non
alcuna prova? Dall' erroneo principio che « « tutte le cose  sono  in Dio soltanto per le loro eterne nozioni » »deduce che «
senza darsi alcuna briga di spiegarci sotto quale aspetto  sono  distinte, e sotto quale s' identificano; come nasca la loro
nostro filosofo. Ma il vero si è che le nozioni e le idee  sono  bensì intuite dalle anime intelligenti, ma non che sieno le
nozioni eterne di Dio sieno anime per sè stesse; no, elle  sono  anime, perchè Iddio permette loro di esistere come anime
permesso, possano acquistare l' esistenza di anime; queste  sono  tutte cose, che il nostro filosofo rimette a concepire e
di farci conoscere le cose; le cose poi reali e sussistenti  sono  quelle che operano. Questi due concetti, il tipo
manifestativo delle cose reali e le cose reali operanti,  sono  categoricamente diversi: quello, cioè l' idea, può stare
O come ritornando all' Idea può divenire Spirito? Questi  sono  misteri, di cui il filosofo nostro non adduce nessuna
la descrizione di queste trasformazioni nel senso di Hegel  sono  altrettante operazioni mentali; perocchè rimane sempre l'
2) Che oltre gli oggetti propri del pensiero, le idee, vi  sono  altre entità che non sono idee, ma sentimenti e forze
propri del pensiero, le idee, vi sono altre entità che non  sono  idee, ma sentimenti e forze agenti nel sentimento, sulle
Ma dei primi principŒ non v' è obbligo di dar ragione, se  sono  evidenti; ma v' è ben obbligo di giustificarli, se evidenti
può negare che, commesso il primo errore, tutti gli altri  sono  in qualche modo conseguenti, inevitabili; perocchè la serie
il Non7Io, negando sè stesso. 4) Dunque le stesse idee  sono  produzioni del pensiero. 5) Ma il pensiero stesso,
come un diverso da sè, riconoscendo che quelle cose  sono  sè stesso, seco s' identificano. 6) Il pensiero poi può
appartenga alla numerosa classe dei soggettivisti; e a ciò  sono  condotto dalle seguenti considerazioni. La definizione, che
che quindi non riconosce altre forme che quelle che  sono  nei particolari; che come non separa la forma dalla
astratta dalla mente, e parimenti le forme astratte,  sono  incorruttibili ed eterne rispetto alla mente che le
ossia la mente, venga dal di fuori ad alcuni animali, quali  sono  gli uomini. Sono le sensioni eguali e simili, che vengono
dal di fuori ad alcuni animali, quali sono gli uomini.  Sono  le sensioni eguali e simili, che vengono dal di fuori, che
il che avviene anche nei bruti, in quanto le sensioni  sono  simili, altro è che l' anima si giovi di quell' unica
est unum praeter multa, è uno fuori dei molti. Ora i molti  sono  reali e singolari; l' anima, che intuisce l' universale, lo
l' uno sia doppio, cioè che egli esista in più reali, come  sono  singolari sensibili secundum esse, e che esista nell'
reale è affatto diviso e separato dall' altro; ed essi  sono  più, senza che in alcun modo nella loro pluralità vi sia
intellectus e l' uno secundum rationem speciei, non  sono  due uni, ma è lo stesso uno, espresso con due frasi che
conchiudere, come dovrebbe stando alle premesse, che non vi  sono  abiti di scienza innati, ma solo nega gli abiti innati
singolari già da lui concepiti, onde astrae gli universali,  sono  forse nè più nè meno i singolari non concepiti? Questo è da
essere posto, è facile a discoprire che i singolari, come  sono  nella mente, non sono puramente i singolari, come sono
a discoprire che i singolari, come sono nella mente, non  sono  puramente i singolari, come sono nella loro realtà fuori
come sono nella mente, non sono puramente i singolari, come  sono  nella loro realtà fuori della mente; che anzi, entrando
1) che le cognizioni più remote dall' origine loro  sono  le conclusioni ; 2) alle quali debbono precedere nella
si conoscono avanti i singolari; 3) ma i primi principŒ  sono  quelli che non hanno mezzo con cui si dimostrino,
i primi principŒ, e da questi le conclusioni immediate, che  sono  principŒ rispetto alle conclusioni più remote. Ora, i
Ora, i termini che prima si conoscono, secondo Aristotele,  sono  l' ente e l' uno (1), che non differiscono se non secondo
Aristotele (3). Ma come avviene che quando le dottrine non  sono  chiare e nette, non tutti possono intenderle allo stesso
comune si trova in tutti gli individui possibili, i quali  sono  indefiniti di numero. Onde Abelardo argomentava:
sia nelle cose, unum in multis ; che in quelle anime che  sono  fatte a ciò, come le umane, quando ricevono per mezzo del
fuori e si ricuperano all' attenzione degli uomini, non  sono  tutti oro schietto - e il saggio, a cui io stesso di mano
idea , ora Iddio ; e così dica a sè stessa che queste cose  sono  l' anima. Perocchè di questo modo nacquero quelle prime
non poteva essere alcuna di quelle quattro cose, le quali  sono  termini del suo operare. Ma là dove Aristotele pose mano a
dalla Chiesa? La Chiesa è indipendente dallo Stato? Ci  sono  tre sistemi: il sistema di quelli che dicono la Chiesa
alla prima causa, non solo lo Stato è di origine divina, ma  sono  d' origine divina tutte le cose del mondo, anche le
razionali di quelle famiglie e di quegli uomini che si  sono  e si trovano così uniti sopra un medesimo territorio, e che
ad una decisione, noi dobbiamo fare la domanda: - Chi  sono  quelli che vogliono risolvere la proposta questione? Sono i
sono quelli che vogliono risolvere la proposta questione?  Sono  i Cattolici, sono gli Acattolici? E se questi, sono gli
vogliono risolvere la proposta questione? Sono i Cattolici,  sono  gli Acattolici? E se questi, sono gli eretici o gli
Sono i Cattolici, sono gli Acattolici? E se questi,  sono  gli eretici o gli infedeli? Egli è evidente, che un
valore, perché le singole cifre che avete messe insieme ne  sono  prive; come se mettete insieme molte gocce d' acqua pura,
le prevenzioni, e gli sarà facile convincersi, che non ci  sono  che due vie per le quali mettersi, o quella di rinunziare
né più né meno che ogni individuo o famiglia, che  sono  gli elementi dello Stato. Qualora adunque quelle persone,
« Voi siete uscita dalla sfera delle vostre attribuzioni:  sono  io il giudice di quello che mi è utile, e in questo sono da
sono io il giudice di quello che mi è utile, e in questo  sono  da voi indipendente ». Ma qui si conviene sempre avvertire,
in qualche pregio l' onestà e la giustizia, e che non si  sono  ancora date al più abietto utilitarismo. Per tutte queste
uomo stesso. Perciò a differenza delle religioni false, che  sono  piuttosto superstizioni, Gesù Cristo pose per fondamento
e verso tutti praticata. Le sette all' incontro che si  sono  da essa separate, prive di questa coscienza, da sé stesse
essa separate, prive di questa coscienza, da sé stesse si  sono  collocate in un luogo inferiore, e di rado o debolmente, e
è respinta dagli istinti più nobili della natura umana, che  sono  i morali. Che anzi gli stessi governi nei quali più domina
crederemmo inutile il parlare di questo argomento. Ma ci  sono  alcuni, che, invece di riporre l' Autonomia dello Stato in
onnipotenza delle leggi, indipendenza, autonomia ,  sono  le loro frasi più care. Questo sistema dunque altrettanto
questo sistema, distruggendo la religione e la morale, che  sono  le naturali moderatrici del potere civile (ed è il medesimo
e gl' impedisce di trasmodare ». Queste giustificazioni non  sono  rivolte, come si vede, a dimostrare che un tale sistema di
anzi concedono pienamente che il sistema è ateo; ma  sono  rivolte a provare che esso non è tuttavia un sistema
quelli che governavano? Basta aprire le storie: gli esempi  sono  molti e tremendi, e troppo divulgati per fermarci a
praticamente; ma senza alcun precetto, alcuna obbligazione,  sono  essi gli uomini disposti a farlo tuttavia? Se poi si tratta
e la sola Autonomia della maggioranza governi, le minoranze  sono  alla loro mercè, al loro capriccio. Niun avvilimento, niuna
poi non siamo noi che stabiliamo questo: perché questi non  sono  altro che i princìpii della religione cristiana cattolica,
inevitabile della Religione Cristiana: tali per conseguente  sono  i princìpii di quelli, che professano questa religione. Non
via solamente sta il progresso civile ed umanitario, e  sono  possibili le costituzioni. Solo quelli che ripugnano ad una
dottrina, qualunque sia il lenocinio delle loro parole,  sono  i nemici del progresso, della libertà, dell' incivilimento,
e gli atti della Chiesa Cattolica. Circa questa questione  sono  stati inventati, e più o meno praticati, tre sistemi, che
né mai può erigersi in sistema. Tuttavia se le materie non  sono  miste, sono talvolta affini per le due ragioni già toccate,
erigersi in sistema. Tuttavia se le materie non sono miste,  sono  talvolta affini per le due ragioni già toccate, cioè perché
diventa un far servire le cose di un ordine superiore, come  sono  le religiose e le divine, ad un ordine inferiore; e questo
« « Non c' è potere che non sia da Dio: ma i poteri che  sono  da Dio, sono ordinati » » l' ordinazione dei poteri è
è potere che non sia da Dio: ma i poteri che sono da Dio,  sono  ordinati » » l' ordinazione dei poteri è dunque un criterio
ha in bocca questo già troppo vecchio sofisma: « Io non  sono  incaricato della religione, ma di procacciare con le leggi
più caro, la sua religione ». Cotesti legislatori adunque  sono  sleali: secondo la loro passione irreligiosa interpretano
Sotto la coperta della massima « le leggi civili non  sono  leggi religiose », vi danno « leggi irreligiose ». Così è
grandi bandiere che dividono profondamente il genere umano,  sono  e sono sempre state la religione e l' empietà . Questo è un
bandiere che dividono profondamente il genere umano, sono e  sono  sempre state la religione e l' empietà . Questo è un fatto
molte cose esterne e corporali: tali, a ragion d' esempio,  sono  i Sacramenti e il sacrificio: tale la gerarchia de' Pastori
del quale almeno una parte è certamente essenziale: ci  sono  case, luoghi, persone e azioni sacre, e anzi tutte le
tutte le azioni tanto interne quanto esterne degli uomini  sono  regolate dalle leggi e dai precetti della Religione
equivoco. Essi vi dicono: gli oggetti religiosi non  sono  di competenza del potere civile, e per ciò niuna
conseguenza è falsa. E` vero che gli oggetti religiosi non  sono  di competenza della civile autorità, ma è falso che la
chiarissima. Che cosa vuol dire: gli oggetti religiosi non  sono  di competenza della civile autorità? Vuol dire che la
concreti; ben inteso che quando ci mettono le mani essi,  sono  i primi a cadere nelle più aperte contraddizioni con il
tutti i diritti dei cittadini, molto più de' principali che  sono  i religiosi. Se dunque egli è obbligato di provvedere alla
stessi, appartengano all' ordine temporale, tuttavia essi  sono  connessi indivisibilmente con la loro causa religiosa, ed
oggetti ed effetti temporali, co' quali le cose religiose  sono  intimamente connesse. Eppure (prescindendo da alcuni che
che non intendono affatto la questione di cui si tratta, e  sono  ignoranti sotto sopra di buona fede) gli altri che
una tale teoria come un acquisto della moderna civiltà  sono  lontanissimi dal pensiero di restringere entro troppo brevi
brevi confini l' autorità del potere civile, che anzi  sono  appunto quelli che la dichiarano indipendente da ogni altra
indipendente da ogni altra autorità. Costoro dunque non  sono  in buona fede, e quando vi dicono che il legislatore civile
da tali proteste, alcuni che non esaminano più avanti,  sono  presti a dire: la cosa è ragionevole: questo sistema non
non solo si mostrano atei indifferenti, ma le loro leggi  sono  un monumento d' odio e di disprezzo di ogni religione,
le cose che i cittadini hanno più care e preziose, quali  sono  le religiose, non solo vanno rispettate e non offese, ma
così ben lusingare la vanità filosofica di tutti quelli che  sono  al potere. Ma è dunque vero che un tale sistema lasci, come
tra lei e la religione dei cittadini. Le collisioni  sono  dunque inevitabili tra le leggi di tali governi e la
dal popolo, cioè dai padri di famiglia, col quale mandato  sono  investite della potestà civile (3); è indubitato che tale
di famiglia, ma la massa non è mai atea, le nazioni non  sono  atee: molto meno le nazioni cristiane e civili. Il sistema
e nella turbazione delle pubbliche cose essi stessi  sono  reputati sediziosi. Trattando la questione precedente,
per coloro che non hanno religione d' alcuna sorte non ci  sono  oggetti sacri, ma son tutti profani. Interrogheremo noi di
una data religione riconosce tra gli oggetti sacri che gli  sono  proprii il matrimonio, questo, relativamente a quella
ma non è sacro come contratto. - Così dicendo, essi si  sono  dimenticati il criterio che abbiamo poco prima stabilito
tra i fautori del così detto matrimonio civile ce ne  sono  de' meno irragionevoli dei precedenti, i quali abbandonano
sistemi, a cui si appigliano gli uomini di legge, non  sono  punto atti a risolvere la vera questione di cui si tratta.
per validi contratti matrimoniali tutti quelli che  sono  riconosciuti dalla Chiesa Cattolica e nissun altro in tal
immoralità, mediante una serie di decreti e di leggi che  sono  troppo conosciuti, e provano ad evidenza come l' ateismo,
sedusse uomini d' altra parte rispettabili. L' esempio che  sono  per darne ne somministra la prova. Nella seduta del 10
non di sopra, ma di sotto. I legisti di questa sorte  sono  stati sempre uguali in tutti i secoli e sotto tutte le
ci abbia più sincerità che nel primo. - In uno Stato ci  sono  o ci possono essere anche di quelli che non hanno alcuna
civili ad ammettere il divorzio, è la libertà dei culti. Ci  sono  dei culti che autorizzano il divorzio; ce ne sono degli
culti. Ci sono dei culti che autorizzano il divorzio; ce ne  sono  degli altri che lo proibiscono. La legge dunque (ecco le
di leggi per tutti i culti diversi e libertà di coscienza  sono  esse cose conciliabili? Noi abbiamo anzi dimostrato che
esse cose conciliabili? Noi abbiamo anzi dimostrato che  sono  princìpii perfettamente contraddittori. Se le leggi civili,
uguali ed uniformi per tutti i cittadini. Ma poiché ci  sono  sempre molte altre leggi civili che involgono diverse
supposta moglie, l' altra dal supposto marito. Ma non ci  sono  cause per ottenere dalla legge un altro divorzio. La legge
devono farlo in onta della legge, e i loro figli  sono  considerati illegittimi. I diritti dunque che vengono loro
vengono loro in conseguenza della religione che professano,  sono  distrutti da quella legge civile del divorzio, ed il loro
dal legale e dal filosofico. Quando gli utilitari  sono  al potere, essi cercano di guadagnarsi quei partiti ne'
onestà, alla giustizia, alla moralità, alla religione, che  sono  cose che non hanno per essi realtà, o se ci danno qualche
di dominazione. Questi arditi brigatori e faccendieri  sono  temuti oltremodo per la loro attività sempre inquieta e
imposta dai partiti su cui s' appoggiano. Riassumendo, tre  sono  dunque le false ed incoerenti interpretazioni del princìpio
la libertà di fare quegli atti religiosi, che non  sono  proibiti dalla legge civile; 2) Quella de' così detti
nostro tempo non mancano i princìpii, ma le società civili  sono  tuttavia sofferenti e non trovano riposo, perchè i
sofferenti e non trovano riposo, perchè i princìpii si  sono  divulgati senza darsi cura di determinarne esattamente il
da tutti, si è riprendere in mano i princìpii che già si  sono  dichiarati, rimovere da essi l' indeterminazione dei
d' un vero e veramente umano progresso. « I cittadini  sono  uguali in faccia alla legge »: che cosa significa? Questo,
primo: e così essa pronunzia, che questi due cittadini non  sono  eguali in faccia a lei. La seconda formola dice che le
della medicina debbano valere anche per quelli che non  sono  medici, e perciò non sono uniformi per tutti i cittadini,
valere anche per quelli che non sono medici, e perciò non  sono  uniformi per tutti i cittadini, ma riguardano solamente una
è evidente per lo contrario, che gli indicati princìpii  sono  nelle loro espressioni indeterminati, e che involgono dell'
appunto i cittadini in diverse classi? E, per vero dire,  sono  assai poche quelle leggi che riguardano tutti egualmente i
civile considera la differenza di sesso, e molte leggi ci  sono  che, fatte per l' uno dei due sessi, non possono valere per
e le opinioni degli uomini: che le differenze religiose non  sono  differenze esterne; e che le altre differenze a cui la
differenze a cui la legge ha riguardo, essendo esterne,  sono  tali che distinguono gli uomini secondo la vita sociale.
che costituisce una religione. E infatti le religioni non  sono  soltanto opinioni interne, benché le interne e invisibili
le interne opinioni e i sentimenti invisibili dell' animo  sono  il fondamento delle operazioni umane. Che cosa è dunque la
dal simbolo, che è il segno esterno della fede, e che tutti  sono  obbligati di professare esternamente in faccia a tutti i
l' empietà delle leggi civili a ciò li riduca: tanti altri  sono  i segni esteriori e visibili, tante le differenze profonde
poi, incontrano fermo ostacolo nelle coscienze, onde o  sono  rovesciati da' loro gradi, o, essendo scaltri e
appunto un altro pregiudizio di certi civili legislatori:  sono  contrariissimi (a udire le loro proteste) a voler
di tutto convenire in questo, che la licenza e la libertà  sono  cose diverse e che non conviene attribuire all' una il nome
controversia da quelli che ammettono l' ordine morale, né  sono  mai stati dubbiosi pel senso comune. Se dunque noi vogliamo
o monarchia, o aristocratica, o democratica, o mista,  sono  a tutta ragione governi liberali, e quanto più li lasciano
e meno dànno loro impacci di leggi e di decreti, tanto più  sono  liberali. Que' governi all' incontro, di nuovo qualunque
licenza), questi, liberali falsamente si chiamano, ma  sono  veramente licenziosi. Egli è pur singolare a vedere che
sopprimere senza cagionare un male maggiore. Ma poiché ci  sono  indubitatamente anche quegli atti viziosi ed immorali, i
e le sostanze de' cittadini, ammessa una tale dottrina,  sono  subordinate a' calcoli utilitari, più o meno approssimativi
quelle che riempieno i magazzeni e gli scrigni di altri che  sono  già ricchi, ei non si piglierebbe tanti fastidj, non
Poichè altro è il sapere che l' ideale e il reale  sono  distinti, ed altro il penetrarne la natura intima e darne
assai misteriosa e impenetrabile al veder vostro. Molte  sono  le cose arcane nella natura, nè per questo il Fisico nega o
qui la testa, trattandosi di cose materiali e reali, come  sono  tele e colori, marmi e forme? Al sentire questa
entrambi, forz' è conchiudere che l' ideale e il reale  sono  due cose distinte. Ma non è questo che cercavamo: poichè
applauso dato alle loro opere? Dalla materia o dalla forma?  Sono  i colori che Tiziano, come rispondeva a chi gli domandava
dove ne trovasse di così belli, comperava a Rialto,  sono  i marmi che il Canòva prendeva nelle miniere di Carrara,
comune degli uomini ci dice bensì, che l' ideale e il reale  sono  distinti, che sono due modi diversi, ma non ci dice mica,
ci dice bensì, che l' ideale e il reale sono distinti, che  sono  due modi diversi, ma non ci dice mica, che possano trovarsi
aver nesso alcuno che le congiunga. La causa e l' effetto  sono  diversi; ma si può egli dare l' effetto senza la causa, o
di materia? Le cose che si trovano in natura congiunte  sono  innumerevoli; ma non ne vien mica da questo, che l' una si
l' ideale col reale è toglier via il mezzo con cui si  sono  fatte, si fanno e si faranno tutte le invenzioni umane. Ma,
che è nella mente, giacchè la mente è una sola, e le idee  sono  pure moltissime. E poi prendiamo un' idea: sia l' idea d'
unica; ma gli esseri reali che a quella idea corrispondono  sono  senza numero; perciò quell' idea si chiama universale: ogni
è particolare, ogni ideale è universale, egli è chiaro che  sono  non pur distinti fra loro, ma ben anco forniti di caratteri
cose ci restano a dire in conferma di questa verità; molti  sono  ancora i caratteri diversi ed esclusivi, che noi possiamo
corporea, e quella dello spirito spirituale? No certamente,  sono  due idee della stessa natura; sono due esseri ideali
No certamente, sono due idee della stessa natura;  sono  due esseri ideali ugualmente; l' una e l' altra è immune
laddove l' ente reale può benissimo soggiacervi, perchè  sono  altrettante condizioni che lo particolarizzano e lo
che ella è meno perfetta della seconda. Dunque le idee  sono  immutabili . Ecco un nuovo carattare lucidissimo che le
propria di quelle, e la mutabilità di queste. Ma se le idee  sono  immutabili , osservate bene qual conseguenza ne viene:
bene qual conseguenza ne viene: eccola: esse dunque  sono  eterne . E veramente prendete qualsivoglia idea,
contradice al loro sistema; dunque le idee non esistono, o  sono  anch' esse realità. Così si spoglia la Filosofia delle
E quelle case, que' monti, que' libri, i quali ci  sono  ancora del tutto ignoti, non sussiston forse senza la
neppur lo altera: perocchè ditemi, o signori, le panche che  sono  in questa scuola mutano forse natura, o ricevono qualche
dalle quali riuscisse la bellezza del tutto. Ma che mai  sono  queste leggi di convenienza? Di nuovo, sono elle forse
Ma che mai sono queste leggi di convenienza? Di nuovo,  sono  elle forse create ad arbitrio? Prendiamone una tra tutte,
belle. Perocchè quelle idee superiori di cui parliamo, che  sono  altrettante regole che dirigono la mente dell' artista a
artista a intuire il disegno ideale dell' opera sua, non  sono  ancora che idee molto astratte. Così l' idea della mano
dir piccola, quando grande. Ciascuna dunque di queste idee  sono  tipi astratti, che guidano la mente dell' artista per
ne abbiamo l' idea; ma posciachè in questo fatto gli agenti  sono  due, il reale e noi stessi, sta a vedere a quale de' due si
nostro, e non un atto del reale esterno; che le idee  sono  nostre, non sono del reale esterno. Ma questo non ci
non un atto del reale esterno; che le idee sono nostre, non  sono  del reale esterno. Ma questo non ci autorizza ancora a dire
idee tali caratteri, che eccedono ogni finita potenza, e  sono  quelli che abbiamo trascorsi nella precedente lezione. Se
e sostanziale riceve molte modificazioni; queste  sono  le sensioni e tutti i sentimenti particolari ed acquisiti.
parti del corpo. Ma io posso vedere che tutte queste cose  sono  anche nell' idea corrispondente: nell' uomo reale io
queste cose doppie, son elleno ripetute in natura, oppure  sono  elle identiche nella realtà e nell' idea? Che ci dice
in potenza , ed ora in atto , giacchè l' atto e la potenza  sono  relativi, e non potrebbero essere relativi se non
è fuori affatto dell' ideale; anzi io con tutto me stesso  sono  fuori dell' ideale, perchè io sono un sentimento
io con tutto me stesso sono fuori dell' ideale, perchè io  sono  un sentimento sostanziale modificabile. Ora se io m'
sostanziale modificabile. Ora se io m' accorgo che  sono  fuori dell' ideale, e che fuori dell' idea sono le mie
accorgo che sono fuori dell' ideale, e che fuori dell' idea  sono  le mie modificazioni e tutto ciò che cade nel sentimento;
non è cosa di mero lusso. Le conseguenze che ne derivano  sono  incalcolabili: per intanto noi raccogliamo dal nostro
L' immagine. Dunque se gli esseri reali, i sentimenti,  sono  quelle cagioni onde la mente si muove a riguardare e a
è l' idea che l' intendimento vede con questo sguardo, dove  sono  dunque queste idee? Stanno esse sempre quasi appese innanzi
nel valor maggiore il minore. Ora i due soldi del borsino  sono  l' idea determinata di un reale, e il monte d' oro è l'
sfera; ed ecco che in esso distingue tanti rapporti quanti  sono  i punti assegnabili nella sfera medesima. Se si tirano
L' oro come vedete è un metallo semplice, e i due soldi  sono  rame. Sminuzzate l' oro quanto volete, niuna particella
principio semplicissimo che « due cose uguali ad una terza  sono  uguali tra di loro »; e poi date mano ad Euclide ed
ce le sapevano vedere distintamente; e vi so dire che ce ne  sono  delle altre, che gli uomini non ci hanno veduto ancora;
come avremo occasione di vedere. Ne' principj dunque  sono  contenute implicitamente infinite conseguenze prima ancora
1) l' elemento che fa sì che esse siano idee, e in tanto  sono  identiche all' idea dell' essere universale; 2) il loro
2) il loro limite o determinazione, e in tanto non  sono  identiche all' essere universale, perchè ne escludono una
dalle loro quantità . Due cose, che in quanto alla sostanza  sono  identiche, differiscono di quantità: così l' acqua di un
intuita . Ciò che è prodotto in essa dall' atto della mente  sono  i suoi limiti, il suo modo, la sua determinazione. E tutto
alla questione, prendono de' gravissimi abbagli. Tali  sono  per lo più que' filosofi, i quali riscuotono lode di gran
spiegare appunto la memoria de' reali quando essi non ci  sono  oggimai più presenti - . Il filosofo superficiale ci
ne avete avuto, ha lasciato in voi certe reliquie, ve ne  sono  rimaste le idee? Ora per mezzo di queste reliquie o
Ora per mezzo di queste reliquie o vestigj, e idee che  sono  rimaste nella vostra mente, e che rappresentano i reali
O l' uno o l' altro; o si pensa al reale per le idee che ne  sono  rimaste, o pei vestigj che ne ha ritenuto il senso o la
vedete, essi ci dicono, che le immagini delle cose vedute  sono  quelle che le rappresentano e le rappresentano fedelmente?
per suo oggetto i vestigj e le immagini di queste città che  sono  rimaste nella mia mente, ovvero termina in queste città
e palagj e chiese e piazze e monumenti reali quanti ve ne  sono  nelle due città nominate? - Appunto perchè ciò è un grande
oggetto immediato del vostro pensiero e del vostro discorso  sono  le immagini che si conservano nella vostra testa. E che
E che stranezza è mai questa di credere, che ora che non  sono  a voi nè pur presenti quelle grandi città, pensiate ad esse
suo oggetto che immagini e rappresentazioni de' reali che  sono  rimaste nella nostra fantasia - Certo che noi diciamo
- Voi non capite nulla del nostro pensiero; noi diciamo che  sono  le immagini di Firenze e delle cose vedute in essa l'
piena somiglianza, ed allora conchiuderemmo che quei colori  sono  il ritratto o l' immagine di quell' oggetto. Applichiamo
fantastiche. Come possiamo noi sapere che le immagini che  sono  nella nostra fantasia siano altrettante rappresentazioni ,
Solo così possiamo persuaderci che le dette immagini non  sono  mere sensioni , ma sono sensioni rappresentative della
che le dette immagini non sono mere sensioni , ma  sono  sensioni rappresentative della Firenze reale. Acciocchè
ha virtù di rendere le immagini rappresentative . Onde non  sono  le immagini quelle che ci fanno pensare alla Firenze reale,
di Firenze, se non sensazioni? Ma le sensazioni nostre non  sono  per fermo le realità esteriori delle contrade, delle
è inerente all' animo nostro alla foggia degli abiti, che  sono  quasi nuove potenze che acquista l' anima, mediante i quali
veda un puro fantasma. Dunque la cognizione del reale non  sono  le immagini che abbiano virtù di darla; ma ella
della loro natura, che appartiene all' ideale; ma non  sono  punto quelle che mi fanno conoscere ancora il reale essere
in natura, e l' ufficio della filosofia è di vedere come  sono  le cose nella natura. Concentriamo dunque il discorso. La
senza fare in esso distinzione alcuna: le distinzioni  sono  l' opera della riflessione che viene appresso. Se il nostro
del soggettivo e percezione dell' estrasoggettivo  sono  le tre prime specie di cognizione umana. Il carattere dell'
madre di tante notizie. La materia della riflessione  sono  le cognizioni precedenti, poichè l' uomo non può riflettere
può riflettere se non su ciò che prima conosce. Ora quali  sono  le cognizioni precedenti alla riflessione, e che diventano
dunque arrivare a quelle cognizioni prime che non si  sono  acquistate per riflessione. E queste sono quelle appunto
prime che non si sono acquistate per riflessione. E queste  sono  quelle appunto che abbiamo indicate, l' intuizione e la
questa materia non si può moltiplicare nè estendere. Tali  sono  i confini prescritti dal Creatore alla umana ragione, «
voglia significare « cognizione positiva » perchè non se ne  sono  formato chiaramente il concetto. Cognizion positiva,
che veramente si sopraggiunge all' intuizione dell' essere  sono  i sentimenti che determinano variamente l' essere stesso, e
che determinano variamente l' essere stesso, e che non  sono  necessarj, nell' ente finito, perchè lo stesso ente finito
ripiegandosi sull' essere ideale e sui sentimenti, ne cava  sono  pur contenute virtualmente ne' due primitivi loro germi:
la cognizione positiva entro troppo angusti confini. Ma non  sono  questi i soli nostri avversarj. Ve n' hanno di quelli che
oscurità e qual grado di luce in esse si contenga; queste  sono  questioni affatto diverse, riguardanti l' intiera natura
parla: egli è il caso degli animali senza ragione. Ma quali  sono  le notizie che noi comunichiamo altrui col linguaggio?
l' estensione, il peso, il pensiero, la sensazione, non  sono  sostanze, ma meri accidenti. Convien dunque ritornare alla
si pensa nell' idea di una cosa »e che perciò l' essenze  sono  conosciute per la stessa loro definizione. Invece dunque di
e non conoscendola non la può esprimere. Quanti dunque  sono  i nomi comuni nell' umano linguaggio, altrettante essenze
essenza è ciò che si conosce nell' idea. Ma le idee parte  sono  positive, e parte negative. Dunque tali sono anche l'
le idee parte sono positive, e parte negative. Dunque tali  sono  anche l' essenze. Qualora si tratti d' essenza di cosa da
niente di ciò che abbiamo sperimentato nel sentimento.  Sono  dunque negative primieramente le essenze dell' entità
o tutto ciò, che ci dà il sentimento. Quegli astratti che  sono  mere relazioni, presentano idee più negative che non sieno
presentano idee più negative che non sieno gli astratti che  sono  generi di sostanza o di qualità o di quantità; e gli
di sostanza o di qualità o di quantità; e gli astratti che  sono  generi, presentano più del negativo che gli astratti specie
nel mio sentimento, colle cose che vi influiscono,  sono  un fonte d' idee negative. Veniamo ai generi . Se io
è animale, perchè ho il sentimento di me stesso, e perchè  sono  caduti sotto i miei sensi altri animali. Nella cognizione
somministratomi dal sentimento. Le idee generiche dunque  sono  fonti di cognizione in parte negativa; ma meno però
parte negativa; ma meno però negativa di quell' idee che mi  sono  somministrate da semplici relazioni. Voi ora intendete,
animali ragionevoli, e tanto l' animalità quanto la ragione  sono  due cose che io conosco positivamente pel mio proprio
ricercare nella seguente lezione. Il sentimento e l' idea  sono  i due elementi delle cognizioni umane. Il sentimento presta
significare che il sentimento. Voi v' accorgete che questi  sono  i sensisti. Noi troveremo dopo di ciò molti altri Ideologi,
nell' ordine intellettivo, lo trasmutano in idea: questi  sono  i veri idealisti. Perchè errano gli uni e gli altri? Perchè
agli avversarj, che le nostre cognizioni positive  sono  limitate. Conviene dunque ora, che ci spieghiamo
amplificazioni della grandezza dello spirito umano, di cui  sono  pieni i libri dei filosofi e degli oratori? Chi di noi non
che è rispetto a due differenti generi di cognizione che  sono  vere entrambe quelle proposizioni; dico rispetto al genere
al genere della cognizione positiva. Rammentiamoci quali  sono  i principj di queste due maniere di cognizioni: l' idea è
finita e questo è il sentimento: idea e sentimento,  sono  i principj di tutte le cognizioni umane: queste si
è ben facile a rilevarsi, se si considera quali  sono  gli strumenti datici dalla natura al percepimento delle
delle cose. Questi, non uscendo mai dall' ordine naturale,  sono  (almeno i più risaltanti) gli organi corporali; in generale
o animali, e queste stesse non ce le comunica già quali  sono  in se stesse, ma unicamente sotto la relazione di sensilità
comporre il sentimento corporeo, e quindi i corpi in quanto  sono  sensibili: l' essere è per sua propria essenza così
Così il soggetto, ed i sentimenti del soggetto, che  sono  il fondamento della cognizione positiva dell' uomo,
della cognizione positiva dell' uomo, tostochè si conoscono  sono  per ciò stesso oggettivati; poichè se non fossero
non sarebbero cognizioni. Eppure i sentimenti del soggetto  sono  tutti relativi al soggetto; e le cose che operano nel
nello stesso sentimento soggettivo, i quali effetti  sono  relativi alla natura del sentimento, perchè sono
effetti sono relativi alla natura del sentimento, perchè  sono  modificazioni dello stesso sentimento; e perchè ogni essere
sostanziale, e dei sentimenti in lui suscitati, che  sono  sue modificazioni, come pure degli effetti tutti che
che al soggetto si riferiscono o cadono nel soggetto, non  sono  conoscibili per sè; esse hanno d' uopo d' essere trasferite
tra le cose contingenti e le cose eterne. Infatti quali  sono  i caratteri che noi abbiamo assegnato all' essere in
necessità, la semplicità ovvero unità e l' infinità. Quali  sono  all' incontro i caratteri che noi abbiamo assegnati al
oggetto della percezion nostra, è moltiplice; i corpi  sono  fuori l' un dell' altro; le anime sono individue, aventi
moltiplice; i corpi sono fuori l' un dell' altro; le anime  sono  individue, aventi ciascuna un' esistenza tra loro
in modo alcuno la cosa sussistente. Ma le cose, in quanto  sono  cose contingenti e create, son elle possibili o
di Dio per conoscere le cose reali, come l' Ente nel quale  sono  e onde ricevono continuamente la sussistenza per via di
Dio; dunque le cose tutte che conosciamo altro non  sono  finalmente che Dio; l' oggetto del nostro conoscere è
enti finiti d' ogni maniera; quindi tutte le scienze non  sono  che Teologia, e l' enciclopedia delle scienze, come dice
scienze hanno per « termine immediato Dio stesso », e che  sono  (il che è conseguente) una religione . Certo la cosa dee
calunniamo noi forse il signor Gioberti? o piuttosto non  sono  le sue stesse parole stampate alla pagina VI e VII della
la nostra ignoranza? Beate adunque le umane scienze che  sono  divenute la religione del Dio7Mondo! Beati i dotti, che
divenute la religione del Dio7Mondo! Beati i dotti, che  sono  divenuti i veri sacerdoti di questo Dio giobertiano! Beati
che il culto delle scienze e delle arti, i cui sacerdoti  sono  tutti gli uomini dotti, industriosi, e che sanno godere i
della vita, beni tutti naturalmente divini; e sacerdotesse  sono  le donne delle stesse attitudini fornite: di che traevano
con ciò appunto un sistema di panteismo. Poichè io  sono  ben certo che voi tutti sarete meco d' accordo in questo,
delle piante, degli animali e degli astri, perocchè questi  sono  gli oggetti immediati di tali scienze, o son tutti Dio,
farò osservare prima di chiudere la lezione, si è che due  sono  le strade più generali per le quali si può rovesciare nel
le cose, riesce al medesimo che a dire che tutte le cose  sono  Dio. Ora coloro che fanno Dio quell' Essere che si afferma
Ma d' altra parte come può egli ignorar ciò? quali almeno  sono  le ragioni, alle quali affidato, pretende che non è punto
uomo non composto di carne e di ossa? I corpi celesti che  sono  l' oggetto dell' astronomia si possono concepire privi al
cose ». » Or pel principio che due cose eguali a una terza  sono  uguali tra di loro, ne viene irrepugnabilmente che Iddio è
materia egualmente » » senza condannare sè stesso? E se  sono  i panteisti che « « quando dicono che esso Dio è l' oggetto
dall' uomo con un giudicio come è uopo che avvenga se  sono  due cose; ma si comprendono in un concetto solo, e si hanno
miei signori, il Gioberti vi confonde due questioni che  sono  separatissime: la prima « se l' essere ideale sia Dio o no
distinguere tra loro, li deve cioè distinguer tanto quanto  sono  distinti in sè stessi; e poichè sono distinti immensamente,
tanto quanto sono distinti in sè stessi; e poichè  sono  distinti immensamente, infinitamente, perciò nel suo
dichiarazione di non esser panteista non val nulla, perchè  sono  di quelle frasi magnifiche e menzognere, che essi talora
ed universale del sapere. Se dunque la materia creata e Dio  sono  una cosa sola, e tale che non si possono pensare divisi
Onde se per l' emanatista, Iddio e le sue fatture non  sono  identiche, perchè formano due oggetti realmente distinti,
formino un solo e medesimo oggetto del pensiero) non  sono  identici, unicamente perchè l' astrazione poi
l' errore se si considera, che pel Gioberti l' idee  sono  reali, e non contengono la sola possibilità delle cose, che
saputo e imparzialmente, dovemmo convincerci ch' elle  sono  insufficienti. Tuttavia non dobbiamo tenercene a pieno
che la minaccia dei mostruosi sistemi stranieri, quali  sono  quelli che straziano sì crudelmente i visceri della
di psicologismo con tutte le altre brutte taccie, che ne  sono  la conseguenza? [...OMISSIS...] . Ma forse ad alcuno di voi
Gioberti dà del divino anche alle idee astratte siccome  sono  le idee generiche: sovverrà che nella sua terza lettera al
Solo voglio farvi avvertire, che queste due pensabilità  sono  entrambi accessibili all' uomo, secondo il signor Gioberti:
stesso. Ora se i due ordini, l' assoluto e il contingente,  sono  separabili e non confusi insieme, essi vengono
qualsivoglia, p. e. dal sole. Se dunque il topo ed il sole  sono  due oggetti distinti del conoscere umano, molto più debbon
è separabile! Quali imbarazzi, quali contradizioni non  sono  queste, miei signori? Ma portiamo pazienza, e riprendiamo
vedere l' atto creativo senza vedere lo stesso Dio. Non  sono  questi ed altrettali gli errori che noi abbiamo preso a
che Iddio non è identico alle sue creature, ma che queste  sono  effetto, di cui Dio è causa. Per evitare il panteismo
di più che la natura di Dio e la natura delle creature  sono  cose infinitamente distanti l' una dall' altra, che sono
sono cose infinitamente distanti l' una dall' altra, che  sono  dunque due nature realmente diverse: converrebbe che ci
genere, nè in alcuna specie. Se dunque Iddio e le creature  sono  nature così distinte, che non hanno nulla affatto di comune
che ci fa conoscere cose così al tutto diverse: giacchè due  sono  indubitatamente gli oggetti che quanto alla natura, non
un oggetto solo del conoscere umano col suo effetto, che  sono  le creature, e sottostia ad un solo concetto, siccome pure
autore soggiunge: queste due cose, Iddio e la creatura,  sono  congiunte mediante l' atto creatore. E che perciò? non
Gioberti, egli pure dice in qualche luogo, che le creature  sono  il termine estrinseco dell' atto creatore, e non il termine
nell' interno dell' atto creatore, cioè in Dio, non vi  sono  i corpi reali, non v' è il contingente, non v' ha la
non v' ha la materia creata, in questo senso che  sono  appunto quello che sono in quanto da Dio si distinguono. Or
materia creata, in questo senso che sono appunto quello che  sono  in quanto da Dio si distinguono. Or come, se la cosa è
per mezzo colle proprie mani. Ma pure le cose create  sono  in Dio, e però in Dio si possono vedere; e le vedono in Dio
teologi, gli sarà facilissimo impararvi, che le cose create  sono  bensì in Dio, come nel loro esemplare e nella loro causa,
l' espressione di s. Tommaso «(S. I, III, VIII) »; ma non  sono  mica in Dio nè quanto alla loro forma, nè quanto alla loro
che l' unica cosa che v' ha in Dio di realmente distinto  sono  le persone, e il porre altra distinzione reale si oppone,
un loro essere proprio reale, contingente e materiale, non  sono  in Dio. Dunque, quand' anco fosse vero altrettanto quanto è
quale tutte le contingenti si creano, e si distinguono e  sono  da Dio perfettamente conosciute. Ma noi vediamo le cose
come dovrebbe essere se li conoscessimo a quel modo come  sono  conoscibili in Dio. Dunque noi non vediamo la possibilità
e materiale, come noi le conosciamo sperimentalmente, non  sono  in Dio loro causa, ma sono il termine dell' azione di
conosciamo sperimentalmente, non sono in Dio loro causa, ma  sono  il termine dell' azione di questa causa. Dunque se noi
di Dio, le frasi più vere e le più erronee ad un tempo,  sono  comuni. Acciò che dunque il signor Gioberti avesse
dunque a conto queste concessioni che egli ci fa, e che  sono  pure il tutto nella disputa che egli move contro alla
che pretende il signor Gioberti, perchè finalmente elle  sono  due idee dello spirito umano. La distanza sta bene tra Dio
raffrenarne la foga coll' opporgli forse che tali cose non  sono  state mai dette nè da filosofi, nè da teologi cattolici. E
bene la sua mente nel principale. Ed i passi citati  sono  chiari. Egli dice, che l' Ente reale, cioè Iddio, è la
ma soggiunge che la concretezza e l' individualità  sono  il reale senza l' ente, da cui nascono le idee riflesse. E
perchè a spiegare la cognizione delle cose esistenti non  sono  ricorsi all' intuito della creazione. Or questo non par
autori dalla sua, se tali autori appunto, a detta di lui,  sono  panteisti? Convien dunque dire, stando alle confessioni
creazione necessaria, una creazione così necessaria come  sono  i primi principj della ragione, e d' una necessità
dipende dal libero ed ottimo volere di Dio. Di poi che cosa  sono  le esistenze o sieno le creature pel signor Gioberti? Non
negativo, il quale non è in Dio. Alle esistenze reali, che  sono  le creature, appartengono, come dice poco appresso, la
egli soggiunge che « « la concretezza e l' individualità  sono  il reale senza l' ente »(2) », cioè il reale diviso,
le idee, onde dice: « « L' astrattezza e la generalità  sono  l' ente senza il reale » », cioè l' ente dal quale è stato
cose create? Dalla concretezza e dalla generalità. E dove  sono  la concretezza e la generalità? Sono in Dio, il quale è
generalità. E dove sono la concretezza e la generalità?  Sono  in Dio, il quale è [...OMISSIS...] . Ma il concreto, il
in cui appartengono a Dio, perchè in Dio quelle nozioni  sono  unite coll' astratto, col generale, coll' universale; ed
nascano le creature si devono separare. Le creature dunque  sono  nozioni o idee che sono in Dio, ma che si devono separare
devono separare. Le creature dunque sono nozioni o idee che  sono  in Dio, ma che si devono separare dalle sue correlative,
si tornano a unire colle loro nozioni corrispondenti, che  sono  l' astrattezza, la generalità, l' universalità, in tal caso
l' Ente, cioè Dio. L' analisi adunque e la sintesi  sono  quelle che fanno uscire le creature da Dio, e che le fanno
oggetto è Dio, e vi cava il concreto ed il particolare che  sono  le esistenze reali, le creature: niente dunque produce dal
individuale e universale in un tempo » » le creature dunque  sono  diverse da Dio, come le proprietà divise per analisi sono
sono diverse da Dio, come le proprietà divise per analisi  sono  diverse dalle proprietà unite per sintesi: non v' ha qui
che il Gioberti riconosca che le creature e Dio non  sono  una sola sostanza, ma due sostanze veramente distinte; pure
nascono le creature. Ma la sostanza è ella unica, o  sono  più sostanze? Questo è quello che noi dobbiamo sapere. Ora
la frase è conciliabile col sistema, giacchè se le creature  sono  il concreto e il particolare che la riflessione ritrova in
tal supposto, lasciano a Dio tutta la sostanza e esse non  sono  che sue proprietà. Infatti il Gioberti dà il nome di
l' infinito e il finito, fra l' ente e l' esistente » »:  sono  parole del Gioberti. Questa immensa differenza nasce
cioè la creatura; non avremo noi che Iddio e la creatura  sono  l' essere stesso, la stessa sostanza? Ora udite le parole
finito, soggettivo, che s' immedesima collo spirito umano,  sono  nella SOSTANZA il medesimo oggetto, e differiscono nel
pone fra il centro universale che è Dio, e il circolo che  sono  le cose create. Parlando dunque egli dell' idea e del
contingente delle cose, le quali cose, per dirlo di nuovo,  sono  create in virtù delle operazioni della mente umana, che è
continua che tutti gli altri sistemi, eccetto questo suo,  sono  panteisti, la qual declamazione (d' altra parte non degna
fossero due, e tanto distinte fra loro e disparate, quanto  sono  distinti gli oggetti che fanno l' impronta. Non ve lo
suoi amici. Il signor Gioberti insegna che tutte le cose  sono  idee (1); che lo spirito nostro afferra non solo l' Ente
entrano a formare il primo ontologico, mentre gli altri non  sono  che logicamente derivati . E bene, questo ci appiana la
l' intelligenza e la vita »(1) ». Le creature adunque che  sono  ad un tempo cose ed idee, acquistano ad un tempo e collo
e della realtà divina nelle cose create, con che le cose  sono  create e diventano contingenti, reali ad un tempo ed
non poco a mantellare il panteismo, egli dichiara che non  sono  che distinzioni di semplici rispetti e di puri aspetti,
idea è una cosa, e viceversa. Or posciachè le cose create  sono  intelligibili, secondo lui, nella loro propria concretezza,
cose create consiste nella loro intelligibilità, ed elle  sono  idee (ciò che è lo stesso pel signor Gioberti che dire cose
lo stesso pel signor Gioberti che dire cose reali); e però  sono  intelligibili nella loro concretezza, perchè la loro
colla loro intelligibilità, onde coll' illustrarle  sono  create, e la loro intelligibilità è numericamente identica
da Dio, mediante l' atto creativo, e queste operazioni  sono  simultanee ed immanenti com' è l' atto creativo! Ancora un'
dice: [...OMISSIS...] . Or se gl' intelligibili assoluti  sono  le idee obbiettivamente considerate, ciascuna delle quali,
tuttavia, secondo il Gioberti, l' Ente egualmente le crea e  sono  essenzialmente distinte (1). Del resto voi non ignorate che
di questo suo nel quale ogni cosa è necessariamente Dio,  sono  tutti fracido panteismo. Andiamo avanti. Se ogni cosa è un'
obbiettivamente sia Dio, tuttavia dice ancora che le idee  sono  essenzialmente diverse l' una dall' altra, e che si creano
di mediatore tra le cose create e lo spirito, perchè  sono  esse stesse idee. Così c' insegna il Gioberti. In un luogo
così Iddio è la sostanza prima, e il suo atto contingente  sono  le sostanze seconde sostenute da quella, come l' atto è
creabile? Il creabile non è ancora il creato: il creabile  sono  le idee. Ma la menoma idea obbiettivamente è Dio stesso,
è Dio. Onde le esistenze, cioè le cose create, essendo Dio,  sono  intelligibili per sè stesse, nella loro concretezza, senza
bisogno di alcuna idea che loro serva di mediatore, poichè  sono  anch' esse idee, e però Iddii; e l' uomo conosce le cose
la dottrina del nostro Filosofo (4). Onde, le creature  sono  apprese come contingenti dalla riflessione, ma nell'
come contingenti dalla riflessione, ma nell' intuito  sono  idee, e perciò hanno la divina natura, e nella sostanza s'
divina, anzi Dio stesso; e mediante questa intelligibilità  sono  create, cioè sono sostanze, perchè è l' idea quella che le
stesso; e mediante questa intelligibilità sono create, cioè  sono  sostanze, perchè è l' idea quella che le crea. Tuttavia il
dalla prima di sostanza, ma solo di modo . Tali  sono  le sostanze seconde del signor Gioberti. Si può dunque
è creare? Creare è individualizzare l' idea generale. Che  sono  le creature? Le creature, ossia le esistenze contingenti,
creature? Le creature, ossia le esistenze contingenti, non  sono  che l' idea generale (l' Ente necessario, Iddio), che passa
è l' idea generale nella sua generalità, mentre le creature  sono  l' idea generale nella sua individuazione; onde l' idea
, le quali sappiamo aver le loro radici, perchè  sono  piante? In secondo luogo è pure notabile che il Gioberti
delle idee riflesse e del concreto dei sensibili, che  sono  come l' albero diviso in due tronchi, e quell' oggetto è l'
non fa maraviglia l' udire che, come le cose individue  sono  l' idea, ossia Dio trasformato, così l' idea, cioè Iddio,
intuire le esistenze create, senza intuire Iddio di cui  sono  l' attuazione? (perocchè Iddio in questa dottrina non è
E come intuire Iddio senza intuire le esistenze che  sono  il creato, di cui Iddio stesso è assai meglio l'
di vanissime ed insolenti dicerie, di stirate cavillazioni;  sono  sei anni che scrisse Vincenzo Gioberti, e non un solo
l' Ontologia, nè le scienze che l' accompagnano, le quali  sono  la Dinamiologia, l' Agatologia e la Cosmologia . E qui
ogni diritto non pur di dominio, ma ben anco di proprietà .  Sono  certissimo che l' egregio Gioberti non ne vuole le
(benchè s. Tommaso osservi che le forme e gli accidenti  sono  piuttosto concreati che creati, dicendosi le sole sostanze
laonde si possono distinguere sei specie di metodo, come si  sono  distinti sei uffici della mente verso la verità. Vi ha un
a separare ciò che è vero da ciò che è falso: questi  sono  i tre primi metodi che presiedono agli uffici della mente
destramente fa nascere ed apparire ai nostri sensi: questi  sono  i tre metodi, che presiedono agli uffici della mente verso
si colgono; il che deve essere invito a tutti quelli che  sono  da ciò, o hanno speranza di poter apprestar qualche aiuto
le regole speciali a cui soggiace il metodo espositivo, nè  sono  punto ignote. Ma sembra a noi, che non solo maggior
dire, con poca costanza ed efficacia; e incontanente che si  sono  ravvisate, s' abbandonino in cerca d' altre più nuove e più
perchè loro vien meno l' idea di mezzo, senza la quale  sono  come a chi manca un ponte da trapassare sopra un fiume o
del pensiero) e dagli oggetti a cui lo spirito pensa, che  sono  la condizione data allo spirito, acciocchè possa pensare;
chiamati rose7bengalesi; se non avvertendo: 1 che vi  sono  delle note simili in alcuni di quegli oggetti, onde avviene
onde avviene che si chiamano tutti rose7Adelaidi; 2 che vi  sono  delle altre note simili non solo in tutti quei primi
Conosciute che egli abbia le somiglianze amplissime, che  sono  fondamento alla classe delle piante in generale, egli deve
mentale, colla quale si avverte che due o più cose  sono  simili, è ella più semplice ovvero è più complicata di
di quella, colla quale si avverte che due o più cose  sono  tra lor differenti? - Ecco il quesito. A trovarne la
mia lezione e gli dico di più, che delle Adelaidi ce ne  sono  molte e gliele mostro nel giardino, egli allora è costretto
come le Saffo, hanno una denominazione comune, cioè  sono  rose7bengalesi . Acciocchè il mio fanciullo giunga a
tutto diversi, hanno delle note comuni, per le quali esse  sono  suscettibili di un nome comune. Questo è quanto dire, che
a riflettere, che i vocaboli Adelaide e Saffo non  sono  adoperati, com' egli si persuadeva, a significar questi
suo errore collo svelargli, che le due ultime varietà non  sono  rose7bengalesi , ma rose7damaschine , e col fargli
osservare che tanto le bengalesi , quanto le damaschine ,  sono  egualmente rose , sollevando così la sua mente a concepire
gli dico, fanciullo mio; quelli oggetti che voi vedete non  sono  rose , ma sono bensì de' rosacei . Povero fanciullo! egli
mio; quelli oggetti che voi vedete non sono rose , ma  sono  bensì de' rosacei . Povero fanciullo! egli deve ancora
ancora le rose: ignora per conseguente, che tutte le rose  sono  rosacei, ma non tutti i rosacei sono rose. Io devo dunque
che tutte le rose sono rosacei, ma non tutti i rosacei  sono  rose. Io devo dunque tornar da capo cominciando dall'
intenda finalmente che lo Spinalba , l' Azzeruolo e la rosa  sono  tre classi di rosacei . Ma in facendo questo
condurlo al chiaro concetto delle piante7fiori, come mi  sono  proposto; concetto più esteso che non quelli delle
che tanto i rosacei, quanto i gigli, come pure i gelsomini  sono  de' fiori, io gli emendo con questa denominazione comune a
al quale egli lega colla sua mente certe note comuni, che  sono  il fondamento delle sue classificazioni (1). Venendo ora al
egli si fa con que' soli tratti grossi per così dire, che  sono  a tutte le piante comuni. Fatto questo disegno a pochi e
la differenza tra le piante di adornamento e diletto, quali  sono  i fiori, e le fruttifere; egli non ha che a riprendere l'
che egli apprende. E tutti i concetti pe' quali egli passa  sono  giusti ed è un lavoro fatto che non deve più rifare nè
dare al medesimo. E circa questo modo o questa forma troppe  sono  le riflessioni successive che l' esperienza, e non il
e così va discorrendo. Egli anco s' accorge che vi  sono  piante d' ogni stagione, sicchè gli restano vuote le aiuole
e di note arcane che non possono essere intese se prima non  sono  scritte tutte, perocchè quella che è la chiave dell' altra,
s' arresterebbe, nè apprenderebbe mai cosa alcuna. I quali  sono  appunto i tre principali inconvenienti che nascono dall'
i buoni metodi fin qui inventati si riducono a lui, non  sono  che viste parziali di lui o mezzi da metterlo in atto, e
in atto, e tutti i metodi che al nostro si oppongono  sono  cattivi. La formola che esprime il metodo d' insegnamento
insieme le legano, di modo che queste pel tenero fanciullo  sono  perdute. Ma perchè ciò? - La ragione netta si trova nel
due cose singolari. I pensieri dunque delle cose singolari  sono  quelli che somministrano la materia necessaria al pensiero
delle relazioni che passano tra queste cose, e perciò  sono  d' un ordine anteriore. Ma avanti all' ordine delle
certamente: vi ha quello di semplici concezioni, le quali  sono  espresse da vocaboli isolati. Questo fu rivelato dall'
mentali ad un sol tratto, due operazioni che di loro natura  sono  successive e non possono essere contemporanee. L' una di
riescono le sentenze. L' una e l' altra osservazione non  sono  che casi particolari del principio nostro generale. Or,
l' esistenza di questi due principŒ originari nell' uomo  sono  principalmente volti gli scritti ideologici da me prima d'
mutano lo stato sensibile dello spirito. Questi stimoli  sono  le sensazioni accidentali. Le sensazioni accidentali sono
sono le sensazioni accidentali. Le sensazioni accidentali  sono  reali modificazioni del sentimento fondamentale, ma non
reali modificazioni del sentimento fondamentale, ma non  sono  intellezioni; e per ciò colle sole sensazioni non comincia
fa cessare e ad ogni modo soddisfa al bisogno. Qui non ci  sono  ancora oggetti: non ci sono che sensazioni che si
soddisfa al bisogno. Qui non ci sono ancora oggetti: non ci  sono  che sensazioni che si associano: è sempre un sentimento che
a se stesso degli oggetti. Ma questi oggetti cosa sono?  Sono  anch' essi gruppi di sensazioni? Eccoci entrati nella terza
esse, così nude e sole nel loro essere meramente reale, non  sono  peranco oggetto della mente, chè questa ancora non le
e percepire altro che enti. Ma se le sensazioni non  sono  enti, come possono adunque venir concepite? Le sensazioni
come possono adunque venir concepite? Le sensazioni non  sono  enti, ma sono certe attualità di enti. Analizzando le
adunque venir concepite? Le sensazioni non sono enti, ma  sono  certe attualità di enti. Analizzando le sensazioni, noi
l' ente a cui esse appartengono è il soggetto: esse  sono  atti7passivi di quell' ente. Considerate nel loro elemento
ente diverso dal soggetto (extra7soggettivo), di cui esse  sono  atti7attivi. L' intendimento adunque, il quale non
quello che forma l' oggetto delle prime intellezioni? Io  sono  stato gran tempo dubbioso in che modo risolvere questa
in che modo risolvere questa questione; ma finalmente mi  sono  persuaso che colle prime intellezioni l' uomo percepisce le
questa acquista un campo sempre maggiore, quanto maggiori  sono  le sensazioni, che le presentano la materia, ossia il
una forza sola; conciossiachè tutti gli oggetti veduti  sono  insieme nel suo occhio, formanti una sola tavola
imparò a riferire molte sensazioni di diversi sensi. Questi  sono  lavori distinti dello spirito, ma il loro effetto è sempre
percezioni e delle loro memorie e imaginarie riproduzioni,  sono  operazioni, che non eccedono ancora i confini del primo
. Questo passaggio è facilissimo; perocchè  sono  le percezioni atti dello spirito passaggeri, e però, tosto
percezione avuta. I quali due effetti della percezione  sono  per se diversi, e quantunque fin a tanto che coesistono
memorie delle percezioni (le imagini da sè sole prese non  sono  intellezioni, ma sensazioni interiori), le idee specifiche
dal primo riso del fanciullo. Nella prima età come non vi  sono  nel fanciullo che sentimenti e bisogni animali, così non vi
tra loro i cagnolini, i gatti, ecc.? Molti animali vi  sono  a mandre, a truppe, quasi famiglie e tribù e popoli. Tutto
che le sensazioni, che gli animali si cagionano tra loro,  sono  tali sensazioni, quali non possono avere da nessuno degli
che appartengono all' ordine dell' animalità, esse  sono  le seguenti: 1 l' istinto nascente dal bisogno di evitare
di questa maniera di volizioni, e molti quelli, che  sono  presti a negarcene l' esistenza; tuttavia noi siamo
non meno che saluberrimi dogmi della Chiesa Cattolica  sono  i seguenti: 1 GESU` Cristo salva gli uomini mediante una
pregano secondo lo spirito della Chiesa, e tali orazioni  sono  efficaci; 6 Dio ascolta sempre le preghiere ed accoglie le
ond' è che i sentimenti, le volizioni affettive de' bambini  sono  caldissimi e impetuosissimi, sono due: la prima si è, che
affettive de' bambini sono caldissimi e impetuosissimi,  sono  due: la prima si è, che gli oggetti di tali volizioni sono
sono due: la prima si è, che gli oggetti di tali volizioni  sono  semplici, onde la volontà tutta con quanto ha di forza si
e le volizioni prime ed ardenti, che dimostrano i bambini,  sono  facilmente rimutabili nelle contrarie: ma questo non prova,
passive ed attive, e averne un risultamento unico: tali  sono  i prodotti dell' istinto di simpatia, di quello d'
ordinato: egli sente ed opera moltissime cose, che per lui  sono  una cosa sola. Or egli è vero che anche le operazioni dell'
non si riferisce ad alcun oggetto, e quando le operazioni  sono  unificate, tutto è unificato. Ma l' ordine intellettivo non
de' loro oggetti; e questi nella seconda età del fanciullo  sono  del tutto slegati per se stessi; giacchè il fanciullo non
tutto; ma tutte queste prove e le percezioni che ne riceve  sono  tra loro slegate, disordinate. Il primo ufficio dunque
i primi passi ed a balbutire i primi suoni articolati, che  sono  segni d' una età nuova che gli spunta insieme col secondo
è un' epoca importante di tutta la sua vita: di questa età  sono  proprie le intellezioni di second' ordine. Prima di entrare
di second' ordine. Le intellezioni del second' ordine  sono  i rapporti che passano tra le intellezioni del primo
le intellezioni del primo ordine. Ma si noti bene, questi  sono  i rapporti primi e immediati, non già i rapporti de'
che il fanciullo si procaccia nella terza età,  sono  intellezioni di second' ordine; perocchè sebbene sia
che non ha quelle di prim' ordine; perocchè quelle non  sono  che il pensiero di queste. Che poi durante la terza età si
intellettiva nella prima età, abbiam detto, che non  sono  altro che i primi bisogni fisici i quali danno moto a tutta
susseguenti, gli oggetti conosciuti e gli atti, con cui si  sono  conosciuti. Ora sebbene questa materia sia data al nostro
riflessioni dello spirito sopra gli atti, co' quali si  sono  conosciuti. Insomma lo spirito riflette piuttosto sulle
la materia l' avessero già anche in età precedente.  Sono  adunque due gli sviluppi delle intellezioni umane. Alcune
e però non le forma. Quelle, a cui manca la materia ,  sono  del tutto impossibili a formarsi. Quelle, a cui manca lo
a formarsi. Quelle, a cui manca lo stimolo , non  sono  veramente impossibili, ma tuttavia non si formano per l'
Gli stimoli pure vengono dati successivamente, e  sono  quelli che rendono possibili in ciascun ordine quelle
che nella seconda età si sollevano nella umana mente,  sono  ancora di quelle di primo ordine. Lo stimolo e l' aiuto,
nel primo ordine, le quali cognizioni de' rapporti  sono  appunto le intellezioni di second' ordine. Noi dobbiamo
all' uomo de' sentimenti, e le voci, che questi producono,  sono  quelle, che formano la materia del linguaggio (1). Il
il bambino durante il breve tempo della sua seconda età.  Sono  stati i bisogni fisici, che trassero all' atto, come abbiam
gli vien comunicato dalla società (2). Queste intellezioni  sono  di due maniere. Alcune sono intellezioni di primo ordine,
(2). Queste intellezioni sono di due maniere. Alcune  sono  intellezioni di primo ordine, che il fanciullo prima d' ora
acciocchè questa si volgesse a formarsele. Altre  sono  intellezioni di second' ordine, che il fanciullo non potea
cognizione delle cose invisibili. Or poi le cose assenti  sono  in numero infinitamente maggiore delle presenti; e però
uno non è l' altro, e che ciò non ostante l' uno e l' altro  sono  cavalli, cioè hanno un che d' uguale, onde portano un egual
a significare idee imaginali. Perocchè le idee imaginali  sono  infinite; e differiscono l' una dall' altra per distinzioni
dir pervenuto all' operazione delle prime astrazioni, che  sono  intellezioni di second' ordine. Se sono presenti più
astrazioni, che sono intellezioni di second' ordine. Se  sono  presenti più cavalli e a ciascuno di essi dà il nome di
non si pone una speciale attenzione, ma si sa però che vi  sono  in generale e che vi devono essere, acciocchè l' oggetto
canità . La mancanza di questi nomi astratti dimostra che  sono  posteriori ai nomi comuni. Si può provare anche con altri
può provare anche con altri argomenti che i nomi astratti  sono  stati inventati dopo i comuni: un argomento è quello che
un' altra prova di ciò che affermiamo. Le lingue che usano  sono  un acconcio specchio dello sviluppo delle menti nei loro
per es., l' idea di ciò che è comune tra gli oggetti che  sono  denominati cani, allora egli non vede un solo di questi
e con un medesimo atto dello spirito. Elle non  sono  distinte, ma implicite. Quando lo spirito s' accorge,
le cose presenti può esservi il desiderio di goderle, se  sono  buone; ma io credo probabile che il desiderio di godere le
stimare col suo giudizio pratico che gli oggetti animali  sono  assai più degli oggetti non animali e preferir quegli a
che ogni qualvolta le sensazioni, le percezioni e le idee  sono  bene armoniate, ne risulta un miglioramento al fondo dell'
espressi colle interiezioni, le quali propriamente non  sono  segni. Le percezioni coi nomi propri, cogli avverbi di
participii e certe congiunzioni. I movimenti dell' animo  sono  indicati dalle inflessioni dei verbi, dalle preposizioni e
stendere ai verbi se non agl' infiniti ed ai participŒ che  sono  veri nomi che segnano i primi l' azione e i secondi l'
per le quali si dee condurre la mente del fanciullo. Vi  sono  molte astrazioni innominate. A queste non si deve pensar di
Ma tra gli astratti nominati dal linguaggio ve ne  sono  di varia maniera: alcuni sono astratti d' astratti: questi
nominati dal linguaggio ve ne sono di varia maniera: alcuni  sono  astratti d' astratti: questi non sono acconci alla mente
varia maniera: alcuni sono astratti d' astratti: questi non  sono  acconci alla mente del nostro fanciullo, che non è arrivata
Gli astratti adunque, a cui il nostro fanciullo arriva,  sono  quelli somministrati dalle cose sensibili. Ma le cose
dalle cose sensibili. Ma le cose sensibili stesse  sono  nominate con varŒ nomi comuni indicanti diverso grado di
a un maggior numero di oggetti, e però più frequentemente  sono  da loro uditi. - Ma riman sempre a domandare, perchè si
loro più facile l' usare gli specifici, che certamente  sono  più propri e più acconci al ben favellare? Egli è adunque
al ben favellare? Egli è adunque certo, che più le idee  sono  generali, più la mente umana le trova a sè conformi e
Ora i concetti, che delle cose si forma il fanciullo  sono  in se stessi giusti (sbagliando solo nell' applicar loro le
gli vogliamo insegnare. Il quale stimolo nel caso nostro  sono  i caratteri sensibili, e tra questi i più grossi e
e però formano quelli, che noi chiamiamo semi7astratti, che  sono  acconcissimi alle menti de' fanciulli. Tutta la
azione della natura e la sapienza dei suoi fini, e pochi  sono  quelli, che sentano intimamente con quanta religione quest'
infantile: eccone alcune che, quantunque già note, pur non  sono  mai abbastanza ripetute. 1 Non toccare il bambino, quando
più colle cose, che colle persone; giacchè quelle prime non  sono  indiscrete e non intervengono a mutare e alterare l' azione
sempre maggiore la parte positiva? In una parola quali  sono  i suoi confini nelle singole età? Ecco ciò che,
di codesti educatori nasce dalla loro ignoranza. Essi si  sono  fatte delle regole di operare, e pretendono, che il bambino
questi due effetti della ammirazione e della benevolenza  sono  meno distinti nel bambino che non paia. Infatti ciò che
un passo per giungere all' oggetto. Quindi gli affetti, che  sono  da essa diretti, ritengono ancor molto del primo foco,
idea non solo è divisa dagli oggetti sussistenti, come  sono  tutte le idee imaginali, ma essa differisce anche da
bene o del male non è adunque solamente universale, come  sono  tutte le idee imaginali; ma ell' ha anco dell' astratto in
i primi stimoli che tirano a sè l' attenzione del bambino  sono  gli esterni; verso gli esterni oggetti ella va sempre
stessi suoi piaceri, i suoi stessi dolori, che in quanto  sono  sentimenti esistono nel soggetto in quanto sono osservati e
in quanto sono sentimenti esistono nel soggetto in quanto  sono  osservati e percepiti dall' intendimento del bambino sono
sono osservati e percepiti dall' intendimento del bambino  sono  oggetti, sono qualità e proprietà degli enti reali che l'
e percepiti dall' intendimento del bambino sono oggetti,  sono  qualità e proprietà degli enti reali che l' intelletto suo
ridente d' un altro essere umano: questi e somiglianti  sono  gli elementi da cui trae quel concetto di bene, che dirige
Ma il bambino non fa tutto questo da se stesso: i concetti  sono  astrazioni e però egli se li forma coll' uso del linguaggio
persone. Indi le sue due facoltà del sentire e del credere  sono  poste in contradizione fra di loro, e non vi ha nulla che
le false regole del fanciullo non costituiscono immoralità,  sono  bensì una disposizione alla immoralità pel tempo avvenire.
è che odio, ovvero limite imposto alla benevolenza. Ora due  sono  gli uffizi dell' educatore relativamente alla benevolenza
ad apprendere la convenzionale e viceversa: le due lingue  sono  apprese insieme come una cosa sola (1). Quando i gesti e
conduca a riprodurre in sè quegli atteggiamenti stessi che  sono  dalla natura associati a quegli stessi affetti, sia che l'
tutto ciò, ma per lui i gesti e gli atteggiamenti gli  sono  de' veri segni che gli appalesano l' interno delle persone
livore, dell' odio, della malignità, della derisione ecc..  Sono  altrettante parole seduttrici, dove egli attinge una
dove egli attinge una ineffabile malizia. Dannosi  sono  parimenti al bambino i terrori e le paure incussegli o con
che tali voglie in lui non insorgano. Queste voglie non  sono  morali ma fisiche, ed è perciò appunto che sarebbe cosa
e per male quello che è ad esse contrario. Se dunque  sono  insorte le passioni nel bambino ed egli perciò non si trova
cose passa per vero inosservata; ma que' concetti intanto  sono  le regole dell' operar del bambino, e per conseguente egli
di falsità nell' intendimento e di traviamento nel cuore  sono  minuti come quello della senapa, ma crescono occultamente
culla nell' animalità e fino che rimangono in questa non  sono  più che disposizioni anti7morali, ben facilmente tirano a
della volontà, in vero odio si cangia. Ora questi accidenti  sono  da prevenire con diligenza nei bambini, perocchè eglino
questa potenza fino a tanto che rimangono lente e dissolute  sono  indifferenti all' uno ed all' altro oggetto e disposte ad
oggetto e disposte ad applicarsi a qualsiasi; ma tosto che  sono  richiamate ed applicate ad uno o ad una data periferia d'
avviene somigliantemente in essi rispetto alla volontà. Non  sono  i fanciulli come gli adulti: questi riserbano sempre
sussistenti. E in vero due forme comuni ad ogni ente  sono  l' idealità, principio dell' universalità, e la realità,
di poi si amano le belle qualità ancor più perchè  sono  in quella persona o cosa amata che se fossero tutt'
tuttavia finchè non eccedono la sfera del sentimento, non  sono  riprovevoli, ma più tosto in se sole considerate non hanno
per se stesse considerate: considerate però in quanto  sono  elementi di felicità, esse hanno un prezzo allor quando
l' amore di beneficenza e l' amore di gratitudine; i quali  sono  pure regolati dall' idea . L' amore di beneficenza è quello
intellezione di second' ordine, ma solamente che quelle  sono  da noi trascurate, perchè non osservabili ne' fanciulli
forza e di qualità. Come le intellezioni di second' ordine  sono  quelle che hanno per loro oggetto i rapporti delle
ordine (1); così parimenti le intellezioni del terz' ordine  sono  quelle che hanno per loro oggetto i rapporti che hanno le
delle intellezioni di primo ordine coi sentimenti che  sono  nell' uomo. Le intellezioni del terzo ordine essendo quelle
Ora poi, quanto agli oggetti conosciuti, questi o  sono  idee elementari (1) comuni a tutte le conoscenze, ovvero
idee elementari (1) comuni a tutte le conoscenze, ovvero  sono  conoscenze appartenenti all' una o all' altra delle tre
le operazioni, alle quali la mente sua si fa idonea,  sono  i giudizi sintetici (1). E veramente essendosi formato il
perchè nulla si giudica con essa: la sussistenza e l' idea  sono  cose eterogenee che si dividono da sè: lo spirito non fa
ordini d' intellezioni, i numeri dispari dei medesimi  sono  formati da altrettante file di giudizi sintetici, e i
da altrettante file di giudizi sintetici, e i numeri pari  sono  formati da altrettante file di giudizi analitici ». E che
arricchiscono la mente di sempre nuovi predicati che  sono  atti ad essere sintesizzati, cioè uniti ad altri soggetti.
si ravvisa nella scomposizione della materia, ond' è che  sono  vani gli sforzi di tutti quei logici che hanno voluto
ordine d' intellezioni, tuttavia certi suoi prodotti  sono  proprŒ del terzo, e innanzi questo non si potrebbero avere,
lavoro. Le prime astrazioni che si fanno dal bambino  sono  le qualità sensibili degli enti, cioè il buono sensibile,
sensibile, il male sensibile, ecc.. Queste qualità non  sono  finalmente che effetti prodotti dagli enti nella nostra
astratti delle azioni. [...OMISSIS...] Queste osservazioni  sono  piene di verità, e di sagacità non comune. I giudizi
intellezioni, come vedremo nelle sezioni seguenti. Or quali  sono  dunque gli oggetti, che l' uomo viene a conoscere colle
ma differiscono tra loro interamente (2): gli astratti  sono  il fondamento delle collezioni, ma non sono le collezioni.
gli astratti sono il fondamento delle collezioni, ma non  sono  le collezioni. Io non potrei avere l' idea collettiva d'
rispondente ad un' idea di cosa unica: anzi esse  sono  due impressioni semplici, l' una più variegata dell' altra,
la ha sappia che cosa sia unità; 2 che sappia che più unità  sono  insieme adunate nello stesso spazio; per restringerci ora a
ora a questa specie di collezioni, come quelle, che  sono  più facili. Questa seconda notizia ne racchiude poi un'
arriva dopo qualche tempo ad accorgersi, che i due oggetti  sono  l' oggetto stesso ripetuto. Il fare coll' intendimento il
il giudizio seguente: « Questi oggetti, che io vedo  sono  due », è un' operazione complicata. Noi possiamo
sia giunto ancora a formare il giudizio: « Questi oggetti  sono  due ». Conciossiachè la qualità comune, che restò nella
che abbiam fatto per ispiegare la concezione del due.  Sono  sempre necessarie le parole, che fissino nella mente il
costretta a salire per tanti ordini d' intellezioni, quanti  sono  i numeri di cui ella giunge a formarsi una distinta idea. E
antichissime si applica, il più, a quegli oggetti che  sono  due in natura come gli occhi, le labbra, le mani, i piedi,
delle operazioni intellettive del fanciullo in questa età  sono  i primi principŒ definiti che acquista la sua mente, de'
questo mio giudizio. Ciò conosciuto, apparisce che vi  sono  altrettanti principŒ quante idee (2): e che l' essere più
E veramente nel primo ordine d' intellezioni non ci  sono  che percezioni e idee imaginali. Le percezioni non possono
bisogno di quelle idee per loro regola, quando anzi esse  sono  il loro effetto. Il second' ordine poi somministra delle
colle quali si eleva al terz' ordine. Ora, questi principŒ  sono  definiti, perocchè le idee astratte e semi7astratte, che il
esseri; ma servono solo a riconoscere tutti quegli enti che  sono  cibi, tutti quelli che sono cani, ecc. (1). Quelle idee
tutti quegli enti che sono cibi, tutti quelli che  sono  cani, ecc. (1). Quelle idee adunque diventano principŒ più
che noi vogliamo ora fare nel terzo di questi ordini. Quali  sono  dunque le regole morali del bambino giunto al terz' ordine
adunque pel nostro bambino al terz' ordine d' intellezioni  sono  le seguenti: Ciò che è conforme alla mia ammirazione è
o lo dirigano rettamente. E in vero se queste regole  sono  le sopra accennate « Ciò che è conforme alla mia
è male ecc. »; egli è evidente che queste regole  sono  vere o false, rette o torte, secondochè la benevolenza e l'
fino i più capricciosi ed inesplicabili; conciossiachè esse  sono  i soli fanali che mandano nell' animo suo quella luce
le sue azioni appartengono alla spontaneità . Mirabili  sono  le leggi, colle quali opera la spontaneità sia meramente
Io ho mostrato che le leggi principali della spontaneità  sono  due: 1 l' aver ella bisogno di uno stimolo, acciocchè venga
che eccitano e dirigono l' attività intellettiva (2)  sono  le percezioni, ciascuna delle quali è indipendente dall'
si muove anco dietro gli astratti. Questi primi astratti  sono  tra loro divisi; e però anche l' attività riesce sconnessa,
conciossiachè i principŒ secondo i quali ella opera  sono  infiniti, cioè altrettanti quante le idee che vengono da
che ottimamente presiedono ad una attività unita, ma che  sono  inutili ed inapplicabili ad un essere che non ha un'
e salubre all' animale, e i movimenti ch' egli fa non  sono  certo diretti da alcun principio di ragione, che in lui non
quasi tendano a far ridere. Tuttavia per l' animale non  sono  già scherzi più quelli che il prender cibo: tutto ciò che
poi che consistono in abbattimenti di casi sempre nuovi non  sono  conosciuti dalle bestie; essi sono proprŒ del solo uomo, il
di casi sempre nuovi non sono conosciuti dalle bestie; essi  sono  proprŒ del solo uomo, il quale vi trova il diletto di
di ubbidienza . L' una e l' altra di queste due forme  sono  l' effetto della benevolenza e dell' ammirazione del
che si manifestano nell' ordine dell' animalità,  sono  comuni anche all' ordine dell' intelligenza; di maniera che
comuni ai due principŒ, il sensitivo e l' intellettivo,  sono  quelle che mirabilmente si legano tra loro; e fanno sì che
conformità di opinioni, per la quale uniformità due menti  sono  unite in una sentenza, e conformità di voleri, per la quale
sentenza, e conformità di voleri, per la quale due cuori  sono  uniti nel medesimo voto, hanno il medesimo bene, il
gli effetti che in lui naturalmente si manifestano  sono  i sentimenti della stima e dell' amore ». Questa è la prima
o tra quelle di questo medesimo ordine a cui è già salito,  sono  vocaboli del tutto perduti, inintelligibili al fanciullo, e
più malagevole l' intelligenza di quei vocaboli, che pur  sono  alla sua portata. Noi abbiamo veduto che al second' ordine
alle prime intellezioni degli ordini precedenti che  sono  già nella mente del fanciullo. Conviene che il fanciullo in
consonanti divise dalle vocali abbiano un suono. Esse non  sono  suoni, ma cominciamenti o finimenti di suoni (1), i quali
gli si deve pronunciare prima i e poi bi, e domandargli se  sono  lo stesso suono. Egli risponderà che bi è un suono diverso
del numero che gli si vuol far apprendere. Altri esercizi  sono  indicati nel « Manuale » per le scuole infantili (1). A
facilita ai bambini la lettura. Nondimeno io mi  sono  ingegnato di mettere insieme un sì fatto alfabeto ad uso
onde i più non vedono moralità nell' età prime, si è perchè  sono  adulti quelli che ve la cercano, e vi cercano la moralità
pur voluto dire il meglio del mondo delle care creature che  sono  i bimbi: [...OMISSIS...] . In fatti certi atti del bambino
il suo operare è sempre oggettivo: ma questi oggetti  sono  composti, come d' un loro elemento, di piaceri e dolori che
delle malevolenze, rimozione de' limiti alla benevolenza  sono  i quattro scopi che si dee prefiggere la resistenza e il
Passando adunque noi senza più al quart' ordine, quali  sono  esse le intellezioni di quest' ordine? Troppo lungo sarebbe
al quart' ordine. I giudizi analitici al second' ordine  sono  delle pure astrazioni ; ma i giudizi analitici al quart'
pure astrazioni ; ma i giudizi analitici al quart' ordine  sono  delle scomposizioni elementari . La differenza tra queste
io avendo presenti e le qualità astratte e gli enti stessi  sono  in caso di confrontare le une cogli altri e conoscere col
a degli enti creatisi con essa delle attività che o non  sono  comprese nel loro concetto o se sono, sono però anco
che o non sono comprese nel loro concetto o se sono,  sono  però anco distinte da essi nella loro mentale esistenza.
animale; 2 il principio spirituale. Questi due principŒ  sono  però connessi in modo che il primo è legato al secondo, e
è l' uomo , ma non è ancora l' IO. I due principŒ indicati  sono  due sentimenti, e perciò l' uomo non manca mai di
in un sentimento sostanziale, il quale sentimento è egli.  Sono  dunque uniti il sentimento sostanziale e l' essere che
del suo sentimento sostanziale, ma nulla più. Le azioni sue  sono  esterne, cadono sotto i suoi sensi, come le azioni degli
Egli conosce adunque le proprie azioni prima di sapere che  sono  sue proprie, prima di riferirle a se stesso col suo
che lo costituisce, a differenza di certe altre che non  sono  da quel sentimento prodotte. La prima adunque ed elementare
infanzia delle nazioni, se si osserva che quanto le lingue  sono  più antiche, tanto meno gli uomini introdotti a parlare
osservazioni, io assai volentieri accolgo le altrui quando  sono  dalle mie confermate, perocchè adducendo io l' altrui
poter nè sapere ne comunicare altrui le cose. A me stesso  sono  rimaste più memorie della mia infanzia che provano quanto
stessa. Ma quando la mia opinione è già chiusa, quando  sono  venuto in una persuasione assoluta e non provvisoria (1)
questo istante, ella è cosa impossibile; giacchè infinite  sono  le circostanze minutissime che influiscono nell' umana
in filosofia razionale, ma nè pure in fisica; massime se  sono  chiusi in piccola società, e variino poco le cose che li
si è formato da prima. Le opinioni già formate, quanto più  sono  indurite e quanto più sono ristrette, portano un'
opinioni già formate, quanto più sono indurite e quanto più  sono  ristrette, portano un' incredulità maggiore. Vi ha dunque
pena oltremodo a credere certe cose del tutto vere, che  sono  credute dai dotti: l' incredulità dunque del rozzo è sotto
produr possano fenomeni i più straordinarŒ, i quali non si  sono  mai veduti avvenire »? Questi sono pienamente ritornati
i quali non si sono mai veduti avvenire »? Questi  sono  pienamente ritornati colla lor scienza alla credulità
misurandolo da quelle regole di possibilità che si  sono  formati a loro arbitrio (1). Fino a tanto che il bambino si
tra quelle cose piacevoli e dolorose o tra quelle che  sono  più o meno piacevoli, ma in tutto questo combattimento non
ammirazione: come la sua benevolenza e la sua ammirazione  sono  la misura e la regola delle sue azioni. Ma tostochè egli
formole dico, o sieno i principŒ morali del quart' ordine,  sono  i seguenti: Primo. Si dee preferire l' accordo della
dunque dall' osservare che: Le volizioni appreziative  sono  quelle, che nascono dal paragone di due oggetti buoni o
affettuosa interprete delle più nobili concezioni, che già  sono  entrate nell' animo suo, ma che ancor vi sono intirizzite e
che già sono entrate nell' animo suo, ma che ancor vi  sono  intirizzite e per così dire senza calore. Ma qual mai
è veramente un insegnare a parlare, se si fa bene. Vi  sono  delle idee, de' pensieri che sebbene alla portata della
proprio d' un ordine d' intellezione e non d' un altro. Vi  sono  delle costruzioni difficili a' fanciulli; e perchè mai sono
sono delle costruzioni difficili a' fanciulli; e perchè mai  sono  difficili? Perchè appartengono ad un ordine d' idee
di lettura e di scritto. Le parole pronunciate, le lingue  sono  segni delle idee; le parole scritte, le scritture sono
sono segni delle idee; le parole scritte, le scritture  sono  segni delle parole (1). La scrittura adunque appartiene
più ordini nelle varie sue parti, e che i verbi, che ne  sono  parte sì principale, non s' intendono che col terz' ordine.
unità de' pensieri un' importanza morale. Queste tre cose  sono  ben diverse tra loro, ed è necessario notarne accuratamente
associazione consiste fra delle sensazioni animali, quali  sono  le imagini della persona, dei suoi discorsi ecc. e delle
persona, dei suoi discorsi ecc. e delle intellezioni, quali  sono  le idee che formano quella dimostrazione: l' unione dei due
ordine delle cose reali, l' altra in quello delle ideali:  sono  cioè separate da una distinzione categorica. Non così
i più rilevanti e poscia i meno. Come uno è l' essere e tre  sono  le categorie , così vi ha pure un' unità suprema nelle
intelligenza o superna ragione, allora solamente in Dio  sono  distinte le tre forme del suo essere: la morale, l' ideale
ciascuna sua età dalle categorie dell' essere, come queste  sono  tre, così tre sono i principŒ d' ordine e di unificazione.
categorie dell' essere, come queste sono tre, così tre  sono  i principŒ d' ordine e di unificazione. Cominciamo dall'
come sussistenti e come agenti. Quanto alla sussistenza,  sono  gli elementi materiali che si debbono far trovare al
e istitutori del fanciullo! Quanto debbano questi, se  sono  savŒ, misurar tutte le loro parole, per non introdurre
relativamente alla formazione della coscienza del bambino  sono  gravissimi e difficilissimi ad adempirsi: di questo
della materna tenerezza, lungi dal nuocere al fanciullo,  sono  quelli che gli parlano, lo educano da principio,
dati estrinseci, su' quali giudica il fanciullo; e questi  sono  i due seguenti: 1 Il fanciullo giudicherà bone le cose che
giudicherà bone le cose che gli vengono comandate e che  sono  l' espressione della volontà della madre in generale o
colla sua spontaneità naturale; 2 Se le cose comandate  sono  indifferenti alla sua spontaneità naturale, cioè nè
dell' ente che da lui vuole quelle cose, se queste a lui  sono  moleste, da prima egli tuttavia ha la persuasione di dover
dal principio che « le intellezioni di un dato ordine  sono  i rapporti, che trova la mente fra le intellezioni degli
aver presente che le intellezioni di un dato ordine non  sono  egualmente facili a formarsi, nè si formano tutte ad una
talora egli le fa espressamente e spiegatamente ed allora  sono  facili ad osservarsi: costituiscono la forma specifica
solo gli si rende necessario mezzo a conoscere, che due  sono  le parti, gli elementi onde risulta il soggetto e non uno:
analitici, che fa lo spirito umano al quint' ordine,  sono  di seconda specie od anco di prima. La materia di questa
agente. Noi abbiamo veduto che gli astratti di azioni non  sono  ancora formati prima del terz' ordine; anzi non si possono
stesso dicasi delle proposizioni, nelle quali le due parti  sono  formate dal sì e dal no (principio di contraddizione). Che
di tali collezioni: quelle che risultano da tre oggetti gli  sono  già facili, e le concepisce distintamente. Ma in quanto al
tosto dopo ne nota delle altre, e quest' altre differenze  sono  la base di collezioni diverse ch' egli va facendo: una
ieri diviso dall' oggi pel tramonto del sole o pel sonno,  sono  i primi passati determinati ch' egli conosca. Laonde non
le azioni di questo principio nel passato e nel presente  sono  diverse. L' IDENTITA` dell' IO nel mezzo della varietà
e la spontaneità che si lascia movere senza resistere,  sono  possenti aiuti all' adempimento del suo dovere morale, e
della sinderesi , perchè nasce da' principŒ morali, che  sono  in noi, da noi violati; il secondo rimorso della coscienza
principŒ morali anteriori a questo della coscienza. Quali  sono  adunque i principŒ morali al quint' ordine? Qual è a questo
che una morale obbligazione. Ora ciò che noi cerchiamo  sono  le formole, i principŒ morali proprŒ di questa età. A fine
varia si è l' applicazione di questa regola. Ciò che varia  sono  i mezzi a disposizione del fanciullo, coi quali egli misura
se i ristringimenti di quella naturale benevolenza  sono  degenerati in gelosia, invidia, malevolenza ed altre ree
malevolenza ed altre ree affezioni; se tutte queste non  sono  mere sensioni, ma vere volizioni, egli è entrato già nell'
essenziale. Gli effetti benefici di quell' intelligenza non  sono  gli amati e gli apprezzati; ma sono solamente parte dei
quell' intelligenza non sono gli amati e gli apprezzati; ma  sono  solamente parte dei dati, sui quali apprezza ed ama l'
che ciò, che si fa oggetto della stima morale, non  sono  gli effetti della bontà, ma la causa di questi effetti; la
dee prima determinare i gradi « di dignità »di cui  sono  forniti gli esseri intellettivi da lui conosciuti. Ora,
buono, bello ecc., bontà e bellezza ecc.. Questi astratti  sono  necessarii a poter giungere a formare tra due o più enti un
enti reali. Nel primo stadio gli elementi dell' atto morale  sono  due soli: 1 quegli, che opera il bene e il male; 2 e l'
- Nel secondo stadio tutti e tre gli elementi della morale  sono  a pieno sviluppati e distinti: 1 vi è, chi opera il bene o
era destinata in quell' età, in cui le sue norme di operare  sono  ancora concrete? Sarebbe un adulare vanamente l' umana
le norme astratte, sia più facile di quella, le cui norme  sono  concrete. Di tanto è più difficile all' uomo l' esser buono
« riconosci praticamente gli esseri morali per quello che  sono  »(rispetto a te). La seconda forma avea per oggetto la
stesse ». Le tre forme della morale da noi qui accennate  sono  quelle che sogliam dire le tre categorie della morale:
seconda l' essere morale, la terza l' essere ideale: questi  sono  i tre modi, ne' quali l' essere sussiste. Il fanciullo
dire tutta la morale; perocchè tutte le forme di questa si  sono  a lui disvelate. Chi poi bramasse intendere qualche cosa di
tempeste delle tentazioni: tutti gli attributi di Dio vi  sono  compresi, la potenza, la sapienza, la giustizia, la bontà,
ragioni. Le sensazioni che riceve il bambino alla giornata  sono  ancor poche ed uniformi. Queste si risuscitano bensì nella
il Settentrione hanno le loro favole: a tutte le storie  sono  preceduti i poeti. Questo periodo mitico è più o meno
di tali popoli manchin le forze; ma queste forze  sono  legate del tutto. Perocchè la potenza d' imaginare non può
i gradi, l' ordine intimo, le forme di quest' essere, che  sono  appunto l' essenza delle cose limitate, di cibarsene come
che porta l' anima intelligente a contemplar le cose, come  sono  in se stesse, non come sono nel mondo reale, moltissimi
a contemplar le cose, come sono in se stesse, non come  sono  nel mondo reale, moltissimi fenomeni dell' umana vita
de' suoni, che formano una lingua, segnano le cose come  sono  nella loro natura e non nella loro sussistenza. Or come
dicano innanzi, che i gesti, che adoperano con esso loro,  sono  de' segni: questo sempre viene presupposto, questo lo sanno
quei beni reali, che gli posson dare diletto. Due adunque  sono  i mobili dell' istinto umano: l' uno ci porta verso l'
libera del fanciullo: le imagini e i sentimenti di paura  sono  delle realità, e le realità muovono la persuasione,
degli errori nella mente infantile, tuttavia essi non  sono  ancora quella classe di errori che noi vogliamo qui
stessi correggendo di mano in mano che cresce l' età, non  sono  degli errori funesti alla morale bontà. Gli errori funesti
la verità e non per le illusioni. Alle illusioni adunque  sono  cacciati dall' azione d' incitamenti esterni. Ma alle
abusi delle cose pure reali. Poveri fanciulli! Tutti  sono  falsati i loro pensieri, i loro giudizi, i loro affetti, le
e civili avvi una cotale idolatria; perocchè dovunque  sono  delle eccedenti passioni, queste non finiscono di reclamare
che opera colle leggi della sua spontaneità: queste leggi  sono  inerenti alla sua natura, si consideri essa nello stato d'
parola appartiene al mio sentimento sostanziale (ciò che  sono  io stesso), debbo anco avere la coscienza mia propria per
della varietà de' tempi e dell' identità di se stesso  sono  relative, e vanno perciò innanzi di pari passo.
un solo fatto, ed il fanciullo giudica degli altri, che  sono  boni o che sono cattivi: di sè non giudica nulla di
ed il fanciullo giudica degli altri, che sono boni o che  sono  cattivi: di sè non giudica nulla di stabile, ma soltanto al
alla quale voi dobbiate ubbidire. Le leggi umane non  sono  valide e buone se non in quanto vi si uniformano,
in quanto vi si uniformano, spiegandola ed applicandola:  sono  tristi ogni qualvolta la contradicono o se ne discostano:
hanno pronunziato la parola: legge, doveri; e le risposte  sono  anch'oggi diverse. Gli uni hanno risposto mostrando un
a tutti e due. I nostri mali, chi ben li considera, non  sono  mali, ma beni. Ah! per chi ama Iddio, come noi procuriamo
noi procuriamo di fare, i mali di questa vita altro non  sono  che grazie. Oh! quanti debiti scontiamo a questo mondo con
non tutto in una volta; e quanto rari e pochi esempi non  sono  quelli in cui Iddio ha tutto in un tratto cavate altrui le
se non per quelli che si amano? Coloro che non  sono  reputati degni di qualche amore e stima, si trascurano, si
scritto, Ella vede, con tutta confidenza e alla buona, come  sono  solito cogli amici; se ella ha da lagnarsi, si lagni con se
ho trovato (e qual maraviglia!) grandissima difficoltà, e  sono  stato recato a non pochi riflessi intorno a simile affare.
senza assistenza di cooperatori, nella nostra Diocesi,  sono  moltissimi. Quindi si fa conto d' ogni prete, ognuno s'
aiuti ai Parroci ed ai Curati nella cura delle anime! Io  sono  vivamente tocco da questo pensiero, sebbene molte
si ravvicinino e santamente si agguaglino, quanto più  sono  i titoli esteriori che trova il mondo da differenziarli. Io
chiamerò con maggior gusto, egregio amico, che anche qui ci  sono  dei buoni cristiani e zelanti; anzi di questi ne abbiamo da
parimenti ignoro che è proprio solo di quelli che appunto  sono  fuori della Chiesa, sono staccati dalla vera unità, il
proprio solo di quelli che appunto sono fuori della Chiesa,  sono  staccati dalla vera unità, il declamare eccessivamente
come diceva, che sempre la Chiesa è santa, e che a Dio solo  sono  noti gli infiniti ornamenti di cui tuttora a' suoi occhi
de' fratelli carissimi, degli amici fervorosi, co' quali  sono  uniti intimamente in Dio, anche prima di conoscersi. Oh
idea non mi sembra impossibile oggidì, colla facilità a cui  sono  ridotte le comunicazioni vicendevoli e, per la qualità de'
e cooperiamo altresì, acciocchè venga fatta tal cosa. Io mi  sono  aperto con chi mi ha prevenuto: io non credo di avere fatto
estendere i pensieri da Lei sparsi nella sua pregiatissima.  Sono  entrato nelle sue idee? Ho interpretato con verità i pii
cattolici? Se l' ho fatto con troppa diffusione, o se mi  sono  troppo avanzato in una materia sì bella, Ella e tutta la
giovare. Il tenore della mia vita e le molte brighe da cui  sono  distratto, e per cui Dio sa quanto stretto conto dovrò
umano, e degli avversari che si vogliono combattere. Io  sono  bensì persuaso che vi siano molte classi diverse di uomini,
un francese: un seguace di Kant, e un seguace di Voltaire  sono  contrari nel loro pensare, come la terra e la luna. A cui
dei libricciuoli brevi, ma calzanti ed eloquenti; a cui  sono  più utili delle opere grandi e sistematiche. Malgrado di
dolcezza, e una cotale amicizia: queste cose ed altre tali  sono  bisognevoli, io credo, in tutte l' opere che dirizzare si
quali anche la composizione di qualche libro, in cui già mi  sono  inviluppato, mi tolgono la possibilità d' imprendere quei
è instituita, di cominciare a fare anch' io così; al che mi  sono  offerito, e mi offerisco. Per altro Iddio certo benedirà le
e soavissimi, di cui mi dice Ella di godere molte volte!  Sono  tali i piaceri che nascono dalle opere cristiane, che nè
io contribuire all' opera con qualche somma. Adesso però  sono  nella impossibilità di ciò fare, nè voglio tacere a lei la
de' cristiani gusti il succo, per dir così, di cui  sono  pieni gli uffici e le preghiere della santa Chiesa,
e le preghiere della santa Chiesa, principalmente perchè  sono  latine, e perciò dalla maggior parte non intese: ma non mi
dirò così, originali: perchè le pubbliche preci  sono  dotte, e di solito quanto sono più antiche più dotte.
perchè le pubbliche preci sono dotte, e di solito quanto  sono  più antiche più dotte. Gioverebbe anche questo studio di
universalmente riprodurre nella Chiesa; perchè i cristiani  sono  più materiali e più languidi di un tempo, e perciò più
in alcuni libri le sue preghiere e divozioni, e questi  sono  specialmente il Messale, il Breviario, il Martirologio. In
e di affetti tenerissimi. Ma per il comune degli uomini  sono  divenuti quasi troppo sublimi e difficili. Le ragioni di
difficile, si cercarono delle altre divozioni, le quali  sono  state buonissime ed hanno supplito al bisogno di que'
e diverse dalle divozioni pubbliche della santa Chiesa,  sono  però un bene minore per quelli che potrebbero usare, col
Pur troppo i cattivi, sempre in dissenzione fra loro,  sono  sempre, come Ella diceva, uniti contro de' buoni, perchè «
[...OMISSIS...] 1.25 Ho ricevuto la cara vostra,  sono  già molti giorni; ma fino ad ora non mi è mai riuscito di
la Domenica, ma conoscendo i cristiani che tutti i giorni  sono  santi, e che pel cristiano bisognava vacare sempre da tutte
distinguere le feste mobili e le stabili. Le mobili  sono  quelle che si tengono in una certa relazione o distanza
non essendo sostanziali le feste di que' Santi che non  sono  congiunte strettamente coi santi misteri. Laonde anche le
modo onde si succedono le parti del divino Officio, mentre  sono  alcuni giorni, che già voi non solo le conoscete, ma ben
canta il divino Officio, ma tutte l' età della Chiesa  sono  concorse a comporlo; poichè in esso ha posta mano Mosè,
mutato pensiero circa la società di laici da me proposta:  sono  venuto al tutto nella sua opinione: giova che sia
, dal quale ricevono l' ordine della Carità . Non  sono  adunque stabiliti peculiari uffici a tutta la
stabiliti peculiari uffici a tutta la Congregazione, non  sono  limitati a nulla. Quello che la Congregazione ha per
persone idonee all' ufficio; ed, in caso che le abbiano,  sono  obbligati di darle. Le Regole determinano quali uffici di
ambizione, è apparita già in innumerevoli servi di Dio che  sono  vivuti nella dignità coll' esterno della loro vita, e nella
si trova astretto; e come gli altri ecclesiastici che  sono  in cura di anime abbiano un atto anch' essi di più perfetta
possa dire che abbiano uno stato più perfetto, perchè non  sono  astretti al pastorale ministero perpetuamente. Nel
Nell' abbozzo da me posto ne' quattro articoli non  sono  comprese naturalmente quelle precauzioni, da cui tutto
richieggono persone ben munite contro tutti i pericoli: non  sono  i tempi da fuggire, ma piuttosto da combattere. Se si può
Ma se queste dignità vi debbono essere, se queste dignità  sono  così necessarie che senz' esse non ci sarebbe nè pur la
di fatto. Conosco qualche casa di eccellenti religiosi, che  sono  molto adoperati nel dare esercizi a parrochi, nell'
assai di rado conoscono le cose come stanno, assai di rado  sono  bastevolmente dotti; per se stessi intendo bene che basta
spetta il corpo de' Superiori della Congregazione, i quali  sono  incaricati di custodire l' interiore disciplina e governo e
Cristiana Carità. Questi offici del ministero ecclesiastico  sono  preferiti a tutti gli altri dai Superiori di questa
Gesù Cristo loro Redentore e Sacerdote alla cui imitazione  sono  consacrati; e perchè la Congregazione di questi Sacerdoti
ossia della Chiesa di Gesù Cristo. Questi vincoli  sono  le potestà ecclesiastiche, e principalmente il Papa, i
debba essere inclinato a dare prevalenza a quelli che  sono  rivolti ad avere cura dei poverelli di Gesù Cristo,
un vero tesoro. Da qualche tempo mi trovo a Milano, dove mi  sono  recato principalmente per attendere con un po' di quiete
sa quanto è facile che intervengano frequenti disturbi. Qui  sono  lontano da tutte le cure, si può dire, e parmi di fare
questo che in altre opere. Della religione de' Milanesi io  sono  molto contento, e La assicuro che ci trovo delle anime al
famiglie ancora della città. Di tutte le città dove mi  sono  fermato qualche tempo sufficiente per portarne giudizio,
religione sì come in questa. I due estremi della società  sono  eccellenti; e se c' è del male (perchè Ella sa che dovunque
come vi sieno talora degli uomini che esternamente  sono  devoti, e tuttavia commettono dei gravi disordini, vogliono
inferirne che dunque tutti gli aiuti esteriori della pietà  sono  più dannosi che utili, cadono in un deplorabile errore.
se la religione stessa non è perfetta e spirituale, come  sono  tutte le religioni fuori della nostra, in questo caso le
più volte in Italia, ci abbattiamo in alcune persone, che  sono  profondamente cristiane, che uniscono nel loro spirito
queste cose ed esaminando da vicino la cosa, mi  sono  convinto che veramente l' Italia in generale è una terra
e raunarle insieme e affinarle come fossero presenti. Mi  sono  compiaciuto in questi giorni leggendo una bell' opera di
momenti di tempo che abbiamo perduto per l' eternità e che  sono  irreparabili. Ben questa maestra mi fa capire quanto
Io v' amo, e l' amore mi dà questo diritto. Da sei mesi  sono  a Milano. Quanto mi lega il cuore la memoria del gran S.
perchè è quella che dispone a fare bene le operazioni che  sono  nostre; la virtù in somma, dalla quale sola può avvenire
lasciare l' orgoglio de' filosofi greci e di altre nazioni,  sono  stati resi infelici dai loro talenti; 3 Gesù Cristo non
, che l' ingegno. Quindi anche al mondo i grandi ingegni  sono  stimati come pericolosi, e hanno di solito molti nemici:
hanno di solito molti nemici: quelli che hanno un bel cuore  sono  amati da tutti. Satisfatto così alle vostre domande, chiudo
per particolare intenzione dell' Instituto in discorso, non  sono  considerati che come aiuti a fare bene gli obblighi che
quando le loro forze, secondo il giudizio de' superiori,  sono  a quell' incarico proporzionate. In tal modo i Sacerdoti
proporzionate. In tal modo i Sacerdoti della Carità  sono  nella stessa condizione in cui si ritrova qualunque fedele
egli non ha verun limite, e tutte le buone opere gli  sono  possibili: ma tuttavia procede con giudizio nello
di orazione, di studio; le mansioni della vita attiva non  sono  per essa, dirò così, che accidentali o almeno
riguarda già questo discorso i delinquenti e perversi (che  sono  una irregolarità d' altro genere) ma bensì i membri che si
Signore. Allora siamo entrati nel nostro talamo . Oh quanto  sono  dolci le caste rose, di cui tutto è cosperso! oh quanto è
divise che stamperei di mille baci; queste divise che  sono  pur quelle, se mi è lecito tanto dire, de' pretoriani di
attentamente ascoltarne le voci e seguirle con fedeltà.  Sono  chiamato ad altro, come diceva, ma sono pur chiamato alla
con fedeltà. Sono chiamato ad altro, come diceva, ma  sono  pur chiamato alla Religione. Essendo voi di Ignazio, non
ai superiori. Questi casi del resto, come dicevo,  sono  assai rari, ed è quasi sempre il nostro amor proprio quello
in omnibus viis tuis »; ed è pure ciò di tutti quelli che  sono  una cosa con Cristo, o sia che in lui pienamente confidano.
sotto Superiori eccessivi; ma questi, ripetiamolo, non  sono  da temere per la misericordia del Signore: e, se anche
prova della volontà del Signore. Come v' ho scritto, io  sono  già pronto. Non è però che all' istante ci possiamo unire.
Debbono ancora precedere più cose, e le due principali  sono  queste. Prima, che proviamo ancora un poco il nostro
paragrafo 12 presenta, e che voi avete molto bene rilevate,  sono  principalmente due: 1 Il male che ne verrebbe se il
disordine s' impedisce, mediante tutte quelle regole che  sono  rivolte a fare amare l' instituto, ad ottenere il qual fine
l' amore che il pastore porta alle sue pecore, che  sono  le pecore dell' ovile di Gesù Cristo, è la regola secondo
religiose debbono essere tutte serve della Chiesa; fino che  sono  tali, cessano d' essere l' opera dell' uomo, e sono l'
che sono tali, cessano d' essere l' opera dell' uomo, e  sono  l' opera di Dio, cioè di Cristo autore della Chiesa. Questa
piace. Che risulta da questo spirito, mio caro amico? Quali  sono  le massime della nostra condotta? Eccole: 1 Che noi non
nel Signore. Attendete con piena pace all' opera. Io  sono  impaziente di essere con voi. Quanto è buono il Signore!
la conoscenza de' suoi figliuoli. Quei pochi momenti che mi  sono  potuto trattenere con essi, li ho goduti pei buoni loro
che non ci vale la possa a sollevare una paglia: giacchè  sono  veramente una paglia que' nostri esercizi, e meno ancora,
del Signore che mi perdonerà; giacchè tanto io ne  sono  più pieno di tutti. Io finisco supplicandolo di pregare
la debita licenza), con uno spirito pio e retto, essi non  sono  perniciosi ». Avendo riflettuto a queste mie parole, trovo,
insieme col buon grano dall' inimico. Caro Visconti, io non  sono  niente scrupoloso per quanto spero: ma in materia di fede
Chiesa cattolica. Questa è la dottrina di Dio, ed il resto  sono  le dottrine degli uomini. Che cosa cerchiamo studiando la
che hanno meritato il suffragio di tutta la Chiesa e che  sono  considerati come irriprovabili? E perchè adunque
a questi riflessi che sottometto alla sua saviezza. Io mi  sono  creduto in dovere di coscienza di fare ciò, e desidero
voi stesso: voi non dubiterete più quinci innanzi che vani  sono  i pensieri degli uomini e tutti i loro consigli fallaci:
Mio caro, voi siete ammalato. Sappiate che anch' io  sono  egualmente, sebbene ora sto meglio. Non sarebbe egli degno
un cenno subito che abbiate ricevuta la presente; perchè  sono  desideroso di sapere che vi sia giunta. [...OMISSIS...]
sia giunta. [...OMISSIS...] 1.2. Su questo bel monte, dove  sono  già fino dal primo giorno della santa quaresima, ho
fosse tolto via un vituperio della Chiesa di Gesù Cristo,  sono  pure sano, e son qui su questo caro monte, dove sospirava
passeranno, ma le sue parole non trapasseranno. E queste  sono  che « qualunque cosa noi domanderemo al suo Padre, in nome
suggerimento, mi intercederà anche la grazia di farlo. Io  sono  qui come, Le diceva, fino da martedì precedente alle
Le diceva, fino da martedì precedente alle Ceneri: di tutto  sono  contento fuorchè di me stesso. Ho un compagno meco, ma non
con ansietà, e spero che verrà presto: le sue lettere  sono  di una sincerità e di una umiltà incredibile, e mi danno
bisogno di lui, della sua attività, del suo zelo. Io  sono  inerte, indeciso nelle minime cose. Per questo non ho
nulla; la sola perfezione è il nostro desiderio, le forme  sono  indifferenti: il Signore la consolerà certamente. Io spero
perfezione. Mellerio non sa niente di ciò che dissi di lui;  sono  io che presento ciò che sarà, se a Dio ne piace. Tante e
tante cose ai suoi buoni figli, a cui voglio tanto bene, e  sono  tanto obbligato della consolazione che danno a Lei. Se vede
tranquilli. La voce di lui è soave, ed i suoi impulsi  sono  senza sforzo e senza ansietà. Nessuna cosa della terra ci
adunque tranquilli e fermi, fino che egli non ci muova. Io  sono  qui fino dal principio della quaresima: la famigliuola è di
luogo alla scelta è prudente che si elegga il più basso, io  sono  intieramente con voi, purchè vi sia luogo alla scelta,
ed è quella onde le cose più spregevoli della terra  sono  diventate le più possenti, quella onde gli umili sono
terra sono diventate le più possenti, quella onde gli umili  sono  esaltati al di sopra degli orgogliosi. Io vi conforto di
cristiana che vi ha donato il Signore. Le Scritture  sono  una lezione continua d' umiltà: la insegnano in tutti i
perchè ho bisogno io stesso di essere chiamato. Non  sono  chi chiama, ma chi è chiamato. Se voi siete chiamato
giacchè come dice S. Paolo, gli spiriti buoni  sono  soggetti a noi, cioè alla nostra volontà ed alla ragione.
più intimamente dimostrano la necessità di questa regola  sono  le seguenti, che quando sieno a pieno penetrate sono
regola sono le seguenti, che quando sieno a pieno penetrate  sono  potentissime, e possono mantenerci in una coerenza e
ciò succede di tutte le massime generali. Quanto le massime  sono  più generali tanto sono più semplici e facili a percepirsi;
massime generali. Quanto le massime sono più generali tanto  sono  più semplici e facili a percepirsi; ma nella loro
e facili a percepirsi; ma nella loro applicazione tanto  sono  più difficili, giacchè hanno una sfera maggiore, ed esigono
carità raccomandate me particolarmente al Signore, perchè  sono  un miserabile in questo stesso che predico agli altri. Ma
dei giudizi suoi, de' quali questo solo sappiamo che  sono  sempre misericordiosi. - Lessi l' opera del La Mennais; e
nulla, non vi posso tenere nascosto che qui a Roma ci  sono  molti Francesi; e fra gli altri de' missionari di Francia,
finisco domandandole mille scuse di tanta libertà che mi  sono  preso e dichiarandomele umil servo A. R.. [...OMISSIS...]
e due meritano di essere incoraggiati alla virtù, a cui  sono  rivolti, colla dolcezza e coll' affetto, mezzi a' quali
Perdonatemi, mio caro, anzi carissimo amico e fratello, se  sono  così lungo e così minuto in queste massime. Penso che se
le umiliazioni senza temerle; perocchè le umiliazioni  sono  quelle che ci aprono gli occhi dello spirito, eccitano la
ringrazio Iddio, come di tutte le cose. Le vie del Signore  sono  elevate, ed egli conduce da lontano i suoi disegni. Mio
la piena nostra santificazione. Le cose che ho qui stampate  sono  tutte rivolte ad un solo scopo, perchè un solo fine hanno
al confessionale non si può supplire; le comunioni  sono  molte, non solo i giorni festivi, ma anche i giorni
piantare una istituzione che porterebbe questo effetto, io  sono  intimamente persuaso che non può essere opera di uomini, ma
Chiesa, che consiste nel Papa, Vescovi, Parrochi. Questi  sono  i centri, i due primi certo d' istituzione di Gesù Cristo,
luogo. Considerate come gli ascritti ed i figlioli adottivi  sono  legati coi superiori della società, i coadiutori esterni
della società, i coadiutori esterni secolari e laici  sono  pure avvincolati agli stessi superiori, i quali col tratto
facile il non essere intesi, quando si parla di cose che  sono  ancora puramente possibili. Contentiamoci adunque di stare
possibili. Contentiamoci adunque di stare al fatto: io  sono  veramente contentissimo di questo mio eremitaggio, e nulla
che manda al vostro corpo; ed egli è pur così, mio caro;  sono  pegni di un amor singolare, prezioso, sublime. Sebbene io
dei Santi, ed è una disposizione a Dio carissima. Questi  sono  i vostri sentimenti, come raccolgo dalla cara vostra; e non
sparire ogni dì, ringraziando Iddio ogni momento che non ci  sono  ancora sparite; giacchè è più maraviglia che esse
stato e della mia posizione e abitazione. Aggiungete che  sono  ora in sul ripararmi anche più dal freddo secondo i vostri
a gridare: « Domine, salva nos, perimus »: ed al Signore  sono  accettevoli le grida della nostra umiltà e del sentimento
[...OMISSIS...] 1.30 Voi mi chiamate Padre, e non  sono  che un figlio discolo: ommettete quella espressione che mi
troppo onorato: ma via, per amore poi posso essere e vi  sono  fratello. Mi ha consolato moltissimo la vostra lettera,
e quello di pregare con intelligenza e attenzione,  sono  i tre principali istrumenti della vita spirituale. Mi ha
ma basta che siamo in buona intelligenza col Vescovo, e mi  sono  state mostrate anche in fatto diverse Congregazioni in
loro intanto di pregare per i loro confratelli che  sono  qui col corpo, ma insieme con loro collo spirito nel
Cardinale: ringraziamone Iddio. Anche de' nostri cherici  sono  contento, e per misericordia divina parmi che ogni dì s'
individuali, i quali finchè stanno isolati e solitari  sono  necessariamente fiacchi ed hanno una potenza chiusa e
predicono le sue grandezze ed i suoi trionfi, i quali non  sono  ancora alla lettera compiti. Questi sviluppamenti del
agio, come se non l' avessero ricevuta, o peggio ancora. Io  sono  entrato in questo discorso quasi senza avvedermene; ma
a cui dica che aspetto lettera. Tornando dal Tirolo, mi  sono  trattenuto qualche giorno a Verona col suo Vescovo, e
costernata, particolarmente le figlie e il caro Raffaello.  Sono  interrotto e non posso scriver più altro. Finisco dunque.
viversi contento nel proprio ritiro. Le Costituzioni non  sono  che regole di prudenza pe' casi possibili: non conviene
alle mani: pensiamo dunque ora a queste due case che  sono  qui cominciate, e a quella di costì che dee cominciare,
del regno di Dio. E` Iddio solo che converte le anime, che  sono  tutte in sue mani. Con quanta soavità non operava lo stesso
fiducia nella operazione che fa Iddio nelle anime. Questi  sono  tutti i prinlipii della società nostra, che dee formarsi
che per lui, non respiriamo che per lui: le altre cose non  sono  degne di un sacerdote nè di un cristiano: lui solo
di maniera tale che tutti gli altri nostri regolamenti, che  sono  al presente e che saranno introdotti nel futuro, non hanno
origine nè capo, se non questa massima, verso alla quale  sono  ciò che le conseguenze verso il principio, da cui derivano.
intraprendere con coraggio, e mantenere con fedeltà. Questi  sono  in primo luogo, una meditazione la mattina (se è possibile
nell' orazione che si fanno le cose. Addio. Le poche linee  sono  divenute molte senza accorgermi. Tenetemi informato di
Perocchè finalmente debbo sospirare e dire: se questi  sono  i pregiudizi comuni, e chi mi scuopre quali siano i miei?
il più efficace! Gli sforzi, le fatiche, le pene nostre non  sono  mai perdute, nè pure allorquando ci sembra di non potere
di lui. Ah sì, « humilia respicit »! e le nostre cadute non  sono  bene spesso permesse se non per deprimere la nostra
qui direttamente dove le lettere mi vengono sicure. Io  sono  pur sempre al Calvario col cuore e in mezzo di loro.
non risparmia nè privilegia la complessione di quelli che  sono  ascritti in questo piccolo Istituto, ma siamo soggetti alle
bene non reputassero talora di non riceverli); che non ci  sono  regole fisse che determinino il cibo e le altre cose
minima società nostra possono entrare anche persone che  sono  nel secolo (purchè non pensino co' principii del secolo),
quando il vogliano; poichè ai Religiosi propriamente detti  sono  congiunti e affratellati di quelli che si dicono ascritti e
di carità e partecipazione di opere buone coi nostri, anzi  sono  propriamente nostri; e unitamente nel loro stato
intendo in primo luogo per la salute di quelle anime che vi  sono  più care, cioè per la salute del padre vostro e della
caro Phillipps, aspetto delle glorie nuove ed inaudite, che  sono  per venire alla Chiesa di Gesù Cristo, in adempimento di
non ho potuto dire, per la ristrettezza del tempo che mi  sono  trattenuto in Verona, nell' ultimo mio passaggio, circa l'
divina volontà, una ispirazione straordinaria, cose che  sono  bensì proprie de' santi, ma non di me miserabilissimo
consiglio di farlo. In tal modo anche i semplici cristiani  sono  tirati da una necessità morale ad esercitare delle opere di
del prossimo, anche persone prive di generale missione  sono  certo obbligate o consigliate a prestarsi, ed in questi
volontà di Dio e la missione è quindi manifesta. Ora queste  sono  le opere di carità che assume di esercitare l' Istituto
che, appunto per questo che le opere di carità non  sono  determinate, si viene con ciò stesso ad assumerle tutte. Ma
Provvidenza, quella che m' impegnò in qualche opera, certo  sono  dispensato di occuparmi in altra, dove non giungessero le
Ma conviene considerare che il fondamento della società  sono  le case, e che quelli che stanno fuori, non sono che un
società sono le case, e che quelli che stanno fuori, non  sono  che un sopra più, degli ausiliari comodi per certe opere,
e il sapere aspettare è di sommo momento per noi; che io  sono  nemico della fretta, e che mi è carissima oltre modo, e
col fare i propri doveri; e in tal caso quelle parole non  sono  dette per voi. Ovvero mantenete l' inclinazione e il
il tesoro delle sacre indulgenze, e giustamente ne  sono  avidi i cristiani fedeli, perciò consapevole della carità e
di Pio VIII e da Vostra Beatitudine confermatomi, non mi  sono  tanto occupato nei particolari rami di carità, p. es.,
sodamente noi stessi: ecco l' ogni bene, mio caro.  Sono  a parte con tutto il cuore delle vostre tribolazioni.
le opere più umili e le men curate dagli altri. Se poi non  sono  dimandati, essi non escono dalle funzioni della loro
essi si rivolgono ai Superiori dell' Istituto, e questi  sono  obbligati, avendo i soggetti opportuni per quell' opera, di
fervorosamente per la salute delle anime nostre. Oh quanto  sono  pieno di miseria, mio caro! E pure confido nel Signore che
uomini, ed amano più i mezzi più vicini e pratici. Ottimi  sono  questi, ma ciò non fa che non sia maggiore il bisogno di
Gli uomini conviene andare a prenderli lontani, perchè  sono  andati lontani. Non ci sarà nè chi sappia somministrare, nè
i travagli per Cristo. In quanto alla casa di cui  sono  livellario, io la metto in pienissima disposizione del
nè pur veniale, eccetto i voti e quelle cose che già  sono  obbligatorie per altre leggi. Con meno vincoli di coscienza
e della pace, « quae exsuperat omnem sensum ». Io qui  sono  consolato assai, perchè ho trovato le cose in ottimo stato.
Il Signore, che a ciascun che soffre e che ama lui, dice: «  Sono  io stesso con lui nella tribolazione, e nel trarrò io
ne trarrà fuori, e ci glorificherà. E di che gloria! « Non  sono  condegne - dice l' Apostolo - le sofferenze di questo tempo
pena io mi stia da voi diviso di corpo (chè di spirito nol  sono  mai), sollecito del progresso ne' santi vostri propositi.
anime, acciocchè consumino la santa vocazione, nella quale  sono  per la singolare benignità e carità di Cristo, e nella
e massimamente senza attacchi di carne e di sangue, che  sono  i più fatali di tutti per chi vuol darsi veramente e
alla perfetta consensione delle volontà e dei cuori  sono  in Cristo; ma quelli che non si guardano dall' essere
suo bene. Le correzioni, le penitenze, le mortificazioni  sono  de' grandi benefizi: attacchiamoci di cuore a quei
non abbiamo altre ripugnanze, che di quelle cose che ci  sono  da' Superiori vietate, nè altre propensioni, che di quelle
vietate, nè altre propensioni, che di quelle cose che ci  sono  da' Superiori comandate. Vinciamo noi stessi: dobbiamo
convenga, considerate tutte le circostanze; e finalmente mi  sono  risoluto di dichiarare Assistente del Superiore di Trento
e non desidero se non quello che Dio Le ispira nel cuore;  sono  però certo che il desiderio della perfezione non viene che
i consigli evangelici, perchè i consigli di Gesù Cristo  sono  ottimi, senza bisogno d' alcun esame, come insegna san
l' hanno sempre compresa in tutti i secoli. I figli di Dio  sono  stati sempre e sempre saranno, « et fulgebunt quasi stellae
conformandosi a colui che disse: « « Imparate da me, che  sono  mite ed umile di cuore » ». Ma chi segue il Vangelo, nella
possibile alla carità. In tal modo gli interessi umani non  sono  cercati direttamente; è il solo regno di Dio che hassi
predicazione mi gioverà? Quanti, predicando agli altri si  sono  resi reprobi! Tutta la vita, la perfezione, la morale
Chiesa capitolare si sta facendo il Giubileo: i predicatori  sono  don Giacomo e don Giovambattista. Don Luigi è impegnato pel
tentativo. Non voglio già far torto alle intenzioni; e  sono  persuaso che molti per puro zelo del bene e per un
le osservazioni, e si vanno verificando le cose, come  sono  in realtà, senza lasciarsi ingannare (o piuttosto
ad un cuore benevolo. Io vi dico la verità, non  sono  più amante de' reclusori de' poveri dopo averne veduti
contro questa dottrina, per quanto sembrino pii, non  sono  che sofismi, che vi fa il finissimo demonio per ingannarvi.
coltivare le care virtù proprie dell' infanzia, quali  sono  la semplicità, la purità, la mansuetudine, la sincerità, la
motivi di operare sempre puri e nobili; giacchè questi soli  sono  ad un tempo ragionevoli ed evangelici; e le intenzioni
una etisia morale fino nei primi loro anni infantili, e  sono  l' origine sconosciuta di quegli aperti vizi, che
che ho dovuto fare per negozii del nostro Istituto,  sono  con voi, mio carissimo. Sperava di vedervi ed abbracciarvi
la cara mansuetudine di Gesù Cristo. « « Imparate da me che  sono  umile e mansueto di cuore » »: oh quanto sono belle queste
da me che sono umile e mansueto di cuore » »: oh quanto  sono  belle queste parole! esse racchiudono il carattere vero di
che S. Filippo Neri chiamava la mortificazione razionale ,  sono  comprese nella mansuetudine. Questa vale più di tutte le
e penitenze esterne, le quali non valgono nulla, se non  sono  umiliate e sottomesse all' ubbidienza e alla direzione
e del nostro intelletto. Le penitenze esterne adunque, che  sono  come la croce, sono buone, se noi le prendiamo con avere
Le penitenze esterne adunque, che sono come la croce,  sono  buone, se noi le prendiamo con avere premessa la negazione
dell' inimico. Tenetevi, o mio caro, a questi principii che  sono  gli infallibili del Signore. Varrà più per voi un solo atto
mie occupazioni che mi hanno fatto essere assente, come  sono  ancora, dalla casa di Trento. Ora sono con voi, la cui
essere assente, come sono ancora, dalla casa di Trento. Ora  sono  con voi, la cui lettera mi fu carissima, per le notizie
coll' umiltà e col riconoscere candidamente che gli altri  sono  in quel dato rispetto più umili o più perfetti di noi. Per
tutte quelle Costituzioni che furono scritte al Calvario  sono  tutte meramente progettate ; e non sono mai e poi mai
scritte al Calvario sono tutte meramente progettate ; e non  sono  mai e poi mai definitivamente stabilite, se prima non sono
sono mai e poi mai definitivamente stabilite, se prima non  sono  provate dalla sperienza e quindi confirmate dalla Santa
dalla Santa Sede. Tanto è poi vero che quelle regole  sono  unicamente progettate, che anzi possono essere cangiate da
non vede il bene, e la maniera di ottenerlo », oppure: « io  sono  chiamato da Dio ad evangelizzare questi popoli: dunque
si può dire, e anche con più proprietà, che tutte le cose  sono  nella mano di Dio, ossia che sono in Dio. Ma osservate
che tutte le cose sono nella mano di Dio, ossia che  sono  in Dio. Ma osservate nello stesso tempo che non tutte le
e con questa sua operazione si trova in esse: esse dunque  sono  presenti a Dio che le conosce, ma Dio non è presente ad
e che in virtù della grazia divina è giusto, come  sono  tutti i fedeli discepoli di Gesù Cristo incorporati con lui
di tutte le virtù, la regala di preziosissimi doni, quali  sono  quelli dello Spirito Santo, pone in essa la sua pace, la
quanto sieno fortunati quelli che segregati dal mondo  sono  chiamati e consacrati al suo speciale servizio. Voi dunque
vanno all' inferno per la passione dell' ambizione! Non  sono  questi che noi dobbiamo seguire, ma i santi che hanno
la testa coi sofismi che la passione vi suggerisce, e che  sono  tenebre. Lo so anch' io che se voi non fate senno, e non v'
la vostra mente colle regole sante dell' Istituto, che  sono  quelle di Gesù Cristo, l' esaminarsi, l' andare al fondo
che vogliono ritornare a lui, le quali consolazioni  sono  comprese nei frutti dello Spirito Santo, la cui
e questi non possano esser contrari alla perfezione se  sono  onesti, e quelle sì. Quindi il voler privarsi delle prime,
e umiliando la superbia dell' uomo; ed anzi esse in parte  sono  obbligatorie, sia per soddisfare alla divina giustizia, sia
la perfezione interna; chè anzi la producono, e  sono  ad un tempo causa di essa ed effetto. E` dunque un errore
neghi se stesso, sottoponga il suo giudizio a quelli che  sono  da Dio incaricati di dirigerlo, si privi anche delle cose
i più indigenti e i più prossimi, specialmente quelli che  sono  prossimi di una spirituale fratellanza. E` un errore il
il dire che « le cose esterne, ossia i mezzi esterni non  sono  assolutamente necessari, come quelli, che non possono
la virtù nè immediatamente, nè mediatamente quando non  sono  usati secondo la divina volontà », intendendo di dover
in grado minimo, come è quello di cui si tratta.  Sono  quindi atti d' immortificazione e di superbia il giudicare
quei gravi difetti, o deve venire meno la vocazione: elle  sono  due cose che lottano insieme. Laonde ogni qual volta l'
è macchiata di volontarie colpe, almeno interne, le quali  sono  talora difficili da conoscersi. Ma pure a questo segno l'
In che modo adunque cansare un tanto male? Quali  sono  i mezzi più efficaci, o carissimi figliuoli, per impedire
santa ed intima unione i beni spirituali di ciascuno,  sono  beni di tutti, i mali di ciascuno, mali di tutti: i meriti
beni di tutti, i mali di ciascuno, mali di tutti: i meriti  sono  comuni: gli uffici, sebbene distribuiti, comuni anch' essi,
giacchè tutti quegli uffici nel nostro Istituto non  sono  infine altro, e non devono essere altro che atti ed uffici
contrarre de' nuovi perpetui legami con Gesù Cristo, quali  sono  i voti degli scolastici che avete emesso, potete
dedit mihi Pater, sic facio ». I perfetti ubbidienti dunque  sono  i veri unanimi di Gesù Cristo; e questi sono veramente
dunque sono i veri unanimi di Gesù Cristo; e questi  sono  veramente congregati in suo nome, perchè sono uniti per
e questi sono veramente congregati in suo nome, perchè  sono  uniti per adempire il suo precetto: « Hoc est praeceptum
novizi gareggino nelle opere della pietà e della carità:  sono  tali notizie d' una santa emulazione a questi nostri.
pace. Non date punto a nessuno de' miei libri che  sono  costì. Spendete pure il bisognevole con santa discrezione,
mi proponete nella cara vostra del 13 passato ottobre; ma  sono  tanto sottili quelle questioni, che non so se mi verrà
nel gallo, ed in generale in tutti gli animali maschi che  sono  più forti delle femmine; essi sembrano anche più superbi.
E questo non solo spiega come i grandi, i ricchi, i potenti  sono  inclinati alla superbia, ma ancora perchè tutte le passioni
tutte le passioni vive ed ardenti, anche le più abbiette,  sono  una disposizione all' orgoglio, hanno un non so che di
riflessioni e senza confronti colle forze altrui, che non  sono  percepite, e quindi non sono vivamente conosciute. Il
colle forze altrui, che non sono percepite, e quindi non  sono  vivamente conosciute. Il sentimento adunque delle proprie
senso di noi stessi. Parlando del sentimento istintivo, mi  sono  limitato a cavarne l' esempio dalla vita animale. Ma, come
meno vivo, e però meno pericoloso, e quanto più tali atti  sono  fatti dall' uomo senza un abito precedente, o con un abito
cosa faccia, possa sempre dire con piena verità: « Io  sono  un servo inutile ». Giova ancora che l' uomo, che vuole
superba, ci hanno tante maniere o forme di superbia, quanti  sono  gli ordini della riflessione, a cui l' uomo nel suo
che certi uomini si credano e si reputino umili, perchè non  sono  consapevoli di fare atti espliciti di superbia, e sono
non sono consapevoli di fare atti espliciti di superbia, e  sono  anche consapevoli, come dicevo, di fare atti parziali ed
di se stessi, che paion loro umiltà, perchè tali  sono  in se stessi considerati, e ne hanno tutta l' apparenza;
e ne hanno tutta l' apparenza; quando nel fatto  sono  superbissimi a cagione di un continuo e perpetuo giudizio
cui sente e ingrandisce l' amor proprio, e che talora non  sono  punto offese: una facilità al disprezzo degli altri: la
riuscita di ciò che s' intraprende, ed altri somiglianti,  sono  tutti segni che dimostrano l' esistenza di questo nemico,
altra i giudizii superbi ch' egli pronunzia di se medesimo  sono  più assoluti, più universali, più liberi. I quali giudizi,
Di questo prego il Signore per voi di cuore, e questi  sono  gli augurii che io vi faccio per l' anno che abbiamo pur
sieno immuni da ogni pericolo, e che per conseguente  sono  sempre pronto a cangiarle o a dichiarare e migliorare in
e superficiali. Se mi si facesse la grazia di dirmi quali  sono  queste espressioni, io farei di tutto per soddisfare a
lo credete, tutti i sentimenti espressi in questa mia (e  sono  quelli che ho sempre avuto) al Santissimo Padre, e
pur troppo dei più fra gli Italiani d'oggidì, imbevuti come  sono  delle vecchie idee francesi: tristissima storia; ma come
che rinunzino a questi diritti; dico soltanto che non  sono  se non una conseguenza di doveri adempiti e che bisogna
il nemica colle nostre mani? I miglioramenti materiali  sono  essenziali, e noi combatteremo per conquistarceli; ma non
potreste educarvi ad abitudini d'economia? Molti fra voi  sono  costretti dalla miseria a separare i fanciulli, non diremo
colle passioni e coll'egoismo dell'oggi: le organizzazioni  sono  come certe piante che danno veleno o rimedio a seconda
intenzioni, ma diffidate della riuscita. I mali del povero  sono  noti, in parte almeno, alle classi agiate; noti ma non
anni del benessere materiale, quei che non soffrono si  sono  a poco a poco avvezzi a considerare quei mali come una
arbitrio più in là che non si estendono le facoltà che vi  sono  conferite. Dopo la perfetta ubbidienza dovete applicarvi ad
nè il vostro Superiore legge le lettere vostre quando  sono  a me dirette. Tuttavia, perchè non manchi mai un segno di
in una o in un' altra opinione fra quelle che non  sono  contrarie alla fede, giacchè ciò in cui dovete mettere
terrà però delle dispute accademiche: perocchè queste, se  sono  ben fatte, non scemano ma anzi accrescono la carità:
vostra lettera. Convien lasciarle risolvere da quelli che  sono  maestri in Israello, e questi il fanno solo allorquando il
vostro in Cristo padre ROSMINI arcip.. [...OMISSIS...] 1.35  Sono  debitore di molti ringraziamenti a V. A. Rev.ma per la
Non volendo io nessuna altra cosa, che la divina volontà,  sono  egualmente contento tanto che l' Istituto cessi in Trento
le giuste ragioni di questa immunità: hanno conosciuto che  sono  stati i Vescovi stessi quelli che l' hanno promossa e
consideri quanto sia grande l' umana debolezza da cui  sono  circondati anche gli ecclesiastici, anche i religiosi; e
dell' Istituto e fatto un profondo studio di sua natura, e  sono  esclusivamente dedicati alla direzione dell' Istituto,
e per sempre affidata alle loro mani. In tal modo  sono  costituite (per quanto è a mia notizia) le Parrocchie che
che io ho fatto sulla storia dei diversi Istituti che  sono  fioriti ne' diversi secoli della Chiesa, mi hanno convinto,
Chiesa, mi hanno convinto, che solo gli Istituti universali  sono  di durata e di grande utilità alla Chiesa, e che i
inutile il parlare, giacchè i due principali ed essenziali  sono  quelli toccati di una conveniente autorità conceduta ai
mezzi positivi sì, ma puramente dispositivi al bene, quali  sono  la dolcezza delle maniere nei precettori, le carezze, le
grave e vestita di quegli emblemi e figure sensibili, che  sono  agli uomini le più famigliari, ai non ancora sviluppati
della vita produrre delle massime contrarie a quelle che si  sono  insegnate nella scuola; e nella scuola fa duopo che sia
per Cristo rifulge mirabilmente da sè in noi. Tuttavia ci  sono  dati dal Maestro7Dio i mezzi della grazia, e infallibili.
I motivi da adoperarsi a sprone de' giovinetti, altri  sono  primari , altri secondari . I secondari non debbono servire
mio carissimo fratello; credete a me: le vostre non  sono  che tentazioni ; non vi debbono far timore: voi le
eziandiochè vi sembrino dure e temerarie, perocchè elle  sono  nella sostanza fedeli ed amorevoli): Pensate, o caro
viene soggiunta nella lettera stessa, dove si legge che  sono  disapprovate perchè « tendono di lor natura a eccitare e a
» »su questi argomenti, e non più; e si riprovano perchè «  sono  state trattate con tanto d' esagerazione, e spinte sì
alla gloria della Chiesa, ma come vi cooperano quelli che  sono  disubbidienti alla Chiesa. Sarete stato uno strumento nelle
Sarete stato uno strumento nelle mani di Dio, come lo  sono  i suoi nemici; ma non come lo sono i suoi amici che stanno
mani di Dio, come lo sono i suoi nemici; ma non come lo  sono  i suoi amici che stanno innestati nella vite. Quid prodest
nell' ordine puramente temporale? Questa parola, a cui mi  sono  abbattuto nei vostri scritti, mi ha inorridito. E che spera
di fame o divorato dalle fiere. Non aggiungo di più:  sono  stato anche troppo lungo e forse importuno. Rammentate però
venire post me, abneget semetipsum et tollat crucem suam »,  sono  voci del più tenero amore, e gli amanti le intendono: non
pensar male della vostra anima. Ma fino a tanto che io  sono  persuaso che voi bramiate la perfezione e che bramiate di
luce del secolo non ha che dei raggi biancastri e freddi!  Sono  certo, mio caro marchese, che appigliandosi Ella alla
in sè stesso, massime pendente dalla croce: le quali  sono  l' umiltà, la povertà, l' abnegazione e l' ubbidienza, la
al Calvario e uscito dal Crocifisso: in quanto che da lui  sono  uscite le virtù, in cui l' Istituto mira come in suo fine,
allo spirito e alla lettera delle Regole, che vi  sono  prescritte, con sommessione perfetta. Ognuno in prima si
ragionare, senza troppo considerare che i suoi ragionamenti  sono  brevi, limitati e spesso fallaci, a differenza di quelli di
scorgerete di leggeri, che i segni della divina volontà  sono  segnatamente tre, ai quali noi la riconosceremo senza
da quelli che l' amano svisceratamente, e che all' opposto  sono  stati e saranno gentibus stultitia . Un' altra via da poter
vos audit, me audit ». Le quali parole del divin Maestro  sono  per vero un inconcusso fondamento all' ubbidienza cieca,
che commettete, dicendo nella vostra lettera che due soli  sono  quelli che ci possono comandare, la ragione nostra ed il
e in una parola d' ubbidienza (perocchè tutte quelle cose  sono  contenute nella sola ubbidienza); allora si vede
l' umiltà, e l' amor di Dio, e che queste virtù vi  sono  tanto più belle e grandi, quanto la cosa comandata è più
Non riprendo che si ragioni ; ma io dico che vi  sono  delle ragioni primarie e di assoluta verità, e delle
nostre opinioni ed azioni con quelle ragioni primarie che  sono  poche, semplici, sublimi, universali, madri di costanza e
delle ragioni grandi o primarie, di cui parlo: elle  sono  quelle che formano la semplicità, la costanza e la
buono, debbo confidare e buttarmi in Lui, anche quando io  sono  cattivo, debole, infermo: debbo sforzarmi, come posso (ma
che gli stessi miei sforzi, gli stessi miei desiderii  sono  un dono suo e un pegno che Egli mi vuol soccorrere: i
verità. Che importa dunque che i miei Superiori fallino? Io  sono  sicuro. D' altra parte se fallano i miei Superiori, come
certo che lo permette pel mio massimo bene. I Superiori non  sono  che istromenti nelle mani di Dio: quel comando dunque, che
in ordine alla virtù. Se io fo un atto generoso e santo,  sono  certo che non me ne pentirò mai: sono certo, che gli
generoso e santo, sono certo che non me ne pentirò mai:  sono  certo, che gli effetti di quest' atto saranno buoni per me:
andare innanzi i deboli e gl' infermi e i peccatori. Io  sono  persuaso che nel fondo del vostro cuore prevalgono queste
incessantemente di queste ragioni di bassa sfera, le quali  sono  veramente inesauribili e rendono l' uomo loquace,
Se si tratta semplicemente di mortificazioni, io non  sono  del vostro avviso. L' Istituto pregia sopratutto l' umiltà;
e nelle prove che vi darà il Signore (le quali non  sono  mai superiori alle forze, purchè si preghi), diverrete
anima sua, non sia degno della piena sua confidenza; e però  sono  intimamente persuaso che la più compita ubbidienza al
egli è infinito, e non ce ne faremo più meraviglia. Ma io  sono  stata una gran peccatrice, Ella mi dice, e dov' è la
staccandoci sempre più da noi stessi e dal mondo. Io  sono  stato più lungo in questa mia di quello che avrei voluto:
ma non per questo la mia fede ne soffrirebbe. Ora io non  sono  già nato per esser dotto o per acquistarmene la gloria
nè mai a questa fama ho rivolte le povere mie fatiche; ma  sono  nato bensì per esser credente e fatto degno delle promesse
dottrine di questi eresiarchi, eretici, o fautori d' eresia  sono  state condannate giustissimamente dalla Chiesa: io le ho
il giansenismo in tutte le sue diverse gradazioni,  sono  certamente sotto i miei occhi; e pure io non veggo che un
tal frode qualche sussurro per ogni canto, massime che vi  sono  anche assai di quelli a cui buccinano da sè gli orecchi.
sia prezzo la verità e di non tradirla giammai. Io  sono  persuaso che questa sia la più bella disposizione che Ella
bisogno, che io osservi che i doveri nostri verso la verità  sono  molti, giacchè noi dobbiamo non solo amarne quella bellezza
Dio, non mi curo nulla delle ingiurie personali, nè me ne  sono  mai curato. Laonde se non avessi temute le conseguenze
è una pillola amara, ma anco i rimedi che danno i medici  sono  amari; e se v' ha un modo di fare del bene al mio
anche verso i nemici; ma i mezzi di esercitare la carità  sono  molti, talora vi ha anche quello di dire cieco al cieco, e
altro che di scuotere gli avversari, perchè intendano che  sono  deliberato di resistere fortemente, e di discoprire tutte
dalle loro tenebre tirare in manifesta luce. Credo che io  sono  nelle presenti circostanze obbligato a fare fronte, anche
Continuate a pregare il Signore, perchè m' illumini se  sono  in errore, e non permetta giammai che altro spirito mi
pure ne fo. Vi parlerò dunque con tutta candidezza, come  sono  solito e come voi volete certamente che io faccia. E in
che le ragioni, che voi adducete nella cara vostra, non  sono  punto solide, come vi sembra; e ne converrete anche voi, se
Nè pur io posso concepire una tal cosa; perchè le ingiurie  sono  peccati, e i peccati si oppongono direttamente alla gloria
alla gloria di Dio. Ma le parole biasimanti e umilianti,  sono  esse sempre ingiurie? No certamente. Ingiuria vuol dire
e perciò le parole e gli appellativi di biasimo non  sono  ingiurie, se esprimono il vero; non è ingiuria, per
e a Pietro satanasso , e tali altri epiteti: i quali tutti  sono  stati detti senza ingiuria alcuna, senza vendetta, e senza
materialità esterna delle parole, ma nello spirito con cui  sono  proferite. Sono certo che voi ben vi ricorderete che san
delle parole, ma nello spirito con cui sono proferite.  Sono  certo che voi ben vi ricorderete che san Paolo ebbe più
opportuna all' effetto del bene. Egli è poi vero che  sono  più i tratti di dolcezza usati dai Santi, che di durezza;
se non che le occasioni in cui giova usare questi secondi  sono  più scarse, che le occasioni in cui giovi usare quei primi.
fermamente che la Verità e la Religione nostra santissima  sono  una cosa sola; e che le frodi e gli artifizi, se si
semplicemente e senza umani partiti: il credere che questi  sono  utili alla Religione, è un deplorabile inganno che ha fatto
si è che non abbiate conosciuto ancora, che i Superiori  sono  obbligati di esercitare i soggetti nell' umiltà, nella
Ma ho poi trovato anche nella cara vostra delle cose, che  sono  ben lontane dalla vera sapienza spirituale. Sul detto
quelli che ama ». Questi so e vedo dalla sua lettera che  sono  i sentimenti da cui Ella è penetrata, e però non dee
il proprio nulla, e farà di quegli atti di umiltà che  sono  la maggior giustizia che la creatura possa rendere al
che ebbe il Padre celeste nel sottometterla a questa prova,  sono  argomenti di santa speranza e letizia; ed io fin d' ora la
talora inevitabilmente si suscitano nell' imaginazione, nè  sono  peccati, nè distruggono la rassegnazione: talora non sono
sono peccati, nè distruggono la rassegnazione: talora non  sono  che nuove pene da sopportarsi come tutte le altre con
la grandezza di Dio si manifesta e spiega in quelli che  sono  nulla; e la volontà sua si rivela e compie in quelli che
Beati allora cotesti che non vanno da sè stessi, ma  sono  mandati! Sta dunque il tutto nel fare la dovuta stima della
l' esperimento nel fondo dell' anima. Nel tempo che io mi  sono  trattenuto in Torino, e fui gentilmente alloggiato in casa
mai accettare il partito di ritornare su questa terra, e  sono  veramente felici in isperanza, onorate dagli angeli perchè
marchese Gustavo, rientrando massimamente in famiglia.  Sono  stato sfortunato quest' anno per non averlo potuto aver
il numero dei nostri non mi muove a ricevere alcuno.  Sono  contentissimo del piccol numero che ci manda il Signore:
Vi spiegherò dunque le massime che io tengo in ciò, e che  sono  conformi a quelle delle nostre « Costituzioni ». Io
che mi muovono ad essere così facile nella prima ammissione  sono  le seguenti: 1 Temo assai di giudicare temerariamente de'
a sostenere delle spese, a patire degli incomodi. Non mi  sono  mai pentito di aver operato così: questa condotta mi reca
e il Signore non ha mai permesso che gl' inganni che mi  sono  stati fatti, avessero ree conseguenze. 2 Parmi questa una
intorno a lui, e durar tanto in questa fatica fino che mi  sono  persuaso che egli non può riuscire membro dell' Istituto:
egli non può riuscire membro dell' Istituto: allora solo io  sono  giustificato davanti a Dio, se lo licenzio; ed anzi debbo
Istituto che ha facoltà di accettare gli aspiranti: queste  sono  le massime delle Costituzioni. Resta a farne l'
anche esterne possono fare più del bene al prossimo, se  sono  buoni, e possano fare andar più avanti l' Istituto. Ma io
in progresso. Nei cominciamenti di un Istituto vi  sono  molte difficoltà che non si preveggono. Raccomandiamo
non dubito punto del buon esito: MARIA Santissima, a cui  sono  tanto devote le Suore della Provvidenza, v' accoglierà
risoluta di conseguirla. Cose scritte per la gioventù ve ne  sono  tante, e molte di buone; io difficilmente potrei
 Sono  ne' nostri tempi due maniere di uomini egualmente bene
sentimenti e destare affetti così contrari in uomini che  sono  pure animati da uno stesso spirito, che ravvolgono gli
ritrovano indeboliti dal combattimento, e le loro file non  sono  piene: e solo dai secoli aspettar si può ai mali della
ordine sociale, ma non ai vizi della società. Ma come poche  sono  le persone di tanta penetrazione che sappiano distinguere
tenebrosi? E no; ch' essa vive immortale anche dove ne  sono  scancellate dall' errore le sue sembianze: e mentre questo
al di sotto l' ottimo colore dell' oro incorruttibile. E  sono  forse pochi o dubbiosi i segni di vita che nei nostri tempi
modo che lasciato all' arbitrio varia in tanti modi quanti  sono  gli educatori; e mentre tutti credono d' ottenerlo nessuno
educazione, perchè ad essa attribuiscono i mali di cui non  sono  cagione che quegl' imperiti che nell' educazione non
de' loro inventori; e in questa loro opinione fermissimi,  sono  pronti di sacrificare con animo a dir vero generoso, ma d'
mentre sembrano molte le cognizioni da lui possedute perchè  sono  sminuzzolate e trite, se si può dire, cioè perchè non
suo allievo (1). L' efficacia poi con cui queste massime  sono  fondate in lui lo rende energico, di condotta eguale, e
laddove gli affetti dei savii veraci, cioè dei cristiani,  sono  sgradati in bell' ordine sopra le cose tutte, che tutte
animo, degli affetti e delle cognizioni: e quelli e queste  sono  soggetti allo stesso ordine, e partecipano delle stesse
Laonde non è maraviglia se i savii della terra  sono  così parziali negli affetti come nelle cognizioni: negli
nelle cognizioni: negli affetti, abbandonati a se stessi,  sono  tirati qua e là dagli accidenti, s' avventurano ad ogni
cagione e non dal loro arbitrio: al quale ordine gli uomini  sono  tenuti di conformare la loro mente, se vogliono partecipare
dell' uomo, pigliate così in cumulo, com' io ora le piglio,  sono  più possenti di lui: sicchè egli per necessità dipende da
in qualche oggetto sparso in sulla via che percorrono, ma  sono  costretti a portarli d' un tratto quasi con rapidissimo
della generazione soprannaturale di Gesù Cristo, nel quale  sono  state rinnovate tutte le cose. Debbesi adunque nella
essere, vie più ancora di tutti i molti invidiati, a cui  sono  appagate mille curiosità, e data tutta quella erudizione
tutte quelle cose che apprezza il mondo e commenda, e che  sono  alla vita presente o necessarie od utili. Ma ecco da che
e considerata sola è subbietto di divisione. Nè io  sono  qui per contendere a cotestoro quel vanto, che fatto da uno
presente vita (2). Pur troppo i figliuoli di questo secolo  sono  nella generazione loro più prudenti, cioè più sagaci nel
che i maggiori avanzamenti di quest' arti meccaniche non  sono  già dovuti a coloro che si vanno nella strada opposta alla
uomo alla coltura della quale direttamente si rivolgono,  sono  i seguenti. Alcuni posero per ottima certa educazione che
ogni educazione nell' egoismo, e di questo peccato  sono  lordi, chi ben li considera, i predicatori della illimitata
de' buoni testi? Non già; mentre con tanta magnificenza  sono  universalmente nutriti gli studi ne' nostri tempi. E` per
alla buona fede di quelli che avvisano la cosa nel fatto; e  sono  certo che quelli mi confesseranno come, tutto ciò venendo
impossibile che sul tutto di questo corpo cada l' errore.  Sono  alcuni che ci oppongono non essere poi necessario a formare
non si privino della verità solida e necessaria. Vi  sono  delle cose le quali sembra che nulla abbiano di profondo e
loro natura sia per così dire di essere superficiali: tali  sono  le cose esterne e materiali, le quali col primo sguardo
verità, eziandio che tosto non le comprendano, perciocchè  sono  come sementi, che si sviluppano nel corso di loro vita;
come sementi, che si sviluppano nel corso di loro vita;  sono  verità, che quantunque oscure diventano poi feconde madri
viene cangiandosi in luce più pura, quanto più a lungo  sono  state soggetto di meditazione. Or poi, premesse queste cose
che è più grande. Imperciocchè da prima i piccioli uomini  sono  i più pregni di pregiudizi, e stanno fissi a certe loro
gioventù, ed al quale tutti gl' ingegni dell' educazione  sono  da volgere: poichè quantunque nei fanciulli questo cuore
Stato si ridurrebbe a provvederne l' esecuzione; al che  sono  acconci i particolari, conciossiachè non si tratta che d'
aspettato, l' onore e il lucro promesso a questi dotti, non  sono  i soli eccitamenti onde le grandi menti s' impegnano a
a tutti gli altri che insieme con lui alla stessa impresa  sono  chiamati cooperatori. Allora dunque tale edificio può
nulla degli oggetti connessi coll' uomo, e questi  sono  due principali, Dio, e se stesso, ed in parte anche la
alcuni studiano di proposito Dio, come quelli che  sono  educati nella Teologia, altri l' Uomo come quelli che sono
sono educati nella Teologia, altri l' Uomo come quelli che  sono  applicati alle Leggi, altri la Natura come quelli che sono
sono applicati alle Leggi, altri la Natura come quelli che  sono  intesi alle Matematiche e alla Medicina; questa partizione
della Memoria, della Imaginazione, dell' Intelletto, non  sono  altro che i mezzi, per cui formiamo il cuore dell' uomo,
ci fosse tradotto. La connessione poi di queste lingue, che  sono  i mezzi alle cognizioni, colle cognizioni stesse, oltre
non soddisfaranno per più ragioni, e fra queste perchè non  sono  composti sopra disegno generale, perchè molte dottrine ch'
generale, perchè molte dottrine ch' essi contengono non  sono  state ancora comprovate bastevolmente, o perfezionate dalla
disputazioni. La Filosofia e la Storia della filosofia  sono  indisgiungibili, ed è necessario dirò così che si mescano
è necessario dirò così che si mescano insieme. Gli errori  sono  quelli che spingono nella maggior sua luce la verità, la
scala medesima che suol fare nel rinvenirla: e quando si  sono  osservate le gradazioni che ha prese la luce di quella
cui decadano le più fiorenti scuole della filosofia quando  sono  già da lungo tempo stabilite; poichè nello stabilirle è l'
da se medesimo quelle verità, alle quali gli uomini non  sono  mai giunti se non trapassando per le verità intermedie, e
o nelle qualità metafisiche ch' ella porge. Queste seconde  sono  proprie veramente della Filosofia, e s' immedesimano colle
della medesima. Però alla Filosofia queste investigazioni  sono  riserbate. Ma considerando la natura ne' suoi fisici
finalmente quello stile di pensare e d' esprimersi in cui  sono  mescolati tanti contrari elementi, inamicabili; quello come
un tempo così strano insieme e portentoso. E di questo Caos  sono  uscite l' arti recenti della bellezza, e specialmente l'
della parola signora e quasi regina di tutte l' altre. Ma  sono  esse tratte pienamente da quel confuso miscuglio? è essa
rimarranno così contrarie in apparenza come non  sono  talora in realtà, e continueranno a tener gli uomini tanto
o almeno questa pacificazione fra due scienze che  sono  fatte l' una per l' altra, sembra che sia tratta in luce la
quei luoghi che per mollezza o pravità di massima non  sono  da leggere a' giovanetti, e poi leggendo ed interpretando
di andare fino al fondo delle cose. Di questa utilità  sono  lontanissimi coloro, i quali schiavi del sistema non
da qualunque lato tu gliela volgi, gl' ingegni italiani  sono  singolari dagli altri, che più desti e più pronti mostrano
e guadagnato l' altrui animo al ricevimento delle dottrine.  Sono  in questo maravigliosi i Greci ed impareggiabili, che tutto
questa Amenità dello stile che ha le chiavi del cuore,  sono  lontanissime tutte l' altre nazioni: e quando s' ingegnano
pratico sia bene educato e ben conformato, poichè quelle  sono  ciò che è molto peso d' oro all' avaro, a cui non è cuore,
educazioni, troveremmo cose ridevoli e dolorose. Poichè non  sono  più frequenti le buone massime pronunciate, che frequente
la ragione. Le leggi fondamentali negli Stati moderni  sono  quelle che s' eseguiscono meno, perchè l' altre leggi
le leggi fondamentali devono eseguirle i Governi. I popoli  sono  obbligati all' esecuzione delle leggi comuni da' Governi; i
« l' esercizio non impedito dei propri diritti ». I diritti  sono  anteriori alle leggi civili. Il fondamento della tirannia è
ovvero ingiuste, e in questo caso, con un' altra parola,  sono  tiranniche. Se le leggi civili non offendono i diritti, che
tiranniche. Se le leggi civili non offendono i diritti, che  sono  ad esse precedenti, e si limitano a proteggerne l'
esercizio, acciocchè da niun ostacolo esso venga impedito,  sono  giuste, e il popolo che vive sotto queste leggi è libero.
pretendono d' esserne esse le fonti, d' esserne le padrone,  sono  ingiuste, e il popolo che ha un Governo fondato sopra una
e si procacciasse tutti quei vantaggi e beni che esse  sono  atte a dargli. Altrimenti il Creatore avrebbe operato senza
ed inviolabile alla libertà dell' insegnamento. Questi  sono  principii semplici e innegabili; ma la questione si
vien fatto, le più semplici forme. I limiti d' un diritto  sono  quegli estremi, oltre ai quali il diritto cessa di
ai quali il diritto cessa di esistere, o, in altre parole,  sono  le condizioni alle quali esiste il diritto. Queste
insegnamento, anteriore a tutte le leggi civili. Questi  sono  principii semplici che discendono dal comune diritto di
e tutti i Governi civili e lo stesso mondo, dice la Bibbia,  sono  un momento della bilancia, o una gocciola di rugiada che
« « Andate, ammaestrate tutte le genti » » (2). E le genti  sono  composte di Governi e di governati. Laonde la Chiesa
guarentì inviolato il deposito della sua dottrina, e questi  sono  i Vescovi, il primo dei quali è il Romano Pontefice, e tra
i sacerdoti, quelli soli, che a esercitare un tale ufficio  sono  autorizzati e mandati dai Vescovi. Ogni qual volta dunque
oralmente, sia per mezzo di scritti, i principali dei quali  sono  quelli che furono dettati da alcuni Santi, che ebbero l'
compresa nella morale soprannaturale, come i primi elementi  sono  contenuti in una scienza compiuta, e però errano coloro, i
Costoro o dimostrano una ignoranza molto grossolana, ovvero  sono  uomini di mala fede. Da questo primo diritto della Chiesa
liberamente dei suoi ministri, i quali d' altra parte  sono  legati ai Vescovi con solenne promessa d' ubbidienza emessa
emessa da essi nell' atto di ricevere l' ordinazione. Tali  sono  i diritti essenziali della Chiesa Cattolica riguardo al
dei sacerdoti per un così utile ufficio, e tali Governi  sono  sicuri di operare colla tacita annuenza della Chiesa
o sdegnandole: in questo caso certa cosa è, che i Vescovi  sono  obbligati di ricordarsi della loro divina autorità sopra i
riprendere con più di forza le briglie che si  sono  forse allentate nelle loro mani in tempi di più fede e di
e dell' educazione, sia pubblica sia privata, non  sono  punto d' esclusivo diritto del Clero, ma questo rimane
sistema chiama per la necessità della cosa molti, che  sono  o possono essere più dotti degli esaminatori ufficiali, a
le noie degli atti ufficiali, le brighe di molte formalità,  sono  tutti impedimenti posti da tali Governi alla libertà dell'
spese e tasse di brevetti e di patenti d' approvazione:  sono  tutti impedimenti posti al libero diritto che hanno i dotti
gli altri. Quelli, a cui il metodo decretato non piacesse,  sono  irremissibilmente esclusi dall' insegnamento. Quelli che,
parte dal metodo prestabilito, bene o male che il facciano,  sono  rei davanti il Governo, e per conseguenza sono molestati,
il facciano, sono rei davanti il Governo, e per conseguenza  sono  molestati, rimproverati, puniti dal Governo, o dallo sciame
di questo tormento, o si rappicciniscono e ingretiscono, se  sono  abbastanza vili d' animo o bisognosi di pane, o s'
qualche Governo, o qualche governiale per lui, dirà (e non  sono  certo i soli Governi civili che così sragionano, ma pur
e una viltà da parte degl' istitutori stessi, che  sono  tenuti, senza bisogno di convenzione, di seguire quel
allora poi gliela concederemo ». Quelli che così ragionano  sono  falsi liberali , il che è quanto dire non liberali , sono
sono falsi liberali , il che è quanto dire non liberali ,  sono  teste inconseguenti, senza principii. Col loro ragionamento
l' impedirne l' esercizio, col pretesto, che non  sono  ancora divenuti come voi liberali? Non volete dunque la
Non volete dunque la libertà, se non a favore di quelli che  sono  liberali come voi. Poichè chi siete voi, quando escludete
Voi dite: la nostra. Sia pure, ma dall' istante che vi  sono  opinioni contro opinioni, e non c' è nessun giudice che
I padri di famiglia, attesi i sentimenti da cui al presente  sono  animati, se fossero liberi di scegliere le scuole e i
abbiamo preso ad impugnare: siamo anzi persuasi che essi ne  sono  lontanissimi. Ma la conseguenza logica non è meno
vi reputate degni, e v' erigete in giudici di quelli che  sono  degni? Ma per tornare a quello che dicevamo da principio,
è più nobile e liberale l' ufficio che sostengono. E pochi  sono  gli uffici più nobili e più liberali di quello di maestri e
, e in un modo inoffensivo . Questi benefattori dunque  sono  obbligati di scegliere i maestri e gl' istitutori tra
impieghi a priori e in universale tutti quelli che non  sono  stati istruiti nelle sue scuole, e nè pure di sottomettere
conto di quelle disposizioni interne dell' animo che non  sono  punto manifestate con un segno e una prova esteriore.
togliendo da' loro occhi una seduzione funesta o molesta.  Sono  lontanissimo, lo ripeto, dal voler dire, o dal credere, che
essendo flagrante il pericolo. Ma queste guarentigie  sono  difficili a determinarsi; e tutte sarebbero inutili, se non
a beneficenza, come se ne fossero padroni. Anzi quelli che  sono  chiamati a goderne il beneficio, devono esserne considerati
S' aggiunge che anche tutti quelli, i cui diritti  sono  implicati in tali amministrazioni, e possono da esse essere
e l' educazione che compete a que' gruppi di persone, che  sono  designati a rappresentare i Comuni e le Provincie? ».
almeno nella pratica. La nostra opinione si è, che  sono  effettive le sole rappresentanze reali, e che sono
è, che sono effettive le sole rappresentanze reali, e che  sono  illusorie le rappresentanze meramente personali. In altre
le rappresentanze meramente personali. In altre parole:  sono  effettive quelle rappresentanze che rappresentano gli
rappresentanze che rappresentano gli interessi, e non  sono  tali quelle che rappresentano le persone. Se mi si
esser nocive ai rappresentati, e quelle disposizioni che  sono  nocive ai rappresentanti, possono essere vantaggiose ai
devono lasciare illesi e proteggere tutti que' diritti che  sono  per loro natura anteriori ad essi. L' autorità comunale
d' educazione che già esistono nel Comune, e che non  sono  di sua fondazione, le quali devono rimanere perfettamente
che vogliono istituire scuole, a istituire prima quelle che  sono  più necessarie al Comune stesso, e solamente dopo di queste
secondo noi, dovrebbe essere fisso, e non mutabile, come  sono  mutabili le amministrazioni comunali. Se all' arbitrio di
sociale . Tra gli Stati, che ci furono al mondo, e che ci  sono  anche al presente, non mancarono e non mancano di quelli
non mancarono e non mancano di quelli che furono e  sono  ordinati con norme derivanti da ciascuno di questi tre
insegnata da un uomo solo: ma se il Papa e i Vescovi non  sono  un uomo solo, in tal caso l' articolista avrà dedotta una
di metter fuori le proprie opinioni: i maestri umani  sono  tutti piuttosto discepoli che maestri: nello stesso tempo
di questa dottrina di grazia, e i banditori della medesima  sono  quelli, che il maestro ha destinati. « « Con questo, voi
lascia colla sola dottrina religiosa del divino Maestro! Ci  sono  dunque degli uomini, a cui sembra che si tolga loro la
i suoi diritti. Per questo ha detto Gesù Cristo: « « Non  sono  venuto a portare la pace, ma la spada » » (1). Alcuni
come l' antico. Alla coltura di questa pianta gloriosa  sono  chiamati tutti quelli che vogliono fare il bene: tutte le
all' insegnamento « « non già solo per la religione,  sono  sue parole, ma eziandio per la morale che è pure la scienza
quando non trasgredite quei doveri morali, a cui io mi  sono  limitato » ». Questa è nuova! Pretendere in fatti che Gesù
di quelle foggie d' empietà, che solo ne' nostri tempi si  sono  udite, nelle quali non si sa decidere se la sciocchezza sia
intera, ma unito insieme con altre cosarelle, che non  sono  morali. Qual meraviglia dunque che poi dicano superbamente
della vostra morale gli abbiamo cancellati, e però non  sono  più doveri. Siamo dunque anche noi maestri di morale. E
altrettanto privi di coerenza e di scientifico valore,  sono  un regalo, che ora, nella sua età decrepita e semimorta, fa
della Chiesa, considerate bene tutte queste parole, che  sono  sue, e vedete che cosa egli stesso vi risponda: vedete a
specialmente che gli errori, nelle scienze profane, non  sono  così perniciosi. Ma che, possedendosi già per un dono
Chiesa Cattolica, tra quali quello dell' insegnamento,  sono  assoluti, perchè dati da Gesù Cristo, da una potestà cioè
e i suoi diritti alcuni falsi costituzionali, poichè  sono  i successori legittimi degli assolutisti, salvo che l'
della giustizia. Le guarentigie dunque che si domandano non  sono  fisiche, ma morali, le quali devono temperare e regolare il
Se questo lealmente si confessa, se a questa confessione  sono  coerenti le leggi riguardanti l' insegnamento, quali
le viste di confondere due cose, che voi stesso sapete che  sono  distinte ed immensamente separate l' una dall' altra? E chi
alcuna seria collisione colla Santa Sede, se i Governi  sono  leali, e non confondono a bella posta le idee. La scusa
alla filosofia , come contraria a contraria, ecc.. -  Sono  da toccare principalmente i mali della Germania e le
da se stessi - Scorsa sul metodo socratico, col quale  sono  scritti i libri di Platone - eccellenza ed opportunità di
questo errore. - Si vide che l' oggetto della filosofia non  sono  le cose fisiche (percettive), ma, oltre le cose fisiche,
che non pervennero alla riflession filosofica. Queste  sono  la guida di tutta l' umanità al suo fine , queste debbono
valore perchè o contengono il fine morale dell' uomo, o ne  sono  i prossimi mezzi. Quindi tutta la Filosofia dee volgersi a
illustrandole ed ordinandole. Ora queste verità, o  sono  ontologiche cioè quelle che dichiarano come sono gli enti;
verità, o sono ontologiche cioè quelle che dichiarano come  sono  gli enti; o deontologiche , che dichiarano come debbano
e la conseguente felicità. Ma le cognizioni delle prime ne  sono  il mezzo prossimo, perocchè la natura dell' anima a ragion
« Nuovo Saggio », lez. VI, p. 1. Ciò che dà l' intuizione  sono  i principii del ragionamento, e principalmente i quattro di
riscalda e raffredda, deve dirsi che le percezioni  sono  imperfette ed escludono qualche circostanza. - La
come si è provato, coll' intuizione che adduce necessità.  Sono  dunque erronei tutti i ragionamenti che negano la
come da un pappagallo, da un stornello, da un organetto,  sono  rumori e strepiti non parole, non atti di parlare umano. E
ancora imperfetta, e dove le proprietà dell' uomo non  sono  analizzate e scomposte; ma dove però sono tutte espresse e
dell' uomo non sono analizzate e scomposte; ma dove però  sono  tutte espresse e contenute come in germe. Tanto è ciò vero,
possano mai darci un risultato scientifico; poichè elle  sono  scompagnate da ogni lume di ragione, che le metta a
scienze quanti i principii, e in quel modo che i principii  sono  ordinati gli uni sotto gli altri, così le une alle altre
altre debbono essere sotto ordinate le scienze. Ecco quali  sono  le basi di una giusta partizione delle scienze; ecco la
spirito d' investigazione. Esempio del coraggio filosofico  sono  le varie fatiche fatte dai più grandi filosofi per giungere
ragionevolmente essere annoverati fra i filosofi: perchè nè  sono  in caso di aggiugner nulla alla scienza, nè hanno l' animo
il senso conosca qualche cosa. Il conoscere ed il sentire  sono  fatti interni. Convien dunque riflettere sopra di essi;
e paragonarli per conoscere se si identificano, o se  sono  fatti diversi, l' uno de' quali non si possa ridurre all'
e se ne compone degli oggetti sensibili, ne' quali vi  sono  sensazioni e concetti universali; e in questo consiste la
si deve inferirne primieramente che per lo meno vi  sono  alcune cognizioni che non sono sentite; perocchè vi sono
che per lo meno vi sono alcune cognizioni che non  sono  sentite; perocchè vi sono indubitatamente alcune cognizioni
vi sono alcune cognizioni che non sono sentite; perocchè vi  sono  indubitatamente alcune cognizioni universali. Qui si
[...OMISSIS...] . Stabilito che alcune cognizioni almeno  sono  universali, discende la conseguenza, che almeno queste non
universali, discende la conseguenza, che almeno queste non  sono  sensazioni, e che, se il sentire tuttavia è conoscere,
non è più una cosa sola, non è una facoltà identica, ma  sono  facoltà genericamente distinte. In tal caso la parola
Ma stabilito che vi hanno alcune cognizioni almeno, che  sono  universali, convien vedere quali siano queste cognizioni, e
delle cose appartiene agli universali, perchè le essenze  sono  sempre universali. A ragion d' esempio, l' essenza dell'
uomo particolare. Dunque tutte le essenze che si conoscono  sono  cognizioni che certamente non si possono attribuire ai
dai sensi le idee. - Qui si dimostri che le idee non  sono  che le essenze ideali delle cose, e che però se non possono
di sensazioni ». - Quindi mostra che le sensazioni  sono  modificazioni dell' anima, e non cose esteriori, e ne
Delle essenze conoscibili e non conoscibili. Le prime solo  sono  nominabili, ed atte ad essere argomento dell' umano sapere;
- Unità e identità dell' anima umana, dove i due principii  sono  uniti (dalla coscienza). 14 Immaterialità dell' anima
Dimostrare come l' analisi dello spirito divide le cose che  sono  in se stesse indivisibili. 1 Divisione dei relativi. -
un po' di meditazione. 2 Divisione degli astratti. - Questi  sono  pensati soli dalla mente e considerati come altrettanti
enti. Ma la facoltà emendatrice dimostra che non  sono  che enti di ragione . - Molti degli Scolastici errarono,
degli Scolastici errarono, perchè convertirono quelli che  sono  puri enti di ragione in veri enti compiuti, e si perdettero
una sola concezione o in una sola formola più cose che non  sono  unite in natura, la facoltà emendatrice dee correggere e
conserva la sua identità. I principii prossimi degli atti  sono  le facoltà, e però la questione cade propriamente sull'
non dell' elemento comune che in esso si trovi. Le facoltà  sono  certi principii d' azione che contengono virtualmente una
delle facoltà rispetto alla moltiplicità de' loro atti, che  sono  aggiunte che vengono fatte alle facoltà, non mutazioni di
secondi, niuna facoltà s' è ancora manifestata. Le facoltà  sono  modi diversi dell' operare del medesimo soggetto. Ora fino
atto del sentimento fondamentale - corporeo. Ora questi due  sono  atti distinti per la loro natura, e però sono innati. La
questi due sono atti distinti per la loro natura, e però  sono  innati. La distinzione poi delle altre potenze nasce dall'
come fanno i savi del mondo, per molti libri, i quali  sono  un rimedio alla nostra ignoranza; come è cosa pazza
carità, che assennatamente riflette, e in tutto si edifica.  Sono  adunque nello stato nostro utili i libri, se di essi
» del P. Scupoli, e il libro « Dell' Imitazione »  sono  i primi. Se pochi altri ne vorrete, vi sovvenga nella
gli autori migliori incominciano da S , volendo dire che  sono  i Santi. In quanto alla sacra Scrittura, i nostri antichi
antichi Cristiani ne erano insaziabili, nè mai i Padri  sono  tanto eloquenti come allora, quando inculcano la lettura di
Quanto agli antichi libri poi, i « Salmi » e i « Proverbi »  sono  di somme istruzioni fecondissimi; e lo stesso santo dottore
le varie parti della Scrittura a varie maniere di persone  sono  specialmente accomodate; sebbene diverse parti di lei
gravissimo, se riguarda la religione. Poichè con essa  sono  affidate alla nostra attenzione le anime, il prezzo delle
vi dee fare e temere e vigilare a custodirlo fedelmente.  Sono  oltrecciò queste anime giovani e innocenti, di cui il
voi avete a dire della piccola vostra congregazione: « Io  sono  gelosa di voi per zelo di Dio. Poichè vi ho sposato a un
Cristo quando ci disse: « Il mondo gli ha odiati perchè non  sono  del mondo, sì come io non sono del mondo? » (6). E a
gli ha odiati perchè non sono del mondo, sì come io non  sono  del mondo? » (6). E a malgrado dell' odio del mondo così
come gli aveva detto (1); e fu per un fine grande, come  sono  tutti quelli d' Iddio, cioè di profetare nella figura di
di verità » (7). 15 « Ti ringrazio, o Signore, perchè  sono  partecipe di tutti quelli che ti temono », per la comunione
cosa, rimediate tosto a' piccioli sregolamenti che non si  sono  potuti evitare colla previdenza, e tutto ciò manco sia
intendere come ciò sia: come le nostre azioni, se fatte non  sono  in nome di Gesù, non abbiano che merito naturale, il quale
sia tutta orazione , colla quale impetrino nuove grazie.  Sono  da meditare singolarmente a quest' uopo le lettere di Paolo
libero; ma Cristo è ogni cosa ed è in tutti » (5). Queste  sono  sublimi cose, e sta in voi abbassarle e porgerle loro
la bellezza singolarissima, e finalmente la bontà infinita,  sono  da destare in esse sensi di gratitudine verso un Dio sì
creder si deve consiste principalmente in due uomini, che  sono  Adamo e Gesù Cristo, e per questa maniera si vede la grande
quelle cose pertanto, nelle quali Cristo non si trova,  sono  quelle di cui leggesi nell' Ecclesiastico: « Non volere
già fu, illuminato e fervente. Or le parole dell' Apostolo  sono  le seguenti. [...OMISSIS...] Letto dunque questo brano
le compartirò in alcuni articoli. « « Io dunque, che  sono  ne' ceppi, vi scongiuro nel Signore, che camminiate
spirito, se non si conosce in che esse membra fra di loro  sono  differenti, e in che si convengono. Conciossiachè è proprio
del figliuolo di Dio ». Adunque e la fede ed il battesimo  sono  di necessità per esser l' uomo raggiunto con questo capo.
proprietà che distinguono i membri l' uno dall' altro. Esse  sono  formate dalle varietà della grazia; la quale parte, come
adunque vuole, che questo modo, onde tutti i membri  sono  uniti in un corpo col capo, ed onde ciascuno è distinto,
mansueti, pazienti, sopportatori degli altrui difetti, che  sono  le quattro virtù innanzi proposte. E maggiormente segue a
se ama salvarsi? Peraltro considerate che questi sempre  sono  doni , cioè non cose dovute; e in primo luogo questi doni
doni , cioè non cose dovute; e in primo luogo questi doni  sono  appunto i meriti. Per questa maniera « empiuto ha egli
nella Chiesa cotesti gradi di grazia, che più tosto  sono  a Dio conosciuti che agli uomini, si distinguono ancora
ancora varii uffizi e dignità, a cui questi gradi  sono  ordinati. Doppiamente poi si ordina la grazia all' uffizio
, giova a santificar se medesimi; l' altre più tosto  sono  date all' altrui santificazione, e all' adornamento della
» (1). E questo egli è pur Cristo che di sè disse: « Io  sono  il buon Pastore » (2): pastore veramente buono, che fra'
intendere il mistero del regno d' Iddio: ma per quelli che  sono  fuori, tutto si fa per via di parabole » (1). Paolo nella «
colui, che quelli futuro prenunziavano. Sostanzialmente  sono  persone dallo stesso spirito inviate a ben degli uomini.
più di pio decoro, permangono sino alla fine. Questi non  sono  da Paolo specificati, ma solo tocchi colle parole di
l' ordinaria dignità di soprannatural potere è fornita.  Sono  ordinari ministri quelli che o con ordine stabilito e
lega e condanna. In somma i reggitori ecclesiastici non  sono  monarchi; sono pastori; non sono re , ma sono maestri degli
In somma i reggitori ecclesiastici non sono monarchi;  sono  pastori; non sono re , ma sono maestri degli uomini .
ecclesiastici non sono monarchi; sono pastori; non  sono  re , ma sono maestri degli uomini . Cristo poi, dice il
non sono monarchi; sono pastori; non sono re , ma  sono  maestri degli uomini . Cristo poi, dice il Dottor nostro,
ancora: « Ricevete lo Spirito Santo » (4), e: « Io  sono  con voi sino alla consumazione del mondo », non muojo più,
questi fur posti « a reggere la Chiesa di Dio » (1), questi  sono  i pastori e i dottori , questi gli sposi della Chiesa, i
sì fatto sacramento. [...OMISSIS...] Tutti questi uffizi  sono  bisognevoli al sacramento eucaristico, e tutti uniti negli
del capo. Molte parti ha un corpo (2). Queste diverse parti  sono  nella Chiesa di Dio i diversi doni e' diversi ministeri
», della carità, mostra, che doni e ministeri nulla  sono  senza questa che gli avviva: essi soli formano i membri
Le giunture poi, per cui è somministrato quel nutrimento,  sono  i Sacramenti della Chiesa, veicoli di grazia, li quali
intermissione pregate » (3); le quali cose, a dir vero,  sono  all' uso de' beati del Cielo. Questo precetto della
guardia dell' inimico. [...OMISSIS...] Gl' inimici nostri  sono  da fuori, e da dentro. Quelli consistono nella lusinga
di qualche particolare oggetto religioso. Commendabili  sono  queste, se dalla Chiesa approvate; ma chi può negare che
antichi solitari d' Egitto, come santo Agostino riferisce,  sono  anche da questo santo Dottore commendate, perchè eccitano
adoratori adoreranno il Padre in ispirito e verità » (1).  Sono  qui delineate le proprietà tutte del vero adoratore: lo
spontanee, che egli vi suggerisce; queste assai volte  sono  frutti dello spirito di Dio; e però allo spirito, e alla
conoscesse; ma veruna approvazione non ebbero. Quelle prime  sono  venerabili, e se le calunnia l' eretico, è a suo gran
spruzzi d' acque, quando sieno puri e salutari. Non però  sono  queste necessarie giammai, come il rigagno non è necessario
Ella è libera: ella signora: pochissimi, manifestissimi  sono  i suoi sagramenti, cioè le sue funzioni essenziali. Ma che
e viene facendo altre sue preci: come fanno gl' idioti.  Sono  adunque due cose principali nella Messa, cioè l'
espresso dagli astanti insieme col Sacerdote. Plurali poi  sono  altresì le parole che succedono: « « In ispirito d' umiltà
senso dell' orazione si ricava dal libro di Daniello; donde  sono  tratte le parole e il concetto. In esso i tre forti giovani
e l' altra di queste cose indicate nelle dette orazioni,  sono  più chiaramente espresse nel Canone, la parte più antica ed
tolta fuori la consecrazione, tutte le orazioni d' offerta  sono  plurali. [...OMISSIS...] Nella quale orazione tutti gli
e rinunzie alla vita, e a quanto è nella vita per Cristo,  sono  ciò che rendono verissimo Sacerdote qualunque cristiano
il suo divoto libro della Comunione. [...OMISSIS...] Mi  sono  allungato parlandovi del Sacramento della Comunione qui,
Comunione qui, dove il discorso fu della Messa, perchè elle  sono  cose congiunte. Il comunicare poi alla Messa si fa all'
festivi, le sacre pompe, le orazioni, i sacrifizŒ, non  sono  nuovi per intero: avvegnachè tutte le genti antiche
quanti bei sensi a lui non esprime ne' sacri templi? Non  sono  segni di idee solamente le parole: anche gli atteggiamenti
tali vanità, al Signore ne hanno fatto sacrifizio.  Sono  perciò le ricchezze delle chiese trofei, che Gesù ha
chiesa più abbisogna e più conviene, nel quale gli uomini  sono  più raffreddati e aderenti alle mondane cose; come inverso
dello spirito e delle virtù de' Cristiani. Quegli ornamenti  sono  buoni, ma questi migliori; nè quelli sono cari a Dio senza
Quegli ornamenti sono buoni, ma questi migliori; nè quelli  sono  cari a Dio senza questi. Quando dunque venite in alcun
semplice povertà v' insegni a sprezzare la mondana vanità.  Sono  nelle chiese, oltre agli ornamenti, delle altre cose; e
altare rappresentano pure le vestimenta di Cristo, che  sono  i Santi suoi. I candelieri accesi, e il Crocifisso nel
a sè ogni cosa. A pie' dell' altare stanno de' gradini, che  sono  le virtù, per cui si va a Cristo. Prima di ascenderli nella
su quelle acque dal Sacerdote. D' alcune altre cose, che  sono  in chiesa, cade di toccare nel capo seguente. Dalla
Chiesa è la SINCERITA`. Essendo santa essa Chiesa, sinceri  sono  quegli atti con cui la santità appalesa. Oltracciò sono
sono quegli atti con cui la santità appalesa. Oltracciò  sono  fatti a Dio, col quale non si scherza, poichè vede nell'
sola che ottenga favore. Perciò le ecclesiastiche cerimonie  sono  ancora semplici e naturali . Per esempio: levarsi in piedi
cui tutto si move. Ogni cosa è bene disposta e regolata.  Sono  prescritti a' Sacerdoti i movimenti e gli atti più minuti,
contegno attenersi e dignitoso. E perchè i mondani uomini  sono  avvezzi nelle loro smorfie, e in certi loro attucci, colle
cerimonie ecclesiastiche è quello di RIVERENZA, di cui  sono  piene verso tutti i membri della Chiesa, cioè i fedeli che
Chiesa, cioè i fedeli che a quelle assistono, e di quelle  sono  gran parte. Ciò pure insegna come dobbiamo portarci a
dalla presunzione, dall' alterigia, e dall' insulto, che  sono  pur le belle costumanze di questo mondo? Ma il carattere
il Signore è con quelli che pregano, ed essi nel Signore  sono  uniti, per cui al Dominus vobiscum segue l' Oremus , cioè
della Chiesa, si trovano pure e sincere , in sè stesse  sono  belle e ordinate , verso Dio sono gravi e maestose , verso
e sincere , in sè stesse sono belle e ordinate , verso Dio  sono  gravi e maestose , verso i fedeli sono piene di rispetto e
ordinate , verso Dio sono gravi e maestose , verso i fedeli  sono  piene di rispetto e d' amore . Che se, in trattando fra noi
dì e della notte, ne vennero Prima e Compieta . Queste ore  sono  santificate anche da' fatti della Passione di Cristo. A
dice i salmi delle Ore canoniche. Gli OffizŒ divini, come  sono  al presente, si possono ancora dividere in tre parti: nel
come è detto, il Salterio, cioè gli OffizŒ feriali , che  sono  uffizŒ di penitenza e di apparecchio alla Domenica, grande
Dio, i veri propositi, e i mezzi di non tornare al vomito,  sono  i frutti di questo sacro tempo. Alla Domenica di Passione
corporea, e poi della spirituale. A questi due fini perciò  sono  indiritti i Sacramenti del Matrimonio e dell' Ordine. Non è
l' acquisita nostra dignità, alla quale dignità tutte cose  sono  sommesse e dell' inferno e del mondo. Ma quanto alle
effetto primo del Battesimo, lavare il peccato. Ma or che  sono  queste acque, che hanno tale potestà? che toccano il corpo,
e s' intenderanno i bei costumi della vergine cristiana.  Sono  pertanto consuetudini e virtù di questo stato illustre e
mirra, liquore che preserva da corruzione; le labbra  sono  fasciate con nastro vermiglio, segnacolo di verecondia ne'
e confondersi davanti a lui, che li dona, quanto i doni  sono  più rari; così del dono stesso della purità ha la vergine
pertanto della carità del prossimo distesamente: troppi ne  sono  e frequenti i trattati. Ognun sa, che il precetto è questo,
dell' altro è adempiere a tutta la legge cristiana (2). Ci  sono  dati intorno a questo primo comandamento di Cristo gli
carità più magnifica. Con questo studio della religione  sono  nobilitate e rese sante le relazioni ed i mutui offizŒ del
o di vivacità di parlare. Tutte coteste fonti di diletto  sono  guaste, o poco nette, e per lo meno non eccedono le
di vivere cogli altri da gusto umano, e suo proprio, da cui  sono  mossi gli altri; anzi che egli ogni sensibile amore tolga
Or quando onesto è questo piacere, quando legittimo? Varie  sono  le cose, che altrui possono dar piacere; ora egli è bello
la quale in tal modo piace a Dio, piace anche a quelli che  sono  di Dio. A coloro, cui altro non diletta che il puzzo di
cioè colla virtù, colle cose per sè indifferenti come  sono  i fregi del vestire, ed ancora co' peccati, co' peccati si
Vorrei che ben intendeste il fine dell' Istituto; e  sono  certo che non solo ubbidireste in tutto, rinunziando alla
l' inquietudine e la tristezza con tutti i mezzi che  sono  in proprie mani, sì spirituali che temporali; cioè onesto e
dubbio e vengono certamente dal nemico dell' anime nostre.  Sono  quegli uccelli di cui parla Cristo nel capo XIII di San
se i nostri pensieri ci apportano frutti sì amari, come  sono  quelli della desolazione, non possono venire che da un
Vi hanno dunque dei ragionamenti che ingannano; e queste  sono  le armi perpetue che usa il demonio per sedurre gli uomini;
Come potremo adunque guarentirci da un tanto inganno? Vi  sono  dei segni generali per distinguere i ragionamenti dolosi e
vengono dalla verità, da Dio, si è quello di osservare se  sono  tortuosi, torbidi, lunghi, involuti, e che non lasciano in
anima in preda al dubbio e con un segreto rimorso. Questi  sono  cattivi sintomi: la luce della verità che viene da Dio è
sistema delle sue verità si contiene; dunque i miei dubbi  sono  insussistenti, essi provengono dalla limitazione della mia
non può raggiungere i grandi misteri rivelati da Dio, come  sono  quelli della Trinità, dell' Incarnazione del Verbo nel seno
in cielo, qual premio della nostra Fede: tutti questi  sono  misteri d' amore, sono un abisso infinito di carità, di cui
della nostra Fede: tutti questi sono misteri d' amore,  sono  un abisso infinito di carità, di cui non possiamo certo
già una grazia grande l' avere di sì buoni genitori, come  sono  i suoi, coi quali Ella può usare della più gran confidenza
che patisce contro la Fede, non ci stia a credere, non  sono  vere tentazioni: la sua fede sta immobile e sicura nel
dei timori e delle trepidazioni, ed anche dei dubbi che non  sono  veri, ma apparenti: cose tutte che Iddio permette per
della casa di Dio e del culto che vi si esercita,  sono  i mezzi adoperati dai santi vescovi, e giustamente presi da
consentanea alla sublime lor vocazione. Eccellenti  sono  i due libri ascetici, ch' Ella accenna, come mi sembrano
rispetto per essi con una ben regolata subordinazione,  sono  del pari mezzi che influiscono a rendere il clero unito,
solo allora quando le persone verso cui si dee praticare  sono  scelte d' un merito reale. Perciò Ella troverà, credo,
e premi a quelli che mostrano più zelo in tal ministero;  sono  altrettanti mezzi per metterlo in onore e farlo fiorire.
del popolo, Ella tocca il punto capitale de' matrimoni, che  sono  il principio e il fondamento delle famiglie, e non può
ed è quello che diciamo dell' Oratorio ; ma gli altri non  sono  predeterminati: e la ragione si è, che essendo vari i
che si faccia una legge di troncare i pensieri inutili come  sono  quelli che riguardano il futuro: questi sono pensieri
inutili come sono quelli che riguardano il futuro: questi  sono  pensieri frivoli e grandemente dannosi: l' uomo dee
che facilmente esaltano la mente e inaridiscono il cuore e  sono  tanto meno importanti per l' uomo che lo studio della
ed io le rispondo che gli atti esterni fatti con sincerità  sono  utilissimi all' uomo che vuole vincere la superbia, e gli
»; se mi farà conoscere che alcuni dei nostri cari fratelli  sono  da lui destinati a tant' opera; credete voi che io
solo ad ubbidire ai divini comandi. Ma i tempi e i momenti  sono  nella potestà di Dio, e le vostre preghiere fatte a me non
banditori evangelici alle nazioni, quando egli vede che già  sono  mature a riceverli, come già disse nel Vangelo: « Levate
volesse stabilire i tempi e i momenti, in cui le nazioni  sono  mature alla messe! Vi ripeto adunque che, col rivolgere a
e quella di predicare il Vangelo e convertire le nazioni,  sono  fra di loro di diversissima natura? La prima non ha bisogno
le possono e le debbono fare tutti i cristiani:  sono  proporzionate alle forze di tutti quelli che hanno buona
e religioso il cuore, se si fa ben conoscere come elle  sono  belle e lodevoli solo allora che servono a mettere il vizio
della purificazione (Levit. XII), le cui espressioni tutte  sono  tali, che dichiarano quella legge non essere fatta se non
e rinnovata nell' anima della Madre. Io spero, anzi  sono  certo, che all' illustre e pio autore dell' articolo, dove
castità? R. Già le regole che danno i maestri di spirito  sono  eccellenti, nè di altre particolari ne avrei. Pure stimo
di cui Roma è centro. Se si trattasse di sapere quali  sono  le più belle vesti e i più bei parati di Chiesa, si
Ella sarebbe una questione di gusto, e come i gusti  sono  diversi, così a certi uomini piacerebbe una forma, a certi
quanti combattono colle più fiere tentazioni! quanti  sono  martoriati da pene interiori! Noi non conosciamo
distintamente quelli che in tante diverse maniere  sono  angosciati, ma basta anche solo conoscere un po' in
d' una congregazione potrebbero da sè stesse pubblicare che  sono  vittime del santo amore, e pretendere che gli uomini le
rivelasse Iddio espressamente che tutte quelle religiose  sono  destinate da lui vittime da immolarsi sull' altare dell'
con cui l' andiamo cercando. Esclusi i mistici, a lei  sono  già noti i più sicuri ascetici e non dubito che ne sia
Signor Gesù Cristo, che hanno una soavità e forza infinita,  sono  adattate ai dotti ed agli indotti, rendono un sapor
rendono un sapor celeste, prestano un alimento divino,  sono  della più esatta verità, senza che nessun pensiero umano vi
cammino. In particolare non feci che poche osservazioni e  sono  queste: La prima, che per altro calcolo poco o nulla,
delle loro operazioni, ed essendo l' oggetto, in cui  sono  occupate, generale, onde non ammette discorso e
più necessarie a sapersi per chi la deve guidare, e questi  sono  massimamente tutti quei luoghi, nei quali tocca, sembrarle
lui, vittime immolate sull' altare del divino amore. « « Io  sono  venuto a portare il fuoco in terra » », Egli disse, e il
al mondo, come il mondo a lui. Insomma le Scritture  sono  piene di questo sentimento, e Iddio ebbe sempre ed ha le
colla divina grazia, tendano alla perfezione; ma le vittime  sono  già perfette, non hanno bisogno di essere associate, e nè
a cui la carità non permetteva che mi sottraessi.  Sono  però desideroso, se a Dio piace, di applicarmi a così dolce
donna che non ha marito, dice che « pensa quelle cose che  sono  del Signore, ad essere santa di corpo e di spirito ». Certo
credendole inutili alla pratica, quando esse anzi  sono  della pratica stessa la vita e la forza; e talora si
misericordia, e la sete della giustizia e della santità  sono  altrettanti doni del Signore, di cui la sua lettera
Chiesa cattolica le persone religiose d' Inghilterra, non  sono  le dottrine, ma alcune pratiche della Chiesa Romana, io ho
individui cattolici; e molte pratiche che in se stesse non  sono  cattive, salvo il dogma, non le impone come obbligatorie ai
possano prima di morire arrivare a quest' unità, verso cui  sono  mosse dal divino Spirito, senza però che il loro libero
la porta. Dio pur volesse che tutti i Vescovi separati che  sono  in Inghilterra, insieme colle loro diocesi, venissero all'
i mali, in felici avventure tutte le umane calamità! Tali  sono  i sentimenti che io veggo in Lei, mio caro Marchese, e di
Potessi essere a Torino e dar loro qualche conforto! Ma  sono  anch' essi sì religiosi, che troveranno nella mano che
Cattolica nell' opera d' invitare a sè que' Cristiani che  sono  fuori del suo seno, debba essere e sia di mantenere o
suole dividere i suoi membri in altrettanti collegi, quante  sono  le opere principali di Carità ch' egli esercita. Onde
agli occhi o almeno nella pratica di costoro, tutti i mezzi  sono  buoni per arrivare a quell' uno. Questo principio spiega
più bene che non gli individui separati, i quali  sono  pure anch' essi esposti qualche volta a prendere inganno, e
qualche volta a prendere inganno, e tanto più quanto più  sono  liberi e abbandonati, e quanto sono meno umili. 6
e tanto più quanto più sono liberi e abbandonati, e quanto  sono  meno umili. 6 Dimostrato che l' ubbidienza pienissima è
questo fine è morto Gesù Cristo: i santissimi Sacramenti  sono  istituiti per questo ed hanno un' efficacia infinita,
mio carissimo e veneratissimo Marchese: le orazioni non  sono  mancate in vita, non mancheranno in morte al suo Augusto: e
celesti, e dei documenti preziosissimi! Quante volte non mi  sono  avveduto che nel suo spirito si diffondevano degli sprazzi
Dio, perchè noi ne caviamo copioso profitto. Io intanto mi  sono  subito a Dio rivolto, sia per offerirgli il sacrifizio di
la sua giornata entrò nel riposo e nel gaudio del Signore?  Sono  questi gli altissimi sentimenti della sublime vocazione a
che s' incontrano più o meno in tutti i principii, e che  sono  utili e necessarie nell' ordine della Provvidenza,
di travagli, ha tuttavia le sue secrete dolcezze, le quali  sono  tali e tante per un' anima amante che vincono le amarezze,
vi farete conoscere, si saprà in Verona che a S. Zeno vi  sono  uomini zelanti per sovvenire alla poveraglia. Oggi 23, ho
d' accordo d' indurre i cristiani cattolici, a cui  sono  mandati a predicare, a provvedersi d' un simil libro, e a
maestra e madre, nel grembo della quale per grazia di Dio  sono  nato e sono rinato alla grazia. Il tenore dell'
madre, nel grembo della quale per grazia di Dio sono nato e  sono  rinato alla grazia. Il tenore dell' ossequiatissimo foglio,
attaccamento alle dottrine della Santa Romana Chiesa di cui  sono  figlio. Beatissimo Padre, io bramo modificare tutto ciò che
ed ubbidiente alla Santa Sede, quale per grazia di Dio  sono  sempre stato di cuore, e me ne sono anche pubblicamente
quale per grazia di Dio sono sempre stato di cuore, e me ne  sono  anche pubblicamente professato, io le dichiaro di
che la permette pe' suoi adorabili fini, ed io perciò ne  sono  contentissimo. Sono ormai certo che verrà proibito tanto il
suoi adorabili fini, ed io perciò ne sono contentissimo.  Sono  ormai certo che verrà proibito tanto il libro delle «
altro di questi possono cosa alcuna nei momenti presenti.  Sono  momenti di turbazione e di passioni. Ottenuta la
molti beni; e fra gli altri io ne vedo uno, del quale  sono  a Dio gratissimo, e questo si è del tenermi più lontano dal
fosse a noi benevolo. Ringraziamone di nuovo Iddio: io mi  sono  sottomesso alla proibizione ciecamente, benchè mi sia
eguali si dimostrano e non cangiano clima come le rondini,  sono  quel tesoro inapprezzabile di cui parlano le divine
felice, e con tutta la sincerità e devozione del cuore mi  sono  sottomesso al decreto, senza conoscerne o ricercarne i
erano ragioni di proibirle, altro a me non importa sapere.  Sono  bensì grato all' amicizia ch' Ella mi dimostra in questa
agli occhi nostri, perocchè in sè stessi i suoi disegni  sono  sempre grandi, anzi infinitamente grandi. Circa il
nascosto di quello che seppi, non vi ho ingannati; ma bensì  sono  stato ingannato io, e tosto che rilevai la cosa, ve la
cosa la sua gloria. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.49 Vi  sono  oltremodo obbligato della cara vostra lettera, che dimostra
e indifferenti ai negozi religiosi. Comecchè sia, io mi  sono  ciecamente sottomesso a quel decreto, com' era mio debito.
atto doveroso per ogni figliuolo della Chiesa, di cui io  sono  l' ultimo; nè per grazia di Dio un tale avvenimento mi
Gesù Cristo: « « La messe è molta per certo, ma gli operai  sono  pochi: pregate dunque il Signore della messe che mandi
messe che mandi operai nella messe sua » ». Sì certamente  sono  scarsi ed anzi scarsissimi gli uomini apostolici, i quali
uomini apostolici, i quali non possono essere tali, se non  sono  eminenti nell' orazione e nello zelo di annunziare la
diffondere il Vangelo agli infedeli, se non quei pochi che  sono  di provata vocazione, e con zelo ardente a questa
si esige anche molto ingegno, perchè quelle loro filosofie  sono  veramente maravigliose, e quasi l' estremo sforzo dell'
dei missionari ben addentro in tali dottrine, le quali  sono  state fatte conoscere all' Europa dagli Inglesi,
mettere a suo tempo i nostri missionari, cioè quando  sono  più formati nello spirito, e in tal caso si dovrebbero
insieme la semplicità e la prudenza evangelica. Queste  sono  cose, o mio caro, che nessuno degli uomini può insegnare, e
colle orazioni de' miei compagni. Le quali orazioni non  sono  utili soltanto ai defunti, ma di conforto anche ai
siccome è degno. Il che non fanno sicuramente quelli che  sono  pigri ed accidiosi, e hanno quasi noia e fastidio di
i santi esercizii della orazione, specialmente quelli che  sono  ordinati dalle nostre consuetudini, e più ancora, se potete
lena e vigore. [...OMISSIS...] [...OMISSIS...] 1.50 Vi  sono  obbligato della parte che prendete alle mie tribolazioni, e
mio carissimo, per l' amore del nostro Dio; perchè esse  sono  un difetto, e ci rubano la dolcezza del cuore, e
vizio funesto che esse contengono: non badiamo che esse  sono  opposte alla sapienza, la quale ci dice di non doversi
dice di non doversi aspettare quaggiù la piena perfezione,  sono  opposte alla santissima umiltà come quelle che presumono
presumono troppo dell' uomo e di noi stessi, e sopra tutto  sono  opposte alla dolcissima carità, [...OMISSIS...] Conviene
usque dum perficiatur »! Quanto le angustie di Cristo  sono  state maggiori delle nostre! Certo di tanto, di quanto egli
carne, e del sangue, e del demonio. Perocchè queste sole  sono  quelle cose che distolgono l' uomo dalla virtù e dalla
di que' libri, ove si tratta di quegli argomenti nei quali  sono  consegnati i semi, così scarsi tutt' altrove, delle
certo Le sia dunque il pensiero che oso soggiungerle. Io  sono  persuaso che l' uomo (e molto più la società) non possa
gli altri principii vogliono essere subordinati, dal quale  sono  corroborati e santificati. Il rifiuto o l' indifferenza che
a toglierli, se si può, e quando usati tutti i mezzi che  sono  in nostro potere, non si riesca, per licenziare dall'
per licenziare dall' Istituto gli inosservanti. Le regole  sono  queste: 1 Il Superiore deve dimostrare una ferma volontà
e graziosità a' suoi sudditi, specialmente a quelli che  sono  stati corretti, e si sono emendati, od hanno promesso
specialmente a quelli che sono stati corretti, e si  sono  emendati, od hanno promesso emendazione. Già s' intende che
di tutte le Chiese; Che in ubbidienza alla detta Chiesa io  sono  pronto a fare qualunque dichiarazione, correzione o
cose necessarie. Quelle carrozze ed altri oggetti, che ora  sono  in Roma, e che già mi rendono la favola del pubblico, non
molto più, di sè medesimo; perchè questi affettuosi lamenti  sono  a lui cari, ed egli non potrà resistervi, se li farete di
e della povertà di queste cose visibili e corruttibili?  Sono  in fine i desiderii della morte, famigliari a tutti i
dei doni che mi ha mandato la vostra carità, e che mi  sono  pegno della vostra filiale devozione, e sì per rispondere
che noi nascessimo o lo sapessimo desiderare. Quali adunque  sono  i mezzi per ottenere questa unione intima, e continuamente
agli occhi dell' anima nostra, udendo le sue parole quali  sono  scritte nel Vangelo, contemplando le azioni da lui fatte
cristiano ha intorno gli ornamenti di Gesù Cristo; e questi  sono  più o meno ricchi e preziosi, secondo l' abbondanza delle
mentre anzi, se pensa che tutti questi tesori gli  sono  stati dati gratuitamente e contro ogni suo merito, egli dee
il desiderio sincero del disprezzo (cosa preziosissima),  sono  le seguenti: Non dare (generalmente parlando) agli uomini
Carità, bramando di accogliervi unicamente quelli che vi  sono  « missi a Deo , » non mai chiamati da me; che Dio me ne
il mio sincero sentimento circa quanto mi domanda: mi  sono  raccomandato a Dio prima di darlo, ed ho consultato qualche
umiltà e di mansuetudine. [...OMISSIS...] 1.50 Due sistemi  sono  stati sperimentati circa la relazione degli ordini
ma in quella vece l' esperienza dimostra che queste  sono  deboli, poco utili alla Chiesa, di breve vita anche senza
benchè non in tutto, legittimo superiore dei religiosi che  sono  nella sua Diocesi e che hanno il privilegio dell'
pratica efficaci, richieggono due condizioni che non si  sono  finora dappertutto verificate. La prima è, che le relazioni
fossero solleciti della sua conservazione, come ne  sono  gli stessi superiori, e non pensassero soltanto ad
E` dunque necessario che, come i Superiori dell' Istituto  sono  obbligati dalla loro professione di promuovere coll'
ragionevolezza di ascoltare intorno a ciò i Superiori, che  sono  quelli che conoscono davvicino le forze e l' abilità dei
in tutto e per tutto come piace a lui, e in questo gli  sono  pienamente soggetti. Lo stesso si dica delle altre opere
santificare Lei e tutta la sua famiglia. Le vie del Signore  sono  ammirabili e superiori al pensar nostro: dobbiamo adorarne
e le caritatevoli espressioni d' un amico in Cristo  sono  sempre soavissime e salutari, quanto più non riescono tali
che mi vanno assalendo, sebbene con modi poco decenti,  sono  mossi in qualche guisa dallo zelo per la purità della fede,
a tutte le altre anteposta. Di poi considero che tali cose  sono  permesse da quell' Eterno nostro Signore e Creatore, senza
dagli avversari. Perocchè quanti amici in Cristo mi si  sono  manifestati in questa occasione che non sapeva pur d'
che tutti quelli che ben intendono questa gran verità,  sono  facilmente contenti di ogni uffizio, esercitandolo,
gratitudine alla divina bontà che a tanto li elesse; e  sono  simili a coloro che, lavorando nel fuoco, non possono a
di vincere o piuttosto di deporre la timidezza soverchia  sono  i seguenti: Il primo mezzo è non aver paura della timidezza
anima nostra. Io so, mia veneratissima Signora, che questi  sono  i suoi conforti, come sono i miei. Da molto tempo non ho da
Signora, che questi sono i suoi conforti, come  sono  i miei. Da molto tempo non ho da Roma nuova alcuna, spero
angustiato, esclusivo, e di somiglianti cose ripieno, che  sono  grandissimi difetti ed impedimenti al compimento dell'
che sarebbe di noi in questa o quella ipotesi; chè non ci  sono  pensieri più vani di questi, nè più atti a turbare la pace
la vostra lingua: oltre quella, non avete diritti. Vostre  sono  innegabilmente la Sicilia, la Sardegna, la Corsica, e le
progresso materiale che, nelle vostre condizioni dell'oggi  sono  illusioni. La Patria sola, la vasta e ricca patria
terre incognite, contro nemici potenti e avveduti. I popoli  sono  diversi corpi, le divisioni di quell'esercito. Ciascuno ha
ad ogni uomo che risponde al chi sei? degli altri popoli:  sono  Italiano. Quei doveri e quei diritti non possono essere
l'Unità. Gli stati nei quali si divide in oggi l'Italia non  sono  creazione del nostro popolo: uscirono da calcoli
rappresenta la vita individuale. Tutte le altre divisioni  sono  artificiali, e non s'appoggiano sulla vostra tradizione
la patria per tutti. Il voto , l' educazione, il lavoro,  sono  le tre colonne fondamentali della Nazione; non abbiate posa
esservi soddisfatta: la vita morale, la vita intellettuale  sono  cancellate, e con esse l'emulazione, la libera scelta del
nella distribuzione del lavoro? È impossibile. I lavori  sono  di natura diversa, non calcolabile sulla durata o sulla
Rassegniamoci dunque all'ignoranza sulle cose che ci  sono  per lungo tempo ancora inaccessibili, e non abbandoniamo,
delle nostre facoltà intellettuali. Le nostre facoltà  sono  gli strumenti di lavoro che Dio ci dava. È dunque
Ma vi son cose che costituiscono il vostro individuo e  sono  essenziali alla vita umana. E su queste neppure il popolo
illimitatamente libera: i diritti dell'intelletto  sono  inviolabili, ed ogni censura preventiva è tirannide: la
ad una sola: perocchè le qualità dell' essere ideale  sono  intieramente diverse ed opposte a quelle dell' essere reale
veri a chi non li ha prima d' ora avvertiti, tuttavia essi  sono  innegabili e patenti; e ne ho, come mostravo, testimonio
manifesta massimamente nell' uso delle parole. Due adunque  sono  i modi dell' essere al tutto distinti fra loro e
loro e inconfusibili, l' ideale e il reale ; due parimente  sono  le facoltà umane primitive che presiedono a' que' due modi,
nostri sensi, prima che noi ce ne formiamo le idee. Ma mi  sono  formata la difficoltà:« come, date le percezioni sensitive
purchè si cerchi nella composizione delle lingue che  sono  specchio al pensare comune degli uomini. Basterà dunque
la latina e la toscana. Ora tutte queste appellazioni non  sono  che altrettanti aggettivi sostantivati ; ed ora che cosa è
peculiare, e non agli altri. Sicchè ciò che significano  sono  appunto concetti della mente, e non realità fuori della
segnano che l' idea : quindi tutti i nomi, anche proprii,  sono  nomi comuni e nulla più, e il nome comune, appunto perchè
adunque di cui parlo comprende anch' essa tre parti e  sono  le seguenti: 1. un argomento, dal quale io arguisco che un
una visione della cosa reale; giacchè le relazioni non  sono  che altrettanti esseri ideali, non potendo esse esistere
il segno, la determinazione, al quale la mente pensa Dio,  sono  tali e talmente fra sè congiunte che dànno argomento della
convincono insieme la necessità della sua sussistenza, non  sono  già lo stesso essere divino, esse non ne contengono se non
che sia un corpo o altro, secondo gli indizi che ci  sono  dati (1), possiamo imaginare quella essenza generica o
sicchè tutte le nozioni che entrano in quel concetto non  sono  che l' essere stesso analizzato e distinto, senza uscire
, perchè in sostanza teoria e scienza o cognizione  sono  due sinonimi: e pratica viene a dire, non teoria, non
e questa tutta nel reale; che la teoria e la pratica non  sono  già due sezioni o parti della stessa scienza , ma che la
quali si ha qualche produzione o formazione esterna: e tali  sono  le arti meccaniche e le liberali. Ma delle azioni legate
senza che producano e formino nulla di esterno; e tali  sono  le operazioni intellettive e morali: anche queste, perciò
operazioni intellettive e morali: anche queste, perciò che  sono  azioni, appartengono alla pratica e talora si denominano
di queste condizioni, per le quali l' uomo può svilupparsi,  sono  gli oggetti esterni che irritano i suoi sensi e vi
quelle delle cose materiali e dello spirito suo proprio. Vi  sono  alcune operazioni della mente che l' uomo può esercitare
la mente nostra fuori del materiale delle idee positive che  sono  la base di tutto il loro lavoro: ma fuori al tutto delle
della Teologia naturale. I confini della Teologia naturale  sono  segnati nell' idea che naturalmente aver possiamo di Dio,
naturale poteva giunger da sè, vale a dire perchè queste  sono  indivisibili da quelle altre di un ordine superiore che
delle cose naturali. Giacchè i soprannaturali misteri  sono  veramente un compimento delle cognizioni naturali, le quali
un compimento delle cognizioni naturali, le quali ne  sono  come i lineamenti e gli sbozzi vuoti di quelli; e quelli
abbiamo chiamate negative o ideali7negative , e che pure  sono  vere e preziosissime. Ora è appunto questa maniera di
che anche le varie specie di sensazioni, che egli patisce,  sono  tali che non hanno fra loro nessuna similitudine, cioè che
non hanno fra loro nessuna similitudine, cioè che i suoni  sono  interamente diversi dagli odori o da' sapori, non
egli acquista della luce, con sentire a parlare di lei, non  sono  tolte dalla sensazione reale della luce stessa, della qual
della luce stessa, della qual sensazione egli è privo; ma  sono  tolte dalla relazione di una cosa che si chiama luce colle
di vetro o di acqua e le idee di passaggio e di divisione  sono  a lui note per gli altri sensi. Insomma può conoscere
che è l' Unigenito Figliuolo di Dio Padre, e a cui perciò  sono  aperti e palesi tutti i tesori della divinità, in cui
dell' assenso che noi diamo alle divine cose,  sono  anzi nuove prove della verità delle cose rivelateci:
ragione quella che ci mostra la necessità, che a quelli che  sono  privi di un senso debbano riuscir misteriosi e
fatti che Iddio ha operato cogli uomini, i quali fatti non  sono  in sè stessi necessarii, ma dipendenti dalla divina volontà
maniere di verità, cioè: 1 di verità necessarie , le quali  sono  nella concezione dell' uomo ideali7negative ; e 2 di verità
esempio in un problema determinato d' algebra le incognite  sono  espresse con quantità perfettamente cognite in un certo
in sè stesse, ma ne' loro elementi, o termini co' quali  sono  quasi come in cifra e in enimma disegnate (1). Oltre la
o stimolato e mosso da degli agenti naturali, come  sono  tutte le cose che compongono quest' universo e che per la
discorso di Santo Stefano al Concilio degli Ebrei, questi  sono  chiamati duri, che resistono al pungolo dello Spirito
amore ed operazione naturale. Tutte le divine Scritture  sono  piene di questa grande verità, e lo stabilirla è lo stesso
non ha più diritto di tenerne il nome, che i suoi seguaci  sono  usciti dalla grande comunione della cristiana società. Ma
Cristo continua a dire, così esponendo il terzo effetto che  sono  le buone opere: [...OMISSIS...] . Il quarto effetto è l'
dello Spirito Santo: [...OMISSIS...] . Nelle quali parole  sono  dichiarate le proprietà di questo ultimo effetto, cioè una
della rivelazione, il naturale ragionamento non giunge, ma  sono  positivamente comunicate agli uomini. La Teologia rivelata
quali idee , quasi da luce calore, escono i sentimenti che  sono  poi cagione prossima di quelle interiori azioni di culto:
preghiere vocali, riti e cerimonie religiose, che, quando  sono  abbracciate da tutto un popolo, diventano popolari e
esistano le azioni interiori di culto, e perciò queste  sono  la sua base e, se si vuole così, la sua essenza: ma esse
base e, se si vuole così, la sua essenza: ma esse azioni  sono  legate necessariamente : 1. ai sentimenti; 2. alle idee; e
della Religione, separandolo da quelle parti che gli  sono  essenziali o concomitanti o accessorie. Se tutti per tanto
della religione soprannaturale, riassumendoli qui tutti,  sono  i seguenti: 1. Una Teologia , ossieno delle idee intorno
la dottrina. Le potenze dell' anima, dice S. Tommaso,  sono  molte; ma l' essenza dell' anima è unica: quelle dunque
molte; ma l' essenza dell' anima è unica: quelle dunque  sono  diverse da questa, ma da questa derivano come tralci da un
anima è il principio comune delle potenze, così le potenze  sono  altrettanti principii delle varie maniere di operazioni che
ai principii delle azioni stesse: quindi le potenze  sono  la sede delle virtù e dei vizii. Ma nell' ordine
cioè l' essenza dell' anima, giacchè le singolari potenze  sono  solamente la sede delle virtù singolari, e non di ciò che è
l' essere dalle mani del Creatore, le quali pur allora  sono  , non trapassano da uno stato all' altro, non diventano
soggetto di tutte le potenze, perchè io medesimo che penso,  sono  quello altresì che vuole, che ama, che patisce, che opera:
dal mio fare; ma non diverso, ma sempre identico e unico  sono  IO, a cui tutti questi atti appartengono, come a loro
quali seguitano le sensazioni: sicchè le imagini o fantasmi  sono  vere sensazioni e simili di natura alle percezioni
una tale idea di ricchezza? Le idee dunque, per sè sole,  sono  fredde, e tanto più fredde e inefficaci a muovere la nostra
fredde e inefficaci a muovere la nostra volontà, quanto più  sono  astratte e negative, cioè tali che non ci dànno la
tutto, e che ne parlano con riverenza; parlo di quelli che  sono  i più dotti, che più s' affaticano nella ricerca della
e una cotal nobiltà di concetti vi si gusta per entro, pure  sono  tutti solleciti di schivare, siccome scoglio, le idee
di eccellenza intima e soprannaturale. [...OMISSIS...] Vi  sono  nello spirito delle potenze che hanno bisogno di esser
di esser mosse da altre potenze, che in ragione di attività  sono  ad esse superiori: per cagione di esempio, l' intelletto ha
bisogno di essere mosso dalla volontà o dall' istinto. Vi  sono  delle altre potenze le quali non sono mosse da una potenza
o dall' istinto. Vi sono delle altre potenze le quali non  sono  mosse da una potenza superiore, ma in esse è il principio
le ho chiamate principii attivi . Non tutte le potenze  sono  principii attivi, sebbene tutti i principii attivi o no,
dire, per quanto mi pare, potenze. I principii attivi  sono  tanti quanti sono i sentimenti; perocchè la osservazione
mi pare, potenze. I principii attivi sono tanti quanti  sono  i sentimenti; perocchè la osservazione mostra che a ogni
Ora nell' uomo, fino che resta nello stato naturale, vi  sono  due sentimenti essenzialmente diversi, cioè soffre, è
così:« Tutti gli atti primi dello spirito umano per sè  sono  privi di coscienza: nessuno de' primi sentimenti ha in sè
a rendersi oggetto della nostra osservazione; mentre  sono  assai facili a osservarsi gli atti suoi, cioè le
quali egli prende nome di potenza. Nell' uomo naturale due  sono  i sentimenti fondamentali, l' animale e l' intellettivo; i
l' animale e l' intellettivo; i quali piuttosto  sono  due parti di uno stesso sentimento fondamentale che si
in noi e l' aver coscienza de' suoi effetti, quali  sono  i frutti dello spirito che l' Apostolo enumera ai Galati,
è il TUTTO. Il TUTTO, cioè tutto l' essere , tutto il bene  sono  sinonimi. Questo concetto che, sebbene indistinto, il tutto
la creazione dell' uomo naturale; perchè questi sentimenti  sono  sostanziali , cioè costituenti l' IO, la essenza specifica,
uomo un essere congiunto a Dio. Tutti due questi sentimenti  sono  formati dall' unione dell' ESSERE allo spirito umano: il
quelle cose, e si pone nell' animo nostro la questione, se  sono  credibili, o no. Noi dobbiamo concludere questo giudizio in
della volontà nostra ed è soggetto alle leggi, a cui  sono  soggetti gli atti della volontà, esposte da noi più
e due lo stesso fondamento, cioè i lineamenti fondamentali  sono  i medesimi: questi lineamenti sono le idee pure e negative
lineamenti fondamentali sono i medesimi: questi lineamenti  sono  le idee pure e negative di Dio. Nella cognizione naturale
degli uomini che posseggono la grazia divina, i quali  sono  detti talora templi di Dio , talora essi stessi Dei ;
divinità: perocchè tre ve ne possono essere in questo; e  sono  i seguenti. Il primo sistema è platonico; e in esso si fa
causa efficiente , è fuori di controversia: i teologi però  sono  divisi, se Iddio operi anche come causa formale . Io credo
è quella energia onde esso sussiste; come forme accidentali  sono  quelle particolari attività a lui inerenti ond' egli si
del senso . Ma qui è da osservare con attenzione quanto  sono  per dire. Il corpo sensibile non è punto sensitivo, non
le sensazioni che produce non appartengono a lui, non  sono  il termine della sua attività, come tali. Il termine comune
reali. Questo è quanto dire, che gli esseri stessi reali  sono  oggetto dell' atto dell' uomo intelligente. Or come è
che Dio è forma oggettiva non già col suo modo ideale, come  sono  le altre cose, ma si bene con sè stesso immediatamente,
si rende forma oggettiva di esse. Ai Padri della Chiesa non  sono  sfuggiti questi ragionamenti; e credo che la dottrina
aver di lui la immediata percezione viva ed efficace, come  sono  sempre le percezioni, giacchè con esse noi soffriamo dalle
per lo Figliuolo nello Spirito Santo«. Le quali particelle  sono  acconcissime a indicare non già una operazione diversa, ma
entrano a produrre la medesima e semplicissima operazione.  Sono  costanti i Padri in questa maniera di esprimersi circa la
il Creatore coll' intelletto per quelle cose che  sono  state fatte, veniamo all' intelligenza della Trinità, di
e modi d' ogni essere creato, come osserva S. Tommaso  sono  indicate in quelle parole del libro della Sapienza (4): «
« Questi tre [elementi], dice egli, ove son grandi, ivi  sono  beni grandi: ove piccoli, ivi sono beni piccoli: ove nulli,
ove son grandi, ivi sono beni grandi: ove piccoli, ivi  sono  beni piccoli: ove nulli, non v' è nessun bene. E per egual
v' è nessun bene. E per egual modo, ove que' tre elementi  sono  grandi, ivi sono delle nature grandi; ove piccoli, ivi sono
E per egual modo, ove que' tre elementi sono grandi, ivi  sono  delle nature grandi; ove piccoli, ivi sono delle nature
sono grandi, ivi sono delle nature grandi; ove piccoli, ivi  sono  delle nature piccole: ove nulli, non v' è nessuna natura.
Principii della Scienza Morale , a cui mi richiamo. Ivi mi  sono  fatta la obiezione:« che se la intelligenza apprezza l'
ideale , e l' essere morale non formano già tre persone, nè  sono  unite in una sola sostanza: che anzi l' essere ideale nelle
la cattolica fede, consta di una sostanza, nella quale  sono  tre personali sussistenze, cioè tre distinte persone. Era
cose. Di poi, se l' effetto di queste operazioni interiori  sono  due persone distinte, cioè il Figliuolo e lo Spirito Santo;
le divine persone e che i Teologi chiamano nozionali , non  sono  già atti che abbiano movimento e progresso, come sono tutte
, non sono già atti che abbiano movimento e progresso, come  sono  tutte le operazioni e gli atti, dei quali noi abbiamo
si chiamano atti nozionali nella santissima Trinità, non  sono  che le nozioni stesse, le stesse relazioni sussistenti, le
che le concepisce, ma è necessità della cosa, perchè quelle  sono  relazioni inerenti e intrinseche all' essenza stessa divina
delle cose. Le operazioni, onde procedono le persone, non  sono  già una terza cosa media fra la natura divina e le divine
cioè a dire dalle persone (5), perchè le persone non  sono  che relazioni. Gli effetti dunque degli atti nozionali, non
divina che le ha prodotte, nè colla divina sostanza; ma  sono  qualche cosa di separato e di esteriore alla stessa divina
sapienza, è in un modo diverso interamente da quello che  sono  gli oggetti della mente nostra. Gli oggetti della mente
oggetti della mente nostra. Gli oggetti della mente nostra  sono  forme accidentali di essa mente, i quali, come oggetti, a
e del Figliuolo. Queste tre relazioni vive, sussistenti,  sono  tre persone, perchè ciascuna è « una sostanza intelligente
» Ciascuna è suprema e indipendente, perchè tutte e tre  sono  perfettamente eguali, perchè sono non una sostanza diversa,
perchè tutte e tre sono perfettamente eguali, perchè  sono  non una sostanza diversa, ma la sostanza medesima
di riflettere molto che ciò che formano le persone, non  sono  la potenza, la sapienza, e la bontà, ma le relazioni
deiforme (2): perchè l' effetto, cioè le creature, non  sono  Dio, nè Dio è formalmente unito alle creature nell' ordine
dolcezza di un gaudio ineffabile la nostra volontà: queste  sono  le tre forme o modi, in cui si appalesa in noi il
all' intendimento: l' amore appartiene al cuore dell' uomo:  sono  certamente cose differenti, per quanto l' una possa nascere
si considererà che, sebbene in sè stesse le persone non  sono  realmente distinte dalla divina sostanza, tuttavia noi
divine in noi: perchè la potenza, la sapienza, e l' amore  sono  attributi comuni a tutte e tre egualmente le persone, e non
col modo del loro procedere, siccome detto è innanzi, e non  sono  quelle loro proprietà, dalle quali vengono costituite.
dell' Evangelio. [...OMISSIS...] Perciò i Cristiani  sono  battezzati nel nome del Padre, del Figliuolo e dello
sieno per sè manifesti a chi conosce già l' alto mistero,  sono  chiusi a chi nol conosce, poichè non insegnano il mistero
consiglio, cioè il ministro, o il mezzo onde gli uomini  sono  illuminati e salvati; i Padri della Chiesa insegnano che
nelle anime de' suoi Santi, i quali perciò appunto  sono  chiamati altrettanti Cristi nelle Scritture? Io sarei
di quella medesima santità onde il Padre e il Figliuolo  sono  santi, partecipano anco i Cristiani; sicchè è uno il
possono essere sapute e intese anche da quelli che non  sono  punto nè poco in grazia. Veggiamo adunque in qual altro
che aderisca a me e a me si congiunga: senza questo, non  sono  entrato nell' uomo, sono fuori della porta«: l' uomo è la
me si congiunga: senza questo, non sono entrato nell' uomo,  sono  fuori della porta«: l' uomo è la sua volontà, l' uomo è la
volontaria e pratica del Verbo, nella Scrittura sacra  sono  detti tenebre (7). « La luce, dice S. Giovanni, luce nelle
in essa degli effetti suoi, dei doni, i quali però non  sono  la sua stessa persona. Dico ancora che, in tal caso, la
dice appropriazione e che abbiamo più sopra spiegata, e che  sono  comuni veramente alla Santissima Trinità. Ove dunque lo
è il donatore: il donatore è un solo, sempre Cristo; i doni  sono  molti e varii. Ma che è di questo donatore? Egli stesso è
dato il Figliuolo, la sapienza personale: e agli uomini  sono  stati dati altresì de' varii doni, delle varie rivelazioni,
Spirito Santo, [...OMISSIS...] . Nel qual passo chiaramente  sono  distinte le efficenze , o beni, o doni dello spirito, dallo
i doni e grazie, delle quali parliamo, [come] essi non  sono  che carità sotto diverse forme, in diverse attitudini, in
i movimenti e gli affetti e gli istinti che continuamente  sono  in azione nel fondo e talor, può dirsi, nell' abisso dell'
che più acutamente ritorcono lo sguardo in sè stessi, e che  sono  avvezzi a far abitualmente la disanima più scrupolosa delle
insegna appunto l' Apostolo là dove dice, che « in Cristo  sono  tutti i tesori della sapienza e della scienza NASCOSTI« (1)
singolari parole di Cristo in questo, che i cristiani, che  sono  nel regno di Cristo, cioè della chiesa, hanno in sè lo
Questi caratteri, come risulta da ciò che fu detto,  sono  due, il primo che con quel sentimento noi dobbiamo sentire
favella al suo divin Padre così: [...OMISSIS...] . Che cosa  sono  le parole di Cristo date a lui dal Padre? Certo quelle cose
Padre? Certo quelle cose che egli ha udite dal Padre. E che  sono  le cose udite dal Padre? L' essere suo di Figliuolo dal
propria persona: questa immediatamente lucente nelle anime  sono  quelle parole ricevute dal Padre, che fanno conoscere che
origine, dopo che ebbero in sè il sermone del Padre: non  sono  più del mondo, sono originati da Dio, come il Figliuolo è
ebbero in sè il sermone del Padre: non sono più del mondo,  sono  originati da Dio, come il Figliuolo è nato dal Padre. Con
paia strano ciò che affermiamo, che chi vede il Verbo, dove  sono  tutte le notizie, non abbia però tutte queste notizie in sè
però tutte queste notizie in sè distinte, perchè varii  sono  i gradi della percezione del Verbo, non solo in terra, ma
ve le ho date a sentire, vi ho dato a sentire me stesso che  sono  verità. E perchè? Per comunicarvi il mio gaudio. Che è il
ed è anche in questo senso, che il Verbo divino dice: « Io  sono  la via« (2) ». S. Paolo distingue parimente i due gradi
i doni del Figliuolo, cioè le illustrazioni mentali non  sono  più che operazioni deiformi nelle anime sante, appropriate
fede di lui. Le prime appartengono all' antico Testamento e  sono  grazie deiformi: le seconde appartengono al nuovo, e si
Santo: i peccati di quelli a cui voi li rimetterete,  sono  rimessi, e a cui li riterrete, sono ritenuti« (1) ». E
cui voi li rimetterete, sono rimessi, e a cui li riterrete,  sono  ritenuti« (1) ». E certo fu quello un dar loro lo Spirito
volontaria si porti di nuovo, aderendo, a quelle verità che  sono  già in noi: il Verbo insegna quindi la verità che nella
parte a parte, gli elementi, di che esse si compongono, che  sono  le cognizioni distinte, le cognizioni particolari (1). Ora
Santo, dice così: « In quel giorno CONOSCERETE che io  sono  nel Padre mio, e voi in me, e io in voi« (2) ». Non dice
Spirito Santo si fa per via di riflessione? E innumerevoli  sono  i passi del Vangelo di S. Giovanni che confermano la stessa
che risulta dalla verità e dalla vita: « Io, disse,  sono  la via, la verità, e la vita« ». E sebbene Cristo così
diverrà poi nell' anima un fonte. L' acqua che dà Cristo,  sono  quelli che abbiamo nominati più sopra doni o grazie dello
dello Spirito, ma il fonte è lo Spirito Santo; quelli  sono  un avviamento, un arra di questo; questo è il compimento di
sì bene solo l' azione in noi di cosa reale (6). Ora quali  sono  gli effetti della percezione dello Spirito? Efficacissimi:
solamente con questa differenza, che le sensazioni non  sono  che modificazioni di noi stessi, e quindi non hanno nulla
potuto applicare alla sua incarnazione quelle parole: « Io  sono  uscito dal Padre e venni nel mondo« (3): e quelle altre:«
rivelata (3) o comune, e la teologia mistica o segreta; che  sono  come le due parti di quella cognizione che possono avere
sapienza, e l' una non intende l' altra; e per così dire si  sono  presenti, e non si veggono: quindi la sapienza del mondo
che « l' uomo animale non percepisce quelle cose che  sono  dello Spirito« (2) ». Colla dottrina medesima parimene s'
di quella che possano raccorre tutti gli uomini che  sono  vivuti e che vivranno unque mai sopra la terra, insieme
con voi in eterno« (2) ». Perocchè lo Spirito e il Verbo  sono  che fanno l' azione reale nell' anima e la collustrano. Al
altro sapere. Indi è che la letteratura e la pietà non  sono  cose che vadano sempre insieme, ma bene spesso stanno
accusano appunto per questo quelli che alle divine cose  sono  applicati, di voler sperdere le scienze dalla terra e
il sentimento di sè; egli è manifesto che anche quelli che  sono  di piccolo spirito o che non hanno tempo da applicarsi agli
il principio della scienza e il principio della pietà  sono  diversi: quello è idea , questo sentimento sostanziale e
le eseguisce appieno, ma fa ancora prodigi di carità che si  sono  veduti sempre farsi da' santi, e mai da altri fuorchè da'
se non come acefala ; tuttavia le loro diligenze e studi  sono  commendevoli sotto un punto di vista, e sono utili a quelli
e studi sono commendevoli sotto un punto di vista, e  sono  utili a quelli che hanno il principio religioso, i quali
non hanno in sè stessi che una simulazione di esso. Questi  sono  quelli che hanno una falsa pietà, vani, ipocriti e
si sdegnò e tuonò sì alto lo stesso Uomo7Dio. Questi  sono  i veri distruggitori della morale; e la divina Provvidenza
direttamente e senza involture. I Riformisti del secolo XVI  sono  deviati dal principio religioso, ma la loro deviazione
di empietà. Infatti oggidì i protestanti, che si  sono  più avanzati nello sviluppo progressivo del loro sistema,
come quella che parve loro un assurdo e un abisso,  sono  dati addietro, son venuti al cattolicesimo. Indi le ultime
ci ha più mezzo fra questi due estremi: due soli sistemi  sono  concepibili, il naturalismo e il soprannaturalismo: il
memoria le loro soluzioni. « Come tutti gli altri animali  sono  forniti di tali forze, colle quali possono ottenere i fini
Unicamente perchè si giudica che quel metodo, col quale si  sono  mutati di mano in mano e trattati que' segni, non possa
deve considerarsi quanto segue. Le funzioni della ragione  sono  due (1), la percezione e la riflessione . La riflessione è
e questa è la ragione perchè i filosofi del secolo  sono  pronti in negarla, e a dichiararla stolta e veniente da un
usa male quest' arma della ragione, e chi la usa bene  sono  i così detti razionalisti loro avversari, sarebbe pur non
punto nè poco l' arma della ragione, vi hanno rinunziato;  sono  i soli razionalisti che della ragione fanno uso, essi soli
i soli razionalisti che della ragione fanno uso, essi soli  sono  i padroni del campo, non hanno in presenza avversarii di
vedere che il supporre tanti milioni di avversarii, quanti  sono  i cattolici, aver rinunziato alla ragione, è qualche cosa
di maneggiare le loro disputazioni. In primo luogo, chi  sono  gli avversari del signor professore di Hala? Abbiamo detto
altre che, per la natural via della retta ragione, si  sono  conosciute intorno a Dio e alla sua volontà, e di
fatto veramente conferma la teoria del nostro professore:  sono  essi d' accordo gli uomini nelle idee religiose? non c' è
Perocchè altro è il poterle riconoscere, quando ci  sono  date, e altro è il produrle in atto nella nostra mente: il
le regole inferiori dell' arte, le quali altro non  sono  che applicazioni della regola suprema, la quale nuda e sola
e in presenza de' patiboli? Che supplizii e tormenti non si  sono  adoperati a provare se si poteva svellere o smuovere dal
tutti i secoli e tutte le nazioni, perchè gli uomini si  sono  indotti ad ammettere la persuasione religiosa, cioè una
loro, de' filosofi? Ora quale certezza può avere ove non vi  sono  due capi che convengono in pensare allo stesso modo e in
dimostra evidentemente che novantanove di essi almeno  sono  nell' errore, e quindi non vi è se non la centesima parte
e che più fieramente vantino una tal forza coloro, i quali  sono  più degli altri ravvolti nelle perpetue dissensioni: e
forse per altro se non per parole e i fatti di Cristo che  sono  tutti contenuti nella Bibbia? - Sì, certamente: io ne ho
che si hanno in favore della parola evangelica , non  sono  solamente validi singolarmente presi, ma è nel loro
possono dire immediate per sè, per questa ragione che non  sono  circoscritte da limite di tempo e di luogo, di tal modo che
mediate e immediate, ma tutte le operazioni divine  sono  egualmente mediate e immediate. 2 Una rivelazione
Dio opera tutto con un atto solo e eterno, tuttavia non si  sono  tenuti per questo dal partire le divine azioni in mediate e
di relazioni e di effetti di un atto medesimo. Ora queste  sono  quelle che noi denominiamo poi mediate e immediate , senza
cattolici chiamino mediate le azioni di Dio in quanto  sono  vestite dallo spazio e dal tempo; e che la parola d'
la parola d' immediate si riservi a significar quelle che  sono  immuni dallo spazio e dal tempo. Ma sebbene i cattolici
sì bene mediante degli Angeli, come dice S. Paolo, i quali  sono  anch' essi creature di Dio e entrano a formar parte della
ecc.. Finalmente è da avvertire che di tali circostanze  sono  forniti i miracoli, generalmente parlando, come quelle
uomo« veggo l' essere, Io veggo la verità (3), ma io non  sono  l' essere, io non sono la verità che pur veggo. Privo dell'
Io veggo la verità (3), ma io non sono l' essere, io non  sono  la verità che pur veggo. Privo dell' essere, privo della
a sè quelle prerogative che solamente all' essere  sono  dovute. L' usare di quest' essere che l' uomo vede, l'
il concetto di similitudine: abbiamo detto che due cose  sono  simili quando hanno una qualità comune: che non esistendo
potremmo conoscere che i varii esseri, cui noi percepiamo,  sono  più o meno imperfetti, se in qualche modo non avessimo in
hanno in sè di diverso e, per così dire, di eterogeneo, ma  sono  impermisti e semplicissimi. Di questo è che anche nell'
alla sola cognizione de' primi principii, che non  sono  altro finalmente se non l' essere innato nelle varie sue
ed alla stessa percezione, almeno considerate in quanto  sono  cognizioni . Perocchè che è il conoscere e percepire una
spirito (1). Ma dunque se nell' essere ideale si trovano e  sono  già contenute tutte le cose in quanto sono possibili (2),
si trovano e sono già contenute tutte le cose in quanto  sono  possibili (2), in quel modo che la condizione è contenuta
nel nostro sentimento e ci lascino delle modificazioni, che  sono  altrettante traccie e segni di sè stesse, coll' aiuto delle
e i teologi, cioè che Dio solo E`, e le altre cose non  sono  veramente. Ecco come si spiega assai facilmente questa
in sentimenti loro proprii, i quali sentimenti parimenti  sono  informati e costituiti dai loro oggetti o più veramente da
loro l' essere di nostro proprio moto: e così quelle che  sono  azioni in noi, ci diventano altrettanti esseri, non perchè,
cose colla sua parola (2); e che le cose tutte fuori di Dio  sono  vanità, sono tratte dal niente e sono niente (3). Platone,
parola (2); e che le cose tutte fuori di Dio sono vanità,  sono  tratte dal niente e sono niente (3). Platone, a cui piace
tutte fuori di Dio sono vanità, sono tratte dal niente e  sono  niente (3). Platone, a cui piace di vestire le sue dottrine
percepiamo propriamente non è mai l' essere, ma unicamente  sono  azioni e passioni (5); e che queste azioni varie non sono
sono azioni e passioni (5); e che queste azioni varie non  sono  l' atto primo (il quale è unico ed è l' essere stesso); e
Perocchè dopo aver detto che, rispetto alle cose che  sono  e si formano, Iddio è di tutte la sussistenza ed è tutte le
la percezione, manifestamente conosce, che esse non  sono  l' essere, che esse non sono, e non ci si fanno conoscere
[più] con Dio che colle creature, perchè le creature non  sono  l' essere, e Dio è l' essere, e l' essere è quello che
nostra mente e Dio. All' incontro tutte le altre cose non  sono  l' essere: non ripugna adunque per esse il non sussistere,
quindi manifesto, che se le cose assolutamente parlando non  sono  l' essere, e se all' incontro la luce della mente è l'
essere, il primo atto a quelle passioni che per sè non  sono  se non atti secondi i quali perciò presuppongono il primo:
del gentilesimo non meno che quei del cristianesimo, non  sono  veracemente, perchè di Dio solo è ogni essere, essendo egli
che seduce e trae a crederle qualche cosa per sè stesse,  sono  chiamate ora« vanità«, e ora« menzogna«, e che Dio solo è
qualità comuni e delle qualità proprie, appunto perchè non  sono  perfettamente semplici. Indi è a dire, che non può esistere
Figliuolo consostanziale. Conciossiachè in quelle cose che  sono  della medesima specie, appena vedute, si ha notizie anche
ha notizie anche di quelle non vedute, per ciò appunto che  sono  consostanziali (3). Dalle quali tutte cose manifestamente
non meno del lume naturale che del soprannaturale, che, ove  sono  insieme , non formano che uno e medesimo lume, perchè sono
sono insieme , non formano che uno e medesimo lume, perchè  sono  pur uno e medesimo essere. E quelle parole che seguono: « E
in genere, la divina o di grazia. Perocchè tutte queste  sono  quasi altrettanti gradi di partecipazione d' una medesima
e alla sapienza dell' ottimo Creatore, le cui opere  sono  sempre perfette, come dice la Scrittura. Finalmente si può
Persone divine sparsi nella natura eziandio ragionevole non  sono  tali se non per una cotale appropriazione che noi facciamo
in sè la propria felicità, appunto perchè le potenze non  sono  che mezzi di ottenere questa felicità, non sono che un vaso
potenze non sono che mezzi di ottenere questa felicità, non  sono  che un vaso che dimanda di essere riempito. L' uomo non
e vogliono che essa pur basti a sè stessa. Ma quanto  sono  lontani dal conoscere la natura umana! Che questi sieno
amorevolmente all' opere delle sue mani? Che enti  sono  questi, che dicono all' Eterno che li ha formati: «
la nobiltà e l' eccellenza (3). E perocchè le opere di Dio  sono  tutte perfette, come dice la Scrittura, ed egli è senza
di peso e noia infinita, non foss' altro, perchè gli si  sono  fatte muro di separazione dal suo Dio, il quale si è
n' acquista e partecipa le doti degli spiriti, le quali  sono  principalmente l' incorruzione e la vita immortale. Indi è
l' una dopo l' altra tutte le semplici forze di cui  sono  forniti. Supponiamo adunque l' uomo nelle pure condizioni
dall' un canto, della inclinazione sensitiva dall' altro,  sono  quelle che generano nell' uomo il combattimento morale e
quale appetisce attualmente i beni futuri. Ciò stabilito,  sono  da vedere le condizioni del precetto positivo che si pone
finita, e per conseguente intorno altresì ai limiti che  sono  posti ad ogni libertà naturale di qualsivoglia creatura
della grazia rompe, per così dire, le angustie in cui  sono  le creature, toglie via, quasi direbbesi, i loro limiti,
in sè stessi, viene a terminare in Dio, per questo che  sono  fatti una cosa con Dio: « Io in essi dice Cristo parlando
medesima grazia alcuni hanno perseverato nel bene, e altri  sono  scaduti: non già per diversità della grazia, ma sì dell'
intera: perocchè tutti i principii che la costituiscono  sono  nel loro posto e senza alcuna discordia fra essi formano
di perfezionare la sua cognizione dell' essere come  sono  i sensi animali di cui l' uomo è fornito. Ma in luogo di
scorgere immediatamente molte sue determinazioni, le quali  sono  ciò che i teologi chiamano specie infuse . Potevano adunque
e ribellanti alla signoria di quella grazia, che però non  sono  da lei nella vita presente intieramente dominate e
individuo generato: ciò che in esso resta sempre immutabile  sono  i principii costitutivi di questa stessa natura, che non è
Di che nasce che da uomini nascono uomini (nei quali vi  sono  per natura i due principii della volontà e dell' istinto);
e lo sperare le cose da Dio rivelateci sulla sua parola,  sono  altrettanti atti morali e meritorii, i quali per ciò ci
grandezza che appartiene alla natura ma non alla persona,  sono  manifestamente ingannati: perocchè la perfezione a cui
Non esagero punto: si consideri la cosa con diligenza. Non  sono  pur i soli filantropi quelli che vogliono il bene della
Tutti dunque gli uomini, nessuno escluso, appunto perchè  sono  uomini, hanno voglia del bene, tutti cercano una perfezione
Qual è dunque la differenza per la quale alcuni  sono  detti buoni, ed alcuni altri sono detti cattivi? Non è
per la quale alcuni sono detti buoni, ed alcuni altri  sono  detti cattivi? Non è altra che questa, che alcuni i quali
detti cattivi? Non è altra che questa, che alcuni i quali  sono  detti buoni, ogni qualvolta si accorgono trovarsi in
della natura. Ed al contrario che alcuni, i quali  sono  detti cattivi, preferiscono questa a quella: sicchè ciò che
persona e subordinatamente a questo il bene della natura,  sono  i buoni: quelli che non vogliono il bene della persona,
bene della persona, sebben vogliano il bene della natura,  sono  i cattivi. Trasportiamo questa teoria nell' ordine
avvedimento e molti altri pregi; e dall' altra che tuttavia  sono  riprovati dall' Eterno. Ciò nasceva perchè la perfezione
pratica, seguiti da queste due gran fazioni dell' umanità  sono  così opposti fra loro, così irreconciliabili, così
più pronte a muoversi nell' uomo e le prime a svilupparsi  sono  quelle della sensibilità animale. Le quali si trovano pur
Or gli oggetti verso i quali si praticano gli atti morali  sono  Iddio e l' uomo: onde le due leggi supreme della morale
si faceva maraviglia di non essere ancora conosciuto: « Io  sono  con voi da tanto tempo, e ancora non mi avete conosciuto?«
di che grandi opere io sia padre o facitore. Queste opere  sono  indissolubili per cenno mio; sebbene tutto ciò che è
dell' ideale perfezione, e se l' uomo e le altre cose tutte  sono  veramente opere di Dio, come ammettono tutti quelli a'
tutta la umanità. Gli uomini riflessivi di qualunque secolo  sono  stati altamente colpiti al vedere quell' inclinazione al
che un tal fatto offre alla mente di chi lo considera e che  sono  principalmente le seguenti: La natura in tutte le opere sue
bene e quello del male? Egli è vero che anche gli animali  sono  soggetti al dolore: ma privi come sono d' intelligenza essi
anche gli animali sono soggetti al dolore: ma privi come  sono  d' intelligenza essi nè conoscono, nè posson bramare una
alla dignità morale. Il loro dolore come il loro piacere  sono  de' fenomeni inerenti alla loro natura e che passan con
uomo, ove si considerino senza il lume della rivelazione,  sono  difficili a conciliarsi colla giustizia di Dio: perocchè
a spiegare il disordine dello stato presente dell' uomo,  sono  degni di ogni attenzione; poichè da una parte attestano il
l' azione della meditazione filosofica, ma nel loro fondo  sono  più antiche del nascimento della filosofia; sono opinioni
loro fondo sono più antiche del nascimento della filosofia;  sono  opinioni popolari tradizionali, e dal popolo i filosofi le
tempo di felicità e di virtù, dalla quale poi gli uomini  sono  scaduti per qualche loro mancamento. Per ciò con ragione
l' autorità che me lo annunzia è infallibile. Le mie forze  sono  limitate: se io non veggo come il peccato si possa
sola spontaneità, colla quale credono gli uomini che ancor  sono  nello stato d' infanzia, ma con una credenza che potesse
alla giustizia e all' esistenza stessa di Dio, i quali  sono  i fondamenti della morale; egli è manifesto il bisogno che
questi due elementi essere stati in Adamo, e di questo  sono  soddisfatti senza più. Ma il venire imputato al bambino uno
che la filosofia non ha mai potuto sci“rre e che pur  sono  di tanta necessità all' uomo di saperne il risolvimento
Abbiamo veduto che anche tutte le potenze dell' anima  sono  state vulnerate dal peccato originale. Ora questa lesione e
comunicazione colla intelligenza, e queste due parti  sono  due essenze separate, l' una delle quali, per così dire,
di quella proposizione: Che tutte le opere degli infedeli  sono  peccati (2). Egli è bensì vero che la virtù naturale non
impieghi all' amore divino quelle facoltà o potenze che non  sono  ordinate a questa operazione. Perocchè se tutte le potenze,
da Alessandro VIII intorno al peccato filosofico. Esse  sono  le seguenti: [...OMISSIS...] . Se queste proposizioni sono
sono le seguenti: [...OMISSIS...] . Se queste proposizioni  sono  condannate, dunque convien dire che sieno vere le
a tutti i precetti naturali; conciossiacchè troppe  sono  le tentazioni e troppo violente. E ciò basta a poter
maggior grado non tengono che di mezzo : e per ciò fino che  sono  peccatori, di tanto la divina provvidenza a loro soccorre e
è uopo perchè servano acconcissimamente al fine , a cui  sono  subordinati. Per la massima gloria adunque di Cristo sono
sono subordinati. Per la massima gloria adunque di Cristo  sono  stabiliti tanto quelli che si salvano come quelli che
anche degli esseri malefici, cioè i demonii, i quali  sono  forniti di forze atte a nuocere alla umanità, viene in
più. Perocchè le conghietture che si possono fare dal detto  sono  le seguenti: PRIMO. - L' anima che macchiata dal peccato
che esse ardono nel fuoco, ma rispetto a quelle anime che  sono  aggravate dalla sola colpa originale, riteniamo assai
ordine soprannaturale. Perocchè tutte le nature, in quanto  sono  create, costituiscono ciò che si chiama l' ordine della
altresì la stessa sussistenza e realità di quest' essere  sono  costituiti in un ordine soprannaturale. E tale fu Adamo,
sciolta quell' antica questione. Perocchè due cose diverse  sono  a dimandarsi:« se l' anima sebbene spirituale si propagini
mai, ma non altro fare che svilupparsi, come quelli che  sono  ravviluppati gli uni negli altri continuamente: sicchè
vera la preesistenza dei germi, tuttavia questi non  sono  già per noi dei piccoli animaletti, nè molto meno degli
materia il continuo, il quale non ha parti, e però tanti  sono  i sentimenti semplici quanti i continui. Il continuo però è
per sè sussistenti, i quali, considerati come senzienti,  sono  altrettanti animali. Così ho spiegato la generazione negli
bisogno di far altro. Perocchè le parti che ne nascono  sono  tali che corrispondono alle leggi fisiche, chimiche e
pure riceve quel dire del Genesi: « Tutte le anime che  sono  uscite dal femore di Giacobbe« (.) ». E quelle di S. Paolo
. Usa anche S. Tommaso la similitudine delle membra che  sono  colpevoli e punite del peccato commesso dal capo. Ma egli è
morale, ma solo una cotal imputazione legale per la quale  sono  involti in una pena che, considerata intrinsecamente, o non
creerebbe anche l' anima animale conciossiacchè non vi  sono  nell' uomo due anime, ma un' anima sola. Egli è vero che la
venendo a galla secondo l' ordine della divina Provvidenza,  sono  donate agli uomini da quel Dio che rende sempre più
cosa è il popolo ebreo? E` Abramo ovvero Giacobbe. Che cosa  sono  i discendenti di Davide? E` Davidde stesso. Giacobbe ossia
loro ha bisogno di una certa condiscendenza, che tutti non  sono  presti egualmente di concedere. Finalmente si consideri
un principio di morte spirituale. Questi due principii  sono  indicati dall' Apostolo in quel passo: « Il primo uomo fu
se non nel sistema delle tre anime separate, le quali  sono  giustamente rifiutate dalla Scuola (3). Insegnando dunque
delle particelle che compongono un corpo umano, le quali  sono  in un continuo movimento e partono dal medesimo per dar
quali sono: [...OMISSIS...] . Ecco adunque, che mentre  sono  concepiti gli uomini, dice il Concilio, ricevono l'
umane sieno create e infuse nell' atto del concepimento,  sono  costretti di non ammettere già un miracolo solo, facendo
soggetto, e da una cosa divina, oggetto: le quali due parti  sono  così coerenti tra sè che nulla più; sicchè di due, senza
che Adamo peccando commise un peccato personale, come  sono  tutti i peccati attuali liberi. Che questo guasto della
naturalmente fu immune da peccato. Perocchè innumerevoli  sono  i luoghi de' Padri co' quali affermano che ciò fu perchè
perchè non vi intervenne uman seme; e molti pure e evidenti  sono  quelli nei quali si legge che fu perchè non vi intervenne
è facile render ragione perchè anche i figli di coloro che  sono  rigenerati nel santo battesimo, ricevano il peccato
sopra di cui è lavorata; e molte dottrine rivelate, o non  sono  misteriose se non perchè rimangono ancora a trovarsi quelle
suo insegnamento. I Padri della Chiesa, quelli stessi che  sono  riputati come ingegni naturali i più straordinarii,
e di quell' idea. Di modo che vi possono essere e vi  sono  nell' anima dei sentimenti e delle idee di cui l' uomo non
umano, perocchè tutte le sensazioni che riceve appresso non  sono  che modificazioni di quel primo sentimento; e tutte le idee
le idee che egli acquista e i ragionamenti che fa, non  sono  che i sentimenti veduti in rapporto coll' idea dell'
questo non può premettere alla fede delle verità che gli  sono  proposte da Santa Chiesa alcun esame e alcuna dubitazione,
istinti, dietro ai quali si muove spontaneo, e gli istinti  sono  suscitati dalle cose esteriori, dalle quali l' uomo
civile società possono diminuire queste tentazioni, se  sono  bene ordinate, possono accrescerle in caso contrario: la
ma vi ha anche delle società anteriori ad essa, quali  sono  la società teocratica e la domestica, come pure tutte
fine speciale: ella deve soggiacere alle stesse leggi che  sono  comuni a tutte le società. Il fine della società civile non
natura e di ragione, originarŒ e conseguenti od acquisiti,  sono  anteriori e indipendenti dalla società civile. 2 Che la
e più generalmente parlando i governi delle società civili,  sono  obbligati di riconoscere questo diritto del popolo e quindi
e così più perfetto. Infatti i governi ed i governanti non  sono  istituiti a loro pro, o a pro delle loro famiglie, ma
ma unicamente a pro della moltitudine che governano;  sono  ministri di Dio per il popolo. Nè questo pregiudica ai loro
autorità e i loro proventi. L' autorità ed i proventi non  sono  diritti de' governanti se non in quanto servono o sono
non sono diritti de' governanti se non in quanto servono o  sono  necessarŒ al buon governo: pregiudicando a questo cessano
principŒ nella Filosofia del Diritto. Ma nello stesso tempo  sono  persuaso che il diritto signorile non può aver luogo se non
e di fanciullezza; non più fra quelle popolazioni che  sono  già mature per l' influenza che ha esercitato lungamente
esercitato lungamente sopra di esse il cristianesimo. Tali  sono  a mio vedere le nazioni cristiane d' Europa, per tali si
l' uno e l' altro regolarmente organizzato. Queste  sono  le due parti, bipartite l' una e l' altra, nelle quali
tribunali. Le leggi altre antecedono a lei, come vedemmo, e  sono  le naturali o razionali, quelle della società considerata
fatto precedentemente nella Filosofia del Diritto. Altre  sono  quelle che va poi facendo lo stesso potere legislativo, e
agli occhi dei socŒ e di tutti gli organi della società.  Sono  adunque quattro i problemi che noi ci proponiamo da
considera per suoi capi, conosce che quelli che la guidano  sono  pieni di delitti, sono abbominevoli, ed anco, se si vuole,
conosce che quelli che la guidano sono pieni di delitti,  sono  abbominevoli, ed anco, se si vuole, ingiusti usurpatori del
non obbedisca ad essi mossa dall' opinione che quelli  sono  i suoi capi, e chi non sa indurre in essa questa opinione,
dal peso enorme del sociale potere sotto cui altrimenti  sono  in pericolo di venire schiacciati. Giacchè il giudicio è
d' essere verissimo, che il modo, onde i diritti dei deboli  sono  tutelati, non è altro che la buona volontà di quelli che
giudicano di doverlo fare. Questi che potrebbero offenderli  sono  in primo luogo indubitatamente quelli che governano la
Così pure se la legge o il diritto indeterminato, come  sono  i diritti delle libertà accordate dalla costituzione, e
nelle sue conseguenze. Questa separazione delle materie che  sono  di competenza del Tribunale politico, da quelle che sono di
sono di competenza del Tribunale politico, da quelle che  sono  di competenza dei Tribunali comuni, mi sembra la più
sentenze alle leggi scritte ed alle loro conseguenze che  sono  implicitamente contenute in quelle. Ora il Tribunale
è il custode della Costituzione: gli altri Tribunali  sono  i custodi delle altre leggi: il Tribunale politico dee
esser fondata sopra a qualche articolo di quelle leggi che  sono  state portate fuori della Costituzione, la questione è di
. Poichè gli uomini non hanno già pensato a questa, come  sono  stati costretti di pensare tantosto alla giustizia , come
altra in se stessi o in quei pochi mezzi che più ovvii si  sono  lor presentati fa sì che sebbene desiderosi d' arrivare a
traccie di maggiori regolarità in quelle società civili che  sono  state più crudelmente agitate da convulsioni intestine, e
proporsi che venga distribuito in tre parti: le quali  sono  le seguenti: 1 Il Tribunale politico che abbiamo indicato e
che ogni uomo abbia dei diritti, i quali, appunto perchè  sono  coll' uomo innati, si possono chiamare i diritti dell'
che non possedevano il diritto sulle proprie azioni, quali  sono  i figliuoli, le mogli e i servi perpetui. 1) La seconda
quelli che non possedono hanno parte nella società, cioè  sono  rappresentati, come potranno poi sostenere i pesi? chè non
ad una stessa società generale qual' è quella in cui  sono  gli uomini per la comunanza della natura. Ma questa non si
propongo di stringere ai proprietarŒ fra di loro, e che io  sono  indifferente che si chiami civile o con altro nome, perchè
che si propone a suo fine immediato. Questi interessi non  sono  che i diritti nelle singole persone, ed il suo fine è di
un mezzo per cui si conservi lo stato di natura. I diritti  sono  nello stato di natura: e questi diritti son quelli che
nè produrre: quello stato di natura umana in cui gli uomini  sono  legati fra loro per affezioni ad essi naturali, e per
la mattina in cima della fortuna? Senzachè, quelli che non  sono  ancora proprietarŒ possono arricchire, ed essere prosperata
ad ottenere lo scopo proposto; che i ricchi solitamente  sono  inerti ed incapaci di governare, e che perciò non è utile
governo civile, diventeranno più crudi e spietati che non  sono  colla plebe; che vedendo d' aver in mano tutto il potere
ricchezze debbano mutar padrone: e perchè? perchè i ricchi  sono  malvagi. Ma togliete voi i ricchi quando avete fatto mutare
diede loro la filosofica autorità di rapire l' altrui, si  sono  resi i proprietarŒ: ed allora, nuovi proprietarŒ,
di quella società civile, nella quale tutti i diritti  sono  rappresentati, l' amministrassero male; non seguirebbe da
proprie operazioni a tempo, e non illimitatamente, come  sono  i giornalieri e tutti i mercenarŒ, i quali appartengono
pensare ad essi appartenente; poichè la vita ed il corpo  sono  due diritti semplici, e che per se stessi hanno un solo
l' incivilimento. Ma v' ha di più, egli proseguì: Non  sono  interessati i non proprietarŒ nelle guerre che possono
la loro vita meno che quella degli altri uomini? o non  sono  forse capaci di portare le armi contro il nemico, e
meno timore cioè quelli che hanno meno da perdere, e, come  sono  i non proprietarŒ, che nulla possedendo all' esterno
in questo stato. Egli è vero bensì che i loro diritti  sono  di tal natura, che non si possono, infranti che sieno, a
nè pure i membri componenti l' Amministrazione sociale ne  sono  totalmente al sicuro; perchè il debile non è mai sicuro dal
i lavori forzati poco approdano, le guardie stesse  sono  nuovo carico alla società, ed il lavoratore rinunzia bene
persona, o su cose a lui strettamente unite, e questi  sono  tre: sulla vita, sul corpo, e sull' operazione; la 2 dei
o materiale. Tutti egualmente i membri della società civile  sono  cittadini . A questa parola vien assegnato un nuovo senso
possono avere una rappresentazione attiva nella medesima,  sono  i proprietarŒ. Or egli è necessario di vedere come la
che dimostra questa funesta verità « che gli uomini tanto  sono  più tentati di offendere la giustizia quanto più sentono
mediante l' esperienza hanno imparato a conoscer sè stessi,  sono  in un obbligo morale di agire verso dei loro simili con una
ogni diritto abbia una modalità: ma queste modalità talora  sono  separate dal diritto come sarebbe nei servi, i quali hanno
proprŒ diritti quanto quella dei diritti dei servi. Quindi  sono  essi che portano nella società civile da amministrarsi in
che quella libertà che loro piace: mentre questi poveri  sono  obbligati per un diritto naturale di far tutto ciò che è
d' esser venuti alle ultime estremità: 1) i poveri adunque  sono  essenzialmente persone non libere: e quella libertà
nol facessero a volontà. Vero è dunque che i mercenarŒ non  sono  al tutto alla condizione dei servi; ma quella poca libertà
torre gliela potrebbero senza toccarli nei loro diritti:  sono  adunque i mercenarŒ simili ai poveri o non proprietarŒ, che
libertà non sia dipendente dal corpo dei benestanti, da cui  sono  pagate le mercedi, sicchè se i benestanti volessero,
umana agiata e soave e fornita di tutti quelli aiuti che  sono  necessarŒ ad un maggiore sviluppo dello spirito. Egli è
cuore, e al godimento degli onesti piaceri: i quali beni  sono  di un pregio inestimabile sopra la materiale ricchezza. Il
della umanità, e le richiamerebbe dentro alle famiglie onde  sono  uscite, cioè farebbe retrogradare la società: il che, come
bene nè fare un male a se stessa. Le arti ed il commercio  sono  di somma utilità ai possessori delle terre: dunque questi
da questi rami industriali, come questi rami industriali  sono  dipendenti da essi. La dipendenza adunque è scambievole, ed
meglio consideriamo la valutazione loro nel fatto. Quali  sono  dunque gli elementi che costituiscono questo prezzo, o
questo prezzo, o questa valutazione delle cose?  Sono  due: 1 La ricerca delle medesime corrispondente ai bisogni
ma da tutta la società, nella quale le cose valutate  sono  in corso. Ciò posto, se i fondi industriali e commerciali
in corso. Ciò posto, se i fondi industriali e commerciali  sono  soggetti al pericolo della sorte, egli è evidente che nella
e del prezzo di tutte le altre cose mobili e stabili che  sono  poste in circolazione nella società. Egli è impossibile
bonariamente il posto a quelli che sulla loro disgrazia si  sono  arricchiti? Per quanto adunque sieno speciosi i principŒ
tratta di formare la società sopra queste basi. Ma queste  sono  impossibili, si risponde. E come, ripete la Commissione,
si risponde. E come, ripete la Commissione, non  sono  esse necessarie? Rimossa l' equità e la giustizia, che cosa
impossibili da praticarsi: dice solamente, che esse non  sono  possibili a praticarsi con tutto il rigore, e che praticate
questa obbiezione non è che apparente; perchè se gli uomini  sono  obbligati a seguire l' equità, essi non sono però obbligati
se gli uomini sono obbligati a seguire l' equità, essi non  sono  però obbligati di seguirla se non in quel tanto, che essi
mentre è coll' animo cioè con una vera volontà che essi  sono  obbligati di seguirla tutta. Se malgrado di questa loro
equità, non debbono per questo venire a discordia, ma bensì  sono  obbligati di stringere la convenzione stessa secondo un'
fondi non possono giammai essere che approssimative, perchè  sono  l' opera degli uomini; il credito dei debitori della massa
gli uomini d' altra parte chieder giammai l' impossibile,  sono  obbligati dalla ragionevolezza che debbe accompagnare i
giustizia che propriamente si chiama equità . Gli uomini  sono  obbligati da una legge morale di prefiggersi nelle loro
e perchè se lo debbono prefiggere efficacemente per ciò  sono  obbligati altresì di ottenerlo con questo mezzo giusto: la
che a lui apportano le basi soprafissate: conciossiacchè  sono  ragionevoli e venienti come conseguenze dai diritti di
dalla Assemblea dopo che è stato dimostrato: 1 che esse  sono  necessarie per l' ottima consecuzione del fine sociale,
del fine sociale, cioè pel comune vantaggio; 2 ch' esse  sono  le deviazioni menome che far si possano, dati i lumi
delle due forze elementari dell' uomo e della società  sono  le due parti elementarŒ del supremo potere: Tribunale
fu distinta negli articoli o paragrafi seguenti: 1 I voti  sono  tanti quanti gl' individui nella società: quelli che non
tanti quanti gl' individui nella società: quelli che non  sono  in possesso dell' uso della ragione lo danno mediante i
madri vedove oltre il proprio danno altrettanti voti quanti  sono  i loro figliuoli di qualunque età sieno. 5 Dopo instituito
poichè essa è basata sul principio che tutti gli uomini  sono  giuridicamente eguali; cioè che tutti gli uomini sono
sono giuridicamente eguali; cioè che tutti gli uomini  sono  egualmente esseri morali. Il voto che si dà è fornito di
e non mai due consigli. I voti adunque degli elettori  sono  tanti consigli o giudicŒ, e perciò niuno di essi può avere
ed i padri, oltre il proprio, danno altrettanti voti quanti  sono  i loro figliuoli. » Il voto, considerato come un atto d'
sola o da due persone. Poichè nella famiglia numerosa vi  sono  tanti più diritti da difendere e da rappresentare quanto è
tempo le persone nulla hanno a fare col Tribunale; ed elle  sono  rispetto al medesimo come se non fossero. Il Tribunale
mediante la ragionevolezza degli stessi genitori: questi  sono  quelli che da un prudente timore della propria fragilità
quelli che da un prudente timore della propria fragilità  sono  indotti a sottomettersi a un Tribunale: prendendo nel tempo
hanno di lor natura altro scopo che di prevenire i mali,  sono  eccellenti; perchè lo scopo loro è lodevolissimo, e tali
eccellenti; perchè lo scopo loro è lodevolissimo, e tali  sono  le leggi, ed i Tribunali criminali. Ma quando si vuol
Le instituzioni civili di questo secondo genere  sono  tutte quelle che si propongono di regolare i diritti
sebbene partano dal principio che gli uomini per cui  sono  fatte sieno cattivi, tuttavia non possono mai supporre una
foggiati su tale principio relativi al tempo in cui  sono  fatti, ed al grado di corruzione di cui sono arrivati i
tempo in cui sono fatti, ed al grado di corruzione di cui  sono  arrivati i loro autori a formarsi l' idea, durano un breve
come diceva, che le leggi e le istituzioni politiche  sono  unicamente occupate nel prevenire i mali eventuali che può
cosa analizzando tutti i diritti grandi e piccoli, che  sono  in mano degli uomini, perchè non ve n' ha alcuno di cui
qual sia la natura delle instituzioni sociali.  Sono  esse tali che determinano in se stesse la relazione che
esse contorcere e guastare per ovviare agli abusi a cui  sono  soggette tali relazioni per altro naturali degli uomini:
quelle e le contraffacciano. Generalmente parlando adunque  sono  da distinguere le instituzioni sociali, le quali contengono
la prosperità dei medesimi, dalle instituzioni sociali, che  sono  rivolte unicamente a prevenire i disordini: questi due
quali si potrebbero chiamare preventive e repressive , che  sono  d' un carattere totalmente diverso dalle prime. Le
è costretto a ciò perciocché le instituzioni stabilitive  sono  di loro natura non solo inutili per una tale società, ma
a poco ve le introducono; se queste relazioni false già vi  sono  fra gli uomini, esse producono a vicenda le false
per lungo tempo soggetti alle medesime; ma rare volte  sono  durevoli, mentre quando la instituzione non va d' accordo
si costruisca. Egli è vero, lo ripeto, che i legislatori  sono  costretti a delle istituzioni false, allorquando la società
nel suo stato naturale e non nello stato di corruzione,  sono  in quest' ultimo stato necessarie, esse però non possono
sociale; ma è uno stato di natura in cui gli uomini non  sono  legati insieme per falsi vincoli: in cui la ragione non è
2) in cui finalmente l' onestà e la giustizia non  sono  voci vane che si usino come mezzi ad ingannare od a
vane che si usino come mezzi ad ingannare od a tradire, ma  sono  voci che parlano al cuore di tutti, mediante le venerande
contro queste relazioni non può formare l' ordine, ma non  sono  che eccezioni dell' ordine. Nè per questo debbesi ridurre
si è stabilito il principio, che tanti sieno i voti quante  sono  le persone componenti la società: al quale coll' articolo
così in tanti atti autorevoli, o sia in tanti voti, quanti  sono  i membri nella famiglia. Dileguate le difficoltà intorno
e la società debbe ammettere i servi stessi a votare, e se  sono  mariti anche per le mogli, se sono padri anche per li
stessi a votare, e se sono mariti anche per le mogli, se  sono  padri anche per li figliuoli. Non è però necessario che i
con facilità aver chi li rappresenti. Finalmente essi non  sono  necessarŒ, giacchè la società ha un numero di elettori
ciecamente a ciò che determinano i pochi sapienti, che  sono  co' loro intelletti al livello dell' argomento. Nel caso
alla difficoltà dell' argomento; mentre che gl' ingegni  sono  al tutto accidentali, ed i più o meno forti nascono a caso,
Quegli uomini, a cui è commesso il progetto di società, non  sono  solamente forniti di un forte ingegno pel quale certo
sarebbero più atti degli altri a trovare la verità; ma  sono  ancora circondati da tutte le passioni umane: non sono pure
ma sono ancora circondati da tutte le passioni umane: non  sono  pure menti, sono anch' essi uomini forniti degli stessi
circondati da tutte le passioni umane: non sono pure menti,  sono  anch' essi uomini forniti degli stessi interessi degli
congetturali o almeno dei risultati, le prove dei quali non  sono  a portata del comune degli uomini, intorno ai quali perciò
tutto, ma piuttosto risulta da altrettanti calcoli quanti  sono  gl' individui. Ciascun individuo che entra nella società,
vedete tutte entro confini determinati. All' incontro dove  sono  i confini del sistema dell' utilità? egli non ne ha veruno.
di autorità: e per ciò le conseguenze di questi due atti  sono  diverse: nel primo caso, ciascun uomo che sia in grado di
morali e sui diritti naturali; ma è vero altresì che questi  sono  anteriori a lei, e da lei indipendenti; essa dunque,
possibilità del medesimo. Intanto anche le basi qui dettate  sono  tali, pare a noi, a cui non si può ripugnare, perchè
stesso, e non potranno perciò formarsi quelle alleanze che  sono  appunto ciò che garantisce il piccolo contro il grande
non sarebbero che le cinquanta lire, le quali non  sono  rappresentabili, perchè non arrivano a formare il
senz' essere rappresentati direttamente in essa: ma questi  sono  stati tuttavia rappresentati quando si trattò dell'
società alcuna voce distinta. Nel piano proposto le fortune  sono  tutte distinte l' una dall' altra secondo la loro grandezza
parte dei delegati delle Assemblee precedenti, i quali non  sono  che ministri delle Assemblee stesse. La Commissione propose
al delegato. Le cause fra il delegato e le Assemblee  sono  di competenza del Tribunale politico. Così pure ciascuna
inferiore debbe eleggersi un Ministro, le cui attribuzioni  sono  le seguenti: 1 di convocare l' Assemblea nei casi
una nuova ricognizione delle fortune di quelli che  sono  negligenti nel pagare le imposizioni. 5 I lavori del
le imposizioni. 5 I lavori del Tribunale e delle Assemblee  sono  indipendenti, e quelli dell' uno non possono rallentare
idea del Tribunale politico e dell' Amministrazione, che  sono  le due parti del Potere Supremo della società civile, mi
nelle costituzioni delle nazioni che fin quì sulla terra  sono  esistite. Questa digressione, ben comprendo, che travia
insomma e dolorosa esperienza. Del Tribunale politico  sono  minori le traccie istoriche che dell' Amministrazione. La
Si grida contro alla costoro improbità: ma, per quanto io  sono  persuaso, al tutto senza ragione. Io credo in quella vece,
lamentarsi degli amministratori, appunto perchè essi  sono  collocati in luogo da vederne i vizŒ altrettanto quanto
in luogo da vederne i vizŒ altrettanto quanto poco  sono  in istato da vedere i proprŒ. Per quella stessa ragione che
che corrisponderebbero ai doveri dell' Amministrazione? Si  sono  veduti sempre quelli che prima di arrivare all'
morale; il quale risentimento quando gli uomini  sono  nello stato di natura porta la pretesa di risarcimento, cui
vi si mescolano le ignoranze e le passioni umane. Perciò  sono  assai rari i casi di popoli sottomessi all' occupante,
egli si riserva solo di approvare le instituzioni se  sono  tali che non suscitino in lui il risentimento morale; e se
suscitino in lui il risentimento morale; e se all' incontro  sono  tali che il suscitino, di manifestarlo e di riprovarle. Ed
Le modificazioni adunque della Monarchia assoluta cristiana  sono  tutte da ripetersi dalla sua propria imperfezione; la sua
la instituzione di una specie di Tribunale politico: e  sono  noti i progetti di Enrico IV e dell' abate di Saint7Pierre.
la condotta tenuta sempre dai Papi verso i Sovrani. Vi  sono  due partiti divisi nelle opinioni le più contrarie sopra
cui hanno ricevuto le loro corone gloriose e santificate.  Sono  poche le verità di pubblico giovamento che non sieno state
all' occasione di qualche fatto particolare, se non  sono  ancora generalizzate, e ben distinte per modo che non si
Società. Prima di questo stato di distinzione le verità  sono  percepite dalla mente umana confuse insieme, per modo che
e discioglie in tutte sue parti. Ma fino che più verità  sono  percepite come fossero una sola, queste si fanno occasion
ragazzi, i servi, gli abitanti a tempo ed i forestieri, non  sono  cittadini. 1) » » Voi sentite altri all' incontro volere
schiarite un poco l' idee. Dividete i due poteri, giacchè  sono  essenzialmente distinti; e riconoscete nella società: 1 Un'
che chi possiede di tali beni. Consegue da ciò che come due  sono  i supremi poteri della Società, così sono parimenti due le
ciò che come due sono i supremi poteri della Società, così  sono  parimenti due le specie di cittadinanza, o i modi di
alla giustizia dell' Evangelio. Tutto ciò a cui si  sono  potuti elevare i romani si fu di staccare l' elemento
che senza esser l' ottimo, menano all' ottimo, perchè  sono  gli avviamenti della natura, contro alla quale niuno può
Lo scopo dunque dell' affezione nella Società domestica  sono  le persone stesse e non v' è già qualche cosa che si possa
si veda lo stesso progresso nello spirito dell' uomo. Quali  sono  i primi oggetti che vengono sottoposti alla sua attenzione?
d' altro lato si rende sempre più necessaria quanto più  sono  cresciuti i bisogni fattizŒ, quanto i membri della Società
cresciuti i bisogni fattizŒ, quanto i membri della Società  sono  diventati più numerosi, e quanto hanno fatto più di
non hanno percorso tutta questa gradazione d' idee; che non  sono  pervenute a conoscere pienamente l' uso della ricchezza, e
Spagna, d' Inghilterra ecc.. In tal modo tenendo il terreno  sono  ben sicuri di tenerne gli abitanti »1) » La division che
le costituzioni di certi popoli si truova che esse  sono  foggiate a tenore di questo fatto e di questa forza
della sapienza dei popoli e dei ligislatori, perchè non  sono  stati condotti a quelle savie disposizioni già per delle
per ciò non è negli esordi delle nazioni, ma dopo ch' esse  sono  bastevolmente costituite, che la detta legge si manifesta,
volontà della nazione stessa: ma nel primo tempo non vi  sono  che interessi personali , e quindi vediamo che la assemblea
stato sociale, con questa differenza, che le Società che  sono  nel primo stato hanno una rappresentazione personale,
che contro i più deboli, e poscia ancora contro i forti:  sono  i beni del clero quelli che prima vengono divisi; intanto i
del clero quelli che prima vengono divisi; intanto i nobili  sono  costretti di fuggire spaventati e di lasciare le loro
cui avea fatte le fortune: tanto è vero, che i proprietarŒ  sono  quelli che usano del potere che hanno in mano, perchè le
non è utile ribassare l' industria ed il commercio, perchè  sono  i mezzi onde s' accresce il valore di ciò che produce il
personale all' avere una rappresentazione reale, che  sono  i due stati sopra distinti delle Società, la prima
veduto, nasce dagli schiavi messi in libertà, e questi  sono  quelli che diventano poscia i mercenarŒ, gli uomini d'
nobili possessori della ricchezza territoriale. I nobili  sono  gli antichi posseditori del governo: i mercatanti sono i
sono gli antichi posseditori del governo: i mercatanti  sono  i nuovi proprietarŒ, la cui esistenza ha reso irregolare la
1) credono d' essere ingiuriati dal partito opposto, e  sono  veramente, o sempre poi ve n' ha tutta l' apparenza. Quindi
istorie, « « che le nuove divisioni di terreno quando non  sono  liberamente fatte e col consenso del primo proprietario,
guastata la sua politica: gli errori in politica  sono  appunto quelli che tirano seco i più enormi delitti in
seconda. Ora i principŒ del Sig. Raynal sulla popolazione  sono  al tutto falsi: egli non conosce il male dell' eccesso: d'
da lui condotti. Noi abbiamo veduto che i proprietarŒ non  sono  mai quelli che amino i turbamenti politici, perchè temono
che per godere i beni di questa vita colta e civile  sono  contenti che venga limitata la loro libertà individuale,
poichè tutti due li provano. I due giudicŒ adunque non  sono  di egual valore, poichè il selvaggio preferisce la libertà
altri uomini preferiscono i beni della vita colta, perchè  sono  in caso di gustarli e di conoscerli. Ma che giova tutto
arrendevole alla servitù che la gente ricca; che perciò non  sono  mai i ricchi quelli da cui si debba temere la servitù, ma
si debba temere la servitù, ma bensì i poveri, i cui animi  sono  domati dal bisogno, e comperati con facilità da promissioni
America. In una nazione che comincia, in cui le proprietà  sono  presso a poco eguali, come sarebbe in una nazione
[...OMISSIS...] Finalmente osservo che gl' Inglesi si  sono  più avvicinati di tutti gli altri a conoscere la vera
nelle mani di quelli che l' hanno ottenuta, se questi non  sono  i proprietarŒ. V' è però un caso, in cui lo squilibrio fra
stati di squilibrio, i quali anzi che veri reggimenti non  sono  che fluttuazioni della società, mi fermerò a dimostrare il
ma i poteri di questa persona nell' un caso e nell' altro  sono  ben diversi. Perciò invece di far una domanda sola: Che
ai più grandi vantaggi: e di questi esempŒ di magnanimità  sono  piene l' istorie dei principi cristiani; specialmente nei
v' era un vizio radicale nella costituzione: poichè non  sono  mai buoni elettori d' un principe quelli che si eleggono
di un popolo semplice ancora e rozzo. Le nazioni presenti  sono  diventate caute e sospettose dall' esperienza, e non
affetto a dei fondi particolarŒ, come nasce in quelli che  sono  già proprietarŒ, la nazione poteva in quel tempo provvedere
parole e le difinizioni antiche alle cose nuove, a cui non  sono  applicabili, portò sempre un gran male nella società. Il
ereditario. 1) [...OMISSIS...] Così gl' istorici riflessivi  sono  condotti dai fatti a riconoscere l' esistenza continua
e di ampliarsi. Or dunque nella società umana come vi  sono  due specie di diritti, personali e reali, così vi sono due
vi sono due specie di diritti, personali e reali, così vi  sono  due forze o due energie corrispondenti alle due specie di
Rimossa la rettitudine, non solo i diritti personali  sono  sempre in pericolo d' essere offesi, ma ben ancora la
distruggerebbero in breve se stessi. Ma gli uomini non  sono  interamente cattivi, ma hanno solamente una parte di
quei diritti che risaltano fuor della linea comune, che  sono  fondati in natura, e che vengono a formare la somma
è caduta e quasi spenta, e quasi tutte le idee morali  sono  sparite: il materialismo si è communicato per tutte le
dal peso enorme del sociale potere sotto cui altrimenti  sono  in pericolo di venire schiacciati. Giacchè il giudicio è
d' esser verissimo, che il modo onde i diritti dei deboli  sono  tutelati, non è altro che la buona volontà di quelli che
giudicano di doverlo fare. Questi che potrebbero offenderli  sono  in primo luogo indubitatamente quelli che governano la
e più rigoroso. Gli stessi amministratori della società se  sono  onesti, e se desiderano bensì di conservare il loro potere,
quelli pertanto che non credono al cristianesimo, ma che  sono  tuttavia costretti di confessare questo fatto, il quale non
poichè dovendo egli servire per quelli che nella società  sono  più deboli e perciò per quelli segnatamente che hanno meno
che hanno meno beni di fortuna, i diritti dei quali  sono  quelli che meno si calcolano nelle politiche deliberazioni
non si può ripugnare senza sedurre prima se stessi: e che  sono  in armonia cogli avanzamenti dei lumi dell' umanità e col
amministrati: essi non possono dunque esser giudici perchè  sono  parti, e lo scopo del Tribunale da noi proposto è appunto
che si cerca sempre d' accrescere ai Parlamenti, che non  sono  se non se i rappresentanti dei corpi amministrati, inclina
intellettuali e morali, ma per dei beni esterni che non  sono  nè verità nè virtù. La verità, la virtù: ecco i criterŒ
pensano tanto innanzi. Da simile mancanza poi di previsione  sono  cacciati alle più strane conseguenze. Soffermiamoci pure ad
è resa possibile secondo Rousseau solo allora che i terreni  sono  divisi ed assegnati in particolari proprietà. Ognuno dunque
de' proprŒ simili sopravivessero. E pure di questa massima  sono  ancora pieni i libri de' politici. Di questa massima è un
se eccede il numero dei membri di questa famiglia, queste  sono  tante persone tentate dalla miseria di spogliare le altre
dell' Africa. Egli conta che appresso i negri Changallas  sono  le femmine che importunano i loro mariti a prender dell'
famiglie che imprudentemente, e però viziosamente, si  sono  moltiplicate. Consideriamo adunque l' opulenza delle
loro invadere questo stesso diritto della moltiplicazione,  sono  quelle veramente che rompono la naturale uguaglianza, e la
di compenso messo ne' godimenti dei beni dalla natura: esse  sono  quelle famiglie, le quali dopo aver goduto tutto il
istinti, dietro ai quali si muove spontaneo, e gli istinti  sono  suscitati dalle cose esteriori, dalle quali l' uomo
civile società possono diminuire queste tentazioni, se  sono  bene ordinate, possono accrescerle in caso contrario: la
ma vi ha anche delle società anteriori ad essa, quali  sono  la società teocratica e la domestica, come pure tutte
fine speciale: ella deve soggiacere alle stesse leggi che  sono  comuni a tutte le società. Il fine della società civile non
natura e di ragione, originarŒ e conseguenti od acquisiti,  sono  anteriori e indipendenti dalla società civile. 2 Che la
e più generalmente parlando i governi delle società civili,  sono  obbligati di riconoscere questo diritto del popolo e quindi
e così più perfetto. Infatti i governi ed i governanti non  sono  istituiti a loro pro, o a pro delle loro famiglie, ma
ma unicamente a pro della moltitudine che governano;  sono  ministri di Dio per il popolo. Nè questo pregiudica ai loro
autorità e i loro proventi. L' autorità ed i proventi non  sono  diritti de' governanti se non in quanto servono o sono
non sono diritti de' governanti se non in quanto servono o  sono  necessarŒ al buon governo: pregiudicando a questo cessano
principŒ nella Filosofia del Diritto. Ma nello stesso tempo  sono  persuaso che il diritto signorile non può aver luogo se non
e di fanciullezza; non più fra quelle popolazioni che  sono  già mature per l' influenza che ha esercitato lungamente
esercitato lungamente sopra di esse il cristianesimo. Tali  sono  a mio vedere le nazioni cristiane d' Europa, per tali si
l' uno e l' altro regolarmente organizzato. Queste  sono  le due parti, bipartite l' una e l' altra, nelle quali
tribunali. Le leggi altre antecedono a lei, come vedemmo, e  sono  le naturali o razionali, quelle della società considerata
fatto precedentemente nella Filosofia del Diritto. Altre  sono  quelle che va poi facendo lo stesso potere legislativo, e
agli occhi dei socŒ e di tutti gli organi della società.  Sono  adunque quattro i problemi che noi ci proponiamo da
considera per suoi capi, conosce che quelli che la guidano  sono  pieni di delitti, sono abbominevoli, ed anco, se si vuole,
conosce che quelli che la guidano sono pieni di delitti,  sono  abbominevoli, ed anco, se si vuole, ingiusti usurpatori del
non obbedisca ad essi mossa dall' opinione che quelli  sono  i suoi capi, e chi non sa indurre in essa questa opinione,
dal peso enorme del sociale potere sotto cui altrimenti  sono  in pericolo di venire schiacciati. Giacchè il giudicio è
d' essere verissimo, che il modo, onde i diritti dei deboli  sono  tutelati, non è altro che la buona volontà di quelli che
giudicano di doverlo fare. Questi che potrebbero offenderli  sono  in primo luogo indubitatamente quelli che governano la
Così pure se la legge o il diritto indeterminato, come  sono  i diritti delle libertà accordate dalla costituzione, e
nelle sue conseguenze. Questa separazione delle materie che  sono  di competenza del Tribunale politico, da quelle che sono di
sono di competenza del Tribunale politico, da quelle che  sono  di competenza dei Tribunali comuni, mi sembra la più
sentenze alle leggi scritte ed alle loro conseguenze che  sono  implicitamente contenute in quelle. Ora il Tribunale
è il custode della Costituzione: gli altri Tribunali  sono  i custodi delle altre leggi: il Tribunale politico dee
esser fondata sopra a qualche articolo di quelle leggi che  sono  state portate fuori della Costituzione, la questione è di
. Poichè gli uomini non hanno già pensato a questa, come  sono  stati costretti di pensare tantosto alla giustizia , come
altra in se stessi o in quei pochi mezzi che più ovvii si  sono  lor presentati fa sì che sebbene desiderosi d' arrivare a
traccie di maggiori regolarità in quelle società civili che  sono  state più crudelmente agitate da convulsioni intestine, e
proporsi che venga distribuito in tre parti: le quali  sono  le seguenti: 1 Il Tribunale politico che abbiamo indicato e
che ogni uomo abbia dei diritti, i quali, appunto perchè  sono  coll' uomo innati, si possono chiamare i diritti dell'
che non possedevano il diritto sulle proprie azioni, quali  sono  i figliuoli, le mogli e i servi perpetui. 1) La seconda
quelli che non possedono hanno parte nella società, cioè  sono  rappresentati, come potranno poi sostenere i pesi? chè non
ad una stessa società generale qual' è quella in cui  sono  gli uomini per la comunanza della natura. Ma questa non si
propongo di stringere ai proprietarŒ fra di loro, e che io  sono  indifferente che si chiami civile o con altro nome, perchè
che si propone a suo fine immediato. Questi interessi non  sono  che i diritti nelle singole persone, ed il suo fine è di
un mezzo per cui si conservi lo stato di natura. I diritti  sono  nello stato di natura: e questi diritti son quelli che
nè produrre: quello stato di natura umana in cui gli uomini  sono  legati fra loro per affezioni ad essi naturali, e per
la mattina in cima della fortuna? Senzachè, quelli che non  sono  ancora proprietarŒ possono arricchire, ed essere prosperata
ad ottenere lo scopo proposto; che i ricchi solitamente  sono  inerti ed incapaci di governare, e che perciò non è utile
governo civile, diventeranno più crudi e spietati che non  sono  colla plebe; che vedendo d' aver in mano tutto il potere
ricchezze debbano mutar padrone: e perchè? perchè i ricchi  sono  malvagi. Ma togliete voi i ricchi quando avete fatto mutare
diede loro la filosofica autorità di rapire l' altrui, si  sono  resi i proprietarŒ: ed allora, nuovi proprietarŒ,
di quella società civile, nella quale tutti i diritti  sono  rappresentati, l' amministrassero male; non seguirebbe da
proprie operazioni a tempo, e non illimitatamente, come  sono  i giornalieri e tutti i mercenarŒ, i quali appartengono
pensare ad essi appartenente; poichè la vita ed il corpo  sono  due diritti semplici, e che per se stessi hanno un solo
l' incivilimento. Ma v' ha di più, egli proseguì: Non  sono  interessati i non proprietarŒ nelle guerre che possono
la loro vita meno che quella degli altri uomini? o non  sono  forse capaci di portare le armi contro il nemico, e
meno timore cioè quelli che hanno meno da perdere, e, come  sono  i non proprietarŒ, che nulla possedendo all' esterno
in questo stato. Egli è vero bensì che i loro diritti  sono  di tal natura, che non si possono, infranti che sieno, a
nè pure i membri componenti l' Amministrazione sociale ne  sono  totalmente al sicuro; perchè il debile non è mai sicuro dal
i lavori forzati poco approdano, le guardie stesse  sono  nuovo carico alla società, ed il lavoratore rinunzia bene
persona, o su cose a lui strettamente unite, e questi  sono  tre: sulla vita, sul corpo, e sull' operazione; la 2 dei
o materiale. Tutti egualmente i membri della società civile  sono  cittadini . A questa parola vien assegnato un nuovo senso
possono avere una rappresentazione attiva nella medesima,  sono  i proprietarŒ. Or egli è necessario di vedere come la
che dimostra questa funesta verità « che gli uomini tanto  sono  più tentati di offendere la giustizia quanto più sentono
mediante l' esperienza hanno imparato a conoscer sè stessi,  sono  in un obbligo morale di agire verso dei loro simili con una
ogni diritto abbia una modalità: ma queste modalità talora  sono  separate dal diritto come sarebbe nei servi, i quali hanno
proprŒ diritti quanto quella dei diritti dei servi. Quindi  sono  essi che portano nella società civile da amministrarsi in
che quella libertà che loro piace: mentre questi poveri  sono  obbligati per un diritto naturale di far tutto ciò che è
d' esser venuti alle ultime estremità: 1) i poveri adunque  sono  essenzialmente persone non libere: e quella libertà
nol facessero a volontà. Vero è dunque che i mercenarŒ non  sono  al tutto alla condizione dei servi; ma quella poca libertà
torre gliela potrebbero senza toccarli nei loro diritti:  sono  adunque i mercenarŒ simili ai poveri o non proprietarŒ, che
libertà non sia dipendente dal corpo dei benestanti, da cui  sono  pagate le mercedi, sicchè se i benestanti volessero,
umana agiata e soave e fornita di tutti quelli aiuti che  sono  necessarŒ ad un maggiore sviluppo dello spirito. Egli è
cuore, e al godimento degli onesti piaceri: i quali beni  sono  di un pregio inestimabile sopra la materiale ricchezza. Il
della umanità, e le richiamerebbe dentro alle famiglie onde  sono  uscite, cioè farebbe retrogradare la società: il che, come
bene nè fare un male a se stessa. Le arti ed il commercio  sono  di somma utilità ai possessori delle terre: dunque questi
da questi rami industriali, come questi rami industriali  sono  dipendenti da essi. La dipendenza adunque è scambievole, ed
meglio consideriamo la valutazione loro nel fatto. Quali  sono  dunque gli elementi che costituiscono questo prezzo, o
questo prezzo, o questa valutazione delle cose?  Sono  due: 1 La ricerca delle medesime corrispondente ai bisogni
ma da tutta la società, nella quale le cose valutate  sono  in corso. Ciò posto, se i fondi industriali e commerciali
in corso. Ciò posto, se i fondi industriali e commerciali  sono  soggetti al pericolo della sorte, egli è evidente che nella
e del prezzo di tutte le altre cose mobili e stabili che  sono  poste in circolazione nella società. Egli è impossibile
bonariamente il posto a quelli che sulla loro disgrazia si  sono  arricchiti? Per quanto adunque sieno speciosi i principŒ
tratta di formare la società sopra queste basi. Ma queste  sono  impossibili, si risponde. E come, ripete la Commissione,
si risponde. E come, ripete la Commissione, non  sono  esse necessarie? Rimossa l' equità e la giustizia, che cosa
impossibili da praticarsi: dice solamente, che esse non  sono  possibili a praticarsi con tutto il rigore, e che praticate
questa obbiezione non è che apparente; perchè se gli uomini  sono  obbligati a seguire l' equità, essi non sono però obbligati
se gli uomini sono obbligati a seguire l' equità, essi non  sono  però obbligati di seguirla se non in quel tanto, che essi
mentre è coll' animo cioè con una vera volontà che essi  sono  obbligati di seguirla tutta. Se malgrado di questa loro
equità, non debbono per questo venire a discordia, ma bensì  sono  obbligati di stringere la convenzione stessa secondo un'
fondi non possono giammai essere che approssimative, perchè  sono  l' opera degli uomini; il credito dei debitori della massa
gli uomini d' altra parte chieder giammai l' impossibile,  sono  obbligati dalla ragionevolezza che debbe accompagnare i
giustizia che propriamente si chiama equità . Gli uomini  sono  obbligati da una legge morale di prefiggersi nelle loro
e perchè se lo debbono prefiggere efficacemente per ciò  sono  obbligati altresì di ottenerlo con questo mezzo giusto: la
che a lui apportano le basi soprafissate: conciossiacchè  sono  ragionevoli e venienti come conseguenze dai diritti di
dalla Assemblea dopo che è stato dimostrato: 1 che esse  sono  necessarie per l' ottima consecuzione del fine sociale,
del fine sociale, cioè pel comune vantaggio; 2 ch' esse  sono  le deviazioni menome che far si possano, dati i lumi
delle due forze elementari dell' uomo e della società  sono  le due parti elementarŒ del supremo potere: Tribunale
fu distinta negli articoli o paragrafi seguenti: 1 I voti  sono  tanti quanti gl' individui nella società: quelli che non
tanti quanti gl' individui nella società: quelli che non  sono  in possesso dell' uso della ragione lo danno mediante i
madri vedove oltre il proprio danno altrettanti voti quanti  sono  i loro figliuoli di qualunque età sieno. 5 Dopo instituito
poichè essa è basata sul principio che tutti gli uomini  sono  giuridicamente eguali; cioè che tutti gli uomini sono
sono giuridicamente eguali; cioè che tutti gli uomini  sono  egualmente esseri morali. Il voto che si dà è fornito di
e non mai due consigli. I voti adunque degli elettori  sono  tanti consigli o giudicŒ, e perciò niuno di essi può avere
ed i padri, oltre il proprio, danno altrettanti voti quanti  sono  i loro figliuoli. » Il voto, considerato come un atto d'
sola o da due persone. Poichè nella famiglia numerosa vi  sono  tanti più diritti da difendere e da rappresentare quanto è
tempo le persone nulla hanno a fare col Tribunale; ed elle  sono  rispetto al medesimo come se non fossero. Il Tribunale
mediante la ragionevolezza degli stessi genitori: questi  sono  quelli che da un prudente timore della propria fragilità
quelli che da un prudente timore della propria fragilità  sono  indotti a sottomettersi a un Tribunale: prendendo nel tempo
hanno di lor natura altro scopo che di prevenire i mali,  sono  eccellenti; perchè lo scopo loro è lodevolissimo, e tali
eccellenti; perchè lo scopo loro è lodevolissimo, e tali  sono  le leggi, ed i Tribunali criminali. Ma quando si vuol
Le instituzioni civili di questo secondo genere  sono  tutte quelle che si propongono di regolare i diritti
sebbene partano dal principio che gli uomini per cui  sono  fatte sieno cattivi, tuttavia non possono mai supporre una
foggiati su tale principio relativi al tempo in cui  sono  fatti, ed al grado di corruzione di cui sono arrivati i
tempo in cui sono fatti, ed al grado di corruzione di cui  sono  arrivati i loro autori a formarsi l' idea, durano un breve
come diceva, che le leggi e le istituzioni politiche  sono  unicamente occupate nel prevenire i mali eventuali che può
cosa analizzando tutti i diritti grandi e piccoli, che  sono  in mano degli uomini, perchè non ve n' ha alcuno di cui
qual sia la natura delle instituzioni sociali.  Sono  esse tali che determinano in se stesse la relazione che
esse contorcere e guastare per ovviare agli abusi a cui  sono  soggette tali relazioni per altro naturali degli uomini:
quelle e le contraffacciano. Generalmente parlando adunque  sono  da distinguere le instituzioni sociali, le quali contengono
la prosperità dei medesimi, dalle instituzioni sociali, che  sono  rivolte unicamente a prevenire i disordini: questi due
quali si potrebbero chiamare preventive e repressive , che  sono  d' un carattere totalmente diverso dalle prime. Le
è costretto a ciò perciocché le instituzioni stabilitive  sono  di loro natura non solo inutili per una tale società, ma
a poco ve le introducono; se queste relazioni false già vi  sono  fra gli uomini, esse producono a vicenda le false
per lungo tempo soggetti alle medesime; ma rare volte  sono  durevoli, mentre quando la instituzione non va d' accordo
si costruisca. Egli è vero, lo ripeto, che i legislatori  sono  costretti a delle istituzioni false, allorquando la società
nel suo stato naturale e non nello stato di corruzione,  sono  in quest' ultimo stato necessarie, esse però non possono
sociale; ma è uno stato di natura in cui gli uomini non  sono  legati insieme per falsi vincoli: in cui la ragione non è
2) in cui finalmente l' onestà e la giustizia non  sono  voci vane che si usino come mezzi ad ingannare od a
vane che si usino come mezzi ad ingannare od a tradire, ma  sono  voci che parlano al cuore di tutti, mediante le venerande
contro queste relazioni non può formare l' ordine, ma non  sono  che eccezioni dell' ordine. Nè per questo debbesi ridurre
si è stabilito il principio, che tanti sieno i voti quante  sono  le persone componenti la società: al quale coll' articolo
così in tanti atti autorevoli, o sia in tanti voti, quanti  sono  i membri nella famiglia. Dileguate le difficoltà intorno
e la società debbe ammettere i servi stessi a votare, e se  sono  mariti anche per le mogli, se sono padri anche per li
stessi a votare, e se sono mariti anche per le mogli, se  sono  padri anche per li figliuoli. Non è però necessario che i
con facilità aver chi li rappresenti. Finalmente essi non  sono  necessarŒ, giacchè la società ha un numero di elettori
ciecamente a ciò che determinano i pochi sapienti, che  sono  co' loro intelletti al livello dell' argomento. Nel caso
alla difficoltà dell' argomento; mentre che gl' ingegni  sono  al tutto accidentali, ed i più o meno forti nascono a caso,
Quegli uomini, a cui è commesso il progetto di società, non  sono  solamente forniti di un forte ingegno pel quale certo
sarebbero più atti degli altri a trovare la verità; ma  sono  ancora circondati da tutte le passioni umane: non sono pure
ma sono ancora circondati da tutte le passioni umane: non  sono  pure menti, sono anch' essi uomini forniti degli stessi
circondati da tutte le passioni umane: non sono pure menti,  sono  anch' essi uomini forniti degli stessi interessi degli
congetturali o almeno dei risultati, le prove dei quali non  sono  a portata del comune degli uomini, intorno ai quali perciò
tutto, ma piuttosto risulta da altrettanti calcoli quanti  sono  gl' individui. Ciascun individuo che entra nella società,
vedete tutte entro confini determinati. All' incontro dove  sono  i confini del sistema dell' utilità? egli non ne ha veruno.
di autorità: e per ciò le conseguenze di questi due atti  sono  diverse: nel primo caso, ciascun uomo che sia in grado di
morali e sui diritti naturali; ma è vero altresì che questi  sono  anteriori a lei, e da lei indipendenti; essa dunque,
possibilità del medesimo. Intanto anche le basi qui dettate  sono  tali, pare a noi, a cui non si può ripugnare, perchè
stesso, e non potranno perciò formarsi quelle alleanze che  sono  appunto ciò che garantisce il piccolo contro il grande
non sarebbero che le cinquanta lire, le quali non  sono  rappresentabili, perchè non arrivano a formare il
senz' essere rappresentati direttamente in essa: ma questi  sono  stati tuttavia rappresentati quando si trattò dell'
società alcuna voce distinta. Nel piano proposto le fortune  sono  tutte distinte l' una dall' altra secondo la loro grandezza
parte dei delegati delle Assamblee precedenti, i quali non  sono  che ministri delle Assemblee stesse. La Commissione propose
al delegato. Le cause fra il delegato e le Assemblee  sono  di competenza del Tribunale politico. Così pure ciascuna
inferiore debbe eleggersi un Ministro, le cui attribuzioni  sono  le seguenti: 1 di convocare l' Assemblea nei casi
una nuova ricognizione delle fortune di quelli che  sono  negligenti nel pagare le imposizioni. 5 I lavori del
le imposizioni. 5 I lavori del Tribunale e delle Assemblee  sono  indipendenti, e quelli dell' uno non possono rallentare
idea del Tribunale politico e dell' Amministrazione, che  sono  le due parti del Potere Supremo della società civile, mi
nelle costituzioni delle nazioni che fin quì sulla terra  sono  esistite. Questa disgressione, ben comprendo, che travia
insomma e dolorosa esperienza. Del Tribunale politico  sono  minori le traccie istoriche che dell' Amministrazione. La
Si grida contro alla costoro improbità: ma, per quanto io  sono  persuaso, al tutto senza ragione. Io credo in quella vece,
lamentarsi degli amministratori, appunto perchè essi  sono  collocati in luogo da vederne i vizŒ altrettanto quanto
in luogo da vederne i vizŒ altrettanto quanto poco  sono  in istato da vedere i proprŒ. Per quella stessa ragione che
che corrisponderebbero ai doveri dell' Amministrazione? Si  sono  veduti sempre quelli che prima di arrivare all'
morale; il quale risentimento quando gli uomini  sono  nello stato di natura porta la pretesa di risarcimento, cui
vi si mescolano le ignoranze e le passioni umane. Perciò  sono  assai rari i casi di popoli sottomessi all' occupante,
egli si riserva solo di approvare le instituzioni se  sono  tali che non suscitino in lui il risentimento morale; e se
suscitino in lui il risentimento morale; e se all' incontro  sono  tali che il suscitino, di manifestarlo e di riprovarle. Ed
Le modificazioni adunque della Monarchia assoluta cristiana  sono  tutte da ripetersi dalla sua propria imperfezione; la sua
la instituzione di una specie di Tribunale politico: e  sono  noti i progetti di Enrico IV e dell' abate di Saint7Pierre.
la condotta tenuta sempre dai Papi verso i Sovrani. Vi  sono  due partiti divisi nelle opinioni le più contrarie sopra
cui hanno ricevuto le loro corone gloriose e santificate.  Sono  poche le verità di pubblico giovamento che non sieno state
all' occasione di qualche fatto particolare, se non  sono  ancora generalizzate, e ben distinte per modo che non si
Società. Prima di questo stato di distinzione le verità  sono  percepite dalla mente umana confuse insieme, per modo che
e discioglie in tutte sue parti. Ma fino che più verità  sono  percepite come fossero una sola, queste si fanno occasion
ragazzi, i servi, gli abitanti a tempo ed i forestieri, non  sono  cittadini. 1) » Voi sentite altri all' incontro volere
schiarite un poco l' idee. Dividete i due poteri, giacchè  sono  essenzialmente distinti; e riconoscete nella società: 1 Un'
che chi possiede di tali beni. Consegue da ciò che come due  sono  i supremi poteri della Società, così sono parimenti due le
ciò che come due sono i supremi poteri della Società, così  sono  parimenti due le specie di cittadinanza, o i modi di
alla giustizia dell' Evangelio. Tutto ciò a cui si  sono  potuti elevare i romani si fu di staccare l' elemento
che senza esser l' ottimo, menano all' ottimo, perchè  sono  gli avviamenti della natura, contro alla quale niuno può
Lo scopo dunque dell' affezione nella Società domestica  sono  le persone stesse e non v' è già qualche cosa che si possa
si veda lo stesso progresso nello spirito dell' uomo. Quali  sono  i primi oggetti che vengono sottoposti alla sua attenzione?
d' altro lato si rende sempre più necessaria quanto più  sono  cresciuti i bisogni fattizŒ, quanto i membri della Società
cresciuti i bisogni fattizŒ, quanto i membri della Società  sono  diventati più numerosi, e quanto hanno fatto più di
non hanno percorso tutta questa gradazione d' idee; che non  sono  pervenute a conoscere pienamente l' uso della ricchezza, e
Spagna, d' Inghilterra ecc.. In tal modo tenendo il terreno  sono  ben sicuri di tenerne gli abitanti »1) » La division che
le costituzioni di certi popoli si truova che esse  sono  foggiate a tenore di questo fatto e di questa forza
della sapienza dei popoli e dei ligislatori, perchè non  sono  stati condotti a quelle savie disposizioni già per delle
per ciò non è negli esordi delle nazioni, ma dopo ch' esse  sono  bastevolmente costituite, che la detta legge si manifesta,
volontà della nazione stessa: ma nel primo tempo non vi  sono  che interessi personali , e quindi vediamo che la assemblea
stato sociale, con questa differenza, che le Società che  sono  nel primo stato hanno una rappresentazione personale,
che contro i più deboli, e poscia ancora contro i forti:  sono  i beni del clero quelli che prima vengono divisi; intanto i
del clero quelli che prima vengono divisi; intanto i nobili  sono  costretti di fuggire spaventati e di lasciare le loro
cui avea fatte le fortune: tanto è vero, che i proprietarŒ  sono  quelli che usano del potere che hanno in mano, perchè le
non è utile ribassare l' industria ed il commercio, perchè  sono  i mezzi onde s' accresce il valore di ciò che produce il
personale all' avere una rappresentazione reale, che  sono  i due stati sopra distinti delle Società, la prima
veduto, nasce dagli schiavi messi in libertà, e questi  sono  quelli che diventano poscia i mercenarŒ, gli uomini d'
nobili possessori della ricchezza territoriale. I nobili  sono  gli antichi posseditori del governo: i mercatanti sono i
sono gli antichi posseditori del governo: i mercatanti  sono  i nuovi proprietarŒ, la cui esistenza ha reso irregolare la
1) credono d' essere ingiuriati dal partito opposto, e  sono  veramente, o sempre poi ve n' ha tutta l' apparenza. Quindi
istorie, « « che le nuove divisioni di terreno quando non  sono  liberamente fatte e col consenso del primo proprietario,
guastata la sua politica: gli errori in politica  sono  appunto quelli che tirano seco i più enormi delitti in
seconda. Ora i principŒ del Sig. Raynal sulla popolazione  sono  al tutto falsi: egli non conosce il male dell' eccesso: d'
da lui condotti. Noi abbiamo veduto che i proprietarŒ non  sono  mai quelli che amino i turbamenti politici, perchè temono
che per godere i beni di questa vita colta e civile  sono  contenti che venga limitata la loro libertà individuale,
poichè tutti due li provano. I due giudicŒ adunque non  sono  di egual valore, poichè il selvaggio preferisce la libertà
altri uomini preferiscono i beni della vita colta, perchè  sono  in caso di gustarli e di conoscerli. Ma che giova tutto
arrendevole alla servitù che la gente ricca; che perciò non  sono  mai i ricchi quelli da cui si debba temere la servitù, ma
si debba temere la servitù, ma bensì i poveri, i cui animi  sono  domati dal bisogno, e comperati con facilità da promissioni
America. In una nazione che comincia, in cui le proprietà  sono  presso a poco eguali, come sarebbe in una nazione
[...OMISSIS...] Finalmente osservo che gl' Inglesi si  sono  più avvicinati di tutti gli altri a conoscere la vera
nelle mani di quelli che l' hanno ottenuta, se questi non  sono  i proprietarŒ. V' è però un caso, in cui lo squilibrio fra
stati di squilibrio, i quali anzi che veri reggimenti non  sono  che fluttuazioni della società, mi fermerò a dimostrare il
ma i poteri di questa persona nell' un caso e nell' altro  sono  ben diversi. Perciò invece di far una domanda sola: Che
ai più grandi vantaggi: e di questi esempŒ di magnanimità  sono  piene l' istorie dei principi cristiani; specialmente nei
v' era un vizio radicale nella costituzione: poichè non  sono  mai buoni elettori d' un principe quelli che si eleggono
di un popolo semplice ancora e rozzo. Le nazioni presenti  sono  diventate caute e sospettose dall' esperienza, e non
affetto a dei fondi particolarŒ, come nasce in quelli che  sono  già proprietarŒ, la nazione poteva in quel tempo provvedere
parole e le difinizioni antiche alle cose nuove, a cui non  sono  applicabili, portò sempre un gran male nella società. Il
ereditario. 1) [...OMISSIS...] Così gl' istorici riflessivi  sono  condotti dai fatti a riconoscere l' esistenza continua
e di ampliarsi. Or dunque nella società umana come vi  sono  due specie di diritti, personali e reali, così vi sono due
vi sono due specie di diritti, personali e reali, così vi  sono  due forze o due energie corrispondenti alle due specie di
Rimossa la rettitudine, non solo i diritti personali  sono  sempre in pericolo d' essere offesi, ma ben ancora la
distruggerebbero in breve se stessi. Ma gli uomini non  sono  interamente cattivi, ma hanno solamente una parte di
quei diritti che risaltano fuor della linea comune, che  sono  fondati in natura, e che vengono a formare la somma
è caduta e quasi spenta, e quasi tutte le idee morali  sono  sparite: il materialismo si è communicato per tutte le
dal peso enorme del sociale potere sotto cui altrimenti  sono  in pericolo di venire schiacciati. Giacchè il giudicio è
d' esser verissimo, che il modo onde i diritti dei deboli  sono  tutelati, non è altro che la buona volontà di quelli che
giudicano di doverlo fare. Questi che potrebbero offenderli  sono  in primo luogo indubitatamente quelli che governano la
e più rigoroso. Gli stessi amministratori della società se  sono  onesti, e se desiderano bensì di conservare il loro potere,
quelli pertanto che non credono al cristianesimo, ma che  sono  tuttavia costretti di confessare questo fatto, il quale non
poichè dovendo egli servire per quelli che nella società  sono  più deboli e perciò per quelli segnatamente che hanno meno
che hanno meno beni di fortuna, i diritti dei quali  sono  quelli che meno si calcolano nelle politiche deliberazioni
non si può ripugnare senza sedurre prima se stessi: e che  sono  in armonia cogli avanzamenti dei lumi dell' umanità e col
amministrati: essi non possono dunque esser giudici perchè  sono  parti, e lo scopo del Tribunale da noi proposto è appunto
che si cerca sempre d' accrescere ai Parlamenti, che non  sono  se non se i rappresentanti dei corpi amministrati, inclina
intellettuali e morali, ma per dei beni esterni che non  sono  nè verità nè virtù. La verità, la virtù: ecco i criterŒ
pensano tanto innanzi. Da simile mancanza poi di previsione  sono  cacciati alle più strane conseguenze. Soffermiamoci pure ad
è resa possibile secondo Rousseau solo allora che i terreni  sono  divisi ed assegnati in particolari proprietà. Ognuno dunque
de' proprŒ simili sopravivessero. E pure di questa massima  sono  ancora pieni i libri de' politici. Di questa massima è un
se eccede il numero dei membri di questa famiglia, queste  sono  tante persone tentate dalla miseria di spogliare le altre
dell' Africa. Egli conta che appresso i negri Changallas  sono  le femmine che importunano i loro mariti a prender dell'
famiglie che imprudentemente, e però viziosamente, si  sono  moltiplicate. Consideriamo adunque l' opulenza delle
loro invadere questo stesso diritto della moltiplicazione,  sono  quelle veramente che rompono la naturale uguaglianza, e la
di compenso messo ne' godimenti dei beni dalla natura: esse  sono  quelle famiglie, le quali dopo aver goduto tutto il
un'anima d' uomo ma un corpo di schiavo, tutte le riforme  sono  inutili; la casa rabbellita, addobbata con lusso, è
vi conviene mostrarvi capaci di progredire. Tre cose  sono  sacre: la Tradizione, il Progresso, l'Associazione. ?Io
ed essa mi dice che la Famiglia, la Nazione, l'Umanità  sono  le tre sfere dentro le quali l' individuo umano deve
per aver campo di sviluppare le facoltà superiori che  sono  in lui; ma tende l'orecchio con terrore alle voci che
troppi fra voi,  sono  poveri. Per i tre quarti almeno degli uomini che
o in altro: emancipatevi dalla miseria colle privazioni .E  sono  ottimi consigli perché mirano alla moralizzazione
dall'impresa; e i limiti fra i quali il salario si aggira,  sono  determinati dalla relazione che esiste fra il lavoro
che bisogna curare. I rimedi proposti dagli economisti  sono  inefficaci per questo. E nondimeno, v'è progresso nella
a voi »(Jo. XIV, 26) ». - Ma, ci obbietteranno, le cose  sono  diverse dalle parole; e Cristo qui promette che lo Spirito
alle parole di Cristo, il quale attesta che tutte le cose  sono  loro suggerite dallo Spirito Santo, dopo che erano state
legge, senza che sia adempiuta «(Matth. c. V, 1.) ». Vi  sono  adunque anco degli apici e delle jota che significano delle
non si possono convincere d' errore non si rifiutino: esse  sono  permesse da Dio, il quale vi ha posto un limite colla sua
lo espresse egli stesso in quelle parole: « « E queste cose  sono  state scritte, acciocchè crediate che Gesù è Cristo
facesse cosa alcuna » », ecco la seconda; « « ab eterno  sono  stata ordinata » » ecco la terza maniera, che spiega
fra le idee comprese in quell' espressione tutte quelle che  sono  accessorie e che non reggono ad un esame rigoroso, e
(giacchè la Scrittura stessa usa delle locuzioni che  sono  in corso fra gli uomini), trovano l' idea netta, l'
un punto; e questo stato è l' eternità. Così le menti umane  sono  costrette d' interpretare la parola avanti nella citata
nel principio del tempo. Ma qui nasce una difficoltà, e  sono  appunto le difficoltà che, dandoci il Signore il dono di
da dirsi, che l' atto della creazione e il suo effetto  sono  inseparabili e non divisi da alcun tempo: colla sola
creato perciò col mondo a quella guisa che le limitazioni  sono  fatte insieme con le cose, alle quali esse vanno inerenti.
che crea è quello identico che conserva, ma gli effetti  sono  due, che si distinguono appunto nelle creature mediante la
eterno, e non di meno le cose create nel primo loro istante  sono  congiunte con quell' atto senza alcuna distanza o
fa parte anche agli uomini, onde dice che « « sue delizie  sono  lo stare coi figliuoli degli uomini » ». E perchè questa
fanno che ripetere imperfettamente il primo, e perciò non  sono  verbi in senso assoluto, ma per partecipazione. E veramente
lo stesso Essere divino; per la quale Verità tutti i verbi  sono  verbi. Alla stessa guisa v' ha una Sapienza assoluta
le cose, per la partecipazione della quale tutti i sapienti  sono  sapienti; e v' ha pure un solo Verbo assoluto, per la
la partecipazione del quale tutti quelli che hanno un verbo  sono  detti parlanti. Ora è il Verbo divino quello che è Verbo
e sonante come quella che cade sotto i sensi. Più tardi si  sono  fermati a considerare che la parola esterna non era che un
i nessi fra esse e le notizie più antiche e più familiari  sono  pronti. Solamente più tardi, quando la mente è già
parole nuove e proprie per quelle cognizioni che non le  sono  più nuove; ovvero le parole vecchie da comuni diventano
nel quale si dica che il logos di Dio è Dio; ma questi non  sono  che luoghi piuttosto sfuggiti ai loro autori per entusiasmo
perchè i naturali oggetti reali dell' umana intelligenza  sono  finiti, cioè sono gli enti creati contingenti. Ora gli enti
oggetti reali dell' umana intelligenza sono finiti, cioè  sono  gli enti creati contingenti. Ora gli enti creati, appunto
creati contingenti. Ora gli enti creati, appunto perchè  sono  contingenti, non hanno necessariamente la sussistenza , ma
la Trinità. Tuttavia, poichè l' intelligente e l' inteso  sono  correlativi, dalla sostanzialità o piuttosto dalla
quindi i modi, con cui l' essere può ricevere limitazioni,  sono  i modi onde l' essere può creare qualche cosa di diverso da
al Verbo, ma non le cose contingenti, le quali non  sono  se non per un' operazione divina e libera che le fa
primieramente che il Verbo e l' esemplare del mondo non  sono  due Verbi, ma è un solo, perchè è sempre la sussistenza
idee per conoscere gli enti finiti sussistenti, che non  sono  cogniti per se stessi; laddove la possibilità logica, l'
sussista. Ma i limiti, che può ricevere l' ente limitato,  sono  tracciati nella sussistenza assoluta in modo da costituire
della creazione del mondo. Le cose tutte contingenti non  sono  adunque da Dio conosciute per molte idee staccate, ma per
delle cose contingenti colla loro essenza, le quali  sono  di lor natura distinte e separate, perocchè non è
sua sussistenza tutti gli altri esseri limitati, i quali  sono  molti ed esclusivi, ond' egli ha bisogno di pronunciare
il mondo, e però con quell' unico atto, chè altri non ne  sono  in Dio, ella opera tutto ciò che opera ad extra; e quest'
giudizio è posto in essere dal Verbo, nel quale e pel quale  sono  fatte tutte le cose. Il Verbo divino all' incontro nulla
cose, hanno una speciale analogia col Verbo divino, di cui  sono  privi gli altri verbi umani; perocchè la convenienza delle
finito è la più nobil parte del creato, e l' altre cose  sono  fatte per lui; possono essere da lui conosciute ed usate:
pure coll' atto del crearle, perocchè le intelligenze  sono  tostochè è loro dato l' essere essenziale ideale, per sè
è il conoscerle, e il pronunciare è un dire « che cosa  sono  », e il dire che cosa sono è un conoscerne l' essenza; onde
pronunciare è un dire « che cosa sono », e il dire che cosa  sono  è un conoscerne l' essenza; onde la cognizione nostra de'
apprendere le cose sussistenti nelle loro essenze, le quali  sono  in Dio, benchè da noi non si veggano in Dio. Ora questa
in noi stessi, cioè nel nostro sentimento nel quale elleno  sono  ed agiscono: ma colla differenza che il nostro sentimento è
accuratamente in queste ammirabili parole che a Dio  sono  indirizzate: [...OMISSIS...] . Dal qual bellissimo luogo
e le manifestazioni del Verbo agli uomini, le quali non  sono  in egual modo razionali, ma positive e di conseguente si
cose manchino alla sapienza de' filosofi più celebrati come  sono  stati i Platonici, sapientemente le annovera in queste
donationis Christi (3) ». Tutte le speciali verità rivelate  sono  adunque doni di Cristo, ma non sono ancora Cristo
verità rivelate sono adunque doni di Cristo, ma non  sono  ancora Cristo manifestato espressamente agli uomini, non
ancora Cristo manifestato espressamente agli uomini, non  sono  il Verbo comunicante loro personalmente se stesso. Il che è
ma solo de' suoi doni. 2 Che appunto per ciò quelle verità  sono  molte, laddove il Verbo, al quale però si riducono, è uno.
dell' umanità che ne comunicava gli influssi. Che cosa  sono  adunque le verità speciali dell' antica e nuova
e le grazie speciali che le accompagnano? - Certo  sono  doni del Verbo, non ancora il Verbo stesso. Ma di più sono
sono doni del Verbo, non ancora il Verbo stesso. Ma di più  sono  appartenenze del Verbo, le quali in lui non sono nè divise
Ma di più sono appartenenze del Verbo, le quali in lui non  sono  nè divise fra loro, nè divise dalla personalità, ma sono
sono nè divise fra loro, nè divise dalla personalità, ma  sono  divise nell' uomo a cui vengono comunicate, e in questo
veduto innanzi, la creazione e l' altre operazioni esterne  sono  fatte pel Verbo, e in Dio non sono distinte da quell' atto
altre operazioni esterne sono fatte pel Verbo, e in Dio non  sono  distinte da quell' atto che costituisce il Verbo divino. E
si riducono al Verbo come in loro principio nel quale  sono  eminentemente contenute, e propriamente altro non sono che
sono eminentemente contenute, e propriamente altro non  sono  che tante parziali applicazioni alle cose create della
questa del Verbo. Ma il conoscere che tali verità speciali  sono  contenute nella sola cognizione del Verbo divino, questo ha
si conosce che tutte le speciali verità di cui parliamo  sono  contenute nel Verbo, e nello stesso tempo si percepisce il
fede, ne' meriti del quale vengono rimessi i peccati di cui  sono  macchiate le loro opere, non è lontano, anzi egli viene
moltiplicità di leggi, e tuttavia tutte le leggi morali non  sono  prive di unità, perocchè le leggi speciali si riducono ad
atta ad essere espressa in parole. Questi pertanto  sono  i gradi specifici della virtù soprannaturale e naturale, la
verso tutte le partecipazioni dell' essere, quali  sono  gli esseri finiti. Ma la comunicazione del Verbo che si dà
noi sappiamo da altri luoghi delle scritture, che queste  sono  eguali in tutto, eccetto nella causalità. « Ego et Pater
la relazione tra il Padre e il Figlio, cioè la generazione.  Sono  significate altresì alcune differenze fra la generazione,
nè ci sarebbe bisogno alcuno di dirlo. Che se entrambi  sono  Dio, dunque hanno la stessa natura divina, perocchè la
Ora Iddio pronunciante il Verbo ed il Verbo pronunciato  sono  principii supremi ed incomunicabili, cioè inconfusibili fra
ed incomunicabili, cioè inconfusibili fra loro: quindi  sono  due persone essenti nello stesso ente, nella stessa natura.
assentendo per la grazia che gli illumina ad intenderle,  sono  trasportati in una condizione soprannaturale in virtù della
compagnia di causa, quasi venga a dire: « Tutte le cose  sono  state fatte dal Padre pel Verbo », ma questa compagnia di
nelle cose create sovente la forma dalla materia di cui  sono  composte, e della forma si fa un elemento a parte
cause seconde, fra le quali si annoverano le istrumentali,  sono  pure mezzi all' ottenimento dell' effetto o del fine. Ma,
due persone, dicendo S. Giovanni che il Verbo, pel quale  sono  state fatte tutte le cose, è « « appo Dio » », cioè
finite da lui create, vedesi che, appunto perchè queste  sono  finite, non possono aver esaurita la sua sapienza e la sua
Ma vi ha un significato di queste parole: « « Tutte le cose  sono  fatte per esso » » che non è appropriato, ma proprio: e
per se stesso: esso è oggetto, ma non oggetto ideale come  sono  le essenze delle cose finite, ma oggetto sussistente, e
virtutem et Dei sapientiam (2) ». Nelle quali due parole  sono  indicate le due proprietà da noi distinte nel Verbo divino.
come quello dell' uomo, il quale afferma le cose che  sono  quando le percepisce; ma non può farne di nuove, e, se
Ma nell' essere divino per sè cognito, cioè nel Verbo,  sono  cogniti anche tutte le limitazioni possibili dell' essere,
Ora, posciachè l' essere cognito è per sè amato, quindi  sono  per sè amati anche tutti i possibili enti finiti. Ma poichè
di questo pronunciamento sia nel Verbo, in cui le cose  sono  per sè note, e quindi nel Verbo e pel Verbo sono fatte. Il
le cose sono per sè note, e quindi nel Verbo e pel Verbo  sono  fatte. Il Verbo dunque crea perchè ha la natura divina, è
nelle divine scritture è frequente il dirsi che le cose  sono  state fatte non solo pel Verbo ma ben anco nel Verbo. San
creati gli enti finiti. Onde la generazione e la creazione  sono  simili nel loro principio, cioè nel modo onde avvennero.
della predestinazione, e perchè anche gli altri uomini  sono  generati soprannaturalmente da Dio, venendo adottati in
in essi Cristo e il suo spirito. Nel Verbo divino adunque  sono  radicate e fondate universa in coelis et in terra, perchè
è creatore, e non è solamente quello nel quale le cose  sono  fatte, ma quello altresì che le fa unitamente al Padre ed
[...OMISSIS...] ; in questo senso il Verbo è quello in cui  sono  contenute quelle cose invisibili, da cui, secondo S. Paolo
o nei soggetti, esse stanno fuori del Verbo, e non  sono  il Verbo, e non si mescolano punto col Verbo, il quale è
ed efficace operatore. Se non che le due proprietà non  sono  divise ma unite, giacchè dicendosi testis fidelis et verus
sapientiae quae est ratio eorum quae fiunt (2) ». E questi  sono  appunto i due aspetti, sotto cui noi abbiamo detto doversi
oggetto , e come sussistente persona . I quali due aspetti  sono  anche indicati in quelle parole che Cristo disse definendo
qui et loquor vobis (3) ». Quasi dicesse io, persona,  sono  il principio pel quale e nel quale furono fatte tutte le
pel quale e nel quale furono fatte tutte le cose, e  sono  anche il principio della scienza, la quale ora io parlando
generico e indeterminato, e non tutti i principii  sono  persone. Il concetto di principio è uno degli elementi che
è indicato il Verbo con vocaboli generali ed astratti come  sono  quelli di sapienza e di sermone, i quali non esprimono
nè pure nella prima creazione informe, come quelle che  sono  separate d' essenza; di poi narra la seconda creazione,
«choris autu», ci venne a dire altresì che tutte le cose  sono  fatte nel Verbo. La quale interpretazione essendo lodata da
parole che dichiariamo espone ad un tempo che tutte le cose  sono  fatte e conservate pel Verbo e nel Verbo. Il Verbo adunque
osservando che le parole: « « Facciamo l' uomo » » non  sono  d' un superiore che comanda, ma d' un uguale che parla ad
e che si riducono alle stesse relazioni per le quali  sono  persone distinte. Così il Figliuolo conosce d' aver
distinguiamo più proprietà, che però altro in sè non  sono  che la stessa semplicissima persona del Figliuolo; così
nel suo commentario, « « le parole predette: Tutte le cose  sono  fatte per esso , apparisce con evidenza che l' Evangelista
che troviamo distinte nella narrazione mosaica, non  sono  separate nel fatto, perocchè, come abbiamo detto, la
cose medesime, perchè ha in sè il Verbo, giacchè le persone  sono  indivisibili, benchè, come persone, realmente distinte; di
parole: [...OMISSIS...] . E qui si vede altresì come a Dio  sono  presenti tutti i tempi e tutte le cose, « et vocat ea quae
sunt tanquam ea quae sunt (3) »: poichè nel Verbo divino  sono  ab eterno tutte le cose che egli crea, eziandio che non
che egli crea, eziandio che non sieno ancora a se stesse;  sono  nel loro fondamento che è il Verbo, secondo l' espressione
Verbo è luce agli uomini, dimostrando così come gli uomini  sono  costituiti esseri intelligenti pel Verbo. Le due parole
parlare astratto, nel quale la mente divide delle cose che  sono  in natura unite. Nè vale il dire che Cristo disse anco: « «
natura unite. Nè vale il dire che Cristo disse anco: « « io  sono  la via, la verità e la vita »(2) »; perocchè in questo
come possiamo sapere la via? » », e dopo aver detto: « « Io  sono  la via, e la verità e la vita » », soggiunge: « « Niuno
parlano della vita rispetto a noi, lo pongono, come: « « Io  sono  la risurrezione e la vita »(2) ». Dicendo dunque l'
viene costituita da termini di natura distinta da essi, e  sono  tutti affatto i soggetti creati, onde accade che la vita
le specie della vita che si ravvisano nelle creature  sono  diverse, e ciascuna ha i suoi gradi. Se dunque consideriamo
vita erat, ne abusarono per sostenere i loro errori. Questi  sono  due: Il primo teologico, quello de' due principii, perchè
verità che naturalmente a noi risplende, l' essere ideale,  sono  rispetto a noi tali, quindi si può dire che sieno fatte, o
nè create, nè concreate; ma eternamente sussistenti, perchè  sono  il Verbo stesso, ed hanno perduta la loro condizione di
soprannatural perfezione. Quindi Gesù Cristo disse: « « Io  sono  la luce del mondo: colui che mi segue non cammina nelle
giorni e tempo, e gli diede il dominio di quelle cose che  sono  sopra la terra. Pose sopra ogni carne il timore di lui, e
est homo in animam viventem », le quali dal sacro storico  sono  dette di Adamo quando fu creato innocente, di conseguente
(4). Di questo mistico corpo Cristo è il capo, i fedeli  sono  le membra. La vita e le operazioni vengono dal capo unito
quell' intimo nesso che ha Cristo con quelli che in lui  sono  incorporati. Tutti insieme formano un solo edifizio, una
tutto: « omnia possum in eo qui me confortat (3) ». « « Io  sono  la vite, voi i tralci: quello che si tiene in me, ed io in
la tentazione di vanagloria e di superbia, quando anzi  sono  occupati e compresi da un sentimento indicibile di umiltà e
l' Apostolo (3). Dice in secondo luogo San Paolo che  sono  inescusabili perchè essendo tanto deboli e miseri, in vece
perchè sa che tutte le cose, in qualunque modo egli operi,  sono  dirette dal Padre alla massima glorificazione del Figlio,
dal Padre alla massima glorificazione del Figlio, ed anzi  sono  tutte date in mano del Figlio: onde questo effetto ch' egli
quae in terra sunt, in ipso (3) ». Dove per quelle cose che  sono  ne' cieli s' intendono le spirituali, l' intelligenza e
al cospetto di Dio nel Cielo de' Cieli. Per le cose poi che  sono  in terra deve intendersi il corpo umano, l' animalità e
di quelli che amano Dio. E dice in ipso , perchè in Cristo  sono  tutte incorporate e formanti con esso lui un solo corpo, di
al che si riferisce S. Paolo [...OMISSIS...] . Innumerabili  sono  le maniere di dire nelle quali ricorre nel favellare degli
vita adamitica guasta in noi dal peccato. Questi istinti  sono  così enumerati dall' Apostolo: « Manifesta sunt autem opera
le potenze malefiche degli Angeli delle tenebre, le quali  sono  entrate nella natura umana e nel mondo materiale quando i
il primo effetto in queste parole: [...OMISSIS...] .  Sono  dunque queste armi, enumerate da san Paolo, e da lui
e nequitosità, e per rammentare la perdizione a cui  sono  destinate nel fuoco eterno della malizia onde provengono. 5
oggetto d' adorazione agli angeli stessi, che per natura  sono  tanto più eccellenti dell' uomo. Alla qual parola di Dio
un altro uomo, ma solamente delle forze nemiche quali  sono  la concupiscenza e il demonio che più o meno vi si può
e lo stesso si dica della lotta fra i cristiani che  sono  in Cristo e i malvagi che li perseguitano, il combattimento
nemiche, che appartengono alla natura dell' uomo ma non  sono  costituite in persona, ma bensì fra persone e persone, fra
ed infinita di Dio Padre da cui procedo, e da cui  sono  mandato al mondo. Or questa volontà del Padre era ella una
mandato del Padre che voleva questo amore nel Figliuolo,  sono  congiunte da Cristo anche in queste altre sue parole: «
gl' individui umani possono stringersi ed adunarsi insieme,  sono  limitati dalle condizioni della stessa natura. Uno, e forse
partecipando della Figliuolanza del Verbo incarnato a cui  sono  indivisamente uniti. Di che S. Paolo attribuisce al Santo
immortalità; la seconda è, che per la risurrezione i giusti  sono  figliuoli di Dio, tolti per conseguente da ogni pena o
è Dio de' vivi e non dei morti. Dunque questi Patriarchi  sono  viventi. Ma non potrebbero dirsi viventi, se un giorno non
di que' Patriarchi dalla loro futura resurrezione. Perchè  sono  vivi? perchè risorgeranno. Dunque non sarebbero vivi se non
colla deposizione di quella. Laonde Cristo disse: « « Io  sono  la risurrezione e la vita: chi crede in me, benchè egli sia
dominabitur (3). » Ma pure Cristo una volta morì; ed allora  sono  forse morti gli Apostoli e discepoli suoi ne' quali egli
che l' eucaristia non si può ricevere se non da quelli che  sono  nati nelle acque battesimali. Dice Gesù Cristo di nuovo
e quelle della fame e sete che s' estingue in quelli che  sono  satollati della sapienza e della vita di Cristo. E Cristo
del demonio col peccato del primo uomo; A quelli che  sono  predestinati alla eterna salute darà la vita eterna, e li
e incorporazione di lui, salva le persone che gli  sono  state date dal Padre, e a queste, oltre l' aspettazione
perfezione dell' essere. Questa è la fede di quelli che  sono  già incorporati in Cristo: la fede dopo la percezione
ogni maniera di traimento, e specialmente di quelli che  sono  tratti a Cristo, acciocchè non siano solamente in potestà
fede compiuta attuale ed abituale. Queste disposizioni non  sono  propriamente la rettitudine naturale del pensare e dell'
Cristo, dati specialmente avanti la venuta di Cristo,  sono  appunto quelle rivelazioni e istruzioni soprannaturali di
ricevute docilmente, umilmente, fedelmente dagli uomini,  sono  le disposizioni prossime ed efficaci che poscia li fa
non avrete la vita in voi: [...OMISSIS...] Queste parole  sono  assolute ed universali. Qui sembra occultarsi un grande
pane adunque dee dare la vita anche a quegli uomini che  sono  morti secondo la vita naturale ed adamitica. Il che importa
ejus sanguinem non habebitis vitam in vobis . » Le parole  sono  chiare ed assolute, a tal che, prima che fosse deciso dalla
di Dio; la fede loro era per essi il titolo, con cui  sono  morti, di un diritto ad rem, che fu poscia effettuato da
» il che è la società e comunicazione nostra co' santi che  sono  in Cielo. Laonde Innocenzo III nella sua opera sulla
pane rinforza, e il vino eccita e rallegra; e questi pure  sono  effetti dell' Eucaristia; la quale dà all' uomo la pienezza
del suo corpo. La terza e la quarta di queste vite,  sono  una sublimazione soprannaturale della prima, o, per dir
Ora quell' anime, benchè separate dal corpo, le quali  sono  una cosa nel Figliuolo e nel Padre [...OMISSIS...] ; quelle
fierent (6): » cioè, acciocchè le cose invisibili, che  sono  l' oggetto della fede, la mercede promessa e la gloria
della subitanea resurrezione delle loro anime, tostochè  sono  divise da' corpi. Il che dimostra che non convien troppo
E le due risurrezioni, cioè questa e la finale,  sono  distintamente annunziate da Cristo in questo luogo;
morte, l' Angelo della morte non può nulla su quelli che  sono  vitalmente incorporati a Cristo, perchè ognuno che crede,
si renda cibo de' puri spiriti? E` vero che gli Angeli  sono  spiriti puri, ma essi hanno nulladimeno una relazione e un'
una relazione e un' azione sui corpi. Come i corpi  sono  il termine attivo della vita animale, di maniera che il
il suo atto di sentire e di essere; così i medesimi corpi  sono  un termine passivo degli Angeli, di maniera che dagli
incontamente vengono resuscitati da Colui che disse: « Io  sono  la resurrezione e la vita, chi crede in me eziandio che sia
chi crede in me eziandio che sia morto vivrà », e questi  sono  simili agli antichi giusti, colla sola differenza che gli
vostri sensi, perchè questi sensi guasti e materiali non  sono  degni nè atti di vederlo o percepirlo, perchè non sono
non sono degni nè atti di vederlo o percepirlo, perchè non  sono  degni nè atti di vedere Iddio in cui è Cristo, nè è degna o
tesori che in quella vita, quasi involuti a forma di germe,  sono  nascosti e che debbono poi apparire in voi d' improvviso,
umana natura assunta dal Verbo, tutte le nostre potenze  sono  ad un tempo sollevate, corroborate, divinizzate, non solo
a noi comunicata dalla vita umana7divina di Cristo,  sono  quelle parole di S. Paolo « in eamdem imaginem
amabili al Padre che ama in noi le stesse cose che  sono  in Cristo e sono in noi, ama Cristo in noi. Onde il
al Padre che ama in noi le stesse cose che sono in Cristo e  sono  in noi, ama Cristo in noi. Onde il Salvatore disse de' suoi
E come potrebbe venir meno la vita soggettiva a quelli che  sono  amati dal Padre dello stesso amore del quale ama il suo
e le preghiere de' quali, fatte in nome di Cristo,  sono  accette ed esaudite: [...OMISSIS...] Le preghiere e i
al presente il corpo e il sangue glorioso di Cristo  sono  gli accidenti del pane e del vino, che soli cadono sotto i
vero pane e vero vino. Ora, questi effetti fisici non  sono  gli effetti eucaristici. Il corpo adunque ed il sangue di
il corpo eucaristico di Gesù Cristo, nel quale tali leggi  sono  tutte sospese dall' onnipotenza divina, e però non è
l' ordine morale. Di che avviene che quelli che non  sono  battezzati, e quindi incorporati a Cristo, non ne ricevono
il tenore della loro disposizione; e però quelli che  sono  meglio disposti, e più e meglio cooperano cogli atti della
in maggior copia, e in minore gli altri. I quali effetti  sono  primieramente operazione dello Spirito di Cristo che
nella loro esistenza oggettiva, appartenenze del Verbo, non  sono  le cose quali esistono puramente a se stesse, dal che viene
Laonde le creature per la sola esistenza oggettiva non  sono  a se stesse; e, quando esse sono (soggettivamente), allora
esistenza oggettiva non sono a se stesse; e, quando esse  sono  (soggettivamente), allora esse non apprendono
alla stessa rigenerazione, come accade negli adulti. Questi  sono  quei doni e quelle grazie, di cui parla il sacrosanto
delle persone umane col Verbo incarnato, le quali persone  sono  come membra di quel corpo mistico di cui il Verbo è capo.
del suo corpo glorioso, in virtù e nel momento nel quale  sono  pronunciate le parole, forma del Sacramento; e che l'
disposto. Perocchè, se gli accidenti del pane e del vino  sono  a un contatto reale colle nostre carni, il corpo ed il
del pane e del vino, contiene propriamente, se vere  sono  le conghietture sopra esposte, quella vita eucaristica, che
efficace, cioè operatore dell' unità ch' egli segna, come  sono  segni efficaci tutti i Sacramenti di Cristo; cioè operatori
rende atti a comunicare collo Spirito di Cristo, perchè non  sono  congiunti a quel Verbo che produce nei battezzati tale
dai battezzati, i quali ricevono il Sacramento, e, se  sono  in grazia di Dio, anche la cosa del Sacramento . I primi
comunicano con Cristo: ma in diverso modo quelli che  sono  in grazia, e quelli che sono in disgrazia di Dio. I
ma in diverso modo quelli che sono in grazia, e quelli che  sono  in disgrazia di Dio. I battezzati, che non sono in grazia,
quelli che sono in disgrazia di Dio. I battezzati, che non  sono  in grazia, hanno il Verbo nella loro mente, la quale
e però dall' avere l' impressione del Verbo non  sono  santificati, perchè il Verbo che è in essi non manda lo
« vede me come Verbo, e in me conosce il Padre mio di cui  sono  l' imagine ». Laonde colla Eucaristia si completa nell'
speciali dell' Eucaristia, in chi degnamente la riceve,  sono  la castità e l' umiltà. E perciocchè lo Spirito Santo si
lo Spirito Santo si comunica alla volontà dell' uomo, e  sono  a questa soggiogate l' altre potenze inferiori; perciò fra
si perfezionano col ricevimento del Sacramento eucaristico  sono  indicate da S. Paolo in quelle parole: « Unum corpus et
un sol corpo mistico e tuttavia reale con esso lui. Quindi  sono  altresì uniti strettamente fra sè, come le membra d' un
le membra d' un solo corpo, che quantunque distinte non  sono  divise: [...OMISSIS...] Laonde, giusta l' esposta sentenza,
perciò si chiama « Spiritus vitae (3), » in quanto entrambe  sono  soggettive, atto del soggetto; ma nella prima lo Spirito
sia una la giustizia e la santità ed identica, tuttavia  sono  diversi i soggetti che la partecipano o la possiedono, e n'
sue stesse potenze: il che è quanto dire per quei mezzi che  sono  proprii della sua natura; e che Iddio non facesse se non
l' universo materiale che circonda l' uomo, ha tre fini che  sono  altrettante regole secondo le quali è formato. Perciocchè:
bisogni dell' animalità umana, acciocchè gli uomini che pur  sono  animali possano sussistere, riprodursi e percorrere tutti
sussistere, riprodursi e percorrere tutti quegli stadii che  sono  proprii della vita animale. 2. Esso è fatto e ordinato in
uomo secondo la natura è quella delle cause. Ma queste non  sono  che sostanze produttrici di qualche effetto. Che cosa è
nostre ha tre maniere di forme, meno o più estese, le quali  sono  l' idea specifica , l' idea generica e l' idea universale .
alle cose tutte; mentre le similitudini e le imagini  sono  rinserrate nei generi e nelle specie alle quali
significato di ciascheduno. Egli è per questo che le lingue  sono  sistemi di segni così eccellenti che possono esprimere
come pure quelle di qualità, di quantità e di modalità,  sono  idee astratte che si estendono anche agli esseri
Or quanto alle prime, mediatrici fra le idee e le parole,  sono  le similitudini. A ragion di esempio, quando quelli che
grandezza l' idea di oggetti grandi. E perchè questi non  sono  sempre i medesimi che vengono a lui indicati, egli è
ci conduce ad affiggere il significato a quei vocaboli non  sono  già gli oggetti sensibili che vengono sottoposti a' nostri
con una denominazione acconciamente trovata dal Falletti,  sono  idee di semplice indicazione. Ora considerando l' uomo
della profondità dei mari, del giorno e della notte. E  sono  appunto queste solenni impressioni, le prime da cui era
della divinità e delle relazioni di questa coll' uomo. E io  sono  di quest' avviso che una tale osservazione ci può indicare
applicare le qualità di un oggetto a un altro in quanto  sono  concrete, ma solo in quanto sono da noi astratte. Ora le
a un altro in quanto sono concrete, ma solo in quanto  sono  da noi astratte. Ora le parole appunto potevano essere solo
che parlava sensibilmente avesse poscia detto all' uomo: Io  sono  il cielo, ossia l' esteso. La parola dunque in primissimo
Nella qual opera il più prezioso monumento che noi abbiamo  sono  certamente le divine Scritture, e fra le parti che le
Scritture, e fra le parti che le compongono, quelle che  sono  scritte in lingua simbolica. Perocchè v' ha, a non
primi della prima favella, come i cinque suoni vocali  sono  gli elementi di ogni particolare discorso. Ma qui mi
provenienti da oggetti puramente naturali, i quali non  sono  informati e, per così dire, mescolati con alcun
mettere nell' uomo niente di soprannaturale, perocchè  sono  effetti di oggetti della natura. Ma bensì possono nell'
dell' uomo santo è soffusa e come dorata. E di recente, or  sono  soli tre dì che di tanto mi fu cortese il cielo, che io
dell' infinita cagione che li produce (1). E tali  sono  le doti del corpo glorioso, delle quali un cotal principio
ne fa Iddio vedere talora nei santi anche intanto che  sono  tuttavia in questa vita mortale. E per ciò dico, che le
virtù soprannaturale. E dissi sensazioni che significano o  sono  materia di cognizione e che in tanto appunto hanno
1. Quelle impressioni sensibili, le quali di lor natura  sono  puramente naturali, e che tuttavia ricevendosi dall' uomo,
di Dio; 2. Quelle impressioni sensibili le quali non  sono  puramente naturali, ma che sono accompagnate da qualche
sensibili le quali non sono puramente naturali, ma che  sono  accompagnate da qualche principio soprannaturale, e
da oggetti materiali, ma da oggetti che, sebbene materiali,  sono  però informati da virtù divina. Or di queste ultime
congiunta una cotal virtù soprannaturale, non già in quanto  sono  segni, ma in quanto sono pure sensazioni. E considerate in
soprannaturale, non già in quanto sono segni, ma in quanto  sono  pure sensazioni. E considerate in questo stato, il loro
operazioni prodigiose avvengano in esseri ragionevoli, come  sono  gli uomini, convenevole cosa è che si traggano dietro la
congiunta una virtù e grazia soprannaturale in quanto non  sono  segni solo, ma ben ancora in quanto son conosciuti dall'
congiunta una virtù e grazia soprannaturale, in quanto  sono  segni, sebbene non v' ha nessun bisogno che l' uomo li
colla divina: e questo è uno di que' simboli solenni che  sono  passati per tradizione e che si trovano presso tutte le
di Dio e medesimamente Cristo che di sè ha detto: « Io  sono  la via, la verità e la vita« (2). » Conciossiacchè è il
in altri uomini: il perchè anche tutti gli uomini santi  sono  legni di vita; e quindi S. Giovanni dice aver veduto la
città aver le sponde tutte fornite di alberi che non  sono  altro che il legno della vita: [...OMISSIS...] . Dice il
nelle acque del diluvio (2). Quivi un nuovo ufficio  sono  chiamate a fare le acque, cioè a purificare il mondo dalle
sua legge. Perciocchè poi lo Spirito Santo e le sue grazie  sono  quelle che alimentano e tengono vivi i Santi, per ciò esse
convien sapere, che i Sacramenti della nuova legge, che pur  sono  cose corporee e segni sensibili, hanno una tale efficacia e
ma solo con Dio. E però che i segni del mondo materiale  sono  solamente ordinati a disporre le parti inferiori dell'
lo sdegno di Dio, ossia la punizione effettiva. Sei adunque  sono  i punti nei quali venne alterato il sistema primitivo col
per salvare e perfezionare l' umanità redenta da lui,  sono  di due specie, cioè altri sono istruttivi , e altri
l' umanità redenta da lui, sono di due specie, cioè altri  sono  istruttivi , e altri effettivi o Sacramenti. Parliamo prima
gli altri sistemi, di cui è il corpo umano composto, non ne  sono  immediatamente affetti, e per conseguente nè pure
figliuoli di Dio, secondo quelle parole: « Tutti quelli che  sono  spinti a operare dallo Spirito di Dio, questi sono i
che sono spinti a operare dallo Spirito di Dio, questi  sono  i figliuoli di Dio« (3) »: ecco il nuovo principio attivo
pronome quelli le loro persone; giacchè le nature loro non  sono  ancora esenti dalla corruzione che le danna alla morte. E
dalla corruzione che le danna alla morte. E ciò perchè non  sono  più essi (la persona) quelli che operano i moti della
così:« Ma se io faccio quel che non voglio, dunque non  sono  già IO (persona) che il faccio, ma quel peccato che abita
precedenti consegue, che quei segni sensibili, i quali  sono  deputati alla ristorazione dell' uomo peccatore, devono
quei segni diventarono una religiosa cerimonia, e  sono  questi i segni a cui, per contraddistinguerli da tutti gli
questa vivificato, e però anche quegli effetti che in lui  sono  prodotti da cagioni naturali. Conviene poi distinguere due
che dànno le percezioni e quindi le idee prime delle cose  sono  indispensabili all' uso delle lingue vocali, le quali
dentro quella porta (2). Così Cristo uomo e quelli che  sono  incorporati in Cristo, sono portati dentro dalla divinità
Così Cristo uomo e quelli che sono incorporati in Cristo,  sono  portati dentro dalla divinità che li circonda e assume
E qui conviene riflettere in generale, che gli animali  sono  stati presi per emblema degli uomini, e nei varii costumi
ottenuto, gli errori materiali svanirebbero da sè, perocchè  sono  i progressi che fa l' uomo nella moralità quelli che il
in questa antica e primitiva scuola che dà Dio agli uomini,  sono  prese per emblema a significare uomini, verso cui sono i
sono prese per emblema a significare uomini, verso cui  sono  i doveri morali, si vedrà come falsamente il Calmet ed
il Figliuol dell' uomo che verrà sulle nubi, le quali  sono  l' emblema degli Angeli (5), apparisce assai chiaro, che l'
ritorno dalla schiavitù di Babilonia, come detto è innanzi,  sono  altrettante figure di una verità così importante, che non
simboli e li spiega, mette innanzi gli enimmi e ci dice che  sono  tali, chiamandoci a penetrarne il senso nascosto. Tutta la
e ammaestrando quel popolo (1): e i Padri della Chiesa  sono  così uniformi in questa sentenza, sicchè ella si può dire a
morale, che Iddio gli intima fino a principio: « Io  sono  Dio onnipotente: cammina dinanzi a me e sii perfetto« (3).
a cui dànno l' annunzio del prossimo nascimento d' Isacco,  sono  riconosciuti da' Padri per simbolo della Trinità. Il numero
mondo. Gli stessi tre Patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe  sono  emblemi delle tre divine persone. 1. Agar e Sara . - Agar e
e Sara . - Agar e Sara, l' una serva e l' altra libera,  sono  tipi della Sinagoga e della Chiesa. E` l' apostolo che ne
di cui egli si copre per ottenere la benedizione paterna,  sono  un tipo, secondo S. Agostino, dei peccati degli uomini di
latte della sua madre (6); di non pigliare i pulcini mentre  sono  ancora nel nido (7); di non uccidere la pecora cogli
primi. I segni istruttivi emblematici contenuti nella legge  sono  di tre specie, vale a dire: 1. i sacrificii ; 2. le cose
la conversazione e la vita dell' uomo, e le seconde  sono  strumenti e mezzi che servono tanto al culto come alla
emblematici. Giusta la dottrina del Cristianesimo due  sono  le vite dell' uomo, la presente e l' eterna: nella presente
colle correlative (1). Laonde anche i sacrifici ebraici  sono  a un tempo figure della santità della vita e figure della
perfetto ebbe in sè medesimo. Gli animali immolati a Dio  sono  emblema degli uomini che devono essere tanto in questa vita
insieme si vede che i monti santi e la giustizia  sono  sinonimi significando la stessa cosa, quelli in enigma e
era uno de' monti santi. I quali erano due, [come due]  sono  i principii della giustizia (7) e della legge, cioè la
la grazia, la giustizia ideale e la giustizia reale: e due  sono  parimente gli oggetti della giustizia, cioè Iddio e la
reale. Queste due giustizie, se così mi lice chiamarle,  sono  egualmente necessarie all' uomo, perchè l' uomo ha bisogno
di Dio che comunica la grazia la quale muove la volontà,  sono  gli emblemi delle due parti della giustizia di cui
due parti della giustizia di cui parliamo. Poichè questi  sono  i due perni di tutto l' universo morale, non è maraviglia
e la manna o cibo vitale, ordine reale. Questi due elementi  sono  della natura delle cose; e quindi la spiegazione che io do
originale per il quale le cose tutte di questa terra  sono  infette sino a tanto che Cristo non le purifichi. Per ciò
a dover essere figure, e « i precetti giudiziali  sono  figurativi, non in primo luogo e per sè, ma per un cotal
pietra percossa colla verga di Mosè, la manna e altri tali  sono  troppo noti simboli del Messia o dei fatti della sua vita.
entrare nelle menti degli uomini. Due specie di cognizioni  sono  insensibili, cioè le astratte e le negative . Queste ultime
la perfezione della seconda. Per questo nell' antico patto  sono  sempre promessi ai giusti dei beni temporali e nel nuovo è
di tutte le idee; e le altre idee astratte non  sono  che la stessa idea dell' essere limitata, circoscritta,
loro costumanze. [...OMISSIS...] Veramente di nessuna cosa  sono  più sollecite le divine Scritture quanto di far conoscere
La ragione di questi accozzamenti di varie figure che non  sono  in natura è questa. Iddio anche circondato dalla carne è
cosa che si rappresenta eccede i confini degli esseri che  sono  nella natura, e unisce in sè medesima le qualità e virtù
altresì gli empi: egli è un carro di guerra e ne  sono  l' armi le fiamme; i Cherubini l' attirano, o anzi il
fa in esse vivere la vita immortale. Perocchè queste fiamme  sono  quella potenza misteriosa e irresistibile, colla quale Dio
innalzato perchè è anche Dio (4): e però quei Cherubini  sono  anche aquile, avendone la testa e le ali. Ed essi hanno
di vitello, stemmi delle due qualità del Signor loro, che  sono  l' esser egli Re di tutte le cose e unico sempiterno
la loro vita e il loro movimento, devotissimi sì come  sono  a servire a effettuazione e consumazione di un tale
e delle anime già pervenute a stato di angelo (2), che  sono  le cagioni medie per le quali opera Iddio e Cristo in sulla
le idee e le idee richiamano le imagini; le imagini  sono  somministrate da quei tre fonti che ho toccato, gli
vi succedono. Sotto quella di cerimonie tutti i fatti che  sono  stati posti dall' uomo in pruova all' uomo di significare e
casi le parole significano una cosa significativa. Non  sono  esse stesse le imagini sensibili, ma bensì le cose da loro
le imagini sensibili, ma bensì le cose da loro significate  sono  queste imagini e simboli di idee astratte o negative. Ma le
il linguaggio nelle allegorie e nelle parabole. Ora questi  sono  i due fonti di tutta la lingua simbolica: ella o annunzia
si appella perchè ella segna ed esprime degli oggetti che  sono  dei simboli (1). E ciò che si dice di un oggetto
Assur (1), è facile l' intendere che la mosca e l' ape qui  sono  due simboli e che voglia segnare il Re di Egitto e quello
piace. II. La parola relativamente alle idee positive , che  sono  il fondamento della classificazione specifica delle cose,
non è compresa negli antichissimi nomi proprii, ma questi  sono  nomi comuni applicati a un essere sussistente e resi così
non prendere gli esempi se non dalla lingua ebraica, molti  sono  i nomi a cui è affisso dal loro istitutore il pronome
che noi intendiamo per essa: vi ha un' infinità di cose che  sono  supplite dallo spirito di quelli che parlano e che
spirito di quelli che parlano e che ascoltano, e che non  sono  punto segnate coi suoni. Sarebbe lungo l' entrare in questa
lingue. Noi osserveremo solo che questi sottointendimenti  sono  specialmente innumerevoli nelle lingue antichissime, e si
vedrà assai agevolmente che l' estensione e la luminosità  sono  pure astrazioni: all' incontro l' esteso e il luminoso sono
sono pure astrazioni: all' incontro l' esteso e il luminoso  sono  astratti sostantivati. Ora questi astratti sostantivati
astratti sostantivati. Ora questi astratti sostantivati  sono  il primo passo che fa lo spirito umano onde pervenire alle
non una sola facoltà; per ciò i primi passi dello spirito  sono  complessi, operando più facoltà insieme; e i semplici sono
sono complessi, operando più facoltà insieme; e i semplici  sono  gli ultimi. Ciò che dico non è una pura conghiettura, ma un
astratto, che noi tradurremmo « i giudizii del Signore  sono  rettitudine«: » ma la lettera dell' Ebreo sostantiva l'
tutte più vetuste. I due ultimi esempi che ho recati non  sono  astrazioni specifiche sostantivate, ma sì bene generiche; e
luminosità, e così via. In tal modo gli astratti puri che  sono  idee insensibili furono concepiti nelle menti degli uomini
differente stato soprannaturale degli uomini pe' quali essi  sono  istituiti: il quale stato viene determinato dalla natura
stato viene determinato dalla natura della grazia da cui  sono  illustrati. Conviene adunque rammentare ciò che noi abbiamo
nella verità, » che viene a dire nel Figlio che disse «« io  sono  la verità« (5). » Il più augusto di questi Sacramenti è
accennato. Veramente i Sacramenti della nuova legge non  sono  già puri elementi sensibili e materiali, ma ciò che è
procede dal lume interno di chi intende, e le parole non  sono  che suoni materiali che diventano segni appunto in virtù di
e dalle cose nelle persone che ricevono i Sacramenti,  sono  altrettante azioni reali che non potevano aver luogo in
modo avere la virtù di quelli del nuovo, e convenevolmente  sono  detti da S. Paolo « elementi infermi e poveri« (2). » I
in faccia sua« (5) » perchè tutti hanno peccato e  sono  impotenti a mantenere la giustizia, avendo l' ingiustizia
Sacramenti e che ha per base la fede: [...OMISSIS...] . E  sono  i Sacramenti quelli che infondono la fede, di cui tante
nell' ordine delle idee ; e come dopo Cristo gli uomini  sono  salvati dalla sua reale azione, così avanti Cristo erano
la perfezione dell' ordine ideale, così i nuovi Sacramenti  sono  il compimento e la perfezione degli antichi. E però disse
movimento verso la perfezione, perchè a cagione del peccato  sono  entrate in lui delle altre tendenze verso il male più forti
delle cose a farsi, non la virtù di farle. Ed ora « non  sono  giusti appresso Dio gli uditori della legge, ma sono
« non sono giusti appresso Dio gli uditori della legge, ma  sono  giustificati solo quelli che la eseguiscono« (3). » In
a cui furono rimesse le colpe (2): erano colpevoli, ma  sono  tuttavia beati perchè Iddio ha loro perdonato, e gli ha
nè poco si percepisce, nel quale stato i segni o indizii  sono  indispensabili, e senz' essi non si potrebbe avere pensiero
e però alla giustizia di Dio » (che è tutto spirito) « non  sono  soggetti. Perocchè il fine della legge è Cristo a
di esterna sanzione i peccati interiori dello spirito, come  sono  i mali pensieri, che Iddio solo vede e punisce. Ora questo
alla lettera della legge ed è noto per ciò come da Cristo  sono  chiamati « ciechi e condottieri di ciechi« (1); » è noto
di tutti gli antichi maestri: « Tutti, quanti vennero,  sono  ladri e assassini, e le pecore non li hanno uditi« (1). »
quindi non giustificati nella legge; che « essendo inimici  sono  stati riconciliati con Dio per la morte del suo figliuolo«
la vita presente, parte la futura. I tre principali  sono  poi i seguenti: Il primo si era che a que' giusti aderiva
uomini a Dio, dicendo l' Apostolo che « figliuoli di Dio  sono  tutti quelli che sono mossi dallo spirito di Dio« (2). »
l' Apostolo che « figliuoli di Dio sono tutti quelli che  sono  mossi dallo spirito di Dio« (2). » Tutto ciò s' intenderà
dall' ignoranza e dalle tenebre in cui i servi  sono  lasciati dal padrone, come avveniva appunto nell' antico
tutte per singolo udite dal Padre? e chi non sa che queste  sono  infinite? Ma come il Padre gliele comunicò tutte senza
le cose veramente si comprendono, giacchè nel Verbo divino  sono  le cose tutte. Il secondo effetto, o carattere dell' antica
Abramo « che la sua fede gli fu riputata a giustizia« » non  sono  solamente scritte per lui, ma per noi altresì, come in quei
umana in altrettanti ordini secondochè le riflessioni  sono  più o meno elevate (1). In ciascun ordine poi la
la celerità. Rispetto poi ai rapporti sociali questi  sono  successivamente causa ed effetto dello sviluppo
umane crescere altresì l' umana perversità. Due adunque  sono  gli sviluppi simultanei dell' uman genere: 1. quello delle
fra Dio e l' uomo, furono delle cerimonie religiose. Tali  sono  i Sacramenti. Per ciò S. Tommaso togliendo a classificare
le osservanze che regolano la conversazione di quelli che  sono  al culto di Dio dedicati distinguendoli da quei che non
al culto di Dio dedicati distinguendoli da quei che non  sono  (1). Nel qual luogo e in altri l' angelico Dottore fa
E poichè le ragioni di un patto positivo fra Dio e l' uomo  sono  due, l' ignoranza dell' uomo, per la quale non conosce che
i Sacramenti della legge di natura. Finalmente antichissime  sono  le esterne purificazioni ed espiazioni, le quali potrebbero
nodo della società domestica, dove la donna e l' uomo  sono  una carne (5). Per la stessa ragione il bambino che moriva
genti, intendendo per queste genti non pure quelle che  sono  nate da lui secondo la carne, ma quelle che partecipano
il cibo spirituale e divino onde Iddio nutrisce quelli che  sono  peculiarmente dedicati al suo culto: il quale cibo è Dio
ha bisogno di quei mezzi esterni che il formano, e che  sono  i Sacramenti di Cristo. Il perchè ai nuovi Sacramenti è più
la natura di questi effetti, di questa potenza. Due  sono  principalmente questi effetti; l' uno è l' attitudine che
a Iddio, e in questo senso Gesù Cristo diceva che gli Ebrei  sono  figli del demonio. Altra da questa è la figliuolanza di Dio
da tutti i Teologi, dica, che « i caratteri Sacramentali  sono  puramente altrettante partecipazioni del sacerdozio di
i Sacramenti della nuova legge hanno questo di proprio, che  sono  segni al tutto efficaci, ove non sia posto alcun obice
solo, ma unito colla grazia, poichè è quello di cui  sono  segnati gli eletti. E per la medesima ragione, onde al
all' uomo per via della sua umanità in forma di cibo.  Sono  i corpi che si congiungono, di Cristo e del cristiano. Ora
modo ond' egli opera, e degli effetti che produce. Cinque  sono  i modi di operare de' Sacramenti della nuova legge.
avere la vita se non hanno Cristo, cioè se a lui non  sono  congiunti in una cosa sola, sicchè una stessa vita sia
risguarda il Battesimo. S. Giovanni parla di quelli che  sono  nati da Dio, e dice: « Tutto ciò che è nato da Dio, vince
a noi venne. S. Giovanni adunque distingue quelli che non  sono  ancora rigenerati da quelli che già hanno avuto la
hanno avuto la soprannaturale generazione. Quelli che già  sono  generati e nati di Dio, avendo in sè la grazia triniforme,
generati e nati di Dio, avendo in sè la grazia triniforme,  sono  confermati da essa nella loro fede e unione con Cristo; ma
essa nella loro fede e unione con Cristo; ma quelli che non  sono  ancora rigenerati col Battesimo non possono esser condotti
usa S. Giovanni la parola terra e dice così: « Poichè tre  sono  quelli che danno testimonio (a Cristo) in cielo » (cioè
«il Padre, il Verbo e lo Spirito Santo, e questi tre  sono  una cosa. E tre sono quelli che dànno testimonio (a Cristo)
Verbo e lo Spirito Santo, e questi tre sono una cosa. E tre  sono  quelli che dànno testimonio (a Cristo) in terra » (cioè
«lo spirito e l' acqua e il sangue, e questi tre  sono  una cosa«, » o come dice il greco, sono volti a un solo
e questi tre sono una cosa«, » o come dice il greco,  sono  volti a un solo fine (1). E chi ha meditato sulla lingua
Quanto poi a' Battesimi di sangue e di desiderio essi non  sono  Sacramenti. E sebbene convengano col Sacramento del
uomo nuovo: gli altri effetti che sortono da questo primo,  sono  quelli che santificano le altri parti dell' uomo stesso
ex opere operato una grazia ineguale a quelli che  sono  inegualmente disposti: della qual tesi Onorato Tournely dà
a perfezione questi due effetti. Questi due Sacramenti  sono  l' estrema Unzione, che rimuove dall' uomo le reliquie de'
due questi mezzi dell' aspetto di Cristo e delle sue parole  sono  indicati da Cristo stesso nel colloquio ch' egli tenne con
quale riceverete lo Spirito Santo) voi conoscerete che io  sono  nel Padre«: » ecco la cognizione del Verbo per l'
« quelli che hanno gustato il dono celeste, e che  sono  stati fatti partecipi dello Spirito Santo« » a differenza
se non colla persona, perchè questi separatamente presi  sono  infiniti. Però quando i Padri vogliono significare il
della Confermazione i sette doni, ma dice che questi non  sono  che i principali. [...OMISSIS...] Ma io non ho sott' occhio
del Battesimo, della Cresima e dell' Ordine, i quali  sono  radicalmente uno; perocchè sono sempre una comunicazione
e dell' Ordine, i quali sono radicalmente uno; perocchè  sono  sempre una comunicazione del Verbo all' intelletto. Ma da
del Sacramento. Talora poi le due parti indicate  sono  espresse distintamente nel parlare de' Padri e non l' una
attribuito a S. Ambrogio « la imposizione della mano  sono  le parole mistiche« (4), » le quali parole mistiche voglion
pegno dell' eredità nostra« (5). Questi tre effetti poi  sono  la santità, la fortezza e il gaudio. Il secondo vien dal
uomini non ci avea bisogno alcuno di Sacramenti; i quali  sono  istituiti come anelli, o canali intermedi fra Cristo e
non è assoluto per tutti gli uomini. Tanto è vero che ne  sono  eccettuati per comune consenso tutti quelli che morirono
il Battesimo prima di nascere? Gesù diceva a Filippo: « Io  sono  tanto tempo con voi e non mi conoscete? Filippo chi vede
la forza sua se non dalla parola del Verbo? (6) non  sono  chiamate parole di vita quelle di Cristo? (7) non ha detto
in essi la fede e la contrizione: « i tuoi peccati ti  sono  rimessi«, » senza far loro parola di Battesimo? (2) e se i
«cioè fatto glorioso. [...OMISSIS...] Le quali parole  sono  chiarissime, nè ammettono una facile interpretazione
e del vino il corpo umano in potenza, cioè tali cose che  sono  atte a farsi corpo (3). Premessi questi principii egli
avvenire la transustanziazione. Le parole del gran Vescovo  sono  le seguenti: [...OMISSIS...] . Può dirsi più propriamente e
che venìa dagli Apostoli. Ora i fedeli che comunicano  sono  appellati in questo libro« connutrizi « di Cristo:
i fedeli cibano quel cibo che ha cibato prima Cristo, e  sono  veri suoi connutrizii. Ella s' avvera in questo caso alla
nel supporre che la materia del pane rimanga immutata. Due  sono  i solenni decreti della Chiesa che il Bellarmino
noi la veggiamo continuamente accompagnata, ma che non le  sono  necessarii, e che accidentalmente le avvengono per l'
mandarlo nello stomaco, senza ottenere il fine pel quale  sono  state fatte tutte queste operazioni? tutte queste
fatte tutte queste operazioni? tutte queste operazioni  sono  inutili e vane, quando il cibo non dee cangiarsi in carne e
è il mio corpo, che per voi SARA` DATO«. » Queste parole  sono  del futuro. O si considerano adunque nella bocca di Cristo
trapassando molte permutazioni, allo stato presente,  sono  sempre quel medesimo IO. E` celebre il verso che dice: «
di queste particelle che inanima, quando rispetto a lui  sono  al tutto uguali sia nella specie, sia nella forma, sia
che l' identità del luogo , e l' identità del corpo vivo  sono  due identità al tutto indipendenti l' una dall' altra. Or
tutto indipendenti l' una dall' altra. Or come adunque io  sono  quell' IO identico tanto in un luogo come in un altro, nè
(2). Le particelle adunque che compongono il corpo non  sono  il corpo; la loro identità non è l' identità del corpo. Ma
non è l' identità del corpo. Ma quando delle particelle  sono  rapite dallo spirito, per così dire appropriate a sè,
unità con quello spirito e con tutto il corpo vivente: non  sono  due corpi ma un solo: ed è l' identico corpo che esisteva e
col corpo ove s' inseriscono. Nè Cristo già disse:« queste  sono  quelle particelle di mio corpo che ebbi in nascendo dalla
stanno nel corpo glorioso di Cristo. 2. Queste particelle  sono  identiche a quelle, che ebbe il corpo di Cristo in
dicono: « questo è il mio corpo« » e non disse:« queste  sono  le particelle identiche di cui il mio corpo è composto«. Ed
particelle che compongono il corpo di Cristo glorioso non  sono  le identiche numericamente prese con quelle onde si
e al vino quell' azione che continua, dopo che essi non  sono  più? L' effetto che avviene nel pane e nel vino è il
dell' annichilazione dicendo: [...OMISSIS...] . Ma qui  sono  a farsi più osservazioni; eccone alcune: 1. Le parole«
è una serie di azioni che le une alle altre si succedono,  sono  più gli agenti, più i modi loro di operare e le
dal conservarlo« (2). » Ora negazione di azione ed azione  sono  opposti come il sì e il no: come due contrarii si potranno
pane annichilato, solamente il pane non è più. Ora se due  sono  i soggetti assolutamente distinti, e interamente distinti
che perisce, e il transustanziarsi l' una nell' altra? non  sono  questi due concetti al tutto distinti? e se sono per sè
altra? non sono questi due concetti al tutto distinti? e se  sono  per sè distinti, basterà l' intenzione che ha chi distrugge
cangia. A cagion d' esempio: [...OMISSIS...] . Ora più cose  sono  qui da osservarsi. 1. Non si vede perchè la prima specie di
nè la conservativa , come le descrive il Bellarmino,  sono  vere e proprie conversioni, ma solo sono conversioni
il Bellarmino, sono vere e proprie conversioni, ma solo  sono  conversioni apparenti, e però tali a cui il nome di
(1): ma questo nasce perchè le figure nel caso nostro non  sono  che modi di essere, e non esseri: l' essere stesso, il
insieme prese si trova; perocchè nel loro esser fisico  sono  al tutto separate, come dicevamo, e non possono formare una
gli altri due sopra toccati dogmi s' attengono a questo,  sono  conseguenze necessarie di questo terzo della
fosse stato il loro avviso? 3. Simiglianti alle indicate  sono  le maniere di dire seguenti: « il pane ed il vino DIVENTA
4. Odone Vescovo di Cambray dice che il pane ed il vino  sono  investiti da una forza spirituale, che li tramuta (5). 5.
formarmi alcuna idea di una loro santificazione quando essi  sono  distrutti, e sono distrutti prima che sia addotto Cristo in
di una loro santificazione quando essi sono distrutti, e  sono  distrutti prima che sia addotto Cristo in loro luogo, di
in loro luogo, di maniera che essi non toccano Cristo, nè  sono  toccati, nè hanno comunicazione in nessun modo con Cristo,
natura, questo trasfondere nella sostanza del nostro corpo  sono  frasi assai calzanti, e che mostrano ciò che dicevamo la
pane vero dal cielo (5); » od al Figliuolo, che dice: «« Io  sono  il pane vivo che discesi dal cielo« (1). » Perocchè al
coll' opera intiera dello Spirito Santo. Queste due cose  sono  affatto distinte. Perocchè nelle sole parole consecratorie
cosa sola, un atto solo coll' atto consecratorio, di cui  sono  una cotale appendice, non però mai necessaria (1). E a
vale il dire, che le similitudini recate in questo appunto  sono  imperfette; perocchè il dir questo è gratuito, e contrario
cangiamento del pane e del vino, ed il modo onde avvenuti  sono  quegli altri cangiamenti? Ciò che dimostra, ch' egli non
il vino si dee convertire nell' identico sangue. Ma altre  sono  come abbiam distinto le particelle componenti un corpo ed
le particelle componenti un corpo ed un sangue; altro  sono  il corpo ed il sangue. Il pane ed il vino certo è
e convenientissime si ritrovano le comparazioni, a cui essi  sono  ricorsi, per dare in qualche modo convenevole dichiarazione
adunque innanzi all' animo nostro questi tre punti che  sono  contenuti nel sistema de' nostri avversari. 1. Il corpo di
si dànno i caratteri proprii della conversione vera, che  sono  pur quelli che noi abbiamo recati. Ora tutte queste cose
un' unità complessa, cioè risultante di più parti, le quali  sono  unificate da un principio unico. In tal caso seguitando
facciano uno; tuttavia è da sapersi che queste unità non  sono  uguali nei loro elementi ma solo nel loro risultato; sicchè
principio unificante, il principio nostro formale; pure ci  sono  state aggiunte delle parti, che non avevamo; il nostro
ingrandito, estendendosi agli spazii che dalle specie  sono  coperti. Perocchè io ho dimostrato che la vera grandezza
identità del corpo esige certe potenze ed atti secondi che  sono  realmente distinti dall' essenza, e che però dall'
senza che questa perisca (1). Queste potenze seconde  sono  veri accidenti reali, non conseguenti di necessità dall'
assolute o accidenti reali egli nota nel corpo, i quali  sono  la mole o potenza di resistere «pyknotes,» ovvero anche
estensione, e di conseguenza le dimensioni, e il luogo non  sono  cose a' corpi essenziali (2). Posta questa distinzione
ma bensì una mutazione ne' suoi accidenti reali, quali  sono  la mole, il conato, l' estensione (1). 2. Che nel pane
e coll' estensione, se cosa certa è, che queste estensioni  sono  diverse, e che la somma di estensioni diverse forma un'
Or l' azione sopra uno spirito e l' azione sopra un corpo  sono  azioni essenzialmente diverse, e però si possono concepire
Di più queste due azioni si ravvisano ne' corpi sì come  sono  nello stato loro naturale; ma l' azione però del corpo
le Scuole stesse di questi umani difetti; perocchè non  sono  essi essenziali alle Scuole, anzi dallo spirito di esse
i difensori dell' una o dell' altra sentenza. La prima  sono  le maniere ingiuriose che usano contro quelli che opinano
lor diverso; e di questo ho già sopra toccato. La seconda  sono  le calunnie che gli opinanti reciprocamente s' appongono.
due estremi, tra di cui quelli andarono vibrandosi, i quali  sono  stati, volendo noi designarli con due vocaboli, il
assorbiti. Ma di presente, si dimanderà, a quale stadio  sono  pervenute le menti? verso quale de' due errori camminano? e
stesso che comunica la sua grazia anco a quelli che non  sono  pervenuti ancora al libero uso delle loro potenze e con
deducendoli da' testi più ovvii delle divine Scritture,  sono  efficacissimi. Perocchè se la moralità buona o rea dell'
del razionalismo , non meno che del necessitismo ; che  sono  i due sommi generi a cui si possono ridurre le eresie
dire che i demonii e l' anime dannate all' inferno non  sono  in istato di peccato, ovvero che sono in tale stato pel
all' inferno non sono in istato di peccato, ovvero che  sono  in tale stato pel proprio libero arbitrio, pel quale ci
è prodotto dall' attuale loro libero arbitrio; dunque non  sono  costretti di stare in un tale stato, ma col medesimo loro
dottrina medesima sciolta da quelle questioni incidenti che  sono  inevitabili nelle lunghe trattazioni polemiche. 2. E per
senza alcun libero consenso da parte di chi lo riceve«.  Sono  parole di Giuliano di Eclana appresso S. Agostino:
quindi tutti gli atti degli infedeli, o di quelli che non  sono  in grazia, e i movimenti involontarii della concupiscenza,
eretico o certo erroneo. 14. E infatti i detti errori si  sono  talora accompagnati o coperti con tali espressioni, che
ammette altrettante varietà di specie e di grado, quante  sono  le varietà possibili di essa abitudine. 1.. Una varietà
forma, poichè dell' acquisto di quel bene e di quel male  sono  essi medesimi i liberi autori, a cui perciò è congiunto il
e subordina al detto oggetto tutti gli altri che non  sono  fini del suo atto, e vuole questi solo per lui, di modo che
personale può ammettere modificazioni, le quali non  sono  e non si dicono certo atti personali, ma bensì sono
non sono e non si dicono certo atti personali, ma bensì  sono  passioni personali (4), e in questo senso personali si
que' mali morali, ai quali quella definizione conviene,  sono  semplicemente peccati in senso vero e proprio, e non per un
e dalle diverse denominazioni che gli competono, o gli  sono  attribuite secondo diversi rispetti ne' quali si considera,
congiunti, altri non sempre. Tali concetti e denominazioni  sono  a ragion d' esempio quelli di colpa, di demerito, di reato
il peccato acquista denominazione di colpa . Due  sono  dunque le cose da spiegarsi, l' una come nel bambino ci sia
merito o demerito di quelle azioni o passioni che non  sono  da lei liberamente prodotte o acconsentite, il che si
abiti infusi delle virtù teologiche nel santo battesimo.  Sono  abiti che si ricevono dalla volontà dell' uomo per
queste ancorchè sfavorevoli all' acquisto delle virtù non  sono  peccati, ciò accade perchè non affettano la volontà
è veramente suscettiva di abiti buoni e cattivi, che non  sono  sempre l' effetto lasciato in essa dalle sue proprie libere
distinguere due specie di peccato, la prima di quelli che  sono  peccati e non anche pena di un altro peccato precedente, la
che il genere del peccato abbia due specie, cioè che ci  sono  peccati che s' incorrono per una libera trasgressione dei
che liberamente ne sia stato causa ed autore. Tali  sono  le distinte nozioni che ci dà S. Tommaso in queste parole:
il male, il peccato e la colpa s' identificano, perchè  sono  agenti suscettivi di lode o di biasimo quando agiscono
S. Tommaso dice, che il male, il peccato e la colpa  sono  il medesimo nei soli atti volontarii, cioè liberi: ma il
e colpa diventano la stessa cosa. Ma nei bambini non ci  sono  atti volontari : il peccato da lor contratto non è un atto
sostiene che cogli abiti non si meriti, perchè essi non  sono  atti liberi, a cui solo il merito è dovuto. Di nuovo dunque
lo fa diventare di più Giansenista, giacchè i Giansenisti  sono  quelli che vogliono appunto, che il peccato originale sia
l' eresia gianseniana, avendo abbandonata questa via, non  sono  sempre stati così cauti da non esporre un fianco indifeso
poichè tali atti, non voluti dall' uomo rinato, non  sono  una « deviazione della volontà dal fine«, al quale anzi la
il tutore non si dà dalla legge civile a quelli che non  sono  ancora concepiti, e però non esistendo, non hanno diritti
grazia, i suoi discendenti, benchè non abbiano disubbidito,  sono  restati privi della grazia, che posto il decreto di Dio era
essi, ma privazione , e così, atteso quel divino decreto,  sono  peccatori, morti nell' anima, schiavi del demonio, ecc.«.
fosse stato così creato, e l' uomo qual nasce al presente  sono  nè più nè meno, per riguardo ad essi, nella stessa
che pretende, che la stessa privazione della grazia con cui  sono  puniti i bambini, dalla qual privazione provengono tutti
questo un diritto di averla, poichè Iddio salva quelli che  sono  predestinati alla salute « secundum propositum gratiae Dei
formale promessa da Dio fatta liberamente all' uomo, come  sono  le promesse di Cristo ai credenti. Ma ai bambini che
quando nascono, che loro sia fatta promessa acuna, nè  sono  in caso di accettare la promessa che non conoscono, e pure
anzi S. Tommaso che l' avversione e la conversione  sono  il medesimo, colla sola differenza di termini verso i quali
. E dimostra come queste ed altre proposizioni  sono  sostenute in un senso ben differente da quello di Baio
per la quale essa stessa tra i diversi oggetti che le  sono  offerti sceglie l' oggetto buono e ordinato a cui aderire,
non buono e disordinato: e queste due specie di moralità  sono  riconosciute, come abbiamo dimostrato nella Dottrina del
la moltiplicità degli oggetti, che in appresso gli  sono  aggiunti in modo accidentale, e il quanto della loro entità
sussistenti tra cui eleggere. 62. Dimostrato adunque che ci  sono  nell' uomo due specie di moralità, l' una dipendente dall'
indubitato di ragione, cogli altri non pretendono tanto, ma  sono  obbiezioni tratte dalla difficoltà di spiegare gli stessi
ancora si può inferire che nè le nozze, nè la generazione  sono  peccato, non producendo immediatamente il peccato, perchè
viene altronde come diremo. A quel modo dunque che non  sono  peccati morali i difetti che un pittore o uno scultore
false da un principio vero. Nè quelli, nè questi  sono  effetti necessarii di un metodo difettoso, nascendo i primi
assurda l' esistenza d' un lume divino che la illumini.  Sono  le passioni disordinate quelle che aman le tenebre; la
dimostrare le cose soprannaturali e divine; perocchè queste  sono  già dallo stesso principio messe da parte. E così accade,
sia sicurata la perennità dal suo divin Fondatore, non  sono  infallibili i singoli teologi, e grave danno posson recare
perfetto razionalismo. Deh considerino bene per qual via si  sono  messi, a qual termine sono rivolti que' teologi, che si
considerino bene per qual via si sono messi, a qual termine  sono  rivolti que' teologi, che si dicono cattolici, e che pur si
ereticale. E l' origine di questo sottil errore, in cui si  sono  implicati alcuni de' nostri teologi, spiega altresì i loro
(3) », osservando che quegli incessanti calunniatori  sono  spesso ignoranti a segno da non saper ben dire che cosa sia
igitur nec tam ignorantes, alios judicare velitis ». Troppo  sono  note le accuse date in cotesto secolo al Bellelli ed al
e tentazioni così disposta a produrli; e questi da noi  sono  ammessi, sempre che se ne rifonda la colpabilità nella
peccati necessarii. Vero è che ricorrono a dire, che quando  sono  necessarii, già non sono più peccati. Ma se non sono
è che ricorrono a dire, che quando sono necessarii, già non  sono  più peccati. Ma se non sono peccati, dunque l' uomo non è
quando sono necessarii, già non sono più peccati. Ma se non  sono  peccati, dunque l' uomo non è obbligato d' evitarli, dunque
libero arbitrio non è peccato. Noi diciamo che tali azioni  sono  in sè stesse inordinazioni della volontà , e quindi
il tenere tenacemente le frasi cattoliche (benchè non  sono  sempre sì vigilanti che non si tradiscano in favellando),
scandalo degli eretici stessi, e degli empii. Non vi  sono  più oggimai, io voglio credere, teologi che osino
piena pace della Chiesa, seminano altre discordie; nel che  sono  tanto più riprensibili, quanto che non ne fu loro data
Ma qual è questo numero? Nessuno lo sa in Italia. Quali  sono  almeno i loro nomi? di grazia, si pronuncino; udiremo le
le quali, giudicandosi dallo spirito d' errore da cui  sono  raggirati, si dovrebbe credere che mentiscano anch' esse.
ad occhi aperti; o più tosto quel reo partito in cui si  sono  ostinatamente collegati, da alcuni sostenuto, il confesso,
e del vero), queste non feriscono persone determinate, ma  sono  v“lte ad eccitare gl' incogniti, qualunque sieno, ed a
con aria di religiosa riverenza i grandi uomini, che  sono  quelli che, sotto coperta di straziar me, strazian la
gli occulti teologi espongono le nostre opinioni, essi non  sono  degni di fede; ed io rigetto tutte in fascio quelle ch'
due proposizioni contrarie si dice con egual proprietà che  sono  contrarie, ovvero contraddittorie, poichè contraddizione
altro dall' esser diverse e dall' esser opposte ) (1), come  sono  quelle che io adducevo, le quali non sieno medesimamente
con un verso del Petrarca, [...OMISSIS...] A tali cavilli  sono  astretti di ricorrere i teologi che hanno preso
di volontario semplice! (3) Per quello che riguarda a me,  sono  trattato colla stessa onestà. Dice che anch' io insegno ,
in Adamo, e il peccato originale ne' suoi discendenti,  sono  peccati numericamente distinti (1). Se dunque sono distinti
sono peccati numericamente distinti (1). Se dunque  sono  distinti numericamente i peccati, devono esser distinti del
No; i dogmi della Chiesa non consistono in meri vocaboli;  sono  ciò che i vocaboli significano, e costituiscono l' oggetto
studino ad ogni possa di far apparire che ella vi sia « in  sono  verborum ». E dee parere pure, a chi un poco riflette, la
i quali, per evitarla, vengono a dire che gli uomini non  sono  improbi per natura (la quale anzi è sana, sanissima), ma
omicida stesso; e così i posteri, motione generationis ,  sono  mossi al peccato dalla natura peccatrice di Adamo generante
più proprio che non possa essere nella mano; perchè essi  sono  veri soggetti idonei di peccato distinti dal generante;
ma dicesi tale per un parlar figurato; 3 che i bambini  sono  soggetti di peccato, perchè hanno una volontà personale,
morale è la loro propria volontà personale: onde essi  sono  costituiti peccatori per volontà; e quindi cessa l' assurdo
precedono la riflessione e seguono la cognizione diretta ,  sono  certamente atti umani. Che anzi è umano anche ogni atto d'
che le parole che cominciano, « Frustra putas, etc. »  sono  di sant' Agostino (1), e le parole italiane sono del nostro
etc. » sono di sant' Agostino (1), e le parole italiane  sono  del nostro C.): [...OMISSIS...] . Questo brano comincia
mendacemente parole di Bajo, e in Bajo dannate, quelle che  sono  d' un sì grande splendor della Chiesa? Chi è costui, che
dall' affermarlo; perchè quelle parole, che [...OMISSIS...]  sono  parole non di Bajo, ma del dottor della grazia; a cui il
ed in tante contraddizioni: la coscienza gli inquieta.  Sono  arditi perchè non sono soli. Il signor C. è una cosa col
la coscienza gli inquieta. Sono arditi perchè non  sono  soli. Il signor C. è una cosa col finto Eusebio, di cui si
o poco malvagie; ma ogni cristiano cattolico dirà, che  sono  di fede; che il dichiararle malvage è un proscrivere ciò
di nuovo a Bajo, quel che è della Chiesa cattolica.  Sono  i soli pelagiani quelli, che il negano. [...OMISSIS...] ,
per assalire la fede di Cristo; la falsità, e le astutezze  sono  le medesime: si vuol distrutto il dogma che tanto oggidì
debbono sempre trovarsi insieme. Altra volta diceva, che  sono  puniti i bambini pel peccato d' origine non in quanto è
S. Tommaso, il quale si fa l' obbiezione, che se i bambini  sono  puniti pel peccato di Adamo, il sarebbero pel peccato
in tre proposizioni, soggiunge: [...OMISSIS...] . Queste  sono  le solite frasi de' teologi razionalisti, non certo
del demonio? O il demonio lascerà intatti quelli che gli  sono  dati in balía come schiavi? Apparterrà alla pura natura il
rispondono a questa sfida dicendo, che tali cose non  sono  propriamente mali, ma conseguenze necessarie della natura
Il secondo argomento, io lo traggo da tutti que' luoghi, e  sono  moltissimi, di S. Agostino, ne' quali egli prova l'
umanità soggiace secondo il giudizio naturale degli antichi  sono  sì gravi e sì strani da doversene almen sospettare un
sentenza le seguenti riflessioni. Le prove congetturali  sono  di due maniere, altre sono tali in se stesse, quando si
Le prove congetturali sono di due maniere, altre  sono  tali in se stesse, quando si fondano sulla probabilità
fondano sulla probabilità degli eventi contingenti; altre  sono  congetturali solo inverso all' uomo che non sa dar loro la
egli l' avrebbe fornita di maggiori forze morali che non  sono  quelle ch' essa mostra aver di presente. Non è dunque il
colle parole si dichiaravano nemici di tutte l' eresie)  sono  obbligati a parlare in questo modo, quando vogliano esser
limitazione della natura, non un peccato. Risposta . Ci  sono  de' difetti, cioè delle mancanze che conseguono
che conseguono necessariamente alla natura umana, e questi  sono  mere limitazioni della natura; ma vi sono de' difetti che
umana, e questi sono mere limitazioni della natura; ma vi  sono  de' difetti che conseguono accidentalmente alla natura; e
che conseguono accidentalmente alla natura; e questi non  sono  mere limitazioni. Che la natura umana sia fallibile ,
stato creato con essi, parla di que' soli difetti che non  sono  ESSENZIALMENTE morali, com' è l' insubordinazione e l'
grazia, e si dicono effetti dell' uno e dell' altra. Non  sono  adunque per se stessi il peccato, nè la privazione della
la privazione della grazia e il vero peccato prese insieme  sono  cose che appartengono alla parte superiore dell' anima, e
anch' essi la natura di peccato e di colpa in quanto  sono  effetti intimamente legati col peccato. Così si debbono
natura umana non pur nuda, ma sozza: [...OMISSIS...] . 7  Sono  i santi Padri eloquentissimi a descrivere i mali profondi,
facile? O avrebbe detto in quella vece che tutte le cose  sono  ora contaminate, tutte perturbate? Che il paradiso sia
soprannaturale: del resto ho tutto il mio: sto ancor bene:  sono  ancor sano: non sono dannato ». E come Cristo avrebbe
resto ho tutto il mio: sto ancor bene: sono ancor sano: non  sono  dannato ». E come Cristo avrebbe salvato tutto l' uomo, se
in tal caso, cessa la questione (2): questi aiuti speciali  sono  appunto quelli che dimenticarono nella penna i nostri
di presente, non poteva uscire dalle mani del Creatore. 10  Sono  del pari gli antichi maestri costantemente intesi ad
essi Iddio, o la natura mala, cadendo nel Manicheismo. Tali  sono  le dottrine della Chiesa: i teologi razionalisti le
le accusano di Calvinismo e di Giansenismo: di cui  sono  un documento gli ultimi opuscoli anonimi. Noi ci faremo ad
di nuovo la questione in tutta la sua generalità. Due  sono  i principali errori de' calvinisti e de' giansenisti
meriti, o demeriti. Tutti gli errori essendo abbinati, come  sono  sempre abbinati gli estremi, quali saranno gli errori
moralità buona o cattiva, che sia necessaria. Questi dunque  sono  i due estremi. Che cosa sente la Chiesa cattolica? Ella
. I quali atti, qualora del solo peccato d' origine  sono  effetti, non hanno altra colpa diversa che quella dello
li conosco non posso eseguirli, se non posso eseguirli, non  sono  più obbligato. Laonde io farò anzi bene a conservare la mia
nella causa è colpevole, ve ne posson essere di quelli che  sono  anche peccati in atto, benchè non colpe; ed altri che in
peccati in atto, benchè non colpe; ed altri che in atto non  sono  nè colpe nè peccati. Perocchè è solo peccato nuovo ciò che
dall' ubbriachezza. Ma se i peccati che fa ubbriaco non  sono  atti nè affetti disordinanti la volontà; come se dormendo
signore de' suoi atti, cioè che tutti gli atti volontarii  sono  in balía dell' uomo stesso, per quella forza che si giace
. Dunque (ecco la conclusione) col peccato libero ci  sono  due inordinazioni, l' una quella della volontà , che è
cattivi , non saranno essi perciò un male morale? E non  sono  forse una morale inordinazione della volontà? Chi mai potrà
si prova, 1 Dall' esser di fede, che i demoni ed i dannati  sono  in istato di peccato, del qual peccato in cui perdurano la
Salvatore sì necessaria agli uomini. Anche qui alcune cose  sono  di fede, altre appartengono alle opinioni delle scuole
fondamento, che qualunque essi sieno i giudizi di Dio,  sono  giusti, anche se l' altezza di sua giustizia fosse a noi
e facile d' esser sempre santi e felici; e se ora più non  sono  tali, non a Dio, ma a' proprii padri, che hanno guasta l'
pienamente istruiti; ma a quelli soli (e ne' nostri tempi  sono  troppi) pe' quali scrivono e di cui allettano, favellando
favellando religiosamente gli orecchi. A questi che nè  sono  teologi, nè sanno il loro giudizio sospendere, oppure lo
un tal fenomeno e la meditazion vi dirà che i loro giudizi  sono  traviati dalla loro propria volontà, la quale è la potenza
volontà, la quale perciò è la causa di tali giudizii (3); e  sono  sani e retti quando la volontà è sana e retta, e immune
animo ben disposto! All' incontro le azioni necessarie  sono  da me descritte così: [...OMISSIS...] . Nelle quali parole
tenendo questi abitualmente infrenati; perciò non mi  sono  contentato d' esigere universalmente a costituire un'
pratico, in considerazione della legge che la proibisce,  sono  condizioni che indubitatamente avverare si debbono in tutte
credersi necessaria, la principale di tutte, senza la quale  sono  nulle le altre, la condizione espressa in quelle parole:
già accadere in quelli, che trovandosi in istato di grazia,  sono  da questa sempre ne' lor bisogni fedelmente soccorsi, com'
dalla grazia liberata. All' incontro in quelli, che o non  sono  ancora rinati nell' acque battesimali, o mediante le
onde vinti rimangono. I quali atti non essendo liberi  sono  peccati in causa, o che questa causa sia il peccato d'
atti disordinati, al peccato originale si riducono, e  sono  uno con questo, e quindi non si possono dir colpe se non
per ricuperare i soprannaturali ornamenti (1). Ecco quali  sono  le sue parole: [...OMISSIS...] . Il nostro teologo dunque
a tutti i fedeli di Cristo, alle anime che amano Iddio; e  sono  certo, che s' ottureranno gli orecchi come a bestemmie
che le forze del battezzato, e del non battezzato  sono  ugualmente capaci di resistere al male; scagliando acri
battesimo, col quale gli uomini s' incorporano a Cristo, e  sono  sollevati dalla condizione della natura guasta, all' ordine
utile a confortare la fede de' cristiani. Pur troppo questi  sono  bene spesso male istruiti circa gli effetti del santo
le potenze inferiori, se non in quanto contribuiscono o  sono  da lei mosse (1) a disporre bene o male la volontà. Laonde
escono i rami. Gli atti particolari, le volizioni dunque  sono  produzioni della potenza di volere; la potenza di volere è
un uomo giustificato e incorporato a Cristo pel battesimo,  sono  di gran lunga maggiori pel bene, di quelle che dalla mera
di meritare la vita eterna (1), e le contrarie doti  sono  nel battezzato; tutte le quali dottrine vengono affatto
. E tosto passa a provare, che gli effetti del battesimo  sono  due principali, cioè 1 la soluzione del reato della
mortale ove gravi tentazioni gli si presentino (2). E qui  sono  da distinguersi più questioni. Primieramente dico, che nel
personale o sia che non tocca la persona. Laonde questi  sono  allora figli di un' altra madre, e non si può più dire che
dicendo che quelli, che l' Apostolo chiama peccati,  sono  peccati senza dannazione e senza imputazione (mentre ne'
dell' anima. »Di che consegue che se ne' non battezzati  sono  propagini immediate di quel peccato che vige e regna e però
la denominazion di peccato, ne' battezzati all' incontro  sono  meri effetti del fomite, che non è peccato; e al fomite si
che è diversa di specie da quella de' non battezzati; essi  sono  poi anche minori di numero, e meno impetuosi, come quelli
da lui conosciute, purchè si giovi degli aiuti che  sono  in sua mano, fra i quali quello dell' orazione, dicendo il
da essi conosciute, se fanno quello che sta in loro, nè mai  sono  addotti dalla tentazione senza il consenso della loro
le leggi a cui la volontà da sè sola ubbidirebbe. Ora quali  sono  le leggi della volontà , quando quella facoltà (diversa
istinti de' nervi eccitati, come ne' pazzi, o in quelli che  sono  da veemente accesso di passioni sorpresi; in tal caso la
sua parte, le operazioni che da questa parte incominciano  sono  personali, e buone o cattive, secondo che quel bene che
» di S. Agostino si riferiscano anche le grazie attuali, e  sono  tali per la loro interna efficacia, e per la certezza con
sentimento sommetto. La Chiesa giudichi se i miei timori  sono  fondati: ella giudichi il mio giudizio. A me parve, e pare,
due ragioni; la prima, che i ragionamenti de' razionalisti  sono  intesi e favoriti facilmente dal comune degli uomini,
uomini, quando le verità della fede che quelli corrodono  sono  all' opposto profonde, arcane, talora all' umane menti
storia d' Europa de' tre ultimi secoli, s' accorgerà, che  sono  più tosto che sue madri, o nutrici, sue legittime
vita; e cresciuti quelli alla lunga ne cacciano queste, se  sono  loro contrarie, e se ne formano di omogenee. Così avvenne.
o meno, della natura divina, a seconda del fine pel quale  sono  create. L'uomo è nobilissimo fra tutte le cose: Dio ha
uomini benedetti da Dio di Genio e di singolare Virtù ne  sono  gli Apostoli: il Popolo, il senso collettivo dell'umanità,
vi è costantemente rapito, dove tutte le infelicità  sono  per voi e ciò che si chiama felicità è per gli uomini
della ricchezza sociale e la massa dei beni materiali  sono  andate crescendo. La produzione ha raddoppiato. Il
se non quel luogo in cui i nostri diritti individuali  sono  più sicuri? Cos'è la Società, se non un convegno d'uomini i
quasi udisse d'una favola; - e in breve oblìa. Tali  sono  i termini dell'attività mentale nell'individuo, poco
e talora derelitto. Le leggi della forza analitica non  sono  dunque a cercarsi solo nelle leggi dell'intelletto. La
potenza analitica hanno parte la natura la società. come  sono  esse le cause che la destano, così sono parimenti le cause
la società. come sono esse le cause che la destano, così  sono  parimenti le cause che possono renderla perpetuamente
della famiglia, che durano tuttavia qua e là fra i popoli,  sono  tradizioni di tempo immemorabile; forse furono in origine
sembrino contradette dalle scoperte successive. Fin qui mi  sono  rinchiuso nell'ipotesi delle tradizioni universalmente
dello spazio, delle forme. I poteri dell'osservazione non  sono  più angustiati dalle inesorabili necessità d'una perpetua
dalle inesorabili necessità d'una perpetua carestia.  Sono  ognor più liberi li atti dell'attenzione; ognor più largo
mi trattengo a descrivervi il fatto del quale molti di voi  sono  più intimi testimonii ch'io non sia. Io non mi trattengo a
anzi tempo dal profeta Bacone è divulgata a tutti. Vi  sono  società d'uomini la cui vita consiste nell'attendere a fare