distinto l' essere | ideale | dall' essere reale: questa è una distinzione importante, |
Gioberti e il panteismo -
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perduto. Si dà dunque vera distinzione tra l' essere | ideale | e l' essere reale? La natura dell' uno è veramente distinta |
Gioberti e il panteismo -
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il pazzo d' Orazio. Il dire dunque che ciò che è meramente | ideale | non differisce da ciò che è reale, è un uscir dal senso |
Gioberti e il panteismo -
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gettati a piene mani da Vincenzo Gioberti sull' essere | ideale | del Rosmini, e non si può negare, che il seppe fare con |
Gioberti e il panteismo -
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comune, miei signori, distingue accuratamente l' essere | ideale | dal reale, se non ne dubita punto, se giudicherebbe pazzo |
Gioberti e il panteismo -
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potè trovarsi chi negasse la distinzione dell' essere | ideale | dal reale, e che rendesse una verità pianissima come è |
Gioberti e il panteismo -
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l' osservare come avvenga che la distinzione dell' essere | ideale | e del reale si vada da prima oscurando sotto la meditazione |
Gioberti e il panteismo -
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i quali non voglion sapere della distinzione tra l' | ideale | e il reale? La ragione è questa. L' ideale e il reale |
Gioberti e il panteismo -
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tra l' ideale e il reale? La ragione è questa. L' | ideale | e il reale appajono chiarissimamente distinti al primo |
Gioberti e il panteismo -
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della difficoltà. Poichè altro è il sapere che l' | ideale | e il reale sono distinti, ed altro il penetrarne la natura |
Gioberti e il panteismo -
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ma s' irrita contro la povera distinzione dell' | ideale | e del reale, che non ha la menoma colpa al mondo della sua |
Gioberti e il panteismo -
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in questo modo: « Io non intendo che cosa sia questo | ideale | e questo reale , io non me li so definire; dunque |
Gioberti e il panteismo -
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che danna a morte spietatamente la distinzione dell' | ideale | e del reale, ha cessato d' esser Filosofo. Ma non vogliamo |
Gioberti e il panteismo -
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pensiero si manifesta evidentissima la distinzione dell' | ideale | e del reale: questa è ammessa ne' discorsi di tutti gli |
Gioberti e il panteismo -
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più a procacciarsi quel reale che risponde all' | ideale | delle loro menti, se questo secondo fosse della stessa |
Gioberti e il panteismo -
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signori, che l' escludere la distinzione del reale e dell' | ideale | per le difficoltà che si trovano nello spiegare questi due |
Gioberti e il panteismo -
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ammettendo come certissima verità la distinzione dell' | ideale | e del reale, perchè attestata da tutto il mondo, ed |
Gioberti e il panteismo -
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detrarremo punto nè poco al vero già stabilito, che l' | ideale | è distintissimo dal reale. Ma abbiamo noi poi almeno |
Gioberti e il panteismo -
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Filosofi che negano la nostra distinzione, nasce da quell' | ideale | che par loro sì tenue, sì esile, sì aereo da scappar loro |
Gioberti e il panteismo -
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contemplati colla mente, nè poteva Canòva senza il concetto | ideale | dar vita a' suoi marmi immortali. Qual fu dunque l' opera |
Gioberti e il panteismo -
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quella che prestò loro la mano? L' opera della mente fu l' | ideale | concepimento, l' opera della mano fu l' esecuzione |
Gioberti e il panteismo -
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l' opere artistiche, vengono prodotte dal concorso dell' | ideale | e del reale , nè l' uno solo di questi due basta a |
Gioberti e il panteismo -
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contemplativi, godranno da se soli la bellezza di quell' | ideale | a cui ascende il loro genio, ma il mondo non possederà più |
Gioberti e il panteismo -
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altri uomini. Se dunque a formar gli artisti concorre sì l' | ideale | che il reale e non basta uno di essi, ma vi vogliono |
Gioberti e il panteismo -
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essi, ma vi vogliono entrambi, forz' è conchiudere che l' | ideale | e il reale sono due cose distinte. Ma non è questo che |
Gioberti e il panteismo -
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e più nobile nelle opere di Raffaello e di Canòva, l' | ideale | o il reale? Onde nasce più l' applauso dato alle loro |
Gioberti e il panteismo -
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da tutto il genere umano. Questo rapporto dunque tra l' | ideale | e il reale, che nei lavori delle arti belle si congiungono |
Gioberti e il panteismo -
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già le mani, riconoscendo così l' eccellenza infinita dell' | ideale | sopra il reale: tutto il mondo cerca nelle opere delle arti |
Gioberti e il panteismo -
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qualche reale, tosto conchiudiamo dover essere esistito un | ideale | corrispondente, dal quale sia venuta al reale, come da tipo |
Gioberti e il panteismo -
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che ella va all' ideale; poichè il reale dipende dall' | ideale | come da causa; e giunta all' ideale conchiude all' |
Gioberti e il panteismo -
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il reale dipende dall' ideale come da causa; e giunta all' | ideale | conchiude all' esistenza di una mente in cui si trovi. |
Gioberti e il panteismo -
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in cui si trovi. Laonde coloro che vogliono distruggere l' | ideale | e dichiararlo un nulla, o una mera appartenenza dell' umano |
Gioberti e il panteismo -
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raccorre almeno questi due veri indubitabili; 1 che l' | ideale | è cosa molto più eccellente del reale; 2 che il reale ha |
Gioberti e il panteismo -
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della natura si è di andare dal reale all' ideale, e dall' | ideale | alla mente dell' artista, che viene lodata come più |
Gioberti e il panteismo -
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viene lodata come più sapiente in proporzione che questo | ideale | ha più o men di bellezza. Di qui taluno dirà, che se questo |
Gioberti e il panteismo -
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progresso va a terminare in una mente, nella quale l' | ideale | si trova, termina conseguentemente in un reale, essendo |
Gioberti e il panteismo -
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non si giunge mai al solo ideale; che dunque non esiste l' | ideale | senza il reale. Ma chi ha mai detto che esista l' ideale |
Gioberti e il panteismo -
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l' ideale senza il reale. Ma chi ha mai detto che esista l' | ideale | senza il reale? Non confondiamo le proposizioni, non |
Gioberti e il panteismo -
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il senso comune degli uomini ci dice bensì, che l' | ideale | e il reale sono distinti, che sono due modi diversi, ma non |
Gioberti e il panteismo -
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con buona logica. Noi siamo i primi a dire che l' essere | ideale | non può stare senza il reale; che l' idea è in un soggetto |
Gioberti e il panteismo -
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fosse buona, cioè se dall' esser congiunto il reale e l' | ideale | se ne potesse indurre che dunque ogni cosa è reale, sarebbe |
Gioberti e il panteismo -
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indurne che ogni cosa è ideale. Si conceda dunque che l' | ideale | sia nel seno del reale; ma se ne mantenga la distinzione, |
Gioberti e il panteismo -
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meccaniche, a tutte affatto le invenzioni umane chè se l' | ideale | non fosse distinto dal reale, sarebbe impossibile far |
Gioberti e il panteismo -
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ancora non esistevano in realtà? Confondere dunque l' | ideale | col reale è toglier via il mezzo con cui si sono fatte, si |
Gioberti e il panteismo -
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e si faranno tutte le invenzioni umane. Ma, si replica, l' | ideale | è però nella mente la quale è reale. Sì certamente; ma non |
Gioberti e il panteismo -
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al suo ideale; ed essendoci in questo modo formato l' | ideale | nello spirito nostro, l' abbiamo potuto di nuovo eseguire |
Gioberti e il panteismo -
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esternamente e realizzare, per la proprietà che ha l' | ideale | d' esser causa esemplare d' infiniti individui reali. Se |
Gioberti e il panteismo -
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individui reali. Se dunque ogni reale è particolare, ogni | ideale | è universale, egli è chiaro che sono non pur distinti fra |
Gioberti e il panteismo -
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confondere qualsivoglia altro essere reale col suo | ideale | corrispondente. Noi abbiamo trovato dei nuovi caratteri che |
Gioberti e il panteismo -
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così: 1 Il reale non è riproducibile nè realizzabile; l' | ideale | all' incontro ha per suo carattere la fecondità, la |
Gioberti e il panteismo -
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compete la denominazione d' individui reali , all' ente | ideale | all' incontro spetta la denominazion di specie: 3 Il reale |
Gioberti e il panteismo -
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di specie: 3 Il reale è sempre particolare , l' | ideale | all' opposto un universale . Voi vedete, miei signori, che |
Gioberti e il panteismo -
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ed esclusivi, che noi possiamo osservare nell' essere | ideale | e nell' essere reale, e che ce ne dimostrano sempre più la |
Gioberti e il panteismo -
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noi osservato che il reale è sempre un particolare, e l' | ideale | è sempre un universale, possiamo dedurre importantissime |
Gioberti e il panteismo -
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di secoli. Dunque il tempo, relativamente all' essere | ideale | è nulla; esso nol fa invecchiare, nè il ringiovanisce; |
Gioberti e il panteismo -
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il tempo a cui noi ci trasportiamo, vediamo che l' essere | ideale | si sta lì uguale a se stesso, immutabile ed impassibile. |
Gioberti e il panteismo -
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a se stesso, immutabile ed impassibile. Dunque l' essere | ideale | è di natura sua eterno , e non può soggiacere alla legge |
Gioberti e il panteismo -
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del reale e dell' ideale. Noi abbiamo prima veduto, che l' | ideale | non solo è un' entità distinta dal reale, ma che è assai |
Gioberti e il panteismo -
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solamente di effetto e di esemplato. Vedemmo di più che l' | ideale | ha la qualità di essere riproducibile e realizzabile, che |
Gioberti e il panteismo -
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mentre questo è particolare. Vedemmo finalmente, che l' | ideale | è sempre ed essenzialmente semplice, mentre il reale |
Gioberti e il panteismo -
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talora alle condizioni dello spazio e della materia; che l' | ideale | è immutabile ed impassibile, mentre il reale spesso |
Gioberti e il panteismo -
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spesso soggiace alla mutabilità ed alla passività; che l' | ideale | è sempre ed essenzialmente eterno, mentre il reale soggiace |
Gioberti e il panteismo -
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il reale soggiace spesso alla successione del tempo; che l' | ideale | finalmente è necessario, mentre il reale può esser |
Gioberti e il panteismo -
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un peccato filosofico assai minore negare il reale che l' | ideale | fulgente di tanti pregi? Ha dunque ragione il senso comune |
Gioberti e il panteismo -
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Apostolo commendava. Allo stesso modo i nostri Filosofi. L' | ideale | contradice al loro sistema; dunque le idee non esistono, o |
Gioberti e il panteismo -
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o signori, d' aver lavorato indarno: se la natura dell' | ideale | e del reale non ci si svelò intieramente, abbiamo però |
Gioberti e il panteismo -
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che distinguono l' uno dall' altro, e che ci persuasero l' | ideale | non solo esser distintissimo dal reale; ma cosa più alta, |
Gioberti e il panteismo -
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e devo or correggere il mio errore. Dicevo che essendo l' | ideale | tanto maggior cosa del reale, egli è più concepibile di |
Gioberti e il panteismo -
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dovea dire, miei signori; io doveva dire, che anzi il solo | ideale | è concepibile, e che il reale non è punto nè poco |
Gioberti e il panteismo -
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è punto nè poco concepibile per se stesso, e se pur all' | ideale | non si congiunga. Questo è importante e degno di tutta la |
Gioberti e il panteismo -
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nostra meditazione. Considerando bene questa qualità dell' | ideale | di essere il solo concepibile, il solo intelligibile, se ne |
Gioberti e il panteismo -
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che dirigono la mente dell' artista a intuire il disegno | ideale | dell' opera sua, non sono ancora che idee molto astratte. |
Gioberti e il panteismo -
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il cui sviluppo spetta alla Teologia. Sarebbe ancora l' | ideale | quello che fa conoscere il reale, sarebbe l' ideale solo il |
Gioberti e il panteismo -
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l' ideale quello che fa conoscere il reale, sarebbe l' | ideale | solo il conoscibile e l' intelligibile per se stesso, e il |
Gioberti e il panteismo -
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proprio del reale fosse l' oscurità, e quello proprio dell' | ideale | l' intelligibilità. Rimarrebbe che la natura dell' ideale |
Gioberti e il panteismo -
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ideale l' intelligibilità. Rimarrebbe che la natura dell' | ideale | sarebbe indipendente dal reale in questo senso, che l' una |
Gioberti e il panteismo -
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l' idea di se stessa. Concludiamo dunque: l' essere | ideale | è il solo concepibile, il solo intelligibile per se stesso, |
Gioberti e il panteismo -
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che ad esso risponde: differenza grande, immensa tra l' | ideale | e il reale, e che comincia già a rilevarci la natura stessa |
Gioberti e il panteismo -
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due modi dell' essere. Infatti la natura dell' essere | ideale | , chi ben considera, altro non è che la stessa |
Gioberti e il panteismo -
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conseguenza, la quale si è, che la cognizione dell' essere | ideale | è semplice, quando la cognizione dell' essere reale è |
Gioberti e il panteismo -
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come l' ente ideale. Se dunque l' intuizione dell' | ideale | ha per sua propria natura che dall' oggetto intuito s' |
Gioberti e il panteismo -
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noi dobbiamo prima di tutto porre a confronto l' | ideale | e il reale, e vedere se sia vero ciò che si suppone, che |
Gioberti e il panteismo -
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un' idea. Che cosa vuol dir questo? Vuol dire che nell' | ideale | noi vediamo assai di quelle cose che nel reale possiamo |
Gioberti e il panteismo -
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queste cose, e se ve n' abbia nel reale qualcuna che nell' | ideale | non possiamo vedere. Si prenda dunque un oggetto reale |
Gioberti e il panteismo -
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Tutto dunque ciò che è nell' uomo reale è anche nell' uomo | ideale | che vi corrisponde, e per conseguente vien ad esser vero |
Gioberti e il panteismo -
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comune è identico l' oggetto della cognizione, sia egli | ideale | o reale. Ma nella cognizione del reale non vi ha egli |
Gioberti e il panteismo -
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Dunque il reale si conosce per l' ideale, benchè nell' | ideale | non si comprenda il reale. Ma come lo si potrà conoscere se |
Gioberti e il panteismo -
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come lo si potrà conoscere se non vi si comprende? Come l' | ideale | mostrerà allo spirito quel reale che non ha in se medesimo? |
Gioberti e il panteismo -
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già, che anche l' essenza del reale si comprende nell' | ideale | ed è questa essenza che l' ideale rivela allo spirito. |
Gioberti e il panteismo -
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reale si comprende nell' ideale ed è questa essenza che l' | ideale | rivela allo spirito. Questo è l' oggetto propriamente |
Gioberti e il panteismo -
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è affermare che v' ha qualche cosa fuori dell' oggetto | ideale | della mente, qualche cosa che non è l' oggetto ideale della |
Gioberti e il panteismo -
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ideale della mente, qualche cosa che non è l' oggetto | ideale | della mente, e di cui nell' oggetto si conosce appieno la |
Gioberti e il panteismo -
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la natura. Ma come posso io sapere, che fuori dell' oggetto | ideale | vi ha qualche cosa? Certo io nol potrei dire se io fossi un |
Gioberti e il panteismo -
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all' ideale, che fuori dell' atto dell' intuizione dell' | ideale | io non fossi nulla, non avessi altra attività. Ora io ho |
Gioberti e il panteismo -
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nel sentimento; dunque io posso affermare, che fuori dell' | ideale | c' è qualche cosa. Ma si noti bene; di questo qualche cosa |
Gioberti e il panteismo -
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di questo qualche cosa che è fuori dell' ideale, nell' | ideale | stesso c' è il tipo, che è quanto dire l' essenza visibile |
Gioberti e il panteismo -
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l' atto stesso del mio sentire, che è fuori dell' | ideale | è manifestato dall' ideale in quanto che l' ideale ne |
Gioberti e il panteismo -
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mio sentire, che è fuori dell' ideale è manifestato dall' | ideale | in quanto che l' ideale ne mostra la natura. Se io non |
Gioberti e il panteismo -
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dell' ideale è manifestato dall' ideale in quanto che l' | ideale | ne mostra la natura. Se io non avessi l' idea non potrei |
Gioberti e il panteismo -
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quello che ci eravamo proposto, cioè che il solo essere | ideale | è concepibile per se stesso, l' essere reale è per se |
Gioberti e il panteismo -
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di via, miei signori; abbiamo difesa la distinzione dell' | ideale | dal reale contro quei che la negano; abbiamo investigati i |
Gioberti e il panteismo -
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la natura, e ci riuscì di conoscere, che la natura dell' | ideale | consiste nell' intelligibilità , e quella del reale nel |
Gioberti e il panteismo -
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in esso e per esso. Dopo aver così separato il reale dall' | ideale | adoperandovi intorno lungamente l' analisi, siamo tornati |
Gioberti e il panteismo -
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la quale si partecipa l' essere sotto i due suoi modi, l' | ideale | e il reale. Ma l' oggetto che si conosce, e l' oggetto che |
Gioberti e il panteismo -
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nell' unità dell' ente. Questa è la sintesi tra l' essere | ideale | e l' essere reale. Ella è possibile, perchè l' idea non |
Gioberti e il panteismo -
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Poichè questi tendevano a dimostrare, che il solo | ideale | è concepibile per sè stesso, che solo nell' idea consiste |
Gioberti e il panteismo -
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da esse noi ora abbiamo questo risultato, che l' ente | ideale | si dee distinguere in due, cioè che c' è un ente ideale che |
Gioberti e il panteismo -
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ideale si dee distinguere in due, cioè che c' è un ente | ideale | che precede necessariamente l' affermazione, e un ente |
Gioberti e il panteismo -
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che precede necessariamente l' affermazione, e un ente | ideale | che s' intuisce in occasione dell' affermazione medesima; |
Gioberti e il panteismo -
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rimarrebbe ancora molto di oscuro nella natura dell' essere | ideale | che investighiamo, potremmo prendere degli equivoci dannosi |
Gioberti e il panteismo -
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Ma come potrebbe essere accidentale, quando l' essere | ideale | è semplicissimo e non ammette accidenti di sorta alcuna? |
Gioberti e il panteismo -
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colla stessa affermazione, togliendo dall' esistenza | ideale | senza limiti quella porzione limitata che ci bisogna, la |
Gioberti e il panteismo -
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intelletto, e per quella abitudine di applicare al mondo | ideale | quei principj, quelle leggi che reggono il mondo materiale. |
Gioberti e il panteismo -
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nostro spirito che accoppia nella sua unità il reale coll' | ideale | corrispondente. Accoppiare l' ideale corrispondente al |
Gioberti e il panteismo -
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unità il reale coll' ideale corrispondente. Accoppiare l' | ideale | corrispondente al reale non è che intuire l' essenza dell' |
Gioberti e il panteismo -
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punto nè diminuisca la semplicità del primitivo essere | ideale | in cui si ravvisano. Niuna maraviglia dunque che |
Gioberti e il panteismo -
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dell' essere universale. Dimanda un ideale, perchè il solo | ideale | fa conoscere ciò che si afferma e non si può affermare se |
Gioberti e il panteismo -
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che c' eravam proposto di dimostrare, che il solo essere | ideale | è intelligibile per se stesso, mentre il reale è |
Gioberti e il panteismo -
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al mio sentimento appartiene ella alla cognizione dell' | ideale | o del reale propriamente? Badate bene: per rispondere |
Gioberti e il panteismo -
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conseguenze che la riflessione, ripiegandosi sull' essere | ideale | e sui sentimenti, ne cava sono pur contenute virtualmente |
Gioberti e il panteismo -
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ne' due primitivi loro germi: somministrando l' essere | ideale | alla ragione tutta la cognizione ideale di deduzione e il |
Gioberti e il panteismo -
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l' essere ideale alla ragione tutta la cognizione | ideale | di deduzione e il sentimento somministrandole tutta la |
Gioberti e il panteismo -
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proposizioni; dico rispetto al genere della cognizione | ideale | negativa, e rispetto al genere della cognizione positiva. |
Gioberti e il panteismo -
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di cognizioni: l' idea è il principio della cognizione | ideale | negativa, il sentimento è il principio della cognizione |
Gioberti e il panteismo -
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e nella vita presente, perchè in quanto all' elemento | ideale | e al negativo noi l' abbiamo anche in questa vita ed |
Gioberti e il panteismo -
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è tale per sua essenza. Sebbene dunque questo elemento | ideale | e oggettivo sia il fondamento e la causa formale anche |
Gioberti e il panteismo -
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viaggio, o signori: abbiamo difesa la distinzione fra l' | ideale | e il reale contro coloro che tentano di levarla dalla |
Gioberti e il panteismo -
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da quella distinzione preziosa che rivendicammo fra l' | ideale | ed il reale; i quali ci dimostrano com' ella, maneggiata |
Gioberti e il panteismo -
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i quali abbattono il panteismo. Noi abbiamo distinto l' | ideale | dal reale; abbiamo veduto che l' ideale è il fonte di quel |
Gioberti e il panteismo -
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abbiamo distinto l' ideale dal reale; abbiamo veduto che l' | ideale | è il fonte di quel cotale infinito che si scorge nello |
Gioberti e il panteismo -
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sotto lo stesso aspetto del subietto medesimo. Dunque se l' | ideale | e il reale da noi percettibile hanno proprietà direttamente |
Gioberti e il panteismo -
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nostra esperienza e della nostra percezione, dall' essere | ideale | , oggetto della primitiva nostra intuizione e lume di |
Gioberti e il panteismo -
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che ne esprima l' uso. Diremo dunque che l' essere | ideale | è il mezzo del conoscere . Questa definizione non si può |
Gioberti e il panteismo -
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del mezzo del conoscere. Noi che abbiamo distinto l' essere | ideale | dall' essere reale, abbiamo altresì sostenuto che il mezzo |
Gioberti e il panteismo -
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sostenuto che il mezzo del conoscere è il puro essere | ideale | distinto dal reale. Ma questo sembra agli avversarj nostri |
Gioberti e il panteismo -
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reale altresì; poichè, a loro avviso, ciò che è meramente | ideale | è nulla, non potendo essi comprendere niun' altra maniera |
Gioberti e il panteismo -
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avversarj nostri vogliono sostituire a quello dell' essere | ideale | come mezzo dell' umano conoscere. Prima di tutto se l' |
Gioberti e il panteismo -
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mezzo dell' umano conoscere. Prima di tutto se l' essere | ideale | con cui l' uomo conosce è anche reale, quest' essere |
Gioberti e il panteismo -
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è la realizzazione del possibile che s' intuisce. L' essere | ideale | dunque è per noi la condizione necessaria dell' affermare |
Gioberti e il panteismo -
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ed imparziali riflessioni, se si possa confondere l' ente | ideale | col reale, l' idea con cui l' uomo conosce tutte le cose, |
Gioberti e il panteismo -
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questioni che sono separatissime: la prima « se l' essere | ideale | sia Dio o no »: la seconda « se noi conosciamo i reali |
Gioberti e il panteismo -
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il Gioberti per provare che ripugni intrinsecamente che l' | ideale | si separi dal reale. E se questo ideale anche separato dal |
Gioberti e il panteismo -
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che l' ideale si separi dal reale. E se questo | ideale | anche separato dal reale è qualche cosa, dunque non è mica |
Gioberti e il panteismo -
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l' immaginare un ordine contingente di cose, in cui l' | ideale | stia separato dal reale; giacchè in un ordine contingente |
Gioberti e il panteismo -
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e del necessario si fa una cosa sola. Il dire dunque che l' | ideale | nell' ordine contingente di cose è separabile dalla |
Gioberti e il panteismo -
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ponga nell' ordine delle cose contingenti qualche specie d' | ideale | . Poichè dove mai ha egli preso il suo achille contro la |
Gioberti e il panteismo -
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ammette bensì un reale dotato di contingenza, ma non un | ideale | della stessa natura (3). Le quali cose sembrerebbero |
Gioberti e il panteismo -
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contradittorie all' aver distinto, come egli fece, l' | ideale | dal reale nell' ordine contingente, ed all' aver dichiarato |
Gioberti e il panteismo -
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natura . Altro è il domandare se noi vediamo l' essere | ideale | per natura, o lo caviamo per astrazione; altro il cercare |
Gioberti e il panteismo -
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giacchè se è possibile che l' uomo si formi l' essere | ideale | per astrazione, rimane dunque possibile egualmente che sia |
Gioberti e il panteismo -
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pugnando seco medesimo: non vuole riconoscere che l' essere | ideale | possa essere innato come quello che è nulla (onde accusa di |
Gioberti e il panteismo -
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di nullismo il Rosmini); e poi riconosce che l' essere | ideale | si forma per astrazione, ammettendo così che sia qualche |
Gioberti e il panteismo -
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che il Gioberti ci concede che l' ente comunissimo, | ideale | e possibile, possa esser diviso dal reale (dal quale per |
Gioberti e il panteismo -
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sembra volerla indicare. Se noi diciamo, che l' ente | ideale | non è Dio, non diciamo però così assolutamente, com' egli |
Gioberti e il panteismo -
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resta sempre fermo, che il Gioberti ci accorda, che l' ente | ideale | non è Dio, e questa è quella confessione che noi vogliamo |
Gioberti e il panteismo -
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solito, che, secondo il Rosmini, « « si distingue l' essere | ideale | numericamente dall' idea divina » », frase che non adoperò, |
Gioberti e il panteismo -
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solo quello che dimostra il Rosmini, cioè che l' essere | ideale | dee risiedere in Dio, e immedesimarsi con Dio; benchè l' |
Gioberti e il panteismo -
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che egli ha fatto dell' aver detto il Rosmini che « l' ente | ideale | non sussiste fuor della mente », colle quali parole il |
Gioberti e il panteismo -
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se ne prevale per far dire al Rosmini, che l' essere | ideale | è nulla fuori dell' uomo; mi duole non potergli neppure |
Gioberti e il panteismo -
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così ragioniamo. Il signor Gioberti dice, che « « un tale | ideale | solo nel soggetto conoscente, s' immedesima sostanzialmente |
Gioberti e il panteismo -
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di cui il Gioberti non fa parola, che, quantunque l' essere | ideale | sia nel soggetto conoscente nel senso che è da questo |
Gioberti e il panteismo -
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al Rosmini, voi sapete che egli insegna che l' essere | ideale | è per essenza oggetto, come dicevamo, ed inconfusibile |
Gioberti e il panteismo -
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espresso. E tuttavia, aggiunge il Rosmini, che l' essere | ideale | qual è veduto dall' uomo suppone un primo reale, cioè una |
Gioberti e il panteismo -
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per via di raziocinio e non intuitivamente, dall' essere | ideale | argomenta all' esistenza di Dio, con argomentazione a |
Gioberti e il panteismo -
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All' incontro il Gioberti vuole che l' essere | ideale | sia del tutto finito, soggettivo, anzi che si immedesimi |
Gioberti e il panteismo -
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ordine delle cose contingenti dove si dà separazione dell' | ideale | dal reale non differisce sostanzialmente dall' ordine |
Gioberti e il panteismo -
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cose e l' ordine delle idee, come vedemmo, identico l' | ideale | ed il reale, identico nella sostanza è ciò che dà l' |
Gioberti e il panteismo -
|
e però è sempre Iddio, pel signor Gioberti, pel quale ogni | ideale | è Dio. Onde le esistenze, cioè le cose create, essendo Dio, |
Gioberti e il panteismo -
|
di buon animo nega la medesimezza del reale e dell' | ideale | contingenti, spiegando però la parola contingenti così, |
Gioberti e il panteismo -
|
della riflessione non differisce di sostanza dall' oggetto | ideale | dell' intuito, che è la sostanza prima; convien dire che le |
Gioberti e il panteismo -
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ch' egli ha preso di combattere la distinzione dell' | ideale | dal reale, e di pretendere che l' ideale sia qualche cosa |
Gioberti e il panteismo -
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distinzione dell' ideale dal reale, e di pretendere che l' | ideale | sia qualche cosa di sussistente, e com' egli dice nel modo |
Gioberti e il panteismo -
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Dio - Ma ogni appartenenza di Dio, è Dio - Dunque l' essere | ideale | è Dio. Distinguo la minore - Ogni appartenenza di Dio, è |
Gioberti e il panteismo -
|
fare, nego. Ogni cosa o è Dio, o una creatura - Ma l' Ente | ideale | non è una creatura, perchè gli si danno gli attributi dell' |
Gioberti e il panteismo -
|
dell' eternità, immutabilità ec.. - Dunque l' Ente | ideale | è Dio. Distinguo la maggiore e la minore. Distinguo la |
Gioberti e il panteismo -
|
create [...OMISSIS...] «S. I XLV, IV »); ogni cosa | ideale | lo nego: perchè le relazioni p. e. tra Dio e la creatura, |
Gioberti e il panteismo -
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«(S. I/XVI, VII) ». Distinguo la minore così - L' Ente | ideale | non è una creatura in quanto ritiene dell' essere divino da |
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far ciò, si porrebbe la divisione in Dio stesso. L' Ente | ideale | è creatura in quanto è preciso da Dio nel modo detto, lo |
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l' uomo. Ciò che non è reale è nulla - Ma l' essere | ideale | non è reale - Dunque l' essere ideale è nulla. Nego la |
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nulla - Ma l' essere ideale non è reale - Dunque l' essere | ideale | è nulla. Nego la maggiore, perchè ognun sa che l' idea del |
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concetti l' uno all' altro, e però il reale opposto all' | ideale | non può essere l' ideale, e la cosa opposta all' idea non |
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idea presa in opposizione alla cosa non è la cosa, e che l' | ideale | preso in opposizione al reale non è il reale. Il |
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al reale non è il reale. Il determinare poi che cosa sia l' | ideale | è appunto quello che si cerca di fare coll' Ideologia, e |
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e dall' altra percependo il reale, s' accorge che nell' | ideale | è il tipo dell' attività reale percepita nel sentimento, e |
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di trovare una corrispondenza perfetta tra l' ordine | ideale | e il reale, a cui si riduce, come vedemmo, il problema |
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che il subietto a cui s' attribuisce la qualità astratta è | ideale | o reale . Quando Aristotele osserva che i Pitagorici |
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ideale, quanto nella reale. La distinzione tra il subietto | ideale | e il subietto reale era tanto difficile a ben colpirsi e |
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distinguere l' uno indefinito di Platone dalla materia | ideale | e dalla materia reale nel suo seno contenuta potenzialmente |
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nulla. Rimane dunque a cercare che cosa sia la materia | ideale | secondo Platone. Ora essendo quella in cui si trovano poi i |
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« idea dell' essere indeterminato », ossia « essere | ideale | ». Così Platone avrebbe distinto « l' essere ideale »dall' |
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essere ideale ». Così Platone avrebbe distinto « l' essere | ideale | »dall' Uno primo, che l' ha nel suo seno, come ha pure nel |
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di Cicerone. Le specie risultano per Platone dalla materia | ideale | che venendo determinata presenta alla mente un visibile, un |
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cui giacciono. Non è che l' idea dell' essere, la materia | ideale | di Platone, sia tenebra rispetto a sè; ma nasconde ogni |
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anch' essa primamente è indefinita e indeterminata, materia | ideale | (a cui risponde il nostro essere ideale ); e questa materia |
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materia ideale (a cui risponde il nostro essere | ideale | ); e questa materia ideale è una pluralità indefinita e |
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(a cui risponde il nostro essere ideale ); e questa materia | ideale | è una pluralità indefinita e confusa, il numero |
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o piuttosto potenziale. Ha bisogno dunque questa materia | ideale | di essere determinata, ossia di ricevere anch' essa una |
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finisce in due modi: 1 quando nell' uno dialettico | ideale | , dopo aver trovate tutte le differenze o specie |
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non restando più in queste ultime unità che la materia | ideale | vestita d' unità, cioè l' indefinito che rimane in fine |
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è l' indefinibile, puramente materia. Ma la materia | ideale | è fonte di luce intellettiva, la materia reale di tenebre; |
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pitagoriche, luce, tenebra [...OMISSIS...] . La materia | ideale | ontologicamente ha in sè tutte le specie o numeri definiti, |
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« essenza », «usia», è quello che noi chiamiamo « essere | ideale | », considerata da Platone come la materia universale delle |
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la vera spiegazione del perchè Platone chiamava la materia | ideale | « il grande e piccolo », e mi fa maraviglia che Aristotele |
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figura ». E parmi indubitato che Platone tra la materia | ideale | e la materia corporea ammetteva una terza materia, cioè la |
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non solo a Dio da cui è emanato, ma anche alla materia | ideale | o reale ( «apeiron»). Questa, considerata recisa dall' |
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conosciuta questa stabilità e necessità che nell' essere | ideale | si riconosce, anche la dialettica, ossia il ragionamento |
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medesimo (1); [...OMISSIS...] : come sta l' essere | ideale | al reale, così sta il discorso assolutamente vero, che si |
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si moltiplica secondo che gli anelli della gerarchia | ideale | l' uno dagli altri escono, e tuttavia queste molte anime si |
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si è quello di avere classificato con esse l' ente | ideale | , e non l' ente in tutta la sua generalità. In fatti i |
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positiva, e le cose, di cui non abbiamo che cognizione | ideale | negativa. Raccogliere tutte queste relazioni accuratamente |
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abbastanza, si è la differenza che passa tra l' ente | ideale | e l' ente razionale . L' ente razionale è produzione |
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mente, come abbiamo detto: quando all' opposto l' ente | ideale | è per sè oggetto , ed è affatto indipendente dalla mente |
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mente. La mente poi è un ente reale: e però tra l' ente | ideale | e l' ente reale passa una relazione essenziale , la quale |
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nell' ideale; chè ogni reale sentito segna nell' | ideale | un suo corrispondente, e così l' ideale si manifesta come |
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sentito segna nell' ideale un suo corrispondente, e così l' | ideale | si manifesta come tipo delle cose reali. Questa visione del |
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come tipo delle cose reali. Questa visione del reale nell' | ideale | è un' operazione della mente, e si scorge: 1 Nella |
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1 Nella percezione intellettiva, nella quale la mente dell' | ideale | e del reale fa un ente solo conosciuto; 2 Nell' idea |
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dal rapporto o nesso essenziale che passa tra l' | ideale | e il reale, e che la mente non fa che vedere. Vero è che un |
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esigenza della mente si riduce a quella che ha l' essere | ideale | di trovarsi in una mente, e il reale d' essere o ridursi in |
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Quanto poi all' idea specifica , ella non è che l' essere | ideale | considerato in rapporto con un reale possibile, |
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se non che egli distingue, come vedemmo, tre materie, l' | ideale | , la spaziosa e la corporea , onde i suoi tre sommi generi |
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circa la doppia materia ammessa da Platone, cioè l' | ideale | e la reale, egli cade nella stessa distinzione: poichè, se |
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specie e la materia », convien dire che ci sia una materia | ideale | , che costituisce il genere delle specie, e una materia |
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che Aristotele non ravvisò col suo pensiero la materia | ideale | in tutta la sua universalità, la quale non è altro che l' |
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la sua universalità, la quale non è altro che l' essere | ideale | (1), poichè, se l' avesse bene ravvisata col suo pensiero, |
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Dio ma bensì una dimostrazione della necessità dell' essere | ideale | , lume dell' umana mente; onde pigliandola così ella viene |
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ai quali cercano di dare unità sistematica. 3 Finalmente l' | ideale | è ancor più lontano dalla verità oggettiva; perocchè per |
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è ancor più lontano dalla verità oggettiva; perocchè per | ideale | intende un prototipo di perfezione nel quale sono |
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nel quale sono suppositate le idee, consistendo l' | ideale | d' ogni spezie in un individuo, a cui di tutti gli |
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alle determinazioni delle cose . Egli confonde l' | ideale | col reale; perocchè: 1 La parola sostrato propriamente |
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mente di Kant; 3 nel voler indurre dal valor meramente | ideale | delle idee e de' concetti, che anche i giudizŒ ed i |
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aver conosciuto, che il fondamento di ogni determinazione | ideale | dee essere un' idea primitiva e semplice, avrebbe dovuto |
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di esigere per fondamento di detta determinazione anzi un | ideale | che un' idea . Perocchè l' ideale è un ente particolare |
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determinazione anzi un ideale che un' idea . Perocchè l' | ideale | è un ente particolare perfetto (2); e i predicati di un |
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un particolare. Perocchè, se questo ente particolare è l' | ideale | del sapiente, e se voglio determinare un altro essere col |
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la sapienza in genere, e non mica la sapienza di quell' | ideale | del sapiente, la quale è unita a lui per modo, che, se da |
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al panteismo, cioè che ella fosse uno sviluppo di quest' | ideale | stesso, quasichè un ideale, se è ideale e però perfetto, si |
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sviluppo di quest' ideale stesso, quasichè un ideale, se è | ideale | e però perfetto, si possa concepire come bisognoso o |
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diminuita od accresciuta, colla sua mente, in un qualunque | ideale | ch' egli si formasse. Ma l' uomo stesso, fino a che non ha |
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questo carattere non è del tutto reale; esso è per ora un | ideale | che l' Io ha di sè, e giusta il carattere dell' Io resterà |
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« l' Io tende ad uscire dai suoi limiti; dunque ha un | ideale | di sè, un' idea dell' illimitato ed assoluto essere. Ma l' |
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un essere illimitato, ideale; ma si nega che quest' essere | ideale | senza limiti sia lo stesso Io; perchè l' oggetto intuìto, |
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contiene in sè ogni realità: perocchè, egli dice, l' ente | ideale | e comunissimo, se non è anche reale, s' immedesima col |
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persuaso di combattere vittoriosamente), che l' oggetto | ideale | , la pura idea , s' immedesima collo spirito; e però in |
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sommissione e umiliazione alla Divinità: perocchè l' | ideale | dell' uomo, l' uomo perfettissimo, è l' uomo che riconosce |
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voto della natura umana quel filosofo, il quale prende per | ideale | dell' uomo l' angelo ribelle! Fichte distingue il suo |
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ponendo questo Dio non si esce dall' Io umano. E` un Dio | ideale | che continuamente tende a realizzare sè stesso, ed è |
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tenda a divenire un Dio realizzato; come è falso che l' | ideale | dell' uomo sia quello di un Io senza limitazioni di sorte |
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di Kant, come nè pure il paralogismo , le antinomie , e l' | ideale | che Kant attribuisce alla ragione. Nel sistema di Fichte |
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in dichiarare l' uomo nulla più che un cotale schema | ideale | di Dio. Fichte s' atteneva ancora con forza al principio |
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la natura, l' universo reale , dall' altra l' universo | ideale | , non apparisce qual sia il nesso tra i due universi. Il |
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non istà già l' identificazione del reale coll' | ideale | , che sempre rimangon distinti; ma bensì l' unità de' due |
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è quella appunto che trovasi nella sua idea, l' essenza | ideale | non di meno differisce dal suo realizzamento ne' |
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dovuto con costanza stabilire per opposti il reale e l' | ideale | . Erroneamente, perchè, se vi avesse un assoluto che fosse |
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che fosse un punto di indifferenza tra il reale e l' | ideale | , egli non sarebbe nè reale nè ideale, come già osservai |
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incontro avrebbe dovuto trovare un assoluto nel quale l' | ideale | e il reale fossero alzati alla maggior potenza, senza mai |
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natura ». XI A tre pure riduce le potenze (1) del mondo | ideale | che sono: verità, bontà e bellezza . Ora primieramente non |
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Onde, se i due primi appartengono al mondo | ideale | , la bontà appartiene al mondo reale in quanto si |
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all' ideale. Questa confusione tra il mondo reale e l' | ideale | accade al nostro filosofo pel materialismo di cui va |
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puro pensare , dove egli pretende trovare l' identità dell' | ideale | e del reale, e doversene cavare ogni cosa; il che veramente |
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dico che l' idea non è un reale, e argomenta che « l' | ideale | non può concepirsi senza che abbia qualche realità ». Ma |
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la prima attualità degli enti. All' incontro nego che l' | ideale | sia reale , perchè la parola reale si adopera appunto a |
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esistere opposto al modo ideale; onde, chi dicesse che l' | ideale | fosse reale , confonderebbe due concetti opposti, e direbbe |
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è conoscibile ». Le espressioni che s' usano: « l' ente | ideale | è nella mente, l' ente ideale è presente alla mente, ecc. |
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che s' usano: « l' ente ideale è nella mente, l' ente | ideale | è presente alla mente, ecc. », non si debbono intendere |
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non si debbono intendere materialmente, quasi che l' ente | ideale | fosse nella mente come l' acqua è in un vaso, o fosse |
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pure sinonimie di questa espressione propria: « l' ente | ideale | è conosciuto dalla mente ». Conoscer l' essere ideale, |
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spirito è reale , perciò è anche un confondere il modo | ideale | dell' essere col reale. Quindi per Hegel la dialettica è il |
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, conduce direttamente a confondere l' idea colla cosa , l' | ideale | col reale; che è appunto l' altro errore cardinale di |
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che costituisce il Dio Giobertiano. Confuso il reale e l' | ideale | in uno, immedesimato il soggetto e l' oggetto, ne dovea |
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passare all' altro quasi ad un sinonimo; come pure tra | ideale | e reale; cosa ed idea; le quali nozioni differiscono tra |
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è doppio: perocchè, 1 può intendersi l' essere | ideale | , nel quale si pensa il puro essere con astrazione da ogni |
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di fame, se non avesse altro nutrimento, che questo | ideale | oggetto della sua mente. Perchè s' abbia dunque una azione |
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che l' Essere (preso nel senso più lato) ha due modi, l' | ideale | e il reale : cioè che egli si manifesta e comunica con noi |
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si rivela, ad una sola: perocchè le qualità dell' essere | ideale | sono intieramente diverse ed opposte a quelle dell' essere |
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che conferma questa distinzione ed opposizione fra il modo | ideale | dell' essere e il modo reale , e che la fissa |
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abbiano avuto origine le denominazioni stesse di reale e di | ideale | , e qual ragione abbia presieduto al senso comune, quando |
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dee essere diverso il modo reale dell' essere dal modo | ideale | , per sentenza del senso comune, quanto è diversa la |
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una colma tazza. Dopo di ciò, sebbene l' essere | ideale | non si possa confondere coll' essere reale , tuttavia è pur |
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e primitive. E quindi è più esatto il dire: il modo | ideale | dell' essere e il modo reale , che non sia il dire: l' |
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essere e il modo reale , che non sia il dire: l' essere | ideale | e l' essere reale , quasi fossero due: e il senso comune |
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congiunzione e questo fondo di identità del reale coll' | ideale | nella imposizione ed uso de' vocaboli; perocchè egli non |
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vocabolo egli suole esprimere e nominare tanto l' essere | ideale | della cosa, quanto egualmente il reale . A ragione d' |
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dell' essere al tutto distinti fra loro e inconfusibili, l' | ideale | e il reale ; due parimente sono le facoltà umane primitive |
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il senso percepisce il modo reale e l' intelletto il modo | ideale | . L' uomo può avere questa percezione compita dell' essere |
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; e 2. che coll' intelletto ne abbiamo concepito il modo | ideale | . Ma che cos' è cognizione ? In che consiste l' essenza del |
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dal modo ideale, come noi passiamo dunque ad avere il modo | ideale | ? Onde ci vien percepito questo modo ideale dell' essere? |
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avere il modo ideale ? Onde ci vien percepito questo modo | ideale | dell' essere? Da quale uscio entrano le idee in noi?« Ecco |
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mente. Ora, posta questa idea congenita nell' uomo, il modo | ideale | adunque è nella mente umana anteriormente alle percezioni |
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percepito col senso risponde una porzione dell' essere | ideale | che sta nella mente, la quale porzione è appunto il modo |
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e relazione, ossia di riscontrare quale parte di essere | ideale | si affacci e batta insieme colla real cosa percepita ne' |
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reale non è che la relazione veduta dall' uomo fra il modo | ideale | e il modo reale della cosa; il primo ricevuto nella mente, |
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nomi ella inchiudea e esprimeva due elementi, cioè l' | ideale | e il reale , l' universale e il particolare. Ogni nome |
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nome comune? e che cosa esprime un nome comune, se non l' | ideale | della cosa? Perocchè la semplice idea di lottatore, o di |
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realità fuori della mente: il che è quanto dire l' elemento | ideale | delle cose (1). Ma tuttavia dall' uso, per una tacita |
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l' uomo abbia cognizione di cosa reale, è necessario l' | ideale | suo , oltre all' aver ricevuta da essa un' impressione |
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questa fissi nella impressione reale e la raffronti coll' | ideale | preesistente. Ho già dimostrato a questo proposito che l' |
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perchè comune, non è che il nome di una idea, giacchè l' | ideale | è il comune, e il reale è il proprio nelle cose. Ecco or |
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uomo per misura e termine fisso a cui riferire l' essere | ideale | che anticipatamente possiede, e che, quando a una imagine o |
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dell' uno all' altro. Quindi la persuasione suppone l' | ideale | e il reale, la concezione e il sentimento. Fin qui abbiam |
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il segno (che mi fa da soggetto) a cui io applico l' essere | ideale | , è un complesso stesso d' idee, non è una percezione, una |
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e luce che nasce appunto per la comunità dell' essere | ideale | alle creature che ne partecipano e alla loro causa che è l' |
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e il soggetto si identificano ; perocchè il concetto | ideale | di Dio è tutto formato dal puro e solo essere , e non di |
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essere , che forma il soggetto del giudizio, è ancora | ideale | , e quell' essere , che forma il predicato si pone reale ; |
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Concludiamo adunque noi; 1. abbiamo un concetto di Dio | ideale | bensì, ma determinato, che non esce da quello dell' essere; |
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affermazione della pura sussistenza (predicato); 2. parte | ideale | che comprende il concetto che noi abbiamo di Dio e che ci |
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azioni, ad agire; l' essere meramente possibile, o sia | ideale | , non opera, perocchè ogni cosa, prima di operare, deve |
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sopradescritta dell' essere, cioè ne' suoi due modi, l' | ideale | e il reale . Si divisero le scienze in teoretiche e |
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azione. I filosofi hanno mancato di ben distinguere il modo | ideale | dell' essere dal reale , e gli hanno confusi insieme, o |
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dagli odori o da' sapori, non convenendo che in un elemento | ideale | e non reale, cioè nel genere ideale (1). Tutte le |
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che in un elemento ideale e non reale, cioè nel genere | ideale | (1). Tutte le cognizioni insomma che egli acquista della |
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luce, dell' inintelligibilità e insieme una generale e | ideale | concezione, nascono i misteri : cioè delle proposizioni |
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conviene far uso di questa tessera:« Chi dà fede ad una non | ideale | ma reale azione di Dio nell' anima per la quale questa sia |
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intelligenza non è che la visione costante dell' essere | ideale | ; che l' essere ideale, collo starsi presente e quasi |
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intellettiva dell' anima, tuttavia essa è un' azione non | ideale | , ma reale . La distinzione dell' azione ideale dalla reale |
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azione non ideale , ma reale . La distinzione dell' azione | ideale | dalla reale è quella stessa che passa tra l' idea e la cosa |
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è quella stessa che passa tra l' idea e la cosa : l' azione | ideale | è quella che accompagna le idee nella mente, la reale è l' |
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sui nostri sensi, allora all' elemento intellettuale e | ideale | si mescolano degli altri elementi reali. Una cosa che ha |
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produrre il suo termine. Or dunque distinta così l' azione | ideale | dall' azione reale, e veduta la inefficacia di quella e la |
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è un' azione reale . Questa differenza fra l' azione | ideale | e l' azione reale, è quella stessa che pone la divina |
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dell' Evangelio. Il non aver distinta l' azione | ideale | dall' azione reale travolse i Pelagiani nel loro errore, |
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le norme coll' intelletto, al qual fine basta l' azione | ideale | (l' idea in noi), e il seguirle colla volontà, al quale |
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nella nostra facoltà del senso , a differenza dell' azione | ideale | che non è che il presentarsi dell' idea all' intelletto. |
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allo spirito umano: il primo è la unione dell' essere | ideale | , il secondo dell' essere reale . La idea dell' essere data |
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nell' ordine naturale. Il lume della ragione è l' essere | ideale | (3), il lume della fede l' essere reale: il lume della |
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due ragioni è, che la grazia opera mediante la cognizione | ideale | negativa di Dio , ella non fa che rendere viva ed efficace |
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per la grazia, non è che il compimento dell' essere | ideale | ; e quindi non distrugge, ma compisce nella nostra mente l' |
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conosciuta e osservata la distinzione fra l' essere | ideale | e l' essere reale . Che se si fosse conosciuta una tale |
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i quali solevano, come dissi, confondere l' essere | ideale | col reale, le idee colle cose; fonte, chi ben guarda, di |
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sostanza , quando la medicina non è nulla più di un essere | ideale | . Udiamo lui medesimo: [...OMISSIS...] . Or, dopo aver |
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così acconciamente soggiunge, distinguendo la natura | ideale | della scienza medica dalla reale sostanza dello Spirito |
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riduce tutto all' esser reale e si perde di vista l' essere | ideale | . Il secondo sistema, opposto al primo, è di quelli che |
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(1). Con un tale sistema si riduce tutto all' essere | ideale | e si perde di vista l' essere reale . Il terzo sistema è |
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Quindi l' ordine naturale esser costituito dall' essere | ideale | ; l' ordine poi soprannaturale esser costituito dalla |
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non è che un compimento e perfezionamento dell' essere | ideale | . Che Iddio operi nell' anima, nell' ordine della grazia, |
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il nome di idea dell' essere o di specie (2), o di essere | ideale | o potenziale, ed è il lume della ragione e produce l' |
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reale , ma che la informano mediante il loro modo di essere | ideale | (mediante le idee); il quale è concepito dalla mente |
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in Dio il modo reale è congiunto siffattamente al modo | ideale | , che è impossibile immaginarlo scongiunto, senza |
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nella idea di una cosa.« - La essenza adunque è il modo | ideale | dell' essere. Che cosa è poi l' essere [reale] di una cosa? |
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che noi dicevamo sulla indivisibilità [in Dio] del modo | ideale | e del modo reale? Risulta adunque dalla teologia che di Dio |
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o modi dell' essere sono: 1. l' essere reale ; 2. l' essere | ideale | ; 3. l' essere morale . L' essere reale vidi che costituiva |
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corpi non erano che la sua materia (2): vidi che l' essere | ideale | (le idee) costituiva la cognizione : e che l' essere morale |
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reale è l' essere in quanto è sussistente ; che l' essere | ideale | è l' essere stesso in quanto è conoscibile ; che l' essere |
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reale era quello che conosceva e che amava; e che l' essere | ideale | era il mezzo, pel quale l' essere reale amava ciò che aveva |
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specie di S. Agostino, propriamente parlando, è l' essere | ideale | della cosa, e che non si può attribuirla alla cosa stessa, |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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un rapporto essenziale e primitivo col suo essere | ideale | . Veniamo al terzo elemento di S. Agostino, l' ordine che |
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di fine e di mezzo, e un rapporto non è che un essere | ideale | , e non esiste punto per sè solo fuori della mente (1). Di |
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dall' universo o l' intelligenza o la volontà, il modo | ideale | o il modo [morale] dell' essere; e che se nelle nature |
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essere senza più. E veramente l' essere reale , l' essere | ideale | , e l' essere morale non formano già tre persone, nè sono |
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nè sono unite in una sola sostanza: che anzi l' essere | ideale | nelle creature non è mai una persona, ma solo l' oggetto di |
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se non trino, cioè fornito di tre modi, il reale , l' | ideale | , e il morale . Or questa è tal notizia dell' essere, che |
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l' operazione della grazia non è già una pura operazione | ideale | , ma è una operazione reale . Noi veggiamo per natura l' |
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è una operazione reale . Noi veggiamo per natura l' essere | ideale | , e questo costituisce il lume della nostra ragione: ma |
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con questa siamo attivi; con quella riceviamo l' essere | ideale | delle cose, ma con questa giungiamo alla loro sussistenza; |
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trae da quel vero posto da noi già innanzi, che l' azione | ideale | non ha virtù di muovere gran fatto la volontà nostra, ma sì |
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formato colle sole forze del suo ingegno il tipo, l' | ideale | della religione? Vi fu mai un tal genio sulla terra? Vi può |
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che egli ha della ragione degli uomini! Ma se questo | ideale | della religione è in ogni mente, come può esistere più |
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precedentemente quelle bellezze, e le maggiori ancora (l' | ideale | loro); ma solo che lo spirito portasse in sè un principio, |
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e che applica poi ai sentimenti, l' abbiamo chiamato essere | ideale | , ovvero modo ideale dell' essere . L' essere nell' uomo |
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sentimenti, l' abbiamo chiamato essere ideale , ovvero modo | ideale | dell' essere . L' essere nell' uomo prende un nuovo stato |
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quest' essere opera nell' uomo non più in un modo puramente | ideale | , ma in un modo sostanziale e reale; l' uomo prova allora |
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sincerità e purità: poichè tanto Dio quanto l' essere | ideale | innato in noi niente hanno in sè di diverso e, per così |
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e semplicissimi. Di questo è che anche nell' essere | ideale | si trova tutto, e dalla sola sua nozione potrebbe dedurre |
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perchè era nel mio spirito (1). Ma dunque se nell' essere | ideale | si trovano e sono già contenute tutte le cose in quanto |
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e tutte, come io ho mostrato, si riducono all' essere | ideale | e reale, si conoscono mediante la mente; ma le cose |
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nella mente è una similitudine di Dio: che quell' essere | ideale | è più simile a Dio che non sia alle creature: che per ciò |
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percependo la stessa sussistenza sua, nella quale l' essere | ideale | viene compiendosi e unificandosi coll' essere reale. La |
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una congiunzione solo incoata, quale è quella dell' essere | ideale | (2). Premesse queste notizie sull' intrinseca natura dell' |
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per gradini di una scala ascendere al bello perfetto e | ideale | che pur trovava realizzato e in istato di sostanza nel suo |
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sull' appetito dell' uomo, e i beni futuri solo un' azione | ideale | , e sebbene questa fosse minore di quella (2); tuttavia la |
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in uomo privo di grazia , questo era puramente | ideale | e senza alcuno esperimento e quindi inetto a essere |
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Quindi sebbene egli abbia una cotal concezione tutta | ideale | del male, come di una cotal privazione o cessazione del |
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a Dio eziandio con qualche sacrifizio; e questo bene | ideale | in un cotal modo lo realizzava e avvalorava: come appunto |
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questo generato, cioè in virtù della visione dell' essere | ideale | che riceve il principio senziente nell' animale, il quale, |
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E così avvenne che quelli, i quali dentro all' essere | ideale | che chiarissimamente risplendeva innanzi le loro menti, |
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cercarono nella chiara vista che avevano dell' essere | ideale | innanzi sè stessi che Dio, a questo preferendosi, commisero |
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non è solamente dato dalle tradizioni, ma egli è altresì un | ideale | di perfezione che dalla natura dell' uomo viene suggerito e |
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manca: e quel concetto recato così all' ultima perfezione | ideale | di lui propria è dilettevole spettacolo alla stessa mente |
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contemplatrice. Solamente v' ha questa differenza fra l' | ideale | stato dell' uomo a cui la mente cerca di sollevarsi, e |
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colla sua contemplazione non eccede i confini dell' essere | ideale | , quando la seconda ci parla di uno stato che appartiene |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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poteva venir ideando che come possibile. Veduta pertanto l' | ideale | perfezione dell' umanità e il suo realizzamento nella |
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l' operazione di Dio non producesse un' opera conforme all' | ideale | della perfezione, egli è manifesto che un altro artefice |
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di Dio non può essere altro che un realizzamento dell' | ideale | perfezione, e se l' uomo e le altre cose tutte sono |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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in sul principio la contemplazione costante dell' essere | ideale | indeterminato, gli ha dato altresì la percezione di sè |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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non solo in quell' atto primo che termina nell' essere | ideale | e indeterminato, ma si bene anche in quello che termina |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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dell' uomo primo si fosse terminata solo all' essere | ideale | indeterminato, non ci sarebbe stata cagione di volere di |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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non una minima azione: un' azione che noi abbiamo chiamata | ideale | per distinguerla dall' azione che fanno su di noi le cose |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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ossia della sua attività dall' essere reale all' | ideale | e dall' ideale al reale, e dall' idea al sentimento e dal |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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della sua attività dall' essere reale all' ideale e dall' | ideale | al reale, e dall' idea al sentimento e dal sentimento all' |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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i quali non solo concepiscono l' essere nella sua forma | ideale | e massime in uno stato indeterminato, ma percepiscono |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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e realità e solo fornito della concezione dell' essere | ideale | e in uno stato d' indeterminazione, egli trovasi esser |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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posto dentro i confini della natura: perocchè l' essere | ideale | si può dire creato nel modo in cui è veduto dall' uomo, |
Antropologia soprannaturale Vol.I -
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reale dall' universale, la sostanza reale dalla sostanza | ideale | che si predica di quella. Ma questa distinzione gli sfugge |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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materia, nè di cosa alcuna: ovvero parla d' una sostanza | ideale | , e questa d' altro non si predica che della sostanza reale |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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distinzione tra la natura del reale , e la natura dell' | ideale | o dell' oggettivo accadde ad Aristotele, per aver egli |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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que' predicati. Egli non s' accorse dunque: 1 che un | ideale | si poteva predicare tanto d' un reale, quanto d' un ideale: |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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comuni i quali non ammettono un' unità reale , ma solo | ideale | e d' essenza. Tuttavia su quest' unità torneremo tra poco. |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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non c' è nulla di più proprio per esprimere l' essere | ideale | indeterminato , perocchè con questo appunto, quasi con un |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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consiste nell' applicare l' essere intelligibile o | ideale | al reale sensibile o a un altro intelligibile che è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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consiste nella distinzione tra l' essere reale e l' essere | ideale | o intelligibile, che gli antichi non avevano colta, o certo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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cosa stessa che non può certamente dare alla pura specie | ideale | , che sta nella mente dell' artista, la quale è bensì |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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artista prodotta (1). Questa confusione del reale coll' | ideale | impaccia tutto il sistema aristotelico, e in qualche parte |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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intesi. Ora tale è il sentimento fondamentale , e l' essere | ideale | , che noi abbiamo posti come costitutivi dell' anima umana. |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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per forma ora s' intende da Aristotele la stessa cosa | ideale | composta di materia e di forma, ora la sola forma, che è l' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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della cosa, astrazion fatta dalla sua materia, anche | ideale | (2). Si può dunque intendere il passo citato in vari modi; |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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intellettiva della cosa (e in questa specie tra la forma | ideale | e la materia ideale) e la cosa reale (e in questa tra la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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essere dunque sarà la materia della cognizione, la materia | ideale | (1): la potenza della cognizione passando all' atto diventa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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tutti: la mente potenziale dunque d' Aristotele è l' essere | ideale | indeterminato, come la potenza in atto è l' intuizione |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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la materia delle specie, [...OMISSIS...] (5). Il subietto | ideale | dunque è tanto più subietto, quant' è più universale, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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perchè quant' è più universale, è a maggior ragione materia | ideale | (1). Il subietto reale dunque e il subietto ideale hanno |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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materia ideale (1). Il subietto reale dunque e il subietto | ideale | hanno un' opposta natura: poichè quanto più la cosa pensata |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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individuo; l' ultimo è quello che è massimamente subietto | ideale | e di conseguente l' universalissimo , cioè l' essere e l' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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fondo e materia di tutti gli altri, è l' essere | ideale | indeterminato ; 2 Che la mente obiettiva è questo stesso |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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è una prima intellezione che ha per oggetto quell' essere | ideale | indeterminato, ed è la mente in atto, che fa tutti gli |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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sensibili diventano altrettante determinazioni dell' essere | ideale | e indeterminato, e vedute così dal principio intelligente e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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della qualità essenziale, è l' idea completa , l' essere | ideale | determinato, dove già il subietto ed il predicato sono |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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distinzioni, e sopra tutto non distingue la predicazione | ideale | dalla reale e affermativa. Sotto il nome di specie |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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e astratta dall' essenza; talora poi intende il tutto | ideale | cioè l' essenza vestita della qualità essenziale. Variando |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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il che prova che considera come identica e comune la forma | ideale | e la reale (3), salvo che quest' ultima è unita alla |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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specie e generi (1). L' essere attualissimo adunque è | ideale | e reale ad un tempo, di maniera che la cosa e la scienza è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. II -
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l' uno e l' altro sistema annulla in sostanza l' ordine | ideale | (4): i nominalisti più schiettamente, dichiarando che le |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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al secolo XIII, le due forme primitive dell' essere , l' | IDEALE | e il REALE. Il realismo dunque prima dell' età di |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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essenza ; poichè questa potea significare tanto l' essenza | ideale | , quanto l' essenza realizzata , equivoco che c' è in |
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d' una distinzione filosofica tra il sussistente , e l' | ideale | : ed ella stessa impediva col suo senso equivoco questa |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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cose, se (non distinguendosi il reale e subiettivo dall' | ideale | e obiettivo) si prendono le idee per cose reali , a quel |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e mantenere costantemente distinta nella mente la forma | ideale | ed obiettiva dell' essere, dalla forma reale , e ne |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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medesima ha per suo fondamento quella delle due forme, l' | ideale | e la reale , dell' essere. Il solo cristianesimo scoprì e |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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(pur comune ai filosofi) di tener separato l' ordine | ideale | dall' ordine reale (1). Ora il tutto ideale, e la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ordine reale (1). Ora il tutto ideale, e la composizione | ideale | è la stessa specie sostanziale , quando però il tutto abbia |
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e la seconda. Vero è che il subietto stesso può essere | ideale | o reale (le due modalità perpetuamente confuse), e che il |
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(le due modalità perpetuamente confuse), e che il subietto | ideale | è un universale anch' egli (1); onde questo secondo |
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c' è sempre nella parola essenza i due significati d' | ideale | e di realizzata, e Aristotele si attiene a questo secondo, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la parte che sta nel tutto; ma questo modo di concepire l' | ideale | nel reale pensato, o favorisce Platone, e non Aristotele, o |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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le specie », viene ad essere il medesimo della « materia | ideale | »di Platone, di cui abbiamo parlato, poichè di questa prima |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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teoria delle idee, che pone nell' anima umana una materia | ideale | indeterminata, e questa non esser altro che « il possibile, |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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la materia e la forma subiettiva, la materia | ideale | e obiettiva, che è ella stessa in un altro rispetto, anche |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che li pensa, si dicono forme subiettive: la materia | ideale | finalmente è l' essere indeterminato, e in quanto è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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non può mai essere un estrasubietto. Quanto poi alla forma | ideale | ed oggettiva, ella non ha subietto negli enti finiti, ma si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sensitivo e l' intellettivo: l' estrasoggettivo e l' | ideale | non sono subietti, se non dialettici. Se dunque si cerca di |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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dell' anima ch' esiste solo subiettivamente, e dell' essere | ideale | che esiste solo obiettivamente: ma il valore della parola « |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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essere universale , che sotto aspetti diversi sia materia | ideale | , come quello che giace per fondo di tutte le specie |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ma gli giova quel cotal simbolo al pensiero del triangolo | ideale | ed astratto, che non ha alcun quanto determinato, e non è |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che Aristotele non voleva, era la scissura tra il mondo | ideale | e il mondo reale, che attribuiva al sistema del suo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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cose finite sia contingente e mutabile, e il primo, cioè l' | ideale | ed universale, sia necessario ed immutabile; per l' |
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un gioco d' immaginazione, che se s' ammette « un' essenza | ideale | »e poi questa stessa essenza ideale s' ammette in certo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ammette « un' essenza ideale »e poi questa stessa essenza | ideale | s' ammette in certo numero d' individui reali, la si ponga |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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realmente, e separabile idealmente. Questa separazione | ideale | suppone già le idee, e sono appunto queste di cui si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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che un reale si divida da un altro reale, la separazione | ideale | importa che un' idea si separi da un' altra idea: la prima |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e distinguerebbe la separazione reale dalla separazione | ideale | , se non si supponesse prima che fossero cose separate la |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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è triplice, come è triplice la materia platonica, cioè l' | ideale | (4), la matematica e la sensibile. Laonde dice, che « « il |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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si parli d' una copulazione che si consideri nell' ordine | ideale | o nell' ordine reale, ovvero di una copulazione che si |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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ovvero di una copulazione che si consideri tra l' ordine | ideale | e il reale. E in quanto a quest' ultima, dove sta il nodo |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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del Creatore le assegnò una misura proporzionata a quell' | ideale | organico del mondo da lui concepito secondo la perfezione |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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l' altre con questa commiste [...OMISSIS...] : la materia | ideale | poi per Platone è indubitatamente l' ente (indeterminato) |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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specie e squisita dipintura della divinità. Tale è l' | ideale | dell' uomo appieno educato e istituito alla virtù; ciò che |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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e così per analogia arriviamo ad una cognizione | ideale | e negativa dell' essenza stessa del Bene, che è quanto dire |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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lavoro della mente raziocinatrice. Poichè rinvenuto « « l' | ideale | del bene mondiale » », questo, dice Platone, non è che come |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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diverse, di maniera che ci fossero due forme, la reale e l' | ideale | (come in cert' altri luoghi sembra che dica Aristotele), s' |
Aristotele esposto ed esaminato vol. I -
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sotto tutti gli aspetti che la definiscono. È questo l' | ideale | al quale dobbiamo tutti studiar modo d'avvicinarci più |
Doveri dell'uomo -
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non si dà in altro modo che col manifestarsi. Ora l' essere | ideale | risplendente nel soggetto creato è un' appartenenza del |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ai sentimenti animali, ai quali applicando l' essere | ideale | egli forma per via di diverse operazioni la naturale sua |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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collocata in questo che il lume naturale è semplicemente | ideale | , laddove il lume soprannaturale è anche reale , perocchè |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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merita il nome di percezione . Il lume naturale è l' essere | ideale | per sè oggetto, e quindi questa si può chiamare un' |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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oggetto, e quindi questa si può chiamare un' appartenenza | ideale | del Verbo divino; laddove il lume soprannaturale, che |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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le altre. Onde avviene che, quando applichiamo l' essere | ideale | a conoscere l' una di esse, con questo non conosciamo punto |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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dell' essere, come dalla prima cosa che conosce: l' essere | ideale | è per sè noto, è pura luce, non può essere negato da |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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coll' ente realissimo ed assoluto. Quantunque l' essere | ideale | proceda dall' assoluto, e non possa essere senza di lui; |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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essere nota per se stesso: esso è oggetto, ma non oggetto | ideale | come sono le essenze delle cose finite, ma oggetto |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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la definizione, la ragione, il concetto, l' essenza | ideale | di tutte le cose, «to eautu logo», cioè, definitione sua |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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ordine appartiene all' essenza dell' essere nella sua forma | ideale | (1); il bene morale dell' essere è anch' esso essere |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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atto iniziale, ricevente anzichè dante, che termina nell' | ideale | anzichè nel reale. Iddio adunque crea con un atto d' |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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appellazione nel modo più assoluto, tanto nell' ordine | ideale | quanto nell' ordine reale, tanto nell' ordine della scienza |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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e l' intelligibilità contiene la ragione e la forma | ideale | delle cose. Ora nelle cose contingenti la sussistenza è |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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determinazione od ordine della sussistenza, ha un modo | ideale | di essere, è nell' idea compresa; quindi l' artefice |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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Laonde il termine dell' umana intelligenza, che è l' essere | ideale | per sè oggetto, è un' appartenenza del Verbo divino, benchè |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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oggetto, e non come oggetto persona, quindi come oggetto | ideale | non sussistente e reale. A questa dottrina, che, |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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al quale nulla più si esige che l' essere come oggetto | ideale | dato da intuire allo spirito; ma ben anco che fu costituito |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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fra l' uomo giusto e Cristo. E quell' amore non è puramente | ideale | e spirituale, ma reale, sostanziale, soprannaturale e |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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quindi la loro medesimezza appartiene al solo ordine | ideale | ed oggettivo, ond' essi, avendo il modo di essere |
Introduzione al Vangelo secondo Giovanni -
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l' ente oggetto ; perocchè l' ente oggetto è l' ente | ideale | , al quale si adegua ogni ente reale e perciò ogni entità; |
Psicologia Vol.III -
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è dunque opera soggettiva della mente, laddove l' ente | ideale | è dato dal naturale intùito, quantunque la riflessione lo |
Psicologia Vol.III -
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e però una sola è la specie astratta, una sola la sostanza | ideale | di più individui eguali. Noi abbiamo detto che la specie |
Psicologia Vol.III -
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diremo così: al fondamento sensibile risponde nell' ordine | ideale | la specie astratta, e quando a più fondamenti sensibili |
Psicologia Vol.III -
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simili, ma come sono simili l' ente reale e la sua essenza | ideale | che lo fa conoscere; perocchè la realizzazione dell' |
Psicologia Vol.III -
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sua essenza, ma più propriamente direbbesi che l' essenza | ideale | è la similitudine dell' ente realizzato, onde per quella e |
Psicologia Vol.III -
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e qui aggiungiamo che un tale dominio appartiene all' | ideale | della vita animale, cioè sarebbe il maximum della vita. Che |
Psicologia Vol.III -
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ad unità, ad una sola causa. Questa vaghezza tutta | ideale | travolse non pochi nel materialismo, lusingandosi, |
Psicologia Vol.III -
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è uno e il medesimo. Ma se si considerano le due forme, l' | ideale | e la reale, in cui è questo unico mondo, niente vieta che |
Psicologia Vol.III -
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il quale consiste nella contemplazione dell' essere | ideale | e delle sue divine proprietà, risale alla più remota |
Psicologia Vol.III -
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uno fosse poi spirituale o materiale, se fosse reale o | ideale | », tali furono le questioni posteriori e di applicazione. |
Psicologia Vol.III -
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le varie forme dei corpi avevano un corrispondente nell' | ideale | immutabile ed eterno. Le quali cose non le vide sempre con |
Psicologia Vol.III -
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La qual distinzione è manifestamente quella che separa l' | ideale | ed il reale (salvo che invece di qualità doveva dire modo |
Psicologia Vol.III -
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mentre sì l' accidente come la sostanza può ben essere | ideale | e reale. Ma la ragione, onde si sdrucciola dalla prima |
Psicologia Vol.III -
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della sostanza e dell' accidente alla seconda dell' | ideale | e del reale, si è perchè la sostanza viene separata dagli |
Psicologia Vol.III -
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e l' ideale, furono confuse in una sola, nell' essenza | ideale | . Vi fu un' altra cagione ancora più efficace a travolgere |
Psicologia Vol.III -
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la sfera è simbolo acconcissimo a rappresentare l' essere | ideale | ; perocchè, come quella contiene dentro di sè virtualmente |
Psicologia Vol.III -
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tutte le altre figure ed eccede da tutte, così l' essere | ideale | contiene l' essenza di tutti gli enti determinati e finiti, |
Psicologia Vol.III -
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suprema l' Agrigentino riponesse l' archetipo, ossia l' | ideale | del mondo? VII) Pare anche indubitato che Empedocle, come |
Psicologia Vol.III -
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senza discendere alla precisa distinzione fra il mondo | ideale | e il mondo reale dell' essere. Ora gli atomi, così |
Psicologia Vol.III -
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dello stesso sensibile, e quella che contiene il simile | ideale | ; mentre il senso non contiene il simile, ma l' azione |
Psicologia Vol.III -
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l' idea era ad un tempo il soggetto conoscente, l' oggetto | ideale | intuìto, e l' oggetto reale percepito. Così Hegel ridusse |
Psicologia Vol.III -
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sentito, in quanto dall' intendimento si vede nell' essere | ideale | come sua realizzazione ». Ciò posto, è chiaro che il reale |
Psicologia Vol.III -
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se i primi si fermavano nel reale, senza accorgersi dell' | ideale | con esso congiunto nella mente nostra, i secondi neppur |
Psicologia Vol.III -
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infine si riduce nell' essere comunissimo, nell' essere | ideale | intuìto dall' anima per natura, il quale è forma7oggettiva |
Psicologia Vol.III -
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conciliarli in sistemi stabili e tranquilli. Nel patrimonio | ideale | che l'Europa moderna ereditò da tutti i popoli |
Psicologia delle menti associate -
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ma si slancia direttamente verso di quello. Or questo tipo | ideale | del bene, che il fanciullo si forma già fino dal secondo |
Principio supremo della metodica -
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è che un tale amore nasce anch' egli in origine dall' amor | ideale | e universale, cioè dall' amore di qualità amabili o vere o |
Principio supremo della metodica -
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terzo luogo, tra l' amore del reale per sè e l' amore dell' | ideale | nel reale, avvi l' amore di beneficenza e l' amore di |
Principio supremo della metodica -
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si formi assai presto nella mente del fanciullo. L' uno | ideale | esiste implicitamente nell' ente , che è il lume naturale |
Principio supremo della metodica -
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in lui l' essere ideale, allora dico che l' essere | ideale | si manifesta in un sentimento sostanziale, il quale |
Principio supremo della metodica -
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di queste due domande, eccetto quella che pone l' essere | ideale | indeterminato innato nell' uomo; il quale essere contiene e |
Principio supremo della metodica -
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soprannaturale. La cognizione naturale di Dio è sempre | ideale | negativa (1), perchè l' uomo non percepisce con essa Iddio |
Principio supremo della metodica -
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sono distinte le tre forme del suo essere: la morale, l' | ideale | e la reale; che prima indistintamente si raccoglievano |
Principio supremo della metodica -
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e di unificazione. Cominciamo dall' idealità . L' essere | ideale | universale è quello che unifica questa categoria di cose. |
Principio supremo della metodica -
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in una parola, i gradini per discendere dall' entità | ideale | alle altre più determinate devono essere quelli che già |
Principio supremo della metodica -
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di far uso, che di una norma concreta. Ora una norma | ideale | è sfuggevole all' attenzione, e fa su di lui poca |
Principio supremo della metodica -
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una utilità presente e sensibile, quella forse, generale e | ideale | come sarebbe nella sua mente, cederebbe a questa minore, ma |
Principio supremo della metodica -
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e progressiva oscillano dunque perpetuamente tra un ordine | ideale | che rappresenta le leggi invariabili della natura e un |
Psicologia delle menti associate -
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le leggi invariabili della natura e un altro ordine | ideale | che rappresenta, in dati tempi e luoghi e popoli, le |
Psicologia delle menti associate -
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si fa noto l' essere in quanto sussiste; cioè per l' essere | ideale | si fa conoscibile l' essere reale . Ora l' essere ideale |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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ideale si fa conoscibile l' essere reale . Ora l' essere | ideale | non ha limite di sorta alcuna, e per ciò egli è atto a |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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ciò che forma l' essenza della cognizione. Ma l' essere | ideale | nello spirito umano si trova per natura in uno stato il più |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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quei sentimenti di materia che ella informa coll' essere | ideale | e indeterminato che possiede. In tal modo l' attività dello |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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similitudine e imagine . Ho già detto che l' essere | ideale | nelle menti nostre ha tre maniere di forme, meno o più |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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puramente naturale, che è quanto dire è l' essere al tutto | ideale | e possibile; ovvero è l' essere in istato anche |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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delle due primigenie forme dell' essere, cioè dell' essere | ideale | fonte e oggetto formale di tutte le umane scienze, e dell' |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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nell' intelletto non risplendette più se non l' essere | ideale | con tenue lume, il quale non afforza l' uomo di tanta virtù |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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Iddio ha in sè originalmente e essenzialmente la forma | ideale | e la forma reale dell' essere. Considerato secondo la forma |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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e la forma reale dell' essere. Considerato secondo la forma | ideale | egli è la giustizia: considerato secondo la forma reale |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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e la rivelazione, la natura e la grazia, la giustizia | ideale | e la giustizia reale: e due sono parimente gli oggetti |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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inde i due precetti della carità. e ) La giustizia | ideale | non eccede l' ordine delle idee, ma la giustizia reale |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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queste due cose ai due modi dell' essere, l' uno | ideale | e l' altro reale. Queste due giustizie, se così mi lice |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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cui parliamo, l' una appartenente all' essere reale e all' | ideale | l' altra. Seguita in questo modo toccando come queste due |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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salvati, se mi è lecito così esprimermi, dalla sua azione | ideale | . Che cosa è l' idea di una cosa? egli è il principio della |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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e de' nuovi Sacramenti è la distinzione fra l' ordine | ideale | e l' ordine reale (5): gli antichi Sacramenti appartenevano |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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antichi messi a paragone de' nuovi. Come l' ordine | ideale | non è che un primo elemento dell' ordine reale; così gli |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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Nulla di meno Iddio7incarnato veniva rivelato. E questa | ideale | comunicazione di Dio era quella, che veniva dalla grazia |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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sole idee (2), ma per atto di percezione. Nulla di meno l' | ideale | concetto unito alla grazia, che è una virtù reale, diede |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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più esplicita solamente in quanto alla cognizione di Dio | ideale | ed in quanto a quelle circostanze dell' Incarnazione che a |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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a proposito in quest' argomento si prende per l' essenza o | ideale | o realizzata, laddove deve prendersi per la natura tutt' |
Antropologia soprannaturale Vol.II -
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armonica unione, non è da imputarsi il difetto dell' | ideale | disegno; ma parte alla malizia degli uomini che |
Questioni politico religiose -
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il cieco giudizio di costoro, questo è l' apice, questo l' | ideale | del progresso civile. Uomini animati da un sentimento |
Questioni politico religiose -
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perfettamente regolare, la quale sia come la regola e l' | ideale | a cui paragonare le società civili sussistenti, e conoscere |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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regolarità sopra indicata e che si accosti sempre più all' | ideale | proposto. Per formarci l' ideale della società regolare si |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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si accosti sempre più all' ideale proposto. Per formarci l' | ideale | della società regolare si debbe bensì usare del frutto |
Filosofia della politica. Della naturale costituzione della società civile -
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perfettamente regolare, la quale sia come la regola e l' | ideale | a cui paragonare le società civili sussistenti, e conoscere |
Filosofia politica naturale -
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regolarità sopra indiicata e che si accosti sempre più all' | ideale | proposto. Per formarci l' ideale della società regolare si |
Filosofia politica naturale -
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si accosti sempre più all' ideale proposto. Per formarci l' | ideale | della società regolare si debbe bensì usare del frutto |
Filosofia politica naturale -
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brevemente questi principii deducendoli dall' essere | ideale | , e mostrare che non può venire con essi in contraddizione |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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non può venire con essi in contraddizione il reale coll' | ideale | , perchè quello non è che una realizzazione di questo: |
Scritti vari di metodo e pedagogia -
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dal volere tutte le cose e le persone perfette su quell' | ideale | che ci sta nella mente, e questo sembra che sia un volere |
Epistolario ascetico Vol.III -
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l' intelletto umano aderisca per sua natura all' essere | ideale | , e quindi la volontà sia volta naturalmente anche al bene |
Il razionalismo -
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