, così come avevano dovuto scegliere tra Raffaello e Michelangiolo; non hanno potuto fare a meno di accettare e rivivere nella propria coscienza
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sublime. E Raffaello scese dal trono». (Praz, St. d. Lett. Ingl. p. 244).
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, dagli studenti che amava, ma è anche un commovente congedo dalle idee che aveva sempre sostenute. Aveva esaltato in Raffaello il supremo equilibrio
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’eredità di un nome: Michelangiolo. Nel 1772 il suo giudizio non era senza riserve: «Alla domanda su chi debba avete il primo posto, Raffaello o
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La pittura di Reynolds doveva molto a Raffaello, ai veneti, agli emiliani, pochissimo a Michelangiolo. Nella scuola, il primo presidente dell
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mai ad imitarlo, come non avrei mai consigliato i discepoli della scuola di Raffaello a farsi seguaci esclusivi della maniera di quel principe della
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del disegno ad Andrea; nè ebbero merito alcuno gli Estetici nelle sublimi ispirazioni di quei tre grandi Genj del Correggio, di Raffaello, di
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, movenze, fierezze e vivacità tanto belle, ed arie tanto dolci alle teste, che si possono paragonare a quelle di Raffaello. «Non direbbe male chi dicesse
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: colpa del realismo; torniamo a Giotto, a Raffaello, a Fidia. Ma chi li ha fatti abbondanare in tutta Europa; chi ha fatto abbandonare la loro via
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Raffaello conoscere quella minuta, sottile psicologia del cuore umano, che la storia, la filosofia, la letteratura ci hanno fatta conoscere oggi? I
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rilievo con il trasporto del corpo di Meleagro che la pala di Raffaello, ma potrebbe anche essersi limitato a derivare il suo spunto da quest’ultima
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l’architettura «barbara» del Medioevo, troviamo proprio uno dei massimi rappresentanti del nostro Rinascimento, Raffaello Sanzio, che o inserisce
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» con esse. Come il Bibbiena aveva imitato in tutto e per tutto le grandi commedie latine per poterle emulare, così Raffaello si proponeva di effettuare
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Ma quegli che avanzò tutti nell’arte, e meritò di essere annoverato tra i primi incisori d’Europa, è RAFFAELLO MORGHEN (n. a Portici presso Napoli il
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del Cardellino e l’altra la Bella Giardiniera, opere insigni di Raffaello, furono da lui incise maestrevolmente a genere finito, e la prima in ispecial
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nella Maddalena da Paolo Veronese, nel Bacio della Reliquia da Andrea, e nella Santa Famiglia da Raffaello, mostrò assai capacità nel maneggiare il
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Raffaello nella Pala Oddi, conservata nella Pinacoteca Vaticana, divide ancora in due momenti la composizione: in alto l’incoronazione che avviene
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Bisogna notare che per suggerire la profondità spaziale, Raffaello dispone il sarcofago in modo che lo spigolo punti in direzione del riguardante.
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rappresenta la scena Raffaello nell’affresco della Farnesina, a Roma: Galatea procede su una conchiglia trainata da due delfini, mentre degli amorini
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Giulio Romano, negli affreschi di Palazzo Te, a Mantova, prendendo spunto dall’esperienza vissuta accanto a Raffaello nella Farnesina, sviluppa
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sé tutte le caratteristiche tipiche di questo genere. Quella dipinta da Giulio Romano, su cartoni di Raffaello, nella Sala di Costantino mostra il
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Canigiani di Raffaello (figura 12). Un particolare significativo riveste l’immagine di San Giovannino nella Vergine delle rocce di Leonardo, al Louvre
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Raffaello però introduce delle piccole varianti: rovescia lo schema delle figure dipinte in primo piano e dispone sul fondo un’architettura che
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La Trasfigurazione di Raffaello, conservata nella Pinacoteca Vaticana ci fornisce l’esempio necessario (figura 25). La scena fortemente drammatica si
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singolare che nessuno dei grandi pittori del Rinascimento (Michelangelo, Raffaello, Leonardo, Tiziano) abbia voluto mai affrontare questo tema.
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Questa, del resto, non tarderà ad estendere al maestro la condanna dei manieristi michelangioleschi e a ravvisare, invece, nel binomio Raffaello
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sola realtà che è il presente. Come Annibale, il Caravaggio pensa che i manieristi non capiscano Michelangiolo e Raffaello: ma, per Annibale, non ne
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quello che riprendeva uno schema di immagine di Raffaello (Giove con Ganimede: nella Farnesina). Raffaello era considerato il pittore del «bello
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prospettica: come quella, per esempio, che si vede nell’Eliodoro cacciato dal tempio, di Raffaello. Il Bernini non si limita a uniformare l’allineamento
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; è la tecnica del visibile, dell'appariscente. Tale è la sua funzione, il suo servizio sociale. È giusto ricollegarsi a Raffaello, ma bisogna anche
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Forse tra questi giovani ce n’era di quelli che si ricordavano d’un piccolo Presepio dipinto da Raffaello, certo di maniera umbro-fiorentina
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Nel periodo dunque che segue al Francia il carattere della pittura bolognese, più o meno, è l’imitazione di Raffaello. E può dirsi che in nessuna
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Raffaello, dopochè si è convenuto di chiamare raffaellisti coloro che la rappresentano) il raffaellismo, prima di cedere del tutto le armi, si rifugia a
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I seguaci di Raffaello, rispetto agli altri, videro nel loro campo quella maggior ampiezza e varietà che nel dar vita a soggetti differenti era stata
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acervare nella moltitudine di quelle che si dicono della scuola di Raffaello, e che forse sono nate a Bologna anch’esse da allievi del Francia, i
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Carracci avevano Michelangelo e Raffaello, eppure egli non si ostinò nella posizione di Taddeo Gaddi o di Spinello, come fecero costoro. In realtà
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composizione tra spaziale e plastico, tra Raffaello e Andrea del Sarto e iconograficamente volta alla frammentarietà della scena di genere che li fa trattare
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immaturo, mentre invece in Raffaello, Michelangelo, Leonardo è tutt'altra cosa, tanto che prende il nome di Età dell'oro; questo libercolo condito di
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; sicché più che di Raffaello ci ricorda dell'ombra volante sotto il «cappello di paglia» di Rubens o sul viso dell'angelo di Bol, nel sogno di
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, e le guardiamo contro luce, si può quasi dire che coincidano...; su per giù da Giotto a Raffaello la trama iconografica dell'arte religiosa è sempre
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Raffaello per lo spirito dei migliori. Vi si ritroverà l'arte 'Celebrata assai più puramente con un minimo di transigenze al gusto temporaneo per gli
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, immensa» nel cinque, «decadente» nel sei e nel settecento. Ci si contentava di un asterisco per Piero dei Franceschi, di due per Raffaello, di tre
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Dyck, un Tiepolo e... dove «soprattutto eccelle il frammento del quadro di Raffaello, la Madonna di Loreto, ben conservato (1512)».
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Che l'intento illustrativo di umanesimo cattolico in Raffaello opprima l'unica intenzione fantastica di che si sentisse dotato: la composità spaziale
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Qui, tuttavia, ogni cosa si mantiene in uno stadio di riservatezza e di decoro, che piace, ed oltre il quale Raffaello, per esempio, non andò mai
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classica del Rinascimento, pur appartandosi da quelle di Raffaello, di Leonardo o di Andrea, per tentare anzi una liberazione dalla composizione piramidale
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dov'è? Dopo la Venere di Milo... Michelangelo... Raffaello... - [E pensare che A. Soffici è ben sicuro che quel suo disegnino di donna alla toilette ha
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purezza lirica all'accomodamento illustrativo; perché grottesche, e stanze di Raffaello stanno sulla medesima base inestetica e pratica.
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giudicherebbero usciti dalle mani gentili degli allievi di Raffaello. Il Bramante non imparò dagli antichi ciò che importava sopra tutto alla Corte di Roma, la
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Mantegna né Antonello né Raffaello abbia mai raggiunto la cifra pagata per van Gogh. Il che induce alcuni giornalisti, in qualche modo testimoni dello
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