necessità di giudicare l’architettura soltanto da ciò che viene percepito dall’occhio che considera la pendenza delle torri di Pisa e di Bologna un
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. Imperocchè egli era conservatore del Camposanto di Pisa, gloriosissima culla e sede dell’arte; era scrittor sommo ed incomparabile della storia dell’arte
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quale stava già in s. Matteo di Pisa, ed è tra quelle che furono illustrate dal Lasinio; onde si raccoglie ch’egli la tenea di singolare pregio. Vuol pur
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È noto per lo istorie che, se dalla Toscana partirono le faville onde per ogni dove si raccese il lume delle nobili arti, in Pisa particolarmente
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pietoso degli avi defunti, cioè dire nella fede, nella famiglia, nella patria; e di ciò sono esempio il Camposanto a Pisa, il palazzo ducale a Venezia
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), che faceva parte di un polittico destinato ad una chiesa di Pisa. L’interesse di questo confronto sta nel fatto che si tratta di due opere di ugual
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comunque eminenti personaggi della Firenze quattrocentesca. Come nel caso che abbiamo già analizzato della predella del Polittico di Pisa con l’Adorazione
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inserito nella base del suo pulpito del Duomo di Pisa. Ma se Giovanni ha sostanzialmente ripreso anche l’espressione calma e misurata della scultura
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base del pulpito, 1302-10, Pisa, Duomo. uso di punzoni, pastiglie dorate e inserti di pietre semipreziose. Ma ancor più significativa è la sostanziale
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espansionistici del duca di Milano a danno della Repubblica fiorentina e l’annessione stabile di Pisa, che aveva assicurato a Firenze un sicuro sbocco sul
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. 162. Pisa, Palazzo dei Cavalieri, facciata del Palazzo della Carovana (oggi sede della Scuola Normale Superiore). Fig. 163. Pisa, Palazzo dei Cavalieri
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L’altro capolavoro architettonico ed urbanistico di Vasari si trova a Pisa ed è la Piazza dei Cavalieri (fig. 162). Con grande abilità scenografica
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e ingrandimento della chiesa dei Cavalieri in Pisa, che poi non vide compiuta. Ebbe il Poccianti lunga la vita e quasi mai scompagnata dalla buona
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il Castinelli di Pisa, e il Bettarini di Portoferraio. Del merito di ciascuno d’essi diremo qui brevemente, per ricordare poi le opere di quei nostri
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principale come architetto. Il palazzo Pretorio in Pisa, la cui facciata, avuto mente alla forma dell’antica fabbrica, presenta pregi non comuni; e in
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Pisa sulla piazza di Santa Caterina, la bella statua colossale di Pietro Leopoldo, avvolta nel romano paludamento e in atto di porgere ai Pisani le
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studioso dell’arte. La statua di Galileo Galilei (1839), che ammirasi nell’aula della Università di Pisa, in atto di mostrare agli scolari la sua scoperta
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A Pisa fiorì in questi tempi Giovan Battista Tempesti, che nel dipingere a fresco non mancò di merito. La sala nell’Arcivescovado di quella città
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San Francesco a Pisa, è opera tenuta tra le sue migliori. Ma quelli che gli varranno l'immortalità sono l’ombra di Samuele che appare a Saulle nella
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1759, m. in Pisa 15 marzo 1838) fu nell’intaglio a bulino e all’acqua forte reputato valentissimo. Di famiglia assai chiara, sebbene travolta in
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dalla Maestà della Madonna del Maestro di San Martino conservata nel Museo Civico di Pisa (figura 6), oppure dalla Madonna col Bambino di Coppo di
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spaccarupi di Mantegna. E lo mostrò infatti - da quel che possiam vedere - nell'episodio della guerra di Pisa.
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È noto a tutti il grande telone de L'Amor Sacro col Profano *, attribuito a Guido Reni nel Museo di Pisa; meno noto è che tempo fa Hermann Voss pensò
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VITA DELLA GENTILESCHI SECONDO IL DE RINALDIS (Catalogo della Pinac. di Napoli, 1911): Nacque a Pisa nel 1590. Si educò sugli esemplari di Guido e
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assegnata una pensione; nel 1320 lavorava per Orvieto e per Pisa...; nel 1321 e 22 era di nuovo a Siena».
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, all'aprirsi del '300, offre il tipo di Crocefissione creato da Nicola Pisano (pulpito di Pisa). Lo stesso tipo di Crocefissione è adottato da Jean Pucelle
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statue per l'altare Piccolomini a Siena, le quali sarebbero state compiute in due epoche diverse. Per la questione del cartone della Guerra di Pisa
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con la torre di Pisa, e può essere che questa rassomiglianza abbia fatto dire nell’Allgemeine Bauzeitung al Körber che la scala è del duodecimo secolo
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Jacobi Magistri Ricoli o Joannis Magistri Nicoli — non si legge bene, e forse è proprio Giovanni di Niccolò da Pisa — gentile opera di sapore tutto
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del Partenone e del tempio d’Egina; di Nicola Pisano il pulpito nel battistero di Pisa; dell’Orcagna il tabernacolo d’Or San Michele; del Ghiberti le
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come la famosa figura del Camposanto di Pisa: si copre il volto con la mano, e guarda tra le dita.
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Timbro (aggettivo “timbrico”): termine introdotto nel linguaggio critico da Dorfles (cfr. Discorso tecnico delle arti, Pisa 1950) per indicare una
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