romani, la Grecia. Ma se i forti non fanno dell’arte, la conquistano o, ora che i tempi sono più miti, l’acquistano: e s’intende che, come oggetto d
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Per i campi di Grecia, nelle poetiche descrizioni di Omero, di Sofocle, e di Virgilio raccoglieva il Fedi il nobile tema per così trattare più da
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artefici della Grecia.
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questioni come la crescita della popolazione, i pericoli dell’imperialismo, il colonialismo, le guerre e le torture del Vietnam, del Cile, della Grecia
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or sono, inutile o addirittura ridevole. E, ancor più, sarebbe sembrata superflua in epoche auree quali quella rinascimentale o della Grecia classica
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paragone con questa nobilissima reina delle genti, nè per avventura la medesima Grecia ardirebbe di chiamarsi più grande. È cosa mirabile a considerare
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cammino che dovea percorrere. Non più Grecia, ma Italia; non più Atene, ma Roma. La capitale dell’universo cristiano, che fu sempre il centro di tutte le
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, i loro cadaveri furono un baluardo, che permise alla Grecia di continuare il maraviglioso sviluppo della sua cultura che doveva illuminare l’Occidente
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, come il solo mezzo per venire in diretta relazione, e quasi in immediato contatto con lo spirito nazionale della Grecia. Così è che cosìe, percorrendo
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Perfino nell’antica Grecia, che per la civiltà occidentale rappresenta uno dei luoghi dove maggiormente eccelsero le arti visive e l’architettura
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ricompensato, nell’antica Grecia, il lavoro degli artisti. Le poche fonti giunte fino a noi relative all’età arcaica e all’epoca di Pericle (VI-V sec
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Torniamo di nuovo all’antica Grecia per parlare di un tipico indicatore della volontà di autoaffermazione individuale degli artisti, che ne riflette
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notte dei tempi, ma è presente anche nella Grecia antica ed è tornato in auge durante il Rinascimento, che ha codificato il topos della genialità
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era l’Italia, per l’altro la Grecia. A provocare questo capovolgimento interpretativo sarebbe stato un errore filologico, di avere cioè attribuito l
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Il ritratto, come genere, nasce intorno al IV secolo a.C. in Grecia, grazie soprattutto a Lisippo, autore del ritratto ufficiale di Alessandro Magno
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è positiva. Sin dall’antica Grecia gli veniva attribuito un valore estetico, tanto che, come racconta Menandro, uno scrittore del IV secolo a.C
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di vivere. Nell’antica Grecia e a Roma è il colore usato per rappresentare la massima divinità dell’Olimpo, Giove, mentre a partire dal Medioevo è il
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In Egitto, al tempo del Nuovo regno (1580-1070 a.C.; XVIII-XX dinastia) era un segno di affetto e di lusinghe erotiche; nella pittura della Grecia
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chi riesce ad avere la meglio anche su altri piani. Sappiamo bene come prima la Grecia e poi Roma abbiano esportato il proprio canone per secoli
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metropolitana che corresse sotto la pelle del mondo, con fermate a Syros (Grecia), a Dawson City (Canada) e a Lipsia (Germania).
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e trasversali, non necessariamente ed esclusivamente tipici dei totalitarismi o dell'Italia del Ventennio. La mascella volitiva parte dalla Grecia
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«ideale» cristiano («Amore nudo in Grecia e nudo in Roma/ D’un velo candidissimo adornando / Rendea nel grembo a Venere celeste» dirà del Petrarca il
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patrioti ellenici («La Grecia sulle rovine di Missolonghi») questo «perpetuo litigio con la morte», questo far dei cadaveri un monumento «sgraziato nelle
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frontone di una Grecia da cartolina — non superano il rango di pretesti per elaborare un gruppo di immagini dimostrative.
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’accompagna alla maestà, al decoro alla grazia) la bellezza, frutto di lungo processo di eliminazione, non ebbe in Grecia limiti molto estesi, non li
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parla di un «disegnativo» astratto, generale, che non esiste, e noi di uno concreto, che varia tanto come Dürer varia dalla Grecia.
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pieni di caldo e di bujo. Ivi l’homo orthopedicus recita con voce di carrucola una sua parte impossibile alle statue diseredate dalla Grecia antica
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savii della Grecia: fa attenzione ad ogni cosa; poi di questa sua scienza di sentimento ci fa generosamente partecipi. Allora noi, che avevamo veduto
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del Goldoni s’ammirano tuttavia per le più vive commedie che sieno mai state scritte, perchè quelle sono appunto le commedie della Grecia quattro
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’anello al piede, essere schiavi in Grecia non voleva già dire essere bruti; e questi non è l’Esopo che col libero ingegno seppe acquistarsi la libertà
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porte; tutte le statue, tutti i bassorilievi, che ornavano gli altri templi di Grecia, che ornano le altre chiese del Medio Evo e del Rinascimento in
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, all'Ungheria, alla Svizzera, alla Russia, all’Inghilterra, ai Paesi Bassi, alla Svezia, alla Norvegia, alla Danimarca, lasciando indietro la Grecia
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zolletta o del proprio vaso. In Grecia il giardiniere aveva molti valenti operai, ma era uno solo, e si chiamava Grecia; e all’ombra gigantesca e
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pretensioni di raffinatezza e di buon gusto, e faceva un viaggio trionfale in Grecia per girare di scena in scena a raccogliere infinite corone di alloro da
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, perchè, come ne’ suoi colleghi si sente lo spirito della Grecia e del Quattrocento italiano, così in lui si sente lo spirito del Bernini, del Vittoria
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