Pietro da Cortona era pittore ed architetto, il Bernini architetto e scultore, il Borromini soltanto architetto. Tra questi tre maestri si dibatte
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Il Cortona era conscio di essere più pittore che architetto: «l’architettura —— scriveva nel 1646 a Cassiano del Pozzo — mi serve solo per mio
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La specialità professionale del Cortona è la decorazione: ciò che spiega la vastità e la varietà, ma anche i limiti, delle sue conoscenze storiche e
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Si può dire lo stesso dell’architettura. Come architetto, Pietro da Cortona opera sempre in una situazione data, e la interpreta ricercando in essa i
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allestimenti scenici del Buontalenti per rappresentazioni all’aperto: lo dimostra l’audacia con cui il Cortona smembra l'unità plastica dell’edificio
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chiave di lettura come schema centrale e longitudinale, ad una «continuità ottica già compiutamente barocca». È il solo edificio religioso che il Cortona
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convessità della superficie esterna. Già il Portoghesi ha accennato al carattere di schiacciato del modellato architettonico del Cortona: infatti la
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indifferenza del Bernini per il lato finanziario dei suoi progetti; ma il Bernini è un artista di corte, il Cortona un professionista borghese. Il carattere
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, come simbolo del tempio classico e, per estensione, del sacro. Come tale appare in vari dipinti del Cortona: per esempio nell’Età del Bronzo in
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novità che deve avere colpito il Cortona, più ancora che quella soluzione trascendentale o metafisica della prospettiva, è il coraggioso inserto dell
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stato più volte sottolineato il marcato carattere palladiano di questa facciata, come se nella maturità del Cortona si facesse più evidente la
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tecnica universale, ad una «architettura perennis». È solo con Pietro da Cortona, e con la sua revisione veramente critica del lascito formale del
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scorcio delle ali prospettiche. È chiaro che qui il Rainaldi ha presenti due soluzioni recenti di Pietro da Cortona: la facciata di S. Maria della
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più grandiose ed imitate del Barocco romano, va ricordato anche il Trionfo della Divina Provvidenza (fig. 123) eseguito da Pietro da Cortona nella
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avevano come fondale scenico le mirabolanti visioni celesti apprestate da Baciccio Fig. 123. Pietro da Cortona, Trionfo della Divina Provvidenza, 1633
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Cortona in Palazzo Barberini, esse dilagarono anche nelle regge e nei palazzi nobiliari, celebrando il potere sacro e profano ovunque esso si manifestasse
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’Angelico, l'Annunciazione del Museo Diocesano di Cortona (tav. 7e). La scena ci mostra l’arcangelo Gabriele che porta il suo annuncio divino alla Vergine
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Non diversamente, in pittura, accanto all’esuberanza barocca e al turbinoso dinamismo di un Pieter Rubens o di un Pietro da Cortona (fig. 52
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tradizione che risaliva al Cinquecento. Prendendo spunto da queste concrezioni Fig. 52. Pietro da Cortona, Ratto delle Sabine, 1627-29, Roma, Pinacoteca
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come esempio riassuntivo possiamo indicare il Trionfo della Divina provvidenza, affrescato da Pietro da Cortona nel Palazzo Barberini.
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certa teatralità, espressa dalla violenza con cui i soldati romani compiono l’azione e dalla disperata reazione delle vittime. Pietro da Cortona nel
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profondità prospettica. Il Maderno ha ancora una formazione manieristica, riduce la plastica al disegno; ma Pietro da Cortona in Santa Maria della Pace
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Pietro da Cortona nella chiesa dei Santi Luca e Martina: la definizione dello spazio è affidata all’articolazione plastica delle pareti, ai suggerimenti
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tutto fatto di argomenti e perorazioni (Pietro da Cortona). Per potere efficacemente persuadere bisogna essere persuasi: più ancora che della verità o
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carraccesca della Galleria Farnese con la grande volta dipinta, circa trent'anni dopo, da Pietro da Cortona in palazzo Barberini. Anche qui il
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Gloria Barberini di Pietro da Cortona. Nella prima, del Gaulli, non troviamo più alcun accenno di “ quadratura”, neppure nel senso di un prolungamento
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formazione di Bernini come di Pietro da Cortona, fino a costituire uno dei poli della dialettica interna al Barocco romano.
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andamento orbitale. Il fatto nuovo (ma coincidente con l’analoga ricerca di Pietro da Cortona in Santa Maria della Pace), è il totale disimpegno
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pronao semicircolare (si confronti con quello di Pietro da Cortona in Santa Maria della Pace). Più che una facciata è un apparato che commenta e magnifica
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Ugualmente lontano dai grandi assunti ideologico-religiosi del Bernini e del Borromini, PIETRO DA CORTONA (1596-1669), pittore ed architetto, riduce
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strutturalmente analoga alla tragedia (Sacchi) o all’epica (Cortona) la Divina Sapienza; del suo antagonista, ha poche figure, immediatamente riconoscibili, dagli
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Al ritorno a Roma, il Cortona è ormai celebrato, e anziano maestro: negli affreschi della Chiesa Nuova, rivolgendosi al gran pubblico dei fedeli
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Il Cortona è ancora maggiore come architetto. Se, come pittore, mira a sviluppare tutte le possibilità di un binomio Raffaello-Tiziano, come
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Questi due moncherini diventano due grandi ali spiegate nel prospetto di Santa Maria della Pace: una chiesa quattrocentesca al cui esterno il Cortona
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funebri o festivi, canonizzazioni, quarantore, di cui non disdegnano farsi registi architetti celebri quali Bernini, Pietro da Cortona, Rainaldi
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anche per dimostrare — in polemica con Pietro da Cortona — che compito di dipingere e quello di esprimere affetti come in una tragedia, e non
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, e in particolare Lanfranco; ama Pietro da Cortona, e la sua spiegata decorazione: lo scontro non è quindi tra due riferimenti culturali diversi, ma
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sconvolgente esempio degli affreschi di Pietro da Cortona che, a Firenze, non riuscì né a far eseguire il suo disegno per l’ampliamento di palazzo Pitti né
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È ancora l’idea di Pietro da Cortona in Santa Maria della Pace; ma qui è più netto il distacco dei tre elementi in cui si scinde l’organismo plastico
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, nel Seicento, il Bernini, il Cortona, il Fontana. Il palazzo fissa il tipo della facciata lunga, piatta, quasi senza membrature, qualificata soltanto
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Ora, basta davvero! Poiché la frase che Cortona è sufficiente per farsi un'idea del '600 italiano è la più sciocca trivialità che si possa
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L'Annunciazione (n. 200), creduta di scuola secentesca milanese, è invece una cosetta del Cortona, o dal Cortona.
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del Cortona (Roma, 1645, 1659), del Ribera (Napoli, 1650), dello Stanzioni (Napoli, 1649, 1650, 1651, 1653), del Guercino (da Bologna, 1648, 1649
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«Ciro [è Ciro Ferri] è scolaro di Pietro da Cortona e seguita la sua maniera, avendo noi un proverbio che chi va appresso mai va avanti sempre il
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Che varrebber mai Rottmayer, li Asam, il Bis senza gli esempi del Cortona, del Pozzo, del Liberi, del Bellucci? Che cosa lo Urlaub, il Kragher, il
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nel pittor franzese, siccome, ch'io 'l sappia, non vi si provò mai. Quivi appar tutto versato nel Cortona; con la stessa facilità del Cortona, con le
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dubbio per un toccare alquanto più palese e minuto che di solito. Non vidi una mezza figura di religioso ascritta al Cortona, né l’altra di un
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generazione quasi ne restaron fuori, per non parlare d'altre province; e che Pietro da Cortona stesso - «ossia il barocco» - (e proprio a Palazzo Pitti) fu
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PIETRO DA CORTONA
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Cortona ma piuttosto di Ciro Ferri. Il 754 forse del Castellucci.
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