esercitazioni care ai Moholy-Nagy e ai Gabo?
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organizzavano spettacoli che rievocavano le antiche venationes care ai Romani, con combattimenti tra fiere esotiche come orsi, tigri, leoni e
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ammirava anche Joseph Mallord William Turner, molto più vicino alle brumose atmosfere care a Whistler di quanto non lo fossero i Preraffaelliti, ma che
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controllo sulle proprie immagini più care o più intime ai social network.
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Che non fossero possibili ritorni nostalgici alle decorazioni care ad altre epoche e che fosse naturale l’influenza dei movimenti artistici nelle
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stridori di esecuzione a frego, per quell’incanto di mortificazione che spira dalle ombreggiature, orbite immense care anche a Munch, eppure mai intese
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orbite: ecco le prostitute impennacchiate, i chierici cogli occhi bistrati d’ombra, i denti di teschio, le trine, che saranno care allo Scipione dei
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nel titolo ricorda certe ricognizioni vegetali nell’angoscia care all’inglese Sutherland.
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passano le paste schiette di Caravaggio, spolverandosi d'ombre morbide; e compaiono qua e là le care suppellettili caravaggesche: una croce rozza, una vera
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, senz'ira: Guidoriccio da Fogliano, dolce fiaba medieva! Uomo grassoccio, sulle guancie le ombre nericcie delle notti gotiche care ai tuoi pittori di
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giungere a un apprezzamento compiuto, poniamo, dei primitivi italiani, sono perfettamente esatte; e tornano assai care a noi, vecchi ammiratori di
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convessità troppo care al plastico cortonese ci avverte che Ercole nei riguardi del colore è più grande maestro e più vicino a Piero, che non sia Signorelli
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- delle forme. Soltanto nei due angeli sopra il gruppo divino Antonello indulge alle forme intristite care ai fiamminghi senza comprendere che anche
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Massimo d’Azeglio studiò molto e con fervore dal vero. Le più belle pagine de’ suoi Ricordi sono quelle in cui rammenta le care fatiche giovanili, e
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per bere, e con le due mani, per non bagnarsi, stringe a’ ginocchi il manto bianco legato alla cintura, erano due care figurette, spiranti aura classica
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care Pastorelle abruzzesi, che si tengono per le mani e che stanno atteggiate come fossero nel Tempio della Gloria, il troppo abile artista inclina
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orgoglio alle persone più care. E pure non aveva niente del sentimentale, niente dello sdolcinato. Nessun uomo ha mai scansato meglio e più naturalmente di
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ambigue” care ai surrealisti e ai dadaisti e riappare anche in alcune di queste opere op (Ottico-cinetiche) sotto l’aspetto di composizioni dove — ad
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