rientra evidentemente nella tendenza neoplatonica che accompagna, nella cultura inglese, il tradizionale e persistente disprezzo per la scolastica. È
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della critica artistica inglese non può essere, e s’è in parte già visto, che la situazione artistica europea. Se poi si pensa al fondamento e alla
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Non si dice con questo che la pittura inglese del Settecento sia stata una pittura, come oggi si direbbe, classista; Lo fu, e entro limiti molto
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erano tradizionalmente connessi, come s’è detto, contenuti e presupposti religiosi, che la coscienza religiosa inglese non poteva accettare, ma che la
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. Una delle virtù del criticismo inglese è proprio d’aver superato dialetticamente questa sintesi; e d’aver fondato e legittimato una forma pittorica
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» e poi, nell’Ottocento, con Ruskin, il pensiero critico inglese riabiliterà, ma ormai in senso romantico, il concetto di ispirazione. Ammettiamo pure
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termine che, nel linguaggio filosofico inglese, aveva già avuto, prima che Hogarth, lo applicasse alla pittura, una definizione precisa. Hobbes definisce
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Una delle ragioni che hanno determinato, in passato, uno scarso apprezzamento della pittura inglese è appunto la sua debole consistenza formale, la
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pittura «di costume» troppo legata all’esempio olandese. Era un problema che non poteva non riproporsi, se non si voleva che la nuova pittura inglese
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, dimentichi di quella società inglese che ora stava giocando, sui campi di battaglia e sul mare, la sua grande partita europea. L’uno e l’altro sono
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frammentario. Ma si spiega: la pittura degli Impressionisti nasceva da una crisi storica, che la cultura inglese non aveva se non marginalmente vissuta
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poetica del Pittoresco e del paesaggismo inglese. Ora la pittura di storia si avviava, col genre serieux di Benjamin West e di Hamilton, alla noia del
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All’incontro con la letteratura, invero, l’arte inglese del Settecento era. preparata da tempo: Hogarth aveva tradotto in immagine De Foe e Fielding
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quello dell’antiquario Svayer, dipinto in quegli stessi anni, dimostra che conosceva benissimo la ritrattistica inglese, e più ancora quella dello Hogarth
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ovunque (e si vedano le, del resto ottime, opere dell’inglese King, il migliore forse degli artisti presenti a questa mostra, quelle più tenui e
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corpo di Schwarzkogler o di Acconci, le orge sado-masochistiche di Nitsch, alcune elucubrazioni «linguistiche» del gruppo inglese di Art-Language, ecc
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ricordare e che si può identificare nelle opere di due artisti qui presenti: l’italiano Dorazio e l’inglese Pasmore.
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attorno a questa edizione della mostra veneta; ricordiamo, tra gli italiani: Capogrossi, Ruggeri, Saroni, Parzini, Romagnoni, Giordano, l’inglese Ceri
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momento importante della rivoluzione inglese. Molte volte s’è visto un pugno d’uomini battersi, resistere e morire col coraggio dei trecento di Sparta
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medaglie d’onore. Tutti gli fanno festa, tutti lo invidiano e desiderano la gloria della guerra. Il quadro sarà benissimo dipinto. — Invece l’inglese
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caso della maggior parte della pittura ottocentesca, al di fuori dell’impressionismo e della pittura inglese da Bonington a Turner, vale citare almeno
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: il Romanticismo. Uno dei suoi massimi protagonisti è il grande pittore inglese William Turner, erede dell’idea di luce della quale abbiamo parlato a
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È poi doveroso dedicare la massima attenzione a ciò che avviene in Inghilterra. La pittura inglese prima del Settecento non ha molto da dire, quanto
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omicidio a sfondo sessuale, l’osservatore deve spiare attraverso due piccoli fori in una porta di legno. L’artista Richard Hamilton, pioniere inglese
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ha definito con il pronome personale «io» nella versione inglese: iPod, iPhone, iPad. L’individuo si estende nei suoi strumenti.
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processo di decomposizione dello squalo in formaldeide che l’inglese Damien Hirst ha intitolato The Physical Impossibility of Death in theMind of Someone
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La lingua inglese ha un suffisso («-ing») che ben esprime queste operazioni o eventi in divenire: associato a un verbo o a un nome, esso dà subito l
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collezionisti di tutti i tempi. Un esempio per tutti è quello di Teodoro Correr, un uomo di dubbio gusto di cui lo storico inglese Francis Haskell ha
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, Neruda e Borges. E Jorge Luis Borges in ciò è come sempre esemplare. Inglese di lingua e d’anima, ginevrino di formazione adolescenziale, è nondimeno
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, quindi direttore di orchestra all’Opera di Parigi, poi a Londra, dove sposò una inglese. Il Maestro Cesare Pugni peregrinò poi verso Pietroburgo. Suo
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calibratura; nell’inglese la forma definitiva nasce da un terremoto di contrasti, dal placarsi improvviso e ancor vibrante di una serie di echi.
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maestro inglese contemporaneo Francis Bacon, esposta al Museo Civico di arte moderna di Torino. È l’opera di uno dei pochi della generazione «dopo
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pittore inglese, assai più «pessimistica» e, sotto il profilo della fine di un’epoca artistica, assai più «decadente», di quanto sia quella dei suoi
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più vicino alla concezione umana del pittore. Dopo questo autentico capolavoro del periodo di mezzo dell’arte del pittore inglese, citeremo le tre
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», ritrovare il Moore astratto, ovvero la lezione del maestro nella generazione più giovane inglese, per esempio Chadwich. Siamo però d’accordo col
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proiezione (ormai cristallizzata e accarezzata, di una dolce morbosità) delle deformazioni drammatiche dell’inglese: questi sassi umani che germinano in
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nel titolo ricorda certe ricognizioni vegetali nell’angoscia care all’inglese Sutherland.
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il carattere popolare di questa arte inglese. Esso affonda in un ambito più esteso della Pop Art americana e in sostanza molto differente: tale
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questo procedimento e, come aveva già fatto Johns, scrive vicino all’oggetto con franchezza esposto in carne ed ossa il corrispondente nome inglese
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*e compiute certamente nel suo periodo inglese (circa 1623-1640). La conoscenza di questo curiosissimo e tutt'altro che disprezzabile artista è
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benestante e appena tocca d'humour inglese come in qualche commedia di Shakespeare. V'è soprattutto un totale respiro atmosferico dagli ultimi piani
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Non conosciamo lo svedese, come era prevedibile, ma crediamo sulla parola il signor Sirèn, che questa seconda edizione inglese dello studio su
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paradosso inglese, ma prima italiano. Una volta convinto di questo anche il M. non potrà che riconoscere d'avere im-boccato un vicolo cieco per la storia
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migliore?) Zuloaga. Ma, non sarà sempre così, se già nella Signorina Inglese anche il viso comincia a smascherare la pittura, accordandosi bravamente
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picchia all’uscio della stanza, il pittore la mette nella cassa e la spedisce a Parigi. Lì, ammirata, invidiata, casca nelle mani di. qualche Inglese, di
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— Bene. Imparerete — notai — a serrare il vostro danaro in un cassetto con chiave inglese o a tenerlo sotto il vostro origliere. Dall’altro canto, se
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Il segno della pittura nazionale inglese starebbe nella ricerca sottile delle espressioni individuali, talvolta come nei loro romanzi sminuzzata e
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Se, dopo questo breve e doveroso accenno alla scuola inglese, riportiamo il nostro esame alla scultura degli altri paesi, come dovremo, in definitiva
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rastrellata a disegni geometrici. E c’erano le infinite varietà di parchi all’italiana, all’inglese, e in genere gli interventi sulla natura che
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’inglese Nissen da una vena romantica e vagamente fiabesca. Tutto un gruppo di artisti statunitensi, per contro — costituenti il cosiddetto “pattern
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