’architetto sono quelli che servono a disegnare, a mettere le sue «idee sulla carta». Se ne dà l’elenco e la descrizione; e c’è perfino un prolisso
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Longhi (il soggetto moderno); in architettura, c’è la riforma del padre Lodoli divulgata da Memmo, autore in proprio di un progetto di riforma delle
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E copie la Toscana vanta i suoi sacerdoti nel tempio delle arti, e si compiace additarli quali fedeli custodi c conservatori del veto culto di quelle
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tengono col latte tendenze tranquille e casalinghe, c che mentre così dipingono, ritraggono la immagine di loro stessi e rivelano il carattere dei
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. Bonito Oliva, ecc.) succeduta a quella dei più anziani, e ben noti G. C. Argan, Apollonio, Marchiori, Balla, Vivaldi, Crispolti, Calvesi, Menna, Sanesi
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E tuttavia non c’è alcun dubbio che il nostro modo di «rispondere» di fronte a codeste opere (come a quelle cinesi o giapponesi dove, tuttavia, i
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Naturalmente il discorso non può e non deve essere generalizzato senza le debite eccezioni: c’è chi, attraverso l’informale, è giunto a una nuova
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quelli del periodo impressionista o espressionista. Dall’altro lato, però, era anche vero che la grande censura non c’era ancora stata, ed era appena
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), Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, ms. Palatino, CB, 3.53, c.10. Fig. 158. Bernardo Buontalenti, Il drago Pitone colpito dalla freccia di Apollo
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Tra le molte virtù di Chuang-Tzu — racconta Calvino — c’era l’abilità nel disegno. Il re gli chiese il disegno di un granchio. Chuang-Tzu gli disse
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oggetto. In realtà non c’è nulla di meno esistenzializzato di un ritratto di Van Eyck o di Van der Weyden: ma nel microcosmo dell’immagine c’è una folla d
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, tutte le carte sembrano andate a posto, non c’è un solo residuo disoccupato: il solitario è riuscito.
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problema ontologico della differenziazione di queste due realtà, dove non c’è altro modo possibile di porsi come realtà, se non realizzando una presenza. Ma
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c’è di nuovo, poiché quel che c’è di già conosciuto si trova ormai integrato al ricevente e appartiene al suo sistema interiore. Da questa riduzione
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pittorico un’eguale arbitrarietà non c’è di sicuro o la rappresentazione non esiste; nella percezione stessa, stando a Lévi-Strauss, si dovrebbe già
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causalità, rispetto al principio di identità, è l’impossibiltà di definire la causa con se stessa, senza l’effetto. Si può dire, non c’è effetto senza
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’arte, non c’è flagrante contraddizione, ma nel modo con cui, per rapporto all’arte, si concettualizza la mimesi o la catarsi, la forma o il contenuto
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, di assoluta pace in un mondo visivamente credibile ma divinamente intangibile: c’è ancora qualcosa che non tocchiamo, che non possiamo toccare, nella
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spazio vuoto, su cui fa risaltare la croce; in questo modo Michelangelo simboleggia la solitudine di San Pietro dinanzi alla morte, poiché non c’è
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Questi esempi mettono in luce un altro elemento importante: nel mondo dell’arte globalizzato e postcoloniale c’è sempre più spazio per una pratica
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soggetto che al modo in cui volevo rappresentarlo». figura 22, figura 20 C’è di tutto e di più, compresa l’intuizione della contaminazione coi santoni d
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della costruzione sale di colpo ad altezze vertiginose dove la funzione pratica della comunità è la pratica ascetica. Non c’è un dominio della vita
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, riapre a Venezia il discorso della pittura e un romano. DOMENICO FETTI (1589 c.- 1623); i due che lo seguitano sono un tedesco, JOHANN LISS (1595 c.-1631
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la coda dell’occhio che c’è l’arco di Tito mentre insegue le farfalle, poi mette l’arco nel quadro, al più come un’ombra fra azzurra e grigia.
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la grande ammirazione per Scipione ebbe anche radice in una somiglianza, diremo quasi in una omertà fra lui e i suoi ammiratori: quanto c’era in
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A vederlo disegnare c’era da stupire per la meravigliosa mobilità e la fantasia degli espedienti che gli suggeriva quel suo modo frenetico e
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-programma; ma il movimento c’era, c’era il programma e si poteva riconnettere un comun denominatore fra i componenti del gruppo in tutto il mondo, a
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forze al di là del visibile; c’è sempre, è vero, in queste crepe grondanti, in queste carezze di spine, una immagine malinconica di sudario; ma questa
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affermare che la natura è soltanto un pretesto per l’arte. In natura con c’è nulla di scritto, per Delacroix; in questo grande «dizionario» le parole vanno
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quali ho dato una traccia descrittiva, alle altre opere, sempre c’è una nota fondamentale: la serenità. Naturalmente placido, ei rifuggiva per istinto
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pastelli e di disegni. Infine anche Paolo Cézanne con quattro acquarelli e cinque quadri, tra essi La Maison du PendU (c. 1873) e Joueurs de cartes (c.1885).
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Alcune noterelle a matita sul «Voyage» di Monsieur Cochin in Italia e sull'importanza delle sue critiche. Le osservazioni del C. sul valore
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germanica di molte di quelle legature; il C. ammette semplicemente che come gli artefici romani che lavoravano per i barbari, risentivano alquanto del
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uno di Madonna col Bambino con sfondo di paese, ch'era nella Collezione di Mariette, è ora al Louvre; un a-tro di Mezza figura di donna (c. 1520) è nel
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Haarlem [figura 258]; il San Giovanni della Coll. Zanchetta di Bassano (915 C) era di anonimo della seconda metà del secolo, pertanto non del Lyss cui
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Qualcosina c’è invece della vecchia arte toscana ne’ minuti tentativi dei giovani fiorentini: il vedere la natura schiettamente, ma con una certa
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. Ci sono de’ buoni artisti, degli artisti eccellenti; ma una vera arte lombarda, matura o novella, non c’è. Un fatto però ne sembra molto notevole
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ramoscelli diversi. C’è il pittore d’istorie, quello di cose famigliari, quello di ritratti, quello di paesi, quello di marine, quello di prospettive
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Non c’è più il sentimento greco della grazia fina, che gli abitatori di Pompei, di Ercolano e delle altre città eleganti sapevano mettere con tanta
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Ma se c’è uomo, il quale non sia mai uscito dalle consuete leggi sociali, non abbia mai tentato di, sovrapporsi alla nazione e al suo secolo, nè
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della fame, mentre non c’era più carne, non c’era più vino, non c’era quasi più nulla; e si mangiava il pane con l’ottanta per cento di segala, nella
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non aver più da mangiare. Consumato l’ultimo pane non c’è più la fame, ma la morte. Il giorno che non avessimo più pane noi, non l’avrebbe più neanche
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cinquemila ne ha un effetto che potremmo definire manieristico. Ma nella “grotta del culatello” non c’è alcuna finalità artistica. Non è un conchiglia
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autentica novità dell’arte contemporanea. Certo, ci sono alcuni artisti tedeschi e americani che producono opere importanti, ma non c’è più l’evento
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non c’è bisogno di altro per sentire l’intensità e la verità delle sue opere, caratteristiche così rare negli artisti contemporanei, che si dilettano
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C’è poi chi preferisce agire direttamente attraverso il medium del proprio corpo, come i diversi appartenenti alla cosiddetta body art. Così Joan
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Io non faccio a pezzi l’immagine, io costruisco l’immagine; c’è una bella differenza: comporre è fare del frammento la forma, del caos l’ordine, fare
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certo senso, i nomi di tachisme, informale, e action painting, si equivalgano, e non c’è dubbio che un Pollock si debba considerare come uno dei
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La più grande varietà di modi e di umori regna tra questi artisti. Non c’è dubbio, però, che ad occhi europei molta pittura americana contemporanea
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una rinomanza ed una voga mondiali; ma non c’è dubbio che — come quasi sempre accade per ogni forma d’arte che sia autentica — anche questa volta l
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