del padre (dimostrazione offerta dalle opere). Venne a | Napoli | verso il 1630 quando il padre era già in Inghilterra da |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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(Lettere di Artemisia)52. Tornò più tardi in Italia e in | Napoli | dove morì (Baldinucci) 53. Il ritorno in Napoli non può |
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Italia e in Napoli dove morì (Baldinucci) 53. Il ritorno in | Napoli | non può esser posteriore al 1647 e la morte non anteriore |
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l'uomo che per tradizione dovrebbe rappresentare a | Napoli | quel che a Roma rappresentano i Carracci. Egli ha piuttosto |
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sugli esemplari di Guido e del Domenichino. Fu quindi a | Napoli | vari anni. Più tardi quando il padre già vecchio fu |
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del Palazzo Reale di | Napoli | ** opera che già nel '700, quando fu inviata da Roma a |
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** opera che già nel '700, quando fu inviata da Roma a | Napoli | 29, passava per un Caravaggio di prim'ordine, rivela per |
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al pubblico del luogo. È bene ricordare che Ribera è a | Napoli | da parecchi anni: ma Battistello non pare avvedersene. |
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stile Belliniano, è, l'ho già detto, la Trasfigurazione di | Napoli | [figura 53; tavola VIII]. |
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che è il S. Sebastiano in S. Maria dei Sette Dolori di | Napoli | [figura 19]. |
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l'attività di Artemisia fino alla sua venuta in | Napoli | è strettamente legata al quadro dell'arte paterna, |
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è anche l'Orfeo che suona il violino nel Palazzo Reale di | Napoli | dov'è attribuito al Caravaggio e che avemmo il torto di |
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parecchio prima della Gentileschi era venuto a | Napoli | da Roma Giuseppe Ribera, e questa è la terza tendenza che |
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come uomo di Napoli, sboccia su questi storici terreni. A | Napoli | semmai - salva la parentesi iniziale riberiana - ci si |
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Proculo e sua moglie, conservato nel Museo Archeologico di | Napoli | (figura 100). |
Leggere un'opera d'arte -
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noi, per ora, conviene tornare con Artemisia in Italia, e a | Napoli | e concludere con l'esame del gruppo di opere che possono |
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e sebbene il facitore del catalogo della Pinacoteca di | Napoli | ci dica che il quadro è ispirato da un'altra Susanna di |
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lettere interessanti la storia della critica sono quelle da | Napoli | di Giacinto Giacomo de Castro, che considerava la pittura |
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(878) e con il Cristo fra i Dottori del Palazzo Reale a | Napoli | [Spadarino]. Ma fortunatamente, da Roma venne soltanto il |
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limitati accertamenti, nulla di meno che la fondatrice in | Napoli | del «primitivismo caravaggesco», cioè dello studio di |
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i due Gentileschi quasi insensibilmente carreggiato in | Napoli | dove Artemisia, che a lungo vi dimorò, non fu senza esempio |
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mai dipinta a Siviglia o a Valenza ma quasi sicuramente a | Napoli | dalle mani del Velazquez partenopeo, il carneade Francesco |
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fu tuttavia un pittore che a | Napoli | tenne fede al Caravaggio più che qual sia caravaggesco |
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pittore di | Napoli | è Agostinello Beltrano, scolaro dello Stanzione. Il cav. |
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scomparti della nave mediana di San Pietro a Majella di | Napoli | [figure 21, 22], diventeranno, speriamo presto, qualcosa di |
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Corenzio il più fortunato imprenditore d'affreschi di | Napoli | nel primo quarto del 1600, e il cui seguito fu assai più |
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Enrico fra' naturalisti di Roma, lo Stomma fra que' di | Napoli | quando allestirete la nuova edizione della Vostra Storia |
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scuola locale di | Napoli | ch'era ormai stanca delle violenze schiantate di Caravaggio |
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lo svolgimento di Caracciolo, e ciò che importi la venuta a | Napoli | della signora Schiattesi; quando anche ci si ricordi del |
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germinavano. Fin dopo il 1313 fu in patria; nel 1317 era a | Napoli | alla corte di Roberto d'Angiò con assegnata una pensione; |
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