Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: luce

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concentrato di pensiero orientale, russo e occidentale. La  luce  di Rothko è la luce “che si vede a occhi chiusi”, la luce
orientale, russo e occidentale. La luce di Rothko è la  luce  “che si vede a occhi chiusi”, la luce della trascendenza,
luce di Rothko è la luce “che si vede a occhi chiusi”, la  luce  della trascendenza, che svela quei lampi di verità che si
la meditazione. E questo è un altro grandioso approdo della  luce  nell’arte del XX secolo.
a fonte di  luce  unica: La fonte di luce è unica e la luce proviene da
a fonte di luce unica: La fonte di  luce  è unica e la luce proviene da destra o da sinistra; dal
a fonte di luce unica: La fonte di luce è unica e la  luce  proviene da destra o da sinistra; dal fondo (in questo caso
schema, nei primi due casi, si presta ad un uso della  luce  in funzione costruttiva, che delinea la forma esaltandone
rientrare nei primi due casi (in genere l’artista usa una  luce  che proviene da destra o da sinistra che ha il compito di
a fonte di  luce  diffusa: La luce non proviene da una fonte esterna o
a fonte di luce diffusa: La  luce  non proviene da una fonte esterna o interna alla
ma è espressa direttamente dal colore; in questo modo la  luce  non ha più una funzione costruttiva ma espressiva. La
composizione negli impressionisti ha in genere una fonte di  luce  diffusa; lo possiamo verificare nelle Case dai tetti rossi
tavola imbandita (di Matisse) stanno a dimostrare come la  luce  possa essere “interna” al colore. Figura XXXV - Schema a
essere “interna” al colore. Figura XXXV - Schema a fonte di  luce  diffusa: VINCENT VAN GOGH, I girasoli, 1888, Rijkmuseum,
una pittura dai toni brillanti, e i suoi fiori hanno una  luce  interna, non sono cioè soggetti ad una fonte di luce
una luce interna, non sono cioè soggetti ad una fonte di  luce  esterna ma sembrano emanarla essi stessi; la luce quindi è
fonte di luce esterna ma sembrano emanarla essi stessi; la  luce  quindi è usata in funzione espressiva e non costruttiva. In
infine io non sono certo che rappresentare la  luce  solidificata sia ancora superarne la rappresentazione
- ci appare bene come solida. Il senso lirico della  luce  si basa, io credo, sull'effetto che la luce produce sulla
lirico della luce si basa, io credo, sull'effetto che la  luce  produce sulla forma. Come Cézanne diceva d'essersi infine
forma. Come Cézanne diceva d'essersi infine accorto che la  luce  non si poteva rappresentare altrimenti che con del colore,
concepirà la rappresentabilità di un attimo di  luce  e solo di quell’attimo. La luce di Vermeer è una luce
di un attimo di luce e solo di quell’attimo. La  luce  di Vermeer è una luce stabile, è la luce di un Pomeriggio
di luce e solo di quell’attimo. La luce di Vermeer è una  luce  stabile, è la luce di un Pomeriggio d’estate, pur con la
quell’attimo. La luce di Vermeer è una luce stabile, è la  luce  di un Pomeriggio d’estate, pur con la volontà, affidata
pittorici, di arrivare a una sempre maggior verità. La  luce  di Monet sarà la luce delle due e quattordici minuti del
a una sempre maggior verità. La luce di Monet sarà la  luce  delle due e quattordici minuti del pomeriggio: quella, solo
è dunque la  luce  congelata perché sarebbe grave e terribile che dopo aver
programmate, ottenute per interferenza e rifrazione della  luce  secondo uno schema luminoso variabile, e altre strutture
a fonte di  luce  in movimento: La luce non è fissa ma si muove, rivelando al
a fonte di luce in movimento: La  luce  non è fissa ma si muove, rivelando al suo passaggio
di una mattina olandese (La lattaia, figg. 19-20), con la  luce  che arriva e che costruisce, per materia consunstanziata di
del cesto appeso, e modella con infinitesime tessere di  luce  e di ombra il volto della lattaia, intenta a preparare la
e nell’indimenticabile blu della sua gonna. E il latte è  luce  che sta colando, luce che si è dapprima solidificata e poi
blu della sua gonna. E il latte è luce che sta colando,  luce  che si è dapprima solidificata e poi di nuovo disciolta.
Tintoretto, o a un Rembrandt che raggiungerà un taglio di  luce  paragonabile a questo, né pure negli autoritratti, ma
delle membrature — lesene e cornicione — per concentrare la  luce  sulle complicate cornici ad edicola, concave e convesse,
altissimo prestigio ideale per il modo con cui trasforma in  luce  spirituale, quasi d’emanazione divina, la luce naturale che
trasforma in luce spirituale, quasi d’emanazione divina, la  luce  naturale che la colpisce.
è naturalmente Caravaggio. Tra la rappresentazione della  luce  di Tiziano, o dello stesso Lotto, e quella di Caravaggio
del Cinquecento e William Shakespeare. Con Caravaggio la  luce  diventa elemento intrinseco di rappresentazione della
morso da un ramarro (fig. 11), ad esempio, è chiaro che la  luce  “aperta” cinquecentesca 11. Caravaggio, Fanciullo morso da
il grande scatto e la grande intuizione caravaggesca. La  luce  ha funzione drammatizzante, crea il dramma, e tuttavia e
funzione drammatizzante, crea il dramma, e tuttavia e una  luce  precisa, che ha un origine fisica, una sorgente che qui
materia, ci dicono che la pittura ormai è interamente luce,  luce  che sempre più si allontana dalla assolutezza
genialmente ha rilanciato in senso ormai moderno l'idea di  luce  giorgionesca e tizianesca. La Pala del Carmine (figg. 9-10)
e che porta verso un’idea atmosferica della pittura e della  luce  a queste date impensabile. È un paesaggio in cui la luce
luce a queste date impensabile. È un paesaggio in cui la  luce  viene intuita e pensata come elemento drammatico. Dice
drammatico. Dice Roberto Longhi che in Lorenzo Lotto la  luce  non è l’“elemento datore di certezze” della pittura fino a
questo momento (pensiamo a Piero della Francesca, in cui la  luce  è elemento costruttivo uniforme del quadro), ma “in Lotto
elemento costruttivo uniforme del quadro), ma “in Lotto la  luce  è soffio discontinuo, vagante”. C’è unità tonale in questa
C’è unità tonale in questa veduta, e nello stesso tempo la  luce  è completamente sconvolta, perché squarci luminosi si
di rappresentare l’attimo luminoso, cioè un attimo di  luce  e solo quello. La luce, e con essa ciò che ne è toccato,
in ombra del dipinto, ma si descriveranno le differenze di  luce  come differenze di colore. La schiena della donna al centro
bellissimo della cintura, l’erba si divide fra la parte in  luce  e la parte in ombra, che possiede anch’essa una propria
alberi ogni foglia è costruita di luce, abbagliante dove la  luce  è piena, e attenuata dove invece c’è ombra. La figura
La figura dell’uomo è esemplare per il modo con cui la  luce  si disegna per tacche colorate, nel passaggio fra la
trapelare tra le foglie macchie di luce, e macchie di  luce  si accendono sul dorso dell’uomo appoggiato alla seggiola,
facciata e nell’interno: non solo, ma all’esterno, dove la  luce  naturale è più forte, le colonne sono più piccole e hanno
colonne sono più piccole e hanno il fusto liscio sicché la  luce  scivola senza trovare arresti verso la penombra dei
a neutralizzare, a compendiare in volumi plastici la gran  luce  dello spazio aperto. Ma all’interno, dove la luce naturale
la gran luce dello spazio aperto. Ma all’interno, dove la  luce  naturale è necessariamente meno intensa, la scala dei
per dare respiro allo spazio, le finestre concentrano la  luce  sui nodi dell’articolazione, che diventano così i centri
più imprigionato nella stratificazione superficiale di  luce  diaccia e non per questo meno realistica. Eppoi la luce si
di luce diaccia e non per questo meno realistica. Eppoi la  luce  si organizza a piramide quando la forma su cui si esercita
aristocraticissimo nella pura rappresentazione della  luce  tonale, è perfetto: 6. Giovanni Bellini, Pala di Pesaro,
che si staglia contro un cielo grigio sostanziato di  luce  pura, come dicono le montagne azzurrate sullo sfondo, come
sacca di ombra in primo piano, che vive in quanto c’è una  luce  che penetra, sia pure attenuata, al suo interno; come
ognuno millimetricamente commisurato sulla quantità di  luce  che appartiene a quel punto preciso del dipinto.
in primo piano, e soprattutto nello specchio, miracoli di  luce  saettante e tuttavia rivelatrice. L’artista tutto questo ha
che le psicologie le discioglie nella luce, perché la  luce  e solo la luce è la sua protagonista, la luce che
le discioglie nella luce, perché la luce e solo la  luce  è la sua protagonista, la luce che continuamente scorre e
perché la luce e solo la luce è la sua protagonista, la  luce  che continuamente scorre e tutto divora.
mentre su una delle facce Matisse arriva alla felicità di  luce  terrena e quotidiana, c’è anche chi dipinge una luce che
di luce terrena e quotidiana, c’è anche chi dipinge una  luce  che non c’è, e chi fa questo è Giorgio de Chirico (Le muse
De Chirico è il marziano dell’arte del XX secolo, la sua  luce  è quella di un pianeta sconosciuto nel quale non c’è
e in cui il cielo ha una tonalità verdastra. È proprio la  luce  assurda a rendere coerente ciò che assurdamente compare nel
nere, cupe, che assolutamente se ne infischiano di una  luce  tonalisticamente verosimile. Sembrerebbe la negazione della
Ma le cose procedono diversamente quanto a pittura: la  luce  è di partito prodigiosamente intenso e livido, pure invece
la risonanza sentimentale dell'aggirarsi livido della  luce  per tutta la scena è certamente grandissima. Ma se soltanto
alle esigenze del gusto figurativo, ci si avvede che la  luce  non vi è sempre elemento sintetico, anzi mille volte
solo particolare: quello dell'apostolo di sinistra ove la  luce  segue con perfetto asservimento la curva gravemente
Santo in orazione (n. 125) a  luce  di notte pare, piuttosto che un Mathys Naiveu, un Goffredo
i piani quando l'atmosfera si slarghi e le fonti di  luce  si moltiplichino e s'intervallino d'ombra? V'è gran
pericolo di ricadere nel saltabecchìo semirealistico della  luce  di Tintoretto, quando si disdegni l'uso dei riflettori di
d'avorio, bilicatevi sull'elmo metallico fino a che nella  luce  abbacinata diveniate, sul petto cerulo del cielo, medaglie
sono evidentissime. Che se nella pala di Pesaro la  luce  non riesciva che a radere le figure e s'insinuava fra di
disponendo armonicamente gli obbietti solidi in zone di  luce  intervallate di zone d'ombra. Guardate, per comprendere
sempre, ma organizzato nelle larghissime trame dei piani di  luce  ed ombra, permette alla materia pittorica di sfarsi
22[figura 117], una tela d'altare che se fruisse di  luce  migliore, dimostrerebbe con più evidenza i progressi di
pittura traversa del corpo lunghissimo, affiorando in  luce  dorata il panneggio di avana caldo e di grande esattezza
la  luce  dunque - in Preti - l'astratta coordinatrice delle pose
che mai in realtà si corrisposero. Mai, veramente, la  luce  fu più stilistica che in Preti; i grandi luministi
similmente, ma tra gli officii che sovra di esse compie la  luce  c'è un abisso! In Preti non è che l'officio stilistico,
alla precisa esperienza della estraneità notturna (e la  luce  artificiale cui sovente fa ricorso ne è una sicura spia),
imposto. In Doccia verde (1961), ad esempio, il raggio di  luce  direzionata battendo con effetto di raggio istantaneo sulla
della notte, quando entrando di colpo in una stanza, la  luce  dell’interno raccoglie le cose e le getta contro il nostro
dall’alto nello spazio che si allontana e si rifrange, la  luce  elettrica in Bagno con luce gialla (1962) è un vero
si allontana e si rifrange, la luce elettrica in Bagno con  luce  gialla (1962) è un vero catalizzatore notturno che
sventagliato dalla lampada sottolinea il percorso della  luce  sul muro rossiccio, così che l’occhio è costretto ad
dal Battista a Santa Maria della Scala «riporta la  luce  formante di Caravaggio a una sorgente di luce interna al
«riporta la luce formante di Caravaggio a una sorgente di  luce  interna al quadro, sfruttando l’ombra non come matrice di
perspicuità del naturale; l’interpretazione lirica della  luce  formante del Caravaggio gli consente di sfuggire alla
che poteva esser raggiunta solo per mezzo della resa di  luce  solare, del plein-air. Così la neutralità inesorabile delle
della prospettiva, ad accordo coloristico per mezzo della  luce  diurna che dava l'unità di tono.
a fonte di  luce  localizzata: In questo caso la luce non arriva dall'esterno
a fonte di luce localizzata: In questo caso la  luce  non arriva dall'esterno ma è localizzata all’interno della
di inquadrare lo schema. Va inoltre puntualizzato che la  luce  comunque ha una funzione costruttiva, anche se l’aspetto
su Mafai pubblicato nel 1957, dopo aver messo in  luce  la partenza in certo senso impressionista del pittore
e pudica, una vitalità del tocco per formare di  luce  l’immagine, che non trova precedenti nella tradizione
seguendo minuziosamente tutte le meraviglie che la  luce  può creare; e sullo sfondo, come una sorta di visione,
la luce. Nella donna di destra semi inginocchiata batte una  luce  più intensa, appoggiata dal bianco della camiciola; nelle
ai corsaletti; e come se non bastassero a «far luce» sulla  luce  questi bagliori di gioielli, ecco la stupefacente rosa
perché non porre attenzione ai fasci ultrapotenti di  luce  che cadono perfettamente verticali su quella composizione,
masse dei secondi piani scompaiono e un partito radente di  luce  combinato col rabesco organico dei piani superficiali di un
insomma disequilibrio quasi continuo tra il compito della  luce  che vorrebbe divenir preminente e costruire uomini e cose
per richiamare la castità della Vergine, ossia il raggio di  luce  che attraversa l’impannata (la luce oltrepassa il vetro
ossia il raggio di luce che attraversa l’impannata (la  luce  oltrepassa il vetro senza infrangerlo).
raccordano lo spazio esterno, aperto, con la zona piena di  luce  alta e costante, quasi astratta, della crociera e della
brulicante di angeli, che riversa nell'abside un fiume di  luce  dorata. Ed è un esempio sorprendente, ma all'origine ancora