Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: eccessiva

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anzi, semmai, in alcune opere di tipo tecnologico, con  eccessiva  precisione.
un germe di schematismo s'annida in quella iterazione  eccessiva  dell'emersione sferica delle forme nel torso del Cristo:
ecco la luce segnare gli scarti dei piani, i méplats con  eccessiva  minuzia, e i capelli sfilarsi sottilmente sotto i peli del
tipo dell'Annunciata se non anche anteriore per la solidità  eccessiva  del modellato, e l'ingenuità della ricerca dei volumi, è la
anzi che la nostra  eccessiva  diffidenza verso qualunque risultato dei pittori
che può alle volte essere accusato di  eccessiva  minuzia, di iterazione compulsiva, rimane però il vero
Berenson nel suo «Lorenzo Lotto». Dopo la confusione  eccessiva  che si faceva fra le due correnti, ciò che significava
perché bisognava imparare a padroneggiare questa ricchezza  eccessiva  — davvero carità pelosa — che di colpo si trasferiva al
estremamente vario e ricco di soluzioni materiche fino alla  eccessiva  delibazione delle singole parti in una implacata sensualità
«pittorico»: contro i futuristi che egli forse con  eccessiva  severità considerava illustrativi e provinciali, contro le
dell’arte occidentale, proprio a controbilanciare una  eccessiva  ricerca di raffinatezza della materia dovuta all’uso dei
degli esempi eguali e contrari di ipertelia, ossia di  eccessiva  consapevolezza, o meglio preoccupazione, nei meccanismi
volentieri cilindriche che quadre; ma è anche vero che la  eccessiva  distanza dei volumi nello spazio distrugge l'effetto di
italiano della XXX Biennale sono stati accolti con  eccessiva  larghezza parecchi manieristi (che hanno già fatto il loro
modulazione tridimensionale, potrebbe far pensare ad una  eccessiva  volontà, da parte dell’artista catalano, di "copiare la
raramente di luce; e v'è per tutto indugio e condotta  eccessiva  di particolari. Il vecchio santo è infatti più molle, più
non cova più la nostalgia del passato, è forse ancora una  eccessiva  compunzione nei confronti degli ultimi «ismi», sempre un
così nell’arte non è lecito per virtù di una noncuranza  eccessiva  o d’un orgoglio spietato, trarre ad una compiuta oblivione
che la proiezione di un’illusione dovuta alla  eccessiva  considerazione dell’uomo per se stesso come possibile
tridimensionale, può far pensare di primo acchito a una  eccessiva  volontà di «rifare la natura», non più attraverso il
agli altri «cinetici» (a dir il vero rappresentati qui con  eccessiva  ampiezza). In altre parole: se era giusto presentare alcuni