Abbiamo così ricostruito, approfondendo ed estendendo l'analisi, la continuità delle variazioni che si manifesta in natura, e che sembrava essere
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variazioni trasgressive, per cui, fenotipicamente, scompare il carattere discontinuo della eredità mendeliana.
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Questo lo schema generale per gli animali: le variazioni che s’incontrano si riferiscono sopratutto all’origine e alla struttura della figura
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, le quali però — essendo accompagnate da variazioni genetiche ben distinte — rappresentano altrettante conferme della teoria cromosomica (cfr. pag. 203
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inducono variazioni di caratteri così fondamentali, da essere incompatibili con la vita.
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domesticazione, trasse forti argomenti in favore della sua teoria. Il Darwin come abbiamo già avvertito, s’era accorto che le minime variazioni trasgressive
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L’esempio più antico delle variazioni saltuarie, o sports è costituito dalla celebre pecora bassotta. Negli ultimi anni del secolo XVIII un
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in natura. Su un totale di circa 50.000 individui, figli della Oenothera selvatica, comparvero circa 800 variazioni ereditarie (1,5%).
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Il De Vries, riconosciuta così l’esistenza di variazioni saltuarie, e immediatamente ereditarie, alle quali diede il nome di «mutazioni» ravvisò in
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, mantenendo in vita quelle che presentano caratteri vantaggiosi e spegnendo quelle che sono inadatte alla vita. Le variazioni che stanno alla base del
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lento processo evolutivo, che somma — di generazione in generazione — i risultati delle variazioni graduali, ma di colpe», per la comparsa di individui
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, vere e proprie variazioni trasgressive. Si chiamano quindi oggi mutazioni tutte quelle variazioni, qualunque sia la loro ampiezza (cioè lo
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In questi ultimi anni si sono intensificate le ricerche sulle mutazioni, che costituiscono le più importanti variazioni ereditarie, in quanto
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Il Pirovano poi, indipendentemente da tutti i ricercatori citati, e con mezzi differenti, ha descritto numerose variazioni da lui ottenute in varî
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Tutti questi esperimenti dimostrano dunque che l’ambiente esterno non è incapace di agire sul genotipo, e di provocare delle variazioni ereditarie
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ulteriori prove della individualità e della continuità genetica dei cromosomi, e del fatto che le variazioni numeriche dei cromosomi non sono
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Pare che tale rapporto presenti anche variazioni annuali, e anche stagionali, almeno per alcuni animali. Altre variazioni del rapporto secondario
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polocito, e osservò che il rapporto dei sessi subiva variazioni corrispondenti.
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’altro, e, in primo luogo, se le variazioni che, durante la vita individuale, avvengono nel soma possono ripercuotersi sul germe, e quindi trasmettersi
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Un altro botanico, H. De Vries, verso la fine del secolo scorso, s’avvide che spesso, anziché variazioni lente e graduali, come supponevano quasi
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soltanto variazioni del soma, non trasmissibili ai discendenti, da quelle che invece determinano caratteri ereditarî.
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E se così è, possono queste variazioni dar ragione della evoluzione delle specie, secondo che ammettono le teorie trasformiste? È questo il problema
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caratteri negli individui (problema fisiologico ed embriologico); 5) le variazioni dei caratteri ereditarî e la loro trasmissibilità (problema
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: l’origine della specie. — § 5. - Le variazioni ereditarie. — § 6. - Valore evolutivo delle combinazioni. — § 7. - Valore evolutivo delle mutazioni
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naturale, che agisce sulle piccole variazioni individuali (fluttuazioni statistiche) ereditarie, le quali sono per lo più di origine interna, ma possono
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Il mutazionismo del De Vries, invece che sulle piccole variazioni statistiche, si basa sulle variazioni saltuarie, per lo più di notevole ampiezza
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§ 5. - Le variazioni ereditarie.
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Posto così il problema, ci si domanda, innanzi tutto, qual’è la sorgente delle variazioni che possono servire di base per l’evoluzione.
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Le variazioni ereditarie sono dunque quelle che insorgono nel germe, spontaneamente, o per azione di cause esterne che lo colpiscono direttamente (e
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Esamineremo successivamente, dal punto di vista genetico, e con la brevità imposta dai limiti della presente trattazione, le variazioni che possono
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costituiscono certamente un elemento produttore delle variazioni che possono servire di base all’evoluzione, ma non sono il solo.
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sembra indicare che le mutazioni sono variazioni puramente casuali, con cui la natura
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cause diverse entrino in giuoco, e, fra queste, certo devono avere una notevole importanza le variazioni della compagine cromosomica.
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totale esclusione della possibilità di trasmissione di variazioni dal soma al germe, che oggi sembra godere il massimo favore dei genetisti, non sia
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delle cavie misero in evidenza la possibilità che tale trattamento produca la comparsa di variazioni sfavorevoli, trasmissibili ai discendenti, cioè
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Scaturisce così da un problema sistematico un problema genetico, nel senso di una ricerca della derivazione e della continuità. E le lievi variazioni
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Variazioni ereditarie, 367.
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Questo semplice esempio illustra schematicamente il meccanismo dell’evoluzione secondo la teoria che la selezione operi sulle piccole variazioni
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Contrariamente a quanto è affermato in varî testi, già il Darwin s’era accorto che non tutte le variazioni sono ereditarie, e ne aveva distinte
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Ora, come ognun vede, tale affermazione si basa sul presupposto che le variazioni individuali siano trasmissibili ai discendenti Contrariamente a
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§ 5. - Le variazioni ereditarie 367
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Stabilita dunque l’esistenza di una categoria di variazioni non ereditarie, che si possono indicare col nome di modificazioni, o di somazioni
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Ma anche altri caratteri, e particolarmente la pigmentazione, possono essere notevolmente influenzati dalle variazioni di temperatura.
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Abbiamo così passato rapidamente in rassegna alcune delle cause che possono indurre sensibili variazioni su di un dato genotipo; molte altre ne
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Si può quindi concludere che quel particolare tipo di variazioni che siamo venuti studiando, le modificazioni, o somazioni sono determinate
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considerarsi genotipicamente identici, cioè possessori di un patrimonio ereditario identico, abbiamo riconosciuto una categoria di variazioni,
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del Darwin stesso, ammisero che le variazioni ereditarie su cui agisce la selezione derivano tutte da cause interne, e che l’ambiente esterno non ha
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metodologico, perché hanno escluso la possibilità che delle variazioni ereditarie preesistenti e latenti mascherino il risultato dello sperimento. Quando si
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variazioni che non interessano il genotipo, e che perciò ben meritano il nome di modificazioni. Non si ritiene probabile
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Riconosciuto dunque che le modificazioni somatiche non sono ereditarie, abbiamo così distinto una delle categorie di variazioni che sono comprese
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