ereditaria, bisogna ricordare che non si deve affrettatamente concludere da questa coincidenza l’esistenza di una relazione univoca.
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’esistenza di serie di fattori analoghi a quelli che abbiamo elencato.
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colorabilità dei nuclei. . Ogni specie di ameba ha la sua dimensione massima, e ogni individuo, a un certo momento della sua esistenza, si allunga in
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però misero in chiaro come compaiano alla F 2, sebbene raramente, individui neri e bianchi, simili ai nonni, e resero perciò verisimile l’esistenza di
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l’esistenza della telegonia. Si può quindi concludere, col Rabaud (1914) e col Letard (1936), che la telegonia non ha in suo favore alcun fatto
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che sono proprio quelle la cui esistenza si deve ammettere per spiegare il diibridismo e le cui combinazioni nella fecondazione danno
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). È indecisa la questione dell’esistenza o meno del cromosoma W (Scaccini, 1936).
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scissione, la gemmazione, la sporulazione, la formulazione di propagoli, ecc., presentano nel loro corpo, in certi momenti della loro esistenza, in via
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In appendice a questi cenni sullo scambio, ricordiamo ancora che è ormai accertata l’esistenza di uno «scambio somatico, che avviene nelle mitosi
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invano, per 18 anni di ottenere ibridi fra lepre e coniglio. Altrettanto, e più, dubbiosa è l’esistenza degli chabins. In tempi andati, e ancor oggi, i
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Il De Vries, riconosciuta così l’esistenza di variazioni saltuarie, e immediatamente ereditarie, alle quali diede il nome di «mutazioni» ravvisò in
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ad una precoce separazione delle cellule germinali, che rende verisimile l’esistenza di una vera e propria linea germinale, quale effettivamente è
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, Viola tricolor) tenendo separata la discendenza di ogni individuo, e riconobbe così l’esistenza, nelle specie linneane, di tante razze o specie
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Ricerche di questi ultimi anni, tuttavia, hanno posto fuori di dubbio l’esistenza e la funzione morfogenetica di ormoni diversi negli Insetti e in
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’esistenza di almeno tre sostanze diverse (ormoni?) che influenzano il colore degli occhi, e la cui presenza o assenza sembra essere il carattere fondamentale
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della cooperazione dei geni non omologhi, è facile persuadersi che, ammessa l’esistenza di un limitato numero di stati allelomorfi per ogni gene, o per
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la lotta per l’esistenza. A prescindere dal fatto che i criterî antropomorfici sono sempre pericolosi nella valutazione dei fenomeni naturali, e che
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È evidente che la Drosofila è un animale troppo diverso dall’uomo per potere senz’altro pensare all’esistenza di fenomeni analoghi nella specie umana
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intravedere alcuni principî, come l’esistenza di «piccole specie» o di «linee pure», che in seguito, con esperimenti più rigorosi, furono esattamente
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alla vita, hanno maggior probabilità di scampare, nella lotta per l’esistenza, e quindi di aver discendenza. E se quei caratteri che li hanno fatti più
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La natura di ogni pianta e di ogni animale — la cui esistenza è volta ad un unico, ultimo fine: la riproduzione — appare totalmente informata da tale
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Stabilita dunque l’esistenza di una categoria di variazioni non ereditarie, che si possono indicare col nome di modificazioni, o di somazioni
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autofecondazione, ove sia preferibile, e infine l’esistenza di razze ereditarie ben distinte e costanti, differenti per pochi caratteri, della cui costanza
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, Protofiti e Protozoi) o per un primo tempo, in un periodo iniziale della loro esistenza, sotto forma di una particella di materia vivente, cui si
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