Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Numero di risultati: 656 in 14 pagine

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Elementi di genetica

413393
Giuseppe Montalenti 50 occorrenze
  • 1939
  • L. Cappelli Editore
  • Bologna
  • biologia
  • UNIPIEMONTE
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vivente, sostanza di una specie animale o vegetale. Non esiste in natura un protoplasma, ma esistono altrettanti protoplasmi diversi quante sono le

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I casi di geni che hanno azioni multiple, come vedremo, sono tutt’altro che rari, e frequenti sono anche i casi conosciuti di cooperazione di geni

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L’analisi del patrimonio ereditario di varie piante e animali ha messo in rilievo come i caratteri sono influenzati per lo più

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trascurando gli eterozigoti) di cui 16 sono fenotipicamente distinguibili, altre 16 (tutte quelle che contengono c) sono altrettante razze geneticamente diverse

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Per le amebe le cose stanno presso a poco, di solito, allo stesso modo. Le amebe sono esseri molto più grossi e più

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che sono proprio quelle la cui esistenza si deve ammettere per spiegare il diibridismo e le cui combinazioni nella fecondazione danno

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Le dimensioni di Y sono spesso esigue, talvolta minime, e si | hanno ragioni per ritenere che il tipo Protenor possa essere derivato

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quanto più essi sono distanti. Per due geni localizzati alle estremità opposte di un cromosoma, è infatti molto probabile che il punto di rottura cada

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I fatti che abbiamo esposto si riferiscono quasi esclusivamente alla Drosophila melanogaster, le teorie che su di essi sono state costruite, invece

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Una prima seria difficoltà per la teoria della localizzazione dei geni nei cromosomi è data dal fatto che questi non sono strutture permanenti, che s

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A ben considerare ci si avvede però che la forma non è che l’ultima e a noi più immediata espressione di proprietà specifiche primitive, che sono

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sono costituite da omologhi che differiscono costantemente per la forma, e sono ben riconoscibili: l’autrice poté constatare che le coppie si dispongono

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Ma, osservando sul cromosoma il luogo di rottura, e conoscendo quali sono i geni ad esso più vicini, si possono trovare proprio i

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Ma le conferme più brillanti della localizzazione e dell’ordine lineare dei geni sono date da quelle aberrazioni che vanno sotto il nome di

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inattive» e s’è anche visto che ad esse corrispondono diverse qualità della sostanza di cui sono costituiti i cromosomi (cfr. pag. 216, e Fig. 63)

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I genetisti hanno accertato che i geni non sono distribuiti uniformemente su tutta la lunghezza del cromosoma, come si sarebbe potuto prevedere dalle

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Teratomi, o mostri da ibridazione sono stati descritti anche in certi incroci interspecifici di Uccelli, e probabilmente si formano anche nei

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che sono totalmente ereditarie. Esse possono costituire il punto di partenza di razze o specie elementari, e su di esse opera poi la selezione

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teoria cromosomica — occhi bianchi, ali «vestigiali», corpo nero ebano, ali gialle, ecc., ecc. — sono comparsi appunto come mutazioni. La D

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costante. Fra le piante, le meglio conosciute sotto questo punto di vista sono, oltre all’Oenothera, la Bocca di Leone (Antirrhinum majus) studiata

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Varie mutazioni interessano la forma, la disposizione e la struttura dei peli e delle setole, che sono distribuiti secondo un ordine preciso

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Vi sono poi, in tutti e quattro i gruppi, numerosissimi fattori letali — alcuni dei quali provocano la formazione di tumori maligni nelle larve

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volte) la frequenza delle mutazioni nei loro gameti. Le ricerche sono state condotte soprattutto sulla Drosofila, ma si sono estese ormai a varie

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domestico, e che sono subito e totalmente ereditarie, alle quali è stato dato il nome di mutazioni. Le mutazioni dei geni, o fattori, si producono

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Mutazioni aploidi. Individui aploidi sono conosciuti in varî casi di riproduzione partenogenetica. Così ad esempio i maschi dell’ape (fuchi), che

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La gametogenesi degli aploidi, poi si rivela profondamente turbata, perché non vi sono coppie di cromosomi omologhi, la meiosi non può avvenire, e

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Mutanti tetraploidi e artioploidi. Sono quelli in cui il numero dei cromosomi è = 4 n, o (artioploidi) che contengono un numero pari di genomi

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Si chiamano mutazioni polisomiche, o eteroploidi, quelle in cui vi sono uno o pochi cromosomi in più o in meno di 2n.

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. Tutti i determinanti sono poi riuniti in unità di ordine superiore, le idi, e queste, a lor volta, in aggregati più complessi, gli idanti, identificabili

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Un altro ordine di fatti che pure fornisce argomenti favorevoli alla teoria cromosomica, è rappresentato dai ginandromorfi (Fig. 98, 99). Questi sono

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Anche nei Pesci sono state dimostrate analoghe condizioni di labilità della determinazione sessuale e l’influenza delle condizioni ambientali (P. es

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sessi sono più simili che non negli adulti, (nei pulcini, ad esempio, sono per lo più praticamente irriconoscibili); ma, in certi casi, anche i piccoli

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e di varie protuberanze della testa e del torace. In molte farfalle, libellule, ecc., le dimensioni, i colori e il disegno dei due sessi sono

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Un secondo quesito è questo: sono i figli identici ai genitori? Anche ciò non si verifica, ed è chiaro che sarebbe impossibile quando, com’è il caso

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spesso i cosiddetti «fatti» e le interpretazioni che se ne sono date, non sono meno fragili e subbiettivi di molte teorie.

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linee pure sono però entità che raramente esistono come tali in natura, e si ottengono in laboratorio in seguito a un processo di depurazione; le piccole

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Le variazioni ereditarie sono dunque quelle che insorgono nel germe, spontaneamente, o per azione di cause esterne che lo colpiscono direttamente (e

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Oltre a queste, naturalmente, sono ereditarie anche le combinazioni diverse che si producono per effetto dell’ibridazione fra razze o fra specie

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Le basi genetiche finora conosciute su cui possono aver presa gli eventuali fattori esterni di evoluzione, sono quindi essenzialmente di due

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Le mutazioni rappresentano invece la comparsa di novità nel patrimonio ereditario, e pertanto sono da ritenersi come la più importante fonte di

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sono per lo più di piccola entità, comunque non tali da poter rappresentare dei vantaggi o svantaggi notevoli per gl’individui che ne sono provvisti

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cromosomi che hanno subito parecchie mutazioni di struttura, pur contenendo gli stessi geni di quelli normali, non sono più capaci di coniugarsi con essi

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Si cerca oggi di studiare sperimentalmente anche questo problema, e si sono raggiunti già risultati di qualche valore, benché la sperimentazione sia

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cui può raggiungersi una distribuzione discontinua delle mutazioni in una popolazione, e quindi la formazione di razze. Questi meccanismi sono

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sono invece recettori universali. Lo schema seguente mostra le relazioni fra i varî gruppi: la direzione delle frecce indica la possibilità della

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Fig. 6. – Curva normale. Sull’asse delle ascisse sono indicate la media (= 0), e lo scarto quadratico medio (σ) e i suoi multipli (da A. Lang).

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poligoni di frequenza delle varie generazioni sono riferiti alla stessa scala e i riproduttori scelti sono indicati dai segni neri. Non appena si

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Poco dopo la riscoperta delle leggi di Mendel, nel 1902, W. Bateson in Inghilterra, e L. Cuénot in Francia, riconoscevano che esse non sono affatto

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In questi casi si possono senz’altro distinguere fenotipicamente gli omozigoti dagli eterozigoti, e perciò questi incroci sono spesso utili nella

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Quando le coppie dei caratteri che entrano in un incrocio sono più di una, il risultato della ibridazione, alla F 2, dimostra che i varî fattori si

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