I bastoncelli sono più sensibili alla luce, per eccitarli bastano pochi fotoni, ma vedono in bianco e nero. I coni funzionano bene solo se c’è una
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Tra il cristallino e la retina c’è il corpo vitreo, una gelatina incolore e trasparente che riempie il globo oculare mantenendo la giusta pressione
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Il rapporto va avanti per qualche tempo, poi, minacciato dai pettegolezzi, si attenua. A renderlo più difficile c’è prima una lunga permanenza di
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rassicurare gli scettici c’è la “expertise” di Paolo Galluzzi, direttore del Museo, e della soprintendente al Polo Museale fiorentino Cristina
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di critica letteraria, narrativa, storia, politica, spettacoli, architettura, musica. Tra le eredità dell’Anno internazionale dell’Astronomia c’è la
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di quei terreni. C’era più cultura nella famiglia della donna che aveva sposato: il fratello di Hannah era un canonico laureato a Cambridge.
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egli stesso fare da assistente a un compagno di stanza. Tra le sue incombenze c’era anche quella di vuotargli il vaso da notte. Non che fosse in
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sarebbero né astronomia né astronomi. Nel cuore della rodopsina c’è il retinale, una sorta di molecola nella molecola. È il retinale ad avviare la serie
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, cultore di un superficiale enciclopedismo ante-Enciclopedia dei Lumi, ideatore di macchine visionarie. C’è chi gli attribuisce anche la lanterna magica
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Tra i pochi scienziati con cui Newton non riuscì a litigare c’è Edmond Halley: troppo fedele, troppo devoto, tanto generoso da pagargli le spese di
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: con sospetta modestia, Kircher evita ogni riferimento alle sue attività scientifiche, artistiche, intellettuali. Nelle ultime pagine c’è la
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” seguite da ramificazioni lunghe un centinaio di metri. Le pareti erano dipinte a colori: 400 figure rappresentano cavalli, bisonti, tori, cervi, e c
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Indicata con c – iniziale del latino celeritas – la velocità della luce è una costante universale che, tra l’altro, sta alla base della relatività
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Tornando a Gian Domenico Cassini, sul fronte osservativo, c’è ancora da registrare, nella primavera del 1692, la scoperta di una strana “luce
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, matematica geniale e traduttrice dei Principia. Lo accompagnò in Lapponia il giovane e brillante matematico Alexis C. Clairaut (1713-1765), noto anche
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maggiori scienziati dell’epoca, tra i quali c’era anche il torinese Lagrange. E qui la vicenda assunse connotati epici.
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comporta una parallasse di 22 millesimi di secondo d’arco. Non c’era speranza di poterla misurare tre secoli fa. Ma dato che Eltanin si avvicina a noi
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cimitero Sainte-Catherine, andarono dispersi nella ristrutturazione urbana del 1857. Tra i 72 nomi di scienziati incisi sulla Tour Eiffel c’è anche il
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A (temporaneo) sigillo dell’intera vicenda c’è un’ultima data da annotare: il 13 novembre, quando alla Royal Astronomical Society di Londra
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Tra le vittime c’è il giovane Camille Flammarion, alle prime armi come ricercatore ma già famoso per i libri con cui attirava all’astronomia migliaia
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le notti. Al secondo posto c’era l’Astrologo imperiale, che osservava gli astri, e specialmente il pianeta Giove, per trarne auspici. Al terzo
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Pare incredibile, ma ancora a metà dell’Ottocento mancava una prova diretta della rotazione della Terra. C’era l’aberrazione della luce trovata da
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, cioè di quella forza che tende a mantenere un corpo nel suo stato di quiete o di moto. Sotto, c’è l’identità, supposta da Einstein e finora mai
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un passo oltre. Collocò termometri nei vari colori e anche uno al di là del rosso, dove non si vedeva luce. Il termometro salì. Dunque c’era una
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segnalato le righe designate C e F da Fraunhofer come caratteristiche dell’idrogeno. Nel 1869 durante un’eclisse totale di Sole ancora Janssen scoprì
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parte l’udito. Nel 1892 varca l’Atlantico per osservare un’eclisse totale di Sole in Spagna. Mentre c’è, gira l’Europa armata di macchina fotografica
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enormemente più abbondanti. In particolare, nelle stelle c’è un milione di volte più idrogeno che sul nostro pianeta. Che le stelle siano fatte
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La relatività ristretta era nata, anche se la pubblicazione porterà un titolo dimesso: «Sull’elettrodinamica dei corpi in movimento». Alla base c
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La “costante cosmologica” rappresenta una sorta di “gravità negativa” che anziché far contrarre l’universo lo fa espandere. Ma non c’è traccia
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c’erano.
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Altri scienziati, invece, quel ronzio l’avevano previsto (è il caso George Gamow) o lo stavano cercando. Tra questi, c’erano Peebles e Wilkinson
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nel tempo. Cinquemila anni fa c’era Thuban, nella costellazione del Drago, oggi c’è la Polare nella costellazione dell’Orsa Minore, tra 14 mila anni
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Al Caltech la sua mente era un vulcano in eruzione. Spesso aveva idee bizzarre, ma sulla quantità c’era sempre qualcosa di buono e in forte anticipo
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All’inizio però non c’era interesse a captare “rumori cosmici” ma semmai a eliminarli. Questo orientamento aveva, qualche anno dopo, anche Karl
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avviene per la luce delle stelle: benché emettesse una grande quantità di energia, 3 C 273 doveva quindi essere quasi puntiforme.
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telescopio da 5 metri, il più grande del mondo, se esistesse in quella punto della costellazione della Vergine un oggetto luminoso. C’era, sembrava una
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C’è dunque un sacco di materia invisibile. Ma quanta? E di che cosa è fatta?
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: quindi anche nel vuoto più perfetto c’è energia che dev’ essere conteggiata.
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È un silenzio che suscita molte domande, alcune più da filosofi che da scienziati. Siamo disperatamente soli? E se c’è qualcuno, perché tace? O forse
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Luna e la Terra si limitano a rifletterla (in quel tempo c’era ancora chi lo negava).
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del sistema eliocentrico. Accanto alla scritta brilla un Sole d’oro circondato da sei pianeti tra i quali c’è anche la Terra, definitivamente spodestata
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convenuto che cadesse il 21. C’era inoltre un errore di quattro giorni nella determinazione della Luna nuova in base al ciclo di Metone ai fini di
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, sultano degli Ottomani. Il sultano aveva ottant’anni e quindi c’erano buone probabilità di azzeccarla. Giunse la notizia che effettivamente il
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Osservatorio di Uraniburg (città del cielo), attrezzato con i migliori strumenti dell’era pretelescopica. Al piano superiore del “castello celeste” c’erano
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C’era un problema: la sfera che trasportava Marte intersecava quella del Sole. Neo tollerabile: Tycho si era liberato delle sfere grazie alle
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(1805-1875), è che il mandante sia stato Cristiano IV, re di Danimarca (1577-1648). C’è infatti il sospetto che Cristiano sia nato da una avventura
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Questa la versione ufficiale. Ma intorno alla fine di Tycho Brahe c’è un giallo. Le spoglie dell’astronomo, sepolto a Praga nella chiesa di Tyn, nel
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improvvisamente in cielo, e questa volta pronto a seguirne l’evoluzione con altrettanto stupore c’era il suo erede all’Osservatorio di Praga, Johannes Kepler.
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Galileo e anche lui aveva provato a disegnarla. Ma nei suoi schizzi (il più antico è del 26 luglio 1609 e il cannocchiale ingrandiva sei volte) non c’è
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stata al centro. Si comporta cioè da tolemaico. Non c’è da stupirsi se i conti non tornavano. Quando Galileo incomincia a fare i calcoli mettendo il
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