prova. Affronteremo un coraggioso volo pindarico sul mare magnum della Computer Forensics focalizzando la nostra attenzione sulla sua essenza
aree di alto mare.
Non lo metta piú. Lo regali a Vittoria. È un vestito che non le sta bene. Il giallo non le sta bene. Poi di spugna! La spugna si mette al mare, ma
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No verde-mare. Verde foglia morta.
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Tra poco, la povera Virginia si vedrà rovesciare addosso tre chili di lana, con l'incombenza di farti un cappotto verde-mare.
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Figlia di Giove e della titana Dione (oppure nata dalla spuma del mare formatosi attorno ai genitali di Urano evirato da Saturno), è la dea dell
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Figlio di Saturno e Rea, figlia di Gea e Urano, è il dio del mare e protettore dei naviganti. Ha l’aspetto di un vecchio barbuto e dalla capigliatura
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Galatea è una nereide (una delle cinquanta ninfe del mare protettrici dei naviganti) ed ama il giovane Aci, provocando la gelosia di Polifemo che era
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apparente mitezza dell’animale gli salì in groppa e il toro attraversò il mare per raggiungere l’isola di Creta, dove Giove riprese il suo normale aspetto
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sostengono e alcuni puttini le volano sopra spargendo fiori; nel piano intermedio il toro, con sopra Europa, si avvia verso il mare; nel piano di
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cera delle penne. Non seguendo il consiglio di Dedalo, che gli aveva detto di non avvicinarsi troppo al sole, Icaro perse le ali e precipitò in mare
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in onore di Poseidone. Minosse però cambiò idea facendo arrabbiare il dio del mare, che rese il toro furioso; Ercole riuscì a domarlo e a portarlo a
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solo attraverso la posa e l’espressione del volto ma anche dal movimento di blu della pennellata, che evoca come un perdersi nel mare dei ricordi. Sulla
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dal mare. È inutile dire che se mai abbiamo avuto l’occasione di assistere ad uno scenario del genere possiamo cogliere l’aspetto fortemente
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Il blu gode fondamentalmente di attributi positivi e il cielo e il mare incarnano primariamente la sua valenza, evocando immensità, serenità e gioia
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. È un tipo di pittura già in uso presso i Greci, poi ripresa dai Romani. La cera era “cera punica”, ossia cera vergine bollita nell’acqua del mare
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di fronte ascolto il profumo d'anice e caffè e m'accade di sfogliare il piccolo calendario ch'è sul banco: banchine in faccia al mare, bitte, funi, la
utilizzare in mare.