Bianco. Un gatto bianco, grosso come una pecora, con una coda che non finiva mai. Non abbiamo mica fatto l'amore quella volta. Mi ha fatto il tè. E
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occhi neri cosí tristi, cosí tristi. E poi una volta mi ha portato a casa sua. Aveva un appartamento in via Giulia. Stava solo, con un gatto.
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tappeto, lui carezzava il gatto, ascoltava dischi, beveva il tè. E diceva come era triste non potermi amare. E io mi sentivo consumare dalla malinconia.
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vedevo piú. Stavo tutto il giorno a letto, oppure seduta sul tappeto, a carezzare il gatto, e a pensare... Avevo imparato a pensare. Ero diventata
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gatto. Il gatto, Manolo non se l'era portato via. Cosí, passavo le ore a carezzare la coda al gatto, piangendo, e lui miagolava... Era un gatto molto
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Allora niente, a un bel momento ho smesso di piangere, e sono uscita a comprare un po' da mangiare, per il gatto e per me. Son passati degli altri
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settimanale, in America. Cosí io sono tornata a stare dalla Elena. Volevo portarmi via il gatto di Manolo, ma la Elena non lo voleva, perché diceva che
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’Arcangelo dimostrando tutto il suo spavento, condiviso anche dal gatto che appare sullo sfondo, intento a fuggire a causa della improvvisa e misteriosa
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piccolo ambiente che raffigura a sinistra, dove dei servi concedono degli avanzi ad un cagnolino famelico, accanto al quale giace un gatto addormentato.
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