NOLI ME TANGERE: L’episodio dell’apparizione di Cristo alla Maddalena nasce come iconografia tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV secolo
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gruppi, e tra questi spicca l’immagine di San Pietro in primo piano che con una mano tiene un grande libro, simbolo del Nuovo Testamento, e con l'altra
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rappresentato nei rilievi scultorei dei portali delle chiese tra il XII e il XIII secolo. Il Cristo, seduto in trono, è accompagnato sui due lati dagli
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Tra le figure, oltre alla Vergine disposta accanto al Cristo Giudice, sono riconoscibili: San Bartolomeo, dal fisico possente, che tiene in una mano
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CROCIFISSIONE DI SAN PIETRO: L’iconografia nasce tra il XII e il XIII secolo e mostra l’immagine di San Pietro crocifisso a testa in giù tra due
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alcuni scritti che identificano il luogo in un’area compresa tra la piramide Cestia e la “Meta Sudans”, la fontana che si trovava sotto l’arco di
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SUSANNA E I VECCHIONI: Tra i temi più rappresentati, tratti dagli scritti Apocrifi del Vecchio Testamento, troviamo quello di Susanna e i vecchioni
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mimetizzate tra le siepi; sullo sfondo appaiono degli animali e perfino una veduta di Venezia.
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sfondo, tra le arcate si intravedono dei servi che trasportano il vassoio con la testa del Battista; nel piano intermedio dei musici indifferenti; in
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raffigurati con una lunga toga e un cappello rosso, mentre tengono tra le mani strumenti chirurgici o un mortaio con pestello.
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con un crocifìsso tra le corna.
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Figlia di Saturno e di Rea, dea dell’agricoltura e della prosperità, ha l’aspetto di una giovane donna che indossa una corona di spighe e tiene tra
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diverse iconografie relativamente alle fasi salienti della storia, e tra queste spiccano per originalità quelle relative alle quattro prove che sono delle
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Nella Prova del vaso della bellezza, Psiche è inginocchiata davanti a Proserpina, che ha tra le mani il vaso della bellezza e siede accanto a Plutone.
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BATTAGLIA TRA LAPITI E CENTAURI
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fondo si allontana tra le onde con Europa che si volge a salutare le compagne (figura 84).
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bassorilievo con la Battaglia tra Lapiti e Centauri, conservato nel Museo di Casa Buonarroti a Firenze (figura 85). Figura 85 - MICHELANGELO
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Piero di Cosimo, uno degli allievi più dotati di Leonardo, nella Battaglia tra i Centauri e i Lapiti, conservata a Londra nella National Gallery
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L’episodio riguarda la contesa tra Roma e la città nemica di Alba Longa, risolta facendo combattere tre romani, gli Orazi, contro tre esponenti della
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Tra le prime opere che testimoniano la ripresa del genere bisogna annoverare il San Francesco dipinto da Margaritone d’Arezzo, conservato nel Museo
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delle pose che imitano quelle degli aristocratici: l’uomo stringe goffamente tra le mani un papiro, poggiandolo sotto il mento, mentre la donna porta
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riguardante, quasi che l’artista abbia voluto così simboleggiare un confine tra la “vita attiva” e la “vita contemplativa”, tra il tempo vissuto e il tempo
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Nei secoli successivi alla caduta dell’impero romano, il paesaggio come soggetto autonomo scompare quasi del tutto, per poi riaffiorare tra la fine
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imprime al contorno una vibrazione lineare e conferisce una certa durezza. Tra gli artisti che hanno usato questo stile bisogna annoverare: Giotto
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dagli orpelli della mondanità; da questo simbolismo più tardi si svilupperà la contrapposizione tra figure nude, che incarnano la bellezza assoluta e la
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, con opere sospese tra l’evocazione del desiderio e la paura di non poterlo soddisfare, adombrando il problema dell’impotenza. La composizione
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spirituale nell’arte, dove l’artista cerca di elaborare un parallelismo tra la musica e il colore.
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Schema a doppia fonte di luce: La luce arriva dal fondo e frontalmente immergendo le forme nell’atmosfera creando una sorta di continuità tra figure
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La tecnica dell’affresco consiste nel dipingere, come spiega la parola stessa, sull’intonaco “fresco”, e si serve della reazione chimica tra la calce
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sulle spalle, oppure seduto tra le pecore. In entrambi i casi la figura del pastore simboleggia il Cristo Salvatore, mentre gli animali alludono ai
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Ora passiamo ad analizzare delle iconografie più complesse, che sono nella produzione artistica in un periodo compreso tra il V-VI secolo e il XVII
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Il termine sacra conversazione si riferisce al “colloquio muto”, fatto cioè di soli sguardi, tra la Vergine, il Bambino e i Santi. In genere la
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libri sono due (uno in terra e l'altro tra le mani della Vergine) alludono al Vecchio e al Nuovo Testamento. Può verificarsi il caso in cui il libro
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In genere l’immagine di San Giuseppe rimane un po’ isolata rispetto a quelle della Vergine e del Bambino. Tra le poche varianti possiamo ricordare la
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Simone Martini, conservata agli Uffizi. La ragione di questa sostituzione va ricercata nella tradizionale inimicizia tra Siena e Firenze, e poiché il
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La scena mostra lo scambio di anello tra Maria e Giuseppe alla presenza del sacerdote; sulla destra è raffigurato il gruppo dei pretendenti sconfitti
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SPOSALIZIO DELLA VERGINE: Iconograficamente il tema comincia ad essere rappresentato nel Medioevo ed in genere mostra al centro, tra Giuseppe e Maria
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L’atmosfera è visionaria, ma serotina e malinconica, con la strada cinquecentesca che si apre di sfondo a sinistra, tra palazzi altissimi e tetri
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È nel XV secolo che cominciano ad apparire delle varianti, e tra queste quella più importante riguarda il Bambino, che non è più nella mangiatoia ma
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affetti ed in alto tra le nuvole compare un motivo nuovo, due angioletti che recano le palme del martirio.
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Vangeli apocrifi. La Vergine viene rappresentata in groppa ad un asino ed ha tra le braccia il Bambino, mentre San Giuseppe tiene per la cavezza l
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Nel dipinto di Patinir la Vergine seduta tiene tra le braccia il Bambino, accanto un grande albero, mentre San Giuseppe appare un po' discosto, come
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dei quali si tengono per mano, alludendo alla riconciliazione tra la Chiesa d’Occidente e la Chiesa d’Oriente.
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profondità, per richiamare la distanza tra gli stessi, ma ad un principio di “gerarchia simbolica”.
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intorno alla figura di Cristo compiono azioni di sbeffeggiamento e tra queste quella di porre sulla testa del Redentore una corona di spine. Così
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irrigidito in una sovrumana tensione, con la testa infossata tra le spalle.
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varie Crocifissioni, dipinte tra il XV, XVI e XVII secolo, compare un teschio accanto alla Croce, simbolo del Monte Golgota (tradotto “luogo dei teschi
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In questo modo, simbolicamente, gli artisti creavano un collegamento tra la Caduta e la Crocifissione, ossia tra il Peccato Originale e la Redenzione.
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I pittori manieristi hanno spesso interpretato l’episodio e tra tutti si distingue Rosso Fiorentino con la sua Deposizione nella Pinacoteca di
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Questa identificazione tra erezione e Resurrezione ha radici nell’antico Egitto: Osiride, dio dell’oltretomba, viene raffigurato con il membro che
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