, di mala fede da parte di qualche critico retrogrado — quest’arte, dico, possiede un vasto, vastissimo mercato; è innestata sopra un ampio e spesso
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in certi casi sarebbe indispensabile ma che è compito d’uno storico e non d’un critico militante. Eppure ne sarebbe valsa la pena: vi sono purtroppo
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gruppo di operatori s’indirizzava verso azioni e operazioni pure esse di tipo "ecologico-politico” e "povero” (guidate dal critico Jorge Glusberg col
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sempre di quel gergo critico che si confaceva all’arte di ieri ma che non s'adatta più a quella di oggi. Non solo, ma non si tien conto di solito che
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partire dai segni calligrafici” non risolveranno niente, creeranno solo un “-ismo” di più, una scuola di più da aggiungere al repertorio del critico
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“arte." In passato, a causa dell'implicito dualismo tra la percezione e l’ideazione, si riteneva necessaria nell’arte una mediazione, quella del critico
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loro collocazione all'interno del concetto del termine generico “arte,” e che il dipendere di un artista dal critico d’arte nel coltivare le implicazioni
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D. Nelle sue opere (azioni, disegni, “partiture" scritte) c'è sempre un accenno critico nei confronti della scienza, quasi un rifiuto della
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Art autre (“arte altra"): dal titolo d’un fascicolo del critico francese Michel Tapié (1952), sta ad indicare un genere di pittura che dovrebbe
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Arte de Sistemas: una sottospecie dell’arte concettuale di cui è stato teorizzatore il critico argentino Jorge Glusberg. Si rivolge soprattutto ad
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Astrazione lirica: termine usato soprattutto dal pittore Georges Mathieu e in seguito dal critico Pierre Restany per indicare la pittura “segnica
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Timbro (aggettivo “timbrico”): termine introdotto nel linguaggio critico da Dorfles (cfr. Discorso tecnico delle arti, Pisa 1950) per indicare una
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Presentando le opere di Tapies alla Biennale Veneta, il critico madrileno Gonzales-Robles le includeva in una corrente che egli definì
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Detto questo, tuttavia, potremo accennare — per una precisazione storica — come il nome di action painting sia stato proposto dal poeta e critico
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La portata critico-filosofica del Manifesto non è certo notevole quanto le successive opere dell’artista; è tuttavia sintomatico notare come, già in
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critico francese curò una serie di esposizioni a Parigi e a Milano attorno al 1957 e che comprendeva il francese Bellegarde, l’italiano Gianni Bertini, l
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Chi voglia, pertanto, dare un giudizio critico che sia anche inquadratura storica d’un’epoca, non può dimenticare l’importanza che — specie al giorno
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