concretista più o meno rigoroso e spesso basato su programmazioni algebriche bisogna ricordare lo svizzero Max Bill, uno dei maggiori propugnatori d’un
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probabilmente non deve, mutare. E potrei citare altri importanti nomi come quelli di Burri, Pasmore, Matta, Vedova, Santomaso, Dorazio, ma anche Bill
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, dove l’elemento "decorativo” delle stesse si allea con il loro contenuto ideologico; o alcuni video di Bill Viola, dove non è la qualità di ripresa
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buddhista), e altri scultori stranieri, come gli inglesi Tony Cragg e Anthony Gormley, Julian Opie e Bill Woodrow, i tedeschi Reinhard Mucha, Thomas
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Max Bill
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e quanto più vigoroso "Bill.” Egli oltretutto, costituisce uno degli esempi migliori di quanto poco importi al giorno d’oggi la presenza o meno
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tra le due guerre e nel secondo dopoguerra, un vasto stuolo di artisti svizzeri (capeggiati soprattutto dal designer-scultore-architetto Max Bill, da
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Zurigo nel 1960 sotto l'egida dello svizzero Max Bill il quale — valendosi dell’appoggio teoretico del filosofo tedesco Max Bense, e degli scritti
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