fare piú rumore. Ne facevamo tanto, che mamma e papà (mi son dimenticata di dire che era domenica, cosí c'era anche lui) vennero su di gran carriera
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avventurosi ce ne sono successi sí, a me e Ippolita. Se no cos'è che racconterei, in questo libro? Papà, lui, era stato subito d'accordo di lasciarmi
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la ripeterai a nessuno? - Certo che no. - Ebbene, ecco: io mio zio non lo posso soffrire. Né lui né la zia. Tutto qui? Non lo trovavo per niente un
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meglio non mi risultavano poi niente antipatici. Lui anzi, il conte, a parlarci era persino divertente. E la contessa era molto gentile, mi chiamava
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lui, e tanto meglio dopo tutto se gli sembravo giudiziosa, almeno da questo lato non sarebbero
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era mattinieri a quei tempi, in campagna!), era risultata chiusa sí, ma senza paletto né girí di chiave. Ora, lui la sera prima i giri li aveva dati e
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presto si sarebbe veduto. Prima cosa, anche lui le domandò: - Come ti chiami? - Rosabella Rosamini - . Ormai era in ballo e non poteva rispondere
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carceriere, e meno male almeno che lui non lo sapeva. Ippolita, poi, educatissima, specialmente con gli zii. Certo le rincresceva aver pensato quelle
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in fondo non era niente per lui. Se a un dato momento era andata a ficcarsi in fondo alla grotta (che poi non serviva a niente ed era stata una
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con le mani troppo grandi, che non sapeva dove metterle né cosa farne. Il conte leggeva un libro, seduto in poltrona. Di faccia a lui una signora
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ortensie? Il conte Ottavio, che, si vede, aveva fatto anche lui un giretto nel parco invece della siesta. Il «plin plin» che avevo già pronto non mi
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: - Non sei contenta che ti abbia scritto? - Ma sí, ma sí. Lui però scrive abbastanza sovente. Invece da mia madre è un po' che... Insomma, speravo che
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Vittorina, metteva becco ogni momento per dar ragione a lui. Sentii la cuoca che diceva: - Andate d'accordo come i ladri di Pisa! - Chissà perché di Pisa
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numero nuovo del giornalino di enigmistica, che col brutto tempo, in campagna, è quasi la risorsa principale. (Era il conte Ottavio l'abbonato, ma lui
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tenere divise Ippolita e la sua mamma. Magari era un complice anche lui! Un carceriere in piú per la principessina! Palpitante, d'accordo. Però mi
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dello sgabuzzino dove tenevano le biciclette, la sua e quella di Remigio che era una specie di monumento preistorico, ma lui ci teneva. Tirò fuori la
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