piccina piccina picciò 43 Nico Orengo, Canzonette 44 Gianni Rodari, Zoo di storie e versi 45 Bianca Pitzorno, L'incredibile storia di Lavinia 46
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spuntate difficoltà per la mia visita al castello. L'unica a fare difficoltà, pare impossibile, fu poi proprio la mia mamma. - Saranno gente di
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uh accipicchia! L'«uh accipicchia» non faceva parte del canto, mi era venuto fuori per una slittata piú lunga che per poco non mi mandava a sbattere
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, solo andata. L'impiegato della biglietteria era un tizio coi baffi all'ingiù. Alzò gli occhi per guardarla; i baffi invece rimasero ingiù, però anche
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informarmi. L'impiegato non ci mise né due né quattro a chiamarlo. Magari si era anche offeso della risatina. Altre persone intanto erano venute a quello
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prima; una confusione in testa e quella nausea nello stomaco. Però una differenza c'era. L'altra volta io ero preparata, sapevo tutto in anticipo
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, rispose soltanto: - Be', buio: avevo la pila. L'ho spenta quando ti ho sentita che strillavi per i pipistrelli, la prima volta che sei entrata. Si
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dire che non è affatto antico. L'ha fatto costruire mio nonno quarant'anni fa, più o meno. È un'imitazione dei castelli medioevali, si vede che gli
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andava di moda. L'occhio che si vedeva bene era scuro, lucente e un po' misterioso. - E molto bella, - dissi, - molto elegante. Nel dirlo mi passò per la
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voce lugubre, - può darsi che ci sia uno scheletro bell'e disteso, luuungo, con tutti i suoi ossetti bianchi in fila... L'ho detto che era più coraggiosa
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con la posta. L'Enigmistica c'era, la vidi subito, e una cartolina per me scritta da mamma ma con le firme dí tutti; e poi una busta color crema, di
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L'indomani mattina, ricordo, mi sono svegliata all'alba. Non ce n'era nessun bisogno; anzi, la mia parte era proprio di alzarmi all'ora solita e far
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