l'uomo e i passeri videro tutto: raccolse l'uccello morto, levò dal becco il boccone, lo riaccomodò sulla trappola e dispose questa di nuovo sotto la neve
sotto una tegola, una passera covava tre sue uova piccine, senza abbandonarle mai. Babbo passero pensava a procurarle il cibo volando dal nido alla
finimondo: piccole nubi veloci uscirono dal nuvolone come reattori e lanciarono una mitragliata di proiettili di ghiaccio che crepitarono sui tetti
, Mattia e il nonno 15 Roberto Piumini, Motu-Iti - L'isola dei gabbiani 16 Chris Donner, Lettere dal mare 17 J.R.R. Tolkien, Il cacciatore di draghi 18
Dio mio... muoio...! — mormoravano le farfallette svegliandosi dal lungo sonno, e per scappare scivolavano le une sulle altre e correvano in cerca di
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superbo! — Prometto! — disse Cipí. E passarono i giorni, passarono le stagioni e gli anni: dai monti e dal mare arrivarono ancora i venti a radunare
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Una mattina che mamma passera non c'era, Cipí scappò fuori dal nido e saltò in cima al camino e vide un buco fondo fondo e nero come il carbone. E
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saltò fuori dalla mano e scappò via. — Forza, Cipí, vola! Vola sin qui! — gridava la sua mamma dal tetto, — vola dalla tua Mamí! I ragazzi lo rincorrevano
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sforzo il becco dal quale usciva un filo di sangue e con un soffio di voce sussurrò: — Cipí... — ma non poté aggiungere altro, perché in quel momento
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aprendo il becco arso dalla febbre. — Ora ti porto l'acqua, — rispose Cipí, — hai paura a star sola? Essa disse di no col capo. Allora Cipí usci dal
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In pochi giorni cominciò a muovere l'ala, a uscire dal cespuglio, a fare i primi voli. Salita su un piccolo gelso apri le ali, gonfiò le piume e si
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! — Che c'è? — chiese Cipí sporgendosi fuor dalla tegola. Ma dovette ritirarsi in fretta, perché un altro vento, venuto dal mare, furioso gridava: — Uuuuu
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Quando il nido fu pronto, liscio, soffice e rotondo, Passeri vi depose tre uova e le covò. Di giorno Cipí andava e tornava dal tetto ai campi in
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dal ramo e la spingeva lontano lontano, insieme con le compagne morte. Tutto diventava ogni giorno piú triste: nei prati le ranocchie gracidavano
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cortili furono coperti di farfalle bianche e i passeri, smarriti e affamati, volavano dal tetto alla campagna in cerca di qualche chicco: raspavano
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e avvilita, Passerì uscì dal buco e disse alle farfalle bianche: — Il vostro gioco è bello ma dura da troppo tempo. Avete coperto tutto e noi stiamo
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della sera? Due stelline? E non è piú tornato?» ripeteva Cipí preso dal dubbio. E subito domandò: — Conosci il signore della notte? — Sí, — rispose
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Due stelle calate in quel momento dal cielo si erano fermate di fronte a Cipí ed avevano cominciato a giocare fra loro, roteando e diffondendo
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tu sei una mamma, - si gridò a sinistra, — e gli procuri il cibo! Un passero vecchio del tetto, già tutto spelacchiato dal tempo, disse: — Io ho
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fare per cercare delle prove! — Viva le cose giuste! Via gli imbroglioni dal nostro tetto! — esclamò Cipí. E cominciò subito a insegnare ai suoi
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, lo toglie dal mondo alla buon'ora... A cinquant'anni, dunque, si muoveva Filippo in avere e levar voglie come un danzatore provetto: e non si pensi
. Tutti risero, anche il timoniere, lontano quattro passi dal gruppetto. Gentile, come spesso faceva, si fregò la corta barba appena ingrigita. — Per i
parte dei giardini del palazzo accessibili dal porticato, che digradava a terrazzi verso lo stretto di mare, fra file di aranci e piccoli cedri
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verticale, di donna seduta. Poi quella di poter togliere, dal futuro ritratto, l'eccesso di rilassatezza, la distensione ultraterrena di quei
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candelabri, sotto lo sguardo tranquillo e attento dell'uomo vestito di nero, appena sfiorato dal vento tiepido che saliva dal Bosforo a gonfiare le tende e
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inanellati giocavano al vento, scappando dal velo aperto come un movimento di fiori. — Fortunato chi ammira il tuo volto, Shuade, — disse il pittore
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dei campi lavorati, dei villaggi dai tetti bianchi e dai tetti rossi, con i viali animati, ornati ai fianchi da piante altissime mosse dal vento. Senza
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di seta verde che aderiva dal morbidissimo fianco al polpaccio. Gentile preparò silenzioso cavalletto e colori, poi aggirò il giaciglio, e come aveva
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. Gentile si leccò le labbra. — Vinto dal desiderio di portare nel mio paese un'immagine della tua perfezione, ho corrotto certi uomini del Palazzo, — disse
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, chino e silenzioso, oltre la soglia. Fermandosi a quattro passi dal giaciglio dove Amilah sedeva, Maometto si fermò. Guardò lei, poi il pittore, poi
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sera stessa la lettera, chiusa dal sigillo imperiale, gli fu consegnata: e risultò poi cosí piena di elogi e soddisfazione per il suo lavoro, che la
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afflosciava, facendo rallentare la nave. La zattera, quasi immobile sul mare, si avvicinava: alghe verdastre e nere le orlavano il bordo, smangiato dal sale
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, o magari, in ordine al canto, dell'usignolo. Lo stile, pur restando leggero, si terrà lontano dal frivolo, poiché a storia piena e compiuta di cose
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, — disse fra Diamante, risalendo dal fossetto in cui era sceso fin dal primo grido. — Chi è? — Messer Francesco Buti. — Abbia le grazie che merita, — disse
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annunciato dalla Madre generale e dal Vescovo parecchi mesi prima. — Sia ringraziato Iddio Onnipotente, frate Filippo, - disse madre Pia, strizzando gli
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torpido, piacevole al fondo: si riposava dal lavoro silenzioso di copista che, insieme a suor Anna, durante il giorno compiva. Piú ancora che le angolari
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, non prevenuto dal suggerimento, ha potuto stendersi liberamente sul volto di tutte: e la mia scelta, insieme alla tua segreta, ci appare ora dunque
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. Filippo si muoveva dal cavalletto al tavolo ingombro di svariati stracci, colori e pennelli, a metà tra porta e finestra: in modo da godere tutta la
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volto, una veste azzurra, il collo bianco... Fin dal principio aveva progettato di fare in modo che, nonostante il divieto, Lucrezia vedesse come lui
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garza bianchissima entrava una luce abbondante e uniforme, che riempiva lo spazio come un latte gassoso. L'unico accesso dal resto del palazzo era la
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pianura, — disse il bambino, — il carro di Talya va laggiú. Quando arriverà laggiú, Talya scenderà dal cavalluccio e raccoglierà fiori... Però, per favore
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faccia, accennava un saluto, provocava inchini e timide ritirate. Fuori dal villaggio lanciava il cavallo ad una andatura piú energica, senza mai
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dopo, Sakumat. Qualche volta, durante le attese, il pittore non uscva dal palazzo. Percorrendo corridoi e scale, per i quali aveva assoluta libertà di
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stanza, seduto su un cuscino a quattro passi dal letto, stava il burban, silenziosamente. — Svegliati, Madurer. — Cosa c'è? Cosa c'è, Sakumat
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Ganuan, e levò lo sguardo dal figlio, per osservare altre parti del paesaggio. — Vedo laggiú un'altra novità, — disse, — non c'era neve su quelle montagne
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. Gli animali entrano ed escono, sono dentro e fuori. Entrano nella terra, escono dal cielo. Il prato li protegge nel loro passaggio. Li protegge. Li
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la luce del giorno attraverso le garze. — Io lo so dove sei... — disse Sakumat: ma di proposito si allontanò dal nascondiglio, dandogli le spalle
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rada larga mezzo miglio, ben protetta dal vento, che sembrava essersi per miracolo liberata dall'assedio delle costruzioni della città. Un bosco di pini
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prevalenti di questa meraviglia d'ornato andavano dal rosso-arancio delle fasce inferiori al verde-azzurro delle superiori. Il pavimento era di marmo
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di quelli, Signore, che più spesso si fanno guidare da curiosità e novità, che dal quieto e sicuro cammino... Dunque ti ascolto. Maometto sorrise, e
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