suo nido e passando gridò alle nuvole, al sole, alle rondini, al nastro d'argento che si snodava laggiú in mezzo ai prati verdi, ai fiorellini e ai
— Cipí... cipí... — piagnucolò, — ... mi fa male qua, mi fa male qui! Mamma passera lo riportò dentro. — Vedi che cosa succede ai disubbidienti? — Mi
tutti insieme. Ma si sbaglia! — Bravo Cipí! — disse una voce. — Silenzio! — ordinò Cipí, — non facciamo rumore, potrebbe costare caro ai nostri amici
vento, aiutaci a svelare il mistero del signore della notte ai nostri amici che non ci credono, abbi pietà di tante mamme che piangono! Il vento si
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passeri balzarono fuori dai loro buchi e lo salutarono: — Evviva il nostro salvatore! — e volarono incontro ai suoi caldi raggi. Il sole esclamò
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sole, all'acqua, ai fiori, alle creature del cielo e della terra, dalla nuvoletta che frenava la corsa impigliandosi alla punta del parafulmine per
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facile quel volo, ai fratelli invece batteva forte il cuore: ma tutto andò bene. Appena là, Cipí volò sulla cima della pianta e di là incominciò ad
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raccontava ai compagni la sua avventura: — Che paura poco fa...! Guardate qui! — e mostrò il didietro spennato. — Cipí ha perduto la coda! — Chi è
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fatto con lui quand'era piccino. Intanto Palla di fuoco era cascato pian piano in braccio ai pioppi del fiume e men- tre essi gli cantavano la
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dentro! — gli raccomandò Passerí, — e stiamo quieti. Ma cosa fanno? — Litigano, non senti? — Ma perché? — Non lo so. Ora si udiva, confuso ai sibili
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Quando il nido fu pronto, liscio, soffice e rotondo, Passeri vi depose tre uova e le covò. Di giorno Cipí andava e tornava dal tetto ai campi in
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anziane fu quella di Beccodolce, che aveva il nido ai piedi della torre fumante; anche lei disse che passerotti cosí belli e vispi non ne aveva visti mai
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gridavano ai passeri: — Venite con noi... cra cra... presto sarà la fame... presto sarà la morte... sarà! Ma i passeri anziani dicevano ai giovani
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, — cominciò una nuvoletta ai margini del gregge, — non sentite in voi qualche cosa di strano? — È vero...! — gridarono le altre, — le nostre gocciolane si
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! Ho tanta fame! — Siate forti! Venite con noi in cerca d'altro cibo! — gridarono Cipí, Passeri e Beccodolce, ai passerotti affamati. - Io muoio di
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... Ma la parola gli mori in gola perché davanti ai suoi occhi apparve uno spettacolo meraviglioso.
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fare per cercare delle prove! — Viva le cose giuste! Via gli imbroglioni dal nostro tetto! — esclamò Cipí. E cominciò subito a insegnare ai suoi
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: perché i pennelli erano per lui come dita, e in ogni pennellata versava dolcemente una goccia del suo sangue. Quanto ai paesaggi che immaginava, chissà
gli anni addosso, a calcolare passi, passaggi, cedimenti: mentre chi, giorno dopo giorno, anno per anno, allunga con semplice lena la mano ai frutti
rispose. — Che pesci sono? — disse Gentile a voce alta, scendendo il basso scalino da prua al centro del ponte, e avvicinandosi ai tre marinai, seduti
, delle spezie, della pece, del pesce fresco arrostito sotto i tendoni, vicino ai moletti. Erano sensazioni che conosceva fin da piccolo: eppure sapeva
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il mio cuore, Shuade, mostrandogli una bellezza che non sa desiderare. La donna non disse altro, e si accoccolò ai piedi del grande letto, senza fare
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, Gentile non poteva che provare contentezza: ad ogni segno e tocco, le due figure facevano sempre piú onore, insieme, ai due soggetti e al loro pittore
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dei campi lavorati, dei villaggi dai tetti bianchi e dai tetti rossi, con i viali animati, ornati ai fianchi da piante altissime mosse dal vento. Senza
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gigli altissimi, dalle sfumature straordinarie di bianco e blu, apparve un largo cancello di metallo lucente. Ai suoi lati, due grossi eunuchi con
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grande ai tuoi occhi, — disse. — Considera tuttavia che io sono cristiano, e non solo la mia religione consente le figure umane, ma le nostre chiese
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pesci appena sotto la superficie, ai lati della chiglia tagliente. A destra, netta e lontana, la sagoma di Sciro sembrò stare immobile a lungo: poi
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a correre, per qualche tratto almeno, la bella via della passione: e poiché quella via assai di rado passava vicina ai luoghi delle pitture, con
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signore, il gioco ha preso anche me: io sto ai suoi bordi come un assetato a quelli di una fonte fresca e zampillante. Non ho sposa né famiglia a Malatya
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, ben note ai poeti di ogni linguaggio, che annullano in un istante incertezza e difficoltà, gettando davanti evidente e sicura, migliore di ogni altra
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suo giaciglio. Durante il giorno, coperto di cuscini di seta, serviva ai due amici da punto di osservazione e di gioco. Era ancora in quella stanza, la
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, e che trascorreva l'ultima parte della vita brucando quietamente ai bordi della città. La piccola carovana si allontanò dalla conca di Malatya, dopo
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adoperavano per giocare ai travestimenti, e costruivano insieme personaggi stravaganti, riempiendo le casacche con i cuscini di seta. Il mare fini a novembre
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vuoi una nave che arriva lentamente sul prato, penso giusto o sbagliato? — disse. Madurer rise. Si sollevò nel letto e si appoggiò ai cuscini. Ormai
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, percorse i paesaggi e notò cose che non sapeva, forme e gesti e colori che non ricordava di avere creato. Il burban, ai primi cenni di risveglio di Madurer
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. Rimpicciolito, vicino ad una tenda azzurra da nomadi, c'era il carro di Talya: e la piccola, quasi invisibile, che si esercitava ai salti acrobatici. — Come è
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orizzonte, — disse Sakumat. Dipingeva con le spalle al bambino, ritoccando con il pennello le piccole onde ribollenti ai fianchi del veliero. — Noi non lo
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tornava e riprendeva in silenzio il suo lavoro. Ai pochi bisogni di Madurer provvedeva ormai solo la vecchia Alika, aiutata dallo stesso burban e dal
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! — disse il mercante, aprendo le mani. — Forse, — continuò Gentile, — quello che mi taci, pensando ai tuoi doveri di ospite, riguarda ciò che mi aspetta se
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, — alla fine di tutto uno solo di voi sarà impegnato... Ma ora vi dirò piú chiaramente. Gli Anziani, nei loro scranni ai lati del Doge, presero fiato nello
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in veneziano. Egli parlava, oltre al turco, tutte le lingue del Mediterraneo dalla porta orientale fino a quella d'Occidente, che s'affaccia ai
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mani inanellate appoggiate alle ginocchia. Si alzò allora un anziano Visir, che dopo un doppio inchino rivolto al Sultano, a Gentile e ai
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