- Non volevate sapere dove sono andata ieri? - comincia Maria, infilando i calzini a Maurizio. - Oh, sì, raccontaci la tua passeggiata! - Ebbene
Maria. Ah, ma se l'avessimo saputo! Perchè la signora non ha telegrafato? - Per fare una sorpresa, proprio, mia buona Leonia.... Va tutto bene? - Sì
- Una lettera della mamma! - grida Francesco agitando la busta col suo nome che Maria gli ha consegnata. Ad alta voce, in un religioso silenzio
«Biblioteca dei miei ragazzi» (1931-1955) nel 1931, senza citazione del traduttore, con le illustrazioni di Berty e la copertina a colori di Maria
, mentre Maria è a mangiare, si potrebbe tentare?... - È molto pericoloso, - risponde Alano. - Certo; - dice Maurizio - ma se potessimo portar Nicoletta
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trascina Nicoletta correndo. Eccoli tutti e quattro riuniti in giardino. - Non potevo fischiare, - dice Alano - perchè Maria era nel vestibolo. Non voleva
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andati dandosi la mano? La povera Maria, pazza di terrore, manda un grido. - Maurizio! - Ne verranno due? Ma non ne viene nemmeno uno. Maria scende in
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- Non troppo forte, - supplica Maria - altrimenti mi gira la testa. - Il fazzoletto le nasconde la vista, ma le impedisce anche di udire. E, mentre
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assicura che per lei è lo stesso. - Porteremo su l'acqua in una brocca quando Maria non ci vedrà, - dice Alano. Ma Francesco è tormentato da un' idea
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, se lo meritate, vi farò vedere i miei regali. - A questo punto arriva Maria. - Mia buona Maria, - dice la signora tendendogli la mano - vi hanno
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avevo tutto finito, tutto ciò era per la signorina Nicoletta! - Tutto ciò era per Nicoletta, - ripetono i fanciulli in coro. - Vedo - dice Maria con
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proprio nulla in tutto ciò che vede dopo il suo ritorno. Leonia le ha parlato delle visioni di Maria e la signora d'Aufran ha riso; ma non tocca a lei
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, Nicoletta racconta gli avvenimenti di quegli ultimi giorni, e la signora d'Aufran ride di cuore, sentendo il racconto della passeggiata organizzata da Maria
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- Maria, Maria, ho fame! - esclama Maurizio, passando come un ciclone davanti al guardaroba, dove la vecchia cameriera sta accomodando la biancheria
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gelosamente. E d'altra parte Maria non aspetta una risposta. - Via, signor Maurizio, ho una quantità di calzini da raccomodare; lasciatemi chiudere la
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sopporta Maria e Leonia soltanto perchè gli danno da mangiare. - Vorrà bene anche a me, - dice Nicoletta baciando la testa serica del gatto. - Tieni
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Nicoletta. In parecchi, viaggi i ragazzi hanno portato acqua, una saponetta che Maria cercherà inutilmente.... Povera Maria! Vedrà sparire
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e mangia perchè è impossibile fare altrimenti e perchè Maria viene a chiamarlo senza stancarsi fino a che non ha lasciato la biblioteca; ma la sua
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bisogna cercar di salire in soffitta senza essere scorti da Maria, che è proprio nelle camere. Bisogna aspettare che sia scesa in cucina per desinare
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della Duflet, vede al suo svegliarsi quei buoni visi sorridenti. Ma ne manca uno, e Nicoletta ne chiede notizie. - Alano tiene occupata Maria, - dice
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ama molto «i suoi ragazzi ». - E ora dovete andare a lavorare, - aggiunge. - Sì, Maria, - dice Francesco in tono dignitoso - ma però devi lasciarci
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comodo.... - soggiunge Maurizio scotendo la testa. - Io credo che sarà meglio non parlare di soffitta, - dice Francesco. - Maria è curiosa e vorrà
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- E se lo dicessimo a Maria? - suggerisce Maurizio. - Dire che cosa? - Che Nicoletta.... - Maria avvertirà lo zio Fil, puoi star sicuro. - Ho un
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cesta di Maria se trovo qualche cosa. - E Maurizio se ne va correndo. L'ora del desinare trova i tre ragazzi impegnati in una partita di calcio molto
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frugare nella cesta di Maria. È una cesta leggendaria in cui si trova tutto ciò che si vuole: così dice, con un po' d' ironia, la mamma. Maurizio vi
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scrivania e si mette a scrivere. Maria si ostina a non lasciare la stanza, e Francesco e Alano sono molto impacciati. Vorrebbero sapere quello che
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in condizioni di badarci tanto. Via, Leonia, vado a finire di preparar la tavola. Riempitemi bene il vassoio. - State attenta, Maria, - dice Leonia
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ritorna quasi subito come un fulmine. - Francesco! Alano! - grida ansante. - Maria sta salendo quassù! Viene a vedere il ritratto. Siamo scoperti. - I
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perdono, ma non farlo più. - Tuttavia essi hanno avuto una forte emozione, di cui però l'uscita di Maria li compensa assicurando loro due ore di
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' immaginazione. - Prima, il giorno avanti per esempio, racconteremo a Maria che, per fare come in uno dei nostri libri, vogliamo condurre con noi il primo ragazzo
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sul naso dello zio Fil, che, macchinalmente, fa il gesto di scacciare una mosca. - Signor Maurizio, - dice sottovoce Maria - volete esser buono
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Grey, - dichiara Maurizio. - Lui non posso buttarlo dalla finestra, ma la bambola sì. - L'avranno di certo presa, - dice Maria, disperata. - Non l
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? - Ebbene, vado a coricarmi, e dirò che sono malato. Maria farà venire il medico, io gli dirò tutto quello che ha Nicoletta, e le faremo prendere le mie
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il medico, - aggiunge Francesco in tono grave. - Forse vi è un'epidemia. - Tacete, che chiamate le malattie, - dice Maria con orrore. - Venite
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Maurizio. - Vedrai fra un po' arrivare Maria con la tazza del decotto.... Come faremo per portarla a Nicoletta? - E stasera la minestrina leggera, - risponde
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, sarebbe stato seccante, - dice. Essa ride molto all' idea di Maria che balla in giardino col malato, e di Francesco nascosto che aspetta di portar via la
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- Piove? - domanda Maurizio svegliandosi. Alano risponde malignamente, con grande sorpresa di Maria che non ci capisce nulla: - No, non hanno sparato
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il piede in terra, manda un grido. - Credo d'essermi storto il piede, Maria; non posso camminare. - È una disdetta, - dice Maria desolata. - Soffrite
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Alano, di Maurizio.... Vanno nel salotto, dove Francesco mostra il cuscino della bambola, oggetto della collera di Maria. Al primo piano, i fanciulli
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sua volta, quando Maria non è più lì, Francesco racconta la sua giornata con Nicoletta, l' incontro con lo zio Fil. Lo fa in termini così fantastici
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Vittoria, dalla quale il bisavolo suo, il conte Ruggiero d'Altavilla era penetrato con l'aiuto della Vergine Maria in Palermo, assediata inutilmente
impossessarsi subito dell'anima della perfida gobba. Ma questa, per le fervide preghiere della sorella Maria, si pentì, e così il Diavolo non ebbe l'anima sua
del nome e del feudo rimase un fanciullo per nome Roberto, il quale aveva due sorelle: una si chiamava Maria, ed era bella e buona come un angiolo