cinquemila anni, la cui proporzione rispetto al carbonio non radioattivo permette di datare con discreta precisione resti organici (legno, ossa, ecc.) di
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comparsa, testimoniata dai resti fossili, di numerosissime e varie forme di vita.
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alternate di serpentino e di calcare, queste ultime considerate (sembra erroneamente) come resti di grossi Foraminiferi. Rimaneva dunque il mistero della
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è probabile che i loro resti siano stati trasformati e resi irriconoscibili dalle vicende geologiche, cui questi terreni andarono soggetti durante la
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da oggi, la vita esplode con una gran quantità di forme che hanno lasciato cospicui resti fossili, mentre alla fine dell’Archeozoico, cioè nel
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formazione di abbondanti resti fossili.
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Ma ci si può domandare: in questa successione di forme si possono costruire in base ai resti fossili, degli alberi genealogici attendibili? E, quando
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Alcuni di questi gradini di evoluzione non sono comprovati da resti fossili che rappresentino gli «anelli di congiunzione» o forme di transizione
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periodo successivo, il Silurico, si trovano i primi resti fossili di Pesci provvisti di mascelle, i Placodermi, che ebbero grande sviluppo, con numerose
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famiglia, i Celacantidi, di cui si conoscevano soltanto resti fossili del Triassico, e che si credeva estinta da 180 milioni di anni. Anche il gruppo
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flora attuali non differiscono sensibilmente dai resti fossili dei loro antenati più antichi: esempi lo Xifosuro marino del gen. Limulus (cfr. p. 157
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resti della più nobile delle creature figurassero nei nostri musei, accanto ai detriti più spregevoli».
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La tappa più recente è documentata dai resti di scheletri umani e dei manufatti che sono opera dell’uomo.
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con l’aumentare dell’età) non è facile impresa la datazione e l’interpretazione precisa dei resti fossili umani più antichi.
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I più antichi fossili sicuramente riferibili a resti umani (la famosa mandibola di Mauer, presso Heidelberg scoperta nel 1903) si possono forse
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delle caverne o orso speleo, che arrivavano fino in Italia e in Spagna. Durante i periodi interglaciali, i ghiacciai si ritirarono e i resti fossili della
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Tutti i resti di questi uomini più antichi sono accompagnati da rozzi manufatti di selci scheggiate (armi, raschiatoi) poi da ossa lavorate, nonché
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Parecchi resti, come quelli di Krapina in Croazia (1901), della grotta di Quinzano presso Verona (1938), di Fontéchévade in Francia (1947), del Monte
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, dove fu scoperta una calotta cranica nel 1856, e del quale furono in seguito trovati resti fossili in varie località d’Europa (anche in Italia, a
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potè finalmente scoprire, nell’isola di Giava, i resti fossili di un essere scimmiesco, ma, per vari caratteri, simile all’uomo. Le ossa del bacino e
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Altri resti di Pitecantropo furono scoperti a Giava da esploratori successivi, fra il 1930 e il 1940.
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, scomparvero, forse per l’affondamento della nave che le portava. I resti dell’uomo di Pechino, venuti alla luce dopo tanti millenni, rientrarono nell
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fra le scimmie e l’uomo. Nel 1936 R. Broom e J. T. Robinson trovarono altri resti simili all’australopiteco nella grotta di Sterkfontein nel Transvaal
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Nel 1963, ad un livello superiore, vennero alla luce altri resti, insieme a manufatti di un’industria più evoluta, che si avvicina al tipo acheuleano
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si trovò un’altra serie di resti, cui fu dato il nome di Praezinjanthropus. Insieme a questi fossili si trovarono ciottoli forse ritoccati e molto
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Nel 1974 una spedizione americana, condotta da D. Johanson, scoperse nel triangolo di Hafar, in Etiopia, resti di un australopiteco a cui fu dato il
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giacimenti che vanno dal Pleistocene inferiore, al medio, al superiore, con resti di ossa fossili e manufatti, che testimoniano resistenza di stanziamenti
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Altre forme fossili rinvenute in Asia e in Africa, alcune delle quali, a giudicare dai soli resti fossili che si sono trovati (denti e mascelle
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Vari resti fossili sono stati descritti, e le loro relazioni con il ramo degli Ominidi, o con quello dei Pongidi, sono state variamente attribuite
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Dall’esame dei resti fossili che si conoscono, sembra plausibile ammettere che i Primati si siano differenziati dagli Insettivori, ai primordi
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capostipite (o come uno dei capostipiti) degli Ominidi è Dryopithecus, miocenico (da 10 a 20 milioni di anni da oggi) di cui si sono trovati resti in
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vendette i manoscritti e le collezioni: non si curò nemmeno di assicurare una sepoltura permanente, così che i resti di questo grande uomo andarono
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Leonardo, ne aveva intuito la vera natura di resti di animali vissuti in tempi antichissimi, ma al tempo del Cuvier non si era ancora raggiunto l’accordo su
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di gesso di Montmartre, per esempio, erano sovrastanti ad altri strati, contenenti anch’essi resti fossili, ma di animali diversi. E, ancora, sopra le
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resti morbido e resista all' acqua. Tu hai un mestiere? _ chiese rivolto a Mendel. _ Di mestiere sono orologiaio, ma facevo il meccanico in un kolchoz
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