Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: cinema

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Il divenire della critica

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Dorfles, Gillo 9 occorrenze

identificare «autentiche» particelle in cui l’opera possa essere suddivisa (come non è possibile farlo nel cinema dove la divisione di solito

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’impegno di associare eventi plastici, figurativi, cinetici e musicali attraverso la presenza di opere di cinema sperimentale e di Nuova Musica, oltre che

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confine tra pittura cinema scultura sia - e debba essere - labile. La presenza in questa sala di pannelli trasparenti dove il gioco delle immagini

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accaduto per Warhol passato al cinema).

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musica, così nel cinema e nel teatro.

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merce, più o meno alienata e feticizzata (lo si è visto anche a proposito di recenti prodotti di arte concettuale). Nel caso del cinema vero e proprio (a

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’instaura tra l’immagine presente sul video e lo spettatore. Questo legame è impossibile nelle altre arti visuali, ed è molto ridotto persino nel cinema

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comunicazione di massa che è in grado - forse più di quanto non siano il cinema e la TV tradizionalmente intesi - d’arrivare in profondità nella sua

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entrare nell’agone con i sottoprodotti del cinema, della radio, della pubblicità, di riconquistare l’amore del privato cittadino e l’interesse ufficiale del

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Corriere della Sera

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AA. VV. 9 occorrenze

Perché Pascual Duarte è un bel film, che insieme a Cria cuervos di Saura fa tanto più onore al nuovo cinema spagnolo quanto meno la censura di Madrid

, il revival di sinistra, il retro rosso. Se il pubblico in brutti abiti da sera del palazzo del cinema si strugge per la Hollywood dei tempi d'oro

quattro opere selezionate per rappresentare ufficialmente il cinema francese al Festival.

nostra memoria mai toccata dal cinema spagnolo.

Davis, andare al cinema per vedere Qualcuno volò sul nido del cuculo, il film carico di trofei che narra una vicenda ambientata in un ospedale

Sesso e Nostalgia dominano a Cannes il megafestival del cinema, dilatatosi ormai tanto da dare quella sensazione di impotenza frastornata e quella

moraleggia sul male di vivere nelle metropoli, fogna di vizi e radice d'alienazione, ed è tentato di adeguarsi all'ottica del cinema reazionario

festa. Si chiama Ricardo Franco, è nato a Madrid nel 1949 e, benché ai primi passi, marcia spedito sulla via d'un cinema intenso e moderno che può

» cinematografico; c'è il film underground, girato appunto nella sotterranea di Nuova York con le tecniche del «Cinéma verité». C'è l'artistico «Narcissus

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