’uomo, considerato soltanto come oggetto da adattare a determinati meccanismi nel suo rapporto ergonomico con la macchina; e altresì ad una cosificazione
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’uomo della strada si viene costantemente pascendo; e che acquistano vigore e interesse artistico solo in merito alla loro «decontestualizzazione
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- psicologico e percettivo a un tempo - tra uomo e oggetto (architettonico, urbanistico, industriale) di cui troppo spesso ignoriamo la valenza e l’essenza.
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«preziosità» esecutiva a cui tanto profondamente sono radicate queste espressioni creative dell’uomo. Non solo, ma è significativo che - anche quando queste
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ad una diversa impostazione creativa dell’uomo, ma è cambiando l’impostazione sociale economica culturale dell’umanità che anche i prodotti della
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, con ogni probabilità, la vis formativa insita nell’uomo da sempre non può essere trattata con lo stesso strumentario con cui si può condannare o
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oggettualizzanti e percettivistici dell’opera d’arte, e dunque alla preoccupazione di indagare le situazioni in cui il Leib dell’uomo viene a trovarsi e ad
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’ogni attività ideativa e speculativa dell’uomo. Ora, mi sembra indispensabile riconoscere la possibilità d’un articolarsi del pensiero anche in assenza d
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Per cui - si dovrebbe dire - niente di nuovo sotto il sole: la consueta presunzione e aspirazione dell’uomo a lasciare una traccia di sé nella natura
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Sempre più il contrasto artificio-natura; il bisogno dell’uomo di modificare il dato naturale (sia esso prato, erba, ghiaione, ammasso di foglie
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questo per due ragioni essenziali: 1) perché mai prima d’ora l’uomo si era trovato a fronteggiare una «ecocatastrofe» come ai nostri giorni e quindi a
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di molte operazioni dell’uomo moderno.
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In «L’uomo e l’arte», 1971, n. 4.
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Una delle più antiche aspirazioni dell’uomo è sempre stata quella di far coincidere i dati scientifici con quelli artistici: di riescire, cioè, a
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Là dove l’uomo è portato a creare unicamente in base ad un impulso che tende a modificare i dati della natura, e a imporre quelli della sua fantasia
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presenta il corpo dell’uomo steso e appiattito in una dimensione semantica insolita e appunto per ciò più conturbante.
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senso di trasformarsi delle arti figurative, della musica, della plastica, in un’azione dell’uomo che si serve del proprio corpo (del Leib come avrebbe
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tra due lastre di vetro (Merz), un mucchio di carbone (Kounellis), un uomo peloso che si masturba (Acconci), o un altro che si tagliuzza il pene
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scintilla di conoscenza razionale nell’uomo di quei tempi. Perché dove la creatività dell’uomo - per quanto primitivo e ancora inesperto fosse - ha dato
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Queste opere povere - autenticamente povere, e non falsamente povere per costare di più - potranno forse permettere all’uomo di riconquistare un suo
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alienante della «merce» artistica rispetto all’uomo che la usa (che la compra, che la vende, che la produce); dall’altro lato, sulla natura alienata del
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«grazia», quasi fossero l’immagine d’un futuro uomo-scafandro, robot-cuoco, robot-minatore. L’utilizzazione del noto sistema dello stampo in cera
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Non si può che prendere atto di ciò e considerarla come una necessità immanente nell’uomo d’ogni tempo, venuta meno soltanto per colpa del disgusto
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elementi eterocliti per suggerire all’uomo d’oggi e di domani alcune delle costanti esistenziali della nostra età; a un’analoga tendenza possiamo
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’uomo dell’antico Giappone precolombiano, Il battello Babele, ovvero i 16 fiumi sono arrivati, Spirale nella pioggia d’oro, Epoque spiraloide de la mer
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Il problema della Verdinglichung, della «reificazione» - ossia del «diventar cosa» dell’uomo e dei prodotti umani, doveva costituire una delle più
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Ho affermato altre volte come si possa constatare ai nostri giorni un principio di «oggettualizzazione» che si estende non solo all’uomo e alle cose
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possibilità metamorfotica insita anche nelle più elementari creazioni dell’uomo, quando, attorno al 1915, diede il via a quel settore dell’arte moderna
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cosciente dell’uomo hanno alla loro base un elemento tecnico che ne costituisce il più recondito scheletro.
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alienante dell’uomo d’oggi dovuta alla prepotenza di tali elementi: ecco La chiave, L’occhio televisivo, La croce, sono nuove icone, sono feticci ormai, le
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’abile manipolazione mercantile, ma davvero designanti una situazione esistentiva che costituisca la base stessa dell’attività pensante dell’uomo entro
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