problema dell’immaginazione investe quello del fare e della tecnica, come modo esemplare del fare. La domanda sulla eticità della tecnica, sul suo diritto
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Il motivo del dissidio tra il Bernini e il Borromini è dunque la tecnica, e non soltanto nella documentata cronaca dei fatti. Il Bernini concepisce
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Può sembrare strano, ma la tecnica che si farà strada in Europa non sarà la tecnica berniniana possibile, bensì la tecnica borrominiana dell
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, nella natura creata e nella storia disegnata da Dio. Nella natura e nella storia, per lui, non si cela la salvezza ma la colpa. Non crede a una tecnica
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sorta di «tecnica spirituale» simile a quella di cui i mistici del tempo descrivono da competenti le modalità, i passi segreti e perfino le astuzie e
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La tecnica del Bernini è guidata dall’immaginazione del possibile, quella del Borromini dalla fantasia dell’assurdo: il Bernini può chiamarla
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Seguitiamo a parlare della logica-immaginazione e della tecnica del Bernini ogni volta che parliamo di ideologia, sia pure in senso sociale o
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Così si spiega perché l’antitesi e la continua tensione tra la tecnica estensiva del Bernini e la tecnica restrittiva del Borromini siano anche
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’attività autonoma, legata alla specificità della propria praxis, della tecnica della costruzione. È però significativo che, quando alla metà del secolo
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che non implicano problemi di tecnica costruttiva, può tranquillamente accostare, senza cadere in contraddizione, elementi formali di diversa
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immaginarie. E se può dirsi che il bassorilievo è una pittura realizzata con la tecnica della scultura, così può dirsi che la parete plastica cortonesca
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» sarà il superamento della tecnica, o, poiché sempre vincolato alla tecnica, una tecnica trascendentale.
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illuministico in quanto postula la necessità, per l’architettura, di una tecnica specifica e condizionante della finalità estetica o del bello, e di un bello
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Le due più grandi personalità della prima metà del Seicento si affrontano ancora sul terreno della tecnica, l’una e l’altra cercando, ma con opposti
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In realtà il processo storico, anche dal punto di vista della tecnica costruttiva, è continuo. Nel Rinascimento e, tipicamente, nel Bramante, si ha
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Il Guarini è l’inventore di una tecnica trascendentale, cioè di una tecnica che trascende se stessa come momento pratico dipendente e integrativo
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Come attività puramente mondana l’architettura è pura tecnica, non potrebbe essere altro; ma se al di là della tecnica non c’è nulla, la tecnica non
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Guarini tanto poco si cura di celare l’artificio che scrive un lungo trattato per descriverlo, dunque l’artificio non è più tale, è una tecnica
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esperti della tecnica quanto basta per assicurare al profano che quel «fenomeno» è un prodotto egregio dell’ingegno umano. E qui vien fuori il politico
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mediazione della natura — ma l’atto della devozione umana verso il divino. Perciò la tecnica umana dell’architetto non imita o ripete i modi di
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culto. Deve dunque conoscere il processo, il meccanismo, la tecnica del culto, del perfetto atto di sudditanza: l’apparecchio che costruisce non ha
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tecnica vale proprio per la propria specificità, anzi tanto più vale quanto meno si presta a una composizione o somma di esperienze ed accentua la tensione
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» ma conterranno, per l’esperienza storica e tecnica che l’artista possiede, «a small degree of design». Il processo non è sostanzialmente dissimile da
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qualificazione dell’individuo in rapporto a un rango sociale, doveva inserirsi in quella ch’era ormai la tecnica e l’economia, la funzione produttiva
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ribelli di Blake: lo prova, molto meglio, la loro tecnica. Dal punto di vista della tecnica, Constable è il primo pittore sicuramente «moderno». Il suo modo
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la perfezione della tecnica («che a suo modo può aspirare al termine di genio»), l’arte di Michelangiolo ha la qualità suprema della poesia e quindi
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, subordinate ciascuna alle possibilità delle relative ricerche espressive, dacché nel pensiero degli illuministi la tecnica non era più prassi od
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Gherardo delle Notti settecentesco che fu Wright of Derby. L’illuminazione di queste scene, più che questione di tecnica, è questione di regia: una
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Canova ha voluto dare alla figurazione della favola classica un minimo di attendibilità tecnica a costo di rinunciare, ma senza rimpianto, all’aura
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scultura, pone nella stessa evidenza la linea retta. Ma la distinzione, benché sembri concernere soltanto la peculiarità tecnica delle due arti, implica
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