la tecnica con larghezza classica, come attuabilità implicita nell’equilibrio dell’ideazione, che rimane sempre entro i limiti dilatabili ma non
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pienamente raggiunto, l’opera è sempre non-finita perché il percorso è la vita e la vita non si compie che con l’esperienza ultima della morte.
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riconoscere che l’ideale classico del monumento è rinato nel monumento cristiano e che questo deve rimanere, per sempre, un unicum.
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di un millennio con la storia del papato; ma non può ripetere il privilegio simbolico-rappresentativo, quasi carismatico, ormai per sempre legato a
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problema della decorazione imposta la sua polemica. Con i suoi successivi interventi, che si estendono progressivamente e sempre allargandosi dal nucleo
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attraverso i dati di fatto, propizi o contrari, è il carattere veramente nuovo della progettazione borrominiana, sempre intimamente legata al farsi, alla
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che la decorazione è sempre una prestazione professionale, che esclude il modo di ricerca individuale e disinteressata di cui aveva dato l’esempio il
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Si può dire lo stesso dell’architettura. Come architetto, Pietro da Cortona opera sempre in una situazione data, e la interpreta ricercando in essa i
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, un pensiero del Guarini: quello, cioè, che non esiste un’architettura religiosa né un’architettura sacra, ma sempre e soltanto una architettura
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Sempre sul piano ideologico, più che formale, la soluzione cortonesca dell’insieme di Santa Maria della Pace ha un precedente significativo, anche se
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» sarà il superamento della tecnica, o, poiché sempre vincolato alla tecnica, una tecnica trascendentale.
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Allorché, ricalcando la definizione settecentesca e neoclassica, si parla del Barocco come arte «senza regole», bisogna sempre tenere presente che la
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nella prima metà del Seicento. Ora, la peste è sempre State considerata un castigo divino; per la dissolutezza dei costumi, un tempo, ma, nel Seicento
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costruzione è sempre il mausoleo michelangiolesco. È vero che il Bramante, certo per ordine del papa, pone al centro la Confessione di San Pietro; ma questa
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lo spazio assume nell’articolazione e modellazione delle pareti, della mobilità continua delle prospettive e degli effetti di luce. Come sempre, la
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diverso da quello del Bernini e del Borromini. Il Bernini procede per successive invenzioni formali, ciascuna delle quali implica quasi sempre le
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Seicento e al principio del Settecento: come del resto non si compie nel «genere» neppure in pittura, poiché il «genere» rimane sempre l’antitesi, il
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proporzionale tra il primo e il secondo ordine «lo slancio gotico sembra rinascere» e con esso riaffiora il sottostrato di spiritualità medievale, sempre
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nella Pietà. Se si pensa che, nell’insieme dell’opera plastica michelangiolesca, la Pietà è sempre un tema intensamente lirico è facile intendere
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Da questo momento l’interesse di Michelangiolo per quella che doveva essere l’opera suprema della sua vita va sempre più declinando. Nel 1524, quando
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valori storico-religiosi, sia stato un religioso di stretta osservanza. Soltanto un teologo poteva rompere una volta per sempre la relazione
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e come adeguamento delle forme dell’edificio alle usanze del paese. È vero che il Guarini, monaco teatino, ha lavorato quasi sempre per ordini
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’arte non è matematica perché è fenomeno: tra il pensiero matematico ed il fenomeno visivo c’è un salto, perché le «simmetrie vere» non sempre
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mondo» (T. II, cap. IV). In ogni caso, come spiega nel V trattato, la geometria gli permetterà sempre di trasformate una superficie in un’altra
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qualitativo dell’invenzione. È vero che il Guarini non può fare a meno di trattare degli ordini architettonici, che costituivano pur sempre la morfologia
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idee», opere d’arte in mica, momenti concreti di un processo inventivo-operativo che si concluderà soltanto, e sempre con la presenza e l’intervento
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fenomeno, ed ogni fenomeno è in qualche modo un miracolo perché la sua origine è sempre divina, non v’è alcuna ragione di distinguere la luce
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L’attento studio delle piante guariniane condotto dal Passanti permette di ricostruire il percorso dell’ideazione formale: che muove sempre dagli
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’architettura è sempre cosa dello Stato, del governo mondano. Con essa lo Stato, o il sovrano che lo incarna, rende omaggio all’autorità divina da cui
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soluzione a tubo di cannocchiale; cambiando con la distanza il rapporto tra i due elementi, l’edificio campeggia sempre nella spazialità aperta del colle
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linguaggio che serva a dite cose nuove. Il termine di architettura dialettale, «vernacular», non è insolito; ma riferito, come sempre, a certe correnti
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In questo stesso momento, però, i pensieri di Michelangiolo si orientano sempre più verso l’architettura, come arte puramente speculativa, che può
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generali di gusto, si concreta sempre e necessariamente nel giudizio sulla singola opera. E gli stessi principi del gusto, poi, appartengono prima al
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prezzo di molto superiore al suo valore. Né poi è detto che le scuole più celebrate, i maestri più famosi siano senz’altro, e per sempre, le vette
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sempre, senza sviluppo; Michelangiolo, nel suo mausoleo ideato come «antico» ma senza alcun riferimento storico preciso, ci dà l’immagine di una
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, imitazione: sul punto dell’arte imitazione sono, di massima, tutti d’accordo, anche perché un’arte che non fosse imitazione (l’imitare è pur sempre
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ritratta è sempre l’oggetto di un’interpretazione, di una approfondita descrizione del carattere. Nei suoi «soggetti morali» Hogarth si interessa
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Sterne (e forse proprio con riferimento alle idee di Hogart) come simbolo grafico del proprio modo, divagante ma sempre legato alla continuità di un
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gusto. È vero che ha sempre una funzione educativa: ma anche la conoscenza dell’arte classica, che non aveva conseguenze pratiche e costituiva soltanto
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, dagli studenti che amava, ma è anche un commovente congedo dalle idee che aveva sempre sostenute. Aveva esaltato in Raffaello il supremo equilibrio
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sistematica, fermamente organizzata nell’unità di uno spazio geometrico: proprio perché l’analisi penetra in profondità, è sempre analisi di frammenti, e la
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good-natured men che furono Reynolds e il dottor Johnson e, nel fondo, sempre fedele ai grandi temi ideologici dell’Illuminismo. È vero che lo
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condannata a simulare, per una sorta di contrappasso, imprese eroiche e sublimi. Si agisce per essere, ma l’essere sarà sempre un essere in contraddizione; di
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processi e i loro esiti sono assolutamente distinti, Stando così le cose, e tenendo sempre presente che fin dal principio la ricostruzione di San
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, passano inosservati. Il tipo è sempre antico, anzi senza tempo, ma inverandosi veste panni moderni: sui personaggi di Shakespeare disegnati da Fuseli è
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figure dell’arte è dunque, sempre, e non potrebbe non essere, magica e spettacolare, e non importa ch’essa avvenga su una scena teatrale, nel sogno o
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eccitata in cerca di un soggetto sempre sfuggente, vibrazione interna, thrilling.
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testualità descrittiva dei particolari ha spesso valore di connotazione sociale, ma pur sempre iconologica: è ben noto che certe virtù sono una
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