Volendo meglio precisare la divergenza tra i due maestri, si può dire che lo spazio del Bernini dimensione, quello del Borromini situazione. La
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, complicandolo e mutandone le determinanti storiche, il contrasto tra i due maestri. Fino a oggi, almeno.
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due maestri, investe la concezione stessa della progettazione architettonica, e proprio perciò avrà conseguenze di lunga portata nella storia dell
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partecipato, con un’immensa somma di idee e di esperienze, i più grandi maestri del Rinascimento. È questa lunga maturazione storica che ha fatto nascere
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riassunto coerentemente, nella propria visione, quella dei precedenti maestri, risolvendo in una larga sintesi formale la contraddizione tra la centralità
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Pietro da Cortona era pittore ed architetto, il Bernini architetto e scultore, il Borromini soltanto architetto. Tra questi tre maestri si dibatte
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. Guarini e Juvarra, in tema di idee generali, sono maestri, ma l’architettura si fa per rispondere a esigenze particolari. Non solo provinciale è il
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prezzo di molto superiore al suo valore. Né poi è detto che le scuole più celebrate, i maestri più famosi siano senz’altro, e per sempre, le vette
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paese dei modelli e dei maestri, quasi una grande accademia: può fornire insegnamenti preziosi, ma rimane tuttavia esterna e lontana. Certamente l’arte
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piano ideologico né sul piano tecnico. Questa pittura di piccoli temi, di piccoli quadri, di ·piccoli maestri (Rembrandt, come vedremo, viene
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maestri italiani, si presta a quella delicata operazione di separar la forma dal contenuto (forse perché la sua forma già tradisce la perduta fiducia
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, era soprattutto uno schema: ma accanto a quello schema dedotto dai grandi maestri, spesso mal conosciuti, v’era la realtà viva dei pittori e degli
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maestri; ma poiché «imitare non è copiare», non si devono copiare le opere o le forme dei maestri, ma imitare il loro modo di imitare o di studiare
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natura si trova ovunque». Ma non era un segno di attaccamento ai suoi maestri veneziani, il cui pittoricismo rococò non era nient’affatto naturalistico: la
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