figure nel solito atteggiamento sotto la solita tenda a festone. Il ritratto, nella teoria artistica del Seicento, è pura mimesi a cui si aggiungono
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rispetto ad un momento teorico, dell’invenzione formale. La relazione di teoria e prassi era già stata superata dal Borromini con la riduzione del primo
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può più essere la traduzione di una teoria costruita dalla ragione o di un’immagine foggiata dalla immaginazione. La libertà dell’invenzione e la
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legittimo espediente dei costruttori per «stupire gli intelletti» o per rendere «spettatori atterriti» (T. III, cap. XIII). Anche la teoria delle
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perché contiene, tra l’altro, un principio d’autorità, la teoria dommatica del bello e l’incondizionata ammirazione dell’antico, La critica, che ovviamente
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posizione di primo piano: anche perciò il «pittoresco» è una vera e propria teoria della forma, e sia pure della forma pittorica. E poiché ogni forma è
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contorni. Ma quest’identificazione di sé nell’oggetto, che in Hogarth nasce da una sorta di curiosità o d’interesse analitico, nella teoria del
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natura, Ruskin erige a teoria della forma una poetica nata, come quella del «pittoresco», in netta contraddizione ad ogni preesistente teoria della
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questione della natura: il Pittoresco è la teoria della natura varia, seducente ed amica; il Sublime è la teoria della natura perenne, immane e nemica, Ma
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inventare una teoria «on the entomological sublime»? I personaggi di Fuseli non stanno in uno spazio naturale, ma sentono la misteriosa animazione della
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