Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: michelangiolo

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Manuale Seicento-Settecento

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Argan, Giulio 16 occorrenze

più avanzata cultura romana, è la rivalutazione integrale della cultura classica e del Rinascimento: era dunque inevitabile il richiamo a Michelangiolo

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La pittura di MICHELANGIOLO MERISI, detto CARAVAGGIO (1571-1610) è stata dai critici del Seicento, considerata antitetica a quella di Annibale

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sola realtà che è il presente. Come Annibale, il Caravaggio pensa che i manieristi non capiscano Michelangiolo e Raffaello: ma, per Annibale, non ne

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non si accontenta più di opporre la cultura settentrionale alla cultura romana, porta la guerra nel campo avversario. I manieristi imitano Michelangiolo

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Paolina di Michelangiolo. Sono i due momenti salienti della vita spirituale; ma questo significato ideale non è espresso nella solennità della

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del soggetto. Il pensiero della morte è dominante nel Caravaggio, come già in Michelangiolo. Ma per Michelangiolo la morte era liberazione e

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delle volte con una precisa intenzionalità operativa) le opere dei maestri antichi e moderni: i veneti (soprattutto Tiziano), Raffaello, Michelangiolo

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dosata dei sentimenti, l’universalità della poetica, l’equilibrio; perciò non si deve imitare Michelangiolo, la cui arte è tutta tensione. Nella Carità di

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manieristico da ritrovare in qualche punto lo scatto nervoso di Michelangiolo e, al di là di esso, perfino certe asprezze quattrocentesche e gotiche

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lui, non Michelangiolo, è il punto di partenza di quello che si chiamerà il Barocco.

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Benché in San Pietro non possa fare a meno di misurarsi con Michelangiolo, la radice dell’architettura del Bernini è soprattutto bramantesca: lo

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diceva Michelangiolo, «peccato».

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Giunto a Roma nel 1614, lavora come scalpellino presso il Maderno, suo zio; è quasi un autodidatta; ha il culto di Michelangiolo, ma lo ammira più

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prendere posizione nei confronti del grande problema ideale posto da Michelangiolo; il Cortona lo mette fuori causa, anche più di quanto non facciano il

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Skopas (o di Michelangiolo), ma la «bella natura» e la «vera carne» di Fidia e di Prassitele, l’amore «naturale » pagano che sublimandosi evolve nell’amore

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Michelangiolo e si volse invece, attraverso il Canova, allo studio dell’antico; ma troppo spesso l’interpretò come il Canova non voleva, e cioè come una teoria

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