La fortuna della pittura di genere discende dalla necessità di documentare con il vivace realismo dei particolari la verosimiglianza delle visioni
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critici del Seicento, il Caravaggio apre la via alla pittura di genere, specialmente alla natura morta; egli stesso affermava che non v’è differenza
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collezionisti: nel divulgare temi di «genere» sembra aver avuto un notevole successo BARTOLOMEO MANFREDI (1587 c.-1624), di cui tuttavia ben poco
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I critici del Seicento fanno discendere, dal Caravaggio la pittura di genere: una pittura, cioè, che non mira alla visione universalistica della
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più con sgomento, come il Caravaggio, ma tutt’al più con curiosità, come faranno ormai i pittori «di genere».
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. Accanto alla storia-poesia fiorisce infatti il «genere»: pittori di «lazzaroni» e di vagabondi, come MICCO SPADARO. (1609 c.-1675), di battaglie
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, specialmente «di genere». Pittore di genere, di paesaggi e battaglie, era stato lui stesso prima di dedicarsi, con l’idea di confondere i suoi detrattori
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con brio, talvolta con spirito fantastico inaugura così un genere capriccioso, decorativo, elegante; spirito curioso delle novità (tanto che, più tardi
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fiorire di un’ottima pittura di genere (natura morta, paesaggio, animali? spesso va molto al di là dei limiti «genere» stesso: come nei raffinatissimi
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pittura di soggetto storico e sacro e la pittura di genere, il ritratto o la natura morta. Nel ritratto CARLO CERESA (1609- 1679) si attiene all
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dei proprii modi di fare (o di farsi), delle proprie tecniche. L'arte «di storia» rappresenta e decora, l’arte «di genere» interessa; ma, per tutto
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