momento della recezione nella coscienza, si fondano sull’unica apertura che compete all’opera d’arte per rivelarsi come tale: recezione storicamente
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tale seconda storicizzazione, nella infinita casistica a cui dà luogo attraverso i secoli, non s’identifica con la considerazione dell’opera d’arte in
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’altro lo spettatore, cui è precluso di intervenire in tale identità e, se lo fa, come avviene, nel caso di manomissioni, rilavorazioni, e anche di
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, divengono uno nel fatto che l’opera è astanza, realtà pura solo nella coscienza che la riceve e la riconosce come tale. Donde si configura la possibilità
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’arte, al modo cioè che uno riceve una legnata sulla testa, se come tale non la individua nel suo foro interiore, con un atto autonomo di riconoscimento
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vero che la possibilità di un tale sviluppo, in apparenza abnorme, era insita nella struttura stessa in due tempi del processo creativo: al punto che
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presente è tale per cui il braccio della stadera che lo misurava nel futuro è impari a controbilanciarlo: l’unità di misura è divenuta inadeguata. Non si
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struttura che lo fa tale, e la possibilità in generale che la coscienza ha di accedervi.
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Forma e contenuto aspirano a fornire una prima analisi della struttura dell’opera d’arte e si porrebbero dalla parte dell’autore, ma tale dissezione
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Tale bipolarità non dipende dunque da una struttura contraddittoria dell’arte, ma dal fatto che le due polarità non si producono allo stesso livello
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necessità di un recupero, sia pure parziale o camuffato, di quanto costituiva l’orizzonte aperto al di là del presente1. In tale necessità affondano le radici
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Per il fatto che l’opera d’arte entra a far parte del mondo della vita, per i mezzi fisici in cui è stata estrinsecata, come tale diviene oggetto e
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alla produzione un carattere creativo o di qualità.» 8 Ma una tale aspirazione produce poi o esercitazioni sulla percezione visiva, che ripetono in
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Eversione rispetto al passato e protensione verso il futuro, non accampamento nel presente: colpo di mano verso il futuro, tale è l’avanguardia. Il
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mondo della vita. In quel medesimo momento, e proprio in tale riconoscimento, noi possediamo l’opera d’arte nella sua peculiarità fenomenologica
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ne faccio attraverso la percezione, e, limitatamente a tale punto cruciale e a tale punto di stazione, io devo poter fondare la singolarità del
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fisico, che si tratti di colori, bronzo, marmo, cemento armato, carta stampata in lettere o pentagramma. E tale classificazione non implicherà
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, messaggio senza codice, l’altro connotato e dunque in codice. In base a tale analisi semantico-strutturale già risultava la divergenza fondamentale
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Il fotografo è autore nella scelta dell’oggetto e delle modalità con cui appare l’oggetto, e spettatore dell’oggetto intenzionato come tale: come
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risulti tale solo in via ipotetica e provvisoria, oppure a tutti i prodotti del lavoro dell’uomo.
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dal suo singolarissimo porsi fra i fenomeni ma è la condizione stessa del suo apparire come tale. Perché si eccettua originariamente dai fenomeni, l
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È facile vedere ora perché dei due rami principali su cui si è sviluppata la fotografia, l’uno sia quello legittimo, l’altro quello aberrante. Tale
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Che tale interpretazione della «rivoltante» pop-art appaia la più verosimile e calzante, è dimostrato dalla sua antagonista, la corrente gestaltica
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intenzionalità, altre da quella fondamentale per cui l’opera d’arte è intenzionata come tale, non hanno diritto d’ingresso. Un nuovo investimento
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La recezione dell’opera d’arte come tale indizia allora la collimazione reciproca dell’opera d’arte e della coscienza ricevente, ma proprio per
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Quando un procedimento tecnico approda all’opera d’arte, un tale approdo non può considerarsi casuale, né tale da lasciare che la tecnica futura si
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momento della recezione dell’opera d’arte come tale. La struttura tecnica — anche quella più particolarmente tettonica dell’opera — non s’identifica alla
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il soggetto, e potrebbe sembrare che, questo messaggio, appartenesse alla struttura primaria dell’opera d’arte in quanto tale, mentre, se è
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Né, con l’interrogare la presenza che realizza l’opera d’arte nella sua struttura formale, se ne verrà ad infrangere l’unità, ché anzi, da una tale
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Se mi pongo di fronte ad un’opera d’arte, può darsi che non la recepisca in me come tale, ma se la recepisco, la sua presenza non sarà meno diretta e
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Per cui «l’istituzione della verità nell’opera [d’arte], è il prodursi d’un tale esistente [di una tale realtà] che non era prima e mai sarà più in
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’arte; in modo tale che il materiale stesso su cui un’estetica non aprioristica deve esercitare la propria riflessione non può essere determinato
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Che dunque possa presentarsi alla coscienza una realtà senza esistenza, non illusoria, né virtuale, ma realtà astante, e costituita come tale
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Di tale intenzionalità non supposta ma effettuale, la verifica è offerta da quelle che si designano come opere d’arte e anche da altre «oggettualità
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si vanifica il primo. Infatti la sussistenza dell’opera d’arte nei suoi mezzi fisici al di fuori di una coscienza che la individua come tale si riduce
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percezione, renda possibile tale innumerevole traditio operis attraverso il tempo e le coscienze.
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per sé: si dà messaggio solo per uno scopo, e scopo del messaggio è di comunicare un’informazione. Un tale scopo non rappresenta un carattere
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non rivela originariamente la natura di messaggio: può esserlo in via secondaria, collaterale, oppure può essere accettata in quanto tale come
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ridondanza. Il nuovo di un messaggio in cui consiste la sua importanza, e l’informazione, è anche la sua originalità. Tale originalità non è definita
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perciò ad un passato, anche se prossimo o recentissimo. Tale è il caso dei commentatori in TV a una partita di calcio o di boxe. Egualmente, se vedo una
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deliberatamente o no, la possibilità di tale comunicazione dipende da una comunanza di simbolismi, non solo di linguaggio. Mentre è proprio di questo che
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Teyssèdre si colloca, sia pure ad una auspicata confluenza col metodo dialettico. Tale impossibilità non è altro che l’impossibilità di rendere conto della
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‘transazione’ (Dewey) o ‘occasione’ (Whitehead), e in tale segmento sarà contenuto ogni aspetto del processo medesimo, che viene ad includere
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Dell’individuazione dell’opera d’arte come tale, si può soltanto asserire in modo tautologico che vi rientra unicamente quello che autorizza l
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presenza non esistenziale, un’astanza, e tale presenza si produce solo in quanto viene a manifestarsi ad una coscienza, il modo di presentificarsi alla
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, non si dissolve come percepito. Presente e assente al tempo stesso. La semiosi è pertanto il processo in atto dell’intellezione, e, in quanto tale
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è tale. Sorge allora il quesito circa il criterio per distinguere quale sia la struttura veramente essenziale, perché un’opera d’arte si manifesti
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, perché, non trattandosi qui dell’opera d’arte nella sua essenza come realtà pura, ma in quanto tale dandola ormai per ammessa, e dovendosi ulteriormente
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: «vel, ut vulgo ajunt, quod nihil fit sine causa». E cioè sottolinea che tale formulazione, pur continuando a esibirla unitamente al principio di
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per il nostro interesse.» Qui dunque avviene l’insorgere dei giudizi di possibilità oggettiva, che superficialmente si ritengono oziosi (e tale era
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